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Cremlino: gli istruttori dell’esercito ucraino possono essere colpiti, francesi o meno

Cremlino: gli istruttori dell’esercito ucraino possono essere colpiti, francesi o menoMilano, 4 giu. (askanews) – Il portavoce del presidente russo Dmitry Peskov ha affermato che gli istruttori che addestrano l’esercito ucraino non hanno alcuna immunità. Lo riportano le agenzie russe.


Il Washington Post ha pubblicato un articolo dove sosteneva che in risposta alla decisione del presidente francese Emmanuel Macron di inviare istruttori militari in Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin avrebbe potuto ordinare un attacco contro di loro. “Tutti gli istruttori coinvolti nell’addestramento dei militari del regime ucraino non hanno alcuna immunità, non importa se siano francesi o meno”, ha risposto Peskov alla domanda se queste informazioni corrispondono alla realtà.

Sudafrica, Ramaphosa: inizia ora nuova fase percorso democratico

Sudafrica, Ramaphosa: inizia ora nuova fase percorso democraticoRoma, 3 giu. (askanews) – Il voto espresso da 16 milioni di cittadini dimostra che la democrazia sudafricana è “forte e robusta”, ma il Paese si trova ora alle prese con una “nuova fase del suo percorso democratico” in cui “i partiti politici dovranno impegnarsi seriamente per trovare un terreno comune” e dare vita a un governo di coalizione. E’ quanto ha rimarcato il presidente Cyril Ramaphosa nella sua newsletter del lunedì, all’indomani della proclamazione dell’esito delle elezioni, le prime che hanno visto l’African National Congress (Anc) scendere sotto il 50% da quando ha assunto la guida del Paese, nel 1994, con Nelson Mandela.


L’Anc ha infatti conquistato il 40,18% dei consensi, contro il 57,5% del 2019, mentre il principale partito di opposizione, Alleanza democratica, ritenuto espressione dei bianchi, ha ottenuto il 21,81% dei consensi. A imporsi alle elezioni di mercoledì scorso è stato di fatto l’ex presidente Jacob Zuma, espulso sei anni fa dall’Anc e sostituito da Ramaphosa, tornato con forza sulla scena politica lo scorso dicembre con il partito, uMkhonto weSizwe (Mkp), che alle urne ha ottenuto il 14,58% dei consensi. Nelle scorse settimane, la Corte costituzionale ha vietato a Zuma di candidarsi a causa di una condanna a 15 mesi di carcere oltraggio alla corte, escludendolo di fatto dalla corsa per rivendicare la presidenza, ma eserciterà comunque una forte influenza attraverso il Mkp, soprattutto nella provincia di KwaZulu-Natal, la seconda più popolosa del Paese, dove ha ottenuto quasi la metà dei voti. L’altro partito guidato da un altro ex membro dell’Anc, Economic Freedom Fighters (Eff) di Julius Malema, ha ottenuto il 9,52% dei voti. “Sebbene ogni partito politico abbia un mandato basato sugli impegni assunti con l’elettorato, tutti i partiti condividono il mandato generale di costruire un Paese che sia inclusivo, unito e prospero – ha rimarcato Ramaphosa – questo momento nel nostro Paese richiede una leadership responsabile e un impegno costruttivo”. A fronte della necessità dei partiti di arrivare a un accordo di coalizione, il presidente ha quindi sottolineato la necessità “ora più che mai di mettere da parte le nostre differenze e di lavorare insieme per il bene comune”.


Le elezioni di mercoledì scorso hanno fatto registrare anche il tasso di affluenza più basso degli ultimi 30 anni, pari al 58,64%. Nel 2019 l’affluenza era stata del 66%. Ora il nuovo parlamento dovrà essere convocato entro 14 giorni dalla proclamazione dei risultati elettorali e spetterà ai 400 membri dell’Assemblea nazionale eleggere il nuovo presidente. L’Anc, che ora conta 159 rappresentanti, dovrà ottenere il sostegno di circa 40 parlamentari per garantire un altro mandato di cinque anni al suo candidato, il presidente Ramaphosa, su cui il partito di Zuma ha già espresso la propria indisponibilità. Se l’assemblea non riuscisse a trovare un accordo su un nuovo presidente, il presidente della Corte Suprema può aggiornare i lavori per non più di sette giorni e poi riprendere le votazioni.

Tajani: segnali di apertura nelle trattative fra Hamas e Netanyahu

Tajani: segnali di apertura nelle trattative fra Hamas e NetanyahuRoma, 3 giu. (askanews) – “Mi pare che ci sia qualche segno di apertura da parte palestinese, più che altro da parte di Hamas, e da parte di (Benjamin) Netanyahu”, il primo ministro israeliano. Lo ha detto, commentando le posizioni nelle trattive in corso in Medio Oriente, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.


“Speriamo che queste ipotesi di apertura si trasformino poi in aperture concrete e non siano solo messaggi politici”, ha ammesso il capo della diplomazia italiana, che ha incontrato i cronisti a Nepi (VT) in occasione della presentazione del primo carico di aiuti per la popolazione di Gaza nell’ambito dell’iniziativa “Food for Gaza”. “Speriamo si possa arrivare quanto prima a un cessate-il-fuoco, che si possano salvare vite umane, si possa soprattutto far arrivare attraverso i valichi aperti aiuti alla popolazione, che è vittima di una guerra e non protagonista attiva, ma passiva”, ha aggiunto, “Mi auguro poi si possa trovare un accordo tra Israele ed Egitto per aprire Rafah. Insomma per aprire il maggior numero possibile di valichi”. Nessuno, ha evidenziato Tajani, “vuole vedere bambini morire, vogliamo anche che siano liberati gli ostaggi, che siano liberate le tante donne che hanno subito violenze inaudite. Credo che il mondo non abbia bisogno di violenze, ne abbiamo già viste tante. Mi auguro si possa concludere questo brutto momento della nostra storia recente”. “Se vedo una svolta? Spero che ci sia, voglio essere sempre ottimista. Lavoriamo giorno per giorno”, ha concluso il ministro degli Esteri.

Netanyahu: non fermeremo la guerra finchè Hamas non sarà distrutto

Netanyahu: non fermeremo la guerra finchè Hamas non sarà distruttoRoma, 3 giu. (askanews) – Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato alla commissione Esteri e Difesa della Knesset che Israele non porrà fine alla guerra a Gaza finché non avrà raggiunto i suoi tre obiettivi di guerra: la distruzione delle capacità di governo militare e civile di Hamas; il rilascio di tutti gli ostaggi; e garantire che Gaza non rappresenti una minaccia per Israele. E’ quanto ha dichiarato un responsabile israeliano al Times of Israel.


La fonte ha aggiunto che Israele non accetterà la seconda fase dell’accordo – che includerebbe la fine completa della guerra, secondo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden nel suo discorso di venerdì – se si scontra con questi obiettivi.Ribadendo ciò che collaboratori vicini a Netanyahu hanno affermato dopo il discorso di Biden, il responsabile ha detto che la proposta di Israele consente allo Stato ebraico di riprendere i combattimenti in qualsiasi momento se dovesse concludere che Hamas sta prendendo tempo nei colloqui senza avere intenzione di rilasciare tutti gli ostaggi. 

Hamas vuole la garanzia degli Usa che Israele rispetterà la tregua

Hamas vuole la garanzia degli Usa che Israele rispetterà la treguaRoma, 3 giu. (askanews) – Fonti di Hamas hanno riferito ad Haaretz che la leadership del gruppo ha informato i mediatori del Qatar e dell’Egitto di volere una garanzia ufficiale da parte degli Stati Uniti che Israele applicherà tutte le condizioni dell’accordo presentato dal presidente Joe Biden e che è stato commentato “positivamente”.


Hamas ha anche sottolineato la richiesta di un cessate il fuoco duraturo, mentre il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere in queste stesse ore che l’esposizione della bozza da parte di Biden ha delle lacune e che la tregua sarebbe provvisoria.Funzionari egiziani al Cairo hanno chiesto ad Hamas di inviare i suoi alti rappresentanti per discutere l’accordo di cessate il fuoco e hanno invitato anche rappresentanti della Jihad islamica e del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, in modo da raggiungere una posizione unitaria che rappresenti tutte le principali fazioni palestinesi a Gaza. Tuttavia, fonti di Hamas hanno espresso pessimismo sull’andamento dei negoziati in seguito alle notizie secondo cui ci sono disaccordi in Israele sull’attuazione di un cessate il fuoco completo.

In Messico eletta alla presidenza Claudia Sheinbaum la donna dei record

In Messico eletta alla presidenza Claudia Sheinbaum la donna dei recordMilano, 3 giu. (askanews) – Claudia Sheinbaum è il nuovo presidente del Messico, per la prima volta nella storia del Paese centroamericano una donna sale sul gradino più alto della politica. E questo non è l’unico dei suoi primati. La candidata di origini ebraiche (dall’Est europeo) ha rivendicato la vittoria con un messaggio di trionfo dopo che un rapido conteggio dell’INE le ha dato un trend positivo con almeno il 58% dei voti. “È la prima volta che una laureata in scienze e un dottore in fisica presiederanno l’esecutivo” scrive Excelsior. “È la prima volta che una cittadina uscita dalla lotta universitaria, attivista per le cause studentesche, arriva alla presidenza della Repubblica. Sheinbaum è anche la prima persona a vincere tre elezioni consecutive: capo delegazione-capo del governo-presidenza della Repubblica”.


Secondo i conteggi effettuati dall’INE, Sheinbaum ha ottenuto tra il 58,3 e il 60,7 dei voti validi espressi, contro il 26-28 per cento ottenuto da Xóchitl Gßlvez, della coalizione Fuerza y Corazón por México; e il 10% di Jorge Álvarez Maynez. La presidente eletta avrebbe ottenuto circa 35 milioni di voti il giorno delle elezioni, secondo le stime. La soddisfazione è grande. “Voglio ringraziare milioni di messicani che hanno deciso di votare per noi in questo giorno storico, per avanzare nella vita pubblica”, ha detto. “Sono grata che per la prima volta in 200 anni di repubblica diventerò la prima donna presidente” ha dichiarato. “Non sono sola, siamo arrivati tutti qua con le nostre eroine che ci ha dato la nostra patria e con i nostri antenati”, ha aggiunto secondo “El Sol del Mexico”.


Da parte sua, il presidente Andrés Manuel López Obrador si è congratulato con tutti i candidati che hanno partecipato a queste elezioni e ha sottolineato a sua volta che Claudia Sheinbaum sarà la prima presidente-donna del Messico dopo 200 anni.Ieri, 2 giugno, circa 98 milioni di messicani sono stati chiamati alle urne per eleggere più di 20.000 cariche politiche, tra le quali la presidenza del Messico e il governatore della capitale (carica che la neoletta presidente ha ricoperto dal 2018 al 2023). La Sheinbaum ha alle spalle una brillante carriera accademica. Fisica e ricercatrice del Berkeley Lab, nel 2007 è entrata a far parte dell’Intergovernmental Panel on Climate Change presso le Nazioni Unite nel campo dell’energia e dell’industria per il quarto rapporto di valutazione dell’IPCC: il gruppo ha vinto il Premio Nobel per la Pace quell’anno. Sheinbaum è autrice di oltre 100 articoli e due libri sui temi dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.


Sheinbaum rappresenta la coalizione “Insieme faremo la storia” con il Movimento di rigenerazione nazionale (Morena), il Partito del lavoro e il Partito ecologista verde del Messico. Il suo slogan era “Per il bene di tutti, prima i poveri”, con la promessa di portare avanti le riforme economiche di Andrés Manuel López Obrador per lo Stato sociale.

Messico, alla presidenza Claudia Sheinbaum la donna dei record

Messico, alla presidenza Claudia Sheinbaum la donna dei recordMilano, 3 giu. (askanews) – Claudia Sheinbaum è il nuovo presidente del Messico, per la prima volta nella storia del Paese centroamericano una donna sale sul gradino più alto della politica. E questo non è l’unico dei suoi primati. La candidata di origini ebraiche (dall’Est europeo) ha rivendicato la vittoria con un messaggio di trionfo dopo che un rapido conteggio dell’INE le ha dato un trend positivo con almeno il 58% dei voti. “È la prima volta che una laureata in scienze e un dottore in fisica presiederanno l’esecutivo” scrive Excelsior. “È la prima volta che una cittadina uscita dalla lotta universitaria, attivista per le cause studentesche, arriva alla presidenza della Repubblica. Sheinbaum è anche la prima persona a vincere tre elezioni consecutive: capo delegazione-capo del governo-presidenza della Repubblica”.


Secondo i conteggi effettuati dall’INE, Sheinbaum ha ottenuto tra il 58,3 e il 60,7 dei voti validi espressi, contro il 26-28 per cento ottenuto da Xóchitl Gálvez, della coalizione Fuerza y Corazón por México; e il 10% di Jorge Álvarez Maynez. La presidente eletta avrebbe ottenuto circa 35 milioni di voti il giorno delle elezioni, secondo le stime. La soddisfazione è grande. “Voglio ringraziare milioni di messicani che hanno deciso di votare per noi in questo giorno storico, per avanzare nella vita pubblica”, ha detto. “Sono grata che per la prima volta in 200 anni di repubblica diventerò la prima donna presidente” ha dichiarato. “Non sono sola, siamo arrivati tutti qua con le nostre eroine che ci ha dato la nostra patria e con i nostri antenati”, ha aggiunto secondo “El Sol del Mexico”.


Da parte sua, il presidente Andrés Manuel López Obrador si è congratulato con tutti i candidati che hanno partecipato a queste elezioni e ha sottolineato a sua volta che Claudia Sheinbaum sarà la prima presidente-donna del Messico dopo 200 anni. Ieri, 2 giugno, circa 98 milioni di messicani sono stati chiamati alle urne per eleggere più di 20.000 cariche politiche, tra le quali la presidenza del Messico e il governatore della capitale (carica che la neoletta presidente ha ricoperto dal 2018 al 2023).


La Sheinbaum ha alle spalle una brillante carriera accademica. Fisica e ricercatrice del Berkeley Lab, nel 2007 è entrata a far parte dell’Intergovernmental Panel on Climate Change presso le Nazioni Unite nel campo dell’energia e dell’industria per il quarto rapporto di valutazione dell’IPCC: il gruppo ha vinto il Premio Nobel per la Pace quell’anno. Sheinbaum è autrice di oltre 100 articoli e due libri sui temi dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. Sheinbaum rappresenta la coalizione “Insieme faremo la storia” con il Movimento di rigenerazione nazionale (Morena), il Partito del lavoro e il Partito ecologista verde del Messico. Il suo slogan era “Per il bene di tutti, prima i poveri”, con la promessa di portare avanti le riforme economiche di Andrés Manuel López Obrador per lo Stato sociale.

Bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza, colpita anche Rafah

Bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza, colpita anche RafahRoma, 2 giu. (askanews) – Incessanti bombardamenti israeliani hanno preso di mira oggi diverse aree della Striscia di Gaza, tra cui Rafah.


Nel sud, secondo testimoni, i bombardamenti hanno colpito il sud e l’ovest della città di Rafah. Nel nord, i raid aerei hanno preso di mira Gaza City. Tre palestinesi sono stati uccisi, tra cui una donna e un bambino, in un bombardamento che ha distrutto la loro casa nel quartiere di al Darraj, ha riferito una fonte ospedaliera. Nel centro sono stati colpiti la città di Deir al Balah e i campi di Bureij e Nuseirat. L’esercito ha riferito di operazioni “mirate” a Rafah e nel centro di Gaza. Nelle ultime 24 ore, “30 obiettivi terroristici, inclusi depositi di armi e cellule armate”, sono stati presi di mira, ha scritto l’Idf su Telegram.

Zelensky: la Cina cerca di impedire ai Paesi di partecipare al summit di pace in Svizzera

Zelensky: la Cina cerca di impedire ai Paesi di partecipare al summit di pace in SvizzeraRoma, 2 giu. (askanews) – “Sfortunatamente, oggi la Cina sta lavorando per impedire ai Paesi di partecipare al vertice di pace”, previsto in Svizzera dal 15 al 16 giugno: lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ai giornalisti a margine del forum di difesa Shangri-La a Singapore. “È deplorevole che un Paese potente e indipendente come la Cina sia uno strumento nelle mani di Putin”, ha aggiunto.


Ieri la Cina ha detto che sarà “difficile” partecipare al vertice se la Russia non è invitata, dichiarazione approvata da Mosca. “C’è una chiara discrepanza tra gli accordi presi per la conferenza da un lato e le richieste della Cina e le aspettative generali della comunità internazionale dall’altro, il che rende difficile per la Cina parteciparvi”, ha dichiarato Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri cinese. In un precedente discorso, Zelensky ha invitato gli alti funzionari della difesa a partecipare al prossimo vertice di pace in Svizzera che si terrà il 15-16 giugno, affermando di essere deluso dal fatto che alcuni Paesi non si siano impegnati a partecipare.

Ad Amantea La Guarimba, residenza cinematografica internazionale

Ad Amantea La Guarimba, residenza cinematografica internazionaleRoma, 30 mag. (askanews) – KINO GUARIMBA: in Calabria una residenza cinematografica con 50 artisti da tutto il mondo per aumentare il capitale sociale Dal 10 al 21 giugno, 50 artisti , tra attori, registi, tecnici e professionisti del mondo del cinema provenienti da 26 paesi diversi di tutti i continenti , si riuniscono in Calabria per partecipare alla nona edizione del laboratorio cinematografico Kino Guarimba , con l’obiettivo di reali zzare cortometraggi in collaborazione con la comunità di Amantea (CS) .


Saranno rappresentati le seguenti nazioni : Algeria, Australia, Brasile, Canada, Cina, Colombia, Etiopia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Irlanda, Irlanda del Nord, Italia, Messico, Nigeria, Paesi Bassi, Pakistan, Palestina, Romania, Serbia, Singapore, Stati Uniti, Svizzera, Tai wan, Tanzania. Amantea è un piccolo comune del Tirreno cosentino senza sale cinematografiche e spazi culturali attivi, che diventerà, per dodici giorni, un centro di produzione cinematografica e di formazione specializzata.


Il progetto formerà una comuni tà multiculturale che vivrà a stretto contatto con la cultura del territorio, partecipando ad una serie di attività di socializzazione e formazione e incontri con la comunità. Dopo aver formato indipendentemente le squadre di lavoro , ideeranno, gireranno e monteranno cortometraggi originali . Tra i partecipanti, cinque registe e attrici dal Taiwan parteciperanno grazie alle borse di studio offerte dal Ministero della Cultura a Taiwan e l’Ufficio di Rappresentanza di Taipei in Italia , che copriranno le loro spese di partecipazione e di viaggio. La collaborazione con le ambasciate e gli enti cinematografici di diversi paesi ha garantito la diffusione del progetto a livello internazionale. La comunità amanteana è direttament e coinvolta nel progetto : il 12 giugno, al Lido Azzurro di Amantea, si terrà un casting popolare aperto a tutti coloro che vogliono mettersi in gioco e recitare nei cortometraggi che saranno prodotti.


La formazione sarà curata da una squadra di professionisti internazionale, che seguirà i partecipanti nel loro processo di crescita, ispirandosi ai principi dell’educazione non formale: Oscar Peña González dalla Spagna, tutor della residenza, Cecilia Keirs tead dagli Stati Uniti, tutor di suono, Fortunato Valente dalla Calabria, tutor di montaggio, Mark Brennan dall’Inghilterra, tutor di distribuzione.