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M.O., Ue preme per convocare Consiglio Associazione con Israele

M.O., Ue preme per convocare Consiglio Associazione con IsraeleBruxelles, 28 mag. (askanews) – Il Consiglio di Associazione dell’Accordo Ue-Israele dovrebbe essere convocato urgentemente per discutere delle azioni da intraprendere per rispettare l’ordine, emesso il 24 maggio dalla Corte Internazionale di Giustizia, di fermare l’offensiva militare israeliana a Rafah e riaprire i valichi di frontiera per la consegna di aiuti umanitari.


E’ la decisione che ha preso ieri a Bruxelles, all’unanimità, il Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Ue, che ora inviterà Israele a convocare congiuntamente, come prevede l’Accordo, il Consiglio di Associazione, e a concordare l’agenda della riunione. Israele, tuttavia, potrebbe non essere d’accordo con la convocazione urgente, o con i temi da discutere. Lo ha spiegato oggi a Bruxelles, durante il briefing quotidiano per la stampa della Commissione europea, Peter Stano, il portavoce dell’Alto Rappresentante per la Politica estera dell’Ue Josep Borrell.


“Ci sono una serie di opzioni su quello che l’Ue può o deve fare per rispettare l’ordine della Corte internazionale di Giustizia”, e i ministri dei Ventisette ieri “hanno concordato la convocazione della riunione del Consiglio di Associazione al fine di discutere con il rappresentante di Israele tutti i temi pertinenti”, ha spiegato Stano. “Non sappiamo ancora chi rappresenterà Israele, prima ci deve essere la convocazione del Consiglio di Associazione e Israele deve dare il suo accordo. Potrebbe partecipare a livello di primo ministro o di ministro degli Esteri”, ha puntualizzato il portavoce.


Ai giornalisti che chiedevano se possa esserci un rifiuto da parte di Israele di accettare la convocazione, e se questo possa portare a una sospensione dell’Accordo di associazione, Stano ha risposto: “Non siamo ancora a questo. Stiamo discutendo questioni che hanno molto a che fare con Israele e quindi è discuterne con Israele e i suoi rappresentanti è la cosa più naturale, e il modo più appropriato per farlo è convocare il Consiglio di Associazione”. “L’Ue e i suoi Stati membri – ha sottolineato il portavoce – sono stati molto chiari sulla necessità di rispettare gli ordini della Corte Internazionale di Giustizia. E’ la più alta corte dell’Onu ed è parte dell’architettura dell’ordine giuridico mondiale. I ministri hanno chiesto anche all’Alto Rappresentante di proporre ulteriori misure concrete da discutere in Consiglio Ue per affrontare la situazione complessiva, incluse possibili misure contro gli estremisti o contro l’inosservanza degli ordini della Corte Internazionale”.


“Ma il primo passo – ha osservato ancora Stano – deve ancora essere fatto: la convocazione del Consiglio di associazione per parlare con i rappresentanti di Israele”. La convocazione, ha continuato il portavoce di Borrell, “è basata un accordo reciproco riguardo sia alla data che all’agenda. Dopo il consenso degli Stati membri, dobbiamo mandare a Israele l’invito, fare una discussione preparatoria, e sperare che la parte israeliana accetti al più presto, meglio che più tardi. Perché i temi che vogliono discutere gli Stati membri con Israele – ha concluso Stato – sono piuttosto urgenti”.

Il Guardian: ex capo del Mossad minacciò procuratore della Corte penale internazionale

Il Guardian: ex capo del Mossad minacciò procuratore della Corte penale internazionaleRoma, 28 mag. (askanews) – L’ex capo del Mossad, Yossi Cohen, avrebbe minacciato l’ex procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi), Fatou Bensouda, in una serie di incontri segreti volti a convincerla ad abbandonare un’indagine su presunti crimini di guerra e contro l’umanità nei Territori palestinesi occupati. Lo riporta oggi il Guardian, precisando che i contatti segreti di Cohen con Bensouda sono avvenuti prima che l’ex procuratore decidesse di avviare un’indagine formale.


L’indagine, poi avviata nel 2021, è culminata la scorsa settimana con la richiesta del successore di Bensouda, Karim Khan, di mandati di arresto per il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e il ministro della Difesa, Yoav Gallant, per la condotta nella guerra nella Striscia di Gaza. Secondo un alto funzionario israeliano sentito dal quotidiano britannico, le attività di Cohen “erano autorizzate ad alto livello” e giustificate dal fatto che la corte rappresentava una minaccia per possibili procedimenti giudiziari contro il personale militare. Un’altra fonte israeliana informata sull’operazione ha affermato che “l’obiettivo del Mossad era quello di compromettere il procuratore o di arruolarla per collaborare con le richieste di Israele”. Una terza fonte ha affermato che Cohen agiva come “messaggero non ufficiale” di Netanyahu.


Cohen ha concluso il suo mandato al Mossad nel 2021 ed è considerato un fedelissimo di Netanyahu. Quattro fonti hanno confermato al Guardian che Bensouda aveva informato un piccolo gruppo di alti funzionari della Cpi dei tentativi di Cohen di influenzarla, con le relative preoccupazioni per la natura sempre più persistente e minacciosa del suo comportamento. Tre di queste fonti hanno affermato che l’ex procuratore riferì di pressioni fatte da Cohen per non procedere con l’inchiesta. Secondo i suoi resoconti, l’ex capo del Mossad le avrebbe detto: “Dovresti aiutarci e lasciare che ci prendiamo cura di te. Tu non vuoi finire in mezzo a cose che potrebbero compromettere la tua sicurezza o quella della tua famiglia”. Il Guardian ha precisato che le rivelazioni sull’operazione di Cohen fanno parte di un’indagine condotta in collaborazione con la testata israelo-palestinese +972 Magazine e la testata in lingua ebraica Local Call su una “guerra” segreta condotta per quasi un decennio da diverse agenzie di intelligence israeliane contro la Cpi.

L’Unrwa: un milione di persone è fuggito da Rafah. Tank israeliani nel centro di Rafah

L’Unrwa: un milione di persone è fuggito da Rafah. Tank israeliani nel centro di RafahRoma, 28 mag. (askanews) – “Nelle ultime 3 settimane circa un milione di persone è fuggito da Rafah”, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha riferito oggi l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), rimarcando sul proprio account X che la fuga “è avvenuta in assenza di un posto sicuro dove andare, in mezzo a bombardamenti, senza cibo e acqua, tra cumuli di rifiuti e condizioni di vita inadeguate”. “Giorno dopo giorno, fornire assistenza e protezione diventa quasi impossibile”, ha ammesso l’Unrwa.


Diversi carri armati delle forze di difesa israeliane hanno raggiunto il centro di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo hanno riferito testimoni alla Reuters, precisando che sarebbero stati visti nei pressi della moschea Al-Awda, punto di riferimento nel centro della città.

Ucraina, Borrell: discuteremo l’uso delle armi in territorio russo

Ucraina, Borrell: discuteremo l’uso delle armi in territorio russoRoma, 28 mag. (askanews) – I ministri della Difesa dell’Ue discuteranno oggi della “questione se autorizzare le armi per colpire obiettivi fuori dal territorio ucraino, come proposto da Stoltenberg”, lo ha detto il capo della diplomazia Ue, Josep Borrell, al suo arrivo al vertice a Bruxelles a cui parteciperanno il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, e il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov.


“Permetteremo che le nostre armi siano utilizzate anche in territorio russo? I paesi membri cominceranno a discuterne”, ha detto Borrell alla stampa, aggiungendo che “secondo il diritto di guerra è possibile, non c’è contraddizione, è una risposta contro chi attacca”. “Alcuni metteranno sul tavolo il rischio di un’escalation, ma bisogna bilanciare il rischio di escalation e la necessità che gli ucraini si difendano”, ha sottolineato Borrell.


Il capo della diplomazia ha rimarcato che “la situazione sul campo di battaglia sta raggiungendo una fase critica” con la Russia che “ha aperto un nuovo fronte a nord e sta cercando di avanzare verso Kharkiv, continuando a bombardare in modo sistematico infrastrutture civili, anche in direzione di Kiev”. “Questa situazione rende fondamentale la nostra assistenza militare, può fare la differenza – ha proseguito Borrell – per questo oggi con i ministri della Difesa cercheremo di capire come superare tutte le difficoltà che ci stanno impedendo di mobilitare al pieno e in tempi più rapidi le risorse”.


“Tutti sanno di cosa ha bisogno Kiev e dobbiamo fornirglielo, abbiamo le risorse, le capacità, ma ci sono ancora decisioni da prendere”, ha concluso.

Il premier spagnolo Sanchez: riconosciamo lo Stato di Palestina per raggiungere la pace

Il premier spagnolo Sanchez: riconosciamo lo Stato di Palestina per raggiungere la paceRoma, 28 mag. (askanews) – Il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ha dichiarato oggi che il riconoscimento dello Stato palestinese “non è contro nessuno” e che il suo “unico obiettivo” è “contribuire a far sì che israeliani e palestinesi raggiungano la pace”.


Sanchez ha pronunciato un discorso istituzionale per riferire su questa “decisione storica”, parlando in spagnolo e in inglese dal Complesso della Moncloa, prima della riunione del consiglio dei ministri che ratificherà la posizione di Madrid per il riconoscimento dello Stato di Palestina, congiuntamente all’Irlanda e Norvegia. Sanchez ha ricordato che con questa decisione del Governo, la Spagna si unisce agli oltre 140 paesi che hanno già riconosciuto lo Stato palestinese. L’ultima volta che la Spagna ha riconosciuto uno Stato è stato nel 2011; in quella occasione si trattò del Sud Sudan. Il primo ministro spagnolo ha sottolineato che la decisione non è contro Israele, ribadendo che la Spagna vuole mantenere buone relazioni con lo Stato ebraico, ma che lo scopo è garantire la pace e la coesistenza tra i due Stati. “Lo Stato di Palestina deve essere vitale, con la Cisgiordania e Gaza collegate da un corridoio e con Gerusalemme Est come capitale, e deve essere unificato sotto il governo legittimo dell’Autorità Nazionale Palestinese”, ha poi aggiunto Sanchez, ribadendo: “Non adottiamo questa decisione contro nessuno, certamente non contro Israele, un amico che rispettiamo. Questo è un vero e proprio rifiuto di Hamas, che rifiuta la soluzione dei due Stati”.


(fonte Servimedia)

Il ministro Sikorski: non escludo truppe polacche in Ucraina

Il ministro Sikorski: non escludo truppe polacche in UcrainaRoma, 28 mag. (askanews) – La Polonia non esclude a priori l’ipotesi di inviare proprie truppe in Ucraina. A confermarlo, in un’intervista a Repubblica e al consorzio Lena, è il ministro degli Esteri di Varsavia, Radoslaw Sikorski. “Non dovremmo escluderlo. Dovremmo lasciare Putin col fiato sospeso sulle nostre intenzioni”, sottolinea il capo della diplomazia polacco.


“I russi operano ovunque”, precisa Sikorski. “In Spagna, hanno trasferito soldi ai separatisti. Di recente un giudice polacco è scappato in Bielorussia e pensiamo che sia una defezione pilotata da Mosca. Putin ha inviato squadre di sicari in Germania e in Gran Bretagna. Dovremmo imparare a vaccinare il nostro sistema politico, le nostre istituzioni e la nostra opinione pubblica contro la manipolazione russa. Putin è in guerra con noi dal 2011. Dobbiamo capire che la sfida è questa. E affrontarla”. Ora Putin sta anche avviando delle esercitazioni militari nucleari al confine con la Bielorussia. “Putin ha potenziato i missili nucleari e ha modernizzato il suo deposito di testate nucleari nell’exclave di Kaliningrad già negli anni scorsi”, commenta Sikorski. “Può annientarci con le bombe atomiche miriadi di volte. Ma è l’ultima carta che può giocarsi. L’esercito russo non è attrezzato per combattere in un ambiente contaminato. La minaccia di usare le armi nucleari ha una serie di implicazioni complicate e non dovremmo tormentarci dinanzi a questa minaccia”.

M.O., Guterres(ONU): condanno le azioni di Israele. Orrore deve finire

M.O., Guterres(ONU): condanno le azioni di Israele. Orrore deve finireRoma, 27 mag. (askanews) – “Condanno le azioni di Israele che ha ucciso decine di civili innocenti che stavano solo cercando riparo da questo conflitto mortale. Non esiste un posto sicuro a Gaza. Questo orrore deve finire”. Lo ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.


Nel frattempo è stata convocata per oggi una riunione di emergenza a porte chiuse del Consiglio di sicurezza ONU sugli attacchi a Rafah che hanno causato decine di vittime civili.

Unrwa: il raid a Rafah è terrificante, “Gaza è l’inferno sulla terra”

Unrwa: il raid a Rafah è terrificante, “Gaza è l’inferno sulla terra”Roma, 27 mag. (askanews) – L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha affermato che le notizie di attacchi israeliani contro famiglie che cercano rifugio a Rafah, nella punta meridionale della Striscia di Gaza, sono “terrificanti”.”Le informazioni provenienti da Rafah su ulteriori attacchi contro le famiglie in cerca di rifugio sono terrificanti”, ha scritto l’Unrwa su X.


“Ci sono notizie di vittime di massa, di bambini e donne tra le persone uccise. Gaza è l’inferno sulla terra. Le immagini di ieri sera ne sono un’altra testimonianza”, ha aggiunto l’agenzia Onu.

Piazza di Siena, numeri boom: 56mila presenze, 4,3 mln il fatturato

Piazza di Siena, numeri boom: 56mila presenze, 4,3 mln il fatturatoRoma, 26 mag. (askanews) – Piazza di Siena è sempre con il segno più. Quella che si è chiusa domenica – sottolinea una nota – è stata ancora una volta un’edizione all’insegna dei record, di numeri che crescono anno dopo anno, a dimostrazione di quanto quello dello Csio di Piazza di Siena sia un modello di successo e sostenibile. Gli spettatori sono stati oltre 56mila in quattro giorni (con una crescita rispetto al 2023 del 12 per cento): attirati non solo da cavalli, amazzoni e cavalieri, ma anche dalle iniziative in grado di coniugare sport, arte, musica e cultura. Quasi 600 i cavalli coinvolti, 202 gli atleti in gara, 30 i Paesi rappresentati nel circuito. Eloquente il dato del fatturato, che è stato di 4,3 milioni di euro (raddoppiato rispetto al 2018). Ragguardevole anche la copertura mediatica a livello globale e digital: il concorso ha ottenuto sui canali social ufficiali circa 2,5 milioni di visualizzazioni (+60 per cento rispetto al 2023), quasi 150mila interazioni (+58 per cento rispetto al 2023) e ben 66.000 follower raggiunti (+15 per cento rispetto al 2023). Senza dimenticare la grande novità del canale TikTok con oltre 520mila visualizzazioni.


“Una delle edizioni più belle – è il commento di Marco Di Paola, presidente Fise -. La macchina è rodata e sette anni di lavoro in perfetta sintonia con Sport e Salute si riflettono nei risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Siamo dentro a un gioiello comunale, ringraziamo Roma Capitale che ci permette di utilizzarlo”. Per Marco Mezzaroma è stato invece l’esordio a Piazza di Siena da presidente di Sport e Salute. “Mancavo a Villa Borghese da tanti anni e devo dire che ho trovato l’area rivoluzionata. Mi piace sottolineare che c’è sempre una maggiore collaborazione con la FISE e Roma Capitale, per fare in modo che questo luogo sia sempre più frubile per la cittadinanza, non solo per eventi sportivi ma anche culturali”.


Dello stesso avviso il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. “La collaborazione tra Roma Capitale, Fise e Sport e Salute è una buona pratica, un modello che spiega come soggetti diversi quali sono le amministrazioni locali e nazionali e le organizzazioni sportive possono collaborare per il bene dello sport”, il tutto “con una ricaduta positiva su Piazza di Siena, intesa come manifestazione sportiva che beneficia di questa partnership generando nel contempo una ricaduta importante per la città”.

Borrell: le accuse a Israele di genocidio “vanno indagate”

Borrell: le accuse a Israele di genocidio “vanno indagate”Roma, 26 mag. (askanews) – L’alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, ha detto oggi a Bruxelles che le accuse secondo cui Israele starebbe commettendo un “genocidio” nella Striscia di Gaza “dovrebbero essere indagate”.


Riferendosi alla sentenza della Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite di venerdì, che ha ordinato a Israele di fermare la sua offensiva nella città di Rafah, a Gaza, Borrell ha ricordato che “questo importante verdetto della Corte internazionale di giustizia ordina inoltre a Israele di garantire l’accesso a qualsiasi mandato delle Nazioni Unite che indaghi sulle accuse di genocidio”. Anche se, in una conferenza stampa con il primo ministro palestinese Mohammad Mustafa e il ministro degli Esteri norvegese Espen Barth Eide, Borrell ha sottolineato che si tratta al momento solo di “accuse”, l’alto rappresentante Ue ha spiegato che esse “devono essere indagate secondo la sentenza della Corte internazionale di giustizia”.