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La Nato nel Mare del Nord, “Qui ci addestriamo per proteggere cieli e mare”

La Nato nel Mare del Nord, “Qui ci addestriamo per proteggere cieli e mare”A bordo della Uss Harry Truman (Mare del Nord), 26 ott. (askanews) – Un velivolo militare bimotore turboelica, il C-2 Greyhound, dell’aviazione statunitense, trasporta un gruppo di 12 giornalisti embedded dall’aeroporto militare di Prestwick, nella parte occidentale della Scozia, in mare aperto, nelle acque del Mare del Nord sulla nave americana USS Harry S. Truman. Parte da qui la maxi-esercitazione marittima della Nato “Neptune Strike 2024” (NEST 24-2), una delle principali attività di vigilanza rafforzata della Nato, in programma fino al 31 ottobre. Una esercitazione congiunta che vede impegnate diverse aree, dal Mediterraneo centrale e dall’Adriatico fino al Mare del Nord e al Mar Baltico.


“Ci esercitiamo congiuntamente con altri Paesi per garantire la difesa comune”, riferisce il comandante dello Squadrone 136 Bernie Lutz, pilota di caccia, nome da combattimento “Virus”. “Se la nostra attività è cambiata dopo la guerra della Russia in Ucraina? Direi di no. Io continuo a volare, ogni giorno, a difendere i cieli dell’Alleanza. La Nato si è rafforzata negli anni, ci preoccupiamo della difesa comune”. È preoccupato per una escalation del conflitto dopo l’invio di truppe nordcoreane in Russia? “Non entro nelle questioni politiche, non sono preoccupato. Continuo a fare il mio lavoro”. Neptune Strike permetterà all’Alleanza di “assumere il controllo operativo di capacità di guerra marittima all’avanguardia di numerosi alleati, tra cui diverse portaerei e gruppi d’assalto di spedizione che saranno dispiegati in diversi domini operativi”.


Nel Mare del Nord, per la prima volta in via ufficiale c’è anche la Svezia, ultimo membro della Nato (adesione nel 2023). Qui le attività coinvolgono la portaerei USS Harry S Truman Carrier Strike Group, oltre a quella della Royal Navy HMS Prince Of Wales e delle sue scorte. Alla maxi-operazione in tutta Europa partecipano circa 20 navi di superficie e sottomarini, insieme a forze per operazioni speciali e numerosi aerei, con oltre 15.000 militare impegnati.Le nazioni che partecipano all’esercitazione sono: Albania, Belgio, Canada, Finlandia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti.


Deterrenza e difesa sono i due obiettivi per la Nato, che mostra i muscoli di fronte al protrarsi della guerra della Russia in Ucraina e che ora potrebbe vedere una escalation del conflitto dovuto all’invio di truppe nordcoreane alla Russia, anche se al momento non è chiaro il loro impiego. Il contesto in cui si inserisce Neptune Strike è delicato anche per l’attacco, nella notte,di Israele all’Iran. Tuttavia la Neptune Strike era stata già programmata da tempo e non in seguito ai recenti sviluppi in Medio Oriente. Certo è che la Nato è sempre più impegnata in operazioni di deterrenza e difesa collettiva.


Gli obiettivi principali della NEST 24-2 sono il mantenimento della libertà di navigazione e di manovra nell’area di operazioni della Nato, la sicurezza dei punti marittimi strategici, la deterrenza e la vigilanza e l’aumento dell’interoperabilità nei domini operativi (ad esempio, l’integrazione aria-terra), promuovendo le capacità della Nato di consentire operazioni multidominio ad ampio raggio. Le attività comprendono, tra l’altro, sbarchi anfibi, operazioni antimine, smaltimento di ordigni esplosivi e difesa dai droni.NEST 24-2 è condotta dalla Naval Striking and Support Forces NATO (STRIKFORNATO), con sede a Oeiras, in Portogallo. La serie Neptune Strike rientra nel Progetto Neptune, avviato nel 2020, con l’obiettivo di migliorare il ritmo e la flessibilità del comando e del controllo delle forze navali d’attacco e anfibie. (Di Serena Sartini)

Accordo tra i leader dei Paesi del G7: 50 miliari di dollari di prestiti all’Ucraina

Accordo tra i leader dei Paesi del G7: 50 miliari di dollari di prestiti all’UcrainaWashington, 26 ott. (askanews) – I leader dei Paesi del G7 (Usa, Giappone, Germania, Francia, Italia Canada, regno Unito) hanno raggiunto un accordo nella serata di venerdì a Washington per erogare 50 miliardi di dollari in prestiti all’Ucraina già a dicembre, prestiti sostenuti dagli interessi derivanti dai beni sovrani russi congelati a partire da dicembre.


“Questi prestiti saranno serviti e rimborsati da flussi futuri di entrate straordinarie derivanti dall’immobilizzazione dei beni sovrani russi il nostro obiettivo è iniziare a erogare i fondi entro la fine dell’anno”, si legge nella dichiarazione finale del G7 resa pubblica durante gli incontri annuali del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale a Washington, al quale hanno partecipato ministri finanziari e governatori delle banche centrali. Nella dichiarazione di accompagnamento da parte dei ministri delle finanze del G7 si sottolinea inoltre che i prestiti saranno erogati tramite una serie di prestiti bilaterali, a partire dal 1° dicembre e fino alla fine del 2027 “in rate che rifletteranno le urgenti esigenze di finanziamento dell’Ucraina”.


Ogni prestito bilaterale entrerebbe in vigore entro e non oltre il 30 giugno 2025. Come saranno ripartiti i prestiti per 50 miliardi di dollari? Il primo addendo riguarda la decisione del G7 segue quella degli Stati Uniti che mercoledì scorso avevano hanno annunciato che avrebbero concesso all’Ucraina un prestito di 20 miliardi di dollari a dicembre, con una scadenza pensata per proteggere tale strumento finanziario dall’eventualità di una vittoria del candidato repubblicano alla presidenza Stati Uniti Donald Trump nelle elezioni statunitensi di novembre. Trump infatti nei mesi scorsi si è impegnato a “uscire” dalla guerra dell’Ucraina con la Russia. Il prossimo presidente degli Stati Uniti entrerà in carica non prima di gennaio. Un altro addendo di 20 miliardi di dollari all’Ucraina arriverà dall’Ue, con i residui 10 miliardi di dollari suddivisi tra Canada, Gran Bretagna e Giappone.


L’annuncio dei “prestiti straordinari per l’accelerazione delle entrate” è anche conseguenza dell’accordo raggiunto a giugno dai leader del G7 durante il loro vertice annuale in Puglia per sfruttare i guadagni derivanti dai beni russi congelati per aiutare l’Ucraina. Una parte importante del sostegno dei Sette all’Ucraina riguarda le sanzioni alla Russia. “Le sanzioni imposte alla Russia – si legge nell’ultimo comunicato del G7 a Washington sotto la presidenza italiana – hanno smorzato la sua capacità di condurre la guerra contro l’Ucraina, creando ritardi e aumentando i costi dei suoi sforzi di approvvigionamento; hanno ulteriormente isolato la sua economia dal mondo e imposto costi reali a individui e aziende russe che forniscono supporto ai suoi sforzi bellici. Siamo anche impegnati – si legge ancora – a ostacolare la capacità della Russia di eludere o aggirare le sanzioni e acquisire beni a duplice uso per il campo di battaglia anche in cooperazione con paesi terzi. Il tetto massimo del prezzo del petrolio ha avuto successo nel sostenere la stabilità nei mercati energetici, riducendo al contempo le entrate della Russia. Accogliamo con favore gli sforzi della Coalizione per garantire che le misure del tetto massimo del prezzo del petrolio siano correttamente implementate. Restiamo impegnati a prendere ulteriori iniziative in risposta alle violazioni del tetto massimo del prezzo del petrolio e ad aumentare i costi per la Russia dell’utilizzo della flotta ombra per eludere le sanzioni”.

L’Oms: l’ospedale Kamal Adwan a nord di Gaza è ancora sotto assedio, cessate il fuoco

L’Oms: l’ospedale Kamal Adwan a nord di Gaza è ancora sotto assedio, cessate il fuocoRoma, 26 ott. (askanews) – L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha affermato oggi che l’ospedale Kamal Adwan, l’ultimo funzionante nel nord di Gaza, è “ancora sotto assedio”. L’Oms è riuscita comunque a contattare il proprio personale sul posto.


Ieri il ministero della Salute di Gaza ha accusato le forze israeliane di avere preso d’assalto l’ospedale Kamal Adwan nel campo di Jabalia, dove è stata lanciata un’operazione militare importante all’inizio di questo mese. Secondo un primo bilancio, nel raid sono stati uccisi due bambini. Le forze israeliane, inoltre, sono state accusate di avere arrestato centinaia di dipendenti, pazienti e sfollati. Da parte loro, le forze di difesa israeliane hanno confermato che stanno operando a Kamal Adwan, ma hanno detto di non essere “a conoscenza di scontri e raid nell’area dell’ospedale”. Ieri, il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha confermato su X che “tre operatori sanitari e un altro dipendente sono stati feriti, 44 operatori sanitari sono stati detenuti e quattro ambulanze danneggiate”. “Circa 600 pazienti, operatori sanitari e individui sono attualmente in ospedale”, ha precisato. Secondo Tedros, “l’assedio e gli attacchi agli operatori sanitari sono avvenuti poche ore dopo che una missione guidata dall’Oms ha fornito assistenza essenziale per mantenere operativa la struttura e ha portato i pazienti critici all’ospedale Al-Shifa”. “Esortiamo a proteggere gli ospedali, gli operatori sanitari e i pazienti. Cessate il fuoco!”, ha concluso il leader dell’organizzazione.

L’Iran: abbiamo il diritto e il dovere di difenderci

L’Iran: abbiamo il diritto e il dovere di difenderciRoma, 26 ott. (askanews) – L’Iran “condanna” gli attacchi israeliani contro il suo territorio e “ha il diritto e il dovere di difendersi”, ha reso noto oggi il ministero degli Esteri iraniano. “L’Iran ritiene di avere il diritto e il dovere di difendersi da atti di aggressione stranieri, sulla base del diritto intrinseco all’autodifesa contenuto nell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”, si legge in un comunicato stampa della diplomazia iraniana.


Il ministero degli Esteri iraniano ha condannato “nella maniera più severa” l’attacco di Israele
“contro diversi centri militari in Iran” come “una chiara violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”, in particolare lì dove proibisce “l`uso della forza contro l`integrità territoriale e la sovranità nazionale dei paesi”.  Secondo la diplomazia di Teheran, “la continuazione
dell`occupazione, delle azioni illegali e dei crimini del regime sionista nella regione, in particolare il genocidio del popolo palestinese e l`aggressione contro il Libano – che è continuata all`ombra del vasto sostegno militare e politico degli Stati Uniti e di alcuni altri paesi occidentali – è la principale causa di tensione e insicurezza nell`area”. La Repubblica Islamica ha infine sottolineato “la necessità di un`azione immediata e urgente da parte della comunità internazionale per fermare il genocidio, la guerra e l’aggressione” di Israele “contro Gaza e il Libano” e di “frenare l’atteggiamento guerrafondaio del regime sionista”. 

Usa2024, Beyoncé sul palco con Kamala Harris: “Facciamo la storia”

Usa2024, Beyoncé sul palco con Kamala Harris: “Facciamo la storia”Roma, 26 ott. (askanews) – La star della musica americana Beyoncé ha c onfermato ieri il suo sostegno alla candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti, Kamala Harris, presentandosi sul palco di un comizio elettorale dell’attuale vice di Joe Biden in Texas, suo Stato natale. Nonostante le speculazioni, la star non si è esibita. “Sono qui come madre”, ha detto Beyoncé. “Siamo sull’orlo di un cambiamento incredibile, sull’orlo della storia”, ha detto alla folla in delirio. “Per tutti gli uomini e le donne in questo luogo, e per chi guarda in tutto il paese, abbiamo bisogno di voi”, ha detto Beyoncé a una folla di 30.000 persone allo stadio all’aperto Shell Energy di Houston.


Da parte sua, Kamala Harris ha avvertito che il divieto quasi totale di aborto nello Stato potrebbe diventare legge se Donald Trump dovesse essere eletto alla Casa Bianca. “Siamo chiari: se Donald Trump vince di nuovo, vieterà l’aborto a livello nazionale”, ha detto Harris ai suoi sostenitori, dopo essere salita sul palco sulle note della canzone di Beyoncé, Freedom.

Media: l’Iran ha informato Israele che non risponderà all’attacco

Media: l’Iran ha informato Israele che non risponderà all’attaccoRoma, 26 ott. (askanews) – L’Iran ha informato Israele tramite un intermediario straniero che non risponderà all’attacco di questa notte: lo riferisce Sky News Arabia, citando fonti.


Gli attacchi di rappresaglia notturni di Israele contro l’Iran sono stati progettati per ridurre al minimo le vittime e prevenire un’escalation tra Israele e Iran. secondo una fonte informata citata dal Washington Post. Israele ha lanciato il suo atteso attacco di rappresaglia contro l’Iran questa mattina presto, settimane dopo il massiccio sbarramento di missili balistici della Repubblica islamica sul paese, con l’esercito che ha affermato che gli “attacchi mirati” dell’aeronautica militare israeliana hanno avuto per obiettivo siti militari strategici, in particolare siti di produzione e lancio di droni e missili balistici, nonché batterie di difesa aerea. L’Iran ha confermato che l’attacco ha preso di mira siti militari nella capitale Teheran e in altre parti del paese, ma ha affermato che l’operazione dello Stato ebraico ha causato “danni limitati” e che i sistemi di difesa aerea hanno contrastato con successo gran parte degli attacchi, un’affermazione respinta in Israele. Il Washington Post ha sottolineato che gli attacchi israeliani di questa mattina miravano a mantenere l’impatto a un livello che l’Iran sarebbe stato in grado di minimizzare. Inoltre, secondo il sito di notizie Axios, che cita tre fonti a conoscenza della questione, ieri Israele ha inviato un messaggio all’Iran prima dei suoi attacchi aerei di rappresaglia di questa mattina, avvertendo gli iraniani di non rispondere. Il messaggio israeliano è stato un tentativo di limitare un’ulteriore risposta dell’Iran e la conseguente escalation, hanno detto le fonti citate da Axios.

Attacco mirato di Israele a Iran, colpiti centri militari

Attacco mirato di Israele a Iran, colpiti centri militariRoma, 26 ott. (askanews) – Israele ha attaccato diversi centri militari nelle province iraniane di Teheran, Khuzestan e Ilam provocando danni limitati, hanno riferito le forze di difesa aerea iraniane mentre dal canto suo il portavoce militare dell’Idf ha annunciato che l’attacco “è concluso”. Si è trattata di una risposta mirata che secondo gli analisti mostra come Israele abbia dato ascolto agli avvertimenti Usa, che erano stati preavvertiti dagli israeleiani. Il ministro degli esteri italiano Tajani annunciando che nessun italiano è coinvolto si è detto certo che non ci saranno ulteriori risposte iraniane.


“Nonostante i precedenti avvertimenti da parte della leadership della Repubblica Islamica dell’Iran al regime criminale e illegale di Israele di astenersi da qualsiasi azione avventurosa, questa mattina questo falso regime (…) ha effettuato un attacco contro una serie di centri militari nel province di Teheran, Khuzestan e Ilam”, si legge nella nota. Si aggiunge che, sebbene i sistemi di difesa aerea abbiano intercettato con successo l’attacco, “sono stati causati danni limitati a un certo numero di strutture”.


Nelle prime ore di questo sabato, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno lanciato attacchi di precisione contro obiettivi militari in Iran in risposta ai bombardamenti iraniani. L’IDF ha specificato che l’obiettivo principale dell’attacco erano gli impianti di produzione missilistica che l’Iran ha lanciato contro il territorio israeliano durante l’anno.


Il portavoce delle Forze di difesa israeliane, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha detto questa mattina che gli obiettivi dell’attacco notturno israeliano all’Iran sono stati raggiunti con successo e che l’operazione si è conclusa. “L’attacco di rappresaglia è stato completato e i suoi obiettivi sono stati raggiunti”, ha affermato Hagari in una conferenza stampa.


L’attacco dell’IDF ha preso di mira i siti di produzione di missili iraniani e le batterie di difesa aerea, in risposta agli attacchi diretti dell’Iran a Israele all’inizio di questo mese e ad aprile, nonché ai continui attacchi dei suoi delegati in tutto il Medio Oriente. “Ora, Israele ha una maggiore libertà d’azione anche in Iran. L’Iran ha colpito Israele due volte… e ne ha pagato il prezzo”, ha affermato Hagari. “Siamo concentrati sugli obiettivi della guerra a Gaza e in Libano. È l’Iran che continua a spingere per un’ampia escalation regionale”, ha insistito il pofrtavoce israeliano. Hagari ha precisato che gli obiettivi colpiti in Iran durante la notte sono stati selezionati tra una “vasta serie di obiettivi”. “Sapremo come selezionare obiettivi aggiuntivi e colpirli se necessario. Questo è un messaggio chiaro, chiunque minacci Israele, pagherà un prezzo elevato”, ha concluso Hagari. “Sono convinto che non ci saranno reazioni da parte iraniana, anche il rischio di un’escalation “c’è sempre”: lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Rainews24, precisando che a suo avviso si tratterebbe di “un rischio che si può scongiurare col lavoro della diplomazia e l’impegno di tutti”. “La reazione di oggi è stata all’attacco dell’Iran” contro Israele “del 1 ottobre”, ha sottolineato il ministro. “Era già prevista e prevedibile e avevamo avvisato tutti i nostri connazionali di essere geolocalizzati attraverso Viaggiare Sicuri”. Tajani ha aggiunto che ora è “il l momento di favorire in qualsiasi modo il dialogo per arrivare al cessate il fuoco sia in Libano sia a Gaza”. “L’Italia opera per raggiungere questo obiettivo con grande determinazione e credibilità”, ha commentato.

Attacco ‘mirato’, probabile Israele abbia ascoltato avvertimenti Usa

Attacco ‘mirato’, probabile Israele abbia ascoltato avvertimenti UsaRoma, 26 ott. (askanews) – Gli attacchi mirati all’Iran suggeriscono che Israele potrebbe aver ascoltato gli avvertimenti degli Stati Uniti secondo quanto ricostruiscono diversi analisti.


In una dichiarazione che annunciava che l’operazione era in corso , il portavoce militare di Israele ha affermato che Israele aveva il “diritto e il dovere” di rispondere e che le sue capacità difensive e offensive erano pienamente mobilitate. Il Pentagono in un briefing ha detto che gli Stati Uniti erano stati informati in anticipo dei piani di Israele e che non c’era alcun coinvolgimento degli Stati Uniti nell’operazione.


Ciò è significativo negli sforzi di Washington per cercare di impedire che il conflitto tra Israele e Iran degeneri in uno scontro che potrebbe avvicinarsi sempre di più a una guerra totale. Gli Stati Uniti aspetteranno anche che la polvere si depositi per vedere se gli obiettivi di Israele erano limitati a obiettivi militari o se sono andati oltre, includendo strutture collegate al programma nucleare iraniano, il che potrebbe innescare un’altra importante risposta da parte di Teheran.


Per ora, sulla base delle scarse prove disponibili, Israele potrebbe aver ascoltato gli avvertimenti di Washington e frenato alcuni dei suoi piani più ambiziosi per causare il massimo dolore alle autorità iraniane. Ora spetta alla leadership iraniana decidere come rispondere.


I media statali iraniani hanno confermato che sono state udite delle esplosioni a ovest di Teheran. Ma non c’è ancora chiarezza su quali siano stati esattamente gli obiettivi e se siano stati colpiti con successo da Israele. I siti di notizie vicini alle Guardie rivoluzionarie iraniane affermano che alcune basi militari a ovest e a sud-ovest della capitale iraniana sono state prese di mira. L’agenzia di stampa statale siriana afferma che gli attacchi aerei israeliani hanno anche preso di mira alcuni siti militari nelle aree centrali e meridionali della Siria. L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha pubblicato una sua foto nel centro operativo del quartier generale militare durante l’attacco. Per ora, almeno, i media iraniani stanno minimizzando l’impatto. La vera natura di ciò che è accaduto probabilmente trasparirà solo col tempo e bisogna capire se Israele abbia in programma un’altra ondata di attacchi.

Israele attacca l’Iran, colpiti centri militari in tre province

Israele attacca l’Iran, colpiti centri militari in tre provinceRoma, 26 ott. (askanews) – Israele ha attaccato diversi centri militari nelle province iraniane di Teheran, Khuzestan e Ilam provocando danni limitati, hanno riferito le forze di difesa aerea iraniane.


“Nonostante i precedenti avvertimenti da parte della leadership della Repubblica Islamica dell’Iran al regime criminale e illegale di Israele di astenersi da qualsiasi azione avventurosa, questa mattina questo falso regime (…) ha effettuato un attacco contro una serie di centri militari nel province di Teheran, Khuzestan e Ilam”, si legge nella nota. Si aggiunge che, sebbene i sistemi di difesa aerea abbiano intercettato con successo l’attacco, “sono stati causati danni limitati a un certo numero di strutture”.


Nelle prime ore di questo sabato, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno lanciato attacchi di precisione contro obiettivi militari in Iran in risposta ai bombardamenti iraniani. L’IDF ha specificato che l’obiettivo principale dell’attacco erano gli impianti di produzione missilistica che l’Iran ha lanciato contro il territorio israeliano durante l’anno.

Georgia al voto: Tbilisi sceglie tra avvicinamento a Ue o a Russia

Georgia al voto: Tbilisi sceglie tra avvicinamento a Ue o a RussiaRoma, 26 ott. (askanews) – Urne aperte in Georgia, dove si vota per il rinnovo del Parlamento fino alle 20:00 ora locale, le 18:00 in Italia. L’elezione di oggi nel piccolo stato caucasico, che si svolgerà con una nuova legge elettorale, sarà anche un referendum tra l’avvicinamento all’Europa e posizioni decisamente più filo-russe.


Dopo la svolta autoritaria del partito al potere Sogno Georgiano, che ha messo a repentaglio la possibilità della Georgia di entrare nel blocco, l’opposizione, formata da quattro partiti che si sono uniti per evitare un ritorno nella sfera di influenza di Mosca, la politica estera è stata al centro della campagna elettorale. Circa l’80% della popolazione georgiana sostiene l’adesione all’Ue ma dopo l’avvio dei negoziati di adesione con Ucraina e Moldavia, il processo della Georgia si è bloccato e il partito al potere e il suo fondatore, l’oligarca Bidzina Ivanishvili, ha assunto posizioni sempre più anti-occidentali, già dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Negli ultimi due anni il governo di Sogno georgiano ha approvaro la “legge sugli agenti stranieri” e una “legge sulla propaganda anti-LGBT”, in linea con posizioni russe sui temi.


“Le prossime elezioni saranno il momento della verità e il popolo georgiano dovrà decidere in che direzione andare: verso l’Europa o allontanarsi dall’Europa”, ha affermato il capo della diplomazia Ue, Josep Borrell. Tutti i sondaggi suggeriscono che Sogno georgiano otterrà la maggioranza dei voti (34%) ma non è detto che ottenga la maggioranza costituzionale che gli garantirebbe il potere di approvare leggi, compresi gli emendamenti costituzionali, senza aver bisogno del sostegno dell’opposizione.


Secondo le indagini, questo obiettivo potrebbe essere lontano e i quattro partiti di opposizione uniti (53%) potrebbero avere più seggi in Parlamento. Si vota, infatti, con un sistema proporzionale: i 150 seggi parlamentari saranno distribuiti in base alla percentuale di voti che riceve ogni partito. Per formare un governo sono necessari 76 seggi. I gruppi di opposizione hanno concordato di lasciare che il presidente Salome Zourabichvili nomini il candidato primo ministro e nel corso dell campagna elettorale sono emerse quattro probabili forze di opposizione: Unità per salvare la Georgia, coalizione guidata dall’ex partito al governo Movimento nazionale di Mikheil Saakashvili. Coalizione per il cambiamento, Georgia forte e Per la Georgia, guidato da Giorgi Gakharia, che è stato primo ministro sotto Sogno georgiano dal 2019 al 2021 ma poi ha rotto con il partito. Sebbene i quattro manifestino alcune differenze nelle loro promesse pre-elettorali, sono in gran parte uniti sulla loro priorità assoluta di estromettere Sogno georgiano. Hanno tutti firmato una Carta georgiana proposta dal presidente Salome Zurabishvili, in cui concordano, in caso di vittoria dell’opposizione, di lasciarle formare un governo tecnocratico che ripristinerebbe buoni rapporti con l’Occidente e abrogherebbe le leggi più autoritarie che il Sogno georgiano ha approvato nel periodo precedente la campagna.


Tre giorni prima del voto, Ivanishvili ha incitato i suoi sostenitori a “scegliere la pace, non la guerra”. Ivanishvili, considerato la figura più potente della Georgia, ha detto alla folla in Piazza della Libertà che dovrebbero avere “un futuro europeo dignitoso basato sull’uguaglianza”. Il sindaco di Tbilisi e segretario generale di Sogno Georgiano Kakha Kaladze ha riecheggiato il suo messaggio, accusando “i cosiddetti amici della Georgia” di interferire direttamente nelle prossime elezioni di sabato: “Ci rifiutiamo di essere vassalli di chiunque, seguendo i desideri degli altri”.