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Assange vince la causa, sì all’appello in Gb contro l’estradizione in Usa

Assange vince la causa, sì all’appello in Gb contro l’estradizione in UsaRoma, 20 mag. (askanews) – Julian Assange ha ottenuto una vittoria nella sua battaglia contro l’estradizione dal Regno Unito dopo che i giudici dell’Alta Corte di Londra gli hanno concesso il permesso di ricorrere in appello.


A marzo due giudici avevano rinviato la decisione sulla possibilità che Assange, che sta cercando di evitare di essere perseguito negli Stati Uniti con l’accusa di spionaggio relativa alla pubblicazione di migliaia di documenti riservati e diplomatici, potesse portare il suo caso ad un’altra udienza di appello. Ad Assange era stato concesso il permesso di ricorrere in appello solo se l’amministrazione Biden non fosse stata in grado di fornire alla corte adeguate garanzie “che al ricorrente

Cosa succede dopo la morte in elicottero del presidente iraniano Raisi

Cosa succede dopo la morte in elicottero del presidente iraniano Raisi

Roma, 20 mag. (askanews) – Il giorno dopo, in Iran, è quello delle conferme. Ieri lo schianto dell’elicottero in una zona impervia dell’Azerbaigian orientale. Oggi l’annuncio del governo: il presidente Ebrahim Raisi è morto. La Repubblica islamica piange il suo “martire in servizio”, e con lui tutte le vittime dell’incidente. Tra loro, anche il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian. La Guida suprema Ali Khamenei ha deciso di decretare cinque giorni di lutto nazionale e, secondo quanto previsto dalla Costituzione, ha già dato il via libera alle successioni ad interim: il primo vicepresidente Mohammad Mokhber assume la presidenza, con il compito di preparare nuove elezioni entro i prossimi 50 giorni, il viceministro Ali Bagheri Kani guiderà la diplomazia iraniana fino alla formazione del nuovo governo. Intanto le spoglie di Raisi, Amirabdollahian e delle altre vittime – almeno otto, secondo la stampa iraniana – sono in viaggio verso Tabriz, dove domani dovrebbe avere luogo una cerimonia funebre, secondo quanto annunciato dall’agenzia Tasnim. Tutte le attività culturali e artistiche in Iran saranno sospese per sette giorni.

“Seguiremo il percorso del presidente Raisi nell’adempiere ai compiti assegnati senza alcuna interruzione”, ha subito confermato Mokhber, che questa mattina ha partecipato a una riunione d’emergenza del governo e dei tre massimi esponenti del potere esecutivo, legislativo e giudiziario del Paese. “Il presidente del popolo iraniano, che ha servito il grande popolo iraniano solo sulla via del progresso del paese, ha mantenuto la sua promessa e ha sacrificato la sua vita per la nazione”, ha affermato il governo della Repubblica islamica. “Assicuriamo alla nostra nazione leale, grata e amata che il cammino dell’onore e del servizio continuerà (…) con l’aiuto di Dio Onnipotente e in compagnia di un popolo onorevole”, ha concluso il governo di Teheran, garantendo che “non ci sarà alcuna ripercussione nella gestione del Paese”. Intanto Khamenei, ufficializzando la sua nomina, ha ricordato a Mokhber cosa prevede la Costituzione, all’articolo 131: “E’ tenuto ad adottare misure affinché il nuovo Presidente della Repubblica sia eletto entro cinquanta giorni al più tardi”. Un impegno che il capo di Stato ad interim porterà a termine assieme al Consiglio dei Guardiani della rivoluzione – organo composto da 12 membri incaricati di supervisionare le elezioni e la legislazione in Iran.

Parallelamente procederanno le indagini sullo schianto dell’elicottero. La causa dell’incidente non è ancora nota. Nel momento in cui l’elicottero è precipitato al suolo, le condizioni meteo erano pessime. C’era una fitta nebbia e il velivolo potrebbe avere urtato la cima di una delle montagne presenti nell’area. Diversi osservatori, d’altra parte, hanno evidenziato le precarie condizioni degli aerei da trasporto in Iran, conseguenza di una scarsa manutenzione legata alle sanzioni americane. Il presidente e il primo ministro viaggiavano a bordo di un elicottero Bell 212, secondo le agenzie di stampa ufficiali. Questo modello, fabbricato negli Stati Uniti, non può essere stato venduto in Iran dopo la rivoluzione del 1979, riferisce la Bbc. E dopo le sanzioni del 2008, i pezzi di ricambio di questi aerei sono diventati troppo costosi e quindi meno sostituiti, ha spiegato un funzionario di Teheran a Le Figaro. Al momento, del tutto in secondo piano, sebbene non esclusa del tutto, resta la possibilità di un’azione ostile. A questo proposito però Israele – a cui tutti guardano con interesse anche a seguito dei trascorsi più recenti tra le due parti – ha fatto sapere, seppure non ufficialmente e tramite un funzionario anonimo, di non essere coinvolto in alcun modo nell’incidente.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che stamattina ha partecipato a una riunione convocata a Palazzo Chigi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, da questo punto di vista ha voluto “rassicurare tutti”. “I messaggi che arrivano da Teheran sono tranquillizzanti, tutto lascia pensare che si sia trattato di un incidente causato dal maltempo o di un incidente causato da un guasto all’elicottero. Noi abbiamo espresso le nostre condoglianze al popolo iraniano”, ha detto. “Ci auguriamo che la nuova classe dirigente che guiderà l’Iran possa lavorare per la pace, per la stabilità dell’intera area del Medio Oriente e che ci possa essere pace e dialogo”, ha aggiunto Tajani.

A poche ore dal ritrovamento del relitto, andato completamente a fuoco dopo lo schianto nei pressi del villaggio di Uzi, nelle foreste di Asbaran, Raisi è stato omaggiato in patria e all’estero, da paesi vicini e alleati dell’Iran. Khamenei ha pubblicato un omaggio al presidente dopo la sua morte in un post su X: il leader supremo ha pubblicato una foto sua e di Raisi con un breve messaggio che fa riferimento all’Imam Reza, ottavo imam dell’Islam sciita e figura venerata in Iran. Tra i leader internazionali, messaggi di cordoglio sono arrivati dal primo ministro indiano Narendra Modi, dal suo omologo iracheno Mohammed Shia Al Sudani e dal capo del goverbo pachistano Shehbaz Sharif. Ma anche dai presidenti di Turchia e Cina, Recep Tayyip Erdogan e Xi Jinping.

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro si è detto “scioccato dalla terribile notizia” di “dover dire addio a un persona esemplare, un leader mondiale eccezionale… protettore della sovranità del suo popolo”. Il presidente del Consiglio dell’Unione europea, Charles Michel, ha espresso le sue “sincere condoglianze”, mentre il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha sottolineato il ruolo avuto da Raisi e Amirabdollahian per la cooperazione tra Mosca e Teheran. “Erano conosciuti in Russia come veri e affidabili amici del nostro Paese, il loro ruolo nel rafforzare la cooperazione reciprocamente vantaggiosa e un partenariato basato sulla fiducia tra Russia e Iran è inestimabile”, ha affermato Lavrov.

Messaggi di cordoglio sono arrivati anche dal movimento estremista palestinese Hamas e dai gruppi Houthi dello Yemen ed Hezbollah del Libano. Hamas ha espresso il proprio dolore al leader supremo iraniano Ali Khamenei, al governo e al popolo iraniano “per l’enorme perdita” e ha sottolineato che Raisi ha sempre sostenuto la causa palestinese e si è opposto a Israele. Il gruppo ha anche condiviso la fiducia che le “istituzioni profonde” dell’Iran supereranno le “conseguenze della pesante perdita”.

“Le nostre più sentite condoglianze vanno al popolo iraniano e alla leadership iraniana”, ha detto da parte sua l’alto funzionario del movimento Houthi nello Yemen, Mohamed Ali Al-Houthi. “Il popolo iraniano continuerà ad avere leader fedeli al proprio popolo. Il presidente del governo guidato dagli Houthi dello Yemen, Mahdi Al-Mashat, ha inviato un messaggio di cordoglio e condoglianze” all’Iran dopo la morte di Raisi, ha aggiunto.

Il movimento sciita libanese Hezbollah ha paragonato Raisi a un “fratello maggiore”. “Hezbollah in Libano esprime le sue più sentite condoglianze e sentimenti di simpatia per la perdita”, si legge in una dichiarazione del gruppo. “Conosciamo da vicino Sua Eminenza il presidente martire da molto tempo. Per noi è stato un fratello maggiore, un forte sostenitore e un convinto difensore dei nostri problemi e di quelli della nazione, in particolare Gerusalemme e la Palestina, e un protettore dei movimenti di resistenza”.

Di “colpo strategico monumentale e irreparabile” per il regime di Teheran ha parlato infine l’opposizione iraniana in esilio, rappresentata dalla presidente del Consiglio nazionale della resistenza iraniana (CNRI), Maryam Rajavi. “Innescherà una serie di ripercussioni e crisi all’interno della tirannia teocratica”, ha precisato Rajavi, auspicando che l’evento “inciti i giovani ribelli ad agire”. (di Corrado Accaputo).

Chiesto alla Cpi un mandato di arresto per Netanyahu, Sinwar e Gallant

Chiesto alla Cpi un mandato di arresto per Netanyahu, Sinwar e GallantRoma, 20 mag. (askanews) – Il procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aia, Karim Khan, ha annunciato che oggi presenterà “richieste di mandato d’arresto alla I Camera preliminare” per i leader di Hamas – Yahya Sinwar, Mohammed Diab Ibrahim al-Masri, meglio noto come Mohammed Deif, e Ismail Haniyeh – e per il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, con l’accusa di crimini di guerra e crimini contro l’umanità per gli attacchi del 7 ottobre contro Israele e la successiva guerra nella Striscia di Gaza. E’ quanto si legge in un comunicato diffuso dalla Cpi.

Iran in lutto, domani cerimonia funebre Raisi: Mokhber presidente

Iran in lutto, domani cerimonia funebre Raisi: Mokhber presidenteRoma, 20 mag. (askanews) – Il giorno dopo, in Iran, è quello delle conferme. Ieri lo schianto dell’elicottero in una zona impervia dell’Azerbaigian orientale. Oggi l’annuncio del governo: il presidente Ebrahim Raisi è morto. La Repubblica islamica piange il suo “martire in servizio”, e con lui tutte le vittime dell’incidente. Tra loro, anche il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian. La Guida suprema Ali Khamenei ha deciso di decretare cinque giorni di lutto nazionale e, secondo quanto previsto dalla Costituzione, ha già dato il via libera alle successioni ad interim: il primo vicepresidente Mohammad Mokhber assume la presidenza, con il compito di preparare nuove elezioni entro i prossimi 50 giorni, il viceministro Ali Bagheri Kani guiderà la diplomazia iraniana fino alla formazione del nuovo governo. Intanto le spoglie di Raisi, Amirabdollahian e delle altre vittime – almeno otto, secondo la stampa iraniana – sono in viaggio verso Tabriz, dove domani dovrebbe avere luogo una cerimonia funebre, secondo quanto annunciato dall’agenzia Tasnim. Tutte le attività culturali e artistiche in Iran saranno sospese per sette giorni.


“Seguiremo il percorso del presidente Raisi nell’adempiere ai compiti assegnati senza alcuna interruzione”, ha subito confermato Mokhber, che questa mattina ha partecipato a una riunione d’emergenza del governo e dei tre massimi esponenti del potere esecutivo, legislativo e giudiziario del Paese. “Il presidente del popolo iraniano, che ha servito il grande popolo iraniano solo sulla via del progresso del paese, ha mantenuto la sua promessa e ha sacrificato la sua vita per la nazione”, ha affermato il governo della Repubblica islamica. “Assicuriamo alla nostra nazione leale, grata e amata che il cammino dell’onore e del servizio continuerà (…) con l’aiuto di Dio Onnipotente e in compagnia di un popolo onorevole”, ha concluso il governo di Teheran, garantendo che “non ci sarà alcuna ripercussione nella gestione del Paese”. Intanto Khamenei, ufficializzando la sua nomina, ha ricordato a Mokhber cosa prevede la Costituzione, all’articolo 131: “E’ tenuto ad adottare misure affinché il nuovo Presidente della Repubblica sia eletto entro cinquanta giorni al più tardi”. Un impegno che il capo di Stato ad interim porterà a termine assieme al Consiglio dei Guardiani della rivoluzione – organo composto da 12 membri incaricati di supervisionare le elezioni e la legislazione in Iran. Parallelamente procederanno le indagini sullo schianto dell’elicottero. La causa dell’incidente non è ancora nota. Nel momento in cui l’elicottero è precipitato al suolo, le condizioni meteo erano pessime. C’era una fitta nebbia e il velivolo potrebbe avere urtato la cima di una delle montagne presenti nell’area. Diversi osservatori, d’altra parte, hanno evidenziato le precarie condizioni degli aerei da trasporto in Iran, conseguenza di una scarsa manutenzione legata alle sanzioni americane. Il presidente e il primo ministro viaggiavano a bordo di un elicottero Bell 212, secondo le agenzie di stampa ufficiali. Questo modello, fabbricato negli Stati Uniti, non può essere stato venduto in Iran dopo la rivoluzione del 1979, riferisce la Bbc. E dopo le sanzioni del 2008, i pezzi di ricambio di questi aerei sono diventati troppo costosi e quindi meno sostituiti, ha spiegato un funzionario di Teheran a Le Figaro. Al momento, del tutto in secondo piano, sebbene non esclusa del tutto, resta la possibilità di un’azione ostile. A questo proposito però Israele – a cui tutti guardano con interesse anche a seguito dei trascorsi più recenti tra le due parti – ha fatto sapere, seppure non ufficialmente e tramite un funzionario anonimo, di non essere coinvolto in alcun modo nell’incidente.


Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che stamattina ha partecipato a una riunione convocata a Palazzo Chigi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, da questo punto di vista ha voluto “rassicurare tutti”. “I messaggi che arrivano da Teheran sono tranquillizzanti, tutto lascia pensare che si sia trattato di un incidente causato dal maltempo o di un incidente causato da un guasto all’elicottero. Noi abbiamo espresso le nostre condoglianze al popolo iraniano”, ha detto. “Ci auguriamo che la nuova classe dirigente che guiderà l’Iran possa lavorare per la pace, per la stabilità dell’intera area del Medio Oriente e che ci possa essere pace e dialogo”, ha aggiunto Tajani. A poche ore dal ritrovamento del relitto, andato completamente a fuoco dopo lo schianto nei pressi del villaggio di Uzi, nelle foreste di Asbaran, Raisi è stato omaggiato in patria e all’estero, da paesi vicini e alleati dell’Iran. Khamenei ha pubblicato un omaggio al presidente dopo la sua morte in un post su X: il leader supremo ha pubblicato una foto sua e di Raisi con un breve messaggio che fa riferimento all’Imam Reza, ottavo imam dell’Islam sciita e figura venerata in Iran. Tra i leader internazionali, messaggi di cordoglio sono arrivati dal primo ministro indiano Narendra Modi, dal suo omologo iracheno Mohammed Shia Al Sudani e dal capo del goverbo pachistano Shehbaz Sharif. Ma anche dai presidenti di Turchia e Cina, Recep Tayyip Erdogan e Xi Jinping.


Il presidente venezuelano Nicolas Maduro si è detto “scioccato dalla terribile notizia” di “dover dire addio a un persona esemplare, un leader mondiale eccezionale… protettore della sovranità del suo popolo”. Il presidente del Consiglio dell’Unione europea, Charles Michel, ha espresso le sue “sincere condoglianze”, mentre il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha sottolineato il ruolo avuto da Raisi e Amirabdollahian per la cooperazione tra Mosca e Teheran. “Erano conosciuti in Russia come veri e affidabili amici del nostro Paese, il loro ruolo nel rafforzare la cooperazione reciprocamente vantaggiosa e un partenariato basato sulla fiducia tra Russia e Iran è inestimabile”, ha affermato Lavrov. Messaggi di cordoglio sono arrivati anche dal movimento estremista palestinese Hamas e dai gruppi Houthi dello Yemen ed Hezbollah del Libano. Hamas ha espresso il proprio dolore al leader supremo iraniano Ali Khamenei, al governo e al popolo iraniano “per l’enorme perdita” e ha sottolineato che Raisi ha sempre sostenuto la causa palestinese e si è opposto a Israele. Il gruppo ha anche condiviso la fiducia che le “istituzioni profonde” dell’Iran supereranno le “conseguenze della pesante perdita”.


“Le nostre più sentite condoglianze vanno al popolo iraniano e alla leadership iraniana”, ha detto da parte sua l’alto funzionario del movimento Houthi nello Yemen, Mohamed Ali Al-Houthi. “Il popolo iraniano continuerà ad avere leader fedeli al proprio popolo. Il presidente del governo guidato dagli Houthi dello Yemen, Mahdi Al-Mashat, ha inviato un messaggio di cordoglio e condoglianze” all’Iran dopo la morte di Raisi, ha aggiunto. Il movimento sciita libanese Hezbollah ha paragonato Raisi a un “fratello maggiore”. “Hezbollah in Libano esprime le sue più sentite condoglianze e sentimenti di simpatia per la perdita”, si legge in una dichiarazione del gruppo. “Conosciamo da vicino Sua Eminenza il presidente martire da molto tempo. Per noi è stato un fratello maggiore, un forte sostenitore e un convinto difensore dei nostri problemi e di quelli della nazione, in particolare Gerusalemme e la Palestina, e un protettore dei movimenti di resistenza”. Di “colpo strategico monumentale e irreparabile” per il regime di Teheran ha parlato infine l’opposizione iraniana in esilio, rappresentata dalla presidente del Consiglio nazionale della resistenza iraniana (CNRI), Maryam Rajavi. “Innescherà una serie di ripercussioni e crisi all’interno della tirannia teocratica”, ha precisato Rajavi, auspicando che l’evento “inciti i giovani ribelli ad agire”. (di Corrado Accaputo)

Ucraina, si forma asse Gb-Finlandia contro minaccia russa

Ucraina, si forma asse Gb-Finlandia contro minaccia russaMilano, 20 mag. (askanews) – La Gran Bretagna e la Finlandia firmano oggi un partenariato strategico per rafforzare i rapporti, contrastare la minaccia russa e mettere nero su bianco che l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca ha cambiato radicalmente il contesto di sicurezza europeo. Ad anunciarlo il ministro degli Esteri britannico David Cameron e la sua controparte finlandese Elina Valtonen. I due paesi dichiareranno la Russia come “la minaccia più significativa e diretta alla pace e alla stabilità europea”, secondo un comunicato stampa del Ministero degli Esteri britannico. “Per noi è importante intensificare la cooperazione nel settore della sicurezza e della difesa, ma anche in altri settori”, afferma il ministro degli Esteri finlandese. L’accordo sarà siglato a Londra da Cameron e Valtonen.


Il tutto mentre la guerra in Ucraina continua in una preoccupante escalation di violenza: ieri la Russia ha colpito una località lacustre alla periferia di Kharkiv e ha attaccato i villaggi nella regione circostante, uccidendo almeno 11 persone e ferendone decine. Sei persone sono state uccise in un resort, una risulta dispersa e 27 ferite. I soccorritori hanno detto che l’attacco iniziale è stato seguito da un secondo circa 20 minuti dopo, mirando alle squadre di emergenza presenti sul posto con la strategia cruenta del “doppio tocco”. “Non ci sono mai stati soldati qui”, ha detto Yaroslav Trofimko, un ispettore di polizia arrivato dopo il primo attacco e poi coinvolto nel secondo. Altre cinque persone sono state uccise e nove ferite nel corso della giornata in due villaggi nel distretto di Kupiansk. Il governatore locale Oleh Syniehubov ha detto che le forze russe hanno bombardato due villaggi del distretto con un lanciarazzi multiplo semovente.


Costanti attacchi russi nelle ultime settimane contro la regione di Kharkiv, nel nord-est dell’Ucraina: una persona è stata uccisa nei bombardamenti russi nella città di Vovchansk, al centro di ripetuti attacchi russi lanciati poco più di una settimana fa. Tre persone sono rimaste ferite. Gli ucraini intanto continuano a dimostrare superiorità navale. Nelle ultime ore le forze di difesa di Kiev hanno distrutto il dragamine marittimo della flotta del Mar Nero (progetto RF 266-M) “Kovrovets”.

Iran, chi era Amirabdollahian, “il Soleimani della diplomazia”

Iran, chi era Amirabdollahian, “il Soleimani della diplomazia”Roma, 20 mag. (askanews) – Nell’incidente in elicottero in cui ha perso la vita il presidente iraniano Ebrahim Raisi, è deceduto anche il ministro degli Esteri della Repubblica islamica, Hossein Amirabdollahian.


Hossein Amirabdollahian è nato il 23 aprile 1964 a Damghan, una città nella provincia di Semnan. Nel 1991, ha conseguito una laurea in relazioni internazionali presso la Scuola di Relazioni Internazionali di Teheran ed ha proseguito il suo percorso accademico conseguendo un master in Relazioni internazionali presso l’Università di Teheran. Successivamente, ha completato un dottorato di ricerca in relazioni internazionali. La sua carriera diplomatica è decollata all’inizio degli anni ’90, con incarichi che comprendevano diversi ruoli all’interno del Ministero degli Affari Esteri iraniano. Qui si è guadagnato rapidamente il riconoscimento dei vertici dello Stato per la sua profonda comprensione della politica regionale. Dopo essersi offerto volontario nella guerra Iran-Iraq dal 1980 al 1988, ha condiviso che questa esperienza ha influenzato la sua decisione di unirsi all’ufficio Iraq del Ministero degli Esteri iraniano nel 1990 e nel 1991.


Durante il suo mandato come viceministro degli Esteri per gli affari arabi e africani dal 2011 al 2016, Amirabdollahian è stato determinante nella gestione delle relazioni dell’Iran con i paesi arabi e africani. Ha svolto un ruolo cruciale nel plasmare la politica dell’Iran verso la guerra contro il terrorismo in Siria, mantenendo forti legami con Damasco. Dopo aver prestato servizio come viceministro degli Esteri, Amirabdollahian è stato nominato assistente speciale del presidente del parlamento iraniano per gli affari internazionali. In questo ruolo, ha continuato a influenzare la politica estera dell’Iran, in particolare promuovendo la diplomazia parlamentare e rafforzando i legami legislativi con altri paesi.


“Amirabdollahian è un altro Qassem Soleimani nel campo della diplomazia”, lo aveva descritto un parlamentare iraniano dopo essere stato nominato dal presidente Ebrahim Raisi per la carica di ministro degli Esteri, nell’agosto del 2021. La sua nomina è stata vista come una mossa strategica per rafforzare gli sforzi diplomatici dell’Iran nel contesto dei negoziati in corso sull’accordo nucleare e delle tensioni regionali. La sua prima visita bilaterale ufficiale è stata in Siria, dove ha incontrato il presidente siriano Bashar al-Assad per riaffermare il sostegno dell’Iran al Paese. In qualità di ministro degli Esteri, Amirabdollahian ha provato un approccio equilibrato, sostenendo forti alleanze regionali e perseguendo al tempo stesso un dialogo minimamente costruttivo con le potenze occidentali. È stato una figura chiave nei negoziati per rilanciare il Piano d’azione globale congiunto (JCPOA), noto come accordo sul nucleare iraniano.


A Teheran era apprezzato per il suo approccio, considerato pragmatico e strategico, alla diplomazia. Era spesso descritto come un abile negoziatore con una profonda conoscenza delle dinamiche geopolitiche del Medio Oriente. La sua visione della politica estera dell’Iran dava priorità alle relazioni con i paesi vicini e le potenze regionali per garantire stabilità e cooperazione reciproca. Amirabdollahian ha cercato di mantenere solide alleanze con partner orientali come Russia e Cina, e all’inizio della guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza non ha risparmiato sforzi per sollecitare le parti internazionali ad agire, condannare “Israele” e chiedere un cessate il fuoco immediato per porre fine “all’aggressione” dello Stato ebraico. Il massimo diplomatico iraniano ha anche riaffermato in un’intervista esclusiva per Al Mayadeen il fermo sostegno del suo Paese alle fazioni dell’Asse della Resistenza che, ha detto, agiscono in modo indipendente e hanno l’ultima parola sulle loro azioni.

Iran, Tv di Stato conferma: Raisi è morto, “martire del servizio”

Iran, Tv di Stato conferma: Raisi è morto, “martire del servizio”Roma, 20 mag. (askanews) – “Non c’è alcun segno di vita” sul luogo dell’incidente dell’elicottero che ieri aveva a bordo il presidente della Repubblica islamica d’Iran, Ebrahim Raisi. A riferirlo alla televisione di Stato è stato il responsabile della Mezzaluna Rossa, Pir Hossein Kolivand. La notizia è stata confermata anche dall’agenzia Mehr. “Tutti i passeggeri dell’elicottero che trasportava il presidente e il ministro degli Esteri iraniani sono diventati martiri”, si legge. E pochi minuti fa la stessa tv di Stato ha confermato ufficialmente dla morte di Raisi, definendolo “martire del servizio” e precisando che saranno resi noti presto il luogo e l’ora della cerimonia funebre.


A bordo, con il presidente, c’erano anche il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian, il governatore dell’Azerbaigian orientale, Malek Rahmati, e l’ayatollah Mohammad Ali Ale-Hashem, rappresentante del leader della rivoluzione islamica nella provincia dell’Azarbaijan orientale. Secondo le prime informazioni, l’elicottero del presidente che era diretto a Tabriz, in un convoglio con altri due velivoli, si sarebbe schiantato in un’area con una fitta foresta nell’Azerbaigian orientale, nei pressi del villaggio di Uzi, nelle foreste di Asbaran. Le condizioni meteorologiche erano pessime, c’era una denza nebbia, e dopo essere precipitato, l’elicottero sarebbe andato in fiamme, bruciando completamente.


Dopo ore di ricerche nella zona, ostacolate dalle condizioni meteo che hanno causato la perdita di contatto con i membri delle squadre di soccorso inviate sul posto, la tv di stato iraniana ha riferito che sono stati ritrovati i rottami dell’elicottero precipitato. Il capo della Mezzaluna Rossa iraniana, Pir Hossein Kolivand, ha quindi dichiarato alla TV di stato: “Possiamo vedere i rottami e la situazione non sembra buona”. Le prime immagini girate sul posto, sembrano mostrare che l’elicottero di Raisi si sarebbe schiantato contro la cima di una montagna, secondo i media statali iraniani, che al momento non si sbilanciano sulle cause dello schianto. L’ipotesi per ora più accreditata è che l’elicottero sia precipitato a causa del maltempo.

Iran, incertezza sulla sorte del presidente Raisi dopo incidente

Iran, incertezza sulla sorte del presidente Raisi dopo incidenteRoma, 19 mag. (askanews) – Proseguono le ricerche dell’elicottero che trasportava il presidente iraniano Ebrahim Raisi e il suo entourage, di cui si sono perse le tracce nel pomeriggio e per il quale si è parlato prima di uno schianto e poi di un “atterraggio difficile” o “d’emergenza” a causa delle avverse condizioni meteo. Le notizie restano contrastanti: smentito il ritrovamento del velivolo, annunciato dalla tv di Stato, la Mezzaluna rossa riferisce che le squadre dei soccorritori si avvicinano all’area dove dovrebbe trovarsi l’elicottero. E i Pasdaran hanno annunciato di aver ricevuto un segnale dall’elicottero e dal cellulare di un membro dell’equipaggio che consentono l’individuazione esatta del luogo.


Intanto, i soccorritori sono stati costretti a proseguire a piedi nelle vicinanze del luogo dell’incidente, perché la forte pioggia ha causato un aumento del fango e le strade non sono asfaltate, situazione che rende complesse le operazioni. L’elicottero dovrebbe essere nell’area montuosa presso il villaggio di Uzi nelle foreste di Asbaran (Azerbagian orientale). Sono a lavoro 65 squadre di soccorso e diversi Paesi, tra cui Iraq, Turchia, Arabia saudita e Russia hanno offerto il loro aiuto.


A bordo dell’elicottero anche il ministro degli Esteri Abdollayan, di rientro con Raisi da un incontro con il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev, al confine tra i due Paesi, sulle rive del fiume Araks. I due presidenti hanno partecipato all’inaugurazione della diga Kyz-Kalasy. Nel pomeriggio la tv di stato iraniana ha riferito che il ferimento o la morte dei passeggeri a bordo dell’elicottero “non può essere confermato”. La televisione di Stato iraniana ha aggiunto che l’incidente è stato causato dalle condizioni meteorologiche avverse. Una risposta a distanza dopo che il canale israeliano Channel 12 aveva reso noto, citando fonti diplomatiche occidentali, che Raisi sarebbe morto nell’incidente.


La tv di stato ha anche riferito che è stato stabilito un contatto con un passeggero e un membro dell’equipaggio che erano sull’elicottero su cui viaggiava Raisi, citando un funzionario iraniano anonimo. Il vicepresidente iraniano per gli affari esecutivi Mohsen Mansouri lo ha confermato all’agenzia di stampa semi-ufficiale FARS: poiché i funzionari sono entrati in contatto “diverse volte” con un passeggero e un membro dell’equipaggio di volo poco dopo l’incidente, “sembra che l’incidente non sia stato grave”, ha detto Mansouri. Aiuto per ritrovare l’elicottero anche dall’Ue: “Su richiesta dell’Iran abbiamo attivato il sistema di risposta rapida di mappatura Copernicus” per la ricerca dell’elicottero, ha scritto su X Janez Lenarcic, commissario europeo per la Gestione delle crisi, coordinatore per la risposta europea d’emergenza.

Iran, voci discordanti sulla sorte di Raisi dopo un incidente in elicottero

Iran, voci discordanti sulla sorte di Raisi dopo un incidente in elicotteroRoma, 19 mag. (askanews) – Informazioni discordanti sulla sorte del presidente iraniano Ebrahim Raisi dopo un incidente di elicottero. L’agenzia Tasnim riferisce che è stato individuato il velivolo in una zona montuosa, presso il villaggio di Uzi nelle foreste di Asbaran (Azerbagian orientale). Venti squadre di soccorso – scrive l’agenzia ufficiale Irna – sono in azione sul luogo in cui l’elicottero con a bordo il presidente iraniano ha subito un incidente, tuttavia la zona montuosa, coperta di foreste, complica i lavori dei soccorritori.


Per ora non vi sono conferme ufficiali di quanto riporta l’agenzia Mehr, secondo cui Raisi – e il ministro degli Esteri Abdollayan, che sarebbe stato a bordo dello stesso velivolo – sono vivi e in viaggio in automobile verso Tebriz. Diverse le versioni anche sull’incidente: i più riportano di un “atterraggio molto brusco”. Tutti i media iraniani riferiscono di condizioni metereologiche pessime e di una fitta netta. Un dispaccio dell’agenzia Tasnim ha informato che alcuni degli accompagnatori del presidente sono entrati in contatto, dando adito a speranze che l’incidente non sia stato letale.


L’elicottero con a bordo Raisi faceva parte di un convoglio di tre velivoli: i due elicotteri che trasportavano alcuni ministri e funzionari sono arrivati sani e salvi a destinazione. Tasnim scrive che sull’elicottero che trasportava il presidente erano presenti anche l’imam di Tabriz l’Ayatollah Al-Hashem, e Amir Abdollahian, il ministro degli Affari esteri.


Raisi e il suo entourage erano di rientro da un incontro con il presidente azerbaigiano Aliyev, al confine tra i due Paesi, sulle rive del fiume Araks. I due presidenti hanno partecipato all’inaugurazione della diga Kyz-Kalasy. Tasnim scrive che sull’elicottero che trasportava il presidente erano presenti anche l’imam di Tabriz l’Ayatollah Al-Hashem, e Amir Abdollahian, il ministro degli Affari esteri.

Iran, il presidente Raisi coinvolto in un incidente di elicottero

Iran, il presidente Raisi coinvolto in un incidente di elicotteroRoma, 19 mag. (askanews) – I soccorritori in Iran stanno cercando di raggiungere un elicottero coinvolto in un “incidente” mentre viaggiava con un gruppo di persone, tra cui il presidente della repubblica islamica Ebrahim Raisi. Non sono state fornite informazioni immediate su cosa sia successo all’elicottero, né su chi fosse a bordo. Le agenzie di stampa semiufficiali hanno offerto spiegazioni diverse sull’accaduto. Raisi era in viaggio nella provincia iraniana dell’Azerbaigian orientale. La tv di Stato ha descritto l’area dell’incidente come vicina a Jolfa, una città al confine con l’Azerbaigian, circa 600 chilometri a nord-ovest della capitale iraniana, Teheran. Raisi si era recato in Azerbaigian per inaugurare una diga insieme al Presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev. La diga è la terza che le due nazioni hanno costruito sul fiume Aras.