Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Attacchi e saccheggi ai camion di aiuti per Gaza, Germania e Usa: vergognoso e inaccettabile

Attacchi e saccheggi ai camion di aiuti per Gaza, Germania e Usa: vergognoso e inaccettabileRoma, 14 mag. (askanews) – L’ambasciatore tedesco in Israele, Steffen Seibert, ha criticato il saccheggio dei camion con aiuti diretti alla Striscia di Gaza da parte di attivisti israeliani di destra. Scrivendo su X, Seibert ha descritto le azioni degli attivisti come “vergognose”, aggiungendo che tale comportamento “certamente non aiuterà la causa israeliana di liberare gli ostaggi e proteggere il Paese dal terrore di Hamas”.


Ieri, anche il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan aveva parlato dell’attacco al convoglio umanitario: “È un oltraggio totale che ci siano persone che attaccano e saccheggiano questi convogli provenienti dalla Giordania diretti a Gaza per fornire assistenza umanitaria”, ha affermato Sullivan. “Stiamo esaminando gli strumenti a nostra disposizione per rispondere a questa situazione, e stiamo anche esprimendo le nostre preoccupazioni ai massimi livelli del governo israeliano. È qualcosa che non scusiamo: lo troviamo completamente e assolutamente inaccettabile”, ha aggiunto. Ieri, in particolare, quattro membri del movimento di destra israeliano Tzav 9 sono stati arrestati per aver bloccato un convoglio di aiuti umanitari diretto verso la Striscia di Gaza. Lo riporta Haaretz, spiegando che quasi 100 persone hanno bloccato il convoglio nei pressi di Hebron, in Cisgiordania. Il filmato diffuso da Haaretz mostra i sacchi degli aiuti umanitari rovesciati a terra dai camion. Secondo quanto precisato dal Times of Israel, il gruppo Tzav 9 chiede di bloccare gli aiuti umanitari fino a quando non saranno rilasciati gli ostaggi detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza.

Il segretario di Stato Usa Blinken a Kiev: il nostro sostegno all’Ucraina è incrollabile

Il segretario di Stato Usa Blinken a Kiev: il nostro sostegno all’Ucraina è incrollabileRoma, 14 mag. (askanews) – Il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato oggi a Kiev, in Ucraina, dove avrà una serie di incontri, tra cui quelli con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, per discutere l’andamento del conflitto armato con la Russia: lo ha reso noto il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller.


“Il segretario di Stato Antony J. Blinken è arrivato oggi in Ucraina per incontrare alti funzionari ucraini e sottolineare il sostegno duraturo degli Stati Uniti all’Ucraina. Mentre si trova in Ucraina, il segretario Blinken incontrerà il presidente Volodymyr Zelensky, il primo ministro Denys Shmyhal e il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba per discutere degli aggiornamenti sul campo di battaglia, dell’impatto della nuova sicurezza statunitense e dell’assistenza economica”, ha affermato Miller in una nota. “Sono tornato a Kiev oggi per dimostrare il nostro incrollabile sostegno all’Ucraina mentre difende la propria libertà dall’aggressione russa”, ha scritto il segretario di Stato americano su X, a corredo di una foto del suo arrivo in stazione nella capitale ucraina.

Ucraina, Blinken in visita a Kiev: incontra Zelensky e Kuleba

Ucraina, Blinken in visita a Kiev: incontra Zelensky e KulebaRoma, 14 mag. (askanews) – Il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato oggi a Kiev, in Ucraina, dove avrà una serie di incontri, tra cui quelli con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, per discutere l’andamento del conflitto armato con la Russia: lo ha reso noto il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller.


“Il segretario di Stato Antony J. Blinken è arrivato oggi in Ucraina per incontrare alti funzionari ucraini e sottolineare il sostegno duraturo degli Stati Uniti all’Ucraina. Mentre si trova in Ucraina, il segretario Blinken incontrerà il presidente Volodymyr Zelensky, il primo ministro Denys Shmyhal e il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba per discutere degli aggiornamenti sul campo di battaglia, dell’impatto della nuova sicurezza statunitense e dell’assistenza economica”, ha affermato Miller in una nota.

Oxfam: invasione Rafah potrebbe portare a catastrofe sanitaria

Oxfam: invasione Rafah potrebbe portare a catastrofe sanitariaRoma, 13 mag. (askanews) – A Gaza, denuncia Oxgam, è allarme per il rischio di nuove epidemie: oltre 350 mila sfollati in fuga da Rafah verso campi e rifugi sovraffollati e al collasso, privi di servizi igienici e sanitari di base. Le strade sono invase di rifiuti e liquami, con migliaia i casi di epatite A, malattie gastrointestinali e respiratorie registrati nelle ultime settimane I bombardamenti israeliani hanno già distrutto l’87% delle strutture idriche e igienico-sanitarie, provocando danni per almeno 210 milioni di dollari. Tra questi 5 impianti istallati da Oxfam Appello urgente per un immediato cessate il fuoco e l’ingresso degli aiuti, dopo la chiusura dei valichi di frontiera Roma, 13 maggio 2024 – L’invasione di Rafah, dov’è stata interrotta l’erogazione d’acqua potabile, potrebbe causare nuove gravi epidemie a Gaza nelle prossime settimane. Sono oltre 350 mila le persone in fuga verso rifugi e campi profughi già sovraffollati e al collasso nelle altre zone della Striscia, mentre la popolazione è senza cibo e carburante a causa della chiusura dei valichi alla frontiera e le strade sono invase di rifiuti e fiumi di liquami, che traboccano dalle fognature. È l’allarme lanciato oggi da Oxfam, di fronte a un’emergenza va aggravandosi ora dopo ora, in un contesto dove gli attacchi israeliani hanno già causato danni per almeno 210 milioni di dollari alle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie in tutta Gaza, distruggendone circa l’87%, come rivelano le immagini satellitari. Tra questi anche gli impianti istallati da Oxfam. Il collasso sanitario alle porte… “Almeno 5 delle nostre strutture, che garantivano acqua pulita e servizi igienico sanitari essenziali a oltre 180 mila persone al giorno, sono stati gravemente distrutti dal 7 ottobre e altre sette sono state danneggiate. – spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – I nostri colleghi a Gaza ci raccontano di una situazione disperata. La popolazione in questo momento è costretta a bere acqua sporca e contaminata, soffre di malnutrizione e i bambini vengono punti di continuo dagli insetti che brulicano ovunque. In queste condizioni nuove epidemie di epatite A e di colera saranno inevitabili. Sono malattie che prosperano in luoghi sovraffollati e privi di servizi igienici adeguati”. A peggiorare ulteriormente la situazione l’arrivo del caldo. “In questo momento, mentre le temperature aumentano, centinaia di migliaia di persone sono costrette a vivere in condizioni disumane, con la paura di morire da un momento all’altro sotto i bombardamenti. Una situazione che potrebbe precipitare con l’invasione di Rafah. – continua Pezzati – Il rischio è che si verifichi un vero e proprio massacro di civili, mentre chi riuscirà a fuggire si ritroverà costretto a dirigersi verso strutture di accoglienza al collasso e incapaci di garantire i servizi minimi, con il rischio che scoppino nuovi focolai epidemici”. “Le nostre équipe sanitarie curano da mesi infezioni cutanee e casi di dissenteria, ma nelle ultime settimane abbiamo rilevato migliaia di casi di epatite A e altre malattie gastrointestinali e respiratorie. – aggiunge Celine Maayeh, Advocacy and Research Officer di Juzoor, organizzazione partner di Oxfam a Gaza, al lavoro in oltre 50 rifugi per sfollati e nei centri sanitari del nord della Striscia – Anche se finora siamo riusciti a curarli, il caldo e l’accumulo di rifiuti e liquami stanno creando il mix perfetto, perché si generi una vera e propria catastrofe sanitaria che le nostre squadre sanitarie da sole non possono affrontare”. Quasi l’intero sistema di approvvigionamento idrico di Gaza è distrutto “L’intero sistema di approvvigionamento idrico e di gestione delle acque reflue di Gaza è prossimo al collasso totale, perché i danni sono molto estesi. – sottolinea Monther Shoblaq, CEO della Coastal Municipalities Water Utility, altra organizzazione partner di Oxfam, responsabile dell’approvvigionamento idrico e del funzionamento dei servizi igienico-sanitari a Gaza – Non c’è energia per far funzionare i pozzi d’acqua, gli impianti di desalinizzazione e di trattamento delle acque reflue. Stiamo facendo il possibile, ma la situazione è disperata”. Nonostante le immense difficoltà, continua la risposta umanitaria di Oxfam Durante i bombardamenti è andato anche distrutto il magazzino di uno dei fornitori di Oxfam, che conteneva componenti (per un valore di 60 mila dollari) per l’istallazione di latrine, docce e strutture sanitarie, che avrebbero dovuto contribuire a migliorare le condizioni di migliaia di persone. Nonostante una situazione sempre più difficile, in una corsa contro il tempo, Oxfam e i suoi partner sono riusciti a riparare nelle ultime settimane parte delle condutture idriche e per le acque reflue rimaste gravemente danneggiate nei governatorati di Rafah, Khan Younis e Deir Al-Balah, che servono 50 mila persone. Istallando, inoltre, in uno dei quartieri di Rafah quasi 200 metri di nuove condutture e altri cinque impianti desalinizzazione, mentre altri tre hanno finalmente ottenuto il permesso di entrare a Gaza, dopo lunghi e ripetuti tentativi. Oxfam sino ad oggi è riuscita portare acqua pulita e servizi igienico sanitari a oltre 133 mila persone, anche nei campi profughi di fortuna di Rafah e Khan Younis, e ha l’obiettivo raggiungere anche la popolazione nel nord di Gaza. L’appello per un immediato cessate il fuoco “Gli attacchi israeliani sulle infrastrutture civili sono illegali secondo la Convenzione di Ginevra e costituiscono una violazione del diritto internazionale umanitario, come sottolineato dalle Nazioni Unite – conclude Pezzati – L’esercito israeliano sta continuando a colpire le poche infrastrutture civili rimaste, impedendo l’ingresso degli aiuti umanitari. Per questo, ora più che mai, lanciamo un appello urgente per un cessate il fuoco immediato e permanente, che consenta di soccorrere una popolazione allo stremo”.

Il Consiglio Ue adotta nuovi limiti per le emissioni Co2 dei veicoli pesanti, l’Italia vota contro

Il Consiglio Ue adotta nuovi limiti per le emissioni Co2 dei veicoli pesanti, l’Italia vota controBruxelles, 13 mag. (askanews) – Il Consiglio Ue ha adottato formalmente, oggi a Bruxelles, il regolamento sugli standard per le emissioni di CO2 dei veicoli pesanti, che modifica e rafforza le norme esistenti. Il regolamento è stato adottato a maggioranza qualificata, con l’Italia, la Polonia e la Slovacchia che hanno votato contro, mentre la Repubblica ceca si è astenuta.


Le nuove norme ridurranno ulteriormente le emissioni di CO2 derivanti dal trasporto stradale e introdurranno nuovi obiettivi per il 2030, per il 2035 e per il 2040. Rimane valido, invece, l’obiettivo esistente per il 2025, che richiede una riduzione delle emissioni del 15% per i camion pesanti di peso superiore a 16 tonnellate. In base alle nuove norme, l’ambito di applicazione del regolamento esistente sarà ampliato per sottoporre a obiettivi di riduzione delle emissioni tutti i nuovi veicoli pesanti, compresi i camion più piccoli, gli autobus urbani, i pullman e i rimorchi.


In linea con gli obiettivi climatici dell’Ue per il 2030 e oltre, il regolamento stabilisce tre nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni: del 45% a partire dal 2030 (in aumento rispetto al 30% previsto dalle norme attuali); del 65% a partire dal 2035; e del 90% a partire dal 2040. Questi obiettivi si applicheranno agli autocarri medi, agli autocarri pesanti di peso superiore a 7,5 tonnellate e agli autobus interurbani. Per gli autobus urbani, invece, le nuove norme introducono un obiettivo di emissioni zero entro il 2035, con un obiettivo intermedio del 90% entro il 2030. L’efficacia e l’impatto del regolamento modificato saranno riesaminati dalla Commissione nel 2027. Tra le altre cose, la Commissione dovrà anche valutare la possibilità di sviluppare una metodologia comune per la valutazione e la rendicontazione delle emissioni di CO2 dell’intero ciclo di vita dei nuovi veicoli pesanti.


Il regolamento entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue. Il settore dei veicoli pesanti è responsabile di oltre il 25% delle emissioni di gas serra derivanti dal trasporto su strada nell’Ue. La proposta di revisione dell’attuale regolamento sulle emissioni di questa categoria di veicoli, in vigore dal 2019, era prevista entro il 2022. La Commissione aveva presentato la proposta il 14 febbraio 2023, come parte integrante del pacchetto legislativo “Fit for 55”, che ha fissato l’obiettivo generale di ridurre le emissioni nette di gas serra nell’Ue di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990 e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Condominio colpito dai bombardamenti ucraini a Belgorod: sale il bilancio dei morti

Condominio colpito dai bombardamenti ucraini a Belgorod: sale il bilancio dei mortiRoma, 13 mag. (askanews) – E’ salito ad almeno 19 morti il bilancio del crollo di un edificio residenziale a più piani nella città russa di Belgorod, a causa di bombardamenti ucraini: lo ha riferito il governatore della regione di Belgorod, Vyacheslav Gladkov.


Un’intera sezione di un edificio di 10 piani in un quartiere residenziale di Belgorod è crollata ieri sotto i pesanti bombardamenti ucraini. “La parte principale dello sgombero delle macerie dell’edificio residenziale… è stata completata. Dalle macerie sono stati finora recuperati i corpi di 15 persone. Ieri, durante il bombardamento serale, sono stati uccisi altri tre civili. Un’altra donna che era stata feriti l’11 maggio è morta in ospedale. Diciannove sono le persone che voi ed io abbiamo perso ieri tra i civili, residenti innocenti uccisi dal regime di Kiev”, ha scritto Gladkov su Telegram.

Putin avvia un rimpasto di governo che parla di una guerra lunga in Ucraina

Putin avvia un rimpasto di governo che parla di una guerra lunga in UcrainaMilano, 13 mag. (askanews) – Il rimpasto di governo russo concentrato sulla dirigenza militare segna un cambiamento significativo per questo quinto mandato del presidente Vladimir Putin – iniziato il 7 maggio – e mostra la prima vera cesura da quando decine di migliaia di truppe furono inviate da Mosca in Ucraina nel febbraio 2022. Ora molti si aspettano con il fiato sospeso che Nikolai Patrushev, già segretario del Consiglio di sicurezza, vada a capo dell’amministrazione presidenziale russa, ma non c’è nulla di scontato quando si tratta di Cremlino. Mentre la novità dell’arrivo di Andrej Belousov – già primo vice primo ministro – al Ministero della Difesa, non è solo un colpo di scena o la sfida più importante della vita per l’economista che ha saputo predire la crisi del 2008: Belousov al posto di Sergei Shoigu durante una guerra ibrida con l’intero Occidente, è anche un modo per integrare l’intero comparto Difesa con l’economia del Paese.


Belousov è un economista, figlio di un economista. Un monetarista divenuto keynesiano che si è convinto che lo Stato debba sottomettere le grandi imprese. Secondo alcuni si tratta di un segnale che la guerra durerà per molto tempo: il Paese con lui sta adattando la sua economia a questo. Il Cremlino ha spiegato la nomina del 65enne Belousov con il desiderio di ricostruire il comparto e l’integrazione tra il comparto e l’intera economia. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov ha affermato che l’arrivo di Belousov al Ministero della Difesa è collegato ai processi in corso nell’economia russa. “È molto importante – ha detto – adattare l’economia del comparto all’economia del paese. In modo che corrisponda alle dinamiche del momento attuale”, ha detto Peskov. Ma ci sono anche analisti secondo i quali Putin ha avviato questi strani rimpasti al Ministero della Difesa e in altri dipartimenti per prepararsi alla trattativa e a negoziati futuri, lasciando il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov al suo posto, dopo 20 anni di onorato servizio: a testimonianza che la porta della diplomazia non è chiusa.


Quello che salta agli occhi comunque è che Shoigu è stato cambiato ora – mentre è in corso una fase di avanzamanto sul campo di battaglia – e non quando lo stesso Shoigu venne preso di mira dalle critiche del fondatore della Wagner Yevgeny Prigozhin. Tuttavia il vice di Shoigu, Timur Ivanov, è stato arrestato il mese scorso con l’accusa di corruzione e gli è stato ordinato di rimanere in custodia in attesa di un’indagine ufficiale. L’arresto di Ivanov è stato ampiamente interpretato come un attacco a Shoigu. E tuttavia i forti legami tra Putin e Shoigu parlano da soli e sono di lunga data. L’ormai ex ministro della Difesa è stato a lungo uno stretto alleato di Putin, accompagnandolo a caccia e in ben note passeggiate a cavallo in Siberia, e dirigendo prima il Ministero russo per le situazioni di emergenza con un successo sicuramente maggiore rispetto al suo ultimo incarico. TANTO RUMORE, NESSUNA RIVOLUZIONE Il Cremlino e il Consiglio della Federazione hanno annunciato cambiamenti negli organi governativi che evidentemente hanno generato grande subbuglio, ma in realtà non costituiscono una rivoluzione. Piuttosto un assestamento in prospettiva. L’economista ed ex vice premier Belousov diventerà il nuovo ministro della Difesa. Il capo di stato maggiore, Valery Gerasimov, rimarrà – almeno per ora – al suo posto, e la nomina di un civile al Ministero della Difesa è necessaria non solo per l’innovazione in ambito militare, ma anche per l’integrazione dell’esercito nell’economia generale del Paese, ha spiegato il Cremlino.


Denis Manturov, che nel governo precedente ha ricoperto le cariche di ministro dell’Industria e del Commercio e di vice primo ministro, diventerà il primo vice primo ministro. Un altro vice primo ministro sarà Vitaly Savelyev (era ministro dei trasporti e prima ancora a capo dell’Aeroflot). E ora che Belousov passa alla Difesa, la sfera economica è andata ad Alexander Novak, che era vice primo ministro per l’Energia nel precedente governo. Mentre 4 governatori entrano al governo di Mishustin: Anton Alikhanov di Kaliningrad al posto di Manturov, Sergei Tsivilev di Kemerovo all’Energia (sua moglie è indicata come la nipote di Vladimir Putin dai media dell’opposizione) e Mikhail Degtyarev di Khabarovsk (del partito LDPR, è sopravvissuto alle proteste), che diventa Ministro dello Sport. E ancora Roman Starovoyt della regione di Kursk, una delle tre regioni bombardate più frequentemente dall’inizio della guerra della Russia contro l’Ucraina. Sarà lui il nuovo ministro dei Trasporti. (di Cristina Giuliano)

Putin avvia il rimpasto di governo che parla di una guerra lunga

Putin avvia il rimpasto di governo che parla di una guerra lungaMilano, 13 mag. (askanews) – Il rimpasto di governo russo concentrato sulla dirigenza militare segna un cambiamento significativo per questo quinto mandato del presidente Vladimir Putin – iniziato il 7 maggio – e mostra la prima vera cesura da quando decine di migliaia di truppe furono inviate da Mosca in Ucraina nel febbraio 2022. Ora molti si aspettano con il fiato sospeso che Nikolai Patrushev, già segretario del Consiglio di sicurezza, vada a capo dell’amministrazione presidenziale russa, ma non c’è nulla di scontato quando si tratta di Cremlino. Mentre la novità dell’arrivo di Andrej Belousov – già primo vice primo ministro – al Ministero della Difesa, non è solo un colpo di scena o la sfida più importante della vita per l’economista che ha saputo predire la crisi del 2008: Belousov al posto di Sergei Shoigu durante una guerra ibrida con l’intero Occidente, è anche un modo per integrare l’intero comparto Difesa con l’economia del Paese.


Belousov è un economista, figlio di un economista. Un monetarista divenuto keynesiano che si è convinto che lo Stato debba sottomettere le grandi imprese. Secondo alcuni si tratta di un segnale che la guerra durerà per molto tempo: il Paese con lui sta adattando la sua economia a questo. Il Cremlino ha spiegato la nomina del 65enne Belousov con il desiderio di ricostruire il comparto e l’integrazione tra il comparto e l’intera economia. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov ha affermato che l’arrivo di Belousov al Ministero della Difesa è collegato ai processi in corso nell’economia russa. “È molto importante – ha detto – adattare l’economia del comparto all’economia del paese. In modo che corrisponda alle dinamiche del momento attuale”, ha detto Peskov. Ma ci sono anche analisti secondo i quali Putin ha avviato questi strani rimpasti al Ministero della Difesa e in altri dipartimenti per prepararsi alla trattativa e a negoziati futuri, lasciando il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov al suo posto, dopo 20 anni di onorato servizio: a testimonianza che la porta della diplomazia non è chiusa.


Quello che salta agli occhi comunque è che Shoigu è stato cambiato ora – mentre è in corso una fase di avanzamanto sul campo di battaglia – e non quando lo stesso Shoigu venne preso di mira dalle critiche del fondatore della Wagner Yevgeny Prigozhin. Tuttavia il vice di Shoigu, Timur Ivanov, è stato arrestato il mese scorso con l’accusa di corruzione e gli è stato ordinato di rimanere in custodia in attesa di un’indagine ufficiale. L’arresto di Ivanov è stato ampiamente interpretato come un attacco a Shoigu. E tuttavia i forti legami tra Putin e Shoigu parlano da soli e sono di lunga data. L’ormai ex ministro della Difesa è stato a lungo uno stretto alleato di Putin, accompagnandolo a caccia e in ben note passeggiate a cavallo in Siberia, e dirigendo prima il Ministero russo per le situazioni di emergenza con un successo sicuramente maggiore rispetto al suo ultimo incarico. TANTO RUMORE, NESSUNA RIVOLUZIONE


Il Cremlino e il Consiglio della Federazione hanno annunciato cambiamenti negli organi governativi che evidentemente hanno generato grande subbuglio, ma in realtà non costituiscono una rivoluzione. Piuttosto un assestamento in prospettiva. L’economista ed ex vice premier Belousov diventerà il nuovo ministro della Difesa. Il capo di stato maggiore, Valery Gerasimov, rimarrà – almeno per ora – al suo posto, e la nomina di un civile al Ministero della Difesa è necessaria non solo per l’innovazione in ambito militare, ma anche per l’integrazione dell’esercito nell’economia generale del Paese, ha spiegato il Cremlino. Denis Manturov, che nel governo precedente ha ricoperto le cariche di ministro dell’Industria e del Commercio e di vice primo ministro, diventerà il primo vice primo ministro. Un altro vice primo ministro sarà Vitaly Savelyev (era ministro dei trasporti e prima ancora a capo dell’Aeroflot). E ora che Belousov passa alla Difesa, la sfera economica è andata ad Alexander Novak, che era vice primo ministro per l’Energia nel precedente governo. Mentre 4 governatori entrano al governo di Mishustin: Anton Alikhanov di Kaliningrad al posto di Manturov, Sergei Tsivilev di Kemerovo all’Energia (sua moglie è indicata come la nipote di Vladimir Putin dai media dell’opposizione) e Mikhail Degtyarev di Khabarovsk (del partito LDPR, è sopravvissuto alle proteste), che diventa Ministro dello Sport. E ancora Roman Starovoyt della regione di Kursk, una delle tre regioni bombardate più frequentemente dall’inizio della guerra della Russia contro l’Ucraina. Sarà lui il nuovo ministro dei Trasporti. (di Cristina Giuliano)

Spagna, exit poll: socialisti in vantaggio in Catalogna

Spagna, exit poll: socialisti in vantaggio in CatalognaRoma, 12 mag. (askanews) – Il candidato del Partito Socialista della Catalogna, Salvador Illa, è in vantaggio vinto nelle elezioni in Catalogna con un risultato di 37-40 seggi, che gli permetterebbe di governare con la sinistra se raggiungesse un accordo con Esquerra Republicana e i Comuni.


Secondo i dati di un sondaggio trasmesso da TVE e TV3 alla chiusura dei seggi elettorali, Illa migliorerebbe così il risultato rispetto ai 33 deputati ottenuti nel 2021. Il secondo posto andrebbe a Carles Puigdemont, che dichiarò unilateralmente l’indipendenza della Catalogna nel 2017.


Puigdemont, che era la terza forza nel 2021 con 32 seggi, ora migliorerebbe fino alla seconda posizione e salirebbe a 33-36 seggi, il che lo porterebbe molto vicino a Illa. Esquerra Republicana, che ha governato la Generalitat negli ultimi anni con Pere Aragonés alla guida, scende al terzo posto e passa da 33 a 24-27 deputati.


Il quarto posto potrebbe andare al Partito Popolare, che nel 2021 è stato il partito meno rappresentato nel Parlamento della Catalogna con appena tre rappresentanti. Ora più che triplica quel risultato e sale a 9-12 seggi. La quarta posizione è però in discussione con Vox, che alle ultime elezioni è stato il primo partito dopo PSC, ERC e Junts. Potrebbe restare sullo stesso livello o subire un leggero calo a dieci parlamentari.


La CUP perde consensi alle urne e scende dai nove di tre anni fa a 6-8. La stessa cosa accade al Commons, che scende da otto a 6-7. La sorpresa della serata arriverà dall’Alleanza Catalana, il partito indipendentista di estrema destra, che vincerà da 1 a 3 seggi nella Camera regionale. Da parte sua, Ciudadanos scompare dal Parlamento dopo non essere riuscita a ottenere rappresentanti rispetto ai sei ottenuti nel 2021.

Giornata degli infermieri, l’augurio di Tedros Ghebreyesus (Oms)

Giornata degli infermieri, l’augurio di Tedros Ghebreyesus (Oms)Roma, 12 mag. (askanews) – “Buona giornata internazionale degli infermieri. L’Organizzazione mondiale della Sanità e i suoi partner rendono omaggio a tutti gli infermieri di tutto il mondo per il loro impegno nel proteggere e salvare vite umane. Continuiamo a chiedere ai leader di investire nel miglioramento della formazione e delle condizioni di lavoro degli infermieri. Non ci sarà “salute per tutti” senza infermieri ben formati”. Lo ha scritto sui social il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus.