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Il Consiglio Ue adotta nuovi limiti per le emissioni Co2 dei veicoli pesanti, l’Italia vota contro

Il Consiglio Ue adotta nuovi limiti per le emissioni Co2 dei veicoli pesanti, l’Italia vota controBruxelles, 13 mag. (askanews) – Il Consiglio Ue ha adottato formalmente, oggi a Bruxelles, il regolamento sugli standard per le emissioni di CO2 dei veicoli pesanti, che modifica e rafforza le norme esistenti. Il regolamento è stato adottato a maggioranza qualificata, con l’Italia, la Polonia e la Slovacchia che hanno votato contro, mentre la Repubblica ceca si è astenuta.


Le nuove norme ridurranno ulteriormente le emissioni di CO2 derivanti dal trasporto stradale e introdurranno nuovi obiettivi per il 2030, per il 2035 e per il 2040. Rimane valido, invece, l’obiettivo esistente per il 2025, che richiede una riduzione delle emissioni del 15% per i camion pesanti di peso superiore a 16 tonnellate. In base alle nuove norme, l’ambito di applicazione del regolamento esistente sarà ampliato per sottoporre a obiettivi di riduzione delle emissioni tutti i nuovi veicoli pesanti, compresi i camion più piccoli, gli autobus urbani, i pullman e i rimorchi.


In linea con gli obiettivi climatici dell’Ue per il 2030 e oltre, il regolamento stabilisce tre nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni: del 45% a partire dal 2030 (in aumento rispetto al 30% previsto dalle norme attuali); del 65% a partire dal 2035; e del 90% a partire dal 2040. Questi obiettivi si applicheranno agli autocarri medi, agli autocarri pesanti di peso superiore a 7,5 tonnellate e agli autobus interurbani. Per gli autobus urbani, invece, le nuove norme introducono un obiettivo di emissioni zero entro il 2035, con un obiettivo intermedio del 90% entro il 2030. L’efficacia e l’impatto del regolamento modificato saranno riesaminati dalla Commissione nel 2027. Tra le altre cose, la Commissione dovrà anche valutare la possibilità di sviluppare una metodologia comune per la valutazione e la rendicontazione delle emissioni di CO2 dell’intero ciclo di vita dei nuovi veicoli pesanti.


Il regolamento entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue. Il settore dei veicoli pesanti è responsabile di oltre il 25% delle emissioni di gas serra derivanti dal trasporto su strada nell’Ue. La proposta di revisione dell’attuale regolamento sulle emissioni di questa categoria di veicoli, in vigore dal 2019, era prevista entro il 2022. La Commissione aveva presentato la proposta il 14 febbraio 2023, come parte integrante del pacchetto legislativo “Fit for 55”, che ha fissato l’obiettivo generale di ridurre le emissioni nette di gas serra nell’Ue di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990 e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Condominio colpito dai bombardamenti ucraini a Belgorod: sale il bilancio dei morti

Condominio colpito dai bombardamenti ucraini a Belgorod: sale il bilancio dei mortiRoma, 13 mag. (askanews) – E’ salito ad almeno 19 morti il bilancio del crollo di un edificio residenziale a più piani nella città russa di Belgorod, a causa di bombardamenti ucraini: lo ha riferito il governatore della regione di Belgorod, Vyacheslav Gladkov.


Un’intera sezione di un edificio di 10 piani in un quartiere residenziale di Belgorod è crollata ieri sotto i pesanti bombardamenti ucraini. “La parte principale dello sgombero delle macerie dell’edificio residenziale… è stata completata. Dalle macerie sono stati finora recuperati i corpi di 15 persone. Ieri, durante il bombardamento serale, sono stati uccisi altri tre civili. Un’altra donna che era stata feriti l’11 maggio è morta in ospedale. Diciannove sono le persone che voi ed io abbiamo perso ieri tra i civili, residenti innocenti uccisi dal regime di Kiev”, ha scritto Gladkov su Telegram.

Putin avvia un rimpasto di governo che parla di una guerra lunga in Ucraina

Putin avvia un rimpasto di governo che parla di una guerra lunga in UcrainaMilano, 13 mag. (askanews) – Il rimpasto di governo russo concentrato sulla dirigenza militare segna un cambiamento significativo per questo quinto mandato del presidente Vladimir Putin – iniziato il 7 maggio – e mostra la prima vera cesura da quando decine di migliaia di truppe furono inviate da Mosca in Ucraina nel febbraio 2022. Ora molti si aspettano con il fiato sospeso che Nikolai Patrushev, già segretario del Consiglio di sicurezza, vada a capo dell’amministrazione presidenziale russa, ma non c’è nulla di scontato quando si tratta di Cremlino. Mentre la novità dell’arrivo di Andrej Belousov – già primo vice primo ministro – al Ministero della Difesa, non è solo un colpo di scena o la sfida più importante della vita per l’economista che ha saputo predire la crisi del 2008: Belousov al posto di Sergei Shoigu durante una guerra ibrida con l’intero Occidente, è anche un modo per integrare l’intero comparto Difesa con l’economia del Paese.


Belousov è un economista, figlio di un economista. Un monetarista divenuto keynesiano che si è convinto che lo Stato debba sottomettere le grandi imprese. Secondo alcuni si tratta di un segnale che la guerra durerà per molto tempo: il Paese con lui sta adattando la sua economia a questo. Il Cremlino ha spiegato la nomina del 65enne Belousov con il desiderio di ricostruire il comparto e l’integrazione tra il comparto e l’intera economia. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov ha affermato che l’arrivo di Belousov al Ministero della Difesa è collegato ai processi in corso nell’economia russa. “È molto importante – ha detto – adattare l’economia del comparto all’economia del paese. In modo che corrisponda alle dinamiche del momento attuale”, ha detto Peskov. Ma ci sono anche analisti secondo i quali Putin ha avviato questi strani rimpasti al Ministero della Difesa e in altri dipartimenti per prepararsi alla trattativa e a negoziati futuri, lasciando il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov al suo posto, dopo 20 anni di onorato servizio: a testimonianza che la porta della diplomazia non è chiusa.


Quello che salta agli occhi comunque è che Shoigu è stato cambiato ora – mentre è in corso una fase di avanzamanto sul campo di battaglia – e non quando lo stesso Shoigu venne preso di mira dalle critiche del fondatore della Wagner Yevgeny Prigozhin. Tuttavia il vice di Shoigu, Timur Ivanov, è stato arrestato il mese scorso con l’accusa di corruzione e gli è stato ordinato di rimanere in custodia in attesa di un’indagine ufficiale. L’arresto di Ivanov è stato ampiamente interpretato come un attacco a Shoigu. E tuttavia i forti legami tra Putin e Shoigu parlano da soli e sono di lunga data. L’ormai ex ministro della Difesa è stato a lungo uno stretto alleato di Putin, accompagnandolo a caccia e in ben note passeggiate a cavallo in Siberia, e dirigendo prima il Ministero russo per le situazioni di emergenza con un successo sicuramente maggiore rispetto al suo ultimo incarico. TANTO RUMORE, NESSUNA RIVOLUZIONE Il Cremlino e il Consiglio della Federazione hanno annunciato cambiamenti negli organi governativi che evidentemente hanno generato grande subbuglio, ma in realtà non costituiscono una rivoluzione. Piuttosto un assestamento in prospettiva. L’economista ed ex vice premier Belousov diventerà il nuovo ministro della Difesa. Il capo di stato maggiore, Valery Gerasimov, rimarrà – almeno per ora – al suo posto, e la nomina di un civile al Ministero della Difesa è necessaria non solo per l’innovazione in ambito militare, ma anche per l’integrazione dell’esercito nell’economia generale del Paese, ha spiegato il Cremlino.


Denis Manturov, che nel governo precedente ha ricoperto le cariche di ministro dell’Industria e del Commercio e di vice primo ministro, diventerà il primo vice primo ministro. Un altro vice primo ministro sarà Vitaly Savelyev (era ministro dei trasporti e prima ancora a capo dell’Aeroflot). E ora che Belousov passa alla Difesa, la sfera economica è andata ad Alexander Novak, che era vice primo ministro per l’Energia nel precedente governo. Mentre 4 governatori entrano al governo di Mishustin: Anton Alikhanov di Kaliningrad al posto di Manturov, Sergei Tsivilev di Kemerovo all’Energia (sua moglie è indicata come la nipote di Vladimir Putin dai media dell’opposizione) e Mikhail Degtyarev di Khabarovsk (del partito LDPR, è sopravvissuto alle proteste), che diventa Ministro dello Sport. E ancora Roman Starovoyt della regione di Kursk, una delle tre regioni bombardate più frequentemente dall’inizio della guerra della Russia contro l’Ucraina. Sarà lui il nuovo ministro dei Trasporti. (di Cristina Giuliano)

Putin avvia il rimpasto di governo che parla di una guerra lunga

Putin avvia il rimpasto di governo che parla di una guerra lungaMilano, 13 mag. (askanews) – Il rimpasto di governo russo concentrato sulla dirigenza militare segna un cambiamento significativo per questo quinto mandato del presidente Vladimir Putin – iniziato il 7 maggio – e mostra la prima vera cesura da quando decine di migliaia di truppe furono inviate da Mosca in Ucraina nel febbraio 2022. Ora molti si aspettano con il fiato sospeso che Nikolai Patrushev, già segretario del Consiglio di sicurezza, vada a capo dell’amministrazione presidenziale russa, ma non c’è nulla di scontato quando si tratta di Cremlino. Mentre la novità dell’arrivo di Andrej Belousov – già primo vice primo ministro – al Ministero della Difesa, non è solo un colpo di scena o la sfida più importante della vita per l’economista che ha saputo predire la crisi del 2008: Belousov al posto di Sergei Shoigu durante una guerra ibrida con l’intero Occidente, è anche un modo per integrare l’intero comparto Difesa con l’economia del Paese.


Belousov è un economista, figlio di un economista. Un monetarista divenuto keynesiano che si è convinto che lo Stato debba sottomettere le grandi imprese. Secondo alcuni si tratta di un segnale che la guerra durerà per molto tempo: il Paese con lui sta adattando la sua economia a questo. Il Cremlino ha spiegato la nomina del 65enne Belousov con il desiderio di ricostruire il comparto e l’integrazione tra il comparto e l’intera economia. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov ha affermato che l’arrivo di Belousov al Ministero della Difesa è collegato ai processi in corso nell’economia russa. “È molto importante – ha detto – adattare l’economia del comparto all’economia del paese. In modo che corrisponda alle dinamiche del momento attuale”, ha detto Peskov. Ma ci sono anche analisti secondo i quali Putin ha avviato questi strani rimpasti al Ministero della Difesa e in altri dipartimenti per prepararsi alla trattativa e a negoziati futuri, lasciando il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov al suo posto, dopo 20 anni di onorato servizio: a testimonianza che la porta della diplomazia non è chiusa.


Quello che salta agli occhi comunque è che Shoigu è stato cambiato ora – mentre è in corso una fase di avanzamanto sul campo di battaglia – e non quando lo stesso Shoigu venne preso di mira dalle critiche del fondatore della Wagner Yevgeny Prigozhin. Tuttavia il vice di Shoigu, Timur Ivanov, è stato arrestato il mese scorso con l’accusa di corruzione e gli è stato ordinato di rimanere in custodia in attesa di un’indagine ufficiale. L’arresto di Ivanov è stato ampiamente interpretato come un attacco a Shoigu. E tuttavia i forti legami tra Putin e Shoigu parlano da soli e sono di lunga data. L’ormai ex ministro della Difesa è stato a lungo uno stretto alleato di Putin, accompagnandolo a caccia e in ben note passeggiate a cavallo in Siberia, e dirigendo prima il Ministero russo per le situazioni di emergenza con un successo sicuramente maggiore rispetto al suo ultimo incarico. TANTO RUMORE, NESSUNA RIVOLUZIONE


Il Cremlino e il Consiglio della Federazione hanno annunciato cambiamenti negli organi governativi che evidentemente hanno generato grande subbuglio, ma in realtà non costituiscono una rivoluzione. Piuttosto un assestamento in prospettiva. L’economista ed ex vice premier Belousov diventerà il nuovo ministro della Difesa. Il capo di stato maggiore, Valery Gerasimov, rimarrà – almeno per ora – al suo posto, e la nomina di un civile al Ministero della Difesa è necessaria non solo per l’innovazione in ambito militare, ma anche per l’integrazione dell’esercito nell’economia generale del Paese, ha spiegato il Cremlino. Denis Manturov, che nel governo precedente ha ricoperto le cariche di ministro dell’Industria e del Commercio e di vice primo ministro, diventerà il primo vice primo ministro. Un altro vice primo ministro sarà Vitaly Savelyev (era ministro dei trasporti e prima ancora a capo dell’Aeroflot). E ora che Belousov passa alla Difesa, la sfera economica è andata ad Alexander Novak, che era vice primo ministro per l’Energia nel precedente governo. Mentre 4 governatori entrano al governo di Mishustin: Anton Alikhanov di Kaliningrad al posto di Manturov, Sergei Tsivilev di Kemerovo all’Energia (sua moglie è indicata come la nipote di Vladimir Putin dai media dell’opposizione) e Mikhail Degtyarev di Khabarovsk (del partito LDPR, è sopravvissuto alle proteste), che diventa Ministro dello Sport. E ancora Roman Starovoyt della regione di Kursk, una delle tre regioni bombardate più frequentemente dall’inizio della guerra della Russia contro l’Ucraina. Sarà lui il nuovo ministro dei Trasporti. (di Cristina Giuliano)

Spagna, exit poll: socialisti in vantaggio in Catalogna

Spagna, exit poll: socialisti in vantaggio in CatalognaRoma, 12 mag. (askanews) – Il candidato del Partito Socialista della Catalogna, Salvador Illa, è in vantaggio vinto nelle elezioni in Catalogna con un risultato di 37-40 seggi, che gli permetterebbe di governare con la sinistra se raggiungesse un accordo con Esquerra Republicana e i Comuni.


Secondo i dati di un sondaggio trasmesso da TVE e TV3 alla chiusura dei seggi elettorali, Illa migliorerebbe così il risultato rispetto ai 33 deputati ottenuti nel 2021. Il secondo posto andrebbe a Carles Puigdemont, che dichiarò unilateralmente l’indipendenza della Catalogna nel 2017.


Puigdemont, che era la terza forza nel 2021 con 32 seggi, ora migliorerebbe fino alla seconda posizione e salirebbe a 33-36 seggi, il che lo porterebbe molto vicino a Illa. Esquerra Republicana, che ha governato la Generalitat negli ultimi anni con Pere Aragonés alla guida, scende al terzo posto e passa da 33 a 24-27 deputati.


Il quarto posto potrebbe andare al Partito Popolare, che nel 2021 è stato il partito meno rappresentato nel Parlamento della Catalogna con appena tre rappresentanti. Ora più che triplica quel risultato e sale a 9-12 seggi. La quarta posizione è però in discussione con Vox, che alle ultime elezioni è stato il primo partito dopo PSC, ERC e Junts. Potrebbe restare sullo stesso livello o subire un leggero calo a dieci parlamentari.


La CUP perde consensi alle urne e scende dai nove di tre anni fa a 6-8. La stessa cosa accade al Commons, che scende da otto a 6-7. La sorpresa della serata arriverà dall’Alleanza Catalana, il partito indipendentista di estrema destra, che vincerà da 1 a 3 seggi nella Camera regionale. Da parte sua, Ciudadanos scompare dal Parlamento dopo non essere riuscita a ottenere rappresentanti rispetto ai sei ottenuti nel 2021.

Giornata degli infermieri, l’augurio di Tedros Ghebreyesus (Oms)

Giornata degli infermieri, l’augurio di Tedros Ghebreyesus (Oms)Roma, 12 mag. (askanews) – “Buona giornata internazionale degli infermieri. L’Organizzazione mondiale della Sanità e i suoi partner rendono omaggio a tutti gli infermieri di tutto il mondo per il loro impegno nel proteggere e salvare vite umane. Continuiamo a chiedere ai leader di investire nel miglioramento della formazione e delle condizioni di lavoro degli infermieri. Non ci sarà “salute per tutti” senza infermieri ben formati”. Lo ha scritto sui social il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Blinken: da Israele nessun piano credibile per proteggere i civili a Gaza

Blinken: da Israele nessun piano credibile per proteggere i civili a GazaRoma, 12 mag. (askanews) – Gli Stati Uniti non hanno ancora visto né “un piano chiaro e credibile per proteggere i civili” nel corso dell’operazione israeliana a Rafah, nel Sud della Striscia di Gaza, né “un piano su quello che accadrà una volta che sarà finito il conflitto a Gaza”. Lo ha detto il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, nell’intervista a “Face The Nation” sulla Cbs, aggiungendo: “E cosa stiamo vedendo in questo momento? Stiamo vedendo zone di Gaza che Israele aveva ripulito da Hamas, dove Hamas sta tornando, anche nel Nord, compresa Khan Younis”.


“Se guardiamo a Rafah – ha proseguito il segretario di Stato Usa – potrebbero entrare e avere qualche successo iniziale, ma, ma potenzialmente a un costo incredibilmente alto per i civili, ma non durevole, non sostenibile”. Per questo, ha riferito Blinken, gli Stati Uniti lavorano da “molte, molte settimane allo sviluppo di piani credibili per la sicurezza, per la governance, per la ricostruzione. Non l’abbiamo visto arrivare da Israele, abbiamo lavorato con i Paesi arabi e altri su quel piano”.

Tajani: l’Italia non invierà neanche un soldato in Ucraina

Tajani: l’Italia non invierà neanche un soldato in UcrainaRoma, 12 mag. (askanews) – “L’Italia non invierà neanche un soldato a combattere in Ucraina. Noi non siamo in guerra con la Russia. Difendiamo soltanto il diritto internazionale e il diritto all’indipendenza dell’Ucraina”. Lo ha ribadito oggi il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un’intervista a “In Mezz’Ora”, sottolineando che “non si è mai parlato di inviare truppe in Ucraina” nè durante riunioni europee, nè durante riunioni della Nato.


Secondo Tajani, non bisogna né sottovalutare né drammatizzare la situazione, piuttosto “seguire con la massima attenzione le mosse di Mosca”. E “non ci sono pericoli di attacchi alla Nato, questo mi sento di escluderlo”. Per il ministro degli Esteri, “il pericolo vero che esiste secondo me è quello di attacchi cibernetici, perchè ce ne sono già stati parecchi, ed esiste un pericolo di fake news, quindi di disinformazione. Disinformazione che ci sarà durante la campagna per le elezioni europee e che non va sottovalutata. Questi sono gli attacchi che sinceramente mi preoccupano”.

Il capo dell’esercito ucraino: a Kharkiv la situazione è difficile

Il capo dell’esercito ucraino: a Kharkiv la situazione è difficileRoma, 12 mag. (askanews) – Il comandante in capo delle forze armate ucraine, il generale Oleksandr Syrskyi, ha definito “difficile” la situazione nella regione di Kharkiv, dopo che Mosca ha intensificato l’offensiva a partire dallo scorso 10 maggio. Le truppe ucraine stanno combattendo nelle zone di confine e “stanno facendo di tutto per mantenere le loro linee e posizioni difensive”, ha detto Syrskyi, riferendo di “violente battaglie” contro “i tentativi degli occupanti russi di sfondare la nostra difesa” che “sono stati bloccati”.

Nuovo appello di Guterres (Onu) per un cessate fuoco “immediato” a Gaza

Nuovo appello di Guterres (Onu) per un cessate fuoco “immediato” a GazaRoma, 12 mag. (askanews) – Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha rinnovato oggi il suo appello “per un immediato cessate il fuoco” nella Striscia di Gaza, “il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e un aumento immediato degli aiuti umanitari” nell’enclave palestinese.


In un videomessaggio alla conferenza in corso in Kuwait su un partenariato efficace per un migliore aiuto umanitario, Guterres ha sottolineato che “il cessate il fuoco sarà solo l’inizio” e che “la strada sarà lunga per riprendersi da devastazione e da trauma”, per cui “la popolazione di Gaza avrà bisogno di partenariati ancora più forti e profondi per l’assistenza umanitaria e lo sviluppo a lungo termine, per rimettersi in piedi e ricostruire le proprie vite”.