Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Attacchi aerei Usa contro gli Houthi in Yemen, bombardati con gli stealth depositi di armi

Attacchi aerei Usa contro gli Houthi in Yemen, bombardati con gli stealth depositi di armiRoma, 17 ott. (askanews) – Gli Stati uniti hanno effettuato nelle prime ore del mattino una serie di attacchi nello Yemen contro i ribelli Houthi sostenuti dall’Iran. Lo ha riferito il Segretario alla Difesa Lloyd Austin in un comunicato.


Sono state prese di di mira con bombardieri stealth B-2 cinque strutture sotterranee, che secondo gli americani avrebbero fatto da depositi di armi. Le strutture, secondo quanto riferito da tre funzionari della difesa statunitensi a CNN dopo l’attacco, ospitavano armi convenzionali avanzate utilizzate per colpire navi militari e civili nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. “La nostra è stata una dimostrazione unica della capacità degli Stati Uniti di colpire strutture che i nostri avversari cercano di mantenere fuori dalla nostra portata, non importa quanto siano profondamente sotterranee, rinforzate o fortificate,” ha dichiarato Austin in un comunicato. “L’uso dei bombardieri stealth a lungo raggio B-2 Spirit dell’Aeronautica statunitense dimostra le capacità di attacco globale degli Stati Uniti per intervenire contro questi obiettivi quando necessario, in qualsiasi momento e ovunque”. È stata la prima volta che gli Stati Uniti hanno utilizzato il bombardiere stealth strategico per attaccare gli Houthi nello Yemen dall’inizio della campagna statunitense. Il B-2 è una piattaforma molto più grande rispetto ai caccia utilizzati finora per colpire le strutture e le armi degli Houthi, in grado di trasportare un carico di bombe molto più pesante.


Austin ha affermato di aver autorizzato gli attacchi su indicazione del presidente Joe Biden per “degradare ulteriormente” la capacità degli Houthi dopo oltre un anno di attacchi da parte degli Houthi contro navi statunitensi e internazionali nella regione. Le strutture contenevano “vari componenti di armi” utilizzate per colpire navi in Medio Oriente, ha aggiunto il segretario alla difesa. “Continueremo a chiarire agli Houthi che ci saranno conseguenze per i loro attacchi illegali e sconsiderati,” ha dichiarato il ministro americano.

Liam Payne, ex musicista degli One Direction, morto in Argentina

Liam Payne, ex musicista degli One Direction, morto in ArgentinaRoma, 16 ott. (askanews) – Il musicista e chitarrista britannico Liam James Payne, ex membro del gruppo One Direction, è deceduto in Argentina, dopo essere caduto dal terzo piano di un hotel del quartiere di Palermo, nella capitale Buenos Aires. Lo riferisce il Clarin, spiegando che la polizia è arrivata sul posto dopo una richiesta di intervento su un uomo molesto, probabilmente sotto effetto di droghe o alcol.


Al loro arrivo, gli agenti hanno trovato l’uomo disteso al suolo ed hanno appurato una caduta dal terzo piano dell’edificio. Gli inquirenti stanno cercando di capire se si sia trattato di un incidente o di suicidio. “Purtroppo aveva lesioni incompatibili con la vita e abbiamo dovuto constatare la morte, non c’era possibilità di rianimazione”, ha riferito a El Tiempo il personale di soccorso giunto sul posto.


Secondo le prime informazioni, Payne sarebbe precipitato da circa tredici o quattordici metri.

Il vertice Ue-Paesi del Golfo si chiude con un successo

Il vertice Ue-Paesi del Golfo si chiude con un successoBruxelles, 16 ott. (askanews) – E’ andato sorprendentemente bene il primo vertice, svoltosi oggi a Bruxelles, tra l’Ue e il Consiglio di cooperazione dei Paesi del Golfo, finito con l’adozione (che non era scontata) di una lunga e articoalta dichiarazione congiunta.


I punti della dichiarazione che più si temeva di non riuscire a chiudere con successo erano quello sull’escalation del conflitto in Medio Oriente, e soprattutto quello sulla guerra russo-ucraina. Alla fine, sul Medio Oriente si sono registrate convergenze importanti sulla richiesta di cessate il fuoco immediato sia a Gaza che in Libano, sulla condanna degli attacchi israeliani alle forze di pace Onu dell’Unifil in Libano, sull’insistenza, e anzi il rilancio dell’impegno per la soluzione a due Stati come unica prospettiva di pace sostenibile per il conflitto israelo-palestinese. E sul richiamo alla necessità di rispettare il diritto internazionale e il diritto umanitario, di consentire l’accesso senza ostacoli della popolazione civile della Striscia di Gaza all’assistenza umanitaria, sulla protezione dei civili, soprattutto i bambini, e sulla condanna degli attacchi alle infrastrutture civili. Quello che manca, dal punto di vista europeo, è una menzione di Hamas e degli Hezbollah per il ruolo che hanno avuto in questa escalation, così come manca un richiamo all’operazione terroristica di Hamas del 7 ottobre dell’anno scorso, che ha scatenarto la reazione sproporzionata di Israele.


E’ soprattutto nel paragrafo sulla Russia, comunque, che si registrano le sorprese positive maggiori. I paesi del Golfo non sono ostili alla Russia come l’Ue e l’Occidente, e sooprattutto non condividono le sanzioni economiche contro Mosca, che li danneggiano. Per questo, il testo della dichiarazione comune è particolarmente significativo per l’accento che mette sulla difesa del diritto internazionale, dei princìpi e del ruolo dell’Onu, del principio dell’inviolabilità della sovranità territoriale. “Riaffermiamo – si legge al punto 30 della dichiarazione – il nostro rispetto per la sovranità e l’integrità territoriale degli Stati e il loro impegno nei confronti dei principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario. In linea con la Carta delle Nazioni Unite, tutti gli Stati devono astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza per cercare l’acquisizione territoriale contro l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato. Sottolineiamo l’importanza di sostenere tutti gli sforzi per facilitare l’esportazione di cereali e di tutti i rifornimenti alimentari e umanitari per contribuire al raggiungimento della sicurezza alimentare per i paesi colpiti”.


E al punto 32, Ue e paesi del Golfo ricordano “la risoluzione ES-11/1 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ‘deplora nei termini più forti l’aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina in violazione dell’articolo 2 (4) della Carta’ e ‘chiede che la Federazione Russa ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze militari dal territorio dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale’”. “In linea con le risoluzioni adottate dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite ES-11/1, ES-11/2, ES 11/4 ed ES-11/6, – continua la dichiarazione – sottolineiamo la necessità di raggiungere, il più presto possibile, una pace globale, giusta e duratura in Ucraina, coerentemente con i principi della Carta delle Nazioni Unite. Riaffermiamo il nostro impegno per la sovranità, l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale, che si estendono alle sue acque territoriali”.


“Condanniamo gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili e critiche, in particolare nel settore energetico che, tra l’altro, aumenta i rischi per la sicurezza nucleare”, conclude il testo.

Libano, Katz: Israele non vuole arrecare danno a UNIFIL

Libano, Katz: Israele non vuole arrecare danno a UNIFILRoma, 16 ott. (askanews) – Israele “non ha alcuna intenzione di arrecare danno” all’UNIFIL, perché ritiene che le sue attività avranno “grande importanza”, ma solo “il giorno dopo” la guerra a Hezbollah. L’ha affermato oggi il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz in un suo post su X.


“Lo Stato di Israele attribuisce grande importanza alle attività di UNIFIL e non ha alcuna intenzione di danneggiare l’organizzazione o il suo personale”, ha scritto Katz, “Inoltre, Israele vede UNIFIL come un elemento chiave nel ‘giorno dopo’ la guerra contro Hezbollah”, continua il ministro degli Esteri israeliano. “E’ l’organizzazione terroristica di Hezbollah che utilizza il personale di UNIFIL come scudi umani, sparando deliberatamente contro i soldati dell’IDF da posizioni vicine a quelle di UNIFIL per creare attrito”, ha scritto ancora il capo della diplomazia israeliana.


“Lo Stato di Israele – ha concluso – continuerà a fare ciò che è necessario per ripristinare la sicurezza per i cittadini israeliani e permettere il ritorno sicuro dei residenti del nord nelle loro case, e continuerà a fare ogni sforzo per evitare di colpire UNIFIL, coordinandosi con i comandanti di UNIFIL e in conformità con il diritto internazionale”.

Scholz: necessario che Russia partecipi a conferenza su Ucraina

Scholz: necessario che Russia partecipi a conferenza su UcrainaRoma, 16 ott. (askanews) – E’ necessario che la Russia partecipi alla prossima conferenza sull’Ucraina e che ci sia un dialogo con il presidente russo Vladimir Putin, ha dichiarato mercoledì il cancelliere federale tedesco Olaf Scholz.


“Abbiamo tenuto una conferenza a Bürgenstock, in Svizzera, che si è chiusa con la conclusione: è necessaria un’altra (conferenza), alla quale, come ha detto il presidente dell’Ucraina (Vladimir Zelenskyj), anche la Russia deve partecipare. Ed è per questo che è giusto che quando “Se ci chiedono se parliamo con il presidente della Russia, diciamo di sì”, ha detto Scholz davanti alla Camera bassa del parlamento tedesco (Bundestag). Il cancelliere ha sottolineato che bisogna rispettare due principi: nessuna decisione verrà presa senza la partecipazione dell’Ucraina e senza un previo accordo tra i paesi partner della Germania.


Scholz ha inoltre promesso ancora una volta che continuerà a sostenere l’Ucraina finché sarà necessario. Il 15 e 16 giugno la Svizzera ha tenuto una conferenza sull’Ucraina alla quale hanno partecipato circa 100 paesi; La Russia non è stata invitata all’evento, mentre altri attori importanti come Cina, Brasile e India erano rappresentati da delegazioni di basso profilo.


Diversi Stati, tra cui Messico, Brasile, Sud Africa, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, India, oltre al Vaticano, non hanno firmato la dichiarazione finale, sottoscritta da circa 80 paesi, che chiede la restituzione della centrale nucleare di Kiev ai kiev. controllo di Zaporozhie, garantire la libertà di navigazione nel Mar Nero e nel Mar d’Azov e liberare tutti i prigionieri di guerra. Alla vigilia dell’evento, Putin ha formulato diverse condizioni chiave per l’avvio dei negoziati di pace, in particolare che l’Ucraina ritiri le truppe da quattro nuovi territori russi (Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporozhye), desista dall’adesione alla NATO e mantenga lo status di neutralità, non -allineati e non nucleari; e che tutte le sanzioni contro la Russia vengano revocate.


Zelenskyj, a sua volta, ha respinto la proposta, definendola un ultimatum.

Proroga bonus mobili al 50% nel 2025, Federlegno: ottima notizia

Proroga bonus mobili al 50% nel 2025, Federlegno: ottima notiziaMilano, 16 ott. (askanews) – Prorogato fino al 2025 il bonus al 50% sull’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. La notizia, annunciata nella conferenza stampa sulla manovra dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, è stata accolta con soddisfazione da FedrlegnoArredo. “La proroga per il 2025 del bonus mobili, unitamente all’innalzamento al 50% del bonus ristrutturazioni per le prime case, previste con la prossima Legge di bilancio sono un’ottima notizia per la filiera del legno-arredo” ha dichiarato, in una nota, il presidente Claudio Feltrin. “Consapevoli delle difficoltà che il governo deve affrontare per mantenere in ordine i conti dello Stato, – ha aggiunto – apprezziamo ancor di più la scelta di aver rinnovato misure che negli anni hanno dimostrato la loro efficacia a vantaggio dei consumatori e delle imprese del settore”.

Guerre, pace, sistema mondiale: gli incontri di “Sbilanciamoci”

Guerre, pace, sistema mondiale: gli incontri di “Sbilanciamoci”Roma, 16 ott. (askanews) – Di fronte al moltiplicarsi di guerre e conflitti, sempre più drammatici – dall’Ucraina al Medio Oriente – c’è la necessità di capire le nuove dinamiche della guerra e della pace, come cambia l’ordine mondiale, quali strumenti abbiamo per la soluzione pacifica dei conflitti.


“Guerre, pace, sistema mondiale” è un ciclo di incontri settimanali organizzato da “Sbilanciamoci!” che vuole coinvolgere le persone attive nella società civile e una nuova generazione di giovani, studentesse e studenti, offrendo loro competenze essenziali per sviluppare una visione critica sui temi della guerra e dalla pace. I relatori sono docenti universitari e protagonisti di organizzazioni sociali – tra i maggiori esperti in Italia – grazie ai quali verranno affrontati gli aspetti politici, militari, economici, sociali e storici dei conflitti, i casi di guerre in corso, le iniziative per la pace. Ogni appuntamento si concluderà con uno spazio dedicato alla discussione e al confronto con il pubblico partecipante, per il quale verranno inoltre messi a disposizione materiali di approfondimento.


Il ciclo di incontri è un’attività che può essere fruita anche da studenti universitari o da docenti delle scuole superiori e prevede il rilascio di un attestato di partecipazione, utile per ottenere crediti formativi. Gli incontri si terranno ogni lunedì dalle 17.15 alle 19.30, a partire dal 28 ottobre e fino a metà febbraio 2025, a Roma presso la Fondazione Basso, in via della Dogana vecchia 5, ad eccezione dell’incontro di lunedì 11 novembre, che si svolgerà eccezionalmente presso l’edificio di Lettere della Sapienza. Per garantire una più ampia partecipazione, tutti gli incontri verranno trasmessi anche in streaming, tramite il canale YouTube della Fondazione Basso.


La partecipazione, sia in presenza che online, è gratuita: è necessario iscriversi tramite il link al formulario per ricevere aggiornamenti eventuali sugli appuntamenti in calendario e comunicazioni future. I seminari “Guerra, pace, sistema mondiale” rientrano nel quadro di attività di Terza missione del progetto Pace e conflitto nel terzo millennio. Viaggio ai confini dell’Europa, coordinato dal Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo di Sapienza Università di Roma, che promuove il ciclo di incontri insieme alla Fondazione Lelio e Lisli Basso, in collaborazione con la Campagna Sbilanciamoci!, Rete italiana Pace e Disarmo, Greenpeace Italia e con il patrocinio di RUniPace – Rete delle università per la pace.

Zelensky presenterà il suo piano di pace al vertice Ue. Mosca lo ha già respinto

Zelensky presenterà il suo piano di pace al vertice Ue. Mosca lo ha già respintoRoma, 16 ott. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha presentato il “piano per la vittoria”, il suo piano di pace per fermare la guerra, ai parlamentari ucraini, e ha escluso la cessione di “territorio” alla Russia per porre fine alla guerra. “La Russia deve perdere la guerra contro l’Ucraina. Non può esserci un congelamento del fronte. Non può esserci alcuno scambio riguardo al territorio o alla sovranità dell’Ucraina”, ha affermato, aggiungendo che Kiev e i suoi alleati devono “costringere la Russia a partecipare a un vertice di pace e ad essere pronta a porre fine alla guerra”. Il capo di Stato ucraino ha anche denunciato il sostegno di Cina, Corea del Nord e Iran allo sforzo bellico della Russia. “La coalizione di criminali, con Vladimir Putin, ora include la Corea del Nord. Tutti vedono l’assistenza del regime iraniano a Putin. Lo stesso vale per la cooperazione della Cina con la Russia”, ha sottolineato Zelensky.


Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha proposto oggi, davanti ai parlamentari, di “dispiegare sul suo territorio una serie di misure deterrenti strategiche non nucleari, che saranno sufficienti a proteggere l’Ucraina da qualsiasi minaccia militare proveniente dalla Russia”. Zelensky ha chiarito che questo punto è dettagliato in un “allegato segreto” al suo piano di vittoria presentato a Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Italia e Germania. Zelensky ha inoltre chiesto nuovamente all’Occidente di revocare le restrizioni sulle armi a lungo raggio “su tutto il territorio ucraino occupato dalla Russia e sul territorio russo”, nonché di continuare gli aiuti per “l’equipaggiamento dei riservisti delle forze armate ucraine”. Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelenski ha annunciato, infine, che mercoledì presenterà il suo “piano per la vittoria” al vertice dell’Unione Europea giovedì. Il capo dello Stato ha inoltre esortato la Nato a invitare l’Ucraina, elemento “fondamentale” del piano di vittoria.


Il Cremlino ha già respinto oggi il piano di vittoria, presentato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Parlamento di Kiev. “L’unico piano di pace possibile è che il regime di Kiev comprenda che la sua politica è senza prospettiva e che è necessario svegliarsi”, ha detto alla stampa il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Il nuovo “piano di pace” di Vladimir Zelenskyj ripete il piano degli Stati Uniti di combattere la Russia fino all’ultimo ucraino, ha detto il Cremlino. “Da diverse settimane si parla di un piano di pace effimero, a quanto pare è lo stesso piano degli americani di lottare contro di noi fino all’ultimo ucraino, solo che ora Zelenskyj lo camuffa e lo chiama piano di pace”, ha detto il portavoce della Cremlino, Dmitri Peskov.

Oxfam: migliaia di persone al giorno muoiono di fame in paesi in guerra

Oxfam: migliaia di persone al giorno muoiono di fame in paesi in guerraRoma, 16 ott. (askanews) – Ogni giorno tra 7 e 21 mila persone muoiono letteralmente di fame in Paesi lacerati da conflitti. È la denuncia del nuovo rapporto diffuso oggi da Oxfam, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione. La quasi totalità dei 281,6 milioni di persone afflitte da malnutrizione acuta nel mondo vive in 54 paesi attraversati da guerre. Guerre che sono inoltre una delle principali cause del livello record di sfollati nel mondo, a oggi oltre 117 milioni. “In molti dei Paesi in conflitto, la fame viene sempre più spesso usata come arma di guerra. – spiega Francesco Petrelli, portavoce e policy advisor per la sicurezza alimentare di Oxfam Italia – C’è poi da ricordare che la distruzione sistematica di infrastrutture essenziali per la fornitura di energia e acqua potabile è contraria ad ogni norma del diritto internazionale e sta aumentando in modo esponenziale le sofferenze di milioni di persone”. È ciò che sta accadendo da oltre 1 anno a Gaza. “Nella Striscia in questo momento quasi mezzo milione di persone sta morendo di fame – aggiunge Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Una catastrofe umanitaria dovuta alle decisioni del governo israeliano, che dall’inizio dell’anno impedisce l’ingresso dell’83% degli aiuti alimentari necessari alla popolazione. Nel 2023 ne venivano bloccati il 34%, quindi siamo passati in media da due pasti al giorno prima dell’inizio del conflitto, a uno ogni due giorni”. MATERIE PRIME, GUERRE E FAME IN AFRICA E CENTRO AMERICA L’impatto della guerra sulla disponibilità di cibo – denuncia inoltre il report – sta provocando una catastrofe altrettanto grave in Sudan, dove in questo momento oltre 750 mila persone stanno morendo letteralmente di fame. Eppure il Paese – come altri 34 sui 54 analizzati – è ricco di risorse naturali e materie prime, incentrando la propria economia sulla loro esportazione. Basti pensare che il 95% dei proventi delle esportazioni del Sudan proviene dall’oro e dal bestiame; l’87% di quelle del Sud Sudan dai prodotti petroliferi; quasi il 70% di quelle del Burundi dal caffè. In America centrale, invece, progetti sempre più estesi di estrazione mineraria hanno provocato conflitti violenti, costringendo intere comunità ad abbandonare le proprie case. “Non è certo una coincidenza che la combinazione letale di guerra, sfollamenti forzati e fame, spesso si verifichi in Paesi ricchi di risorse naturali. – aggiunge Petrelli – Lo sfruttamento sempre più esteso di materie prime porta ad una maggiore instabilità politica e alla guerra. In contesti dove troppo spesso gli investimenti privati su larga scala – sia esteri che nazionali – hanno come obiettivo il controllo di terra e risorse idriche a danno delle comunità locali”. FAME E CRISI CLIMATICA I conflitti – denuncia ancora il dossier – spesso si sommano ad altri fattori come gli shock climatici, l’instabilità economica e le disuguaglianze, devastando i mezzi di sussistenza delle popolazioni locali. La crisi alimentare che sta colpendo l’Africa orientale e meridionale è causata dal susseguirsi di siccità e inondazioni sempre più intense e frequenti, che si sono sommate all’impennata dei prezzi dei prodotti alimentari a livello globale, seguita alla fine della pandemia e alla crisi in Ucraina. E i primi a fare le spese di tutto questo sono donne e bambini. IL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU CHIEDA CONTO DELL’USO DELLA FAME COME ARMA DI GUERRA “Mentre l’obiettivo di azzerare la fame entro il 2030 resta irraggiungibile – continua Petrelli – lanciamo un appello urgente al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, affinché chieda conto delle continue violazioni del diritto internazionale che in contesti di guerra come Gaza continuano ad essere commesse impunemente. La fame non può e non deve essere più usata come un’arma per mettere in ginocchio un intero popolo. Per spezzare questo circolo vizioso è essenziale affrontare insieme le cause alla base dei conflitti in corso e non solo offrire soluzioni temporanee”. “Allo stesso tempo non si può pensare di porre fine ai conflitti, ad esempio in Africa, senza sradicare le profonde disuguaglianze e le violazioni dei diritti umani che la alimentano. – conclude Petrelli – Gli sforzi per la Pace devono essere accompagnati da investimenti per sradicare la povertà, A partire dalle politiche per costruire coesione sociale e soluzioni economiche che diano priorità alla costruzione di sistemi alimentari sostenibili”. L’APPELLO AL G7 IN VISTA DELLA RIUNIONE DEI MINISTRI DELLO SVILUPPO In vista della riunione dei ministri G7 dello sviluppo del prossimo 22 ottobre che avrà al centro l’attuazione operativa dell’Apulia Food Systems Initiative (AFSI), Oxfam assieme alla società civile globale, riunita nel Civil7, chiede quindi con forza che le decisioni che verranno prese, soprattutto sul piano degli investimenti: ” promuovano un modello agro-ecologico; ” combattano con regole nuove le speculazioni finanziarie sul cibo; ” favoriscano la partecipazione alle decisioni dei piccoli contadini dei Paesi del sud globale; ” onorino gli impegni finanziari dei Paesi G7 per far fronte agli appelli dell’ONU sulle crisi alimentari in corso, ad oggi del tutto insufficienti.

Libano, bombardamenti israeliani a Nabatieh: morti il sindaco e altri civili

Libano, bombardamenti israeliani a Nabatieh: morti il sindaco e altri civiliRoma, 16 ott. (askanews) – A seguito di una decina di raid aerei israeliani contro Nabatieh, città del sud del Libano, “diverse persone” sono rimaste uccise tra cui il sindaco. Lo ha riferito il governatore della regione, Howaida Turk, all’Afp, parlando di “un massacro”.


In precedenza, Turk aveva detto sempre all’Afp che una decina di attacchi israeliani avevano preso di mira la città, guidata da Hezbollah e dal suo alleato, il movimento sciita Amal, e i suoi dintorni.