Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Argentina, sciopero generale contro Milei, paese paralizzato

Argentina, sciopero generale contro Milei, paese paralizzatoRoma, 9 mag. (askanews) – Lo sciopero generale di 24 ore indetto in Argentina indetto contro il governo dal principale sindacato del paese, la Confederazione Generale del Lavoro (CGT), sta paralizzando il paese. Strade deserte ad eccezione di quelle presidiate dai manifestanti, imprese e uffici chiusi e trasporti completamente bloccati. Molto alta l’adesione all’agitazione con scuole, ospedali, banche e imprese che vedono il loro normale funzionamento compromesso a causa delle difficoltà di spostamento degli abitanti del Paese.


La prova di forza dei lavoratori, appoggiata dall’altro centro sindacale del paese, la Centrale dei Lavoratori dell’Argentina e il suo ramo autonomo, è diretta contro le riforme liberiste portate avanti dal Governo di Javier Milei che hanno la loro misura di punta della cosidetta “legge omnibus” presentata dall’esecutivo al parlamento. La “legge omnibus” o Legge delle Basi e Punti di Partenza per la Libertà degli Argentini, in corso di elaborazione al Senato, consente la privatizzazione delle aziende pubbliche, conferisce poteri legislativi al presidente e introduce numerose riforme di vasta portata, come la riforma del lavoro, nuove tasse e una serie di misure per incoraggiare i grandi investimenti.

Emergenza Sorrisi: tavola rotonda su “cooperazione per accesso alle cure”

Emergenza Sorrisi: tavola rotonda su “cooperazione per accesso alle cure”Roma, 9 mag. (askanews) – Emergenza sorrisi ETS promuove insieme ad AEXPI, l’Associazione ex allievi Ivo Pitanguy, la tavola rotonda “Salute Globale e Cooperazione sanitaria internazionale. L’Impegno dell’Europa a sostegno della sanità nei Paesi con minori risorse”, che inaugura il Congresso Internazionale “AEXPI 2024 -When Science meets Beauty”, che vedrà il gotha della Chirurgia Plastica Brasiliana e internazionale affluire a Roma per discutere di Bellezza e Chirurgia nel 2024 (https://www.aexpiroma2024.com/), in un fitto programma di seminari e workshops.


Alla presenza di Esperti del terzo settore, nonché di esponenti del mondo della Cultura Accademica e della Diplomazia internazionale, Massimo Pronio, Responsabile della Comunicazione della rappresentanza in Italia della Comunità europea, aprirà i lavori della tavola rotonda (in programma giovedì 23 maggio 2024, alle ore 16:00, presso la Sala Esperienza Europa David Sassoli, in Piazza Venezia, 6 a Roma) che ha come focus la riflessione sull’importanza della cooperazione sanitaria internazionale a sostegno dei paesi con minori risorse. “Abbiamo la consapevolezza che la Salute globale costituisce la frontiera su cui siamo chiamati, in Italia e in Europa, a misurarci per la sostenibilità del futuro, proprio come in questi mesi il Governo italiano ha attentamente messo in primo piano con il piano Mattei, di cui Emergenza Sorrisi condivide i pilastri fondanti e già mette in opera con successo e risultati tangibili i principi ispiratori in molti paesi con minori risorse, puntando sulla formazione del personale sanitario locale nel quadro di missioni chirurgiche di alta specializzazione, volte a creare poli stabili di riferimento , formazione ed assistenza sanitaria specializzata in ogni Paese in cui è presente” – sottolinea Fabio Massimo Abenavoli, Presidenza di Emergenza Sorrisi. L’inaugurazione del Congresso Aexpi 2024 – che vede l’arrivo a Roma di oltre 100 Chirurghi Plastici provenienti da tutto il mondo – con una tavola rotonda dedicata alla Chirurgia nella Cooperazione Sanitaria per garantire la Salute fino ai confini più lontani e disagiati rafforza il senso della Chirurgia e della Medicina solidale che travalicano le frontiere intercontinentali, che Emergenza Sorrisi ETS porta avanti ormai da oltre 16 anni ed in cui crede, come valore istituzionale fondante della cooperazione per lo sviluppo dei Paesi con minori risorse.


In occasione del Convegno verrà presentata CHILD CARE ITALIAN NETWORK, la nascente rete di solidarietà ed accoglienza impegnata per garantire l’accesso alle cure delle bambine e dei bambini gravemente malati, provenienti da ogni continente ed esclusi da qualsiasi assistenza sanitaria nei loro Paesi d’origine e che vede tra i firmatari: Flying Angels Foundation è un’organizzazione non profit specializzata nel trasferimento aereo di bambine e bambini gravemente malati che necessitano di cure salvavita non disponibili nei loro paesi di origine.


Associazione KIM – ETS difende dal 1997 il diritto alla cura dei bambini e delle bambine malate più vulnerabili, provenienti in gran parte da Paesi in guerra o da Paesi senza strutture sanitarie adeguate. Emergenza Sorrisi ETS è un’organizzazione non governativa che ha operato in ben 25 Paesi nel mondo, portando il sorriso a tanti bambini colpiti da gravi malattie al volto, sequele di ustioni e ferite di guerra, e impegnandosi per il rispetto dei diritti dell’infanzia e la salvaguardia dell’ambiente per le generazioni attuali e future.


Una Voce Per Padre Pio Onlus, è organizzazione umanitaria internazionale, laica, apolitica, multi-confessionale, senza finalità di lucro che persegue fini di solidarietà sociale, che si realizzano attraverso attività di cooperazione atte allo sviluppo delle popolazioni dei Paesi del terzo mondo in promozione e difesa dei diritti dell’infanzia, dei giovani, dei diversamente abili, delle donne e di famiglie multiproblematiche. Cuore Fratello Onlus è un’associazione riconosciuta, che abbraccia la causa del diritto alla salute dei più deboli, e si impegna per garantire concretamente tale diritto innanzitutto ai bambini, con particolare attenzione a quelli cardiopatici dei Paesi in via di sviluppo. Il Castello dei Sorrisi è una organizzazione di volontariato con sede a Castel d’Azzano (VR). Si dedica prevalentemente all’organizzazione di viaggi umanitari a favore di bimbi che necessitano di interventi sanitari, non disponibili nei propri Paesi di origine.

Putin evoca lo “scontro globale” ma promette: ‘cercheremo di evitarlo’

Putin evoca lo “scontro globale” ma promette: ‘cercheremo di evitarlo’Milano, 9 mag. (askanews) – Tra minacce e propaganda, la Russia ha organizzato anche quest’anno la sua parata militare del Giorno della Vittoria mentre la guerra in Ucraina continua e i toni della dialettica del confronto con l’Occidente si fanno sempre più minacciosi. “La Russia farà di tutto per impedire uno scontro globale, ma non permetteremo a nessuno di minacciarci”, ha detto in modo molto diretto il presidente russo Vladimir Putin dal suo podio nella Piazza rossa, con le spalle rivolte al muro del Cremlino. E nelle sue parole si è sentita l’eco delle feroci polemiche degli ultimi giorni generate dall’intervista del capo di stato francese Emmanual Macron su un’eventuale partecipazione sul campo di Paesi occidentali nel confronto Mosca-Kiev. “Le nostre forze strategiche sono sempre in allerta”, ha aggiunto Putin, nel suo messaggio che ha mischiato la classica retorica del ricordo degli eroi della II guerra mondiale, con quella più nuova, che pone allo stesso livello chi è stato ora mandato a combattere da Mosca in Ucraina.


Putin, comandante in capo delle forze armate russe, ha passato in rassegna personale (oltre 9 mila uomini e donne) e mezzi (70) per la 21esima volta, in quello che è il suo 25esimo anno al potere, all’inizio di un quinto mandato presidenziale che durerà 6 anni. Ma ha dovuto ammettere che il Paese sta attraversando un “periodo difficile” e la parata a ranghi ridotti ha potuto mostrare un solo carro armato oltre ad altri mezzi blindati e lanciamissili. Numerosi attaggiamenti del leader russo sono un chiaro ammiccamento alla sensibilità popolare, nell’odierno bagno di folla. Non ultimo il continuo parlottare con il veterano Yevgeny Kuropatkov, seduto accanto a lui, che ha combattuto a Stalingrado e vicino a Leningrado durante il secondo conflitto mondiale. E che rappresenta meglio di altri un elemento unificatore del sentire comune russo e un richiamo alla immensa sofferenza e al sacrificio.


IL FREDDO E LA GUERRA L’evento annuale del 9 maggio commemora la vittoria sovietica sulla Germania nazista nella seconda guerra mondiale. La tv di stato ha trasmesso ogni momento della sfilata, sotto una neve ormai poco usuale in questo periodo dell’anno, persino per Mosca. I militari non a caso indossavano la divisa invernale. Ma la parata è sempre un’opportunità non solo per lo sfarzo e l’orgoglio, ma anche per la propaganda, con il Cremlino sempre più desideroso di tracciare paralleli tra la vittoria dell’Armata Rossa nel 1945 e l’attuale conflitto in Ucraina, che è ormai giunto al suo terzo anno. A fronte di risultati assai scarsi. Nelle ultime settimane, Kiev è stata costretta a ritirarsi in alcune aree, aprendo la strada alle forze russe per avanzare nelle aree intorno ad Avdiivka, una città conquistata a febbraio con un trionfo significativo per la Russia. In vista del Giorno della Vittoria, gli ufficiali militari ucraini hanno affermato che le forze russe miravano a conquistare la città strategica di Chasiv Yar entro il 9 maggio, ma non è ancora caduta nonostante la presa d’assedio.


PAESI OSTILI NON INVITATI Il Ministero degli Esteri russo ha affermato che i “paesi ostili” non sono stati invitati alla parata. Sulla lista degli invitati figuravano il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, i leader di Kazakistan, Tagikistan, Turkmenistan, Guinea Bissau e Cuba, oltre ai funzionari di altri paesi alleati. L’ufficio stampa del Cremlino ha fatto sapere in precedenza che Putin terrà colloqui separati con i leader di Cuba, Laos e Guinea-Bissau dopo la parata. “Respingiamo le pretese di esclusività di qualsiasi stato o alleanza. Sappiamo a cosa porta l’esorbitanza di tali ambizioni. La Russia farà di tutto per prevenire un conflitto globale, ma allo stesso tempo non permetteremo a nessuno di minacciarci. Le nostre forze strategiche sono sempre pronte al combattimento”, ha affermato Putin, a poche settimane dall’approvazione, ad aprile, del tanto atteso pacchetto di aiuti statunitensi da 61 miliardi di dollari all’Ucraina.


Le relazioni della Russia con l’Occidente si stavano deteriorando in realtà ben prima dell’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, ma da allora le fratture si sono approfondite. A seguito della guerra, le sanzioni internazionali contro la Russia si sono moltiplicate e sono emerse alleanze globali più radicate e divise, che contrappongono i paesi della Nato alla Russia e ai suoi alleati, come la Corea del Nord, l’Iran e la Cina. (di Cristina Giuliano)

Putin evoca “scontro globale” ma promette: ‘cercheremo di evitarlo’

Putin evoca “scontro globale” ma promette: ‘cercheremo di evitarlo’Milano, 9 mag. (askanews) – Tra minacce e propaganda, la Russia ha organizzato anche quest’anno la sua parata militare del Giorno della Vittoria mentre la guerra in Ucraina continua e i toni della dialettica del confronto con l’Occidente si fanno sempre più minacciosi. “La Russia farà di tutto per impedire uno scontro globale, ma non permetteremo a nessuno di minacciarci”, ha detto in modo molto diretto il presidente russo Vladimir Putin dal suo podio nella Piazza rossa, con le spalle rivolte al muro del Cremlino. E nelle sue parole si è sentita l’eco delle feroci polemiche degli ultimi giorni generate dall’intervista del capo di stato francese Emmanual Macron su un’eventuale partecipazione sul campo di Paesi occidentali nel confronto Mosca-Kiev. “Le nostre forze strategiche sono sempre in allerta”, ha aggiunto Putin, nel suo messaggio che ha mischiato la classica retorica del ricordo degli eroi della II guerra mondiale, con quella più nuova, che pone allo stesso livello chi è stato ora mandato a combattere da Mosca in Ucraina.


Putin, comandante in capo delle forze armate russe, ha passato in rassegna personale (oltre 9 mila uomini e donne) e mezzi (70) per la 21esima volta, in quello che è il suo 25esimo anno al potere, all’inizio di un quinto mandato presidenziale che durerà 6 anni. Ma ha dovuto ammettere che il Paese sta attraversando un “periodo difficile” e la parata a ranghi ridotti ha potuto mostrare un solo carro armato oltre ad altri mezzi blindati e lanciamissili. Numerosi attaggiamenti del leader russo sono un chiaro ammiccamento alla sensibilità popolare, nell’odierno bagno di folla. Non ultimo il continuo parlottare con il veterano Yevgeny Kuropatkov, seduto accanto a lui, che ha combattuto a Stalingrado e vicino a Leningrado durante il secondo conflitto mondiale. E che rappresenta meglio di altri un elemento unificatore del sentire comune russo e un richiamo alla immensa sofferenza e al sacrificio.


IL FREDDO E LA GUERRA L’evento annuale del 9 maggio commemora la vittoria sovietica sulla Germania nazista nella seconda guerra mondiale. La tv di stato ha trasmesso ogni momento della sfilata, sotto una neve ormai poco usuale in questo periodo dell’anno, persino per Mosca. I militari non a caso indossavano la divisa invernale.


Ma la parata è sempre un’opportunità non solo per lo sfarzo e l’orgoglio, ma anche per la propaganda, con il Cremlino sempre più desideroso di tracciare paralleli tra la vittoria dell’Armata Rossa nel 1945 e l’attuale conflitto in Ucraina, che è ormai giunto al suo terzo anno. A fronte di risultati assai scarsi. Nelle ultime settimane, Kiev è stata costretta a ritirarsi in alcune aree, aprendo la strada alle forze russe per avanzare nelle aree intorno ad Avdiivka, una città conquistata a febbraio con un trionfo significativo per la Russia. In vista del Giorno della Vittoria, gli ufficiali militari ucraini hanno affermato che le forze russe miravano a conquistare la città strategica di Chasiv Yar entro il 9 maggio, ma non è ancora caduta nonostante la presa d’assedio.


PAESI OSTILI NON INVITATI Il Ministero degli Esteri russo ha affermato che i “paesi ostili” non sono stati invitati alla parata. Sulla lista degli invitati figuravano il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, i leader di Kazakistan, Tagikistan, Turkmenistan, Guinea Bissau e Cuba, oltre ai funzionari di altri paesi alleati. L’ufficio stampa del Cremlino ha fatto sapere in precedenza che Putin terrà colloqui separati con i leader di Cuba, Laos e Guinea-Bissau dopo la parata. “Respingiamo le pretese di esclusività di qualsiasi stato o alleanza. Sappiamo a cosa porta l’esorbitanza di tali ambizioni. La Russia farà di tutto per prevenire un conflitto globale, ma allo stesso tempo non permetteremo a nessuno di minacciarci. Le nostre forze strategiche sono sempre pronte al combattimento”, ha affermato Putin, a poche settimane dall’approvazione, ad aprile, del tanto atteso pacchetto di aiuti statunitensi da 61 miliardi di dollari all’Ucraina. Le relazioni della Russia con l’Occidente si stavano deteriorando in realtà ben prima dell’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, ma da allora le fratture si sono approfondite. A seguito della guerra, le sanzioni internazionali contro la Russia si sono moltiplicate e sono emerse alleanze globali più radicate e divise, che contrappongono i paesi della Nato alla Russia e ai suoi alleati, come la Corea del Nord, l’Iran e la Cina. (Di Cristina Giuliano)

Hamas: Netanyahu ha riportato i negoziati al punto di partenza. Israele (per ora) resta al Cairo

Hamas: Netanyahu ha riportato i negoziati al punto di partenza. Israele (per ora) resta al CairoRoma, 8 mag. (askanews) – Una fonte di Hamas ha accusato il premier israeliano Benjamin Netanyahu di “aver riportato al punto di partenza i negoziati su un accordo per il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza”. Lo riporta il quotidiano del Qatar The New Arab, rilanciato da Haaretz. “Le famiglie degli ostaggi devono sapere che l’ultimo round di colloqui è l’ultima possibilità di riavere indietro i loro figli”, ha ammonito la fonte.


I colloqui sono ripresi al Cairo dopo che lunedì scorso Hamas ha accettato la proposta di cessate il fuoco presentata dai mediatori, giudicata da Israele “lontana” dal soddisfare le sue richieste. Un responsabile israeliano ha detto a Reuters che Israele non vede alcun segno di una svolta nei colloqui mediati dall’Egitto su una tregua con Hamas che libererebbe alcuni ostaggi di Gaza, ma sta mantenendo la sua delegazione composta da quelli che descrive come negoziatori di “medio livello” al Cairo per ora.

Ucraina, accordo Ue (unanime) per usare i proventi dei beni congelati russi

Ucraina, accordo Ue (unanime) per usare i proventi dei beni congelati russiBruxelles, 8 mag. (askanews) – Fonti diplomatiche da Bruxelles hanno annunciato oggi che è stato finalmente raggiunto tra i rappresentanti degli Stati membri l’accordo politico unanime per utilizzare dei proventi generati dai beni congelati russi nell’Ue, a seguito dell’invasione dell’Ucraina.


La proposta prevede che i proventi (escludendo uno 0,3% che sarà usato per pagare la gestione dell’operazione da parte del gruppo che detiene gli asset russi congelati, Euroclair) siano destinati per il 90% circa all’assistenza militare all’Ucraina e per il 10% alla ricostruzione del Paese. La presidenza di turno belga del Consiglio Ue farà sapere nel corso del pomeriggio in quale riunione del Comitato dei rappresentanti permanenti dei Ventisette o in quale riunione ministeriale verrà data l’approvazione formale alla misura.

Gaza, un’altra fossa comune nell’ospedale al Shifa. Unrwa: circa 50mila persone hanno lasciato Rafah

Gaza, un’altra fossa comune nell’ospedale al Shifa. Unrwa: circa 50mila persone hanno lasciato RafahRoma, 8 mag. (askanews) – Gli operatori sanitari hanno rinvenuto una terza fossa comune all’interno dell’ospedale al-Shifa di Gaza City, recuperando finora 49 corpi. Lo ha riferito oggi l’ufficio stampa del governo della Striscia di Gaza controllato da Hamas, citato da Al Jazeera. Le autorità di Gaza hanno precisato che sono sette le fosse comuni trovate finora all’interno degli ospedali dell’enclave palestinese.


Due giorni fa, sette esperti Onu per i diritti umani hanno diffuso un comunicato di condanna della “violenza sistematica contro i palestinesi a Gaza, soprattutto contro donne e bambini”, riferendo di “390 corpi scoperti in fosse comuni” negli ospedali Al Shifa e Nasser”. “Siamo inorriditi dai dettagli che emergono dalle fosse comuni recentemente portate alla luce nella Striscia di Gaza – si legge nel comunicato – oltre 390 corpi sono stati scoperti negli ospedali Nasser e Al Shifa, compresi quelli di donne e bambini, molti dei quali mostrano segni di tortura e di esecuzioni sommarie, e possibili casi di persone sepolte vive”.


Intanto, “circa 50.000 persone” hanno lasciato la città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, nelle ultime 48 ore dopo l’ordine di evacuazione arrivato da Israele. Lo ha detto alla Cnn il vice direttore per gli Affari a Gaza dell’agenzia Onu Unrwa, Scott Anderson. “Abbiamo registrato circa 50.000 persone in partenza da Rafah nelle ultime 48 ore. Li abbiamo visti andare a Khan Younis, alcuni sono andati nell’area umanitaria ampliata di Al-Mawasi, altri sono andati a Deir al-Balah”, ha precisato Anderson. Lunedì scorso l’esercito israeliano ha ordinato ai residenti dei quartieri orientali di Rafah di lasciare immediatamente la zona, consigliando di recarsi nell’area umanitaria della città costiera Al-Mawasi. Interpellato su questa area, Anderson ha detto che “certamente non ha le infrastrutture che ci si aspetterebbe”, aggiungendo che ospita già oltre 400.000 persone: “È essenzialmente una zona sabbiosa, quindi non ci sono infrastrutture fognarie, né infrastrutture idriche. Non ci sono strade che portano lì”. Riguardo a Khan Younis, il funzionario Unrwa ha rimarcato che le persone si troveranno in un’area devastata dalla guerra. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha anche affermato che non sono ancora arrivati a Gaza aiuti attraverso il valico di Kerem Shalom, di cui Israele ha annunciato la riapertura da questa mattina, e che non c’è nessuno a riceverli, da parte palestinese. Kerem Shalom è il principale terminal merci di Gaza. Il valico di Rafah è un canale vitale per gli aiuti umanitari sin dall’inizio della guerra ed è l’unico punto di passaggio in cui le persone possono entrare e uscire. Ma “non stiamo ricevendo alcun aiuto nella Striscia di Gaza, nell’area del valico di Rafah sono in corso operazioni militari: ci sono stati continui bombardamenti in quest’area durante il giorno”. Lo ha scritto su X il vice direttore dell’agenzia Onu Unrwa per gli Affari a Gaza, Scott Anderson. “Né carburante né aiuti sono entrati nella Striscia di Gaza e questo è disastroso per la risposta umanitaria”, ha aggiunto.

La Russia rivendica la conquista di altri due villaggi ucraini

La Russia rivendica la conquista di altri due villaggi ucrainiRoma, 8 mag. (askanews) – L’esercito russo ha affermato di aver conquistato due villaggi ucraini situati a est e a nordest, approfittando della mancanza di munizioni e di reclute delle forze ucraine per guadagnare terreno.


Il ministero della Difesa russo ha dichiarato in un comunicato di aver “liberato” i villaggi di Novokalynove, nell’oblast di Donetsk, dove i suoi soldati stanno avanzando nelle ultime settimane, e quello di Kyslivka, nell’oblast di Kharkiv (nordest). Nella notte, inoltre, diverse città ucraine sono state colpite da aerei russi, che hanno sferrato un massiccio attacco missilistico e attaccato impianti energetici in 6 regioni. La difesa aerea è stata attivata sia nella capitale Kiev che a Leopoli, nell’ovest del Paese.

Gli Usa hanno sospeso la spedizione di bombe a Israele. L’Idf minimizza il ritardo

Gli Usa hanno sospeso la spedizione di bombe a Israele. L’Idf minimizza il ritardoMilano, 8 mag. (askanews) – Gli Stati Uniti hanno sospeso la spedizione di bombe a Israele a causa delle preoccupazioni sul potenziale utilizzo nell’incursione di Rafah. Secondo i media americani, la scorsa settimana gli Stati Uniti hanno trattenuto un invio di bombe a Israele a causa del timore che Israele potesse lanciare un’operazione su vasta scala a Rafah.


Il riferimento è a un alto funzionario dell’amministrazione Biden come fonte dell’informazione. La spedizione, trattenuta la settimana scorsa, comprende 1.800 bombe del peso di oltre 900 chili e 1.700 bombe del peso di 226 chili, dice la Cnn. Lunedì Israele ha effettuato quella che gli Stati Uniti hanno descritto come un’operazione “limitata” a Rafah , prendendo il controllo del valico di frontiera con l’Egitto che è un’ancora di salvezza vitale per gli aiuti umanitari.


Dal canto suo, l’esercito israeliano è sembrato oggi sminuire il blocco di una spedizione di armi da parte degli Stati Uniti preoccupati per l’operazione lanciata nella città di Rafah, nel sud di Gaza, affermando che gli alleati risolveranno qualsiasi disaccordo “a porte chiuse”. Intervenendo ad una conferenza ospitata dal quotidiano Yedioth Ahronoth, il portavoce militare Daniel Hagari ha descritto il coordinamento tra Israele e gli Stati Uniti di “una portata senza precedenti, credo, nella storia”.

Xi in Serbia, tempestività che esprime aperta critica alla Nato

Xi in Serbia, tempestività che esprime aperta critica alla NatoMilano, 8 mag. (askanews) – Il leader cinese Xi Jinping oggi visita la Serbia, con un timing che vuole apparire evidentemente una critica palese alla Nato: la Serbia è il principale partner della Cina nei Balcani e Xi dovrebbe discutere nuovi investimenti con il presidente Aleksandar Vucic. Xi è giunto nella notte e ha un programma di giornata che parla da solo.


L’incontro è tra due capi di Stato che hanno un atteggiamento ostile nei confronti dell’Alleanza: il giorno della visita di Xi ricorda i 25 anni da quando gli aerei da combattimento della NATO colpirono con i missili l’ambasciata cinese a Belgrado, uccidendo tre giornalisti cinesi. “Non dimenticheremo mai questo (attacco missilistico)”, ha scritto Xi sulle colonne del quotidiano serbo Politika. L’attacco missilistico fece parte di una campagna di bombardamenti della NATO per cercare di convincere il presidente jugoslavo Slobodan Milosevic a ritirare le sue forze dal Kosovo. Xi è stato in Serbia l’ultima volta nel 2016, la prima visita del presidente cinese in Serbia dopo 32 anni, e in quell’occasione è stata firmata la Dichiarazione sul partenariato strategico. In serata raggiungerà l’Ungheria.


Vucic ha incontrato Xi lo scorso ottobre a Pechino, durante il terzo forum “Belt and Road”, durante il quale sono stati firmati 18 accordi, tra cui quello di libero scambio tra Serbia e Cina, che dovrebbe entrare in vigore a breve. Per l’arrivo di Xi a Belgrado sono state adottate grandi misure di sicurezza: la sua delegazione sarà protetta da 3.400 poliziotti, apprende Tanjug. E verrà accolto dai caccia serbi MiG-29 che seguiranno il suo aereo dal confine, e in suo onore all’aeroporto di Belgrado sarà schierata la guardia dell’esercito serbo.


Lungo l’autostrada a Belgrado verranno posizionate le bandiere cinese e serba, davanti al Palazzo di Serbia sarà organizzata la cerimonia di benvenuto della delegazione cinese, composta da 400 persone, ed è prevista la firma di oltre 30 accordi. Questa è la prima visita del presidente Xi in Europa negli ultimi cinque anni, dallo scoppio della pandemia di covid-19, e durante questo tour europeo visiterà solo tre capitali europee: Parigi, Belgrado e Budapest.


Lunedì Xi ha visitato Parigi, dove ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il Presidente della Cina è accompagnato dalla moglie Peng Liyuan, membro del Comitato Principale dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (PCC), dal direttore dell’Ufficio Generale del Comitato Centrale del PCC Cai Qi, nonché da in qualità di membro dell’Ufficio politico del Comitato centrale del PCC e ministro degli Esteri Wang Yi, riferisce la radio internazionale cinese.