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Crosetto: la Nato si apra a Paesi diversi, anche islamici

Crosetto: la Nato si apra a Paesi diversi, anche islamiciRoma, 6 mag. (askanews) – “La Nato deve essere un’organizzazione aperta, deve mettere insieme Paesi diversi, islamici, cattolici, protestanti, ebrei, con un’idea di regole del mondo che garantiscano innanzitutto la sicurezza e la pace delle nostre comunità”. Lo ha detto oggi il ministro della Difesa, Guido Crosetto, alla riunione del Gruppo speciale Mediterraneo e Medio Oriente dell’Assemblea parlamentare della Nato. “La divisione tra Occidente e altri Paesi non l’accetto. La divisione tra Nato da una parte e Brics dall’altra è antistorica”, ha aggiunto Crosetto.

Crosetto: la possibile operazione di Israele a Rafah ci preoccupa moltissimo

Crosetto: la possibile operazione di Israele a Rafah ci preoccupa moltissimoRoma, 6 mag. (askanews) – La possibile offensiva militare di Israele a Rafah “certo, ci preoccupa”: “preoccupa me e tutti noi, moltissimo”. Così il ministro della Difesa Guido Crosetto a margine della riunione del Gruppo speciale Mediterraneo e Medioriente dell’Assemblea parlamentare Nato. “Da mesi stiamo cercando anche in quell’area di trovare una via per una de-escalation, una via per la tregua”, ha commentato Crosetto, aggiungendo che “sicuramente questo non aiuterà la situazione nell’area, né nell’area specifica di Gaza né nei rapporti con i vicini”. “Abbiamo provato a spiegare il nostro punto di vista a Israele, che è un paese sovrano. Ci auguriamo che qualsiasi tipo di conseguenze sulla popolazione civile sia scongiurato”, ha concluso Crosetto.

L’esercito israeliano: l’evacuazione da Rafah interesserà circa 100.000 persone

L’esercito israeliano: l’evacuazione da Rafah interesserà circa 100.000 personeRoma, 6 mag. (askanews) – Le forze di difesa israeliane hanno riferito oggi di voler spostare circa 100.000 persone da Rafah nell’ambito di una evacuazione “di portata limitata”, annunciata questa mattina.


Il tenente colonnello Nadav Shoshani, portavoce dell’esercito, ha detto che a circa 100.000 persone è stato ordinato di trasferirsi in una vicina zona umanitaria allestita da Israele, chiamata al-Mawasi. Secondo quanto riporta l’Associated Press, Shoshani ha detto che Israele ha pubblicato una mappa dell’area di evacuazione e che gli ordini sono stati impartiti tramite volantini lanciati dal cielo, messaggi di testo e trasmissioni radiofoniche.

La madre di Matteo Falcinelli: rientrerà in Italia a breve. Grazie a Tajani

La madre di Matteo Falcinelli: rientrerà in Italia a breve. Grazie a TajaniRoma, 6 mag. (askanews) – “Matteo rientrerà in Italia a breve, poi ritornerà per il semestre estivo”. Queste le parole di Vlasta Studenicova, la madre di Matteo Falcinelli, ad Agorà RaiTre.


“La prima cosa che mi ha detto che mi ha commosso molto è che, con le lacrime negli occhi, mi ha detto: ‘Mamma quello che ho vissuto è stato terribile. Ho tentato il suicidio più volte’, ha raccontato la donna. “Ringrazio il Ministro Tajani che ci ha chiamato ieri personalmente, che ci è stato di grande aiuto e supporto. Il governo sta lavorando … per aiutare Matteo a terminare i suoi studi negli Stati Uniti a laurearsi”, ha concluso.

Mosca avvia i preparativi per le esercitazione su armi nucleari tattiche

Mosca avvia i preparativi per le esercitazione su armi nucleari tatticheRoma, 6 mag. (askanews) – Lo Stato Maggiore russo, su ordine del presidente Vladimir Putin, ha iniziato i preparativi per un’esercitazione con formazioni missilistiche del Distretto Militare Meridionale che coinvolgeranno a breve le forze aeree e navali: lo ha dichiarato il ministero della Difesa russo, riportato da Ria Novosti. L’esercitazione, precisa il ministero, “è finalizzata a mantenere la prontezza dei militari e degli equipaggiamenti per l’uso in combattimento di armi nucleari tattiche al fine di garantire l’integrità territoriale e la sovranità della Federazione Russa in risposta alle dichiarazioni provocatorie e alle minacce di funzionari occidentali”. “Su istruzioni del comandante supremo delle Forze armate della Federazione Russa, al fine di aumentare la prontezza delle forze nucleari non strategiche a svolgere
missioni di combattimento, lo Stato Maggiore ha iniziato i preparativi per l’esercitazione che si terrà nel prossimo futuro con le formazioni missilistiche del Distretto militare meridionale con il coinvolgimento dell’aviazione e delle forze della Marina”, si legge nel comunicato. Il Distretto militare meridionale è uno dei cinque distretti militari delle Forze Armate russe, e comprende, oltre alla regione del Caucaso russo, la Crimea e i territori ucraini parzialmente occupati e dichiarati annessi da Mosca: Donetsk, Kherson, Lugansk, e Zaporizhzhia.



Crosetto: l’Europa non può accettare che Putin arrivi fino a Kiev

Crosetto: l’Europa non può accettare che Putin arrivi fino a KievRoma, 6 mag. (askanews) – “Se” i russi “dovessero espugnare la capitale ucraina, si aprirebbe uno scontro drammatico. Ed avremmo la smentita totale di quelli che, anche da noi, ripetono: beh, anche la Russia ha le sue ragioni e in fondo voleva soltanto le due regioni dove si parla russo. Purtroppo temo che Putin voglia tutta l’Ucraina e in più nessuno ci assicura che si fermerà all’Ucraina. E’ evidente che ha in mente un ordine internazionale, in cui chi è più forte, se e quando vuole, si prende le altre nazioni”. Così, il ministro della Difesa Guido Crosetto in un’intervista al Messaggero.


Il presidente russo, secondo Crosetto, non va comunque fermato, nei modi indicati da Emmanuel Macron, che ha più volte accennato alla possibilità di inviare truppe Nato sul terreno. “No, così rischiamo di arrivare al punto di non ritorno”, commenta il ministro. “Lo stesso che avremmo se Putin mettesse nel mirino anche i Paesi baltici o la Polonia, come non è affatto impossibile. A quel punto la Nato avrebbe l’obbligo, sancito dall’articolo 5 del patto atlantico, di schierarsi militarmente al fianco del Paese interno alla Nato che viene aggredito”.

Mosca: 6 morti e 33 feriti in un attacco ucraino con droni a Belgorod

Mosca: 6 morti e 33 feriti in un attacco ucraino con droni a BelgorodRoma, 6 mag. (askanews) – Almeno sei persone sono morte e altre 33 sono rimaste ferite in un attacco ucraino con droni alla provincia russa di Belgorod: lo hanno riferito oggi le autorità locali, citate dalla Ria Novosti. I droni ucraini hanno attaccato due auto nel distretto Borisovsky, della regione russa di Belgorod, uccidendo sei persone e ferendone altre 33, ha detto il capo del distretto Vladimir Pereverzev.


“Oggi, due auto che trasportavano i dipendenti dei nostri allevamenti di suini, il gruppo di aziende ‘Agro-Belogorye’, sono state attaccate da droni” ucraini e “33 persone sono rimaste ferite, sfortunatamente sei sono state uccise”, ha detto Pereverzev durante una riunione del governo.

In Medio oriente negoziati in stallo: la guerra prosegue (16 morti a Rafah)

In Medio oriente negoziati in stallo: la guerra prosegue (16 morti a Rafah)Roma, 6 mag. (askanews) – Mentre i negoziati per una tregua in Medio Oriente sono nuovamente finiti in un vicolo cieco, i combattimenti tra Israele e Hamas continuano. Sedici persone appartenenti a due famiglie sono state uccise in attacchi israeliani su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, mentre tre membri dell’Idf hanno perso la vita, falciati da razzi lanciati proprio dalla città meridionale palestinese, al confine con l’Egitto. Nella notte, intanto, il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin ha parlato con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant dei negoziati in corso sugli ostaggi, degli sforzi di assistenza umanitaria e della situazione a Rafah, dove Israele ha iniziato l’evacuazione dei civili, in vista di un apossibile operazione contro Hamas.


Gli sforzi per una tregua nella Striscia di Gaza si stanno scontrando con l’inflessibilità di entrambi gli schieramenti, un’impasse da cui i mediatori internazionali dovranno cercare di uscire già oggi, nel corso di un “incontro di emergenza” in Qatar. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito ieri che Israele non può “accettare” le richieste del movimento islamico, che chiede un cessate il fuoco definitivo nel territorio palestinese come prerequisito per qualsiasi accordo, in particolare sul rilascio degli ostaggi. A nulla sono serviti, finora, gli sforzi della comunità internazionale per giungere a un accordo. Nonostante gli avvertimenti internazionali – e mentre molti guardano con interesse al possibile ruolo della Cina, il cui presidente Xi Jinping è arrivato ieri in Francia per la prima tappa del suo tour europeo – Netanyahu continua a minacciare di lanciare un’offensiva sulla città di Rafah, “con o senza” un accordo di tregua. Il leader di Hamas, Ismaïl Haniyeh, che risiede in Qatar, da parte sua ha accusato il primo ministro dello Stato ebraico di “sabotare gli sforzi dei mediatori” in vista di una tregua, riunitisi al Cairo in assenza di Israele.


L’offerta dei paesi mediatori – Qatar, Egitto e Stati Uniti -, presentata ad Hamas alla fine di aprile, prevede una tregua associata alla liberazione degli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza, in cambio dei prigionieri palestinesi detenuti da Israele. Ma un funzionario di Hamas ha detto ieri che il movimento “non accetterà in nessun caso un accordo che non preveda esplicitamente la fine della guerra”. La delegazione di Hamas al Cairo, partita ieri sera per Doha per consultazioni, dovrà tornare in Egitto domani “per completare i negoziati”, ha indicato un media vicino all’intelligence egiziana, Al-Qahera News.Intanto, sul terreno, si continua a combattere e a morire. Sedici persone appartenenti a due famiglie sono state uccise ieri sera in attacchi israeliani che hanno preso di mira due case a Rafah e nei suoi dintorni, nel sud della Striscia, ha appreso l’Afp dai soccorritori e da una fonte ospedaliera. Il personale di soccorso ha segnalato nove morti nella “famiglia Al Attar” e altri sette nella “famiglia Keshta”. Una fonte ospedaliera ha confermato il bilancio dei due attacchi, precisando che sono avvenuti “nel campo profughi di Yebna a Rafah e nei dintorni di Al Salam”. Tre soldati israeliani sono stati uccisi e altri 12 sono rimasti feriti, invece, nel lancio di razzi di Hamas su Kerem Shalom, il principale punto di passaggio per gli aiuti umanitari da Israele alla Striscia. Secondo l’Idf, tra i feriti figurano “tre soldati gravemente colpiti”. L’attacco è stato rivendicato dalle Brigate Ezzedine al-Qassam, braccio armato di Hamas, che ha costretto Israele a chiudere il valico utilizzato per trasportare gli aiuti a Gaza.


In risposta, l’aeronautica militare ha reagito distruggendo i lanciarazzi di Hamas, ha detto il portavoce militare Peter Lerner in una conferenza stampa. “Questo è un evento molto grave dal nostro punto di vista, è inaccettabile, e l’esercito israeliano sta indagando sul motivo per cui i soldati sono stati uccisi mentre suonava la sirena d’allarme”, ha commentato.

Israele ha iniziato l’evacuazione dei civili da Rafah

Israele ha iniziato l’evacuazione dei civili da RafahRoma, 6 mag. (askanews) – Israele ha iniziato l’evacuazione di parti della popolazione civile di Rafah, nel sud di Gaza. Le organizzazioni umanitarie internazionali e palestinesi sono state informate dei dettagli dell’evacuazione, riferisce il quotidiano Haaretz.


Israele ha annunciato nelle ultime ore che il valico di frontiera di Kerem Shalom rimarrà chiuso dopo che un razzo lanciato domenica da Gaza è caduto nelle vicinanze, uccidendo tre soldati.Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha detto che è prevista presto un’operazione a Rafah, tuttavia sembra che l’attività dell’esercito nella zona sia progettata per esercitare pressioni su Hamas nell’ambito dei negoziati per la liberazione degli ostaggi e non comporti una manovra per controllare la città, riferisce Haaretz. I progressi nei negoziati potrebbero portare Israele a riconsiderare l’azione militare nell’area, aggiunge il quotidiano.

Ucraina, Xi Jinping vuole lavorare per risolvere crisi

Ucraina, Xi Jinping vuole lavorare per risolvere crisiRoma, 5 mag. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping, arrivato domenica a Parigi per una visita di Stato, afferma su Le Figaro che intende “lavorare con la Francia e l’intera comunità internazionale” per “risolvere la crisi” in Ucraina.


“Ci auguriamo che la pace e la stabilità ritornino rapidamente in Europa e intendiamo lavorare con la Francia e l’intera comunità internazionale per trovare buone strade per risolvere la crisi”, scrive il numero uno della superpotenza asiatica in un articolo pubblicato dal quotidiano Le Figaro. “Comprendiamo lo sconvolgimento che la crisi ucraina sta causando agli europei. La Cina non è l’origine di questa crisi, né ne è parte o partecipante”, aggiunge il leader cinese.


Xi Jinping assicura di aver “sempre svolto un ruolo costruttivo per promuovere una soluzione pacifica” nel conflitto tra Russia e Ucraina. Il presidente cinese ricorda di aver invitato in più occasioni “a rispettare gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, a rispettare la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi, a tenere conto delle legittime preoccupazioni di sicurezza delle diverse parti, e di aver insistito sulla necessità imperativo non usare armi nucleari né intraprendere una guerra nucleare”.


La Cina, aggiunge, “ha fornito all’Ucraina aiuti umanitari e il nostro inviato speciale ha effettuato diversi viaggi nei paesi interessati”. Durante la visita di Xi Jinping in Francia fino a martedì, il presidente francese Emmanuel Macron intende sostenere la “reciprocità” commerciale e la ricerca di una soluzione alla guerra in Ucraina di fronte a un presidente cinese che continua a mostrare il suo sostegno alla Russia.


Parigi vuole garantire che la Cina, il principale alleato del presidente russo Vladimir Putin, non riceva un chiaro sostegno al suo sforzo bellico contro Kiev. Anche “incoraggiarla a usare le leve” di cui dispone su Mosca per “contribuire alla soluzione di questo conflitto”, secondo l’Eliseo. Emmanuel Macron ha lanciato lo stesso messaggio un anno fa durante la sua visita di stato in Cina, con risultati modesti. Dopo la Francia, il presidente cinese visiterà Serbia e Ungheria, due Paesi rimasti vicini a Mosca.