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Mosca: 6 morti e 33 feriti in un attacco ucraino con droni a Belgorod

Mosca: 6 morti e 33 feriti in un attacco ucraino con droni a BelgorodRoma, 6 mag. (askanews) – Almeno sei persone sono morte e altre 33 sono rimaste ferite in un attacco ucraino con droni alla provincia russa di Belgorod: lo hanno riferito oggi le autorità locali, citate dalla Ria Novosti. I droni ucraini hanno attaccato due auto nel distretto Borisovsky, della regione russa di Belgorod, uccidendo sei persone e ferendone altre 33, ha detto il capo del distretto Vladimir Pereverzev.


“Oggi, due auto che trasportavano i dipendenti dei nostri allevamenti di suini, il gruppo di aziende ‘Agro-Belogorye’, sono state attaccate da droni” ucraini e “33 persone sono rimaste ferite, sfortunatamente sei sono state uccise”, ha detto Pereverzev durante una riunione del governo.

In Medio oriente negoziati in stallo: la guerra prosegue (16 morti a Rafah)

In Medio oriente negoziati in stallo: la guerra prosegue (16 morti a Rafah)Roma, 6 mag. (askanews) – Mentre i negoziati per una tregua in Medio Oriente sono nuovamente finiti in un vicolo cieco, i combattimenti tra Israele e Hamas continuano. Sedici persone appartenenti a due famiglie sono state uccise in attacchi israeliani su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, mentre tre membri dell’Idf hanno perso la vita, falciati da razzi lanciati proprio dalla città meridionale palestinese, al confine con l’Egitto. Nella notte, intanto, il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin ha parlato con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant dei negoziati in corso sugli ostaggi, degli sforzi di assistenza umanitaria e della situazione a Rafah, dove Israele ha iniziato l’evacuazione dei civili, in vista di un apossibile operazione contro Hamas.


Gli sforzi per una tregua nella Striscia di Gaza si stanno scontrando con l’inflessibilità di entrambi gli schieramenti, un’impasse da cui i mediatori internazionali dovranno cercare di uscire già oggi, nel corso di un “incontro di emergenza” in Qatar. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito ieri che Israele non può “accettare” le richieste del movimento islamico, che chiede un cessate il fuoco definitivo nel territorio palestinese come prerequisito per qualsiasi accordo, in particolare sul rilascio degli ostaggi. A nulla sono serviti, finora, gli sforzi della comunità internazionale per giungere a un accordo. Nonostante gli avvertimenti internazionali – e mentre molti guardano con interesse al possibile ruolo della Cina, il cui presidente Xi Jinping è arrivato ieri in Francia per la prima tappa del suo tour europeo – Netanyahu continua a minacciare di lanciare un’offensiva sulla città di Rafah, “con o senza” un accordo di tregua. Il leader di Hamas, Ismaïl Haniyeh, che risiede in Qatar, da parte sua ha accusato il primo ministro dello Stato ebraico di “sabotare gli sforzi dei mediatori” in vista di una tregua, riunitisi al Cairo in assenza di Israele.


L’offerta dei paesi mediatori – Qatar, Egitto e Stati Uniti -, presentata ad Hamas alla fine di aprile, prevede una tregua associata alla liberazione degli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza, in cambio dei prigionieri palestinesi detenuti da Israele. Ma un funzionario di Hamas ha detto ieri che il movimento “non accetterà in nessun caso un accordo che non preveda esplicitamente la fine della guerra”. La delegazione di Hamas al Cairo, partita ieri sera per Doha per consultazioni, dovrà tornare in Egitto domani “per completare i negoziati”, ha indicato un media vicino all’intelligence egiziana, Al-Qahera News.Intanto, sul terreno, si continua a combattere e a morire. Sedici persone appartenenti a due famiglie sono state uccise ieri sera in attacchi israeliani che hanno preso di mira due case a Rafah e nei suoi dintorni, nel sud della Striscia, ha appreso l’Afp dai soccorritori e da una fonte ospedaliera. Il personale di soccorso ha segnalato nove morti nella “famiglia Al Attar” e altri sette nella “famiglia Keshta”. Una fonte ospedaliera ha confermato il bilancio dei due attacchi, precisando che sono avvenuti “nel campo profughi di Yebna a Rafah e nei dintorni di Al Salam”. Tre soldati israeliani sono stati uccisi e altri 12 sono rimasti feriti, invece, nel lancio di razzi di Hamas su Kerem Shalom, il principale punto di passaggio per gli aiuti umanitari da Israele alla Striscia. Secondo l’Idf, tra i feriti figurano “tre soldati gravemente colpiti”. L’attacco è stato rivendicato dalle Brigate Ezzedine al-Qassam, braccio armato di Hamas, che ha costretto Israele a chiudere il valico utilizzato per trasportare gli aiuti a Gaza.


In risposta, l’aeronautica militare ha reagito distruggendo i lanciarazzi di Hamas, ha detto il portavoce militare Peter Lerner in una conferenza stampa. “Questo è un evento molto grave dal nostro punto di vista, è inaccettabile, e l’esercito israeliano sta indagando sul motivo per cui i soldati sono stati uccisi mentre suonava la sirena d’allarme”, ha commentato.

Israele ha iniziato l’evacuazione dei civili da Rafah

Israele ha iniziato l’evacuazione dei civili da RafahRoma, 6 mag. (askanews) – Israele ha iniziato l’evacuazione di parti della popolazione civile di Rafah, nel sud di Gaza. Le organizzazioni umanitarie internazionali e palestinesi sono state informate dei dettagli dell’evacuazione, riferisce il quotidiano Haaretz.


Israele ha annunciato nelle ultime ore che il valico di frontiera di Kerem Shalom rimarrà chiuso dopo che un razzo lanciato domenica da Gaza è caduto nelle vicinanze, uccidendo tre soldati.Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha detto che è prevista presto un’operazione a Rafah, tuttavia sembra che l’attività dell’esercito nella zona sia progettata per esercitare pressioni su Hamas nell’ambito dei negoziati per la liberazione degli ostaggi e non comporti una manovra per controllare la città, riferisce Haaretz. I progressi nei negoziati potrebbero portare Israele a riconsiderare l’azione militare nell’area, aggiunge il quotidiano.

Ucraina, Xi Jinping vuole lavorare per risolvere crisi

Ucraina, Xi Jinping vuole lavorare per risolvere crisiRoma, 5 mag. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping, arrivato domenica a Parigi per una visita di Stato, afferma su Le Figaro che intende “lavorare con la Francia e l’intera comunità internazionale” per “risolvere la crisi” in Ucraina.


“Ci auguriamo che la pace e la stabilità ritornino rapidamente in Europa e intendiamo lavorare con la Francia e l’intera comunità internazionale per trovare buone strade per risolvere la crisi”, scrive il numero uno della superpotenza asiatica in un articolo pubblicato dal quotidiano Le Figaro. “Comprendiamo lo sconvolgimento che la crisi ucraina sta causando agli europei. La Cina non è l’origine di questa crisi, né ne è parte o partecipante”, aggiunge il leader cinese.


Xi Jinping assicura di aver “sempre svolto un ruolo costruttivo per promuovere una soluzione pacifica” nel conflitto tra Russia e Ucraina. Il presidente cinese ricorda di aver invitato in più occasioni “a rispettare gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, a rispettare la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi, a tenere conto delle legittime preoccupazioni di sicurezza delle diverse parti, e di aver insistito sulla necessità imperativo non usare armi nucleari né intraprendere una guerra nucleare”.


La Cina, aggiunge, “ha fornito all’Ucraina aiuti umanitari e il nostro inviato speciale ha effettuato diversi viaggi nei paesi interessati”. Durante la visita di Xi Jinping in Francia fino a martedì, il presidente francese Emmanuel Macron intende sostenere la “reciprocità” commerciale e la ricerca di una soluzione alla guerra in Ucraina di fronte a un presidente cinese che continua a mostrare il suo sostegno alla Russia.


Parigi vuole garantire che la Cina, il principale alleato del presidente russo Vladimir Putin, non riceva un chiaro sostegno al suo sforzo bellico contro Kiev. Anche “incoraggiarla a usare le leve” di cui dispone su Mosca per “contribuire alla soluzione di questo conflitto”, secondo l’Eliseo. Emmanuel Macron ha lanciato lo stesso messaggio un anno fa durante la sua visita di stato in Cina, con risultati modesti. Dopo la Francia, il presidente cinese visiterà Serbia e Ungheria, due Paesi rimasti vicini a Mosca.

Nulla di fatto al Cairo nelle trattative tra Israele e Hamas

Nulla di fatto al Cairo nelle trattative tra Israele e HamasMilano, 5 mag. (askanews) – Israele e il movimento islamico palestinese Hamas hanno mostrato ancora una volta il loro profondo disaccordo in vista di una tregua nella guerra a Gaza, raffreddando le discussioni riprese domenica al Cairo ma già concluse. Hamas ha lasciato la capitale egiziana, secondo le agenzie internazionali.


L’offerta dei mediatori – Qatar, Egitto, Stati Uniti – presentata a Hamas a fine aprile prevedeva una tregua temporanea associata al rilascio dei prigionieri palestinesi in cambio di quello degli ostaggi rapiti durante l’attentato del 7 ottobre. Dopo un primo giro di discussioni sabato al Cairo alla presenza di una delegazione di Hamas guidata da Khalil al-Hayya e di rappresentanti dei mediatori, Israele e il movimento palestinese si sono accusati a vicenda di ostacolare qualsiasi accordo. A testimonianza dell’importanza e del livello dell’impegno dei mediatori, al Cairo era anche il capo della CIA William Burns. Ma a poco sono serviti anche gli inviti, come quello del presidente francese Emmanuel Macron che ha “incoraggiato” domenica il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a “completare” i negoziati.

M.O., conclusi i colloqui per tregua al Cairo, Hamas riparte

M.O., conclusi i colloqui per tregua al Cairo, Hamas riparteMilano, 5 mag. (askanews) – Israele e il movimento islamico palestinese Hamas hanno mostrato ancora una volta il loro profondo disaccordo in vista di una tregua nella guerra a Gaza, raffreddando le discussioni riprese domenica al Cairo ma già concluse. Hamas ha lasciato la capitale egiziana, secondo le agenzie internazionali.


L’offerta dei mediatori – Qatar, Egitto, Stati Uniti – presentata a Hamas a fine aprile prevedeva una tregua temporanea associata al rilascio dei prigionieri palestinesi in cambio di quello degli ostaggi rapiti durante l’attentato del 7 ottobre. Dopo un primo giro di discussioni sabato al Cairo alla presenza di una delegazione di Hamas guidata da Khalil al-Hayya e di rappresentanti dei mediatori, Israele e il movimento palestinese si sono accusati a vicenda di ostacolare qualsiasi accordo.


A testimonianza dell’importanza e del livello dell’impegno dei mediatori, al Cairo era anche il capo della CIA William Burns. Ma a poco sono serviti anche gli inviti, come quello del presidente francese Emmanuel Macron che ha “incoraggiato” domenica il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a “completare” i negoziati. Proprio oggi il governo israeliano ha deciso che il canale di notizie qatarino Al Jazeera sarà bandito nel paese. Nel pomeriggio il canale è stato sospeso. Poco dopo, il ministro israeliano delle Comunicazioni Shlomo Karhi ha annunciato che il governo aveva ordinato il sequestro delle apparecchiature del canale televisivo. Ciò vale per fotocamere, apparecchiature di editing, microfoni, computer, nonché apparecchiature wireless e alcuni telefoni cellulari. Il canale ha continuato le sue trasmissioni per alcune ore dopo l’annuncio, ma poco prima delle 17, ora locale, il canale è stato sospeso.

M.O., Al Jazeera bandito in Israele, sospese trasmissioni da oggi

M.O., Al Jazeera bandito in Israele, sospese trasmissioni da oggiMilano, 5 mag. (askanews) – Il governo israeliano ha deciso oggi che il canale di notizie qatarino Al Jazeera sarà bandito nel paese. Nel pomeriggio il canale è stato sospeso. La decisione del governo israeliano è stata unanime, ha affermato il primo ministro Benjamin Netanyahu in un messaggio su X/Twitter.


Poco dopo, il ministro israeliano delle Comunicazioni Shlomo Karhi ha annunciato che il governo aveva ordinato il sequestro delle apparecchiature del canale televisivo. Ciò vale per fotocamere, apparecchiature di editing, microfoni, computer, nonché apparecchiature wireless e alcuni telefoni cellulari. Il canale ha continuato le sue trasmissioni per alcune ore dopo l’annuncio, ma poco prima delle 17, ora locale, il canale è stato sospeso, secondo i media.

I rapporti tra Europa e Russia non sono mai stati così tesi

I rapporti tra Europa e Russia non sono mai stati così tesiMilano, 5 mag. (askanews) – Dettagli sulla stampa internazionale parlano di rapporti tra la Russia e l’Europa mai così tesi. In primis le indiscrezioni apparse oggi sul Financial Times che prevedono attacchi di sabotaggio in tutta Europa per mano russa. Le fonti utilizzate dal giornale sono di intelligence europee e sospettano che Mosca stia pianificando attentati, incendi dolosi e, più in generale, attacchi che sconvolgeranno il funzionamento delle società in Europa nel prossimo futuro.


Le indiscrezioni escono in coda a una settimana dominata dalle dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, all’Economist, dove sostiene che l’invio di truppe di terra in Ucraina non va escluso se Mosca dovesse “sfondare la linea del fronte” e se Kiev lo richiedesse. Il presidente francese aveva già avanzato questa ipotesi a febbraio, prospettando la possibilità di inviare truppe occidentali sul suolo ucraino. “Se i russi sfondassero in prima linea, se ci fosse una richiesta ucraina – cosa che oggi non avviene – dovremmo legittimamente porci la domanda”, ha detto. Un terzo momento riguarda sempre oggi un altro articolo apparso su “la Repubblica”, dove si dice che la Nato, che sinora ha mostrato grandissima prudenza sulla guerra in Ucraina desideri mandare un messaggio chiaro – che sia veicolato dai leader occidentali a Vladimir Putin – su quali siano e “linee rosse” da non valicare. Ma sulla testata italiana si legge pure: “l’Ucraina non può perdere e l’Alleanza Atlantica è pronta ad intervenire direttamente per evitare il collasso di Kiev”.


A inizio aprile a fronte della retorica aggressiva del Cremlino che proprio nella data esatta dell’anniversario Nato aveva parlato di “confronto diretto” con l’Alleanza, Rob Bauer, presidente del Comitato militare della Nato aveva risposto ad askanews. Ma che cosa sta cercando Mosca? “Penso che in gran parte si tratti di retorica, ed è destinata principalmente al pubblico interno russo” rispondeva. “Non ci sono indicazioni che la Russia attaccherà la Nato nel prossimo futuro, e quindi non credo che dovremmo preoccuparci di questo. Ma la Russia è la principale minaccia per la NATO, come concordato dalle nazioni a Madrid nel 2022. E lo è ancora, ed è stato il risultato, ovviamente, di una serie di azioni a partire dalla Georgia nel 2008”. Ma ovviamente “il colpo finale” come lo ha chiamato Bauer “all’idea che la Russia non fosse più un partner ma fosse in realtà una minaccia” è arrivata il 24 febbraio 2022, con “l’invasione totale dell’Ucraina. Non penso che vedremo uno scontro con la NATO nel breve termine. Ma la Russia è la nostra principale minaccia, e quindi dobbiamo essere pronti a contrastarla, a scoraggiarla ed essere in grado di difenderci da essa”. E in questa prospettiva si colloca “un’esercitazione come Steadfast Defender: 90.000 soldati pronti a difendere ogni centimetro del nostro territorio. Ciò dimostra che siamo in grado di portare rinforzi, attraverso l’Oceano Atlantico verso l’Europa, e poi attraverso l’Europa fino al luogo in cui devono essere”, aveva aggiunto”. Ieri Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha accusato la Nato di prepararsi per un potenziale conflitto con Mosca, citando come prova le esercitazioni militari “Steadfast Defender”. Senza cogliere evidentemente la natura puramente difensiva delle esercitazioni Nato. (Di Cristina Giuliano).

Xi atterrato a Parigi, accolto da Attal: da domani con Macron

Xi atterrato a Parigi, accolto da Attal: da domani con MacronMilano, 5 mag. (askanews) – A fare gli onori di casa il premier Gabriel Attal già oggi all’eroporto di Parigi-Orly: da domanie il presidente cinese Xi Jinping si incontreranno a Parigi con il presidente francese Emmanuel Macron. Secondo il quotidiano francese Le Monde, i presidenti intendono discutere delle guerre a Gaza e in Ucraina. I due concluderanno la loro visita con una cena nel ristorante di un amico d’infanzia di Macron sui Pirenei, secondo la stampa francese.


Xi ha dunque iniziato la sua prima visita in Francia in cinque anni. Il programma di lavoro del presidente cinese comincia lunedì mattina con un incontro trilaterale con il capo della Commissione europea Ursula von der Leyen e Macron, che in precedenza ha avuto colloqui con il cancelliere tedesco Olaf Scholz in preparazione della sua visita. Come ha osservato Macron in un’intervista alla Tribune, gli europei “non hanno l’unanimità” nella loro strategia nei confronti della Cina, chiedendo “mutuo vantaggio e protezione dei loro interessi”.


Lunedì pomeriggio Xi Jinping prenderà parte a una cerimonia all’ Hôtel national des Invalides. Seguiranno colloqui bilaterali con Macron e un banchetto all’Eliseo. Macron ha ricordato oggi che vuol chiedere a Xi il sostegno del leader cinese per raggiungere “una tregua olimpica in tutti i conflitti”. Martedì Macron e Xi Jinping si recheranno nei Pirenei vicino al confine spagnolo, al passo del Tourmalet, dove Macron ha trascorso la sua infanzia con i suoi nonni. Lì, l’amico di lunga data di Macron, Eric Abadie, riceverà i presidenti e le loro mogli nel ristorante di famiglia “L’Étape du Berger”. Come ha osservato Macron in un’intervista, “le questioni sulle quali ci sono disaccordi è meglio discuterle a porte chiuse”.


Come riportato in precedenza da Bloomberg, citando fonti, Macron intende approfondire i legami personali con Xi Jinping e vuole che il leader cinese chieda al presidente russo Vladimir Putin di porre fine al conflitto in Ucraina. Mosca ha più volte indicato di essere pronta ai negoziati, ma Kiev ha introdotto un divieto a livello legislativo. Zelensky ha detto in precedenza al G20 che “non ci sarà nessuna Minsk-3”. Il portavoce del presidente russo Dmitry Peskov ha detto a RIA Novosti che tali parole “confermano assolutamente” la posizione di Kiev sulla sua riluttanza a negoziare La Federazione Russa ai negoziati, per i quali Mosca si mostra pronta, ma allo stesso tempo l’Occidente ignora i continui rifiuti di Kiev a negoziare.


Il rappresentante permanente russo presso l’ONU Vasily Nebenzya ha dichiarato in un’intervista a RIA Novosti che Mosca è pronta a considerare le proposte di Kiev: una soluzione che tenga conto delle proposte della parte russa e della situazione “sul campo”, tuttavia Kiev non è interessato.

Israele ha oscurato Al-Jazeera: la tv del Qatar “minaccia alla sicurezza”

Israele ha oscurato Al-Jazeera: la tv del Qatar “minaccia alla sicurezza”Milano, 5 mag. (askanews) – Il governo israeliano ha deciso di bloccare l’attività del canale televisivo del Qatar Al-Jazeera nel suo territorio. Lo spiega il governo israeliano in un comunicato definendola una minaccia alla sicurezza. Israele considera Al-Jazeera una minaccia alla sicurezza e accusa i suoi dipendenti a Gaza di coinvolgimento nel terrorismo. Mercoledì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che il Paese sta valutando la possibilità di bloccare le trasmissioni di Al-Jazeera. Oggi Netanyahu ha annunciato la decisione su X, ex Twitter.


In precedenza, era stato riferito che il divieto sarebbe stato parte di una nuova legge sulla sicurezza nazionale approvata dal parlamento israeliano, che conferisce ai ministri più anziani il potere di vietare le trasmissioni di canali stranieri ritenute una minaccia alla sicurezza. Al Jazeera è uno dei pochi media internazionali a rimanere a Gaza. Il Qatar è proprietario del canale.