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Per i media egiziani ci sono progressi nei negoziati Israele-Hamas

Per i media egiziani ci sono progressi nei negoziati Israele-HamasMilano, 4 mag. (askanews) – Una delegazione di Hamas per negoziare un accordo di cessate il fuoco con Israele è arrivata in Egitto, riferisce la televisione egiziana. Una fonte anonima afferma che ci sono stati progressi significativi nei negoziati, riferisce Al Qahera News.


Hamas sta ora valutando l’ultima proposta per un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Il leader politico del movimento Ismail Haniyeh ha dichiarato in precedenza che una delegazione si recherà presto al Cairo per concludere i negoziati per un accordo con Israele. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha messo in guardia ieri contro un grave attacco israeliano contro la sovraffollata città di Rafah a Gaza. Israele peraltro non ha presentato un piano per proteggere i civili e l’entità dei danni che causerebbe un attacco sarebbe ben oltre ciò che è accettabile, ha dichiarato Blinken durante la sua visita in Arizona, scrive l’agenzia di stampa Afp.


Secondo Blinken tuttavia Hamas è “l’unica cosa che si frappone” tra la popolazione della Striscia di Gaza e un cessate il fuoco. Hamas sta ora valutando l’ultima proposta per un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Il leader politico del movimento Ismail Haniyeh aveva precedentemente annunciato che una delegazione si sarebbe recata presto al Cairo per concludere i negoziati per un accordo con Israele.

M.O., tv egiziana: delegazione di Hamas in Egitto per negoziati

M.O., tv egiziana: delegazione di Hamas in Egitto per negoziatiMilano, 4 mag. (askanews) – Una delegazione di Hamas per negoziare un accordo di cessate il fuoco con Israele è arrivata in Egitto, riferisce la televisione egiziana. Una fonte anonima afferma che ci sono stati progressi significativi nei negoziati, riferisce Al Qahera News.


Hamas sta ora valutando l’ultima proposta per un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Il leader politico del movimento Ismail Haniyeh ha dichiarato in precedenza che una delegazione si recherà presto al Cairo per concludere i negoziati per un accordo con Israele. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha messo in guardia ieri contro un grave attacco israeliano contro la sovraffollata città di Rafah a Gaza. Israele peraltro non ha presentato un piano per proteggere i civili e l’entità dei danni che causerebbe un attacco sarebbe ben oltre ciò che è accettabile, ha dichiarato Blinken durante una visita, scrive l’agenzia di stampa Afp.


Secondo Blinken tuttavia Hamas è “l’unica cosa che si frappone” tra la popolazione della Striscia di Gaza e un cessate il fuoco. Hamas sta ora valutando l’ultima proposta per un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Il leader politico del movimento Ismail Haniyeh aveva precedentemente annunciato che una delegazione si sarebbe recata presto al Cairo per concludere i negoziati per un accordo con Israele.


I dati forniti dalle autorità sanitarie di Gaza controllate da Hamas mostrano sabato che 34.654 palestinesi sono stati uccisi dal 7 ottobre. Sono 54 da venerdì. E i feriti sono complessivamente 77.908 dal 7 ottobre.

Crosetto: escluso un nostro intervento diretto ma bisogna aiutare Kiev

Crosetto: escluso un nostro intervento diretto ma bisogna aiutare KievRoma, 4 mag. (askanews) – La posizione dell’Italia non cambia: “abbiamo sempre detto che l’Ucraina andava aiutata in ogni modo possibile, e lo stiamo facendo, ma abbiamo anche sempre escluso un intervento diretto nel conflitto dei nostri militari”. Lo ribadisce, con fermezza, il ministro della Difesa Guido Crosetto in una intervista al Corriere della Sera. “Oggi non può mettere in dubbio nessuno” che l’Italia non parteciperà ad un eventuale intervento armato in Ucraina, poiché lo impedisce il nostro ordinamento e “possiamo prevedere interventi armati solo su mandato internazionale, ad esempio in attuazione di una risoluzione dell’Onu”. Inoltre, sottolinea il responsabile della Difesa, un intervento di truppe occidentali in Ucraina” innescherebbe una ulteriore spiralizzazione del conflitto, che non gioverebbe soprattutto agli stessi ucraini, insomma, non esistono le condizioni per un nostro coinvolgimento diretto”.


Quanto alle dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macon, che ipotizza l’invio di truppe in caso la Russia sfondi il fronte in Ucraina, Crosetto dice di non voler giudicare un presidente di un paese amico come la Francia, “ma non comprendo la finalità e l’utilità di queste dichiarazioni, che oggettivamente innalzano l’attenzione,”. Non si tratta secondo Crosetto di una questione elettorale, forse le parole di Macron “vogliono riaccendere un faro su una guerra che i media avevano dimenticato. Purtroppo si va a mode anche sui conflitti, va detto.” Secondo il ministro della Difesa, bisogna evitare che gli ucraini crollino di fronte all’avanzata delle forze russe,”per questo fin dall’inizio abbiamo detto che l’Ucraina andava aiutata, perché se i russi arrivassero a Kiev, se conquistassero un paese sovrano, se dessimo per scontato come alcuni sedicenti esperti e professori compiacenti verso la Russia – e mi chiedo come si faccia a esserlo gratis… – Che si può invadere un altro paese solo perché si è più forti, sarebbe un disastro per tutti”.


Quindi l’Italia continuerà a fornire aiuti a Kiev, “come abbiamo fatto finora, finché sarà sarà utile finché potremmo farlo”. Sui distinguo della Lega, Crosetto aggiunge che il partito di Salvini ha votato sempre assieme al resto della maggioranza: “in ogni caso, il discorso è semplice vale per tutti. Aldilà della simpatia o meno per Zelensky, se non si vuole aiutare l’Ucraina per ragioni ideali, lo si faccia per ragioni pratiche o addirittura per interesse. Se cede quell’argine, l’Italia, che non ha una difesa autosufficiente ed è uno dei pochi paesi che non contribuisce per il 2% alle spese militari della Nato, sarebbe in difficoltà, pratica e diplomatica”.

Guterres: il giornalismo ambientale è una professione sempre più pericolosa

Guterres: il giornalismo ambientale è una professione sempre più pericolosaNew York, 3 mag. (askanews) – “Il giornalismo ambientale è una professione sempre più pericolosa”, ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres nel suo messaggio in occasione della giornata internazionale sulla libertà di stampa.


Guterres ha voluto espressamente sottolineare il numero di operatori dei media uccisi perchè cercavano di “mettere in evidenza storie sulla crisi climatica, la perdita di biodiversità e l’ingiustizia ambientale”. Secondo il rapporto Unesco, negli ultimi quindici anni, ci sono stati circa 750 attacchi contro giornalisti e organi di informazione che riportavano notizie su questioni ambientali, e la frequenza di tali attacchi è in aumento. Il segretario generale dell’Onu ha detto che “decine di giornalisti che coprono temi come l’estrazione mineraria illegale, l’abbattimento degli alberi, il bracconaggio e altre questioni ambientali sono stati uccisi negli ultimi decenni”, spiegando che “nella stragrande maggioranza dei casi, nessuno è stato chiamato a rispondere”.

Mosca: pericolose le dichiarazioni di Macron sull’invio di truppe in Ucraina

Mosca: pericolose le dichiarazioni di Macron sull’invio di truppe in UcrainaRoma, 3 mag. (askanews) – Le dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron sulla possibilità di inviare truppe in Ucraina sono pericolose. Lo ha ribadito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.


In una recente intervista al quotidiano The Economist, il leader francese ha dichiarato di non escludere l’invio di truppe in Ucraina se la Russia rompesse le linee del fronte e se l’Ucraina lo richiedesse. Secondo Macron, molti Paesi gli hanno assicurato di comprendere il suo approccio e hanno definito la sua posizione “corretta”. “La dichiarazione è molto importante e molto pericolosa. La Francia, rappresentata dal capo di stato francese, continua a parlare costantemente della possibilità di un suo coinvolgimento diretto – sul terreno – nel conflitto sull’Ucraina”, ha dichiarato il portavoce ai giornalisti.

Netanyahu è pronto a ricandidarsi alla guida del governo di Isralele

Netanyahu è pronto a ricandidarsi alla guida del governo di IsraleleRoma, 3 mag. (askanews) – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha intenzione di candidarsi di nuovo alla guida del governo alle prossime elezioni, malgrado i fallimenti della sicurezza del 7 ottobre: è quanto riporta il Times of Israel, citando fonti governative dello stato ebraico.


Netanyahu è convinto che la guerra con Hamas è destinata a durare anni e ritiene che un accordo sul rilascio degli ostaggi – che i partiti della destra nazionalista e religiosa respingeranno, costringendo il Paese a tornare alle urne – sia sufficiente a garantirgli i voti necessari – una volta vinte le primarie del Likud. L’accordo infatti prevede la liberazione di migliaia di detenuti palestinesi e una tregua nella Striscia, e i partiti più estremisti probabilmente voteranno contro, uscendo dall’esecutivo e forzando delle nuove elezioni. Netanyahu da parte sua non intende assumersi alcuna responsabilità per gli errori del 7 ottobre che hanno portato alla strage di Hamas, e ha intenzione di scaricare la colpa sui vertici militari e dei servizi.

Il governo di Israele annuncia la morte di un ostaggio

Il governo di Israele annuncia la morte di un ostaggioRoma, 3 mag. (askanews) – Un ostaggio israeliano detenuto nella Striscia di Gaza dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre è stato dichiarato morto. Lo hanno annunciato le autorità dello stato ebraico e i familiari.


Dror Or, 49 anni, era detenuto nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre, ha dichiarato in una nota stampa il kibbutz Beeri, dove viveva e i cui residenti sono stati tra i più colpiti dall’attacco al territorio israeliano da parte del movimento integralista islamico palestinese Hamas. Sua moglie, Yonat, è stata uccisa nell’attacco, mentre due dei loro tre figli, Noam e Alma, rispettivamente di 17 e 13 anni, sono stati rapiti e poi rilasciati nell’ambito di un accordo di tregua alla fine di novembre.


“È stato confermato che Dror Or, rapito da Hamas il 7 ottobre, è stato ucciso e il suo corpo è trattenuto a Gaza”, ha dichiarato il governo israeliano sul suo account ufficiale X, aggiungendo che Alma, Noam e il loro fratello Yahli sono ora orfani. La notizia della morte di Dror Or arriva mentre i Paesi mediatori – Qatar, Stati Uniti ed Egitto – attendono la risposta di Hamas a una nuova proposta di tregua abbinata con il rilascio degli ostaggi.


A fine novembre, un cessate-il-fuoco di una settimana ha portato al rilascio di 105 ostaggi, tra cui 80 israeliani e persone dalla doppia cittadinanza scambiati con 240 palestinesi detenuti da Israele. La guerra è scoppiata il 7 ottobre, quando i commando di Hamas hanno compiuto un attacco che ha provocato la morte di 1.170 persone, soprattutto civili, secondo un bilancio della France Presse che si basa su dati ufficiali israeliani. Più di 250 persone sono state rapite e 129 restano detenute a Gaza, 35 delle quali sono morte, tra le quali Dror Or.


Per rappresaglia, Israele ha giurato di smantellare Hamas e ha lanciato una vasta offensiva nella Striscia di Gaza, che finora ha provocato oltre 34.500 vittime, la maggior parte delle quali civili, secondo il ministero della Sanità del movimento integralista islamico armato.

La NATO: “Un minaccia le azioni ibride della Russia. Agiremo”

La NATO: “Un minaccia le azioni ibride della Russia. Agiremo”Roma, 2 mag. (askanews) – Gli alleati della NATO “esprimono la loro profonda preoccupazione per le azioni ibride della Russia, che costituiscono una minaccia per la sicurezza degli alleati”. È quanto si legge in un comunicato dell’Alleanza atlantica.


Gli alleati della NATO si dicono “profondamente preoccupati per le recenti attività maligne sul territorio alleato, comprese quelle che hanno portato all’indagine e all’incriminazione di più persone in relazione ad attività di Stato ostili che hanno interessato la Cechia, l’Estonia, la Germania, la Lettonia, la Lituania, la Polonia e il Regno Unito. Questi incidenti fanno parte di una campagna sempre più intensa di attività che la Russia continua a svolgere in tutta l’area euro-atlantica, anche sul territorio dell’Alleanza e attraverso procuratori. Ciò include sabotaggi, atti di violenza, interferenze informatiche ed elettroniche, campagne di disinformazione e altre operazioni ibride”. “Sosteniamo e siamo solidali con gli alleati colpiti. Agiremo individualmente e collettivamente per affrontare queste azioni e continueremo a coordinarci strettamente. Continueremo a rafforzare la nostra resilienza e ad applicare e potenziare gli strumenti a nostra disposizione per contrastare e contestare le azioni ibride russe e garantiremo che l’Alleanza e gli Alleati siano preparati a dissuadere e difendere da azioni o attacchi ibridi”.


“Condanniamo il comportamento della Russia e la invitiamo a rispettare i suoi obblighi internazionali, così come gli alleati fanno con i loro. Le azioni della Russia non dissuaderanno gli Alleati dal continuare a sostenere l’Ucraina”, conclude il comunicato della NATO.

Il leader di Hamas a Gaza pone tre condizioni per l’accordo con Israele

Il leader di Hamas a Gaza pone tre condizioni per l’accordo con IsraeleRoma, 2 mag. (askanews) – Il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar, ha posto tre condizioni per accettare il piano per il rilascio degli ostaggi e di una tregua nella Striscia di Gaza: è quanto riporta la rete televisiva israeliana Channel 12.


In primo luogo, Sinwar chiede garanzie in merito alla fine definitiva del conflitto, senza alcuna condizioni; in secondo luogo, la rinuncia da parte di Israele ad esiliare dalla Cisgordania alcuni detenuti palestinesi colpevoli di reati di sangue; infine, di specificare quali materiali verranno proibiti nel corso delle operazioni di ricostruzione nella Striscia. Il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha confermato l’invio al Cairo di una delegazione negoziale “il più presto possibile” e sottolineato lo “spirito positivo” con cui l’organizzazione palestinese intende affrontare le trattative. Quanto a Israele, il premier Benjamin Netanyahu riunirà stasera il gabinetto di guerra per discutere sia delle trattative in corso che della possibile operazione terrestre a Rafah, alla quale l’Amministrazione Biden si è di nuovo detta contraria.

Netanyahu: faremo quanto dobbiamo per vincere, anche a Rafah

Netanyahu: faremo quanto dobbiamo per vincere, anche a RafahRoma, 2 mag. (askanews) – “Faremo quanto dobbiamo per vincere e trionfare sui nostri nemici, compreso a Rafah”: lo ha ribadito il premier israeliano Benjamin Netanyahu, le cui dichiarazioni sono state riportate dal Times of Israel.


“C’erano e ci sono dei disaccordi fra di noi in merito alle operazioni in teatri lontani e vicini, ma alla fine del dibattito ho preso una decisione ed è stata accettata, opereremo qui e anche lontano” ha concluso, alludendo alle polemiche precedenti la ritorsione contro l’attacco iraniano. Quanto all’operazione a Rafah, l’Amministrazione Biden ha ribadito ancora una volta la propria contrarietà nel corso della visita ieri del Segretario di Stato Antony Blinken. In serata è prevista una riunione del gabinetto di guerra israeliano, presieduto da Netanyahu, che dovrebbe discutere delle prossime operazioni sul terreno e dei negoziati in corso per il rilascio degli ostaggi e una tregua nella Striscia di Gaza.