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Il leader di Hamas a Gaza pone tre condizioni per l’accordo con Israele

Il leader di Hamas a Gaza pone tre condizioni per l’accordo con IsraeleRoma, 2 mag. (askanews) – Il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar, ha posto tre condizioni per accettare il piano per il rilascio degli ostaggi e di una tregua nella Striscia di Gaza: è quanto riporta la rete televisiva israeliana Channel 12.


In primo luogo, Sinwar chiede garanzie in merito alla fine definitiva del conflitto, senza alcuna condizioni; in secondo luogo, la rinuncia da parte di Israele ad esiliare dalla Cisgordania alcuni detenuti palestinesi colpevoli di reati di sangue; infine, di specificare quali materiali verranno proibiti nel corso delle operazioni di ricostruzione nella Striscia. Il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha confermato l’invio al Cairo di una delegazione negoziale “il più presto possibile” e sottolineato lo “spirito positivo” con cui l’organizzazione palestinese intende affrontare le trattative. Quanto a Israele, il premier Benjamin Netanyahu riunirà stasera il gabinetto di guerra per discutere sia delle trattative in corso che della possibile operazione terrestre a Rafah, alla quale l’Amministrazione Biden si è di nuovo detta contraria.

Netanyahu: faremo quanto dobbiamo per vincere, anche a Rafah

Netanyahu: faremo quanto dobbiamo per vincere, anche a RafahRoma, 2 mag. (askanews) – “Faremo quanto dobbiamo per vincere e trionfare sui nostri nemici, compreso a Rafah”: lo ha ribadito il premier israeliano Benjamin Netanyahu, le cui dichiarazioni sono state riportate dal Times of Israel.


“C’erano e ci sono dei disaccordi fra di noi in merito alle operazioni in teatri lontani e vicini, ma alla fine del dibattito ho preso una decisione ed è stata accettata, opereremo qui e anche lontano” ha concluso, alludendo alle polemiche precedenti la ritorsione contro l’attacco iraniano. Quanto all’operazione a Rafah, l’Amministrazione Biden ha ribadito ancora una volta la propria contrarietà nel corso della visita ieri del Segretario di Stato Antony Blinken. In serata è prevista una riunione del gabinetto di guerra israeliano, presieduto da Netanyahu, che dovrebbe discutere delle prossime operazioni sul terreno e dei negoziati in corso per il rilascio degli ostaggi e una tregua nella Striscia di Gaza.

Caso Ariston, Tajani: la Russia ha violato il diritto, ora cerchiamo un modo per risarcire il danno

Caso Ariston, Tajani: la Russia ha violato il diritto, ora cerchiamo un modo per risarcire il dannoRoma, 2 mag. (askanews) – L’Italia sta lavorando per trovare una soluzione che permetta “un risarcimento del danno” subito dalle imprese colpite dalle sanzioni russe. Un impegno che conferma “il sostegno del governo alle aziende italiane” in un “quadro complesso”, dopo la decisione della Federazione russa sul passaggio temporaneo di Ariston Thermo Rus alla Gazprom Domestic Systems, la società del gruppo statale Gazprom produttrice di elettrodomestici. Scelta che l’esecutivo di Giorgia Meloni considera una “violazione del diritto internazionale”, ha confermato oggi il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, durante il suo intervento in collegamento dalla Calabria, al Tavolo di lavoro per le aziende italiane in Russia.


Convocata a seguito delle recenti misure disposte dal governo russo nei confronti di alcune aziende straniere, alla riunione odierna hanno partecipato Confindustria, ICE Agenzia, rappresentanti del Ministero delle Finanze, del Ministero delle imprese e del Made in Italy, le associazioni di categoria e le aziende con rilevanti investimenti nella Federazione, nonché, in videocollegamento l’aAmbasciata d’Italia a Mosca e gli esponenti della collettività imprenditoriale italiana in Russia. “Il dialogo tra il governo e il mondo delle imprese per noi è fondamentale”, ha spiegato Tajani, confermando anche il suo impegno personale e quello dell’ambasciata a Mosca, che sta facendo “tutto il possibile” per assistere le aziende italiane nella Federazione russa. Il ministro ha ricordato che dopo la decisione russa su Ariston, “sono già stati mossi i primi passi”. E’ stato convocato alla Farnesina l’ambasciatore russo in Italia, Alexey Paramonov, a cui il segretario generale Riccardo Guariglia ha manifestato “le perplessità” del governo sulla scelta di Mosca. Il nostro Paese inoltre si è attivato anche con l’Unione europea perché “tutto il tema sanzioni lo si può affrontare solo in un contesto comunitario”. Ora “stiamo lavorando per cercare di trovare una soluzione che permetta un risarcimento del danno che subiscono le imprese che sono colpite da sanzioni russe”, ha confermato Tajani, ricordando che “il caso Ariston non è isolato” e “altre 20 imprese hanno subito analoghe misure”. Tra queste, alcune aziende danesi, francesi e tedesche.L’obiettivo è adesso “impedire che ci siano operazioni analoghe in futuro” e il governo intende fornire alle aziende italiane “tutti gli strumenti utili possibili per operare nel modo migliore”. Per questa ragione, Tajani pensa che il Tavolo odierno possa anche diventare “permanente”, in modo da consentire all’esecutivo e a tutti i ministeri interessati di seguire le imprese italiane nella Federazione russa “con tutti gli strumenti politici e organizzativi” a disposizione, “in un momento complicato” della loro presenza nel Paese, con l’aggressione militare russa all’Ucraina ancora in corso.


L’Italia, ha ricordato d’altra parte Tajani, ha sempre avuto “una posizione equilibrata” rispetto al conflitto. “Pur sostenendo il diritto dell’Ucraina di rimanere un paese libero, abbiamo smepre detto che noi non siamo in guerra con la Russia e che non invieremo mai militari italiani in Russia”, ha precisato il ministro. E “anche per quanto riguarda l’utilizzo dei patrimoni finanziari sequestrati abbiamo sempre chiesto il totale rispetto da parte dell’Unione europea del diritto internazionale”. Insomma, secondo Tajani, il nostro Paese continua a inseguire “una pace giusta”. “Non è un’operazione facile, ma siamo fortemente impegnati”, ha detto. Di questo, il titolare della Farnesina ha discusso a lungo ancora ieri con il ministro degli Esteri brasiliano, che in questo momento è presidente di turno del G20. Durante i colloqui, è stata affrontata anche la possibilità di fare intervenire la Cina e il G20. “La situazione è complicata, però nel mezzo di questa complicazione ce la stiamo mettendo tutta per cercare di darvi una mano concreta e operativa”, ha concluso Tajani, rivolgendosi ai partecipanti al Tavolo. “Contate su di me e sull’ambasciata a Mosca”.

Caso Ariston, Tajani: Mosca ha violato diritto, studiamo risarcimento danni

Caso Ariston, Tajani: Mosca ha violato diritto, studiamo risarcimento danniRoma, 2 mag. (askanews) – L’Italia sta lavorando per trovare una soluzione che permetta “un risarcimento del danno” subito dalle imprese colpite dalle sanzioni russe. Un impegno che conferma “il sostegno del governo alle aziende italiane” in un “quadro complesso”, dopo la decisione della Federazione russa sul passaggio temporaneo di Ariston Thermo Rus alla Gazprom Domestic Systems, la società del gruppo statale Gazprom produttrice di elettrodomestici. Scelta che l’esecutivo di Giorgia Meloni considera una “violazione del diritto internazionale”, ha confermato oggi il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, durante il suo intervento in collegamento dalla Calabria, al Tavolo di lavoro per le aziende italiane in Russia.


Convocata a seguito delle recenti misure disposte dal governo russo nei confronti di alcune aziende straniere, alla riunione odierna hanno partecipato Confindustria, ICE Agenzia, rappresentanti del Ministero delle Finanze, del Ministero delle imprese e del Made in Italy, le associazioni di categoria e le aziende con rilevanti investimenti nella Federazione, nonché, in videocollegamento l’aAmbasciata d’Italia a Mosca e gli esponenti della collettività imprenditoriale italiana in Russia. “Il dialogo tra il governo e il mondo delle imprese per noi è fondamentale”, ha spiegato Tajani, confermando anche il suo impegno personale e quello dell’ambasciata a Mosca, che sta facendo “tutto il possibile” per assistere le aziende italiane nella Federazione russa. Il ministro ha ricordato che dopo la decisione russa su Ariston, “sono già stati mossi i primi passi”. E’ stato convocato alla Farnesina l’ambasciatore russo in Italia, Alexey Paramonov, a cui il segretario generale Riccardo Guariglia ha manifestato “le perplessità” del governo sulla scelta di Mosca. Il nostro Paese inoltre si è attivato anche con l’Unione europea perché “tutto il tema sanzioni lo si può affrontare solo in un contesto comunitario”. Ora “stiamo lavorando per cercare di trovare una soluzione che permetta un risarcimento del danno che subiscono le imprese che sono colpite da sanzioni russe”, ha confermato Tajani, ricordando che “il caso Ariston non è isolato” e “altre 20 imprese hanno subito analoghe misure”. Tra queste, alcune aziende danesi, francesi e tedesche.


L’obiettivo è adesso “impedire che ci siano operazioni analoghe in futuro” e il governo intende fornire alle aziende italiane “tutti gli strumenti utili possibili per operare nel modo migliore”. Per questa ragione, Tajani pensa che il Tavolo odierno possa anche diventare “permanente”, in modo da consentire all’esecutivo e a tutti i ministeri interessati di seguire le imprese italiane nella Federazione russa “con tutti gli strumenti politici e organizzativi” a disposizione, “in un momento complicato” della loro presenza nel Paese, con l’aggressione militare russa all’Ucraina ancora in corso. L’Italia, ha ricordato d’altra parte Tajani, ha sempre avuto “una posizione equilibrata” rispetto al conflitto. “Pur sostenendo il diritto dell’Ucraina di rimanere un paese libero, abbiamo smepre detto che noi non siamo in guerra con la Russia e che non invieremo mai militari italiani in Russia”, ha precisato il ministro. E “anche per quanto riguarda l’utilizzo dei patrimoni finanziari sequestrati abbiamo sempre chiesto il totale rispetto da parte dell’Unione europea del diritto internazionale”. Insomma, secondo Tajani, il nostro Paese continua a inseguire “una pace giusta”. “Non è un’operazione facile, ma siamo fortemente impegnati”, ha detto. Di questo, il titolare della Farnesina ha discusso a lungo ancora ieri con il ministro degli Esteri brasiliano, che in questo momento è presidente di turno del G20. Durante i colloqui, è stata affrontata anche la possibilità di fare intervenire la Cina e il G20. “La situazione è complicata, però nel mezzo di questa complicazione ce la stiamo mettendo tutta per cercare di darvi una mano concreta e operativa”, ha concluso Tajani, rivolgendosi ai partecipanti al Tavolo. “Contate su di me e sull’ambasciata a Mosca”.

Decine di manifestanti pro-Palestina arrestati all’Ucla

Decine di manifestanti pro-Palestina arrestati all’UclaMilano, 2 mag. (askanews) – Nell’accampamento dell’università californiana UCLA decine tra i manifestanti pro-Palestina arrestati dagli agenti della California Highway Patrol. Lo rende noto la Cnn e la Nbc. Secondo altri media americani ci sarebbero feriti.


I manifestanti stavano tentando di rinforzare la barricata mentre la polizia in equipaggiamento antisommossa la sfondava, riporta Cnn che sta documentando gli scontri, le urla e anche esplosioni. Alcuni manifestanti inginocchiati a terra con le braccia legate dietro la schiena mentre gli agenti li trattengono e continuano a portare altri manifestanti fuori dall’accampamento.


Gli agenti stanno portando i manifestanti detenuti agli autobus che la polizia ha messo in un parcheggio a circa un miglio dal campus. La polizia in tenuta antisommossa è entrata nel campus dell’UCLA dopo che è scoppiata la violenza tra gruppi di protesta rivali. Le lezioni lì vengono ora cancellate mentre gli arresti aumentano in dozzine di altri campus in tutto il paese, riporta Nbc.

Corte Ue: Getty restituisca all’Italia l’Atleta Vittorioso di Lisippo

Corte Ue: Getty restituisca all’Italia l’Atleta Vittorioso di LisippoBruxelles, 2 mag. (askanews) – Per la Corte europea dei Diritti dell’Uomo è legittima la richiesta di restituzione all’Italia di una statua in bronzo del periodo greco classico facente parte del patrimonio culturale nazionale, “L’Atleta vittorioso”, attribuita a Lisippo, che si trova attualmente al Getty House Museum di Malibu, in California, Stati Uniti.


La Corte lo ha confermato in una sentenza emessa oggi a Strasburgo. I giudici hanno ritenuto che la tutela del patrimonio culturale e artistico di un paese rappresenti uno scopo legittimo, ai sensi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La sentenza ricorda, tra l’altro, due convenzioni internazionali (Unesco, 1970, e Unidroit, 1995), una direttiva e un regolamento Ue (rispettivamente del 2014 e del 2009) riguardanti il furto, l’esportazione illecita, il trasferimento di proprietà illecito e la restituzione di beni culturali. La Corte ha considerato che il Getty Trust aveva agito “con negligenza o in malafede” acquistando la statua, pur essendo a conoscenza delle richieste dello Stato italiano e degli sforzi che aveva intrapreso per recuperarla, ha giudicato la decisione di confisca “proporzionata” allo scopo di assicurare la restituzione all’Italia dei beni rientranti nel suo patrimonio culturale.


La statua era stata ritrovata nell’estate del 1964 al largo delle coste italiane da due motopescherecci che l’avevano agganciata con le reti e quindi portata a terra preso il porto di Fano, senza denunciare il fatto alle autorità competenti, e dopo una lunga serie di passaggi di mano era stata acquisita, illegalmente secondo le autorità italiane, da parte del J. Paul Getty Trust.

Macron: l’invio di truppe di terra in Ucraina non va escluso se Mosca sfonda la linea del fronte

Macron: l’invio di truppe di terra in Ucraina non va escluso se Mosca sfonda la linea del fronteMilano, 2 mag. (askanews) – Emmanuel Macron ha affermato all’Economist che l’invio di truppe di terra in Ucraina non va escluso se Mosca dovesse “sfondare la linea del fronte” e se Kiev lo richiedesse. Il presidente francese aveva già avanzato questa ipotesi a febbraio, prospettando la possibilità di inviare truppe occidentali sul suolo ucraino.


“Se i russi sfondassero in prima linea, se ci fosse una richiesta ucraina – cosa che oggi non avviene – dovremmo legittimamente porci la domanda”, ha detto, secondo i media francesi. “Escluderlo a priori significa non imparare la lezione degli ultimi due anni”, mentre i paesi della NATO avevano inizialmente escluso l’invio di carri armati e aerei in Ucraina prima di cambiare definitivamente idea, ha aggiunto il capo dello Stato.

Le truppe russe avanzano nel Donetsk. Kiev: la centrale nucleare di Zaporizhzhia usata per lanciare droni

Le truppe russe avanzano nel Donetsk. Kiev: la centrale nucleare di Zaporizhzhia usata per lanciare droniMilano, 2 mag. (askanews) – Le forze di occupazione russe sono riuscite a sfondare e a prendere piede nel villaggio di Ocheretin nel distretto di Pokrovsky nella regione di Donetsk. Lo ha riferito il portavoce il tenente colonnello ucraino Nazar Voloshyn, in un commento a “Interfax-Ucraina”. Tuttavia, precisa, la parte dell’insediamento in cui si trova il nemico è sotto il controllo di fuoco delle truppe ucraine. I combattimenti continuano.


Nella notte inoltre, missili russi hanno colpito Odessa, città Sud-occidentale dell’Ucraina, e sono rimaste ferite 13 persone, secondo l’ultimo bilancio delle autorità locali. “Un altro attacco balistico russo su Odessa”, ha dichiarato il sindaco della città, Gennadiy Trukhanov, su Telegram. Oleg Kiper, governatore della regione. Sono state danneggiate infrastrutture civili, compresi i magazzini postali e tre scuole, che “si aggiungono alle migliaia di scuole e asili che sarebbero stati distrutti o danneggiati in Ucraina, interrompendo l’accesso all’istruzione per milioni di bambini. Le scuole non sono obiettivi”, sottolinea Unicef Ucraina su X. Pochi giorni fa in un altro attacco su Odessa avevano perso la vita otto persone. Intanto, la direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa dell’Ucraina sul suo sito ha denunciato: i russi utilizzano il territorio della centrale nucleare occupata di Zaporizhzhia, in Ucraina, per il lancio di droni kamikaze, approfittando del fatto che le forze di difesa ucraine non possono contrattaccare. Secondo le stesse fonti, i russi hanno attrezzato delle rampe di lancio per i loro droni vicino al sesto reattore della centrale.


L’intelligence ha mostrato un video di un drone, che contiene la sigla UT4D.TT. Ciò indica che il drone è stato fornito dal Ministero della Difesa della Federazione Russa, si sottolinea da Kiev. La traiettoria di volo del drone kamikaze russo passa sopra i propulsori della centrale nucleare più grande d’Europa, in direzione delle comunità di Nikopol e Marganets, soggette a costanti attacchi russi, viene dichiarato dall’intelligence del ministero della Difesa dell’Ucraina. Il 7 aprile si è saputo che un drone è esploso sul territorio occupato della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Dopo l’attacco, il consiglio di amministrazione dell’AIEA ha convocato una riunione straordinaria per discutere l’incidente. L’Ucraina e la Russia hanno presentato due richieste separate per l’incontro. La Federazione Russa ha parlato di “provocazioni da parte delle forze armate ucraine”.

Le manifestazioni pro Palestina nei campus Usa continuano. Centinaia di arresti. Biden cauto

Le manifestazioni pro Palestina nei campus Usa continuano. Centinaia di arresti. Biden cautoMilano, 2 mag. (askanews) – Centinaia di studenti sono stati arrestati nei campus universitari di tutti gli Stati Uniti questa settimana ma i consiglieri di Joe Biden ritengono che le tensioni, sul sostegno degli Stati Uniti a Israele nella guerra a Gaza, si spegneranno presto e che non vi sia né la necessità né un vantaggio per il presidente Usa di intervenire in modo più diretto. Il tutto mentre Donald Trump cerca di dipingere le proteste nei campus come una responsabilità politica del probabile avversario alle prossime presidenziali di novembre.


Per ora, Biden sta assumendo un atteggiamento distaccato nei confronti dei disordini e non ha intenzione di intensificare il suo coinvolgimento nell’escalation degli scontri tra polizia e manifestanti, hanno detto la Casa Bianca e i consulenti della campagna, anche se Trump cerca di trarre vantaggio dalla questione. Il punto di vista di Biden è che spetti ai leader universitari decidere come affrontare le manifestazioni nei campus che stanno emergendo come l’ultimo punto critico nella corsa presidenziale, hanno detto i consulenti. “È un pericolo per il presidente poiché le proteste diventano più volatili e altri democratici iniziano a parlare apertamente”, scrive The Washingon Post. Intanto la camera bassa del Parlamento americano ha approvato un disegno di legge volto a combattere l’antisemitismo mentre le proteste filo-palestinesi non si fermano. Il provvedimento – spinto dal repubblicano e presidente della Camera Mike Johnson ma votato anche da democratici – è passato con 320 voti favorevoli e 91 contrari. Il disegno di legge, intitolato Antisemitism Awareness Act, imporrebbe al Dipartimento dell’Istruzione di adottare l’ampia definizione di antisemitismo utilizzata dall’International Holocaust Remembrance Alliance, un gruppo intergovernativo, per far rispettare le leggi contro la discriminazione.


Intanto più di 1.300 persone sono state arrestate durante le proteste filo-palestinesi avvenute in almeno 40 campus universitari negli Stati Uniti nelle ultime due settimane. Quasi 300 persone sono state arrestate martedì notte alla Columbia University e al City College di New York. Ma cosa succede nei campus nelle ultime ore? Ecco una piccola panoramica: UCLA, LOS ANGELES Un video dall’elicottero mostra una grande folla di persone nel campus dell’UCLA a Los Angeles, ore dopo che le troupe giornalistiche hanno sentito l’ordine della polizia di disperdersi: grandi forze di polizia, in tenuta anti sommossa, sono pronte a entrare in azione sulla manifestazione pro Palestina presso l’Università della California (UCLA) compresa di tendopoli allestita da chi protesta. Più di mille manifestanti si sono radunati nel campus universitario e ribattono che non hanno intenzione di lasciare il sito. Diversi agenti di sicurezza si sono avvicinati all’accampamento, barricando il percorso in Dickson Plaza verso il North Campus. Successivamente, hanno interrotto il loro movimento verso i manifestanti dopo che questi avevano iniziato a sedersi e a rinforzare le barricate. Graeme Blair – professore associato di scienze politiche in una dichiarazione riportata dal giornale universitario Daily Bruin – ha detto che i professori all’interno dell’accampamento “progettano di essere arrestati insieme con gli studenti che non hanno fatto altro che parlare di genocidio in corso in Palestina”.


USC, LOS ANGELES Più calma, apparentemente, la situazione all’Università della California del Sud. Nelle ore precedenti il campus ha temporaneamente chiuso i suoi ingressi e ha affermato che “manifestanti non affiliati all’USC” stavano protestando a un incrocio adiacente. Successivamente i manifestanti che avevano manifestato hanno lasciato l’area e “il campus è nuovamente aperto a studenti, personale, docenti e ospiti registrati”, si legge sul profilo Twitter dell’università. COLUMBIA UNIVERSITY, NEW YORK Dall’altra parte degli Stati Uniti, alla Columbia University di New York, al centro delle proteste di questi giorni, la direzione dell’università ha deciso di chiudere il campus e passare all’insegnamento digitale per il resto del semestre, secondo NBC News, dopo che ieri la polizia è entrata nell’edificio della Hamilton Hall, occupato dagli studenti. In queste ore un proiettore, situato nella strada appena fuori dal campus, illumina e proietta sulla Hamilton Hall – approfittando dell’oscurità – frasi come “attacco per Gaza”, “disinvestire adesso” e “gli studenti dicono Palestina libera”. Altre frasi prendono di mira l’università con messaggi come: “La Columbia finanzia il genocidio”. I manifestanti si sono radunati intorno, mentre gli agenti stavano a guardare.


La polizia è entrata ieri sera nella Hamilton Hall e l’ha liberata dai manifestanti che ne avevano preso il controllo. CITY COLLEGE, NEW YORK Gli amministratori affermano che i manifestanti che hanno fatto irruzione in un edificio del City College di New York la scorsa notte “hanno rotto le porte di vetro, graffiato i muri, coperto le telecamere con vernice e saccheggiato la proprietà pubblica”. La polizia ha fermato 173 persone nel campus di Manhattan dopo che i manifestanti filo-palestinesi hanno preso il controllo dell’edificio amministrativo della scuola. I primi due manifestanti fermati ieri nei campus universitari di New York City sono comparsi davanti al tribunale notturno di Manhattan circa 24 ore dopo il loro arresto: due uomini sono stati accusati di aggressione a un agente di polizia al City College di New York e uno dei due è stato anche accusato di resistenza all’arresto. Altri cinque manifestanti sono stati citati in tribunale, tutti arrestati ieri sera nell’intervento delle forze dell’ordine. Almeno quattro sono stati denunciati per violazione di domicilio. Il giudice non ha specificato se qualcuno fosse uno studente. Gli arresti al City College sono avvenuti la stessa notte in cui la polizia di New York ha fatto uscire i manifestanti dalla Columbia University e lì ha effettuato più di 100 arresti. UNIVERSITÀ DEL WISCONSIN-MADISON I manifestanti filo-palestinesi hanno cominciato a tornare alle loro tende e stanno chiacchierando tranquillamente sul prato mentre si preparano per il quarto giorno di proteste all’Università del Wisconsin-Madison, riporta il giornale studentesco The Daily Cardinal. Ci sono circa 20 tende nel Library Mall. Un gruppo di contro-manifestanti filo-israeliani che in precedenza si erano radunati vicino all’accampamento hanno lasciato il Library Mall. Intanto gli Studenti Associati di Madison (ASM, associazione studenesca del campus) hanno rilasciato una dichiarazione in difesa dei manifestanti nell’accampamento e di condanna della decisione dell’amministrazione UW-Madison di rimuovere l’accampamento. UT TEXAS, DALLAS I manifestanti filo-palestinesi dell’Università del Texas a Dallas sono stati arrestati dopo aver allestito un accampamento sulla passerella principale del campus, ha fatto sapere l’università. Gli arresti sono stati effettuati dopo che i manifestanti si erano rifiutati di andarsene, ha detto un portavoce.

Casa, idealista: prezzi in frenata ad aprile ma +1,5% in un anno

Casa, idealista: prezzi in frenata ad aprile ma +1,5% in un annoRoma, 2 mag. (askanews) – Gli ultimi dati dell’ufficio studi del portale immobiliare idealista, rivelano un rallentamento nei prezzi delle abitazioni usate ad aprile (-0,1%), con una media di 1.848 euro al metro quadrato. L’andamento annuale dei prezzi rimane positivo, registrando un aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente Regioni


La tendenza dei mercati regionali mostra un quadro contrastato, con 10 aree in calo, 8 in aumento e due, Abruzzo e Puglia, che rimangono stabili rispetto a marzo. Con un balzo dell’1,4% ad aprile, il Trentino-Alto Adige registra il maggior aumento del periodo. Seguono altre 7 regioni con variazioni che vanno dallo 0,4% della Lombardia allo 0,1% dell’Emilia-Romagna. Al contrario, i maggiori ribassi si evidenziano nel Molise (-0,8%), in Campania e nel Lazio (entrambe giù dello 0,7%). Altri cali si collocano in un range che va dal -0,6% della Sicilia al -0,1% del Friuli-Venezia Giulia. Il Trentino-Alto Adige si conferma come la regione con i prezzi al metro quadrato più elevati, raggiungendo i 3.144 euro. Seguono Valle d’Aosta (2.693 euro/metro quadro), Liguria (2.507 euro/metro quadro) e Toscana (2.329 euro/metro quadro), tutte con prezzi superiori alla media nazionale. Anche Lombardia (2.197 euro/metro quadro), Lazio (2.118 euro/metro quadro) ed Emilia-Romagna (1.850 euro/metro quadro) presentano valori al di sopra della media italiana. Le restanti regioni mostrano prezzi compresi tra i 1.820 euro del Veneto e gli 886 euro del Molise, la regione più economica per l’acquisto di un immobile in Italia. Province


Nei capoluoghi, si osserva una leggera prevalenza di aree con prezzi in diminuzione (48), rispetto a quelle in aumento (46) e 10 che mantengono stabilità rispetto al mese precedente. I maggiori incrementi del periodo si concentrano nelle città di Andria (2,9%), Udine (2,7%), Isernia (2,6%), Verbania (2,5%) e Como (2%). I capoluoghi di regione che Incrementano maggiormente il loro valore sono Firenze (0,9%), Bologna (0,5%) e Torino (0,2%). Milano e Roma rimangono stabili, mentre Palermo (-1%) e Napoli (-1,5%) registrano i maggiori cali. I ribassi più significativi si registrano a L’Aquila (-4,4%), Benevento (-3,8%) e Potenza (-3%). Milano, nonostante la stabilizzazione di aprile, conferma la sua posizione come la città più costosa per acquistare casa, con un prezzo medio di 4.990 euro al metro quadrato. Seguono Bolzano (4.532 euro/metro quadro) e Venezia (4.463 euro/metro quadro). Firenze si posiziona al quarto posto della classifica con 4.121 euro/metro quadro, seguita da Bologna (3.470 euro/metro quadro), Roma (3.021 euro/metro quadro) è all’ottavo posto, Napoli (2.770 euro/metro quadro) si colloca al decimo posto in termini di prezzi. Al contrario, Caltanissetta (732 euro/metro quadro) si conferma come il capoluogo più economico d’Italia, seguita da Ragusa (735 euro/metro quadro) e Biella (741 euro/metro quadro) nella classifica dei valori immobiliari cittadini.