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Netanyahu convoca vertice “urgente” sulla sicurezza. Nuovi attacchi aerei israeliani a Beirut

Netanyahu convoca vertice “urgente” sulla sicurezza. Nuovi attacchi aerei israeliani a BeirutRoma, 7 ott. (askanews) – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato un briefing sulla sicurezza dopo la riunione tenuta dal governo in occasione dell’anniversario degli attacchi del 7 ottobre. Lo riporta il Times of Israel, sottolineando che il vertice “sembra essere urgente” dal momento che un incontro programmato tra il ministro degli Affari strategici, Ron Dermer, e il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, è stato posticipato all’ultimo minuto.


Intanto, i media libanesi hanno riferito di nuovi attacchi aerei israeliani nella periferia meridionale di Beirut, una roccaforte di Hezbollah nota come Dahiyeh.

Kamala Harris: il 7 ottobre è stato orrore, ma cuore spezzato per Gaza

Kamala Harris: il 7 ottobre è stato orrore, ma cuore spezzato per GazaRoma, 7 ott. (askanews) – “Non dimenticherò mai l’orrore del 7 ottobre 2023”, ha scritto la vicepresidente e candidata democratica alle presidenziali Usa, Kamala Harris, in una dichiarazione rilasciata oggi, un anno dopo l’attacco di Hamas in Israele e l’avvio della risposta militare israeliana nella Striscia di Gaza.


“Ho il cuore spezzato dall’entità della morte e della distruzione a Gaza nell’ultimo anno”, ha assicurato inoltre, aggiungendo: “Lotterò sempre affinché i palestinesi possano realizzare il loro diritto alla dignità, alla libertà, alla sicurezza e all’autodeterminazione”.

7 ottobre, Ilan Pappè: Israele vuole creare un nuovo Medio Oriente

7 ottobre, Ilan Pappè: Israele vuole creare un nuovo Medio OrienteMilano, 7 ott. (askanews) – Ilan Pappè è uno dei maggiori storici israeliani, noto per avere denunciato nei suoi libri il processo di “pulizia etnica” nei confronti dei palestinesi. Ha recentemente pubblicato il saggio “Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina”, che in Italia esce per Fazi, che fornisce le basi storiche e un’introduzione alla questione, dal 1882 a oggi. E proprio dell’oggi, a un anno dal 7 ottobre, abbiamo parlato con Pappè.


“Ciò che accade – ha spiegato lo storico israeliano ad askanews – va avanti da molto tempo. Qui c’è l’idea di creare uno Stato ebraico in Palestina, contro la volontà dei palestinesi, attraverso l’occupazione, la colonizzazione, la pulizia etnica, l’oppressione, e i palestinesi che resistono a questa realtà. Ogni volta la resistenza è più violenta, più estesa come è successo il 7 ottobre e la reazione israeliana è un tentativo di utilizzare quella resistenza per cercare di ottenere un risultato migliore per il proprio progetto, che è quello di avere quanta più Palestina storica possibile con il minor numero possibile di palestinesi”. Il libro di Pappè ricostruisce in sintesi la storia del conflitto tra Israele e i Paesi islamici, una storia costellata di guerre calde e di un perenne guerra sotterranea. “Quello che vediamo ora – ha aggiunto il professore – è un governo israeliano che, nonostante la tragedia del 7 ottobre, continua a voler creare un nuovo Medio Oriente. Un Medio Oriente che abbia paura di noi israeliani e nel quale controlliamo meglio la Palestina e con meno palestinesi, quindi più forza e più potere. Il governo israeliano, non sto dicendo il popolo israeliano, ma anche il governo israeliano vuole una guerra, perché crede che una guerra cambierà la realtà a suo vantaggio”.


In questo contesto, secondo lo storico, i Paesi guida dell’Occidente sono sostanzialmente immobili. “Gli Stati Uniti sono un fattore chiave – ha concluso Ilan Pappè – ma un fattore chiave che in realtà non fa nulla. Parla molto, ma non fa altro che sostenere Israele e non offrire alcuna via d’uscita dall’attuale crisi”. (Leonardo Merlini)

Nobel medicina, come un verme ha portato a scoprire il microRNA

Nobel medicina, come un verme ha portato a scoprire il microRNARoma, 7 ott. (askanews) – Ricerche di base che hanno portato all’individuazione del microRNA, ma questa scoperta – partita dall’osservazione dei geni di un piccolo verme rotondo – non ha direttamente a che fare con quella dell’mRNA che ha portato ai vaccini anti-Covid. Il Comitato per il Nobel ha precisato oggi, in conferenza stampa, le differenze tra la motivazione che ha portato al Nobel congiunto per medicina e fisiologia ai professori statunitensi Victor Ambros e Gary Ruvkun, rispetto a quello dello scorso anno a Katalin Karikó e Drew Weissman assegnato per la scoperta del mRNA che ha portato ai vaccini.


‘Quello di quest’anno è sicuramente un premio per la fisiologia’, ha segnalato la Gunilla Carlsson, la presidente del Comitato per il Nobel per la fisiologia e medicina. ‘L’anno scorso, ovviamente, la scoperta era molto più di scienza applicata e ha portato allo sviluppo del vaccino. Quindi sono due premi piuttosto diversi’, ha continuato la presidente. ‘Detto ciò, avere una comprensione di base è naturalmente il primo passo verso lo sviluppo di applicazioni. Anche se al momento non ci sono applicazioni molto chiare, comprendere i microRNA, sapere che esistono e capire le loro reti di regolazione, è sempre il primo passo’. Per quanto riguarda altre applicazioni, però, potrebbe volerci del tempo. ‘Anche se al momento non ci sono applicazioni molto chiare, comprendere i microRNA, sapere che esistono e capire le loro reti di regolazione è sempre ilun inizio. Potrebbe volerci ancora un po’ di tempo. Ci sono molti studi in corso, non solo contro il cancro, ma anche per altre malattie, come quelle cardiovascolari e renali’, ha detto Carlsson.


La differenza tra mRNA e microRNA è profonda, anche se c’è tra loro un collegamento, quindi non si può parlare di qualcosa di veramente estraneo. L’mRNA è il passaggio fondamentale che collega il nostro DNA alle proteine e trasporta l’informazione dal nucleo alla macchina che produce le proteine. Il microRNA, invece, è molto corto e il suo ruolo principale è agire come lo stesso RNA, interagendo con l’mRNA per regolare o influenzare drasticamente la quantità di proteine che possono essere prodotte o decidere se degradare l’mRNA. I nostri organi e tessuti sono costituiti da molti tipi diversi di cellule, tutte con le stesse informazioni genetiche immagazzinate nel loro DNA. Tuttavia, queste cellule diverse esprimono insiemi unici di proteine. Come è possibile? La risposta sta nella regolazione precisa dell’attività genica, che garantisce che solo il set corretto di geni sia attivo in ciascun tipo di cellula specifico. Questo consente, ad esempio, alle cellule muscolari, alle cellule intestinali e ai diversi tipi di cellule nervose di svolgere le loro funzioni specializzate. Inoltre, l’attività genica deve essere costantemente regolata per adattare le funzioni cellulari alle condizioni mutevoli del nostro corpo e dell’ambiente.


Se la regolazione dei geni viene compromessa, può portare a malattie gravi come il cancro, il diabete o l’autoimmunità. Pertanto, comprendere la regolazione dell’attività genica è stato un obiettivo importante per molti decenni. Poiché il DNA nei nuclei delle nostre cellule contiene esattamente le stesse informazioni in tutte le cellule, la domanda è: cosa determina che solo i geni giusti vengano trascritti in mRNA e poi tradotti nelle proteine specifiche per quel tessuto al momento giusto? Un primo passo importante nella regolazione genica è governato dalle proteine leganti il DNA, i cosiddetti fattori di trascrizione, che assicurano che solo i geni corretti vengano trascritti in mRNA. Di conseguenza, le proteine giuste vengono prodotte in ciascun tipo di cellula specifico. Negli anni ’60, fu dimostrato che proteine specializzate, note come fattori di trascrizione, possono legarsi a regioni specifiche del DNA e controllare il flusso delle informazioni genetiche determinando quali mRNA vengono prodotti. Da allora, sono stati identificati migliaia di fattori di trascrizione, e per molto tempo si è creduto che i principi fondamentali della regolazione genica fossero stati risolti. Tuttavia, nel 1993, i vincitori del premio Nobel di quest’anno pubblicarono scoperte inaspettate che descrivevano un nuovo livello di regolazione genica, che si è rivelato molto significativo e conservato nel corso dell’evoluzione.


Alla fine degli anni ’80, Victor Ambros e Gary Ruvkun erano ricercatori post-dottorato nel laboratorio di Robert Horvitz, che nel 2002 ha vinto il Premio Nobel insieme a Sydney Brenner e John Sulston. Nel laboratorio di Horvitz, studiarono un piccolo verme rotondo lungo 1 mm, C. elegans. Nonostante le sue dimensioni ridotte, C. elegans possiede molti tipi cellulari specializzati, come le cellule nervose e muscolari, simili a quelle presenti negli animali più complessi. Questo lo rendeva un modello utile per studiare come i tessuti si sviluppano e maturano negli organismi multicellulari. Ambros e Ruvkun erano interessati ai geni che controllano la tempistica di attivazione dei programmi genetici, garantendo che i diversi tipi di cellule si sviluppino al momento giusto. Studiando due ceppi mutanti di C. elegans, lin-4 e lin-14, che mostravano difetti nella tempistica di attivazione dei programmi genetici durante lo sviluppo, i due ricercatori volevano identificare i geni mutati e capire la loro funzione. Ambrose aveva precedentemente dimostrato che il gene lin-4 sembrava essere un regolatore negativo del gene lin-14. Tuttavia, non era ancora noto come l’attività di lin-14 fosse bloccata. Ambros e Ruvkun erano affascinati da questi mutanti e dalla loro possibile relazione, e si impegnarono a risolvere questi misteri. Dopo la sua ricerca post-dottorato, Victor Ambros analizzò il mutante lin-4 nel suo nuovo laboratorio all’Università di Harvard. Attraverso una mappatura metodica, riuscì a clonare il gene e fece una scoperta inaspettata: il gene lin-4 produceva una molecola di RNA insolitamente corta, priva di un codice per la produzione di proteine. Questi risultati sorprendenti suggerivano che questo piccolo RNA di lin-4 fosse responsabile dell’inibizione di lin-14. Ma come funzionava questo meccanismo? Contemporaneamente, Gary Ruvkun indagava sulla regolazione del gene lin-14 nel suo nuovo laboratorio al Massachusetts General Hospital e alla Harvard Medical School. A differenza quanto si sapeva del funzionamento della regolazione genica fino ad allora, Ruvkun dimostrò che non era la produzione di mRNA da lin-14 a essere inibita da lin-4. La regolazione sembrava avvenire in una fase successiva nel processo di espressione genica, attraverso l’interruzione della produzione proteica. Gli esperimenti rivelarono anche un segmento nell’mRNA di lin-14 necessario per la sua inibizione da parte di lin-4. I due ricercatori confrontarono i loro risultati, portando a una scoperta rivoluzionaria. La breve sequenza di lin-4 corrispondeva a sequenze complementari nel segmento critico dell’mRNA di lin-14. Ambros e Ruvkun eseguirono ulteriori esperimenti dimostrando che il microRNA lin-4 spegne lin-14 legandosi alle sequenze complementari del suo mRNA, bloccando così la produzione della proteina lin-14. Era stato scoperto un nuovo principio di regolazione genica, mediato da un tipo di RNA fino ad allora sconosciuto: il microRNA. I risultati furono pubblicati nel 1993 in due articoli sulla rivista Cell. Inizialmente, la comunità scientifica reagì con quasi totale silenzio. Sebbene i risultati fossero interessanti, il meccanismo insolito di regolazione genica fu considerato una peculiarità di C. elegans, probabilmente irrilevante per l’uomo e altri animali più complessi. Questo percezione cambiò nel 2000, quando il gruppo di ricerca di Ruvkun pubblicò la scoperta di un altro microRNA, codificato dal gene let-7. A differenza di lin-4, il gene let-7 era presente in tutto il regno animale. L’articolo suscitò grande interesse, e negli anni successivi furono identificati centinaia di diversi microRNA. Oggi sappiamo che esistono più di mille geni per diversi microRNA negli esseri umani, e che la regolazione genica tramite microRNA è universale negli organismi multicellulari. In aggiunta alla mappatura di nuovi microRNA, esperimenti condotti da vari gruppi di ricerca chiarirono i meccanismi di produzione dei microRNA e il loro trasporto verso le sequenze target complementari negli mRNA regolati. Il legame del microRNA porta all’inibizione della sintesi proteica o alla degradazione dell’mRNA. Curiosamente, un singolo microRNA può regolare l’espressione di molti geni diversi e, viceversa, un singolo gene può essere regolato da più microRNA, coordinando e perfezionando così intere reti di geni. Il macchinario cellulare che produce microRNA funzionali viene impiegato anche per produrre altre piccole molecole di RNA sia nelle piante che negli animali, ad esempio come mezzo per proteggere le piante dalle infezioni virali. Andrew Z. Fire e Craig C. Mello, premiati con il Nobel nel 2006, descrissero l’interferenza dell’RNA, un processo in cui specifiche molecole di mRNA vengono inattivate tramite l’aggiunta di RNA a doppio filamento nelle cellule. La regolazione genica tramite microRNA è attiva da centinaia di milioni di anni. Questo meccanismo ha permesso l’evoluzione di organismi sempre più complessi. La ricerca genetica ha dimostrato che cellule e tessuti non si sviluppano normalmente senza i microRNA. Una regolazione anomala dei microRNA può contribuire allo sviluppo del cancro, e sono state trovate mutazioni nei geni che codificano i microRNA negli esseri umani, causando condizioni come la perdita congenita dell’udito, disturbi agli occhi e all’apparato scheletrico. Le mutazioni in una delle proteine necessarie per la produzione di microRNA portano alla sindrome DICER1, una sindrome rara ma grave legata al cancro in vari organi e tessuti. E tutto è partito da un piccolo verme.

Nobel letteratura, Cartarescu in pole position, Millahuser outsider

Nobel letteratura, Cartarescu in pole position, Millahuser outsiderRoma, 7 ott. (askanews) – Giovedì 10 ottobre l’Accademia Svedese annuncerà a Stoccolma il vincitore del premio Nobel per la letteratura e come sempre sui media – e sui siti di scommesse – si moltiplicano voci e indiscrezioni sul possibile vincitore. Secondo alcune fonti del mondo dell’editoria, il favorito potrebbe essere il romeno Mircea Cartarescu, l’autore di Solenoide (Il Saggiatore) e Melancolia (La Nave di Teseo). Prende quota però anche il nome di un oustider, lo statunitense Steven Millahuser (Mondadori ha da poco pubblicato “La Notte dell’incanto” e ripreso il suo vecchio romanzo premio Pulitzer “Martin Dressler”). Altre fonti, anche alla luce della situazione geopolitica, rilanciano invece il nome di Salman Rushdie (il suo ultimo libro – Coltello – è un memoir sull’attentato subito due estati fa). I bookmaker però la pensano diversamente e sembrano orientati a dare credito alla pista che porterebbe il Nobel in Cina con la scrittrice Can Xue (che in Italia viene pubblicata da Utopia, il suo ultimo libro è “La strada di fango giallo”). E resta sempre valida l’ipotesi Claudio Magris: il nome dello scrittore triestino circola da anni ma non è detto che sia stato dimenticato.


In termini concreti, le uniche certezze sono le quote decise dalle società di scommesse. Il sito “Nicer Odds” ha messo a confronto tutte le quote dei vari boomakers e stilato una classifica in punti percentuali. Oltre a quelli già citati tornano in pista il francese Michel Houllebecq, gli americani Thomas Pynchon e Don de Lillo, l’anglo indiano Salman Rshdie, l’argentino Cesar Aira e – immancabile – il giapponese Haruki Murakami e la scrittrice giamaicana Jamaica Kinkaid. Di seguito la classifica stilata dal sito, con le cifre più basse che ovviamente corrispondono alle più alte probabilità di vittoria stimate.


Can Xue – 5.00 Gerald Murnane – 6.00 Anne Carson – 7.00 Lyudmila Ulitskaya – 8.50 Mircea Cartarescu – 9.50 Thomas Pynchon – 11.00 César Aira – 13.00 Ngugi Wa Thiong’o – 13.00 Haruki Murakami – 15.00 László Krasznahorkai – 15.00 Michel Houellebecq – 15.00 Pierre Michon – 17.00 Raul Zurita – 17.00 Jamaica Kincaid – 19.00 Salman Rushdie – 19.00

Ucciso a Gaza un altro giornalista, 175 da inizio rappresaglia israeliana

Ucciso a Gaza un altro giornalista, 175 da inizio rappresaglia israelianaRoma, 6 ott. (askanews) – Un giornalista della Striscia di Gaza, Hassan Hamad, è stato ucciso in un raid aereo israeliano contro la sua abitazione a Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza. Sale così a 175 il numero degli operatori per i media rimasti uccisi dall’inizio del conflitto, secondo quanto riferito da al Jazeera. Hamad lavorava come reporter televisivo freelance e i suoi video venivano trasmessi su Al Jazeera e altre tv. Secondo i media palestinesi, sarebbe stato preso di mira in modo deliberato dopo aver ricevuto minacce da Israele.

Il Papa annuncia concistoro l’8 dicembre, ecco i neocardinali

Il Papa annuncia concistoro l’8 dicembre, ecco i neocardinaliMilano, 6 ott. (askanews) – Oggi Papa Francesco all’Angelus ha annunciato per l’8 dicembre un Concistoro per la creazione di nuovi cardinali. Saranno 21 le porpore che verranno assegnate. Ecco la lista dei nuovi membri del Collegio Cardinalizio:


Monsignor Angelo Acerbi, 99 anni, già Nunzio Apostolico; Monsignor Carlos Gustavo Castillo Mattasoglio, 74 anni, Arcivescovo metropolita di Lima (Perù);


Monsignor Vicente Bokalic Iglic, 72 anni, Arcivescovo di Santiago del Estero e Primate d’Argentina; Monsignor Luis Gerardo Cabrera Herrera, 68 anni, Arcivescovo di Guayaquil (Ecuador);


Monsignor Ignace Bessi Dogbo, 63 anni, Arcivescovo di Abidjan(Costa d’Avorio); Monsignor Jean Paul Vesco, 62 anni, Arcivescovo di Algeri;


Monsignor Paskalis Bruno Syukur, 62 anni, Vescovo di Bogor (Indonesia); Monsignor Dominique Joseph Mathieu, 61 anni, Arcivescovo di Teheran (Iran); Monsignor Roberto Repole, 57 anni, Arcivescovo di Torino; Monsignor Baldassare Reina, 53 anni, nuovo Vicario Generale della Diocesi di Roma; Monsignor Fernando Natalio Chomalí Garib, 67 anni, Arcivescovo di Santiago del Cile; Monsignor Tarcisio Isao Kikuchi, 65 anni, Arcivescovo di Tokyo (Giappone); Monsignor Pablo Virgilio Siongco David, 65 anni, Vescovo di Kalookan (Filippine), Monsignor László Német, 68 anni, Arcivescovo di Belgrado (Serbia); Monsignor Jaime Splenger, 64 anni, Arcivescovo di Porto Alegre (Brasile) e Presidente del CELAM; Monsignor Frank Leo, 53 anni, Arcivescovo di Toronto; Monsignor Rolandas Makrickas, 52 anni, Arciprete coadiutore della Basilca di Santa Maria Maggiore; Monsignor Mykola Bycok, C.SS.R., 43 anni, Vescovo di Melbourne degli Ucraini P. Peter Joseph Radcliffe, 79 anni; P. Fabio Baggio, 59 anni, Sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; Monsignor George Jacob Koovakad, Organizzatore dei viaggi papali. (Con fonte: Aci Stampa)

Da martedì 8 ottobre a Venezia “Trans-Regional Seapower Symposium”

Da martedì 8 ottobre a Venezia “Trans-Regional Seapower Symposium”Milano, 6 ott. (askanews) – L’Arsenale della Marina Militare, sede storica dell’Istituto di Studi Militari Marittimi, ospiterà dall’8 al 10 ottobre 2024 la quattordicesima edizione del “Trans-Regional Seapower Symposium” (T-RSS), forum marittimo internazionale a cadenza biennale.


Il simposio sarà inaugurato con una cerimonia che si terrà martedì 8 ottobre presso la Sala Squadratori dell’Arsenale di Venezia alla presenza di autorità politiche e del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Enrico Credendino. All’evento parteciperanno oltre 300 delegazioni tra Marine alleate e partner e organizzazioni internazionali, mondo accademico, attori/realtà industriali, culturali e rappresentanti dei diversi cluster marittimi, accomunati dall’attenzione per un dialogo trasversale dedicato ai temi della marittimità. Tema conduttore dell’edizione sarà “Uno sguardo alle profondità: il mondo sottomarino come nuova frontiera per l’umanità” (A Spotlight on the Depths: the Underwater as the new frontier for humankind).


L’ambiente sottomarino è oggi uno spazio complesso e non chiaramente definito, oggetto di diverse dispute tra gli Stati e anche per altre entità non necessariamente governative. L’esplorazione dei fondali marini è una necessità ineludibile considerato che le acque coprono circa il 70% della superficie del pianeta e che la dimensione sottomarina ospita infrastrutture e risorse energetiche strategiche e un patrimonio archeologico inestimabile.


Il Simposio di Venezia 2024 mira a sottolineare l’importanza che gli attori globali attribuiscono a questo ambiente e a stimolare alcuni approfondimenti in merito alle principali opportunità e sfide che, inevitabilmente, sorgeranno a causa dell’intensa esplorazione del mondo sottomarino. Tre i panel condotti da esperti del settore su tre temi specifici: “Preserving the underwater”, analisi delle opportunità e dei rischi/criticità connessi allo sviluppo sostenibile dell’ambiente subacqueo; “Safeguarding the underwater”, focus sullo stato dell’arte della tecnologia subacquea; “Framing the underwater”, confronto sulla necessità di dotarsi di regolamenti condivisi, a livello nazionale e internazionale, che disciplinino le interazioni nella dimensione sottomarina.


Per l’occasione, nella Sala del Bucintoro sarà allestita la mostra “Deep Blue: The Italian Navy in the Underwater Dimension” che, dall’11 al 20 ottobre, verrà aperta al pubblico come parte del percorso espositivo del Museo Storico Navale di Venezia. La mostra, immersiva e multimediale, accompagnerà i visitatori in un viaggio attraverso immagini, video, suoni e infografiche digitali. “Deep Blue” nasce dall’impegno della Marina Militare di sottolineare la dimensione subacquea come nuova frontiera per l’umanità, tracciando un parallelismo con un “nuovo universo che aspetta di essere esplorato sotto la superficie dell’acqua”.

M.O., peluche in punti chiave Roma per ricordare ostaggi 7 ottobre

M.O., peluche in punti chiave Roma per ricordare ostaggi 7 ottobreMilano, 6 ott. (askanews) – Rete Studenti Ebrei romani organizza un’iniziativa simbolica – e pacifica – per ricordare gli ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023 da Hamas: in occasione dell’anniversario del rapimento di 251 ostaggi (la metà ancora prigionieri a Gaza da un anno) un gruppo di studenti afferma di voler dare voce a chi non ce l’ha. “Abbiamo posizionato giganteschi orsi di peluche in punti chiave” della capitale: Piazza del Popolo, il Pincio, il Colosseo, l’Arco di Tito e altre aree simboliche della città, dicono.


“Ciascuno avrà indosso una maglietta con la foto e il nome di un ostaggio, per invitare i passanti ad un’amara riflessione” si aggiunge. Gli orsi di peluche rappresentano l’umanità e la fragilità di coloro che attendono ancora di essere liberati e rendere chiaro che l’anniversario del 7 ottobre non debba essere solo una data, ma un richiamo collettivo all’azione. “Non dobbiamo permettere che gli ostaggi siano dimenticati mentre l’attesa del ritorno si fa sempre più dolorosa ogni giorno che passa, soprattutto per la sorte degli ostaggi più piccoli, come i fratelli Ariel di 4 anni e Kfir di 7 mesi, che ha vissuto più tempo in mano ai terroristi che a casa propria”. Non è solo un gesto commemorativo, spiegano gli studenti “ma un atto di protesta pacifica, in totale contrapposizione con le proteste violente anti occidentali di questi giorni, che rivelano il volto di chi sostiene il cessate il fuoco senza condanne al pogrom del 7 ottobre e una parola per la liberazione degli ostaggi”.


Il rapimento di un numero così grande di cittadini inermi è “un inedito nella storia e una tragedia umana passata inspiegabilmente in secondo piano, ma che continua a pesare sulle famiglie e sulla comunità internazionale. Il dovere di ricordare non è solo una prerogativa dei parenti delle vittime o degli ebrei, ma dovrebbe essere un dovere morale per ogni cittadino libero che respinge la barbarie e il fondamentalismo religioso e fanatico, ma soprattutto il silenzio che è calato intorno alle piccole vittime scientificamente selezionate dai terroristi di Hamas per tenere in ostaggio non solo loro, ma l’intero mondo civile”. Nell’appello poi si legge: “Noi giovani studenti organizzatori di questa iniziativa invitiamo a riflettere e a unirsi – affinché nessuno sia dimenticato – e a sollevarsi contro la strumentalizzazione dei luoghi di istruzione per fini politici, assumendosi le proprie responsabilità di fronte al silenzio sulle vittime e i rapiti, respingendo ogni forma di attivismo violento nelle scuole e la connivenza intellettuale di certi ‘cattivi maestri’. Più in generale, chiediamo un sollevamento contro le proteste violente, l’oscurantismo, la difesa di regimi illiberali che ledono i diritti e la dignità umana, il fondamentalismo religioso e le infiltrazioni di matrice terroristica. Il mondo ci guarda, e le famiglie degli ostaggi, per le quali ogni giorno è una battaglia contro il tempo e l’indifferenza, meritano il nostro sostegno e la nostra attenzione”.

M.O., Netanyahu: Israele affronta la guerra su sette fronti

M.O., Netanyahu: Israele affronta la guerra su sette frontiMilano, 6 ott. (askanews) – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che, a quasi un anno dagli attacchi di Hamas contro Israele, il suo Paese sta combattendo su sette fronti. “Oggi Israele si sta difendendo su sette fronti contro i nemici della civiltà”, ha detto in una dichiarazione video. Netanyahu ha specificato che questi includono Hezbollah sostenuto dall’Iran nel nord, Hamas a Gaza, gli Houthi nello Yemen, i “terroristi” in Cisgiordania e le milizie sciite in Iraq e Siria. “E stiamo combattendo contro l’Iran, che la scorsa settimana ha lanciato oltre 200 missili balistici direttamente contro Israele e che sostiene questa guerra su sette fronti contro Israele”, ha detto Netanyahu.


Netanyahu ha replicato “vergogna” al presidente francese Emmanuel Macron e agli altri paesi che chiedono embarghi sulle armi contro Israele. “State tranquilli, Israele combatterà finché la battaglia non sarà vinta, per il nostro bene e per il bene della pace e della sicurezza nel mondo”, ha aggiunto Netanyahu. Netanyahu ha inoltre affermato che sta mantenendo la promessa di cambiare l’equilibrio di potere nel nord tra Israele e Libano.


Israele ha lanciato quasi 9.000 attacchi in Libano dall’8 ottobre e Hezbollah ne ha lanciati 1.500 nello stesso lasso di tempo, secondo i dati ACLED (Armed Conflict Location and Event Data) riportati da Cnn. Riferendosi a Gaza, Netanyahu ha detto che Israele ha il diritto di difendersi e che non dimenticherà i 101 ostaggi “con i quali ci impegniamo con tutte le nostre forze a riportarli a casa”. Almeno 41.825 persone sono state uccise a Gaza dal 7 ottobre dell’anno scorso, secondo il ministero della Salute di Gaza.


Secondo il ministero della Salute libanese, nell’ultimo mese gli attacchi israeliani in Libano hanno ucciso più di 1.400 persone e circa 7.500 sono rimaste ferite.