Ignazio La Russa: Sammy Basso, esempio di forza moraleMilano, 6 ott. (askanews) – “Ci ha lasciato Sammy Basso, figura di straordinario valore scientifico e umano, il più longevo malato al mondo affetto da progeria, una rara malattia genetica conosciuta anche come sindrome dei “nati vecchi””. Lo scrive il presidente del Senato Ignazio La Russa. “Il suo esempio di forza morale e il suo impegno rimarranno un’eredità preziosa per la comunità scientifica e per l’Italia tutta. Ai suoi familiari il cordoglio mio personale e del Senato della Repubblica”, ha aggiunto.
“Fondatore dell’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso onlus, ha dedicato la sua vita a sensibilizzare l’opinione pubblica su questa patologia, promuovendo la ricerca e diffondendo consapevolezza. Biologo di grande competenza, laureato con lode, ha testimoniato con il suo impegno e la sua determinazione la possibilità di affrontare le difficoltà con dignità, coraggio e sorriso”, ha aggiunto La Russa.
M.O., Blinken discute di Medio Oriente con l’Arabia SauditaMilano, 6 ott. (askanews) – Il Segretario di Stato Usa Antony J. Blinken ha parlato di Medio Oriente con il Ministro degli Esteri saudita, il Principe Faisal bin Farhan Al Saud. I due responsabili degli Esteri hanno parlato della necessità di rispettare la risoluzione ONU 1701, affinché i civili su entrambi i lati del confine libanese-israeliano possano tornare indietro.
La risoluzione, adottata alla fine della guerra del Libano nel 2006, sostiene la smilitarizzazione in un’area compresa tra il confine e il fiume Litani, che si trova a circa 30 chilometri all’interno del territorio libanese. La milizia Hezbollah appoggiata dall’Iran ha ripetutamente violato questo accordo. Blinken e Farhan hanno anche discusso della necessità di un sostegno internazionale alle forze di difesa libanesi, nonché del sostegno alle forze di mantenimento della pace delle Nazioni Unite Unifil, che monitorano le aree di confine da diversi decenni. “Hanno sottolineato gli sforzi in corso per finanziare e supportare le Forze armate libanesi e l’importanza del supporto internazionale per l’Unifil” si sottolinea in una nota dal Dipartimento di Stato Usa. “Hanno anche discusso dell’urgente situazione umanitaria in Libano e degli sforzi di risposta, tra cui il recente annuncio degli Stati Uniti di quasi 157 milioni di dollari in assistenza”, si aggiunge.
Il Segretario e il Ministro degli Esteri hanno continuato le loro discussioni sugli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco duraturo a Gaza per liberare tutti gli ostaggi, consentire un’ondata di assistenza umanitaria e alleviare le sofferenze dei civili. Blinken ha ringraziato il Ministro degli Esteri per il ruolo cruciale dell’Arabia Saudita in queste e altre sfide regionali e globali.
M.O., raid israeliani su Beirut: presi di mira “i depositi di armi”Milano, 6 ott. (askanews) – L’esercito israeliano ha confermato di aver “condotto una serie di attacchi mirati” nell’area della capitale libanese Beirut durante la notte, affermando di aver preso di mira “i depositi di armi” e altre parti dell’infrastruttura di Hezbollah. Secondo l’agenzia di protezione civile di Gaza, ha ucciso 21 persone un attacco israeliano contro una moschea – che Hamas stava utilizzando come centro di comando e controllo secondo le Idf.
Il portavoce in lingua araba delle Forze di difesa israeliane ha emesso nuovi ordini di evacuazione per diversi quartieri in vista di quelli che, a suo dire, sarebbero attacchi contro obiettivi appartenenti al gruppo militante sostenuto dall’Iran. La scorsa settimana Israele ha lanciato un’incursione terrestre limitata nel Libano meridionale, intensificando la sua guerra contro il gruppo militante Hezbollah sostenuto dall’Iran.
Per la prima volta dal 2006, Israele ha colpito il centro di Beirut , mentre i precedenti attacchi erano stati limitati ai sobborghi meridionali della città. Tutto ciò equivale a una drammatica escalation in Medio Oriente e suggerisce che i timori di una guerra regionale allargata si sono concretizzati.
Tali timori sono stati solo aggravati dal più grande attacco missilistico mai effettuato dall’Iran contro Israele, avvenuto anch’esso la scorsa settimana. La regione si sta preparando alla risposta di Israele e Teheran ha già promesso che attaccherà di nuovo Israele se lo riterrà necessario.
Il NYTimes: Sinwar è vivo e punta a un conflitto più ampioRoma, 5 ott. (askanews) – A un anno dall’inizio della guerra, il leader di Hamas, Yahya Sinwar, “è diventato più fatalista ed è determinato a vedere Israele coinvolto in un conflitto regionale più ampio”. E’ quanto hanno riferito al New York Times funzionari americani, secondo cui Sinwar sarebbe ancora vivo.
“Alcuni funzionari israeliani hanno messo in dubbio che Sinwar sia ancora vivo – ha ricordato il quotidiano americano – i funzionari statunitensi e israeliani ammettono che non ci sono prove definitive che sia ancora in vita. Da mesi non ci sono registrazioni audio o video. Ma funzionari americani hanno affermato di non avere prove che sia morto, e in effetti alti funzionari statunitensi hanno detto di ritenere che sia vivo e stia prendendo decisioni importanti per Hamas”. Secondo la valutazione Usa, Sinwar avrebbe inasprito le proprie posizioni nelle ultime settimane, tanto che “i negoziatori americani ora ritengono che Hamas non abbia alcuna intenzione di raggiungere un accordo con Israele” per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi.
Secondo il Nyt, la posizione di Sinwar si è irrigidita la scorsa estate “dopo che Israele ha assassinato Ismail Haniyeh”, il capo politico di Hamas e uno dei principali negoziatori. “Haniyeh era un negoziatore più conciliante, interessato a raggiungere un accordo, – ha scritto il Nyt – e i funzionari statunitensi affermano che era disposto a respingere le richieste più estreme di Sinwar”. Secondo i funzionari Usa, “nelle ultime settimane Hamas non ha mostrato alcun desiderio di impegnarsi in colloqui” per un accordo, e “sospettano che Sinwar sia sempre più rassegnato mentre le forze israeliane gli danno la caccia”. Una guerra regionale più ampia, auspicata dal leader di Hamas, metterebbe “pressione su Israele e il suo esercito e li costringerebbe a ridurre le operazioni a Gaza”. Anche se, ha rimarcato un alto funzionario americano, le azioni dell’Iran negli ultimi mesi hanno inviato un messaggio chiaro a Sinwar, ossia che “la cavalleria non arriverà”.
L’Unifil: i caschi blu rimangono in tutte le posizioni in LibanoRoma, 5 ott. (askanews) – “I peacekeeper rimangono in tutte le posizioni e la bandiera dell’Onu continua a sventolare”: lo ha detto oggi il portavoce della missione Onu in Libano (Unifil), Andrea Tenenti, citato dall’agenzia di stampa libanese Nna.
Tenenti ha ricordato che il 30 settembre scorso l’esercito israeliano, notificando “l’intenzione di intraprendere incursioni limitate via terra in Libano, ha anche chiesto che ci trasferissimo da alcune delle nostre posizioni”. “I peacekeeper rimangono in tutte le posizioni e la bandiera dell’Onu continua a sventolare. Stiamo regolarmente adeguando la nostra posizione e le nostre attività e abbiamo piani di emergenza pronti da attivare se assolutamente necessario. La sicurezza dei peacekeeper è fondamentale e tutti gli attori sono tenuti a rispettarla”, ha dichiarato oggi Tenenti, rilanciando l’appello a “Libano e Israele ad impegnarsi nuovamente nella risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza, nei fatti, non solo a parole, come unica soluzione praticabile per riportare la stabilità nella regione”.
Ieri il quotidiano Irish Times ha riferito che l’esercito israeliano ha chiesto all’Irlanda di rimuovere i propri peacekeeper da un avamposto al confine con il Libano, noto come posto 6-52, e che il governo irlandese ha risposto che “i movimenti delle truppe Unifil sono una questione di competenza delle Nazioni Unite e del suo comandante sul campo”. Secondo l’Irish Times, l’area dove si trovano i caschi blu irlandesi è stata teatro di intensi combattimenti tra le Forze di difesa israeliane (Idf) e i miliziani di Hezbollah all’inizio della settimana e che “alcuni dei combattimenti hanno avuto luogo a meno di due chilometri dall’avamposto irlandese”.
Commissione Ue, presentata conferenza internazionale per la democraziaRoma, 4 ott. (askanews) – Si è svolta in mattinata presso Palazzo Begni, a San Marino, la conferenza stampa di presentazione della Conferenza Internazionale della Commissione Europea per la Democrazia attraverso il Diritto del Consiglio d’Europa (Commissione di Venezia), presieduta dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari, cui hanno preso parte il Segretario di Stato per la Giustizia, Stefano Canti e il Dirigente Supplente e membro della Commissione di Venezia per San Marino, Commissario della Legge Fabio Giovagnoli.
La Conferenza stampa ha fatto il punto sul prossimo significativo evento internazionale che San Marino ospiterà il prossimo lunedì 14 ottobre, presso il Centro Congressi Kursaal organizzato dalla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri, sotto l’egida del Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Alain Berset. La Conferenza internazionale dal titolo “Aspects of Constitutionalism in European small-sized States”, prima riunione a San Marino della Commissione di Venezia in ambito tecnico-giuridico, vedrà riuniti alcuni tra i maggiori Esperti giuridici internazionali ed esponenti dei principali Comitati internazionali di cui anche la Repubblica è parte attiva. Sarà l’occasione per confrontarsi sulle sfide e le peculiarità dei piccoli Stati d’Europa, con particolare attenzione ai processi elettorali, alle interazioni di questi con i Comitati di Monitoraggio del Consiglio d’Europa e all’implementazione degli standard di indipendenza del potere giudiziario.
Presenti alla Conferenza in qualità di relatori, tra gli altri, Gianni Buquicchio, Presidente Emerito e Rappresentante Speciale della Commissione di Venezia, Panagiota Vatikalou, Membro del Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO), Francesco De Pasquale, Presidente della Commissione per l’efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa (CEPEJ) e Nicola Muccioli, Presidente del MONEYVAL. Il Segretario di Stato per gli Affari Esteri Luca Beccari ha ringraziato tutti per la partecipazione sottolineando l’importanza e l’onore di poter ospitare per la prima volta a San Marino un evento cosi importante a livello internazionale, ” di altissimo livello giuridico e culturale, che si pone sotto l’egida del Consiglio d’Europa. È una conferma del ruolo, della dignità e dell’autorevolezza – ha sottolineato il Segretario di Stato Beccari – che la Repubblica ha saputo conquistarsi attraverso una partecipazione costante e sostanziale all’attività degli organismi multilaterali, con un focus sul Consiglio d’Europa, per la sua azione costante di rafforzamento delle istituzioni democratiche degli Stati parte”.
“Sono particolarmente fiero della Conferenza di alto livello che si terrà il prossimo 14 ottobre – ha rimarcato il Segretario di Stato per la Giustizia Stefano Canti – in quanto consente a una piccola Repubblica come San Marino di inserirsi in un contesto internazionale ampio e ricco di esperienza come quello del Consiglio d’Europa. Si tratta dunque di una grande opportunità per l’apertura di un confronto tecnico-scientifico di altissima caratura, del quale beneficerà certamente anche il nostro Tribunale”.
Il premier libanese ha chiesto di fermare gli attacchi israeliani ai soccorritoriRoma, 4 ott. (askanews) – Il premier libanese Najib Mikati ha intensificato oggi i “contatti diplomatici” per sollecitare “pressione internazionale su Israele per consentire agli operatori di emergenza e ai soccorritori”, ripetutamente presi di mira, di avere accesso alle zone colpite e alle vittime. Stando a un comunicato stampa diffuso dall’ufficio del premier, Mikati “ha denunciato questi attacchi del nemico israeliano che violano il diritto internazionale e le norme umanitarie in vigore”.
Secondo l’ultimo bilancio fornito ieri dal ministro Sanità libanese Firas Abiad, gli attacchi israeliani hanno causato finora 97 morti e 188 feriti tra diverse organizzazioni di soccorso e danneggiato 45 centri e 128 veicoli. Ieri l’Oms aveva riferito di 28 operatori sanitari uccisi “nelle ultime 24 ore”.
Tajani: autonomia differenziata non è dogma, no accelerazioniRoma, 4 ott. (askanews) – L’autonomia differenziata “non è un dogma di fede”. L’ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo all’Assemblea di Confindustria di Bari e della BAT, ribadendo il suo no alla possibilità che venga devoluta la materia relativa al commecio internazionale.
“Mi pare assurdo che si vada a fare lo scontro tra, che ne so, i vini pugliesi o l’olio pugliese e l’olio ligure. Se non c’è una strategia nazionale, è difficile che una regione possa anche essere presente con i propri prodotti”, ha segnalato Tajani. “Ecco perché ho scritto a Calderoli e manifestato tutte le mie perplessità. Noi abbiamo votato a favore dell’autonomia differenziata. Ringrazio Elisabetta Casellati perché ha corretto molto del testo iniziale, portando ad un testo più equilibrato. Premesso che il testo è equilibrato, adesso anche l’applicazione del testo deve essere equilibrata”, ha continuato il vicepremier. “Non servono accelerazioni, non serve erodere poteri allo Stato, perché l’obiettivo non è quello di erodere poteri allo Stato, ma di servire meglio i cittadini. Questo è il nostro obiettivo”, ha incalzato. “Non è un dogma di fede, l’autonomia. Deve essere uno strumento per permettere di stare meglio e di far funzionare meglio la macchina. Sul commercio internazionale ho molte perplessità”, ha detto ancora.
Su questa materia, ha ribadito Tajani, farà “resistenza” perché la ritiene “una questione di interesse nazionale”. Noi rischiamo – ha continuato – “di fare un danno alla competitività delle nostre imprese in giro per il mondo. Noi dobbiamo invece rinforzare la competitività. E attenzione, qua stiamo parlando di milioni di posti di lavoro. Noi stiamo parlando del 90% del PIL. Guai a toccare la politica commerciale commettendo degli errori che potrebbero provocare danni al PIL e all’economia generale del nostro Paese. Perché le cose stanno andando bene, ovunque, il nord e il sud”. Tajani ha aggiunto di voler “mai fare polemiche”, ma su questo tema ha assicurato che intende lavorare “con grande determinazione e serietà”.
A Teheran Khamenei commemora Nasrallah, “legittimo il 7 ottobre”Roma, 4 ott. (askanews) – “I musulmani di tutto il mondo devono essere uniti”. Lo ha detto la Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, aprendo il suo intervento alla commemorazione a Teheran del leader del gruppo libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah, ucciso da Israele il 27 settembre scorso. Khamenei ha dichiarato che “il nemico della nazione iraniana è il nemico della nazione palestinese, libanese, irachena, egiziana e siriana, il nemico dei musulmani è lo stesso”.
“Ogni nazione – ha proseguito – ha il diritto di difendersi dall’aggressore. I palestinesi hanno il diritto di opporsi all’occupante”, definendo “legittima” l’operazione al-Aqsa Flood lanciata da Hamas il 7 ottobre dello scorso anno. E inoltre, “il brillante lavoro delle nostre forze armate di qualche notte fa è stato del tutto legale e legittimo”. “Se necessario, in futuro, colpiremo ancora” Israele, ha scandito. Migliaia di iraniani sono radunati alla moschea Imam Khomeini Grand Mosalla, nel centro di Teheran, per commemorare la morte di Nasrallah. Per la prima volta in cinque anni Khamenei guida le preghiere del venerdì.
Schinas (Ue): allerta elevata in Europa in vista del 7 ottobreMirabella Eclano (Avellino), 3 ott. (askanews) – “Questo G7 avviene in un momento difficile, l’Europa ne è pienamentee consapevole. Ci sono due tipi di minacce cui l’Europa è particolarmente esposta: il terrorismo jihadista e le interferenze di Paesi esteri. Ciò si lega direttamente alla guerra in Ucraina e agli veneti in Medio Oriente. Noi siamo in allerta elavata, questo non è ‘business usual’, stiamo mettendo insieme informazioni in tempo reale, ancora di più in vista di lunedì, anniversario del 7 ottobre”. Così Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione europea, parlando con i cronisti a margine dei lavori del G7 Interni in corso a Mirabella Eclano, in Irpinia.
“C’è questo anniversario (massacro a Gaza il 7 ottobre, ndr) e ci dobbiamo concentrare, serve un cessate il fuoco a Gaza, il resto viene da sè”, ha quindi sottolineato Schinas.