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Dilaga la protesta pro Palestina delle università Usa: la Columbia sfida l’ultimatum, ad Austin centinaia di arresti

Dilaga la protesta pro Palestina delle università Usa: la Columbia sfida l’ultimatum, ad Austin centinaia di arrestiRoma, 30 apr. (askanews) – La Columbia University ha iniziato a sospendere gli studenti coinvolti in un accampamento filo-palestinese nel campus dopo che questi non hanno rispettato l’ultimatum che li invitava a disperdersi.


I dirigenti universitari – spiega la Bbc – in precedenza avevano avvertito che coloro che non avessero lasciato la protesta, già in corso da due settimane, entro le 14 ora locale di lunedì sarebbero stati sottoposti ad azioni disciplinari. Ma allo scadere del termine, decine di studenti si sono nuovamente radunati sul posto. L’accampamento presso il college d’élite della Ivy League sembra destinato a estendersi alla terza settimana, ma la pressione sulla sua leadership affinché agisca o si faccia da parte sta aumentando. Manifestazioni simili si sono verificate in tutti gli Stati Uniti da quando la polizia ha sgomberato un altro campo alla Columbia questo mese. L’università di New York è diventata il punto focale del dibattito nazionale sulla guerra a Gaza e sul sostegno degli Stati Uniti a Israele, così come sui timori che l’antisemitismo stia mettendo in pericolo gli studenti ebrei.


Almeno 100 manifestanti filo-palestinesi sono stati arrestati all’Università del Texas ad Austin, secondo l’Austin American-Statesman, che cita tre funzionari della contea. Al momento, ha comunque precisato un legale locale, solo 25 persone sono state processate. Le forze dell’ordine hanno usato spray al peperoncino contro i manifestanti filo-palestinesi all’Università di Austin in Texas. Gli agenti di polizia sono ricorsi al provvedimento a seguito del comportamento aggressivo degli studenti, che cercavano di resistere agli agenti di polizia.


Manifestazioni sono in corso da giorni in diverse università Usa. Gli studenti chiedono alle loro università di condannare la campagna militare israeliana a Gaza, appoggiata dagli Stati Uniti, di disinvestire dalle società legate a Israele e di interrompere i programmi di studio all’estero nelle università israeliane.

Hamas valuta la nuova proposta di accordo con Israele: liberi i 33 ostaggi per cessate il fuoco temporaneo

Hamas valuta la nuova proposta di accordo con Israele: liberi i 33 ostaggi per cessate il fuoco temporaneoRoma, 30 apr. (askanews) – Il movimento estremista palestinese Hamas starebbe valutando una nuova proposta di accordo sugli ostaggi, presentata dall’Egitto, che richiederebbe al gruppo di rilasciare 33 ostaggi israeliani in cambio di un cessate il fuoco temporaneo nella Striscia di Gaza: lo ha riferito la Cnn citando una fonte.


La nuova proposta in due fasi è stata elaborata con l’aiuto di Israele, ha riferito ieri l’emittente. La prima fase dell’accordo prevederebbe il rilascio da 20 a 33 ostaggi nell’arco di diverse settimane in cambio di una pausa nei combattimenti e il rilascio dei prigionieri palestinesi da parte di Israele, si spiega, aggiungendo che la durata del cessate il fuoco dipenderà dal numero di ostaggi rilasciati. Come parte della seconda fase dell’accordo, ad Hamas sarebbe richiesto di scambiare gli ostaggi rimanenti, compresi i soldati israeliani, e i corpi dei defunti con altri prigionieri palestinesi.


Una delegazione di funzionari dell’intelligence, dell’esercito e della sicurezza di Israele si recherà oggi al Cairo in attesa di una risposta da Hamas, sottolinea la Cnn.

Iran, la 16enne Nika Shakarami è stata abusata e uccisa dalle forze di sicurezza mentre manifestava per Mahsa Amini

Iran, la 16enne Nika Shakarami è stata abusata e uccisa dalle forze di sicurezza mentre manifestava per Mahsa AminiRoma, 30 apr. (askanews) – Un documento citato dalla Bbc ha consentito di ricostruire la storia della sedicenne , scomparsa da una protesta anti-regime nel 2022 in ricordo di Mahsa Amini, la ragazza fermata e picchiata dalla polizia di Teheran perché non indossava correttamente l’hijab, un evento che ha scatenato un’ondata di proteste. L’adolescente iraniana Nika Shakarami non è caduta e non si è suicidata. Ma – come ha sempre sostenuto la madre, sfidando il regime – è stata uccisa, e – rivela il documento del network inglese – è stata prima molestata sessualmente, poi uccisa, da tre uomini che lavoravano per le forze di sicurezza iraniane. Il suo corpo è stato ritrovato nove giorni dopo che era scomparsa dalla manifestazione. Il governo ha affermato ufficialmente che si era uccisa.


Contrassegnato come “altamente confidenziale”, il documento riassume un’udienza sul caso di Nika tenuta dal Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), la forza di sicurezza che difende l’establishment islamico del Paese. Include quelli che si dice siano i nomi dei suoi assassini e dei comandanti che hanno cercato di nascondere la verità. Il rapporto contiene dettagli inquietanti di eventi avvenuti nel retro di un furgone sotto copertura in cui le forze di sicurezza stavano trattenendo Nika. Secondo quanto si legge, uno degli uomini l’avrebbe molestata mentre era seduto su di lei. Nonostante fosse ammanettata e immobilizzata, la giovane avrebbe reagito, scalciando e imprecando. I tre esponenti delle Guardie rivoluzionarie l’avrebbero quindi picchiata con i manganelli.


La famiglia di Nika ha trovato il suo corpo in un obitorio più di una settimana dopo la sua scomparsa. Ma le autorità iraniane hanno negato che la morte di Nika fosse collegata alla manifestazione di protesta e, dopo aver condotto le proprie indagini, hanno affermato che la giovane si era suicidata.

Usa, studenti Columbia sfidano ultimatum, resta accampamento pro Palestina

Usa, studenti Columbia sfidano ultimatum, resta accampamento pro PalestinaRoma, 30 apr. (askanews) – La Columbia University, riferisce la Bbc, ha iniziato a sospendere gli studenti coinvolti in un accampamento filo-palestinese nel campus dopo questi non hanno rispettato l’ultimatum che li invitava a sgomberare.


I dirigenti universitari in precedenza avevano avvertito che coloro che non avessero lasciato la protesta, già in corso da due settimane entro le 14 ora locale di lunedì sarebbero stati sottoposti ad azioni disciplinari. Ma allo scadere del termine, decine di studenti si sono nuovamente radunati sul posto. Manifestazioni simili si sono verificate in tutti gli Stati Uniti da quando la polizia ha sgomberato un altro campo alla Columbia questo mese.


Mentre l’accampamento presso il college d’élite della Ivy League sembra destinato a estendersi alla terza settimana, la pressione sulla sua leadership affinché agisca o si faccia da parte sta aumentando. “Ciò che continua a succedere alla Columbia è una totale vergogna”, ha scritto su X, ex Twitter, il presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Mike Johnson. “Il campus è invaso da studenti e docenti antisemiti.”


“Ci devono essere delle conseguenze”, ha aggiunto il repubblicano della Louisiana, invitando il presidente dell’università Nemat Shafik a dimettersi. Lunedì scorso, un gruppo di democratici alla Camera ha esortato il consiglio di amministrazione della Columbia a dimettersi se non avesse “agito con decisione, sciolto l’accampamento e garantito la sicurezza e l’incolumità di tutti i suoi studenti”.


“Nell’ultima settimana, questo accampamento è stato terreno fertile per attacchi antisemiti contro gli studenti ebrei”, hanno scritto i 21 deputati. “Il tempo dei negoziati è finito; il momento dell’azione è adesso.” L’università di New York è diventata il punto focale del dibattito nazionale sulla guerra a Gaza e sul sostegno degli Stati Uniti a Israele, così come sui timori che l’antisemitismo stia mettendo in pericolo gli studenti ebrei. Il 18 aprile, la polizia ha fatto irruzione in un accampamento filo-palestinese nel centro del campus e ha arrestato più di 100 studenti. Ma gli attivisti hanno raddoppiato i loro sforzi, riorganizzandosi in un altro campo e spingendo la leadership universitaria a passare all’apprendimento ibrido. Durante il fine settimana, l’università ha smentito le voci di “un imminente blocco o sfratti nel campus” e ha detto agli studenti che non aveva intenzione di riportare nel campus la polizia “in questo momento”. Lunedì mattina, il dottor Shafik ha dichiarato in un comunicato che “da mercoledì, un piccolo gruppo di leader accademici ha avviato un dialogo costruttivo con gli organizzatori studenteschi per trovare un percorso che possa portare allo smantellamento dell’accampamento”. “Purtroppo non siamo riusciti a raggiungere un accordo”, ha detto. In una lettera inviata agli organizzatori del campo, il college avverte che “sarà necessario avviare procedure disciplinari a causa di una serie di violazioni delle politiche universitarie”. Agli studenti è stato detto che, se avessero lasciato volontariamente la protesta entro le 14:00 ora locale, avrebbero potuto completare i loro semestri. Coloro che non lo faranno non saranno in grado di terminare il trimestre e saranno temporaneamente esclusi dal campus, mentre coloro che dovrebbero laurearsi non saranno più idonei a farlo. Columbia Students for Justice in Palestine, uno dei principali gruppi coinvolti nell’accampamento, ha promesso di sfidare l’ordine in un post su X, ex Twitter, e ha invitato gli attivisti a “proteggere l’accampamento”. Mentre la scadenza del pomeriggio si avvicinava, l’accampamento – un gruppo di tende nel campus di Morningside – non è stato smantellato. I sostenitori degli studenti si sono riuniti e hanno marciato intorno al sito, alcuni suonando tamburi e cantando: “Rivoluzione!” Molti indossavano maschere per il viso, e hanno detto alla BBC che erano preoccupati di essere riconosciuti e di dover affrontare rappresaglie, anche se l’università ha scritto nella sua lettera di lunedì di aver già identificato diversi partecipanti. A proteggerli all’ingresso dell’accampamento c’era una catena umana di personale e docenti in giubbotti arancioni e gialli, che si tenevano a braccetto per impedire l’ingresso. Nel frattempo, la polizia è rimasta in attesa, apparentemente senza alcun ordine di effettuare arresti o tentare sfratti. In una conferenza stampa, il vicepresidente delle relazioni pubbliche dell’università ha confermato di aver iniziato a sospendere gli studenti, in parte per evitare qualsiasi interruzione delle prossime cerimonie di laurea. Mentre gli amministratori della Columbia sono alle prese con come rispondere, la protesta ha scatenato manifestazioni simili da parte degli studenti in tutto il paese.

Crosetto: l’Ucraina ha dimostrato che contano persone e numero di mezzi

Crosetto: l’Ucraina ha dimostrato che contano persone e numero di mezziRoma, 29 apr. (askanews) – “La guerra in Ucraina ha dimostrato che contano moltissimo le persone, ma conta moltissimo la tecnologia che hanno a disposizione le persone, conta il numero di mezzi che hanno a disposizione le persone. L’industria europea per anni non ha avuto l’importanza che ha oggi perchè noi pensavamo che la guerra non arrivasse più in Europa”. Lo ha sottolineato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, durante la conferenza stampa congiunta con l’omologo francee Sebastien Lecornu.


“Ce l’abbiamo alle porte, ce l’abbiamo nel Mar Rosso e distrugge i nostri porti o le nostre economie. E purtroppo non potremo tornare indietro a tre anni fa: il mondo è cambiato”, ha chiarito il ministro della Difesa, “Molti pensano che basti schioccare le dita e tutto possa tornare a due anni fa come se nulla fosse successo: purtroppo non sarà così. E noi dobbiamo prepararci a scenari che possono essere anche peggiori di questi”.

Cameron: la proposta sugli ostaggi prevede 40 giorni di tregua a Gaza

Cameron: la proposta sugli ostaggi prevede 40 giorni di tregua a GazaRoma, 29 apr. (askanews) – L’attuale proposta avanzata ad Hamas include un cessate-il-fuoco prolungato di 40 giorni e il rilascio di potenzialmente migliaia di prigionieri palestinesi in cambio del rilascio di ostaggi israeliani. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri britannico David Cameron. “Spero che Hamas accetti questo accordo e, francamente, tutta la pressione del mondo e tutti gli occhi del mondo dovrebbero essere puntati su (Hamas) dicendogli ‘Prendi quest’accordo”, ha aggiunto Cameron in una riunione speciale del World Economic Forum tenutasi a Riad, definendo la proposta “molto generosa”. Cameron ha anche affermato che la leadership di Hamas e i responsabili dell’attacco del 7 ottobre contro Israele devono lasciare Gaza per avere un orizzonte politico per una soluzione a due Stati.

Zuppi (Cei): ulteriore sofferenza senza il cessate il fuoco a Gaza

Zuppi (Cei): ulteriore sofferenza senza il cessate il fuoco a GazaGorizia, 29 apr. (askanews) – “Se non c’è il cessate il fuoco e l’appello non viene raccolto, è motivo di ulteriore sofferenza e il fuoco produce altro fuoco”. Così il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, oggi a Gorizia sui drammatici sviluppi della guerra in Medio Oriente. Parlando a margine di una lectio magistralis al Dipartimento di scienze diplomatiche, Zuppi ha fatto presente che “anche in tante altre parti del mondo non c’è pace”. “Alcune guerre ci preoccupano e riguardano ancora più direttamente. Ma dobbiamo pensare che ci riguardano tutte le guerre, anche quelle che sembrano più distanti e circoscritte. Sono sempre davvero dei pezzi della guerra mondiale. Ci preoccupano molto e dobbiamo davvero continuare a fare di tutto per arrivare alla pace. Ecco perché il Papa chiede il cessate il fuoco con tanta insistenza”. Parlando ai futuri diplomatici, il presidente della Cei ha insistito dicendo che bisogna “potenziare la diplomazia, credere nella diplomazia, che non è soltanto pasticcini e perdita di tempo, ma è ciò che può permettere l’identificazione degli strumenti tali da risolvere i conflitti che ci sono e ci saranno non con la logica del più forte o con quella delle armi, che è temibile, oltre che inaccettabile e non risolve mai i conflitti, ma li peggiora, ma con il diritto”. “C’è bisogno di tanta diplomazia e anche di diplomazia umanitaria: di quelli che si occupano di umanitario, che tendenzialmente dovrebbero essere tutti, perché non siamo isole, possano aiutare la diplomazia, cioè a intendersi, costruire ponti, imparare un linguaggio comune, a conoscersi”.

Blinken: Hamas accetti la proposta “molto generosa” di Israele

Blinken: Hamas accetti la proposta “molto generosa” di IsraeleNew York, 29 apr. (askanews) – Il segretario di Stato americano Antony Blinken intervenendo al World Economic Forum di Riad ha invitato Hamas ad accettare presto la proposta “molto generosa” presentata da Israele per un accordo sugli ostaggi che potrebbe portare a un cessate il fuoco a Gaza.


Blinken ha spiegato che porre fine alla guerra a Gaza e tracciare la strada per uno Stato palestinese è la “parte mancante” dello sforzo per raggiungere il mega accordo tra Israele e Arabia Saudita per la normalizzazione dei rapporti tra i due paesi. Il segretario di Stato ha spiegato che l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti concordano sulle linee generali della componente palestinese di un tale accordo, che si concentra su “un percorso credibile e irreversibile per uno Stato palestinese”, ma Israele non è ancora sullo stesso piano.


Una delegazione di Hamas deve discutere al Cairo i dettagli della proposta e fornire una risposta. “Speriamo che Hamas prenda la decisione giusta”, ha dichiarato Blinken. Israele minaccia di procedere con l’invasione di Rafah se Hamas respinge la proposta. Il segretario di stato ha ribadito che l’amministrazione Biden si oppone ancora a un’operazione delle forze di difesa israeliane a Rafah finché non esiste un piano credibile per proteggere i civili. “Non abbiamo ancora visto un piano del genere”, ha chiarito Blinken.

Caso Ariston, la Russia: l’Italia ha distrutto rapporti di mutuo beneficio

Caso Ariston, la Russia: l’Italia ha distrutto rapporti di mutuo beneficioRoma, 29 apr. (askanews) – L’ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Alexey Paramonov, convocato oggi alla Farnesina sulla vicenda dei Ariston Thermo Rus, “ha ricordato agli interlocutori che a Mosca è sempre stata data particolare importanza ai fruttuosi rapporti commerciali ed economici reciprocamente benefici con l’Italia” e ha sostenuto che “tutte le responsabilità delle conseguenze negative della distruzione spetta esclusivamente alle autorità italiane, che hanno sacrificato i veri interessi nazionali per partecipare a disperate e pericolose avventure geopolitiche antirusse”.


“Sono state fornite spiegazioni esaustive da parte russa sulla legalità e la giustificazione delle decisioni prese in merito al de jure della società olandese – scrive l’ambasciata russa a Roma su Facebook – È stato sottolineato che questi passi vengono compiuti nell’ambito del campo giuridico e vengono intrapresi in risposta a ostili e contrari al diritto internazionale degli Stati Uniti e dei suoi Stati stranieri affiliati finalizzati a privare illegalmente la Russia, i suoi legali e gli individui del diritto a proprietà situate nel territorio di quei paesi degli Stati”. “Non si può ignorare il tono sempre più aggressivo e irresponsabile, la retorica dei leader occidentali e delle loro associazioni, che non possono essere interpretate altrimenti come intenzione di creare ulteriori minacce alla sicurezza nazionale, economica, energetica e di altra natura della Federazione Russa” si legge nel commento pubblicato dopo il colloquio con il segretario generale Riccardo Guariglia. “L’ambasciatore russo – sostiene l’ambasciata – ha ricordato agli interlocutori che a Mosca è sempre stata data particolare importanza ai fruttuosi rapporti commerciali ed economici reciprocamente benefici con l’Italia”.

Il nuovo Patto stabilità è stato approvato definitivamente dal Consiglio Ue

Il nuovo Patto stabilità è stato approvato definitivamente dal Consiglio UeBruxelles, 29 apr. (askanews) – La riforma del Patto di Stabilità, che fissa le regole da rispettare per i bilanci pubblici degli Stati membri e i modi e tempi della “sorveglianza multilaterale” dei loro conti pubblici, è stato adottato formalmente, senza discussione, stamattina daláConsiglioáAgricoltura dell’Ue. Gli Stati membri hanno adottato i due regolamenti “gemelli” che modificano in profondità il Patto, uno sul “braccio preventivo” e l’altro sul “braccio correttivo”; il primo regolamento è stato adottato a maggioranza qualificata, con la sola astensione del Belgio, che esercita la presidenza semestrale di turno del Consiglio, e il secondo all’unanimità, che era necessaria per l’approvazione. Il regolamento sul “braccio preventivo” era stato approvato dalla plenaria del Parlamento europeo il 23 aprile scorso a Strasburgo, con 367 voti a favore, 161 contrari e 69 astensioni, comprese quelle degli eurodeputati appartenenti ai partiti della maggioranza di governo in Italia e di quelli del Pd. Sul “braccio correttivo”, il Parlamento europeo doveva essere solo consultato.