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Il nuovo Patto stabilità è stato approvato definitivamente dal Consiglio Ue

Il nuovo Patto stabilità è stato approvato definitivamente dal Consiglio UeBruxelles, 29 apr. (askanews) – La riforma del Patto di Stabilità, che fissa le regole da rispettare per i bilanci pubblici degli Stati membri e i modi e tempi della “sorveglianza multilaterale” dei loro conti pubblici, è stato adottato formalmente, senza discussione, stamattina daláConsiglioáAgricoltura dell’Ue. Gli Stati membri hanno adottato i due regolamenti “gemelli” che modificano in profondità il Patto, uno sul “braccio preventivo” e l’altro sul “braccio correttivo”; il primo regolamento è stato adottato a maggioranza qualificata, con la sola astensione del Belgio, che esercita la presidenza semestrale di turno del Consiglio, e il secondo all’unanimità, che era necessaria per l’approvazione. Il regolamento sul “braccio preventivo” era stato approvato dalla plenaria del Parlamento europeo il 23 aprile scorso a Strasburgo, con 367 voti a favore, 161 contrari e 69 astensioni, comprese quelle degli eurodeputati appartenenti ai partiti della maggioranza di governo in Italia e di quelli del Pd. Sul “braccio correttivo”, il Parlamento europeo doveva essere solo consultato.

Spagna, Sanchez resta al governo: “Continuerò con più forza di prima”

Spagna, Sanchez resta al governo: “Continuerò con più forza di prima”Roma, 29 apr. (askanews) – “Ho deciso di continuare, se possibile, con ancora più forza”, ha dichiarato il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez sciogliendo la riserva sul suo futuro dopo cinque giorni di silenzio per riflettere dopo che un tribunale aveva accolto una denuncia contro sua moglie per un possibile caso di traffico di influenza spaccio.


Sánchez si è presentato alle ore 11 al Palazzo della Moncloa per una dichiarazione istituzionale, con la quale ha comunicato a tutti gli spagnoli la sua decisione di “continuare a guidare la Presidenza del governo spagnolo, se possibile, con ancora più forza”, ha dichiarato in diretta sottolineando che “si tratta di decidere che tipo di società vogliamo essere. Il nostro Paese ha bisogno di questa riflessione”, perché “abbiamo lasciato che il fango contaminasse la nostra vita pubblica per troppo tempo”. “Io e mia moglie sappiamo che questa campagna diffamatoria non si fermerà, ne soffriamo da 10 anni… Possiamo gestirla”, ha aggiunto spiegando che quello che ha deciso di fare è un “passo che faccio per un motivo personale ma in cui tutti si possono rivedere”, “non è una questione ideologica, ma di rispetto, di dignità che vanno al di là delle opinioni politiche”.


Il premier spagnolo ha ringraziato il sostegno della popolazione e del suo partito, il Psoe: “Grazie a questa mobilitazione, ho deciso di continuare a guidare la presidenza”. “Mostriamo al mondo come si difende la democrazia”, ha concluso.


(con fonte Servimedia)

Tajani oggi a Riad incontra Blinken e i ministri arabi ed europei

Tajani oggi a Riad incontra Blinken e i ministri arabi ed europeiRoma, 29 apr. (askanews) – Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, questo pomeriggio sarà a Riad, in Arabia Saudita, per una serie di incontri e riunioni sulla guerra a Gaza e in generale sulla crisi in Medio Oriente. A Riad ci sarà anche il segretario di Stato americano Antony Blinken, che poi proseguirà con un nuovo viaggio nella regione per scongiurare la possibilità di una nuova escalation militare nello scontro fra Israele e Hamas, si riferisce in una nota. Tajani condividerà con i ministri arabi ed europei i risultati della riunione G7 di Capri e avrà con i colleghi europei diversi momenti di confronto, così come con gli altri colleghi della regione, tra cui i ministri di Qatar, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Giordania. “L’emergenza” a Gaza “è insostenibile, va affrontata immediatamente”, ha precisato Tajani.

Il presidente cinese Xi Jinping andrà in Francia il 6 e 7 maggio

Il presidente cinese Xi Jinping andrà in Francia il 6 e 7 maggioRoma, 29 apr. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping è atteso in visita di Stato in Francia il 6 e 7 maggio, per discutere in particolare della guerra in Ucraina con Emmanuel Macron, che lo porterà anche negli Alti Pirenei per una tappa più personale della sua missione: lo ha annunciato oggi l’Eliseo.


“Questa visita avviene in occasione dei 60 anni di relazioni diplomatiche tra i due paesi e segue la visita del presidente della Repubblica a Pechino e Canton nell’aprile 2023”, ha reso noto la presidenza francese, a pochi giorni dall’inizio del primo tour europeo del presidente cinese in Europa dopo la pandemia di Covid-19. “Le discussioni si concentreranno sulle crisi internazionali, in primo luogo la guerra in Ucraina e la situazione in Medio Oriente, su questioni commerciali, cooperazione scientifica, culturale e sportiva, nonché sulle nostre azioni comuni di fronte alle questioni globali, in particolare l’emergenza climatica, la protezione della biodiversità e la situazione finanziaria dei paesi più vulnerabili”, ha dettagliato l’Eliseo in una nota. Un anno fa in Cina, Emmanuel Macron ha invitato Xi Jinping a “riportare la Russia alla ragione” nei confronti dell’Ucraina. Il presidente cinese si era detto pronto a chiamare anche il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky. La telefonata è avvenuta poco dopo, ma i progressi diplomatici attesi da Parigi sul fronte russo-ucraino si sono fermati a questo.

Le scelte possibili di Pedro Sanchez: oggi la decisione

Le scelte possibili di Pedro Sanchez: oggi la decisioneRoma, 29 apr. (askanews) – Dopo cinque gironi di riflessione, il premier spagnolo Pedro Sanchez scioglierà oggi la riserva sulla sua permanenza alla guida del governo di Madrid: dall’ambiente socialista non sono filtrate indiscrezioni, ma costituzionalmente gli scenari sono limitati e nessuno prevede il ricorso alle urne in tempi brevissimi. La prima possibilità è semplicemente che Sanchez scelga di rimanere al suo posto: scenario improbabile nel senso che il suo obbiettivo politico sembra quello di voler sfruttare gli attacchi anche personali della destra nei suoi confronti e della sua famiglia per legittimare la sua leadership. È probabile quindi che il premier affidi la sua permanenza a un voto di fiducia il cui esito appare d’altra parte scontato, ma che gli darebbe un sostegno ufficiale del Parlamento e della sua maggioranza una volta per tutte.


Questo è lo scenario auspicato da tutte le forze politiche, compresi i nazionalisti e gli indipendentisti baschi e soprattutto catalani, che vogliono blindare la legge di amnistia – che decadrebbe con un governo vacante, in quanto ancora in itinere – ed evitare che la vicenda monopolizzi la campagna per le elezioni regionali.Se invece Sanchez decidesse di passare la mano – vale a dire nel caso in cui le denunce contro la moglie avessero effettivamente un qualche fondamento – la prima possibilità è quella di scegliere un successore nel Psoe (ai cui vertici si aprirebbe comunque una crisi) che dopo un regolare voto di investitura diventerebbe presidente del governo senza interrompere la legislatura (salvando quindi la legge di amnistia). Esiste di fatto un precedente: nel 1981 il centrista Adolfo Suarez passò il testimone al suo vice, Leopoldo Calvo Sotelo – e di fatto fu durante il relativo dibattito di investitura che avvenne il fallito golpe del 23 febbraio, con la Guardia Civil in Parlamento.Fra i possibili candidati circola insistentemente il nome dell’ex premier José Luís Rodriguez Zapatero, che metterebbe d’accordo tutto il partito ma che non ha dato ancora la propria eventuale disponibilità; altra scelta possibile è la numero due del governo, María Jesús Montero.


Infine, l’ultimo scenario sono le dimissioni senza successione: in questo caso si dovrebbe tornare alle urne ma la convocazione non potrebbe avvenire prima di un anno dall’ultimo voto, e dunque tenuto conto dei tempi tecnici e della campagna elettorale si andrebbe a votare non prima di fine luglio.

Spagna, oggi Sanchez scioglie la riserva: ecco tutti gli scenari possibili

Spagna, oggi Sanchez scioglie la riserva: ecco tutti gli scenari possibiliRoma, 29 apr. (askanews) – Dopo cinque gironi di riflessione, il premier spagnolo Pedro Sanchez scioglierà oggi la riserva sulla sua permanenza alla guida del governo di Madrid: dall’ambiente socialista non sono filtrate indiscrezioni, ma costituzionalmente gli scenari sono limitati e nessuno prevede il ricorso alle urne in tempi brevissimi.


La prima possibilità è semplicemente che Sanchez scelga di rimanere al suo posto: scenario improbabile nel senso che il suo obbiettivo politico sembra quello di voler sfruttare gli attacchi anche personali della destra nei suoi confronti e della sua famiglia per legittimare la sua leadership. È probabile quindi che il premier affidi la sua permanenza a un voto di fiducia il cui esito appare d’altra parte scontato, ma che gli darebbe un sostegno ufficiale del Parlamento e della sua maggioranza una volta per tutte.


Questo è lo scenario auspicato da tutte le forze politiche, compresi i nazionalisti e gli indipendentisti baschi e soprattutto catalani, che vogliono blindare la legge di amnistia – che decadrebbe con un governo vacante, in quanto ancora in itinere – ed evitare che la vicenda monopolizzi la campagna per le elezioni regionali. Se invece Sanchez decidesse di passare la mano – vale a dire nel caso in cui le denunce contro la moglie avessero effettivamente un qualche fondamento – la prima possibilità è quella di scegliere un successore nel Psoe (ai cui vertici si aprirebbe comunque una crisi) che dopo un regolare voto di investitura diventerebbe presidente del governo senza interrompere la legislatura (salvando quindi la legge di amnistia).


Esiste di fatto un precedente: nel 1981 il centrista Adolfo Suarez passò il testimone al suo vice, Leopoldo Calvo Sotelo – e di fatto fu durante il relativo dibattito di investitura che avvenne il fallito golpe del 23 febbraio, con la Guardia Civil in Parlamento. Fra i possibili candidati circola insistentemente il nome dell’ex premier José Luís Rodriguez Zapatero, che metterebbe d’accordo tutto il partito ma che non ha dato ancora la propria eventuale disponibilità; altra scelta possibile è la numero due del governo, María Jesús Montero.


Infine, l’ultimo scenario sono le dimissioni senza successione: in questo caso si dovrebbe tornare alle urne ma la convocazione non potrebbe avvenire prima di un anno dall’ultimo voto, e dunque tenuto conto dei tempi tecnici e della campagna elettorale si andrebbe a votare non prima di fine luglio.

Proseguono le proteste nelle università Usa contro la guerra a Gaza: tafferugli all’Ucla

Proseguono le proteste nelle università Usa contro la guerra a Gaza: tafferugli all’UclaRoma, 29 apr. (askanews) – Le proteste nelle università statunitensi non hanno mostrato segni di rallentamento durante il fine settimana, con ulteriori arresti nei campus di tutto il paese e tafferugli tra manifestanti filo-israeliani e filo-palestinesi all’UCLA, dove la settimana scorsa è stato allestito un accampamento di tende.


Con l’espansione dell’accampamento filo-palestinese presso l’Università della California a Los Angeles negli ultimi giorni, i contro-manifestanti sono diventati sempre più espliciti e visibili nel campus, sebbene entrambe le parti siano rimaste pacifiche fino a domenica. La situazione è cambiata quando alcuni manifestanti hanno sfondato una barriera che la scuola aveva eretto per separare le due fazioni, ha detto Mary Osako, funzionario per le comunicazioni strategiche dell’UCLA.


Membri di entrambe le fazioni si sono spinti a vicenda, hanno gridato slogan e insulti e, in alcuni casi sono scoppiati tafferugli. Spinte tra le due parti sono proseguiti per qualche tempo, ma la polizia del campus armata di manganelli alla fine ha separato i due gruppi. “L’UCLA è da sempre un luogo di protesta pacifica e abbiamo il cuore spezzato per la violenza che è scoppiata”, ha detto Osako in una nota.La polizia della Virginia Tech, da parte sua, ha avvertito i manifestanti filo-palestinesi nel campus che rischiano l’arresto se si rifiuteranno di disperdersi.


Verso le 22:15 di ieri sera la polizia universitaria ha consigliato ai manifestanti di andarsene entro cinque minuti altrimenti sarebbero stati arrestati. Più o meno nello stesso momento, l’università ha avvertito gli studenti di evitare il luogo della protesta.


“Intensa attività di polizia attorno al Graduate Life Center. Urgente. Si prega di evitare la zona. Chiamate i servizi di emergenza sanitaria”, ha pubblicato l’università sui social media, dopo aver definito la situazione nel campus “progredita” e con il potenziale per “diventare pericolosa”. Proseguono intanto le manifestazioni di protesta anche in altre università, come la George Washington University e la Tufts University’s Medford – Somerville in Massachusetts.

Hamas valuta ancora la proposta di accordo avanzata da Israele per il rilascio degli ostaggi

Hamas valuta ancora la proposta di accordo avanzata da Israele per il rilascio degli ostaggiRoma, 29 apr. (askanews) – Un funzionario dell’ufficio politico di Hamas, Izzat al-Risheq, ha negato oggi le notizie sul presunto consenso dell’organizzazione estremista palestinese riguardo all’ultima proposta di rilascio degli ostaggi e di accordo di cessate il fuoco con Israele. In una dichiarazione pubblicata da al-Risheq, riportata dal quotidiano Haaretz, lo stesso funzionario ha chiarito che “la proposta è ancora in fase di studio”.


L’agenzia di stampa francese Afp ha riferito ieri che secondo un alto funzioanrio di Hamas non si riscontrerebbero grossi problemi sull’ultima proposta. Il funzionario avrebbe affermato che “l’atmosfera è positiva, a meno che non vi siano nuovi ostacoli da parte di Israele”. La proposta prevede che nella prima fase dell’accordo dovrebbero essere rilasciati 33 ostaggi in vita, che soddisfino condizioni umanitarie (donne, bambini, uomini di età superiore ai 50 anni e malati), in cambio del rilascio di un grande numero di prigionieri palestinesi. Inoltre,k l aproposta conterrebbe anche una vaga proposta formulata da Israele, con rassicurazioni sulla fine della guerra a Gaza.

Blinken in Arabia Saudita per discutere il futuro di Gaza dopo la guerra

Blinken in Arabia Saudita per discutere il futuro di Gaza dopo la guerraRoma, 29 apr. (askanews) – Il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato oggi in Arabia Saudita, la prima tappa di un viaggio più ampio in Medio Oriente volto a discutere con i partner arabi della situazione a Gaza e a sollecitare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a compiere passi concreti e tangibili per la fine delle ostilità. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto questo mese di migliorare la terribile situazione umanitaria nella Striscia.


A Riad, Blinken dovrebbe incontrare gli alti leader sauditi e tenere un incontro più ampio con le controparti di cinque Stati arabi – Qatar, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Giordania – per promuovere le discussioni su quale sarà la governance della Striscia di Gaza dopo la guerra, secondo un alto funzionario del Dipartimento di Stato.

Usa2024, sondaggio Cnn: Trump resta in vantaggio su Biden (49-43)

Usa2024, sondaggio Cnn: Trump resta in vantaggio su Biden (49-43)Roma, 28 apr. (askanews) – Donald Trump continua a detenere un vantaggio sul presidente Joe Biden nella corsa per le presidenziali americane secondo un nuovo sondaggio della CNN condotto da SSRS.


Pesano le opinioni sul primo mandato di entrambi i candidati, scrive Cnn, ma la maggior parte degli americani afferma che, guardando indietro, il mandato di Trump come presidente è stato un successo (55%), mentre un’ampia maggioranza ritiene che il progetto di Biden sia stato finora un fallimento (61%). Secondo l’indagine Trump resta stabile al 49%, mentre Biden si attesta al 43%, non significativamente diverso dal 45% del sondaggio di gennaio.