Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Kiev incalza Ue e Usa, G7: subito scudo aereo per l’Ucraina

Kiev incalza Ue e Usa, G7: subito scudo aereo per l’UcrainaCapri, 18 apr. (askanews) – Missili americani Patriot e sistemi Samp/T franco-italiani. Per l’Ucraina sono “la priorità numero uno” e la comunità internazionale sembra pronta a soddisfare le richieste di Kiev, da un punto di vista del sostegno militare, politico e della ricostruzione. Al tavolo dei ministri degli Esteri del G7, riuniti a Capri, tutti concordano: occorre inviare un segnale alla Russia e al suo presidente, perché – ha spiegato Antonio Tajani – “se vincerà la guerra, Vladimir Putin non parteciperà mai a negoziati di pace”. Il messaggio politico atteso al termine della ministeriale, su cui stanno lavorando gli sherpa, è dunque chiaro: è arrivato il momento di fornire al presidente Volodymyr Zelensky ciò che chiede. “L’Ucraina è sotto attacco e va sostenuta con decisione e a tutti livelli, mentre lavoriamo per definire un percorso che porti a una pace duratura. Una pace giusta che si lega a doppio filo con la ricostruzione del paese”, ha commentato Tajani, confermando che i Sette Grandi sono favorevoli “in linea di principio all’utilizzo dei beni sequestrati” alla Russia. “Ma serve la base giuridica per farlo”, ha precisato.


Dmytro Kuleba, il ministro degli Esteri di Kiev, è arrivato a Capri per forzare la mano. Con gli Usa, ma anche con Francia e Italia. Sono loro ad avere ciò che serve all’Ucraina: “Patriot e Samp/T sono gli unici sistemi capaci di intercettare i missili balistici russi” e di assicurare “una vera svolta alla guerra”. E allora non c’è tempo da perdere, perché “dopodomani può essere tardi”, è il messaggio lanciato da capo della diplomazia ucraina. Un sentimento di urgenza condiviso a Capri dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. “Stiamo lavorando con tutti i nostri alleati e chiediamo loro di fornire sistemi di difesa aerea come i Samp/T franco-italiani, ma anche altri”, e “a quelli che non ne posseggono chiediamo di fornire sostegno finanziario” all’Ucraina, ha detto, parlando di “necessità impellente e fondamentale”. D’altra parte, anche a Kiev sanno che non è una questione di disponibilità. Nelle ultime settimane ci sono stati segnali positivi su nuovi impegni della Nato. La Germania ad esempio, rappresentata a Capri dalla ministra Annalena Baerbock, ha già assicurato un’altra batteria di missili Patriot. “Abbiamo i sistemi antimissile” e “non possiamo lasciarli nei depositi”, ha incalzato l’alto rappresentante Ue Josep Borrell che, come da prassi, partecipa ai lavori del G7. “Dobbiamo sostenere l’Ucraina più velocemente e meglio, offrendo una copertura aerea”, ha sottolineato, invitando l’Europa ad assumersi le sue responsabilità senza contare soltanto sul contributo americano. Borrell non lo dice esplicitamente, ma è un messaggio indirizzato soprattutto a Francia e Italia, che hanno sviluppato il Samp/T nell’ambito di un programma congiunto a partire dagli anni 2000. Una batteria è già stata fornita a Kiev ed è operativa.


Certo, anche Washington avrebbe risorse e mezzi per tentare di cambiare le sorti alla guerra, come richiesto da Kiev. E non è un caso che uno dei primi incontri di Kuleba a Capri sia stato proprio con il segretario Antony Blinken. Il capo della diplomazia americana ha insistito sulla “urgenza” per la Camera dei rappresentanti americana, dominata dall’opposizione repubblicana, di approvare un nuovo pacchetto di aiuti all’Ucraina, da tempo bloccato. In questo momento, ha evidenziato, è urgente che “tutti gli amici e i sostenitori” di Kiev facciano ogni sforzo per continuare a fornire ciò di cui ha bisogno per difendersi dall’aggressione russa. Per gli Stati Uniti ciò significa adottare la richiesta di “bilancio supplementare”, per l’Europa mettere sul piatto ciò di cui si dispone: i Samp/T, appunto, ma non solo. Secondo quanto si è appreso, una delle possibilità che il nostro Paese potrebbe eventualmente prendere in considerazione sarebbe quella di un finanziamento di una linea di credito per l’acquisto di F-16, aerei sui quali l’aviazione ucraina ha già ricevuto un apposito addestramento. Siamo di certo nel campo delle ipotesi, che confermano però come il tema della copertura aerea per l’Ucraina sia diventato centrale e urgente tra le cancellerie occidentali, negli Stati Uniti, in Ue, nel G7 e nella Nato. Da Mosca, intanto, filtra quasi indifferenza. Nulla cambierebbe, secondo il Cremlino. Nessuna di queste forniture, ha spiegato il portavoce della presidenza russa Dmitry Peskov, sarebbe in grado di influenzare in alcun modo l’esito definitivo dell’evoluzione della situazione sul fronte. “Tutti gli specialisti, e anche gli pseudo-specialisti, ora vedono senza filtri la situazione al fronte, che è tutt’altro che favorevole alla parte ucraina, quindi nulla può cambiare la situazione”, ha detto. Una conferma, indiretta e a distanza, del fatto che la Russia di Putin non intende arretrare. Kiev è attesa da una lunga estate di guerra. Lo sa anche Kuleba: difendersi “è una questione di vita o di morte”. (di Corrado Accaputo)

Roma, incontro a Centro Studi Americani su cibersicurezza

Roma, incontro a Centro Studi Americani su cibersicurezzaRoma, 18 apr. (askanews) – Istituzioni e aziende si sono confrontate oggi al Centro Studi Americani per discutere di temi legati all’intelligenza artificiale e alla cibersicurezza. L’evento si è svolto in collaborazione con Crowdstrike e con il patrocinio dell’ACN (Agenzia per la Cibersicurezza Nazionale). “L’AI Act è la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale. Il regolamento ha come principio quello di costruire fiducia”, ha detto Brando Benifei, europarlamentare del PD.


“Il problema della disinformazione è che assume dimensioni enormi, e con i deep fake si mette in crisi la diplomazia”, ha dichiarato Arturo Di Corinto dell’ACN. “Il volume degli attacchi cibernetici negli ultimi 5 anni è cresciuto molto. L’80% degli attacchi utilizza credenziali rubate ed entra nei sistemi come utenti registrati. È importante avere modelli di intelligenza artificiale che cerchino di prevedere potenziali attacchi”, ha dichiarato Luigi Della Monica di Crowdstrike.

Usa annunciano nuove sanzioni contro l’Iran. Funzionari Casa Bianca: mai dato ok a Israele per operazione a Rafah

Usa annunciano nuove sanzioni contro l’Iran. Funzionari Casa Bianca: mai dato ok a Israele per operazione a RafahRoma, 18 apr. (askanews) – Gli Stati Uniti hanno annunciato nuove sanzioni contro l’Iran che prenderanno di mira la sua produzione di veicoli aerei non armati dopo l’attacco missilistico e di droni su Israele lo scorso fine settimana. Un comunicato del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti afferma che le misure prendono di mira 16 individui e due entità che consentono la produzione di UAV iraniani, compresi i tipi di motori che alimentano gli UAV della variante Shahed dell’Iran, utilizzati nell’attacco del 13 aprile.


Gli Stati Uniti inoltre terranno un incontro virtuale di alto livello su una possibile operazione israeliana a Rafah. A dichiararlo al sito di notizie Axios sono stati due funzionari statunitensi. I funzionari hanno negato categoricamente le notizie secondo cui l’amministrazione Biden avrebbe dato il via libera a un’operazione a Rafah se Israele avesse rifiutato di colpire l’Iran come rappresaglia per l’attacco dello scorso fine settimana. Al contrario l’amministrazione Biden è preoccupata che un’invasione israeliana porti ad un numero massiccio di vittime civili. Questa settimana era stato previsto un incontro di persona a Washington, cancellato a causa dell’attacco iraniano. Sarà Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, a guidare l’incontro online. Uno dei funzionari statunitensi ha aggiunto che i piani dell’esercito israeliano su Rafah implicano un’operazione lenta e graduale in specifici quartieri piuttosto che un’invasione. Pur avendo registrato progressi nella situazione umanitaria a Gaza, secondo il funzionario “gli israeliani non hanno ancora raggiunto tutti gli obiettivi fissati dal presidente (Biden), ma ci sono grandi miglioramenti”. Nelle ultime settimane, diversi gruppi di lavoro si sono incontrati virtualmente per discutere i piani operativi delle forze di difesa israeliane e le proposte umanitarie per Rafah.

Ucraina, gli Usa: Kharkiv è sull’orlo del collasso

Ucraina, gli Usa: Kharkiv è sull’orlo del collassoRoma, 18 apr. (askanews) – La città di Kharkiv, controllata dall’Ucraina, è sull’orlo del collasso, ha detto giovedì il presidente della commissione per gli affari esteri della Camera degli Stati Uniti, Michael McCaul.


“Guardando l’Ucraina, è una situazione terribile. Ho parlato con l’ambasciatore ieri. Kharkiv è sull’orlo del collasso – la seconda città più grande dell’Ucraina – e la rete elettrica potrebbe interrompersi da un giorno all’altro”, ha detto McCaul. L’audizione della Commissione per le Regole della Camera si è concentrata su una serie di progetti di legge sugli aiuti esteri sostenuti dal presidente della Camera Mike Johnson, che includono miliardi di dollari in assistenza per l’Ucraina, Israele e la regione dell’Indo-Pacifico. Sia l’amministrazione Biden che il governo ucraino hanno avvertito che l’Ucraina rischia battute d’arresto sul campo di battaglia senza ulteriori aiuti da parte del Congresso degli Stati Uniti.


All’inizio di questa settimana, il ministro ucraino dell’Energia German Galushchenko ha affermato che la capacità di produzione di energia dell’Ucraina sta subendo “enormi” perdite. ed è quasi esaurita a Kharkiv a causa di danni infrastrutturali.

Il segretario Nato Stoltenberg: gli alleati diano a Kiev i sistemi di difesa aerea

Il segretario Nato Stoltenberg: gli alleati diano a Kiev i sistemi di difesa aereaCapri, 18 apr. (askanews) – “Stiamo lavorando con tutti i nostri alleati e chiediamo loro di fornire sistemi” di difesa aerea come i Samp/T franco-italiani, “ma anche altri sistemi”, e “a quelli che non ne posseggono chiediamo di fornire sostegno finanziario” all’Ucraina. Lo ha detto oggi il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, a margine della ministeriale Esteri del G7 a Capri, rispondendo a chi gli ha chiesto se avesse segnali sulla disponibilità di Italia e Francia a fornire a Kiev il sistema di difesa aereo Samp/T richiesto dal ministro ucraino Dmytro Kuleba.

Fiera Milano con dmg events porta il design a Singapore con Find

Fiera Milano con dmg events porta il design a Singapore con FindMilano, 18 apr. (askanews) – Il mondo del design e dell’arredamento protagonista a Singapore della terza edizione di Find, design fair Asia. Dal 26 al 28 settembre, in contemporanea con la Singapore Design Week, la fiera prenderà forma presso il Marina Bay Sands della città-stato malesiana. Un appuntamento organizzato in joint venture da Fiera Milano e dmg events.


“E’ un ponte lungo 10mila chilometri che collega il made in Italy con una nuova piattaforma di mercato, che è quella di tutto il sud est asiatico – ci ha detto Roberto Foresti, vice direttore generale Fiera Milano che in questi giorni nei padiglioni di Rho ospita la 62esima edizione del Salone del Mobile – che rappresenta il futuro dei nuovi consumatori. Noi siamo degli esportatori di bellezza in questo caso”. Grazie alla collaborazione con il Design Singapore council e al sostegno, tra gli altri, del Singapore tourism board, Find quest’anno amplia ulteriormente la propria proposta di mobili, illuminazione, decorazioni d’interni, per ispirare tutto il mercato dell’arredo del sud-est asiatico che nel 2024 si prevede toccherà un fatturato di 14,6 miliardi di dollari con un tasso di crescita medio annuo di oltre il 7% fino al 2028. “Find cresce ancora rispetto alle edizioni precedenti – ha aggiunto Foresto – porteremo 350 espositori in questa piattaforma che sono un 15% in più e ci aspettiamo una grandissima presenza di buyers qualificati che arrivano da tutto il sud-est asiatico”.


La scelta di Singapore, centro economico-finanziario di rilievo, non è casuale, perchè se la Cina vive un momento di rallentamento lì i segnali per il comparto sono decisamente positivi, oltre a una concentrazione di studi di architettura, interior design contractor che la rendono particolarmente attrattiva. “L’ospitalità, il settore di hotel e ristoranti è in crescita – ha sottolineato Carl Press, direttore di Find – è prevista l’apertura di 1.000 hotel quest’anno con 70mila stanze, ci sono 6 milioni di metri quadri di uffici che saranno effettivamente pronti quest’anno in più i mutui si abbassano quindi questo vuol dire tanti progetti nuovi che saranno realizzati”. Nel 2023 l’export delle imprese italiane nei 10 Paesi dell’Asean, l’associazione delle nazioni del sud-est asiatico, è cresciuto oltre il 5% toccando i 10,5 miliardi di dollari. Singapore attrae quasi il 30% di questi prodotti made in Italy che troverà spazio anche a Find: “Abbiamo già 35 aziende italiane che fanno parte di Find col supporto di Ice in questa terza edizione – ha annunciato Press – siamo molto fortunati di questo supporto made in Italy”.

Russia, scoppia il caso Ilyin-Dugin: imbarazzo del Cremlino

Russia, scoppia il caso Ilyin-Dugin: imbarazzo del CremlinoMilano, 18 apr. (askanews) – “Il Cremlino si rifiuta di discutere del filosofo Ivan Ilyin, che apprezzava Hitler e Mussolini: Vladimir Putin lo ha definito il pensatore a lui più vicino”. Lo scrive (unico in lingua russa) il sito di opposizione russa Meduza che registra il commento del portavoce del presidente della Federazione Russa Dmitry Peskov che ha parlato con un media legato a Ksenia Sobchak, “Ostorozhno Media”: “Non vogliamo essere parte di questa discussione. Il presidente, infatti, ha più volte citato Ilyin. E in ogni caso consideriamo inaccettabili gli insulti a Dugin”, avrebbe detto Peskov.


Ieri Vedomosti scriveva che l’Università statale russa di studi umanistici ha collegato gli attacchi al filosofo Ivan Ilyin con le attività dell’Occidente. Così, l’università ha risposto alla richiesta di della prestigiosa testata riguardo all’insoddisfazione degli studenti per la nomina del filosofo conservatore Alexander Dugin a direttore del centro educativo e scientifico dell’Università. Per capire perché Ilyn desti tanto scandalo, basta guardare la sua biografia. Ilyn era monarchico e non disdegnava il nazismo. Ed è citato e menzionato non solo dal presidente della Russia, ma anche da Medvedev, dal ministro degli Esteri Lavrov, da diversi governatori russi, dal patriarca Kirill, da diversi leader del Partito Russia Unita e molti altri, come Vladislav Surkov e Vyacheslav Volodin.


Nato a Mosca nel 1883, Ilyn venne imprigionato nel 1918 per presunta attività anticomunista e nel 1922 spedito sulla famosa “nave dei filosofi” all’estero, dove visse tra la Germania e la Svizzera sino al 1954. Tradizionalmente, i difensori di Ilyin affermano che la sua simpatia verso i nazisti era prima di tutto legata alla precedenza delle sue opinioni anticomuniste, alla convinzione che il comunismo dovesse essere fermato a tutti i costi: “Cosa ha fatto Hitler? Ha fermato il processo di bolshevizzazione facendo un enorme favore a tutta l’Europa (…) Mentre Mussolini guida l’Italia e Hitler guida la Germania, alla cultura europea viene data una tregua” ha scritto Ilyn in un articolo del 1933.


Ilyn è considerato filosofo di riferimento per Dugin, ma anche altri nomi noti Aleksandr Solzhenitsyn o Nikita Mikhalkov lo hanno usato come ispirazione, di varia natura. La Scuola politica superiore Ivan Ilyin è apparsa presso l’Università statale russa di scienze umane nel luglio 2023. Alla sua creazione si sono opposti gli studenti universitari, che nell’aprile 2024 hanno lanciato una petizione chiedendo che il centro educativo e di ricerca venisse ribattezzato.


Ad oggi la petizione è stata firmata da più di 17mila persone. La richiesta di rinominare la scuola è stata avanzata dal deputato della Duma di Stato del Partito Comunista della Federazione Russa Denis Parfenov, che ha scritto una lettera all’Università Statale Russa di Scienze Umane. Un altro deputato della Duma di Stato del Partito Comunista della Federazione Russa, Vladimir Isakov, ha chiesto al Ministero dell’Istruzione e alla Procura di verificare la legalità della creazione di una scuola intitolata a Ivan Ilyin presso l’Università statale russa di scienze umane. Il deputato ha sottolineato che le opinioni di Ivan Ilyin rientrano nell’articolo del codice penale “Riabilitazione del nazismo”

L’emittente Usa Abc: Israele non rilancerà contro l’Iran prima della fine della Pasqua ebraica (30 aprile)

L’emittente Usa Abc: Israele non rilancerà contro l’Iran prima della fine della Pasqua ebraica (30 aprile)Roma, 18 apr. (askanews) – Il governo israeliano non avrebbe intenzione di lanciare una rappresaglia contro l’Iran prima della Pasqua ebraica: il nuovo scenario che promette un allentamento delle tensioni e l’apertura di una finestra per l’azione diplomatica è stato lanciato oggi dall’emittente americana Abc, che da Tel Aviv cita fonti statunitensi e israeliane. Il periodo di celebrazione del Pesach, la Pasqua ebraica, termina quest’anno il 30 aprile.


Sempre secondo Abc, dopo l’attacco iraniano di sabato scorso per due volte, di notte, il governo Netanyahu è stato sul punto di dare la luce verde per una rappresaglia, “ma i piani sono stati bloccati”. Il ministro degli Esteri iraniano oggi a New York per una riunione del Consiglio di sicurezza ha affermato al suo arrivo negli Usa che Teheran ha inviato diversi “messaggi” agli Stati Uniti per rassicurarli che la repubblica islamica “non sta cercando di espandere le tensioni” in Medio Oriente con Israele.”Ciò che potrebbe aumentare le tensioni nella regione è il comportamento del regime sionista”, ha dichiarato Hossein Ami-Abdollahian.


A New York si incrociano diversi canali delle diplomazie al lavoro per tentare di disinnescare la crisi tra Israele e Iran. Il Consiglio di Sicurezza discute oggi della “situazione in Medio Oriente, compresa la questione palestinese”. La votazione sul progetto di risoluzione dell’Algeria che raccomanda l’ammissione dello Stato di Palestina all’ONU era inizialmente prevista già per oggi ma sarebbe stata rinviata a domani, 19 aprile. Al di là della tempistica del voto, appare improbabile che la risoluzione venga adottata.


Oggi tramite media del Qatar si è diffusa la voce che gli Stati Uniti hanno dato il via libera all’offensiva israeliana su Rafah in cambio di una rinuncia del governo israeliano ad una ritorsione contro l’Iran. Lo sostiene il quotidiano al Araby al Jadeed, citando fonti egiziane e rialnciato dai media israeliani. Secondo le fonti, l’esercito egiziano nel Nord del Sinai è stato messo in massima allerta, lungo il confine di Gaza, in preparazione all’operazione dell’esercito israeliano. Tuttavia proprio la catena di diffusione mediatica di questo scenario lascia adito a dubbi, in particolare la notizia iniziale era stata inserita in un pezzo senza richiamo nel titolo.

Arrestate in Germania due spie russe, accusate di spiare basi Usa per sabotare gli aiuti all’Ucraina

Arrestate in Germania due spie russe, accusate di spiare basi Usa per sabotare gli aiuti all’UcrainaMilano, 18 apr. (askanews) – Due cittadini con nazionalità russo-tedesca sono stati arrestati in Germania con l’accusa di aver pianificato un’azione di sabotaggio, volta a indebolire il sostegno militare all’Ucraina. Lo ha affermato la Procura federale tedesca secondo lo Spiegel.


Le accuse hanno dimensione internazionale. Il ministro della Giustizia federale Marco Buschmann (FDP) ha dichiarato all’agenzia di stampa tedesca Dpa: “Sappiamo che l’apparato di potere russo prende di mira anche il nostro Paese. La Germania deve rispondere a questa minaccia in modo difensivo e deciso”. Con l’arresto dei due uomini, il procuratore generale federale ha ottenuto “un altro significativo successo investigativo” nella lotta contro la rete di sabotaggio e spionaggio del presidente russo Vladimir Putin, ha detto Buschmann. I due avrebbero spiato le basi americane per conto della Russia e pianificato attacchi alle vie di trasporto militare. Il principale imputato è il 39enne Dieter S., bavarese. La Procura federale lo accusa, tra l’altro, di agire come agente dei servizi segreti, di agire come agente a scopo di sabotaggio e di “rappresentare” strutture militari in un modo che mette in pericolo la sicurezza.


Gli investigatori sono convinti che Dieter S. abbia scambiato idee con contatti dei servizi segreti russi sulle operazioni di sabotaggio in Germania dall’ottobre 2023 e che abbia accettato di effettuare attacchi incendiari ed esplosivi contro infrastrutture militari, fabbriche di armi e siti industriali. Lo scopo degli attacchi pianificati era in definitiva quello di minare il sostegno tedesco all’Ucraina. La presunta spia sarebbe stata aiutata dal 37enne tedesco-russo Alexander J., che ora la Procura federale accusa anche di essere un agente dei servizi segreti. Secondo le informazioni dello Spiegel tra gli oggetti militari spiati figuravano strutture militari americane a Grafenwohr in Baviera. C’è, tra l’altro, un’importante area di addestramento militare dove l’esercito americano addestra i soldati ucraini, ad esempio sui carri armati Abrams.


Il presunto principale responsabile Dieter S. non è uno sconosciuto per le autorità di sicurezza tedesche: tra il 2014 e il 2016 avrebbe fatto parte di una milizia della “Repubblica popolare di Donetsk” proclamata dai separatisti russi nell’Ucraina orientale. Secondo le informazioni dello Spiegel, l’unità è ora classificata dalla magistratura tedesca come organizzazione terroristica – motivo per cui Dieter S. è accusato anche di appartenenza a un’organizzazione terroristica all’estero. I due sono stati arrestati ieri, mercoledì, nella città di Bayreuth, in Baviera. Bayreuth, strettamente legata a Richard Wagner – famosa grazie al Festival di Bayreuth dedicato al compositore – negli anni 30 del XX secolo, divenne palcoscenico dell’ideologia nazista i cui esponenti frequentarono spesso il festival, cercando di trasformare la città in un modello per la loro ideologia.

G7, Tajani: sosteniamo Israele ma vogliamo de-escalation. Italia pronta a fare la sua parte per soluzione due Stati

G7, Tajani: sosteniamo Israele ma vogliamo de-escalation. Italia pronta a fare la sua parte per soluzione due StatiCapri, 18 apr. (askanews) – Di fronte al rischio di escalation nella regione mediorientale, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha auspicato che l’atto di aggressione iraniano – fortemente condannato dalla presidenza italiana G7 – non sia seguito da risposte o rappresaglie, poiché qualsiasi azione di questo genere rischierebbe di innescare una conflagrazione regionale. “Lavoriamo per favorire la pace e portiamo avanti la soluzione ‘due popoli due Stati’”, ha detto Tajani al suo omologo francese Sejourne, incontrato in una bilaterale a margine della ministeriale Esteri del G7 a Capri. “L’Italia è pronta a fare la sua parte così come stiamo facendo in Libano, dove è dispiegata la missione Unifil al confine con Israele”, ha aggiunto Tajani. Nel corso del colloquio è stata ribadita la necessità di un immediato cessate il fuoco a Gaza, indispensabile per consentire l’invio di aiuti nella Striscia. L’Italia, fin dall’inizio del conflitto, è stata in prima linea nell’agevolare l’accesso di aiuti alimentari, alleviare le sofferenze della popolazione e garantire la sicurezza alimentare a Gaza, come dimostra l’iniziativa “Food for Gaza” guidata dalla Farnesina insieme a FAO, PAM, FICROSS e Protezione Civile, ha ricordato la Farnesina in una nota.


“Siamo amici di Israele e sosteniamo Israele”, “ma vogliamo una de-escalation”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani aprendo la riunione odierna dei capi della diplomazia del G7, riuniti a Capri sotto la presidenza italiana. “Siamo tutti portatori di iniziativa di pace”, ha aggiunto il titolare della Farnesina, spiegando che durante i lavori nell’isola sul Golfo di Napoli bisogna “affrontare come sanzionare in qualche modo l’Iran per l’attacco con centinaia di missili e droni contro Israele”.