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M.O., Netanyahu convoca riunione urgente status quo Monte Tempio

M.O., Netanyahu convoca riunione urgente status quo Monte TempioRoma, 16 set. (askanews) – Lo status quo del Monte del Tempio (Spianata delle Moschee), luogo sacro per ebraismo, cristianesimo e Islam, sarà al centro della riunione urgente convocata per domani dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Al meeting è previsto che partecipi un numero ristretto di ministri e i responsabili dell’apparato di difesa. Lo riferiscono i principali media ebraici tra cui Kan News e il Times of Israel.


La riunione verterà sui rischi di sicurezza legati ai progetti di modifica ipotizzati dal ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, esponente di estrema destra, che potrebbero portare a una significativa escalation durante le imminenti festività ebraiche. I funzionari della difesa hanno avvertito che modificare lo status quo del Monte del Tempio potrebbe portare a un aumento sostanziale degli attacchi terroristici in Israele diretti da Iran, Hamas e Hezbollah: “Siamo destinati ad affrontare un evento totalmente diverso da quello che abbiamo avuto finora”. Inoltre, questo eventuale cambiamento potrebbe danneggiare anche le relazioni con le nazioni sunnite moderate.


Il mese scorso, centinaia di ebrei sono saliti sul Monte del Tempio per celebrare il Tisha B’Av insieme al ministro Ben-Gvir e al ministro per lo Sviluppo del Negev e della Galilea Yitzhak Wasserlauf. Mentre era sul Monte del Tempio, Ben-Gvir ha detto: “Ci sono grandi progressi qui nella governance, nella sovranità. Ci sono immagini di ebrei che pregano qui. Come ho detto: la nostra politica è di consentire la preghiera”. L’ufficio del premier isreaeliano ha commentato l’incidente sottolineando che “sono il governo e il primo ministro a determinare la politica sul Monte del Tempio. Non esiste una politica privata di alcun ministro, né del ministro della Sicurezza nazionale né di nessun altro ministro, sul Monte del Tempio. Così è stato sotto tutti i governi di Israele. L’incidente di questa mattina sul Monte del Tempio ha deviato dallo status quo. La politica di Israele sul Monte del Tempio non è cambiata; è così che è stato e così sarà”.

Il governatore russo nella regione del Kursk fa evacuare i villaggi confinanti con l’Ucraina

Il governatore russo nella regione del Kursk fa evacuare i villaggi confinanti con l’UcrainaRoma, 16 set. (askanews) – Il governatore ad interim della regione russa di Kursk, obiettivo dell’offensiva ucraina dall’inizio di agosto, ha ordinato l’evacuazione dei residenti dei villaggi situati a meno di 15 chilometri dall’Ucraina per motivi di “sicurezza”. “Sulla base di informazioni operative, al fine di garantire la sicurezza, lo stato maggiore regionale ha deciso l’evacuazione obbligatoria delle località dei distretti di Rylsky e Khomutovsky situate in un’area fino a 15 chilometri dal confine con l’Ucraina”, ha scritto Alexei Smirnov su Telegram.


La scorsa settimana la Russia ha annunciato di aver riguadagnato terreno contro le forze di Kiev lanciando una controffensiva. Tre giorni fa fonti ucraine hanno reso noto che unità delle forze aviotrasportate russe avevano lanciato un attacco alle posizioni dei paracadutisti ucraini nella regione di Kursk, precisando come in poche ore di combattimento, l’esercito ucraino avrebbe respinto l’assalto. Secondo le fonti ucraine il tentativo russo di sfondare la difesa non ha avuto successo. Oggi, il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha invitato Nazioni Unite e Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) a visitare la parte della regione russa di Kursk occupata dalle forze di Kiev. “L’Ucraina è pronta a facilitare il loro lavoro e a dimostrare il rispetto del diritto umanitario internazionale” in questo territorio, ha dichiarato Sybiha su X. “Sin dal primo giorno dell’operazione Kursk, le forze di difesa ucraine hanno dimostrato una totale aderenza al diritto umanitario internazionale.

Starmer vede Meloni a Roma, s’è parlato di Ucraina, M.O., migranti

Starmer vede Meloni a Roma, s’è parlato di Ucraina, M.O., migrantiRoma, 16 set. (askanews) – Ucraina, Medio Oriente, relazioni bilaterali, ma anche questione dei migranti: questo il menù del vertice che si è tenuto oggi a Roma, a Villa Doria-Panphilj, tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Keir Starmer, il nuovo premier laburista britannico, al suo primo viaggio nel paese da quando ha formato il suo nuovo governo a Londra.


“Riconosco l’importanza dell’Italia come leader in Europa e come paese del G7. Stiamo dando inizio a una nuova era nei rapporti con l’Ue”, ha detto Starmer, sottolineando come l’Italia abbia in tal senso un ruolo importante. “Abbiamo impiegato il nostro tempo per parlare delle sfide mondiali di fronte a noi. Siamo determinati ad affrontarli assieme”, ha detto ancora Starmer. Tra queste, una delle più pressanti è l’Ucraina. “Saremo insieme fianco a fianco per sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessari”, ha detto il capo del governo di Londra, affermando che si lavorerà per “far arrivare 50 miliardi di euro” entro la fine della presidenza italiana del G7.


Su questo, tuttavia, ci sono anche diversità tra Londra e Roma, con la Gran Bretagna disponibile a dare un via libera all’utilizzo dei suoi missili ceduti a Kiev anche per attacchi in profondità in territorio russo, prospettiva questa che ha suscitato una reazione molto minacciosa da parte del presidente russo Vladimir Putin. Roma, invece, ha un approccio più prudente. Starmer, rispondendo alle domande sull’argomento, non si è sbilanciato. Ha ricordato che quella che si sta combattendo in Ucraina è “una guerra illegale iniziata dalla Russia” e che “l’Ucraina ha diritto all’autodifesa”. Poi ha aggiunto: “Noi siamo sempre stati al fianco dell’Ucraina. Non è solo una guerra all’Ucraina, ma ai diritti, alla libertà, allo stato di diritto che si applica a tutti noi”. Per questo, ha proseguito, “io credo che sia importante che mettiamo l’Ucraina nella migliore posizione possibile. Di questo ne abbiamo parlato”, ma ha tagliato corto affermandoi di non voler entrare “nelle singole capacità”.


Sull’altro tema caldo sullo scenario internazionale, Starmer e Meloni sono apparsi in linea. “Siamo uniti nel sostegno per in cessate il fuoco immediato a Gaza. Tutti gli ostaggi devono essere rilasciati subito, devono arrivare aiuti umanitari a Gaza”, ha detto il capo del governo di Londra. Particolarmente favorevoli, poi, i giudizi di Starmer sul tema del contrasto alle migrazioni illegali. “Avete conseguito risultati notevoli lavorando a monte”, ha detto il premier britannico, cioè con i paesi di transito della migrazione. E ha notato come gli arrivi si siano ridotti del 60%.


In tal senso, Starmer ha segnalato come assieme a Meloni abbia affrontato il tema del progetto di un centro per i migranti in Albania. E il premier britannico ha sostenuto che questa collaborazione segna un ritorno al “tradizionale pragmatismo britannico: quando vediamo una sfida con gli alleati, ne parliamo”. Il capo dell’esecutivo britannico, inoltre ha segnalato come l’Italia sia nella top ten tra i partner commerciali e al sesto posto per investimenti diretti. E ha notato che sono in arrivo due nuovi investimenti da mezzo miliardo di euro, 400 milioni dei quali da Leonardo.

Starmer a Roma apprezza il lavoro sull’immigrazione: voglio coordinarmi con Meloni

Starmer a Roma apprezza il lavoro sull’immigrazione: voglio coordinarmi con MeloniRoma, 16 set. (askanews) – Il primo ministro britannico Keir Starmer, visitando stamani il centro interforze che gestisce l’immigrazione a Roma, ha detto in una clip per i broadcaster Gb ripreso dal Guardian, di aver apprezzato il lavoro sull’immigrazione fatto dall’Italia, segnalando che ci “sono state riduzioni piuttosto significative” dell’afflusso i migranti illegali.


“Sono qui per discutere, in questo centro di coordinamento e con la prima ministra (Giorgia Meloni), di come affrontare la migrazione illegale. Qui ci sono state riduzioni piuttosto significative. Voglio capire come è avvenuto tutto ciò. Sembra che ciò sia dovuto al lavoro preventivo svolto nei paesi di origine delle persone che migrano”, ha detto Starmer. “Ho sempre creduto – ha continuato – tra l’altro, che la prevenzione e il fermare le persone prima che si mettano in viaggio sia uno dei modi migliori per affrontare questo particolare problema. Sono quindi molto interessato a capire come è andato quel lavoro a monte, esaminando, ovviamente, altri schemi, e non vedo l’ora di avere il mio incontro bilaterale con la prima ministra questo pomeriggio. Abbiamo già l’intenzione condivisa di lavorare insieme su questo traffico, questo commercio vile, di spingere persone oltre i confini”.

Ue, Breton lascia la Commissione europea e accusa Von der Leyen

Ue, Breton lascia la Commissione europea e accusa Von der LeyenRoma, 16 set. (askanews) – Il commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton, indicato dal presidente francese Emmanuel Macron per un secondo mandato, ha annunciato di aver lasciato il suo incarico alla Commissione europea. L’annuncio è arrivato con una lettera pubblicata su X dopo alcuni contrasti con la presidente Ursula von der Leyen.


“Mi dimetto dalla carica di commissario europeo, con effetto immediato”, ha annunciato Breton in una lettera alla Von der Leyen pubblicata sul social network. Breton ha spiegato che la presidente, sul punto di formare il prossimo esecutivo europeo per un nuovo mandato quinquennale, ha “chiesto alla Francia di ritirare il (suo) nome”, “per motivi personali”, in cambio di un “portafoglio presumibilmente più influente”. “Alla luce di questi ultimi sviluppi – ulteriore testimonianza di una governance discutibile – devo concludere che non posso più esercitare i miei doveri nel Collegio”, ha affermato Breton nella lettera.

Esplosione davanti ad un club a Colonia. Video mostra un sospetto che lascia una borsa

Esplosione davanti ad un club a Colonia. Video mostra un sospetto che lascia una borsaRoma, 16 set. (askanews) – Esplosione nel centro di Colonia, accanto al locale Vanity, sull’Hohenzollernring. E sarebbe stata provocata da un ordigno. Lo riferisce l’emittente Wdr. La deflagrazione ha innescato una vasta operazione della polizia in zona. Una persona è rimasta gravemente ferita nell’esplosione di questa mattina davanti al Club Vanity, sul Ringen, il famoso viale delle feste di Colonia. Lo riferisce la Bild, citando fonti della polizia. Secondo quanto si legge, l’esplosione è avvenuta all’ingresso del locale, in un edificio che ospita anche uffici. A rimanere ferito sarebbe stato un addetto alle pulizie, subito trasferito in ospedale in condizioni serie.


Il proprietario dell’edificio ha dichiarato: “Qualcuno ha fatto esplodere un ordigno esplosivo, anche se doveva aver visto che c’erano delle persone. Stimo che si tratti di danni alla proprietà per un valore di 100.000 euro”, ha aggiunto in un commento al quotidiano. Nell’area d’ingresso dell’edificio, i pannelli del soffitto sono caduti e i vetri delle finestre sono andati in frantumi. La polizia non ha ancora fornito alcuna informazione sul possibile movente. Le indagini vengono condotte in tutte le direzioni e nulla al momento viene escluso. Un portavoce della polizia ha confermato che l’esplosione ha avuto luogo alle 5:50. “Abbiamo isolato una vasta area e le indagini sono in corso”. Un video di una telecamera di sorveglianza nell’area d’ingresso del club Vanity, di cui dispone Express, mostra una persona che indossa una felpa con cappuccio che lascia una borsa davanti all’ingresso e si allontana. Poco dopo avviene l’esplosione. Dal video non è chiaro se l’uomo avesse dei complici.

Usa2024, chi è l’uomo fermato con l’accusa di aver tentato di uccidere Trump

Usa2024, chi è l’uomo fermato con l’accusa di aver tentato di uccidere TrumpRoma, 16 set. (askanews) – Ryan Wesley Routh, 58 anni, proprietario di una piccola impresa edile, è stato arrestato in relazione a un apparente tentativo di assassinio di Donald Trump in Florida, secondo tre fonti delle forze dell’ordine. Routh è considerato un detrattore di Trump, frequente critico dell’ex presidente sui social media. Ha pubblicato su X un post sul tentativo di assassinio del tycoon a luglio, incoraggiando il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris a visitare i feriti al raduno. “Trump non farà mai nulla”, ha scritto.


Il presunto attentatore ha legami in Carolina del Nord: è stato registrato come elettore “non affiliato” nello Stato nel 2012. Ha anche votato alle primarie democratiche della Carolina del Nord a marzo di quest’anno, secondo i registri pubblici. L’uomo ha precedenti penali. Routh è stato arrestato nel 2002 dopo essere stato fermato dalla polizia e aver presumibilmente messo la mano su un’arma da fuoco prima di barricarsi in un’attività commerciale. Gli è stato anche ordinato di pagare decine di migliaia di dollari ad alcuni querelanti in cause civili ed è stato accusato dalle autorità statali e federali di non aver pagato le tasse in tempo. Routh è inoltre un acceso sostenitore dell’Ucraina nella guerra contro la Russia. Ha espresso il suo sostegno all’Ucraina in decine di post su X nel 2022, dicendo che era disposto a morire in guerra e che bisognava “bruciare il Cremlino fino alle fondamenta”. Il presunto attentatore di Trump ha anche visitato l’Ucraina nel 2022, secondo video e foto geolocalizzati dalla Cnn. In una raffica di post su Facebook l’anno scorso, Routh ha inoltre cercato di arruolare coscritti afgani per combattere in guerra, presentandosi come un collegamento non ufficiale per il governo ucraino. Costruttore di alloggi a prezzi accessibili, inoltre, Routh ha scritto sulla sua pagina LinkedIn di avere fondato un’azienda nel 2018 chiamata Camp Box Honolulu alle Hawaii, che costruisce unità di stoccaggio e piccole case. Un articolo sull’Honolulu Star-Advertiser riferisce che Routh avrebbe donato una struttura per i senzatetto. Il figlio Oran Routh ha detto che spera che tutto sia “semplicemente stato ingigantito” e che non è da suo padre “fare qualcosa di folle, tanto meno violento”. Oran Routh lo ha definito “un padre amorevole e premuroso, e un uomo onesto e laborioso”.

Usa 2024, Harris e Biden: la violenza non ha posto in America

Usa 2024, Harris e Biden: la violenza non ha posto in AmericaMilano, 16 set. (askanews) – “Sono stato informato sui resoconti di spari nei pressi dell’ex presidente Trump e della sua proprietà in Florida, e sono contenta che sia al sicuro. La violenza non ha posto in America”, così su X la vicepresidente Usa e candidata dem alle prossime elezioni Kamala Harris.


“Sono sollevato che l’ex Presidente sia illeso” ed ho “ordinato al mio team di continuare a garantire che il Secret Service abbia tutte le risorse, le capacità e le misure di protezione necessarie per garantire la continua sicurezza dell’ex Presidente” Donald Trump. Lo ha dichiarato il presidente Joe Biden, secondo quanto si legge in un comunicato della Casa Bianca. Biden ha spiegato che “c’è un’indagine attiva su questo incidente mentre le forze dell’ordine raccolgono maggiori dettagli su quanto accaduto”. “Come ho detto molte volte, non c’è posto per la violenza politica o per qualsiasi violenza nel nostro Paese e ho ordinato al mio team di continuare a garantire che il Secret Service abbia tutte le risorse, le capacità e le misure di protezione necessarie per garantire la continua sicurezza dell’ex Presidente”, ha concluso Biden.

Spari vicino a Trump, l’ex presidente è al sicuro

Spari vicino a Trump, l’ex presidente è al sicuroMilano, 15 set. (askanews) – Donald Trump è al sicuro “dopo gli spari nelle sue vicinanze”. Lo ha dichiarato il portavoce della campagna elettorale dell’ex presidente Usa, Steven Cheung, in un comunicato, non fornendo ulteriori dettagli. “Il presidente Trump è al sicuro dopo gli spari nelle sue vicinanze. Al momento non ci sono ulteriori dettagli”, ha detto Cheung. L’ex presidente stava giocando a golf al Trump International Golf Club di West Palm Beach. Il campo è stato immediatamente chiuso.


Secondo quanto riferisce la Cnn, “nell’area della sparatoria è stato recuperato uno zaino, un fucile semiautomatico e una telecamera GoPro”. I funzionari ritengono che i colpi sparati fossero destinati all’ex presidente Donald Trump, secondo fonti vicine alla vicenda. Il New York Post scrive invece che Trump è stato portato in salvo dal Secret Service dopo che gli agenti hanno aperto il fuoco contro un uomo che era stato avvistato con quella che poteva essere una pistola mentre l’ex presidente si trovava sul campo da golf. Non è chiaro se l’uomo si trovasse sul campo da golf o nelle vicinanze. Un agente ha aperto il fuoco, sparando più volte.

Il ciclone Boris colpisce l’Europa centro-orientale: morti e dispersi, “situazione drammatica”

Il ciclone Boris colpisce l’Europa centro-orientale: morti e dispersi, “situazione drammatica”Roma, 15 set. (askanews) – Sei persone sono morte, annegate, in Austria, Polonia e Romania e altre quattro sono disperse nella Repubblica Ceca a causa del ciclone Boris, che continua a colpire l’Europa centrale e orientale portando piogge torrenziali e inondazioni che hanno costretto all’evacuazione di migliaia di persone dalle loro case.


Da giovedì, ampie zone di Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania e Slovacchia sono colpite da forti venti e piogge insolitamente violente. Il vice-cancelliere austriaco, Werner Kogler, ha dichiarato oggi che un pompiere è morto mentre affrontava le inondazioni nella Bassa Austria. Le autorità locali, intanto, hanno dichiarato la provincia, che circonda la capitale Vienna, un’area disastrata. Alcune zone del Tirolo sono state ricoperte da neve fino a un metro, una situazione eccezionale per metà settembre, mese che ha visto temperature fino a 30°C la scorsa settimana.


I servizi ferroviari sono stati sospesi nella parte orientale del paese questa mattina presto e diverse linee della metropolitana sono state chiuse a Vienna, dove il fiume Wien minaccia di straripare, secondo l’agenzia di stampa Apa. I servizi di emergenza hanno effettuato quasi 5.000 interventi durante la notte nella Bassa Austria, dove le inondazioni avevano intrappolato molti residenti nelle loro case. I vigili del fuoco sono intervenuti circa 150 volte a Vienna da venerdì per liberare le strade bloccate dai detriti della tempesta e pompare l’acqua dalle cantine, hanno riferito i media locali.


Il primo ministro polacco, Donald Tusk, ha detto che una persona nella regione di Klodzko è annegata, mentre circa 1.600 persone sono state evacuate a Klodzko e le autorità polacche hanno chiamato l’esercito per supportare i vigili del fuoco sulla scena. “La situazione è davvero drammatica”, ha confermato Tusk questa mattina dopo un incontro a Klodzko, che era parzialmente sommersa dall’acqua. Ieri, intanto, le autorità polacche hanno chiuso il valico di frontiera di Golkowice con la Repubblica Ceca dopo che un fiume ne ha esondato gli argini, oltre a chiudere diverse strade e fermare i treni sulla linea che collega le città di Prudnik e Nysa. A Budapest, le autorità hanno alzato le previsioni di un aumento del Danubio nella seconda metà di questa settimana a oltre 8,5 metri, avvicinandosi al record di 8,91 metri registrato nel 2013. “Secondo le previsioni, una delle più grandi inondazioni degli ultimi anni si sta avvicinando a Budapest, ma siamo pronti ad affrontarla”, ha detto il sindaco di Budapest, Gergely Karacsony, citato dal Guardian. Nel frattempo, la polizia nella Repubblica Ceca ha dichiarato che stamane che quattro persone sono scomparse. Tre erano a bordo di un’auto che è stata trascinata in un fiume nella città nord-orientale di Lipova-lazne, mentre un altro uomo è scomparso dopo essere stato travolto dalle inondazioni nel sud-est.


Ieri, invece, quattro persone sono morte nelle inondazioni nel sud-est della Romania. Nella regione più colpita, Galati nel sud-est, sono state danneggiate 5.000 case. Il presidente della Romania, Klaus Iohannis, ha detto che il Paese sta “di nuovo affrontando gli effetti del cambiamento climatico, che sono sempre più presenti nel continente europeo, con conseguenze drammatiche”. Centinaia di persone sono state salvate in 19 aree del paese, hanno affermato i servizi di emergenza, pubblicando un video di case allagate in un villaggio sul fiume Danubio. “Questa è una catastrofe di proporzioni epiche”, ha detto Emil Dragomir, sindaco di Slobozia Conachi, un villaggio a Galati dove 700 case sarebbero state allagate. La Slovacchia, infine, ha dichiarato lo stato di emergenza nella capitale, Bratislava.