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Israele rassicura i Paesi arabi: la sua risposta all’attacco dell’Iran non li metterà in pericolo

Israele rassicura i Paesi arabi: la sua risposta all’attacco dell’Iran non li metterà in pericoloRoma, 16 apr. (askanews) – Israele ha rassicurato i Paesi arabi della regione che la sua risposta all’attacco dell’Iran non li metterà in pericolo. Lo ha riferito l’emittente pubblica Kan, mentre aumentano le preoccupazioni di diverse nazioni di essere giudicate responsabili da Teheran nel caso di un attacco di rappresaglia israeliano.


Secondo l’emittente, Israele ha informato i Paesi alleati come Giordania, Egitto e stati del Golfo che la sua risposta, quando arriverà, sarà effettuata in modo tale che l’Iran non possa coinvolgerli nella rappresaglia. La rassicurazione fornita da Israele ai Paesi limitrofi arriva dopo che domenica alti comandanti iraniani avevano avvertito che Israele e i suoi alleati avrebbero dovuto affrontare un attacco più grande in caso di rappresaglia contro gli oltre 300 droni e missili lanciati da Teheran nel fine settimana.

Danimarca, a fuoco la storica borsa di Copenaghen, crolla la guglia

Danimarca, a fuoco la storica borsa di Copenaghen, crolla la gugliaRoma, 16 apr. (askanews) – Un incendio sta devastando la borsa di Copenaghen, storico edificio della città danese che ospita anche una vasta raccolta di opere d’arte. La guglia è crollata, scrive il quotidiano Jylland-Poste e molte opere d’arte rischiano di andare in fumo


Secondo i giornalisti della Jyllands-Posten l’intera Borsa è in fiamme. La vecchia torre è avvolta dalle fiamme e il fumo nero si leva su Slotsholmen. Alle 8.30 l’iconica guglia dell’edificio è crollata. L’intera area attorno alla borsa è attualmente transennata, stanno affluendo vigili del fuoco e polizia, mentre le persone si radunano attorno al fuoco con gli occhi spalancati.


Allo stesso quotidiano un responsabile dei vigili del fuoco ha detto che la lotta contro le fiamme sarà ancora molto lunga. Il Børsen del XVII secolo è uno degli edifici più antichi della città . Il ministro della Cultura Jakob Engel-Schmidt ha affermato che 400 anni di patrimonio culturale danese sono andati in fiamme.


L’edificio, risalente al 1625, è a due passi dal parlamento danese, il Folketing, e dal palazzo reale, Christiansborg. I media danesi hanno riferito che la piazza vicina sarebbe stata evacuata. La vecchia Borsa era in fase di ristrutturazione ed era stata protetta da impalcature e coperture protettive in plastica. Attualmente ospita la Camera di commercio danese.


L’artigiano locale Henrik Grage ha detto alla televisione danese che è stata una giornata tragica. “Questa è la nostra Notre-Dame”, ha detto, paragonandola all’incendio che ha inghiottito il tetto e la guglia della cattedrale nel centro di Parigi nel 2019. L’edificio in stile rinascimentale olandese sullo Slotsholmen, o isola del palazzo, fu commissionato dal re di Danimarca Cristiano IV con l’obiettivo di trasformare Copenaghen in un importante centro commerciale. La sua guglia presentava quattro draghi le cui code erano intrecciate in una lancia e tre corone, a simboleggiare gli stretti legami con i vicini Norvegia e Svezia.

L’Iran: “Questione chiusa”, ma se Israele contrattacca la risposta sarà “rapida e completa”

L’Iran: “Questione chiusa”, ma se Israele contrattacca la risposta sarà “rapida e completa”Roma, 16 apr. (askanews) – Teheran non cerca un’escalation in Medio Oriente, ma la risposta dell’Iran alle contromisure di Israele sarà rapida e completa. Lo ha dichiarato l’ambasciatore iraniano in Turchia, Mohammad Hassan Habibollahzadeh.


“L’attacco dell’Iran

Ucraina, Xi: la Cina sostiene l’idea di convocare una conferenza di pace internazionale

Ucraina, Xi: la Cina sostiene l’idea di convocare una conferenza di pace internazionaleRoma, 16 apr. (askanews) – La Cina sostiene l’idea di convocare una conferenza di pace internazionale per risolvere la crisi ucraina, riconosciuta sia dalla Russia sia dall’Ucraina. Lo ha dichiarato il presidente cinese Xi Jinping durante un incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in visita di tre giorni nella nazione asiatica.


“La Cina ha sostenuto la convocazione tempestiva di una conferenza di pace internazionale riconosciuta sia dalla Russia sia dall’Ucraina, con la partecipazione paritaria di tutte le parti e una discussione equa di tutti i piani di pace”, ha dichiarato Xi, come riportato dall’emittente Cctv. Tutte le parti coinvolte nella crisi ucraina devono lavorare per ripristinare la pace il più rapidamente possibile per evitare che la situazione vada fuori controllo, ha detto il presidente, aggiungendo che per ripristinare la pace in Ucraina il più presto possibile, bisogna prestare attenzione alla pace e alla stabilità piuttosto che al perseguimento dei propri interessi.

Fonti Usa: improbabile una risposta diretta di Israele contro Iran

Fonti Usa: improbabile una risposta diretta di Israele contro IranRoma, 16 apr. (askanews) – La risposta di Israele all’attacco senza precedenti sferrato dall’Iran nella notte tra sabato e domenica sarà probabilmente limitata e potrebbe concentrarsi sul colpire obiettivi chiave al di fuori della repubblica islamica. Lo hanno indicato quattro funzionari statunitensi alla Nbc.


Sottolineando che la valutazione degli Stati Uniti si basa su conversazioni con funzionari israeliani prima dell’attacco e che l’approccio di Israele potrebbe essere cambiato da allora, i funzionari hanno affermato che la mancanza di gravi danni provocati da Teheran potrebbe portare Gerusalemme a cercare una risposta meno aggressiva. Invece di colpire direttamente l’Iran in risposta – cosa che gli alleati di Israele hanno avvertito che rischia di far sprofondare il Medio Oriente in una guerra totale – i funzionari hanno indicato alla Nbc che Israele potrebbe colpire i “proxy” dell’Iran, come le sue milizie in Siria o il gruppo terroristico Hezbollah in Libano.

L’Aiea: l’Iran ha chiuso i suoi impianti nucleari nel giorno dell’attacco a Israele

L’Aiea: l’Iran ha chiuso i suoi impianti nucleari nel giorno dell’attacco a IsraeleRoma, 16 apr. (askanews) – L’Iran ha chiuso i suoi impianti nucleari domenica, il giorno in cui ha attaccato Israele. Lo ha sottolineato il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi.


Durante una conferenza stampa a margine di una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull’impianto ucraino di Zaporizhzhia, Grossi è stato interrogato sulla possibilità di una rappresaglia israeliana contro le strutture nucleari iraniane. “Siamo ancora preoccupati per questa possibilità”, ha risposto il direttore generale dell’Aiea. “Quello che posso dirvi è che i nostri ispettori in Iran sono stati informati dal governo iraniano che

L’Iran: non allarghiamo la guerra, ma colpiremo più forte chi ci attacca

L’Iran: non allarghiamo la guerra, ma colpiremo più forte chi ci attaccaRoma, 16 apr. (askanews) – Il portavoce delle Forze armate iraniane ha scritto sulla piattaforma di social media X (ex Twitter) che la Repubblica islamica “non cerca di espandere la guerra, ma taglieremo ogni mano che attacca il nostro Paese”. Lo riporta il sito online del quotidiano israeliano Haaretz, secondo la traduzione del post originale in arabo.


Secondo il post tradotto da Haaretz, “qualsiasi aggressione da parte di Israele o dei suoi sostenitori sarà accolta con una risposta più forte di prima”.

Ue, la sconfitta di von der Leyen: salta la nomina di Pieper come inviato per le Pmi

Ue, la sconfitta di von der Leyen: salta la nomina di Pieper come inviato per le PmiRoma, 16 apr. (askanews) – Ha rinunciato all’incarico Markus Pieper, l’eurodeputato della Cdu tedesca (Ppe)che era stato oggetto di una controversa nomina come “inviato” dell’Ue per le piccole e medie imprese (Pmi) in seno alla Commissione europea, fortemente voluta dalla presidente Ursula von der Leyen (anche lei della Cdu).


Pieper, che aveva già firmato il suo contratto per quattro anni con la Commissione il 31 marzo scorso, il giorno di Pasqua, ha annunciato, con alcune dichiarazioni al quotidiano tedesco Handelsblatt, di aver cambiato idea, dopo le forti critiche registrate nel Parlamento europeo e all’interno della stessa Commissione contro la sua nomina. Secondo quanto riportato in una dichiarazione del suo portavoce capo, Eric Mamer, diffusa ieri in serata a Bruxelles, von der Leyen “si rammarica, ma rispetta la decisione di Markus Pieper di non assumere il suo incarico di inviato per le Pmi il 16 aprile, come previsto”.


La presidente della Commissione ha sottolineato che “Markus Pieper è un comprovato esperto di Pmi e aveva prevalso in un processo di selezione in più fasi” per ottenere la nomina. Von der Leyen ha puntualizzato poi che “l’autonomia di ciascuna istituzione dell’Ue nella nomina dei propri alti funzionari deve essere rispettata”. Infine, la presidente della Commissione, riferisce Mamer, “ha deciso di sospendere la riapertura delle procedure di selezione per il posto di Rappresentante per le Pmi fino a dopo le elezioni europee”. La vicenda della strana nomina di Pieper era stata denunciata per la prima volta il 22 febbraio dal “Mattinale europeo” del giornalista italiano David Carretta (corrispondente a Bruxelles di Radio Radicale), come un caso di conflitto d’interesse, favoritismo politico e abuso di potere in seno alla Commissione europea da parte di Ursula von der Leyen e del suo gabinetto. Nelle ultime settimane aveva ricevuto una forte attenzione dalla stampa europea, che aveva ribattezzato il caso “Piepergate”, visto anche come uno dei possibili ostacolo alla riconferma di von der Leyen.


La decisione della nomina era stata presa dal commissario al Bilancio, Johannes Hahn, in accordo con il gabinetto della presidente von der Leyen, ma con la semplice “consultazione” del gabinetto del commissario all’Industria e al Mercato Interno, Thierry Breton (che ha la responsabilità primaria per le Pmi), e senza che lui fosse presente il giorno della decisione. La scelta di Pieper da parte della Commissione era stata compiuta alla vigilia della decisione della Cdu di proporre Ursula von der Leyen come “candidata di punta” del Ppe per la sua conferma alla guida dell’Esecutivo comunitario dopo le elezioni europee di giugno (da qui il possibile conflitto d’interesse denunciato dalla stampa).


Inoltre, dopo che quattro commissari (Paolo Gentiloni, Thierry Breton, Nicolas Schmit e l’Alto Rappresentante Josep Borrell) avevano chiesto una discussione interna alla Commissione sul metodo usato per la selezione di Piper, la plenaria del Parlamento europeo aveva approvato a larga maggioranza, l’11 aprile a Bruxelles, un emendamento presentato dai Verdi alla risoluzione sul “discarico di bilancio” in cui invitava la Commissione a revocare la nomina. L’emendamento era stato approvato con 382 voti a favore, 144 contrari e 80 astensioni. Il Parlamento europeo, si legge nell’emendamento, “prende atto della creazione di un posto di rappresentante Ue per le Pmi” e “della successiva assunzione” di Markus Pieper in questa funzione, e “si rammarica che numerosi organi di informazione abbiano riferito che il candidato prescelto sia stato infine nominato sebbene, nelle valutazioni di assunzione, le sue qualifiche fossero risultate inferiori rispetto alle due restanti candidate provenienti da Stati membri sottorappresentati, il che – spiega il testo approvato – mette in dubbio l’effettiva considerazione dei principi del merito, del genere e dell’equilibrio geografico”. Il Parlamento europeo, continua l’emendamento “osserva con preoccupazione che il candidato prescelto è un deputato uscente del partito politico tedesco della Presidente von der Leyen”; e “invita la Commissione a porre rimedio alla situazione revocando la nomina e avviando un processo realmente trasparente e aperto per la selezione del rappresentante Ue per le Pmi”. Contro l’emendamento aveva votato compatto solo il gruppo del Ppe (copresi gli eurodeputati di Fi); a favore, altrettanto compatti, quasi tutti gli altri gruppi (compreso quello di estrema destra Id, di cui fa parte la Lega); spaccato il gruppo dei Conservatori (Ecr), in cui si è astenuta la grande maggioranza degli eurodeputati, compresi gli italiani di Fdi, mentre otto di essi hanno votato a favore e uno contro.

Ue, von der Leyen sconfitta su nomina Pieper come inviato per le Pmi

Ue, von der Leyen sconfitta su nomina Pieper come inviato per le PmiBruxelles, 16 apr. (askanews) – Rinuncia all’incarico Markus Pieper, l’eurodeputato della Cdu tedesca (Ppe)che era stato oggetto di una controversa nomina come “inviato” dell’Ue per le piccole e medie imprese (Pmi) in seno alla Commissione europea, fortemente voluta dalla presidente Ursula von der Leyen (anche lei della Cdu).


Pieper, che aveva già firmato il suo contratto per quattro anni con la Commissione il 31 marzo scorso, il giorno di Pasqua, ha annunciato oggi, con alcune dichiarazioni al quotidiano tedesco Handelsblatt, di aver cambiato idea, dopo le forti critiche registrate nel Parlamento europeo e all’interno della stessa Commissione contro la sua nomina. Secondo quanto riportato in una dichiarazione del suo portavoce capo, Eric Mamer, diffusa in serata a Bruxelles, von der Leyen “si rammarica, ma rispetta la decisione di Markus Pieper di non assumere il suo incarico di inviato per le Pmi il 16 aprile, come previsto”.


La presidente della Commissione sottolinea che “Markus Pieper è un comprovato esperto di Pmi e aveva prevalso in un processo di selezione in più fasi” per ottenere la nomina. Von der Leyen puntualizza poi che “l’autonomia di ciascuna istituzione dell’Ue nella nomina dei propri alti funzionari deve essere rispettata”. Infine, la presidente della Commissione, riferisce Mamer, “ha deciso di sospendere la riapertura delle procedure di selezione per il posto di Rappresentante per le Pmi fino a dopo le elezioni europee”.


La vicenda della strana nomina di Pieper era stata denunciata per la prima volta il 22 febbraio dal “Mattinale europeo” del giornalista italiano David Carretta (corrispondente a Bruxelles di Radio Radicale), come un caso di conflitto d’interesse, favoritismo politico e abuso di potere in seno alla Commissione europea da parte di Ursula von der Leyen e del suo gabinetto. Nelle ultime settimane aveva ricevuto una forte attenzione dalla stampa europea, che aveva ribattezzato il caso “Piepergate”, visto anche come uno dei possibili ostacoli alla riconferma di von der Leyen. La decisione della nomina era stata presa dal commissario al Bilancio, Johannes Hahn, in accordo con il gabinetto della presidente von der Leyen, ma con la semplice “consultazione” del gabinetto del commissario all’Industria e al Mercato Interno, Thierry Breton (che ha la responsabilità primaria per le Pmi), e senza che lui fosse presente il giorno della decisione.


La scelta di Pieper da parte della Commissione era stata compiuta alla vigilia della decisione della Cdu di proporre Ursula von der Leyen come “candidata di punta” del Ppe per la sua conferma alla guida dell’Esecutivo comunitario dopo le elezioni europee di giugno (da qui il possibile conflitto d’interesse denunciato dalla stampa). Inoltre, dopo che quattro commissari (Paolo Gentiloni, Thierry Breton, Nicolas Schmit e l’Alto Rappresentante Josep Borrell) avevano chiesto una discussione interna alla Commissione sul metodo usato per la selezione di Piper, la plenaria del Parlamento europeo aveva approvato a larga maggioranza, l’11 aprile a Bruxelles, un emendamento presentato dai Verdi alla risoluzione sul “discarico di bilancio” in cui invitava la Commissione a revocare la nomina. L’emendamento era stato approvato con 382 voti a favore, 144 contrari e 80 astensioni. Il Parlamento europeo, si legge nell’emendamento, “prende atto della creazione di un posto di rappresentante Ue per le Pmi” e “della successiva assunzione” di Markus Pieper in questa funzione, e “si rammarica che numerosi organi di informazione abbiano riferito che il candidato prescelto sia stato infine nominato sebbene, nelle valutazioni di assunzione, le sue qualifiche fossero risultate inferiori rispetto alle due restanti candidate provenienti da Stati membri sottorappresentati, il che – spiega il testo approvato – mette in dubbio l’effettiva considerazione dei principi del merito, del genere e dell’equilibrio geografico”. Il Parlamento europeo, continua l’emendamento “osserva con preoccupazione che il candidato prescelto è un deputato uscente del partito politico tedesco della Presidente von der Leyen”; e “invita la Commissione a porre rimedio alla situazione revocando la nomina e avviando un processo realmente trasparente e aperto per la selezione del rappresentante Ue per le Pmi”. Contro l’emendamento aveva votato compatto solo il gruppo del Ppe (compresi gli eurodeputati di Fi); a favore, altrettanto compatti, quasi tutti gli altri gruppi (compreso quello di estrema destra Id, di cui fa parte la Lega); spaccato il gruppo dei Conservatori (Ecr), in cui si è astenuta la grande maggioranza degli eurodeputati, compresi gli italiani di Fdi, mentre otto di essi hanno votato a favore e uno contro.

La Casa Bianca è “fiduciosa” che Netanyahu non voglia la guerra con l’Iran

La Casa Bianca è “fiduciosa” che Netanyahu non voglia la guerra con l’IranRoma, 15 apr. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiarito pubblicamente e privatamente, nel suo colloquio con il primo ministro Benjamin Netanyahu, che non vuole vedere un conflitto regionale: lo ha affermato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby. “Di certo non sta cercando una guerra con l’Iran e sono fiducioso che il primo ministro Netanyahu sia consapevole delle preoccupazioni del presidente”, ha detto Kirby durante un briefing con la stampa.