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Israele studia la risposta da dare all’Iran, la diplomazia lavora a una de-escalation

Israele studia la risposta da dare all’Iran, la diplomazia lavora a una de-escalationRoma, 14 apr. (askanews) – Israele deciderà oggi come rispondere all’attacco iraniano di questa notte, neutralizzato con grande efficaccia dal suo sistema di difesa aerea. Il gabinetto di guerra israeliano è stato convocato per le 15:30 locali, le 14:30 in Italia: in quella sede sarà decisa la strategia dello Stato ebraico. L’Iran da parte sua considera “conclusa” la questione: l’operazione “Vera Promessa”, con circa 300 tra droni e missili da crociera lanciati dall’Iran, dallo Yemen e dal Libano, è stata un attacco dimostrativo non tanto nelle proporzioni, quanto negli esiti. I rischi legati all’offensiva sono stati contenuti da Israele: “il 99% delle minacce” al territorio israeliano è stato neutralizzato, anche grazie al contributo di Stati Uniti, Regno Unito e Francia, con cui le autorità politiche e militari israeliane sono rimaste in “stretto contatto” per tutte queste ore. Una base militare a Nafatim ha riportato lievi danni, senza impedirne il normale funzionamento. Una bambina ha riportato ferite da schegge, mentre dormiva in casa.


“Abbiamo intercettato. Abbiamo bloccato. Insieme vinceremo”, ha scritto il premier Benjamin Netanyahu su X, nella sua prima reazione all’attacco. “Sono state una notte e una mattinata lunghe, ma una cosa è chiara. Siamo forti, risoluti e non ci arrenderemo mai al terrorismo. Coloro che danneggiano il popolo israeliano ne pagheranno il prezzo”, ha precisato invece il ministero degli Esteri israeliano in una nota, mentre l’ufficio del primo ministro e il Mossad hanno confermato l’intenzione di proseguire la guerra contro Hamas a Gaza, dopo il rifiuto del movimento estremista palestinese dell’ultima proposta di cessate il fuoco temporaneo e di scambio di prigionieri. Una posizione, secondo Israele, che dimostra il disinteresse del leader di Hamas Yahya Sinwar per “un accordo umanitario e il ritorno degli ostaggi”. Sinwar continuerebbe piuttosto ad “approfittare delle tensioni con l’Iran per cercare di unire i teatri e realizzare un’escalation generale nella regione”. Il movimento palestinese, d’altro canto, ha difeso l’attacco iraniano a Israele. “Noi di Hamas consideriamo l’operazione militare condotta dalla Repubblica islamica dell’Iran un diritto naturale e una meritata risposta al crimine di aver preso di mira il consolato iraniano a Damasco e all’assassinio di diversi leader delle Guardie rivoluzionarie”, ha affermato il gruppo in una nota. L’Iran, da parte sua, ha avvertito che risponderà con maggiore forza se Israele reagirà agli attacchi di questa notte, che secondo Teheran hanno rappresentato una risposta al raid israeliano di inizio aprile contro un edificio del consolato iraniano a Damasco, in Siria. “Se il regime israeliano dovesse compiere nuovamente un’aggressione militare, la risposta dell’Iran sarebbe sicuramente e decisamente più forte e risoluta”, ha dichiarato in una nota l’ambasciatore iraniano e rappresentante permanente presso le Nazioni Unite, Amir Saeid Iravani. Mentre il capo di Stato Maggiore iraniano Sardar Bagheri, che considera “conclusa” l’operazione dei pasdaran, ha confermato che l’Iran ha inviato un messaggio agli Stati Uniti attraverso l’ambasciata svizzera: se Washington collaborerà con Israele in possibili azioni future contro la Repubblica islamica, le basi statunitensi “non avranno alcuna sicurezza” e saranno “trattate” come obiettivo da colpire. Minacce analoghe sono state indirizzate da Teheran anche alla Giordania, sospettata di avere contribuito con Stati Uniti, Regno Unito e Francia alla difesa di Israele. Mentre la televisione di Stato iraniana ha dato notizia della convocazione al ministero degli Esteri di Teheran degli ambasciatori britannico, francese e tedesco, per rimostranze sul presunto ruolo nella difesa di Israele, l’agenzia semiufficiale Fars ha infatti riferito che Amman sarà “il prossimo obiettivo” dell’Iran se “coopererà” con lo Stato ebraico. Nessuna sorpresa per il governo giordano, che poco prima aveva confermato di avere intercettato alcuni “apparecchi volanti” entrati nel suo spazio aereo nella notte, mentre era in corso l’attacco dell’Iran a Israele. “Alcune schegge sono cadute in più punti”, “senza causare danni significativi o lesioni ai cittadini”, ha spiegato l’esecutivo, che si è detto pronto a intervenire in difesa dei propri cittadini e a tutela della sovranità del suo spazio aereo e del proprio territorio.


Al momento, comunque, la situazione sembra essere tornata in uno stato di calma apparente. La diplomazia internazionale è al lavoro per spingere Netanyahu a miti consigli, in attesa della riunione del gabinetto di guerra israeliano nel pomeriggio. Lo spazio aereo dello Stato ebraico e quello dei Paesi limitrofi, chiuso in coincidenza con l’attacco, è stato riaperto. La parola d’ordine è “de-escalation” e anche l’Italia, presidente di turno del G7, lavora per evitare un inasprimento delle tensioni. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha convocato per il primo pomeriggio di oggi una videoconferenza dei leader del G7 per discutere dell’attacco iraniano contro Israele. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani riunirà domani tutti gli ambasciatori dei Paesi arabi e musulmani “per affrontare la situazione”. Martedì avrà un colloquio con l’omologa canadese, mercoledì riceverà il segretario di Stato Antony Blinken, prima della ministeriale G7 a Capri. “L’obiettivo di tutti è lavorare per evitare un peggioramento del conflitto. Dobbiamo fare di tutto per scongiurare che si allarghi”, ha commentato Tajani, insistendo sul fatto che bisogna “lavorare per la pace”. “Fortunatamente la situazione sta miglirando”, ha comunque avvertito il ministro, che ritiene positiva la decisione di Teheran di considerare chiusa la vicenda. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il segretario di Stato Blinken, da parte loro, hanno ribadito l’impegno “ferreo” dell’America per la sicurezza di Israele. Entrambi hanno però confermato che Washington non parteciperà ad alcuna operazione contro l’Iran. Anche il primo ministro britannico Rishi Sunak e il premier canadese Justin Trudeau hanno precisato che i rispettivi paesi continueranno a “difendere la sicurezza di Israele”. Un portavoce del ministero degli Esteri cinese ha detto invece che “la Cina è profondamente preoccupata per l’attuale escalation” e invita tutte le “parti interessate” ad astenersi da un “ulteriore inasprimento della tensione”. Sentimenti analoghi sono stati espressi anche dal ministero degli Esteri russo. “Abbiamo ripetutamente avvertito che le molteplici crisi irrisolte in Medio Oriente, spesso alimentate da azioni provocatorie e irresponsabili, in primo luogo nell’area del conflitto israelo-palestinese, porteranno all’aumento della tensione”, si legge in una nota. “Ci auguriamo che gli Stati della regione risolvano i problemi esistenti attraverso mezzi politici e diplomatici. Crediamo che sia importante che attori internazionali costruttivi contribuiscano a questo”. Il presidente francese Emmanuel Macron ha condannato “con la massima fermezza l’attacco senza precedenti lanciato dall’Iran contro Israele, che minaccia di destabilizzare la regione”. In un post su X, l’inquilino dell’Eliseo ha espresso la sua “solidarietà al popolo israeliano” e “l’attaccamento della Francia alla sicurezza di Israele, ai partner e alla stabilità regionale”. “La Francia sta lavorando alla riduzione della tensione con i suoi partner e chiede moderazione”, ha aggiunto Macron sul social network. Appelli alla moderazione sono arrivati infine anche da alcuni Paesi della Regione: Giordania, Emirati Arabi uniti e Qatar.


(di Corrado Accaputo)

Dopo l’attacco su Israele la Russia esprime estrema preoccupazione: agire con moderazione

Dopo l’attacco su Israele la Russia esprime estrema preoccupazione: agire con moderazioneRoma, 14 apr. (askanews) – Il ministero degli Esteri russo ha espresso “estrema preoccupazione” per un’altra pericolosa escalation in Medio Oriente e ha esortato le parti in causa ad agire con moderazione a seguito del massiccio attacco con droni e missili che l’Iran ha lanciato nella notte contro Israele.


“Esprimiamo estrema preoccupazione per un’altra pericolosa escalation nella regione. Abbiamo ripetutamente avvertito che le molteplici crisi irrisolte in Medio Oriente, spesso alimentate da azioni provocatorie e irresponsabili, in primo luogo nell’area del conflitto israelo-palestinese, porteranno all’aumento della tensione”, ha dichiarato il ministero degli Esteri russo, citato dalla Ria Novosti. Il ministero ha quindi chiesto a tutte le parti coinvolte di “agire con moderazione”. “Ci auguriamo che gli Stati della regione risolvano i problemi esistenti attraverso mezzi politici e diplomatici. Crediamo che sia importante che attori internazionali costruttivi contribuiscano a questo”, ha affermato la diplomazia russa.

Hamas: l’attacco dell’Iran è un diritto naturale e una risposta meritata

Hamas: l’attacco dell’Iran è un diritto naturale e una risposta meritataRoma, 14 apr. (askanews) – Il movimento estremista palestinese Hamas ha difeso questa mattina l’attacco iraniano contro Israele della notte con circa 300 droni e missili da crociera. “Noi di Hamas consideriamo l’operazione militare condotta dalla Repubblica islamica dell’Iran un diritto naturale e una meritata risposta al crimine di aver preso di mira il consolato iraniano a Damasco e all’assassinio di diversi leader delle Guardie rivoluzionarie”, ha affermato Hamas in una nota.

Tajani: l’obiettivo del G7 è la de-escalation, lavorare per la pace

Tajani: l’obiettivo del G7 è la de-escalation, lavorare per la paceRoma, 14 apr. (askanews) – “Domani riunisco tutti gli ambasciatori dei Paesi arabi e musulmani per affrontare la situazione” in corso in Medio Oriente. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo a uno speciale del Tg2. “Martedì incontrerò il ministro canadese, mercoledì Blinken, poi ci sarà a Capri il G7. “L’obiettivo di tutti è lavorare de-escalation, evitare un peggioramento del conflitto. Dobbiamo fare di tutto per scongiurare che si allarghi, certamente non è facile”, ha commentato Tajani, insistendo sul fatto che bisogna “lavorare per la pace e al fine di risolvere un problema molto difficile”.”Stiamo lavorando per una de-escalation”, ha poi ribadito Tajani ad Agorà. Durante il vertice dei ministri degli Esteri del G7 a Capri, ha aggiunto il titolare la Farnesina, l’Italia si farà “promotrice di una serie
di proposte per far sì che si arrivi a una de-escaaltion nell’area”. “Speriamo che Israele non faccia alcuna azione che porti a nuova reazione iraniana”, ha aggiunto.
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Israele: proseguiremo con ogni forza la guerra ad Hamas

Israele: proseguiremo con ogni forza la guerra ad HamasRoma, 14 apr. (askanews) – Israele continuerà con tutte le sue forze la guerra contro il movimento palestinese Hamas, dopo che quest’ultimo ha rifiutato il piano di cessate il fuoco temporaneo presentato dai mediatori durante i colloqui al Cairo: lo ha precisato questa mattina l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.


“Israele continuerà a sforzarsi di realizzare gli obiettivi della guerra con Hamas con tutta la sua forza, e non lascerà nulla di intentato per riportare a casa immediatamente i 133 ostaggi da Gaza”, ha affermato l’ufficio del premier in una nota.

L’Iran attacca Israele, Usa cercano di evitare escalation

L’Iran attacca Israele, Usa cercano di evitare escalationRoma, 14 apr. (askanews) – Il temuto attacco iraniano a Israele è arrivato: un attacco essenzialmente dimostrativo, che non ha causato vittime immediate ma rischia di innescare una spirale di rappresaglie che porterebbe a una inevitabile escalation nella regione – l’incubo di un’Amministrazione Biden alle prese con il difficile periodo della campagna per la Casa Bianca e che trova sempre più difficile a contenere la crisi.


L’operazione “Vera Promessa” è stata un attacco dimostrativo non tanto nelle proporzioni, quanto negli esiti. Oltre 200 i missili e droni lanciati contro Israele, in un’esibizione di muscoli intesa a trasmettere il messaggio che Teheran è una potenza militare tutt’altro che trascurabile; allo stesso tempo, con la consapevolezza che ben pochi avrebbero potuto mai colpire il bersaglio dato il largo preavviso. Teheran – che contrariamente a quanto avevano riferito alcune fonti legate ai pasdaran – non ha infatti usato missili balistici in grado di coprire la distanza in pochi minuti, ma droni e missili da crociera che hanno tardato diverse ore ad arrivare a destinazione – destinazione specificata in anticipo dagli iraniani come bersagli di natura militare sul Golan e nel Negev.


Di fatto, il 99% dei proiettili lanciati stata intercettato dalle forze israeliane, statunitensi e giordane, la maggior parte ancora fuori dallo spazio areo dello Stato ebraico; i danni sono stati minimi, senza vittime dirette in quella che la missione iraniana all’Onu ha definito un ricorso alla legittima difesa dopo il bombardamento del consolato di Damasco, dichiarando la questione “conclusa”. Se così fosse, nessuno sarebbe più contento di Biden: il Presidente non è riuscito a dissuadere Teheran dalla rappresaglia, un compito che era certamente difficile; ma convincere Netanyahu a non reagire a sua volta non sembra meno complesso, se il Segretario alla Difesa Lloyd Austin ha chiesto pubblicamente a Israele di informare Washington prima di qualsiasi eventuale iniziativa militare.


Vale a dire che la Casa Bianca teme un altro errore di calcolo come il raid su Damasco, condotto senza riflettere sulle conseguenze per la regione: i 25 minuti di telefonata fra Biden e Netanyahu hanno probabilmente riguardato la necessità quanto meno di consultarsi con gli alleati prima di prendere ulteriori iniziative affrettate – richiesta a cui Israele avrebbe al momento acconsentito. Non a caso poi Biden ha insistito sul fatto che quella di stanotte è stata una vittoria israeliana, con tutti i missili e droni abbattuti e danni del tutto trascurabili, e che non parteciperà ad alcuna operazione offensiva diretta contro Teheran: insomma, basta così.


Fonti governative israeliane hanno invece già minacciato una “risposta decisiva” e anche in tempi brevissismi; al di là della retorica, rimane il fatto che Netanyahu per motivi di sopravvivenza politica difficilmente potrà permettersi di non fare nulla, anche alla luce degli scarsi risultati pratici dell’offensiva su Gaza per quanto riguarda il rilascio degli ostaggi. Il premier israeliano rischia infatti di uscirne con le ossa rotte: “Mr Sicurezza”, che ha già fallito il 7 ottobre, non è riuscito a evitare un attacco diretto iraniano – e poco importa che non abbia avuto conseguenze gravi – e la tentazione, alimentata dalla destra nazionalista e religiosa che sostiene il governo – è quella di alzare di nuovo la posta – uno scenario che la Casa Bianca intende evitare con ogni mezzo. Il secondo grande perdente infatti rischia di essere Biden: Donald Trump ha immancabilmente fatto notare che con lui alla Casa Bianca “non sarebbe successo”, e una crisi mediorentale – come se non bastasse quella ucraina – rischia di polarizzare un elettorato che per una volta potrebbe decidere di votare sulla base della politica estera. Viceversa, contenere e possibilmente riuscire a risolvere il conflitto prima delle elezioni consentirebbe a Biden di concentrarsi su quello che di solito è il fattore decisivo della corsa: gli ottimi risultati economici; ma il principale ostacolo sulla strada per la rielezione è un alleato riottoso, che non può permettersi di lasciare da solo ma che al momento non appare in grado di controllare. Al momento le prossime tappe della diplomazia, già nella giornata di oggi, saranno una riunione del G7 e una del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, con l’obbiettivo di ottenere una condanna unanime dell’attacco iraniano – e soprattutto guadagnare tempo prezioso per cercare di disinnescare l’escalation.

M.O., Biden convoca riunione del G7 per discutere attacco Iran

M.O., Biden convoca riunione del G7 per discutere attacco IranRoma, 14 apr. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha convocato domani una riunione dei leader del G7 per discutere una risposta diplomatica comune all’attacco missilistico iraniano contro Israele: lo ha reso noto lo stesso Biden in un comunicato diffuso dalla Casa Bianca.


“Rimarremo in contatto con i dirigenti di Israele, e anche se oggi non abbiamo visto alcun attacco contro le nostre forze o infrastrutture, continueremo ad essere vigili e non esiteremo a prendere tutte le misure necessarie per proteggere il nostro personale”, ha proseguito. “Su mio ordine, per sostenere la difesa di Israele, nel corso dell’ultima settimana le forze armate statunitensi hanno dispiegato aerei e sistemi di difesa aerea nella regione e grazie alla straordinaria abilità dei nostri militari abbiamo aiutato Israele ad abbattere quasi tutti i droni e i missili”, ha concluso.

L’Iran: il nostro attacco è una legittima difesa, la questione può dirsi conclusa

L’Iran: il nostro attacco è una legittima difesa, la questione può dirsi conclusaRoma, 14 apr. (askanews) – “Condotta sulla base dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite relativo alla legittima difesa, l’azione militare dell’Iran è stata una risposta all’aggressione del regime sionista contro le nostre sedi diplomatiche a Damasco. La questione può dirsi conclusa”: è quanto si legge in un comunicato diffuso dalla missione iraniana preso le Nazioni Unite.


“Tuttavia, se il regime israeliano dovesse commettere un altro errore, la risposta dell’Iran sarebbe notevolmente più severa. È un conflitto tra l’Iran e il regime canaglia israeliano, dal quale gli Stati Uniti devono stare lontani!”, conclude il comunicato.

Israele sotto attacco, Khamenei: “Il regime malvagio sarà punito”

Israele sotto attacco, Khamenei: “Il regime malvagio sarà punito”Roma, 13 apr. (askanews) – L’attacco iraniano contro Israele, soprannominato “Promessa onesta”, è stato “lanciato con l’approvazione del Consiglio supremo di sicurezza nazionale e sotto la supervisione dello Stato maggiore delle forze armate”: lo ha riferito la televisione di Stato iraniana, precisando che i suoi dettagli saranno presto portati “all’attenzione dell’eroico popolo iraniano e dei combattenti per la libertà in tutto il mondo”.


Pochi minuti dopo l’inizio dell’operazione, l’account X del leader supremo, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha ripubblicato un messaggio in cui si affermava: “Il regime malvagio sarà punito”. Il 3 aprile, l’ayatollah Khamenei ha dichiarato che Israele sarebbe stato “schiaffeggiato” dopo gli attacchi aerei a esso attribuiti contro l’edificio consolare dell’ambasciata iraniana a Damasco, in cui sono morte sette guardie rivoluzionarie, tra cui due generali della forza Quds, che interviene fuori dall’Iran.

Decine di droni lanciati dall’Iran verso Israele

Decine di droni lanciati dall’Iran verso IsraeleRoma, 13 apr. (askanews) – Il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, ha confermato che decine di droni sono stati lanciati dall’Iran verso Israele. L’aeronautica israeliana sta monitorando i droni, ha aggiunto, sottolineando che ci vorranno diverse ore prima che i velivoli raggiungano il Paese. L’Iran ha lanciato un attacco a Israele con decine di droni. Lo hanno detto ad Axios quattro fonti statunitensi e israeliane.


L’Idf sta monitorando tutti gli obiettivi, ha detto l’esercito israeliano in un comunicato. “Il sistema di difesa aerea è in massima allerta
contemporaneamente agli aerei dell’aeronautica militare e alle navi della Marina che sono in missione per proteggere i cieli del Paese”, ha aggiunto.