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Pinterest annuncia un nuovo strumento inclusivo basato su AI

Pinterest annuncia un nuovo strumento inclusivo basato su AIRoma, 27 mar. (askanews) – Pinterest lancia un nuovo strumento innovativo: le gamme di tipologie di fisico, che consentono agli utenti di scegliere quali tipi di corporatura visualizzare nelle ricerche sulla moda donna e sui matrimoni. Si tratta di un grande passo avanti che, informa una nota, avvicina Pinterest all’obiettivo di diventare la piattaforma online più inclusiva su cui cercare, salvare e acquistare prodotti.


Secondo Pinterest, l’ispirazione prende vita con l’inclusione. La funzione delle gamme di corporatura permette agli utenti di personalizzare le ricerche sulla moda donna e sui matrimoni. Infatti, un input visivo consentirà ai Pinner di scegliere tra quattro tipologie di fisico e visualizzare così risultati personalizzati, in linea con l’immagine che ogni utente ha del proprio corpo. Nel corso dell’anno Pinterest estenderà ulteriormente questa funzionalità, anche alla moda maschile. Le gamme di tipologie di fisico sono un esempio di come Pinterest vuole sfruttare l’IA per creare valore. Questa funzionalità è basata su una tecnologia proprietaria in attesa di brevetto, che usa forme e dimensioni per identificare diverse tipologie di costituzione fisica in oltre 3,5 miliardi di immagini sulla piattaforma.


“Pinterest è una piattaforma di scoperta visiva, per questo vogliamo che gli utenti possano riconoscersi nelle immagini che compaiono tra i risultati di ricerca”, afferma Sabrina Ellis, Chief Product Officer Pinterest. “L’intelligenza artificiale serve proprio a rendere più inclusivo il design del prodotto. Le gamme di tipologie di fisico aumentano la rappresentazione su Pinterest e offrono agli utenti maggiore scelta e controllo sui contenuti che visualizzano. Tra i Pinner che hanno attivato questa opzione abbiamo già rilevato un livello di coinvolgimento maggiore del 66% per ogni sessione su Pinterest, rispetto agli utenti che non ne hanno fatto uso .” Le ricerche dimostrano che i Pinner desiderano una maggiore diversità sulla piattaforma e vogliono degli strumenti che filtrino le ricerche in questo senso , per esempio in base alla tonalità di pelle con la funzione “skin tone ranges” e al tipo di capello. Quasi mezzo miliardo di Pinner utilizza la piattaforma per fare ricerche, salvare contenuti e fare acquisti . L’obiettivo di Pinterest è offrire un’esperienza utente che rifletta la varietà del suo pubblico. Sin dal 2018, Pinterest è uno dei leader del settore nella creazione di prodotti che promuovono l’inclusione.


La nuova funzionalità dedicata alle gamme di tipologie di fisico per la ricerca di contenuti di moda donna e legati al matrimonio è disponibile in USA ed è in fase di test in Canada. La nuova funzionalità sarà estesa alle ricerche correlate alla moda maschile entro la fine dell’anno, a nuove aree di ricerca e in altri mercati internazionali su base continuativa.

Una ex ostaggio di Hamas racconta al NYTimes le violenze sessuali subite a Gaza

Una ex ostaggio di Hamas racconta al NYTimes le violenze sessuali subite a GazaRoma, 27 mar. (askanews) – È la prima israeliana a parlare pubblicamente delle violenze sessuali subite in prigionia di Hamas dopo il 7 ottobre. Amit Soussana, avvocato israeliano di 40 anni, è stata rapita dalla sua casa nel Kibbutz Kfar Aza. In una lunga intervista al New York Times ha fornito numerosi dettagli sulle violenze sessuali e sulle umiliazioni subite durante la detenzione.


L’intervista è finita oggi sulle prime pagine dei quotidiani israeliani, alcuni dei quali le hanno dedicato diverse pagine. Amit Soussana ha raccontato di essere stata rapita da casa sua, picchiata e trascinata a Gaza da almeno dieci uomini, alcuni dei quali armati. È stata tenuta sola nella stanza di un bambino, incatenata alla caviglia sinistra.Diversi giorni dopo il suo sequestro, ha raccontato, un rapitore ha iniziato a farle domande sulla sua vita sessuale.Intorno al 24 ottobre, il suo carceriere, che si faceva chiamare Mouhammad, le ha tolto la catena e l’ha lasciata in un bagno. Più tardi, l’ha trascinata in una stanza sotto la minaccia di una pistola, “poi mi ha costretto, con la pistola puntata contro di me, a commettere un atto sessuale”, ha aggiunto Soussana. È stata rilasciata il 30 novembre.

Israele: ucciso leader del gruppo libanese alleato di Hezbollah e Hamas. La risposta: razzi su Kiryat Shmona

Israele: ucciso leader del gruppo libanese alleato di Hezbollah e Hamas. La risposta: razzi su Kiryat ShmonaRoma, 27 mar. (askanews) – Le forze di difesa israeliane hanno reso noto che un esponente di primo piano del gruppo terroristico Jamaa al-Islamiya è stato ucciso in un attacco notturno nel sud del Libano. L’esercito ha affermato che l’estremista, che non viene nominato, aveva “preparato” complotti terroristici “contro il territorio israeliano in passato”. L’attacco ha distrutto un edificio nella città di Habbariyeh a circa cinque chilometri dal confine con Israele. L’uomo sarebbe stato ucciso “insieme ad altri terroristi che erano nell’edificio”, secondo quanto riportato dal Times of Israel.


Ieri due fonti della sicurezza hanno riferito a Reuters che sette persone sono state uccise in un attacco al centro di emergenza e soccorso di Jamaa al-Islamiya a Habbariyeh. Il capo di Jamaa al-Islamiya, Sheikh Mohammed Takkoush, ha detto all’Associated Press che il gruppo si sta coordinando da vicino sia con Hezbollah che con Hamas lungo il confine con Israele, dove hanno rivendicato la responsabilità di diversi attacchi negli ultimi mesi.”Parte degli attacchi contro le forze israeliane sono avvenuti in coordinamento con Hamas, che a sua volta si coordina con Hezbollah”, ha detto Takkoush, aggiungendo che la cooperazione diretta con Hezbollah “è in aumento e questo si riflette sul campo”. Il gruppo è una delle principali fazioni sunnite del Libano, ma nel corso degli anni ha mantenuto un basso profilo politico. Le elezioni all’interno del gruppo nel 2022 hanno avvicinato la sua leadership a Hamas. Due membri del gruppo sono stati uccisi in un presunto attacco israeliano a Beirut il 2 gennaio, in cui è morto uno dei leader di Hamas, Saleh al-Arouri. Altri tre sono stati uccisi in un attacco israeliano all’inizio di questo mese, ha detto Takkoush.


In risposta all’attacco israeliano, almeno 30 razzi sono stati lanciati dal Libano contro la città israeliana di Kiryat Shmona: lo hanno confermato le forze di difesa israeliane. L’attacco è stato rivendicato dal movimento sciita libanese Hezbollah. Il sistema Iron Dome è riuscito a intercettare e abbattere alcuni dei razzi lanciati, secondo dei filmati pubblicati sui social network. Le forze di polizia israeliane intanto hanno raggiunto le aree colpite dai razzi esplosi in città. Le prime informazioni diffuse riferiscono di danni ad alcune proprietà private e di almeno una vittima, un uomo di 25 anni. Hezbollah ha rivendicato la responsabilità del bombardamento su Kiryat Shmona, affermando di avere preso di mira la città settentrionale e una vicina base militare, lanciando “dozzine di razzi”. Il movimento sciita libanese ha affermato che l’operazione è stata effettuata in risposta a un attacco aereo israeliano notturno a Habbariyeh, nel sud del Libano, che avrebbe ucciso sette persone.

Alla Sapienza proiezione del film “Tensione” nel trentennale della sua produzione

Alla Sapienza proiezione del film “Tensione” nel trentennale della sua produzioneRoma, 27 mar. (askanews) – Sabato 30 Marzo 2024 presso la Sala Del Chiostro dell’Università La Sapienza di Roma verrà proiettato il film ‘Tensione’ in occasione del trentennale della sua produzione. La pellicola è una realizzazione indipendente scritta e prodotta da Massimo Greco e Toni Corino. Realizzato nel 1994, ambientato nella Torino metropolitana di un’inquietante Europa del futuro ed ispirato al docu-fiction “Europe on the Brink – The War With America” della BBC e fu presentato all’Edizione del 1995 di Anteprima Spazio Torino” e proiettato in due serate durante il Torino Film Festival di allora. Il film, informa una nota, narra l’avventura di un’organizzazione di pirati dell’etere che in una ipotetica, al tempo, situazione di gravi conflitti internazionali (molti si sono poi verificati anche a livello di contesto europeo) riesce ad interferire nelle comunicazioni via satellite.

Ponte di Baltimora crollato, black out completo sulla nave prima dello schianto. Presunti morti i dispersi

Ponte di Baltimora crollato, black out completo sulla nave prima dello schianto. Presunti morti i dispersiRoma, 27 mar. (askanews) – Pochi minuti prima che la portacontainer “Dali” si schiantasse contro il Francis Scott Key Bridge, la nave ha avuto un “blackout completo” che ha tolto la potenza al motore e alle attrezzature di navigazione. Lo ha riferito un funzionario, secondo quanto riporta il New York Times.


Clay Diamond, direttore esecutivo dell’American Pilots Association, ha detto di aver parlato regolarmente con l’Association of Maryland Pilots e che la causa del guasto del sistema non è chiara. Anche se i generatori di backup della nave si sono attivati, ripristinando un po’ di energia, il sistema di propulsione è rimasto offline, secondo quanto ha detto il funzionario. Quando la nave ha perso potenza – ha detto Diamond al NYT – il pilota salito sulla nave per comandarla nelle procedure di uscita dal porto, ha ordinato di virare il più possibile a sinistra e di calare in ancora per cercare di fermare o rallentare la deriva della nave verso il ponte. Una volta resosi conto di aver perso il controllo, il pilota – un veterano – avrebbe anche chiesto la chiusura al traffico del ponte, ha detto ancora Diamond al NYT.


Intanto, la Guardia costiera Usa ha dichiarato di aver sospeso per la notte le ricerche e che i sei dispersi per il crollo del ponte Key di Baltimora sono trattati come morti presunti. Il contrammiraglio Shannon Gilreath della Guardia Costiera ha detto che gli uomini scomparsi sono presunti morti in base alla temperatura delle acque in cui sono caduti e al periodo di tempo in cui sono stati sott’acqua. Le autorità hanno detto che i sei facevano di una squadra di costruzione che riparava le buche nel momento in cui il ponte è crollato, dopo che il portacontainer Dali ha colpito un pilone.

Gallant: né Hamas né Israele governeranno Gaza nel dopoguerra

Gallant: né Hamas né Israele governeranno Gaza nel dopoguerraRoma, 27 mar. (askanews) – Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, in visita negli Stati Uniti, ha detto che né Israele né Hamas governeranno la Striscia di Gaza dopo la fine della guerra e che devrà essere costruita un’alternativa locale. Lo riferisce oggi la testata israeliana Haaretz.


“Ho discusso con i funzionari americani dell’importanza di mantenere il vantaggio militare qualitativo di Israele nella regione, comprese le capacità aeree e le piattaforme essenziali”, ha aggiunto il ministro della Difesa.

La Nato valuta di abbattere missili russi se troppo vicini al confine

La Nato valuta di abbattere missili russi se troppo vicini al confineRoma, 27 mar. (askanews) – Il viceministro degli Esteri polacco Andrzej Szejna ha dichiarato che la NATO sta valutando la possibilità di abbattere i missili russi che si avvicinano troppo ai confini dell’Alleanza atlantica, due giorni dopo che la Polonia ha segnalato una violazione del suo spazio aereo da parte di un missile da crociera russo per 39 secondi. Lo riferisce l’agenzia di stampa France Presse.


Szejna, martedì, ha dichiarato alla radio locale RMF24 che “diversi concetti vengono analizzati all’interno della NATO” dopo questo incidente, “compreso il fatto di abbattere questi missili quando sono molto vicini ai confini della NATO”. “Ma questo – ha aggiunto Szejna – potrebbe essere fatto solo con il consenso della parte ucraina e tenendo conto delle conseguenze internazionali”.


Lunedì Varsavia ha deplorato che l’ambasciatore russo in Polonia abbia ignorato la convocazione ufficiale al Ministero degli Esteri polacco in seguito all’incidente missilistico. La Polonia ha poi riferito che il ministro degli Esteri Radoslaw Sikorski ha discusso l’argomento con il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg. Durante il colloquio telefonico, Stoltenberg “ha ricordato che la NATO ha notevolmente aumentato la sua vigilanza e rafforzato le sue posizioni sul fianco orientale dell’Alleanza, in particolare in Polonia”, ha detto un alto funzionario dell’alleanza.

Attentato a Mosca, Tajani: non so se Putin sta perdendo la testa. Accuse a Usa, Gb e Ucraina palesemente infondate

Attentato a Mosca, Tajani: non so se Putin sta perdendo la testa. Accuse a Usa, Gb e Ucraina palesemente infondateRoma, 26 mar. (askanews) – “Mi auguro che non accada” che non ci sia un’escalation degli attacchi russi contro l’Ucraina, “non so se Putin sta perdendo la testa, perché una reazione così è sbagliata anche da ex capo del Kgb” e le accuse contro Stati uniti, Regno unito e Ucraina “sono palesemente infondate, mi sembra fantascienza, è un’analisi completamente sballata e pretestuosa”, ha detto a Tagadà il ministro degli Esteri Antonio Tajani.


“In questo momento nessuno ha bisogno che si getti benzina sul fuoco e anche da parte di Putin”, perché “non dovrebbe usare questo attentato tragico per inasprire gli attacchi contro l’Ucraina, anche in guerra bisogna essere responsabili”, ha aggiunto. Le accuse a Stati uniti, Regno Unito e Ucraina di essere legati all’attacco a Mosca, “mi sembra propaganda” da parte della Russia, perché “è stato chiaramente un attentato di matrice islamica”, legato ai problemi con le ex repubbliche sovietiche musulmane, ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Tagadà aggiungendo che “per la Russia la situazione è preoccupante” e “c’è da sempre una grande tensione”. E sugli avvertimenti di intelligence mandati a Mosca, gli alert per i cittadini italiani in Russia, e la mancata preparazione russa all’attacco, Tajani ha aggiunto: “C’è stata una falla nella sicurezza” è evidente anche “dall’arrivo dopo un’ora e mezza delle forze di sicurezza sul luogo”.

Baltimora, il Key Bridge crollato dopo l’urto della porta-container: almeno sei i dispersi

Baltimora, il Key Bridge crollato dopo l’urto della porta-container: almeno sei i dispersiRoma, 26 mar. (askanews) – Sei persone risultano ancora disperse in seguito al crollo del Key Bridge di Baltimora, mentre due persone soccorse sono state trasferite in ospedale, secondo le autorità locali che temono ci siano ancora persone bloccate nei veicoli caduti in acqua dopo che una nave cargo ha fatto crollare il ponte.


Il governatore del Maryland Wes Moore ha dichiarato che le squadre di intervento stanno ancora lavorando per salvare i sopravvissuti e ha spiegato che le indagini preliminari suggeriscono che la collisione sia stata un incidente.

Oxfam, a 9 anni da inizio conflitto in Yemen non c’è pace

Oxfam, a 9 anni da inizio conflitto in Yemen non c’è paceRoma, 26 mar. (askanews) – A 9 anni esatti dall’inizio della guerra uno Yemen a pezzi fa i conti con i bombardamenti aerei nel nord del Paese da parte di Stati Uniti e Regno Unito e una crisi economica che sta portando alla fame milioni di persone. È l’allarme lanciato oggi da Oxfam, di fronte alla nuova escalation del conflitto seguita agli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso.


“Quello che sta succedendo nelle ultime settimane allontana inevitabilmente la prospettiva di una pace duratura o di una qualsiasi stabilità nell’intera regione, dopo che la tregua temporanea mediata dalle Nazioni Unite, aveva in una buona parte retto, nonostante fosse scaduta nel 2022. – ha detto Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Lo Yemen non è in grado di reggere un’ulteriore escalation, perché quello che abbiamo di fronte è un Paese distrutto da una guerra che ha causato oltre 19 mila vittime civili e milioni di sfollati. In questo momento oltre 18 milioni di persone – più della metà della popolazione – dipendono dagli aiuti umanitari per sopravvivere, una larga fascia della popolazione è sull’orlo della carestia e oltre 2,5 milioni di bambini sotto i 5 anni soffre di malnutrizione acuta con problemi di crescita in un quinto dei casi. Oltre 8 milioni di persone non hanno accesso all’acqua pulita, soprattutto nelle aree rurali. Lo Yemen rimane una delle più gravi emergenze umanitarie al mondo”. A questo si aggiunge il drastico calo dei finanziamenti per fronteggiare l’emergenza, che ha costretto il World Food Program lo scorso novembre a tagliare gli aiuti alimentari destinati a 9,5 milioni di persone. Nuovi tagli si sono sommati questo gennaio, lasciando fuori altri 2,4 milioni di yemeniti. “Senza un immediato aumento degli aiuti, lo Yemen potrebbe precipitare in una vera e propria carestia. – aggiunge Pezzati – Intanto il sistema sanitario è sull’orlo del collasso e gli ospedali sono privi di medicine e attrezzature essenziali, mentre il personale medico è senza stipendio da anni. Non possiamo che aspettarci nuove epidemie di colera, difterite e altro ancora, soprattutto nelle aree rurali”.


Come succede da anni la popolazione è costretta a fare i conti con la svalutazione della moneta nazionale, mentre l’aumento del costo del carburante e di altri beni di prima necessità ha spinto milioni di persone in povertà. La guerra, insieme alle devastazioni prodotte dal cambiamento climatico, ha gravemente danneggiato la produzione agricola e a partire da giugno si prevede il periodo di magra più acuta. Prospettive di pace La recente militarizzazione del Mar Rosso potrebbe portare ad una grave escalation del conflitto, come dimostrano le segnalazioni relative al numero di vittime o distruzione di mezzi di sussistenza nel governatorato di Hudaydah, dove l’industria della pesca è compromessa. Anche le rotte di navigazione potrebbero subire un impatto, ostacolando le importazioni nello Yemen e destabilizzando ulteriormente la regione. In questo contesto, designare come organizzazione terroristica gli Houthi, che sono parte fondamentale di questo conflitto e hanno il controllo del territorio più popoloso dello Yemen, non aiuterà il processo di pace. Inoltre ulteriori sanzioni potrebbero mettere a repentaglio le importazioni di cibo e beni di prima necessità, da cui lo Yemen dipende quasi completamente, come pure le attività di agenzie umanitarie come Oxfam. “Di fronte a un’intera popolazione ridotta a fame e miseria, l’escalation di violenza delle ultime settimane dovrebbe far vergognare le parti in conflitto e la comunità internazionale tutta – ha aggiunto Pezzati – L’ultima cosa di cui lo Yemen ha bisogno è un’altra guerra, dopo nove anni di indicibili privazioni e sofferenze. L’aumento degli aiuti umanitari per prevenire carestie e malattie diffuse sarà essenziale, come pure un accesso umanitario senza ostacoli.” Per ridurre la possibilità di un’ulteriore escalation nello Yemen, è senza dubbio urgente un cessate il fuoco permanente a Gaza, che risparmierebbe ulteriori vite nella Striscia, stabilizzando l’intera regione per salvare la vita di migliaia di persone.


Dal 2015, Oxfam ha soccorso oltre tre milioni di persone colpite dal conflitto in nove governatorati del paese, distribuendo acqua potabile e servizi igienici, fornendo aiuti per l’acquisto di cibo e beni di prima necessità, riabilitando le infrastrutture idriche e fornendone di nuove alimentate ad energia solare. Ha fornito acqua pulita e servizi igienico-sanitari a più di un milione di persone, anche in aree difficili da raggiungere.