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Tajani: la parole di Salvini sulle elezioni russe non minano la coesione del centrodestra

Tajani: la parole di Salvini sulle elezioni russe non minano la coesione del centrodestraRoma, 19 mar. (askanews) – Dopo le parole di Salvini “mi pare che sia tutto chiarito, la maggioranza è coesa, siamo uniti per le regionali in Piemonte e Basilicata”: così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio 24. Quella di Salvini “non è una frase che mina la coesione del centrodestra, i problemi semmai sono nell’altro campo, non nel nostro”, ha aggiunto Tajani, ricordando che “ogni forza politica ha posizioni che possono essere difefrenti”, ma “il Parlamento è quello che conta e abbiamo sempre votato nello stesso modo, sempre coesi”.

Blinken: il 100% di civili di Gaza si trova a livelli gravi di insicurezza alimentare

Blinken: il 100% di civili di Gaza si trova a livelli gravi di insicurezza alimentareRoma, 19 mar. (askanews) – L’intera popolazione di Gaza sta vivendo “gravi livelli di insicurezza alimentare acuta”, ha affermato il segretario di Stato americano Antony Blinken, sottolineando l’urgenza di aumentare la consegna di aiuti umanitari nel territorio palestinese.


Secondo quanto riferito da Blinken, “il 100% della popolazione di Gaza si trova a livelli gravi di insicurezza alimentare acuta”. “È la prima volta che un’intera popolazione viene classificata in questo modo”, ha spiegato Blinken in una conferenza stampa nelle Filippine, dove è in visita ufficiale. Le osservazioni di Blinken arrivano alla vigilia del suo ritorno in Medio Oriente – questa volta in Arabia Saudita ed Egitto – per discutere gli sforzi per garantire un accordo sugli ostaggi e una tregua temporanea a Gaza, e aumentare le consegne di assistenza umanitaria.

Charles Michel: se vogliamo la pace, prepariamo la guerra

Charles Michel: se vogliamo la pace, prepariamo la guerraRoma, 19 mar. (askanews) – “Se vogliamo la pace, dobbiamo prepararci alla guerra”. Così il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in un intervento su alcuni quotidiani internazionali, tra cui La Stampa. “A due anni dall’inizio della guerra è ormai chiaro che la Russia non si fermerà in Ucraina, così come non si è fermata 10 anni fa in Crimea”, ha detto Michel. “La Russia rappresenta una seria minaccia militare per il nostro continente europeo e per la sicurezza globale. Se la risposta dell’Ue non sarà adeguata e se non forniamo all’Ucraina sostegno sufficiente per fermare la Russia, saremo i prossimi”, ha aggiunto.


Secondo Michel, “dobbiamo quindi essere pronti a difenderci e passare a una modalità di ‘economia di guerra’”. “E’ giunto il momento di assumerci la responsabilità della nostra propria sicurezza. Non possiamo più contare sugli altri o essere in balia dei cicli elettorali negli Stati Uniti o altrove”, ha insistito Michel. “Dobbiamo rafforzare la nostra capacità, sia per l’Ucraina che per l’Europa, di difendere il mondo democratico. Un’Europa più forte contribuirà anche a rafforzare l’alleanza Nato e potenzierà la nostra difesa collettiva”. Michel ha quindi ricordato che “sono decenni che l’Europa non investe a sufficienza nella nostra sicurezza e difesa”. “Oggi siamo di fronte alla più grande sfida di sicurezza dalla Seconda guerra mondiale per cui dobbiamo rafforzare la nostra prontezza alla difesa”, ha proseguito. “Per farlo sarà necessario che il nostro pensiero compia una transizione radicale e irreversibile verso una forma incentrata sulla sicurezza strategica. Dobbiamo dare priorità all’Ucraina e dobbiamo anche spendere di più, in modo più intelligente e meno frammentato”. “In questo momento cruciale della storia mondiale”, ha concluso Michel, “l’Europa deve essere pronta a difendersi ed essere all’altezza dell’urgenza della minaccia. Questa battaglia richiede una leadership forte: per mobilitare i nostri cittadini le nostre imprese e i nostri governi a favore di un nuovo spirito di sicurezza e di difesa in tutto il continente europeo. Se vogliamo la pace, dobbiamo prepararci alla guerra”.

Biden: Israele ha diritto alla difesa, ma ora serve il cessate il fuoco

Biden: Israele ha diritto alla difesa, ma ora serve il cessate il fuocoRoma, 19 mar. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato di avere chiesto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu “di inviare una squadra a Washington per discutere come colpire Hamas senza una grande operazione di terra a Rafah”.


Scrivendo sulla piattaforma di social media X, Biden ha ribadito “la necessità di un cessate il fuoco immediato come parte di un accordo per la liberazione degli ostaggi, della durata di diverse settimane, in modo da poter riportare gli ostaggi a casa e aumentare gli aiuti ai civili a Gaza”. “Ho parlato nuovamente con il Primo Ministro Netanyahu degli ultimi sviluppi in Israele e Gaza. Ho continuato ad affermare che Israele ha il diritto di perseguire Hamas, un gruppo di terroristi responsabile del peggior massacro del popolo ebraico dai tempi dell’Olocausto”, ha scritto Biden.”E ho ribadito la necessità di un cessate il fuoco immediato come parte di un accordo per la liberazione degli ostaggi, della durata di diverse settimane, in modo da poter riportare gli ostaggi a casa e aumentare gli aiuti ai civili a Gaza”, ha aggiunto.


“Ho chiesto al Primo Ministro di inviare una squadra a Washington per discutere come colpire Hamas senza una grande operazione di terra a Rafah”, ha concluso Biden.

Be Comics: Svelate le date prossima edizione, appuntamento al 2025

Be Comics: Svelate le date prossima edizione, appuntamento al 2025Roma, 18 mar. (askanews) – Si è conclusa l’edizione 2024 di Be Comics!, il tradizionale festival dedicato alla cultura pop e geek del nord-est. Nel weekend, la città si è riempita di appassionati desiderosi di condividere e scoprire tutte le ultime novità dal mondo del fumetto, dei manga, degli anime, del videogioco e del cosplay. Oltre 20.000 visitatori hanno reso Be Comics! una vera e propria festa, confermando gli ottimi risultati degli anni precedenti e il grande interesse manifestato dal territorio verso l’evento. Visto il grande successo, Fandango Club Creators, l’organizzatore in partnership con Padova Hall, società che gestisce la fiera di Padova, ha già fissato l’appuntamento per il prossimo anno: l’edizione 2025 si svolgerà il 15 e il 16 marzo.


Be Comics! 2024 ha accolto nei due giorni oltre 160 espositori provenienti da tutta Europa. È stato possibile scoprire il meglio dell’editoria, con case editrici e comic store; giochi da tavolo con numerose postazioni demo, oltre ai tanti rivenditori di gadget e oggetti da collezione. Ma quest’anno anche il gaming è stato protagonista grazie all’area di 300 mq in collaborazione con Nintendo, Pokémon Millennium e il team eSport QLASH e alle quasi 90 postazioni di gioco presenti in manifestazione, tra videogame cult, new release e titoli indipendenti. Tutti gli appassionati hanno potuto provare le ultime novità e mettersi in gioco con i numerosi tornei organizzati. Il padiglione 7 e la galleria 78 della fiera di Padova sono stati animati da fan di tutte le età per celebrare insieme le passioni comuni, confermando come la cultura pop sia un fenomeno completo e transgenerazionale. Il Be Stage!, palco centrale della manifestazione, è stato il fulcro dell’evento. Nei due giorni si sono susseguiti numerosi panel e incontri che hanno abbracciato tutte le sfaccettature del mondo geek grazie a numerosi ospiti nazionali e internazionali, il tutto sapientemente condotto dall’host ufficiale Beatrice Lorenzi insieme a Giovanni “Zeth Castle” Zaccaria. Tra gli ospiti impossibile non citare Marco Checchetto, vera e propria leggenda dell’universo Marvel che ha presentato il suo nuovo Ultimate Spider-Man e Nobuyoshi Habara, artista giapponese, esponente di spicco del genere anime mecha. Sono stati imperdibili i meet & greet con due vere e proprie star del web, CiccioGamer89, che ha presentato la prima tappa del CiccioBurger Battle Truck; e Dario Moccia che con il suo quiz dedicato ai Giochi di Carte Collezionabili ha messo a dura prova i suoi amici e il pubblico.


Immancabile il mondo del cosplay. Con il Community Partner Epicos, tutti i cosplayer hanno potuto mostrare al pubblico i propri personaggi sul palco centrale durante la Cosplay Parade e l’Epic Cosplay Contest per un vero e proprio viaggio all’interno di questa affascinante arte. La nuova Fantasy Area ha trasportato grandi e piccoli nel mondo del fantastico, grazie alle rinomate community che con le loro scenografie e photo opportunity, hanno regalato dei ricordi indelebili. La 501st Italica Garrison, la Rebel Legion Italian Base, The Dark Empire – Darkghast Spire e Ori’Cetar Clan – MMCC hanno portato a Padova un pezzetto della galassia lontana lontana, mentre La Fortezza ha ricreato un piccolo villaggio in pieno stile Medieval Fantasy. Infine, l’ormai celebre e consolidata Artist Alley che ha ospitato quasi 40 artisti di caratura nazionale ed internazionale. Per continuare la tradizione delle precedenti edizioni, grande spazio è stato dato all’affascinante mondo orientale. Panel e dimostrazioni hanno fatto conoscere a tutti i visitatori il Giappone e la Corea del Sud, due paesi che negli anni hanno attratto sempre più le nuove generazioni. K-ble Jungle ha coinvolto il pubblico con i travolgenti ritmi del K-pop, fenomeno musicale coreano da milioni di ascolti mensili. Si sono potute ammirare le spettacolari coreografie di numerose crew e solisti in gara alla selezione per il campionato europeo K-pop Dance Fight Fest.


Nicola Rossi, Presidente di Padova Hall conferma che “il grande successo di questa edizione mostra il profondo interesse del territorio per un evento dedicato all’intrattenimento. L’attivo coinvolgimento del pubblico più giovane è segno del potere che la manifestazione ha nel riunire le persone al di fuori del mondo virtuale, diventando un punto di ritrovo per socializzare e condividere le proprie passioni. Padova Hall è quindi pronta, grazie alla collaborazione con Fandango Club Creators, a ospitare la prossima edizione, lavorando ad un’ulteriore crescita, anche dimensionale”. Marco Moretti, Amministratore Delegato di Fandango Club Creators, continua affermando che “”Be Comics! è ormai una realtà consolidata e un punto di riferimento per il nord-est. Grazie all’ampliamento dell’offerta degli ultimi anni, da quando abbiamo iniziato ad occuparcene, insieme a Padova Hall, Be Comics! – capace di rappresentare tutte le anime della cultura pop, attrarre brand di alto livello grazie alle opportunità offerte dal branded content e rivolgersi al sempre più appetibile e ricercato pubblico dei kidult – è cresciuto in maniera esponenziale, acquisendo un’autorevolezza anche culturale che quest’anno abbiamo rafforzato ulteriormente, investendo per la prima volta sulla partecipazione di grandi star internazionali. L’obiettivo per la prossima edizione è di migliorare ancora, per offrire un’esperienza sempre più completa nel mondo del fumetto, del gioco e del videogioco, tanto che si potrebbe seriamente iniziare a parlare di Be Comics… and Games!”.

Biden e Netanyahu hanno discusso al telefono della situazione a Rafah e degli aiuti

Biden e Netanyahu hanno discusso al telefono della situazione a Rafah e degli aiutiRoma, 18 mar. (askanews) – Il presidente americano Joe Biden e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu hanno discusso telefonicamente degli ultimi sviluppi nella Striscia di Gaza, compresa la situazione a Rafah e gli sforzi per aumentare gli aiuti umanitari nell’enclave palestinese, ha detto la Casa Bianca Lunedi.


“Il presidente Biden ha parlato con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per discutere gli ultimi sviluppi in Israele e Gaza, compresa la situazione a Rafah e gli sforzi per aumentare l’assistenza umanitaria a Gaza”, ha detto la Casa Bianca in un comunicato stampa. I media hanno riferito che l’amministrazione Biden sta esplorando le opzioni di risposta se Israele lanciasse un’operazione militare a Rafah contrariamente agli avvertimenti di Washington e senza un piano credibile per proteggere i civili.

Tajani: Macron? Noi non siamo in guerra con i russi

Tajani: Macron? Noi non siamo in guerra con i russiBruxelles, 18 mar. (askanews) – Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha ribadito oggi a Bruxelles, parlando con la stampa a margine della riunione del Consiglio Ue, la sua posizione critica riguardo alle affermazioni del presidente francese Emmanuel Macron, secondo cui gli europei e la Nato dovrebbero essere pronti anche a intervenire militarmente, se sarà necessario, al fianco dell’Ucraina contro l’aggressione russa.


“L’ho ribadito anche oggi durante l’incontro con Antony Blinken”, il segretario di Stato americano, che ha partecipato alla riunione del Consiglio Ue in videoconferenza. “La posizione dell’Italia è molto chiara: le decisioni della Nato – ha detto Tajani – vengono prese da tutti i paesi della Nato; non c’è un paese o un gruppo di paesi che decide per gli altri. Noi siamo grandi sostenitori dell’Ucraina. E siamo pronti a fare ancora di più, sia per quanto riguarda gli aspetti finanziari, sia per quanto riguarda gli aspetti della ricostruzione, sia per quanto riguarda anche l’invio di materiale”. “Però, tra questo e dire che mandiamo le truppe a combattere contro i russi – ha sottolineato il ministro degli Esteri – c’è una bella differenza”. “Non credo – ha continuato Tajani – che sia un buon messaggio: noi dobbiamo lavorare per la pace cercando di fare in modo che l’Ucraina possa resistere e non essere sconfitta dai russi. Perché soltanto quando c’è equilibrio tra le parti ci si può sedere ad un tavolo della pace. Questo è il nostro obiettivo: sostenere l’Ucraina. Ma non siamo in guerra con la Russia. Noi stiamo difendendo” l’Ucraina. “E’ una cosa ben diversa difendere il diritto internazionale, difendere l’indipendenza dell’Ucraina, dal fare guerra alla Russia. Lo abbiamo sempre detto e continuiamo a ripeterlo”.


“Credo che l’Europa debba parlare unita e non divisa. Non voglio fare polemiche con nessuno – ha aggiunto il ministro, con implicito riferimento alla riunione del ‘Triangolo di Weimar’ dei dirigenti di Francia, Germania e Polonia dei giorni scorsi -, però credo che a Putin si debba dare un messaggio di forza essendo uniti e avendo sempre delle posizioni comuni”. A un giornalista che chiedeva quale sia la posizione italiana riguardo all’uso dei profitti generati dagli asset russi congelati dalle sanzioni europee, se debbano essere impiegati per la ricostruzione dell’Ucraina o per finanziare la difesa Ucraina già durante la guerra, Tajani ha replicato: “Inizialmente erano per la ricostruzione dell’Ucraina; adesso vedremo. Intanto bisogna vedere se dal punto di vista giuridico questo si può fare. E’ una decisione che dobbiamo prendere insieme. Ma ripeto: non è che siamo contrari all’utilizzo sia dei fondi” congelati, “sia degli extra profitti, chiamiamoli così; ma c’è un problema giuridico sulla possibilità di utilizzare questi fondi. Quindi l’ostacolo era soprattutto quello: non vorrei” una situazione in cui “utilizziamo quei fondi e poi, dopo, bisogna restituirli; questo assolutamente non sarebbe giusto”.


“Però in linea di principio siamo favorevoli, anche attraverso gli extra profitti dei fondi russi, sostenere l’Ucraina”, ha concluso il ministro degli Esteri.

Biden dovrebbe parlare oggi al telefono con Netanyahu

Biden dovrebbe parlare oggi al telefono con NetanyahuRoma, 18 mar. (askanews) – Il presidente americano Joe Biden dovrebbe parlare telefonicamente con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel corso della giornata di oggi, lo riferisce Axios citando due fonti a conoscenza della cosa La telefonata sarà la prima conversazione tra i due leader dal 15 febbraio, nel mezzo di una crescente spaccatura tra i paesi sulla situazione a Gaza, afferma il rapporto.


All’inizio della giornata, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha affermato che i palestinesi di Gaza stanno sopportando livelli orribili di fame e sofferenza e ha definito l’attuale situazione umanitaria lì un “disastro provocato dall’uomo”.

Per non morire di turismo Dubrovnkik pensa a stretta su Airbnb

Per non morire di turismo Dubrovnkik pensa a stretta su AirbnbRoma, 18 mar. (askanews) – A Dubrovnik, perla turistica croata sul mar Adiatico, vivono ormai solo solo 1.200 residenti e la città rischia di morire uccisa dal turismo. Negli ultimi anni il comune ha intensificato le misure contro gli effetti dannosi del cosidetto “overtourism”. Ultima misura considerata: limitare gli affitti di tipo Airbnb


A Dubrovnik, la frenesia degli affitti turistici sta infatti costringendo molti residenti ad abbandonare la città e i suoi affitti sempre più alti. La perla dell’Adriatico vuole riportare indietro i suoi residenti e dissuadere altri dall’andarsene presentando un piano il prossimo mese che include il divieto di nuovi permessi di affitto privato in stile Airbnb, come altre destinazioni popolari in tutta Europa. Dubrovnik, famosa per le sue chiese barocche e i palazzi rinascimentali, è uno scalo per le crociere turistiche e attira milioni di visitatori da tutto il mondo che generano entrate tanto necessarie per l’economia nazionale. Ma il successo di questo sito patrimonio mondiale dell’UNESCO ha un prezzo. I turisti intasano le strette strade della città e fanno salire gli affitti. La popolazione locale occupa solo il 30% delle abitazioni del centro storico. Prima della disgregazione della Jugoslavia all’inizio degli anni ’90 e della guerra d’indipendenza della Croazia, la città aveva circa 5.000 residenti. Oggi ne sono rimasti 1.200.”I giovani ci lasceranno, andranno altrove perché sarà impossibile vivere a Dubrovnik”, ha detto alla Reuters il sindaco Mato Frankovic.


Si prevede che il consiglio comunale adotterà in aprile una legge che vieterà nuovi permessi di locazione nel centro storico e nelle zone circostanti, ha detto Frankovic. La decisione rientra nell’obbligo della città di rispettare alcune regole dell’UNESCO, ha spiegato. La città ha già iniziato ad acquistare appartamenti che verranno offerti alle giovani famiglie con un contratto di locazione di 10 anni e vieterà gli affitti a breve termine di appartamenti in grandi edifici. Nel 2018 ha limitato il numero dei turisti in crociera a 4.000 alla volta. “Proteggeremo le radici storiche della città e garantiremo che le persone possano vivere e trascorrere del tempo lì”, ha detto Frankovic. Anche altre autorità europee stanno cercando di riconquistare le città per i propri residenti. Il Portogallo, ad esempio, ha adottato misure per abbassare i prezzi degli immobili.


A Dubrovnik non tutti sono d’accordo sulla necessità di un cambiamento. Vedran Miovic, dell’agenzia Hedera Estate che gestisce circa 150 alloggi nel centro storico, ritiene che gli alloggi privati siano “molto migliori per la comunità” rispetto ai grandi hotel e resort, che secondo lui avvantaggiano solo i grandi giri d’affari stranieri. Marija Trojenovic, abitante del centro storico, ha invece accolto favorevolmente il progetto. “Bisogna riportare le persone in città perché sono le persone che fanno la città”, ha detto.

Ospedale Al-Shifa sotto assedio a Gaza, ma a Doha riparte il negoziato

Ospedale Al-Shifa sotto assedio a Gaza, ma a Doha riparte il negoziatoRoma, 18 mar. (askanews) – Mentre è in corso una nuova operazione militare israeliana nel complesso ospedaliero di Al-Shifa, a Gaza City, si riaccendono le speranze di un accordo di cessate il fuoco temporaneo nell’enclave palestinese. Dopo una riunione del gabinetto di sicurezza, Israele ha deciso di inviare oggi una delegazione negoziale in Qtar, guidata dal capo del Mossad, con una proposta di tregua nei combattimenti di sei settimane, in cambio del rilascio di 40 ostaggi da parte di Hamas.


David Barnea partirà per Doha nelle prossime ore per un altro giro di colloqui, a capo di una delegazione che includerà anche il generale Nitzan Alon, che dirige la task force dell’esercito responsabile della gestione degli ostaggi, e il direttore del servizio di sicurezza dello Shin Bet Ronen Bar. Secondo una fonte politica israeliana, questa tornata di colloqui sugli ostaggi potrebbe però durare almeno due settimane, a causa delle difficoltà di comunicazione tra i vertici di Hamas all’estero e quelli nell’enclave palestinese sotto assedio. La stessa fonte ha spiegato, infatti, che da Gaza sarebbe interpellato direttamente Yahya Sinwar, che potrebbe intervenire senza mediatori.Con queste premesse, è stato spiegato, qualsiasi modifica alla proposta avanzata da Israele richiederebbe non meno di 24-36 ore per essere approvata. In attesa di sviluppi, Israele prosegue la sua offensiva nella Striscia. Nella notte l’Idf ha fatto irruzione nel complesso ospedaliero di Al-Shifa, dove secondo Israele si nasconderebbero alti funzionari di Hamas, che continuerebbero a utilizzare la struttura “per pianificare e portare avanti attività terroristiche”.


Durante il raid, “dall’interno del complesso ospedaliero” è partita una sparatoria, hanno riferito i servizi segreti israeliani: le forze di sicurezza “hanno risposto al fuoco e hanno colpito i terroristi”, si legge in un comunicato. L’Idf e lo Shin Bet “stanno ora lavorando in modo mirato per sventare attività terroristiche”. Nel frattempo, uno dei portavoce militari, Avichay Adraee, ha invitato tutti i palestinesi che si trovano nel quartiere di Rimal e intorno alla struttura ospedaliera nella città di Gaza a evacuare l’area, per preservare la propria incolumità. Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, guidato da Hamas, però, “circa 30.000 persone”, tra cui civili sfollati, pazienti feriti e personale medico, “sono intrappolate all’interno del complesso medico Al-Shifa in seguito all’assalto di Israele”. La stessa fonte, che ha aggiornato il bilancio complessivo delle vittime a Gaza dal 7 ottobre a 31.726, ha affermato in un messaggio in inglese su Telegram che chiunque “tenti di muoversi è bersagliato da proiettili di cecchini e droni”. Non si placano, intanto, le polemiche sulla scarsità di aiuti a Gaza. L’organizzazione non governativa Oxfam ha accusato Israele di avere impedito “deliberatamente” l’ingresso a Gaza di cibo e attrezzature mediche, in violazione del diritto umanitario internazionale, “nonostante la sua responsabilità come potenza occupante”.


E parole molto dure ha usato, questa mattina, l’alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell. “La fame”, ha detto, “non è un disastro naturale, non è un’inondazione o un terremoto, è interamente creato dall’uomo” ed è “usata come arma di guerra” dallo Stato ebraico. “A Gaza non siamo più sull’orlo della carestia, siamo in uno stato di carestia che colpisce migliaia di persone. Ciò è inaccettabile. Israele sta provocando la carestia”, ha commentato, durante il suo intervento al Forum umanitario europeo, durante il quale ha definito Gaza “uno stato fallito ancora prima di esistere”. La Striscia “non è più controllata da nessuno, né da Hamas né da Israele. E il territorio di Gaza sta diventando molto velocemente un territorio senza nessun tipo di ordine, sta sempre di più somigliando ad Haiti, Somalia, Siria o Mosul”, ha insistito. Commenti che non sono piaciuti al ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, che ha subito replicato piccato: “Israele consente estesi aiuti umanitari a Gaza via terra, aria e mare a chiunque è disposto ad aiutare. Nonostante Hamas abbia interrotto violentemente i convogli umanitari e la collaborazione dell’Unrwa con loro, persistiamo. È ora che il ministro degli Esteri dell’Ue Josep Borrell smetta di attaccare Israele e riconosca il nostro diritto all’autodifesa contro i crimini di Hamas”.