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Ue, dal vertice di Varsavia spunta la nuova strategia europea

Ue, dal vertice di Varsavia spunta la nuova strategia europeaVarsavia, 19 nov. (askanews) – L’Europa abbandona le indecisioni e si avvia a creare i bond europei per finanziare la difesa comune. È questo uno dei punti più significativi del documento – siglato stamattina al vertice dei ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito – che si apre con il riconoscimento che “la nostra sicurezza comune è messa a dura prova come mai prima d’ora”. “La Russia sta sistematicamente attaccando l’architettura di sicurezza europea”, hanno scritto i capi della diplomazia.


Il vertice dei 5 maggiori Paesi europei più la Gran Bretagna, e con la presenza della nuova commissaria della Unione europea per gli affari internazionali Kaja Kallas, ha dato esiti importanti quanto inattesi. Nel riaffermare la centralità del ruolo della NATO i ministri riuniti hanno sottolineato la necessità di un maggiore protagonismo europeo portando le spese della difesa al 2% del PIL e sottolineando la necessità di una maggiore integrazione anche nella produzione degli armamenti, scelta che sarà supportata finanziariamente da bond europei. “Anche l’Italia è pronta a questo passo anche grazie al fatto che l’Europa ci consente di far uscire dal patto di stabilità gli investimenti nella difesa”, ha sottolineato Tajani che poi ha chiarito con forza come questo vertice abbia definito altri aspetti essenziali nella complessa situazione geopolitica. “L’Europa dovrà contare di più non solo con gli investimenti e nella difesa ma anche nello sviluppare una politica attiva sui vari fronti internazionali tra cui Medio Oriente, Africa e Venezuela. I Paesi europei devono agire uniti, parlare con una voce unica”. Dal documento firmato anche da Annalena Baerbock per la Germania, Jean-Noel Barrot per la Francia, Radoslaw Sikorski per la Polonia, Jose Manuel Albares per la Spagna e David Lammy per la Gran Bretagna, gli ultimi due collegati da remoto, emerge come l’Europa abbia deciso di usare tutte le leve possibili per sostenere l’Ucraina sia militarmente, a breve l’esercito di Kiev sarà rafforzato da soldati addestrati in Francia e dagli aerei mirage, sia finanziariamente, utilizzando profitti di aziende russe congelati in Europa, sia socialmente con la garanzia della ricostruzione della rete elettrica già in tempo di guerra. “Questo ci auguriamo sia l’ultimo inverno di guerra per gli ucraini”, ha sottolineato Tajani.


Un vertice che si è rivelato un successo diplomatico per la Polonia che si è vista riconoscere dalla ministra tedesca sia il merito d’aver avvisato gli alleati europei fin dal 2014 delle intenzioni della Russia, sia d’aver smascherato le azioni di disturbo fatte contro alcuni Paesi europei in maniera ibrida. “Tutti vogliamo la pace, ma sia chiaro che perché sia una pace vera deve essere giusta”, ha aggiunto Tajani, citando Giovanni Paolo II, nel ribadire che arrivare alla pace non significa imporre una sconfitta all’Ucraina. Durante la conferenza stampa è emerso più volte anche il tema dei rapporti con gli USA, su cui tutti i partecipanti hanno convenuto che l’America è e resterà il partner principale per l’Europa e per il mondo che si considera libero, indipendentemente da chi lo governa.


“Il formato del vertice a 5 Paesi più la Gran Bretagna è una nuova modalità che credo d’ora in poi useremo almeno nelle questioni della sicurezza, che ribadisco vedranno sempre più l’Europa agire in modo comune”, ha dichiarato Tajani al termine dell’incontro svoltosi al Palazzo dell’Isola all’interno del Parco Reale di Varsavia dove durante la guerra fredda americani e cinesi si incontrarono spesso per portare la Cina all’interno delle Nazioni Unite.

Ue, dal vertice di Varsavia spunta la nuova strategia europea

Ue, dal vertice di Varsavia spunta la nuova strategia europeaVarsavia, 19 nov. (askanews) – L’Europa abbandona le indecisioni e si avvia a creare i bond europei per finanziare la difesa comune. È questo uno dei punti più significativi del documento – siglato stamattina al vertice dei ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito – che si apre con il riconoscimento che “la nostra sicurezza comune è messa a dura prova come mai prima d’ora”. “La Russia sta sistematicamente attaccando l’architettura di sicurezza europea”, hanno scritto i capi della diplomazia.


Il vertice dei 5 maggiori Paesi europei più la Gran Bretagna, e con la presenza della nuova commissaria della Unione europea per gli affari internazionali Kaja Kallas, ha dato esiti importanti quanto inattesi. Nel riaffermare la centralità del ruolo della NATO i ministri riuniti hanno sottolineato la necessità di un maggiore protagonismo europeo portando le spese della difesa al 2% del PIL e sottolineando la necessità di una maggiore integrazione anche nella produzione degli armamenti, scelta che sarà supportata finanziariamente da bond europei. “Anche l’Italia è pronta a questo passo anche grazie al fatto che l’Europa ci consente di far uscire dal patto di stabilità gli investimenti nella difesa”, ha sottolineato Tajani che poi ha chiarito con forza come questo vertice abbia definito altri aspetti essenziali nella complessa situazione geopolitica. “L’Europa dovrà contare di più non solo con gli investimenti e nella difesa ma anche nello sviluppare una politica attiva sui vari fronti internazionali tra cui Medio Oriente, Africa e Venezuela. I Paesi europei devono agire uniti, parlare con una voce unica”. Dal documento firmato anche da Annalena Baerbock per la Germania, Jean-Noel Barrot per la Francia, Radoslaw Sikorski per la Polonia, Jose Manuel Albares per la Spagna e David Lammy per la Gran Bretagna, gli ultimi due collegati da remoto, emerge come l’Europa abbia deciso di usare tutte le leve possibili per sostenere l’Ucraina sia militarmente, a breve l’esercito di Kiev sarà rafforzato da soldati addestrati in Francia e dagli aerei mirage, sia finanziariamente, utilizzando profitti di aziende russe congelati in Europa, sia socialmente con la garanzia della ricostruzione della rete elettrica già in tempo di guerra. “Questo ci auguriamo sia l’ultimo inverno di guerra per gli ucraini”, ha sottolineato Tajani.


Un vertice che si è rivelato un successo diplomatico per la Polonia che si è vista riconoscere dalla ministra tedesca sia il merito d’aver avvisato gli alleati europei fin dal 2014 delle intenzioni della Russia, sia d’aver smascherato le azioni di disturbo fatte contro alcuni Paesi europei in maniera ibrida. “Tutti vogliamo la pace, ma sia chiaro che perché sia una pace vera deve essere giusta”, ha aggiunto Tajani, citando Giovanni Paolo II, nel ribadire che arrivare alla pace non significa imporre una sconfitta all’Ucraina. Durante la conferenza stampa è emerso più volte anche il tema dei rapporti con gli USA, su cui tutti i partecipanti hanno convenuto che l’America è e resterà il partner principale per l’Europa e per il mondo che si considera libero, indipendentemente da chi lo governa.


“Il formato del vertice a 5 Paesi più la Gran Bretagna è una nuova modalità che credo d’ora in poi useremo almeno nelle questioni della sicurezza, che ribadisco vedranno sempre più l’Europa agire in modo comune”, ha dichiarato Tajani al termine dell’incontro svoltosi al Palazzo dell’Isola all’interno del Parco Reale di Varsavia dove durante la guerra fredda americani e cinesi si incontrarono spesso per portare la Cina all’interno delle Nazioni Unite.

Ue-Nato, De Meo (DNAT): rafforzare legami e rinnovare difesa europea

Ue-Nato, De Meo (DNAT): rafforzare legami e rinnovare difesa europeaRoma, 19 nov. (askanews) – E’ necessario “rinnovare urgentemente” la “difesa europea” e “intraprendere iniziative mirate a potenziare la capacità di deterrenza della Nato”. Il suo compito è proprio quello di raccordo tra il Parlamento Europeo e l’Alleanza. Tra sfide e prospettive future, parla ad askanews Salvatore De Meo, presidente della Delegazione per le relazioni con l’Assemblea parlamentare della Nato (DNAT).


Quali le sfide e le prospettive per il suo nuovo ruolo di collegamento con la NATO? “L’attuale quadro geopolitico mondiale – sottolinea De Meo – ci pone di fronte a sfide molto impegnative, che hanno spinto gli Stati UE e la NATO a prendere coscienza della necessità di rinnovare urgentemente la difesa europea, invertendo 30 anni di sotto-investimento, e di intraprendere iniziative mirate a potenziare la capacità di deterrenza della NATO. A tal fine, il rafforzamento del partenariato UE-NATO è diventato uno strumento necessario, e la Delegazione DNAT, della quale sono Presidente, rappresenta espressione fondamentale della diplomazia parlamentare del PE, con il chiaro messaggio che il Parlamento europeo intende assumere un ruolo sempre più attivo a sostegno dell’Alleanza”.


“I cittadini UE – prosegue De Meo – oggi non percepiscono il valore della NATO la cui sigla richiama immediatamente la dimensione bellica. Noi dobbiamo invece dimostrare e sensibilizzare i cittadini sulla funzione e sull’impegno prioritario della NATO nella promozione e ricerca della pace. E’ importante spiegare il principio della deterrenza intesa come condizione per la quale i potenziali “avversari” devono avere consapevolezza della capacità difensiva dell’Alleanza a fronte di loro eventuali attacchi. Credo che in aggiunta alle scelte ambiziose della scorsa legislatura – mi riferisco alla transizione verde e digitale che mi auguro si caratterizzino con un approccio pragmatico – l’Ue non può non vedere la costruzione di una politica estera e di difesa comune. E’ evidente che anche per questa sfida complessa è necessario un ripensamento della governance, che permetta all’UE di essere in grado di reagire tempestivamente rispetto alla velocità con cui oggi alcuni scenari avvengono”. Quali azioni è possibile intraprendere per favorire il dialogo e la pace in Medio Oriente e Ucraina? In tal senso che ruolo può giocare la Nato?


“Per la NATO – risponde De Meo – l’Ucraina rappresenta la prima priorità: occorre supportare l’Ucraina in diversi modi. Bisogna intensificare i rapporti con il parlamento ucraino: loro hanno sempre partecipato attivamente alle riunioni dell’Assemblea Parlamentare NATO. Deve esserci anche un supporto di tipo politico e diplomatico, oltre che militare, che consenta quel necessario processo riformatore di cui l’Ucraina ha bisogno per il suo ingresso nell’UE. Anche il Medio Oriente è oggetto di costante attenzione da parte della NATO, dove spesso i conflitti hanno evidenziato il concetto di difesa collegato al potenziamento degli armamenti. Anche qui la NATO vuole sottolineare, ancora una volta, l’importanza della diplomazia come principale strumento di risoluzione di controversie internazionali”. Quali sono i principali obiettivi che si è posto per questa sua nuova attività di ponte tra Eu-Italia e Nato?


“Come già accennato, la Delegazione DNAT nell’attuale contesto geopolitico – sottolinea il presidente – risulta indispensabile per avviare il complesso processo di definizione di una politica estera e di difesa comune. La nomina di un commissario dedicato alla Difesa è l’inizio di una nuova fase dell’UE nella quale bisogna sostenere di pari passo sia le azioni finalizzate alla capacità difensiva dell’Unione europea, attraverso politiche industriali specifiche, ma anche quelle diplomatiche che restano prioritarie nella costruzione di un complessivo concetto di difesa che integri la capacità bellica e deterrenza con autorevoli e credibili relazioni internazionali atte a garantire la pace e gestire ogni forma di crisi geopolitica”. “In tale ottica – conclude De Meo – come Presidente della Delegazione UE presso la NATO, intendo rafforzare le relazioni tra le due assemblee parlamentari e questo potrà essere favorito dal prossimo riconoscimento di uno ‘status’ diverso e specifico al Parlamento europeo che, in base ad una proposta di modifica dello Statuto in via di approvazione, verrà riconosciuto come ‘partner’, alla stregua di Paesi candidati all’adesione NATO come Ucraina, Georgia e Bosnia. Questo garantirà al Parlamento europeo, oltre agli attuali diritti, anche nuovi ‘poteri’, come quello di presentare emendamenti tramite il Presidente della Delegazione DNAT e di partecipare alle varie missioni delle Commissioni dell’Assemblea Parlamentare della NATO nelle quali poter dare il proprio contributo propositivo. Inoltre, a supporto degli attuali sforzi per accrescere il ruolo del PE, la Delegazione DNAT proporrà di ospitare, nella sede del parlamento di Bruxelles, diversi incontri e seminari ma soprattutto di programmare, per la prima volta nella storia, una sessione dell’Assemblea Parlamentare NATO”. Di Serena Sartini

Rutte nomina Shekerinska sua vice: crede davvero nella NATO

Rutte nomina Shekerinska sua vice: crede davvero nella NATOMilano, 19 nov. (askanews) – Il segretario generale della NATO Mark Rutte ha deciso di nominare Radmila Shekerinska dalla Macedonia del Nord vice segretario generale. “Sono felice di annunciare la nomina di Radmila Shekerinska come prossimo vice segretario generale. È una persona che crede davvero nella NATO, conosce il lavoro che serve per l’adesione all’Alleanza, e cosa significa essere un membro a pieno titolo. Non vedo l’ora di lavorare con lei mentre assume questo ruolo vitale”, ha aggiunto.


Shekerinska è stata in precedenza vice primo ministro per l’integrazione europea e ministro della difesa della Macedonia del Nord, anche in vista del paese che entra a far parte dell’Alleanza NATO nel 2020. Lei prenderà il suo posto entro la fine dell’anno. Immediate “le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro” dal ministro della Difesa Guido Crosetto su X. “L’Italia, tra i protagonisti dell’Alleanza, continuerà a operare per la stabilità internazionale, a rafforzare la cooperazione tra Paesi e garantire sicurezza e difesa a 360 gradi”, ha scritto.

Casa, idealista: sforzo economico per l’acquisto scende al 19%

Casa, idealista: sforzo economico per l’acquisto scende al 19%Roma, 19 nov. (askanews) – Nel terzo trimestre, il tasso di sforzo per l’acquisto di una casa in Italia si è attestato al 19% del reddito medio annuale, registrando un calo dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo dato, diffuso dall’ufficio studi di idealista, indica un lieve miglioramento nella capacità delle famiglie di accedere al mercato immobiliare. Lo studio si è concentrato sull’acquisto di un appartamento medio con due stanze, prendendo in esame le rate di un mutuo standard e confrontandole con i redditi medi delle famiglie.


“Il calo del tasso di sforzo riflette una combinazione di fattori – afferma Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’ufficio studi di idealista -. Da un lato, i recenti interventi della BCE, che hanno abbassato i tassi d’interesse, hanno reso più convenienti i mutui, riducendo il costo del credito per gli acquirenti. Dall’altro, il mercato immobiliare italiano si sta stabilizzando, con prezzi degli immobili che in alcune aree mostrano una crescita moderata o stagnante. Un segnale positivo per le famiglie italiane, che possono affrontare l’acquisto della casa con un peso economico leggermente più contenuto rispetto al passato”. Tuttavia, la situazione varia notevolmente a livello regionale e locale. In 34 capoluoghi italiani il tasso di sforzo per l’acquisto di una casa ha superato la media italiana del 19%, raggiungendo le percentuali che superano un terzo (33%) del reddito familiare per garantire la sostenibilità dell’investimento in città come Venezia (39%), Bolzano (35,2%), Milano (34,2%) e Rimini (33,6%).


Nella top ten dei capoluoghi con i tassi di sforzo più elevati si trovano anche Napoli (32,1%), Firenze (30,2%) e Roma (27,6%), confermando come l’acquisto di una casa rappresenti una sfida particolarmente gravosa nelle aree urbane più richieste e con prezzi immobiliari più elevati. Nella maggior parte dei capoluoghi italiani, il costo dell’acquisto di un’abitazione si mantiene inferiore alla media nazionale del 19%. Secondo i dati raccolti da idealista, il 63% delle città monitorate registra un tasso di sforzo più contenuto per l’acquisto di un trilocale.


Le percentuali variano dal 18,6% di Vicenza, fino a scendere progressivamente al 6,3% di Biella, che si distingue come il capoluogo con il tasso di sforzo più basso d’Italia. L’effort economico necessario per acquistare casa in Italia è in calo nel 61% dei capoluoghi italiani, se confrontiamo i dati attuali con quelli relativi allo scorso anno. I ribassi più marcati spettano a Bolzano (-6,5%), Milano (-5,5%), Matera (-3,6%) e Monza (-3,4%). Anche in altri grandi centri si rileva una riduzione del tasso di sforzo: a Roma (-2%), Bologna (-1,8%) e Venezia (-1,4%).


In 6 capoluoghi, il tasso di sforzo per l’acquisto di un trilocale è rimasto stabile rispetto a 12 mesi fa: si tratta di Livorno, Piacenza, Isernia, La Spezia, Pesaro e Reggio Calabria.

Zelensky all’Europarlamento: dobbiamo attaccare in Russia

Zelensky all’Europarlamento: dobbiamo attaccare in RussiaBruxelles, 19 nov. (askanews) – Attaccare gli asset militari della Russia sul suo territorio, i depositi di munizioni, le basi aeree, le fabbriche che producono missili e droni, le catene della logistica: solo questi “fattori chiave” daranno al presidente russo, Vladimir Putin, le motivazioni per negoziare davvero la pace. Lo ha detto il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, intervenendo in videoconferenza durante una sessione plenaria straordinaria organizzata a 1.000 giorni dall’invasione russa, il 24 febbraio 2022.


“Putin vuole vincere la guerra, non si fermerà da solo. Più passa il tempo – ha detto Zelensky, che era stato accolto da una standing ovation della plenaria -, più diventano dure le sue condizioni, ogni giorno. Senza alcuni fattori chiave la Russia non sarà motivata a impegnarsi in condizioni sensate. Senza che siano incendiati i suoi depositi di munizioni in territorio russo, senza interrompere la logistica militare russa, senza distruggere le sue basi aeree, senza fargli perdere la capacità di produrre missili e droni, senza che gli asset russi siano confiscati, sapete benissimo che a Putin non interessano le persone e le regole, pensa solo al denaro e al potere”. “Se qualcuno in Europa pensa – ha avvertito il presidente ucraino – che si possa poter vendere alla Russia l’Ucraina, e magari qualche altro paese, la Moldova, la Georgia, i paesi Baltici, i paesi dei Balcani, e guadagnare qualcosa in cambio, si ricordi questa semplice verità: nessuno può restare in acque calme mentre infuria la tempesta”.


“Dobbiamo fare di tutto per far cessare questa guerra in modo giusto, e dobbiamo farlo insieme”, ha aggiunto Zelensky rivolto al Parlamento europeo e alla sua presidente, Roberta Metsola. “Mille giorni di guerra sono una sfida tremenda, enorme per l’Ucraina. L’Ucraina merita che l’anno prossimo sia l’anno della pace”, ha detto, tra gli applausi dell’Aula. Il presidente ucraino, infine, ha ringraziato il Parlamento europeo per il suo sostegno incrollabile che Metsola gli ha garantito per tutto il tempo che sarà necessario (“as long as it takes”). “Grazie per le vostre risoluzioni, le vostre decisioni, i vostri principi e la vostra fede nell’Ucraina, durante questa guerra così difficile. Slava Ucraina”, ha concluso Zelensky, mentre gli eurodeputati si alzavano per una nuova, lunga standing ovation.

Ucraina, Nato: se Putin prevale, Russia non si fermerà

Ucraina, Nato: se Putin prevale, Russia non si fermeràMilano, 19 nov. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin non deve “raggiungere i suoi obiettivi” e sulle armi fornite all’Ucraina c’è “una visione generale” ovvero “quando gli alleati consegnano sistemi d’arma all’Ucraina, è meglio non imporre loro restrizioni”. Lo ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte a Bruxelles, in un doorstep trasmesso in streaming, nel millesimo giorno dell’offensiva lanciata da Mosca contro Kiev.


“NON PORRE RESTRIZIONI” Sull’onda della decisone di Joe Biden, presidente uscente di autorizzare i missili a lungo raggio Usa sulla russa Kursk, alla domanda se le armi occidentali a lungo raggio dovrebbero essere utilizzate su obiettivi in Russia, Rutte ha risposto che “è saggio non parlare troppo di quello che stiamo facendo. Sì o no. Chiaramente, la NATO lo ha detto prima: quando gli alleati consegnano sistemi d’arma, all’Ucraina, è meglio non imporre loro restrizioni. C’è una visione generale, ma poi spetta al singolo alleato decidere cosa fare”.


“Ciò che vediamo al momento è l’escalation della guerra a causa del fatto che la Russia sta coinvolgendo la Corea del Nord. Abbiamo visto lo scorso fine settimana cosa è successo con l’attacco all’Ucraina, che è stato massiccio. Ma non entrerò nel merito. Sta ai singoli alleati comunicare se vogliono farlo, direi in genere, non parliamo troppo e non rendiamo i nostri avversari più informati del necessario”, ha detto arrivando a una riunione dei ministri della Difesa dell’UE a Bruxelles. “INCREMENTARE L’INDUSTRIA DELLA DIFESA”


Quanto al sostegno all’Ucraina è “così importante che Putin non ottenga ciò che vuole, perché avremmo una Russia incoraggiata ai nostri confini, che avrà guadagnato in termini di territorio, di capacità militare. E sono assolutamente convinto che non si fermerà qui”. In quest’ottica risulta “importantissima la produzione industriale di difesa” per gli alleati. “Dobbiamo semplicemente fare di più”, ha detto il segretario generale della Nato. “Dobbiamo incrementare l’industria della difesa. E fortunatamente, la NATO e l’UE stanno lavorando a stretto contatto per garantire che la base industriale di difesa transatlantica venga rafforzata nei prossimi mesi” ha aggiunto. “Dobbiamo davvero farlo per ricostituire le nostre scorte, per assicurarci di essere pronti a opporci a qualsiasi avversario” ha dichiarato Rutte.


Poi il segretario generale ha segnalato che bisognerà spendere di più: “chiaramente, il tasso del 2% che abbiamo raggiunto, è un buon risultato a livello europeo nella Nato ma chiaramente non è sufficiente”. “IMPATTO GLOBALE” Rutte ha poi parlato di un “impatto globale”, toccando anche le implicazioni strategiche del coinvolgimento della Corea del Nord, l’impatto sulle azioni della Cina che “aiuta Mosca ad aggirare le sanzioni” e le forniture di armi dall’Iran alla Russia. “Il fatto orripilante è che quattro paesi stanno lavorando insieme, e quale sia esattamente il tipo di psicologia tra loro non posso sempre definirlo, ma stanno lavorando insieme”. Il segretario generale Nato ha parlato inoltre di uleriore “minaccia” in riferimento al fatto che la Russia “debba pagare con la tecnologia missilistica (Pyongyang): è davvero una minaccia per tutti noi, perché la Corea del Nord diventerà più efficace nella sua deterrenza”. Inoltre “la Russia sta pagando l’aiuto dell’Iran con denaro, e quel denaro sta aiutando gli alleati dell’Iran in Medio Oriente. Sta rendendo più facile per l’Iran fare ciò che sta facendo in Medio Oriente, ma anche oltre. Quindi c’è un impatto globale”.

La Russia ha aggiornato la sua dottrina nucleare

La Russia ha aggiornato la sua dottrina nucleareRoma, 19 nov. (askanews) – “Inoltre, una risposta nucleare da parte della Russia è possibile in caso di una minaccia critica alla sua sovranità, anche con armi convenzionali, in caso di un attacco alla Bielorussia come membro dello Stato dell’Unione, (o) in caso di un lancio massiccio di aerei militari, missili da crociera, droni, altri aerei e del loro attraversamento del confine russo”. E’ quanto si legge nel documento che aggiorna la dottrina nucleare di Mosca, approvato dal presidente russo Vladimir Putin e pubblicato sul sito del governo.

Rutte (Nato): se Putin prevale, Russia incoraggiata ai confini

Rutte (Nato): se Putin prevale, Russia incoraggiata ai confiniMilano, 19 nov. (askanews) – “È così importante che Putin non ottenga ciò che vuole, perché avremmo una Russia incoraggiata ai nostri confini, che avrà guadagnato in termini di territorio, di capacità militare. E sono assolutamente convinto che non si fermerà qui”. Lo ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte a Bruxelles, in un doorstep trasmesso in streaming.


– “Quindi dobbiamo assicurarci che Putin non ottenga ciò che vuole, che l’Ucraina prevalga nella sua lotta, e oggi questo sarà all’ordine del giorno” ha detto.

Crosetto a Bruxelles per Consiglio Affari Esteri formato Difesa

Crosetto a Bruxelles per Consiglio Affari Esteri formato DifesaMilano, 19 nov. (askanews) – Il ministro della Difesa Guido Crosetto è giunto è giunto a Bruxelles per prendere parte al Consiglio Affari Esteri in formato Difesa (CAE- D).


Il Consiglio “Affari esteri” (Difesa) è presieduto dall’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell e discuterà del sostegno militare dell’UE all’Ucraina, procedendo a uno scambio informale di opinioni in videoconferenza con il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov e il consigliere del presidente Zelenskyy sugli Affari strategici Alexander Kamyshin, nonché con il segretario generale della NATO Mark Rutte, che si unirà ai ministri di persona. Il Consiglio terrà una discussione sulla prontezza e la preparazione alla difesa, nel contesto della relazione “Più sicuri insieme: rafforzare la preparazione e la prontezza dell’Europa nel settore civile e militare”, recentemente presentata da Sauli Niinisto, consigliere speciale della presidente della Commissione europea, che si unirà ai ministri per uno scambio informale di opinioni.


Nell’ambito dei temi di attualità, i ministri della difesa dell’UE dovrebbero essere informati in merito alla capacità di dispiegamento rapido dell’UE e alla revisione strategica della PESCO. La sessione del Consiglio è preceduta da una riunione del comitato direttivo dell’Agenzia europea per la difesa.