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In Sudan l’esercito occupa la radio e la televisione nazionale

In Sudan l’esercito occupa la radio e la televisione nazionaleRoma, 12 mar. (askanews) – L’esercito del Sudan ha annunciato oggi in una nota di aver preso il controllo dei quartier generali della radio e della televisione nazionale dalle Forze paramilitari di supporto rapido (Rsf). Il quartier generale si trova a Omdurman, dall’altra parte del Nilo, da Khartoum ed è parte della più ampia capitale del Sudan.


Il conflitto in Sudan tra esercito e Rsf, scoppiato nell’aprile dello scorso anno, ha costretto circa 8 milioni di persone ad abbandonare le proprie case, tra cui 6,3 milioni sfollati interni.

M.O., Von der Leyen: occorre tregua umanitaria immediata a Gaza

M.O., Von der Leyen: occorre tregua umanitaria immediata a GazaBruxelles, 12 mar. (askanews) – La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha chiesto una tregua umanitaria immediata nella Striscia di Gaza, che possa portare a “un cessate il fuoco duraturo” nella regione, durante il suo intervento di fronte alla Plenaria del Parlamento europeo, oggi a Strasburgo, in vista del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo.


“Israele, naturalmente, ha il diritto di difendersi e di combattere Hamas. Ma la protezione dei civili – ha sottolineato von der Leyen – deve essere garantita in ogni momento, nel rispetto del diritto internazionale. Attualmente esiste un solo modo per ripristinare un flusso sufficiente di aiuti umanitari. La popolazione di Gaza ha bisogno di una tregua umanitaria immediata, che possa portare a un cessate il fuoco duraturo. E la gente ne ha bisogno adesso”. “Senza un cessate il fuoco duraturo – ha aggiunto la presidente della Commissione -, la guerra che infuria a Gaza potrebbe incendiare l’intera regione. È giunto il momento di raddoppiare i nostri sforzi, con l’aiuto degli Stati membri. In modo che tutti gli ostaggi possano tornare a casa, e che la popolazione di Gaza possa non solo ottenere aiuti umanitari, ma anche vedere un barlume di speranza, con la prospettiva di progressi verso una soluzione a due Stati”, ha concluso von der Leyen.


In precedenza, la presidente della Commissione ha ricordato l’iniziativa che è stata organizzata nei giorni scorsi dall’Ue in cooperazione con Cipro, gli Emirati Arabi Uniti, gli Stati Uniti e il Regno Unito, per un corridoio marittimo che trasporti gli aiuti umanitari nella Striscia, notando che “è la prima volta che una nave è stata autorizzata a fornire aiuti a Gaza dal 2005”. “Mentre parliamo – ha riferito -, una nave sta lasciando il porto di Cipro diretta nel nord di Gaza. Trasporta gli aiuti umanitari più essenziali, che è ciò di cui la popolazione ha più bisogno in questo momento: aiuti alimentari, per una popolazione che si trova ad affrontare una vera catastrofe umanitaria. Questo corridoio marittimo è il risultato di una cooperazione internazionale senza precedenti, sotto la guida del presidente cipriota Nikos Christodoulides”.


“Sono stata al porto di Larnaca proprio pochi giorni fa, per assistere agli ultimi preparativi prima della partenza della nave. Quando sarà pienamente operativo – ha rilevato von der Leyen -, questo corridoio marittimo potrebbe contribuire a garantire una fornitura di aiuti sostenibile, regolare e affidabile a Gaza”.

Gb, stampa britannica indulgente con Kate e il suo fotoritocco

Gb, stampa britannica indulgente con Kate e il suo fotoritoccoMilano, 12 mar. (askanews) – “Non lamentarti mai, non spiegare mai”. La legge non scritta della corte britannica – tanto cara a Elisabetta II – è stata infranta da Catherine, principessa del Galles, più nota come Kate, all’indomani della pubblicazione di una foto ritoccata con il suo messaggio (firmato C.) dove voleva evidentemente chiarire perché la foto di famiglia, scattata in occasione della festa britannica della mamma, era stata manipolata. Eppure oggi la stampa britannica appare meno tagliente del solito, anzi conciliante, indulgente non solo sulla foto ma anche sul fatto che Kate sia “dispiaciuta” e “turbata”, sebbene il caso sembri strano e complesso.


In Inghilterra, il giorno della mamma cade la quarta domenica di Quaresima, quest’anno il 10 marzo e poteva essere l’occasione per smentire le tante voci relative alla salute di Kate. Ma si è trasformato in un pasticcio mediatico. Attraverso il suo canale social ufficiale, Kensington Palace aveva prima mostrato la foto stata scattata dall’erede al trono William a sua moglie e ai loro tre figli. Ma le agenzie di stampa internazionali avevano capito che aulcosa nell’immagine non andava, e l’avevano ritirata, spiegando che era stata manipolata. A sorpresa ieri è intervenuta Kate, scrivendo su X che l’autrice della manipolazione era lei, fotografa “dilettante”. “Kate Middleton voleva ‘ammettere’ l’errore fotografico perché pensava che ‘l’onestà fosse la migliore politica’ ma si sente ‘terribilmente’ ed è già ‘profondamente turbata’ dalle teorie del complotto sulla sua salute” titola il Daily Mail. Un esponente del palazzo ha detto al Telegraph che la principessa ha cercato di rendere la foto “la migliore possibile”. Un’amica di Kate ha anche detto che sarebbe stata “turbata” dalla tempesta causata da quella che doveva essere una “foto di famiglia innocente”, ha riferito il Mirror. E persino il Sun, in genere goloso di scandali, non sfrutta l’attimo: ieri sera la principessa del Galles si è detta “molto triste” per il fatto che una felice foto di famiglia per celebrare la festa della mamma avesse scatenato un furore globale.


Già domenica pomeriggio sono iniziate le speculazioni sulla foto che conteneva cose strane: mani fuori posto, proporzioni, asimmetrie. Il gruppo WhatsApp di corrispondenti esteri, ad esempio, aveva commentato in dozzine di post: almeno 16 tracce di manipolazione. Anche il leader del movimento repubblicano antimonarchico britannico ha parlato del caso, servito su un piatto d’argento: Graham Smith ha definito “scioccante” la manomissione della foto scattata dall’erede al trono. Lo vedeva come un “tentativo deliberato di ingannare” la società, aggiungendo che “ci si aspetterebbe un simile comportamento dalla ‘Russia sovietica’, non dalla moderna Gran Bretagna”.


La monarchia non se la passa bene nemmeno secondo un recente sondaggio, secondo il quale il 54% della popolazione ritiene che la famiglia reale non dia apertamente informazioni sulla propria vita, e il 48% ha solo una piccola idea di ciò che accade all’interno della corte.

E’ partita da Cipro la nave Open Arms con cibo per Gaza

E’ partita da Cipro la nave Open Arms con cibo per GazaRoma, 12 mar. (askanews) – La prima nave che utilizza il corridoio marittimo tra Cipro e la Striscia di Gaza per portare aiuti umanitari nel territorio palestinese sull’orlo della carestia ha lasciato oggi il porto cipriota di Larnaca: lo ha confermato all’Afp un responsabile dell’ong che guida l’operazione.


La nave della ong spagnola Open Arms, che trasporta 200 tonnellate di cibo che sarà distribuito a Gaza dall’organizzazione dello chef ispano-americano José Andrés, World Central Kitchen, “è partita” intorno alle 7:50, ha dichiarato Laura Lanuza, portavoce di Open Arms.Il carico di aiuti alimentari, comprende tra le altre cose, farina, riso e proteine. La missione è finanziata in gran parte dagli Emirati Arabi Uniti.


 

All’Istituto centrale per la grafica: “Doppia Ombra” di Ciprian Muresan

All’Istituto centrale per la grafica: “Doppia Ombra” di Ciprian MuresanRoma, 12 mar. (askanews) – Mercoledì 13 marzo 2024 presso l’Istituto centrale per la grafica si inaugura la mostra “Doppia Ombra” personale di Ciprian Muresan, curata da Pier Paolo Pancotto e Maura Picciau, direttrice dell’Istituto centrale per la grafica e realizzata in collaborazione con l’Accademia di Romania – Istituto Culturale Romeno e con il patrocinio dell’Ambasciata di Romania.


In esposizione circa 24 lavori su carta di diversi formati, oltre a 9 lavori fotografici e una scultura. In occasione della mostra saranno anche esposti alcuni dei disegni originali da cui l’artista ha tratto ispirazione, tra cui, Pontormo, Tintoretto e Botticelli. Maura Picciau, Direttrice dell’Istituto centrale per la grafica spiega come Muresan sia un artista che ama lavorare – secondo tecniche diverse – a partire dall’arte antica, che egli sottopone a un vaglio critico e visuale tanto puntuale e rispettoso, quanto consapevole e autonomo. Così, vedendo operare Mure?an ci si domanda quanto il nostro patrimonio storico ci parli ancora oggi, se ci guidi, ci turbi nel profondo, ci coinvolga oltre la sua storia eminente, a volte incombente. Viene da chiedersi se e quanto l’immagine di un’opera d’arte celebre e storicizzata sia latrice di verità, rapportata al presente.


Ciprian Muresan (Dej, 1977), poliedrico artista romeno, lavora utilizzando vari media, dal video alla scultura, dal disegno alla fotografia fino alle installazioni e vanta al suo attivo numerose mostre, tra cui personali al Centre Pompidou di Parigi (2019, con Serban Savu), allo SMAK di Gent (2019), alla Tate Modern di Londra (2012, con Anna Molska). Il progetto in Calcografia rappresenta la terza mostra personale a Roma per l’artista, dopo quelle all’Accademia di Francia, Villa Medici (2018), al Museo Pietro Canonica (2016) e l’esposizione a La Fondazione (2019, con Geta Bratescu, Adrian Ghenie, Serban Savu) consolida così il suo rapporto personale con la città. Nel 2009, inoltre, Muresan ha rappresentato la propria nazione alla Biennale di Venezia (ha esposto anche nel 2017), mentre per l’edizione 2024 è stato scelto come curatore del progetto con Serban Savu per il padiglione della Romania. Tutti i disegni in esposizione, alcuni di grande formato, sono stati realizzati dall’artista appositamente per questa mostra, prendendo spunto da opere di grandi maestri del passato presenti nella collezione del Gabinetto dei Disegni dell’Istituto, con i quali ha avuto modo di confrontarsi direttamente nei mesi precedenti la mostra.


Come spiega lo stesso artista – La riproduzione dell’arte attraverso i libri ha portato alla divulgazione dell’arte in generale, ma paradossalmente l’accesso ai cataloghi d’arte, così come l’accesso agli originali nei musei dell’Europa occidentale, è stato limitato nel mio paese a causa del “muro” che separava il blocco orientale dal resto del mondo. Fino al 1989 (l’anno della caduta del regime comunista) la riproduzione in Romania rappresentava un collegamento con l’universale, ed è partendo da questo concetto che mi sono concentrato sulla copia di libri d’arte come processo di studio e creazione. Nel caso della collaborazione con l’Istituto Centrale per la Grafica, attraverso l’accesso privilegiato a disegni originali di epoca rinascimentale e barocca, il mio lavoro acquisisce una nuova prospettiva. I disegni fanno parte di una serie, iniziata nel 2013 con un libro su Bas Jan Ader, e legata al mito dell’artista olandese che disegnò per quattro anni sullo stesso pezzo di carta, cancellando ogni volta il disegno precedente prima di iniziarne uno nuovo. Muresan prendendo ispirazione da questo lavoro ha disegnato sullo stesso foglio di carta senza cancellare gli strati precedenti, iniziando a copiare immagini da libri, cataloghi d’arte, principalmente monografie di artisti, un libro su un foglio di carta, sovrapponendo e ridisegnando per fasi e strati. Questo accumulo di immagini esistenti ha dato vita così ad un’immagine totalmente nuova.


Il risultato è una mostra che parte dal disegno ma diventa pura arte concettuale – spiega il curatore Pier Paolo Pancotto – Muresan infatti non copia dall’antico, piuttosto si interroga sul valore dell’immagine e su quanto la ripetizione della stessa rischi di farle perdere il valore semantico che dovrebbe portare con sé. Una sorta di “svuotamento” dell’immagine dovuto alla sua eccessiva moltiplicazione. I lavori fotografici esposti in mostra sono stati realizzati con l’ausilio della camera stenopeica, un procedimento fotografico che sfrutta il principio della camera oscura: su una delle pareti è praticato un piccolo foro (foro stenopeico) attraverso il quale entrano i raggi luminosi che riproducono l’immagine internamente sulla parete opposta dove viene collocato un foglio di carta fotosensibile. Una pratica che attraverso lunghissimi tempi di esposizione porta alla realizzazione di immagini volutamente indefinite.

Secondo il Guardian la Croce rossa russa addestra bimbi di 8 anni alla guerra

Secondo il Guardian la Croce rossa russa addestra bimbi di 8 anni alla guerraMilano, 12 mar. (askanews) – “Ci sono anche prove fotografiche del personale della Croce Rossa russa con indosso i giubbotti marchiati della Croce Rossa, durante eventi di addestramento militare per giovani russi, dove ai bambini di otto anni viene insegnato come usare le armi”. Lo riporta il Guardian parlando di collegamenti della Croce Rossa russa con l’invasione di Mosca in Ucraina.


“In uno di questi , nel campo ‘Figli degli agenti speciali’ nella città siberiana di Khanty-Mansiysk, i bambini che sono stati accolti da uomini armati all’ingresso hanno praticato il combattimento corpo a corpo, l’abilità con i coltelli e il tiro con i fucili Kalashnikov. La Croce Rossa russa ha addestrato i bambini al primo soccorso e le foto del campo mostrano il personale della Croce Rossa insieme con i bambini in uniformi in stile militare”. econdo il quotidiano britannico il movimento internazionale della Croce Rossa è sotto pressione affinché agisca contro la Croce Rossa russa (RRC) a causa degli stretti legami tra il gruppo e la macchina bellica e di propaganda del Cremlino. Le prove includono il ruolo centrale del presidente della RRC in un’organizzazione “patriottica” pro-Putin, personale senior della RRC che parla dell’impossibilità di una pace con i “nazisti ucraini” e la partecipazione della RRC all’addestramento militare per i bambini.

L’ex presidente della Polonia Komorowski: “Putin va spaventato, non calmato”

L’ex presidente della Polonia Komorowski: “Putin va spaventato, non calmato”Milano, 12 mar. (askanews) – “Credo che anche la Polonia non abbia reagito bene alla domanda del presidente Emmanuel Macron, che gli chiedeva se fossimo pronti, come NATO, a partecipare alla guerra in Ucraina”. Lo ha detto l’ex presidente polacco Bronislaw Komorowski in un’intervista a RMF FM. “Il presidente francese ha ricevuto una risposta negativa. E ha posto una domanda molto ragionevole: se diciamo che in Ucraina si combatte per la libertà europea, siamo capaci di impegnarci di più in questa guerra? Si poteva rispondere che che queste cose non le pianifichiamo, ma dipende da come si sviluppano gli eventi. Vladimir Putin deve essere spaventato, non calmato”, ha aggiunto Komorowski.


Di Ucraina si parla molto in queste ore a Varsavia, dopo che le parole di Macron ma anche quelle di Papa Francesco, da due punti di vista diversi, hanno scatenato forti polemiche. Il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha fatto discutere sulla presenza di non meglio specificati militari della Nato in Ucraina. E sempre Sikorski in riferimento alle parole del Papa – secondo il quale “è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare” – aveva replicato: “E forse, per equilibrio, magari incoraggiare Putin ad avere il coraggio di ritirare il suo esercito dall’Ucraina? La pace arriverebbe immediatamente, senza bisogno di negoziati”. Sikorski lo ha scritto su X, postando il video del Papa in questione e scatenando una serie di commenti infuocati. Ma ancora più divisive per l’opinione pubblica polacca appaiono le meno recenti dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron che ha dichiarato che non si può escludere la possibilità di inviare truppe occidentali in Ucraina per rafforzarla nella lotta contro la Russia. Nonostante le reazioni degli alleati, in particolare della Germania, che indicano notevole preoccupazione, Macron è sembrato restare fedele a questa narrazione negli ultimi giorni, sostenendo che ora è il momento “in cui non è appropriato essere un codardo”.Il ministro della Difesa francese Sebastien Lecornu, tuttavia, ha affermato che la confusione causata dalle dichiarazioni di Macron dopo una conferenza degli alleati europei dell’Ucraina il 26 febbraio è dovuta al fatto che sono state “prese fuori contesto”. Mentre oggi è il cardinale Pietro Parolin, 69 anni, Segretario di Stato vaticano a precisare sul Corriere della Sera, che le parole di Bergoglio – che nel Paese di Papa Wojtyla hanno tanto sconvolto l’opinione pubblica – che la “prima condizione” sia di “mettere fine all’aggressione” e a cessare il fuoco debbano essere “innanzitutto gli aggressori”, cioè Mosca.


Ma sulle riflessioni di Macron in merito alla codardia non è mancata la dialettica distopica dell’ex presidente russo Dmitri Medvedev, che ha dato – usando la lingua francese – del “cacasotto” al capo dell’Eliseo, lasciando intendere che avrebbe paura ad andare a Kiev e rivelando ancora una volta la distanza siderale dal linguaggio della diplomazia e di qualsiasi negoziato. (di Cristina Giuliano)

Secondo Politico Biden pensa di condizionare gli aiuti militari a Israele all’attacco a Rafah

Secondo Politico Biden pensa di condizionare gli aiuti militari a Israele all’attacco a RafahRoma, 12 mar. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden potrebbe condizionare la consegna di aiuti militari americani a Israele a un eventuale attacco su larga scala a Rafah, secondo quattro funzionari statunitensi a conoscenza di questo dossier, citati da Politico. Un’ipotesi che al momento fonti ufficiali non confermano direttamente. “Non penso che sia produttivo assegnare una sorta di terminologia da ‘linea rossa’ a un insieme di politiche molto complesse”, ha spiegato una pofrtavoce della Casa Bianca, Olivia Dalton.


L’eventuale passo di Biden rifletterebbe le tensioni delle ultime settimane con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha respinto ogni tentativo dell’amministrazione Biden di frenare la sua condotta della guerra con Hamas nella Striscia di Gaza. Sebbene Biden non abbia preso alcuna decisione sulla limitazione dei futuri trasferimenti di armi, i funzionari hanno affermato che potrebbe farlo se Israele lanciasse una nuova operazione estremamente pericolosa per i civili palestinesi.


“È qualcosa a cui ha sicuramente pensato”, ha detto uno dei funzionari citati da Politico, a condizione di anonimato. Biden, a fine 2023, aveva definito l’idea di condizionare l’assistenza militare Usa un “pensiero utile”. In generale, il presidente ha sempre considerato le vittime civili di massa a Gaza come una “linea rossa”. “Non si possono avere altri 30.000 palestinesi morti”, ha ribadito Biden nei giorni scorsi a Msnbc.


La portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, Adrienne Watson, ha precisato a Politico che l’amministrazione Usa non commenterà “speculazioni di fonti anonime” né aggiungerà informazioni “a ciò che il presidente ha detto questo fine settimana”. Ma alla domanda sulla volontà di Biden di legare gli aiuti alle future azioni israeliane, la vice addetta stampa della Casa Bianca Olivia Dalton ha detto che “pensa che ci siano altri approcci già adottati e in adozione che siano più efficaci”. “Non penso che sia produttivo assegnare una sorta di terminologia da ‘linea rossa’ a un insieme di politiche molto complesse”, ha detto ai giornalisti a bordo dell’Air Force One. “Avete visto il presidente essere molto esplicito e schietto su ciò che pensiamo della situazione sul campo e su ciò che deve accadere da qui in poi”.

Nella versione televisiva breve degli Oscar tagliato “20 giorni a Mariupol”

Nella versione televisiva breve degli Oscar tagliato “20 giorni a Mariupol”Milano, 12 mar. (askanews) – Nella versione televisiva internazionale abbreviata della 96esima cerimonia di premiazione dell’Oscar, gli organizzatori hanno tagliato la premiazione del “Miglior documentario lungometraggio”, del film documentario ucraino “20 giorni a Mariupol” del regista Mstislav Chernov.


Alle 20.30 ieri sul canale televisivo Suspilne Kultura, che quest’anno per la seconda volta è l’emittente esclusiva della cerimonia di premiazione degli “Oscar” in Ucraina, era prevista la trasmissione della versione internazionale abbreviata, ma dopo aver ricevuto il materiale per la trasmissione dagli organizzatori, la squadra ha scoperto che non ci sono i documentaristi ucraini a ritirare il premio. Il team di Suspilne ha espresso la propria indignazione agli organizzatori del premio di quest’anno, The Walt Disney Company Limited e, invece della versione abbreviata, ha mostrato al pubblico ucraino la versione completa, trasmessa in diretta sul canale televisivo Suspilne Kultura la notte precedente.


“Il nostro team è rimasto scioccato e profondamente deluso quando non ha visto la nomination “Miglior documentario lungometraggio” nel montaggio della versione internazionale, dove il film “20 giorni a Mariupol” ha vinto il giusto premio. Il potente discorso di Mstislav Chernov ha sottolineato l’unità tra l’Ucraina e il mondo: è ancora più deplorevole vedere l’esclusione di questo episodio pieno di verità e forza dalla versione distribuita ai licenziatari globali del premio Oscar. Ricordiamo che l’anno scorso per la stessa nomination, in cui vinse il film documentario su Navalny, c’era un posto nella versione abbreviata, così come per il discorso politico di sua moglie Yulia Navalnaya, che ha ricevuto questo premio, apparentemente apolitico. Ci auguriamo che gli organizzatori del premio ascoltino la nostra protesta “, ha affermato Lukyan Galkin, produttore esecutivo del canale televisivo. IL PRIMO “OSCAR” PER L’UCRAINA Il film “20 giorni a Mariupol” del corrispondente di guerra Mstislav Chernov e del fotografo Yevgeny Maloletka ha vinto il premio “Oscar” nella categoria “Miglior documentario”. Questo è il primo film ucraino a vincere questo prestigioso premio dell’American Film Academy.


Durante la cerimonia di premiazione, Chernov ha sottolineato che l’Oscar del suo film è stato un momento fondamentale per il cinema ucraino, ma allo stesso tempo il regista ha ammesso che avrebbe preferito non girare mai questo film e che avrebbe scambiato il premio con la pace che esisteva in Ucraina. prima dell’invasione russa. “20 giorni a Mariupol” è il lavoro documentario di Mstislav Chernov, che nel marzo 2022, insieme al suo collega fotografo Yevhen Maloletka, fu l’ultimo dei giornalisti civili rimasti a Mariupol, che era sotto un assedio da parte delle truppe russe.

L’Onu: gli abusi sessuali di Hamas sugli ostaggi non legittimino nuovi atti di guerra

L’Onu: gli abusi sessuali di Hamas sugli ostaggi non legittimino nuovi atti di guerraMilano, 12 mar. (askanews) – La prova che alcuni degli ostaggi presi da Hamas il 7 ottobre sono stati violentati non legittima ulteriori azioni militari israeliane, dice Pramila Patten, Rappresentante speciale del Segretario generale Onu sulla violenza sessuale nei conflitti. “Di fatto, crea una richiesta morale per un cessate il fuoco umanitario, per porre fine alle sofferenze indescrivibili inflitte ai civili palestinesi a Gaza, e per garantire il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”, ha detto Patten al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dove per il Ministero degli Esteri israeliano era presente il ministro Israel Katz. Patten è l’inviata speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale nelle aree di conflitto. La scorsa settimana ha affermato che ci sono ragionevoli motivi per ritenere che Hamas abbia violentato e sottoposto donne a torture sessuali e ad altri trattamenti dannosi e inumani durante l’attacco del 7 ottobre contro Israele.