Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Secondo i media della Svezia l’adesione alla Nato sarà pronta entro una o due settimane

Secondo i media della Svezia l’adesione alla Nato sarà pronta entro una o due settimaneStoccolma, 3 mar. (askanews) – “La Nordic Response – che inizia oggi e durerà fino al 15 marzo – potrebbe essere la prima esercitazione della NATO a cui la Svezia partecipa come paese della NATO: si prevede che l’adesione sarà pronta entro una o due settimane”. Lo scrive oggi il quotidiano Svenska Dagbladet aggiungendo che “ciò significherebbe che tutti i paesi nordici apparterrebbero per la prima volta alla stessa alleanza di difesa. L’ambizione è quella di integrarli militarmente per creare un’efficace difesa comune sotto la guida dell’allenaza”. Secondo il quotidiano svedese, con la presente esercitazione “la NATO sta testando un centro per le operazioni aeree nordiche allestito per l’esercitazione a Bodo, in Norvegia”.


“Con la Nordic Response inizia la seconda fase dell’esercitazione Steadfast Defender. La prima riguardava il trasporto di rifornimenti ed equipaggiamento militari dagli Stati Uniti attraverso l’Atlantico con un livello di minaccia elevato. I rinforzi aiuterebbero l’Europa a difendersi da un attacco da est. Tuttavia, la Russia non è citata per nome”, precisa.

M.O., Hamas: se Israele accetta richieste, tregua possibile in 24-48 ore

M.O., Hamas: se Israele accetta richieste, tregua possibile in 24-48 oreRoma, 3 mar. (askanews) – Un alto funzionario di Hamas ha detto all’Afp che se Israele dovesse soddisfare le richieste del movimento – che includono un ritiro militare da Gaza e un aumento degli aiuti umanitari – ciò “aprirebbe la strada a un accordo entro le prossime 24-48 ore”.


Secondo quanto riferito da fonti di stampa, gli inviati di Stati Uniti, Qatar e Hamas sono già arrivati al Cairo, dove sono previsti nuovi negoziati per una tregua temporanea e uno scambio di prigionieri con Israele, mentre tutte le parti si stanno affrettando per concordare una sospensione delle ostilità prima del Ramadan, il mese di digiuno musulmano che inizia tra il 10 e l’11 marzo.

M.O., Sanità Gaza: 90 morti in raid Israele delle ultime 24 ore

M.O., Sanità Gaza: 90 morti in raid Israele delle ultime 24 oreRoma, 3 mar. (askanews) – Novanta persone sono state uccise nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore, ha detto oggi il ministero della Sanità dell’enclave palestinese, portando il bilancio delle vittime nella Striscia a 30.410 vittime dal 7 ottobre.


Tra le vittime figurano 11 persone uccise in un attacco aereo israeliano su un campo profughi vicino a un ospedale ostetrico, ha precisato il ministero, secondo cui diverse vittime sarebbero ancora sotto le macerie. I feriti nelle ultime 24 ore sarebbero invece almeno 177; il bilancio totale dal 7 ottobre, in questo caso, ammonta 71.700.


Oggi intanto l’esercito israeliano ha affermato di aver condotto “una vasta serie” di attacchi notturni contro “infrastrutture e operatori terroristici” nella parte occidentale di Khan Younis. Durante gli attacchi, l’esercito israeliano ha spiegato di aver ucciso militanti di Hamas che operavano da strutture urbane civili. Tra le infrastrutture prese di mira durante la notte figurano aree sotterranee, postazioni di lancio di missili anticarro e luoghi di incontro, hanno affermato le forze di difesa israeliane.

Gli Usa hanno avviato il lancio di aiuti aerei nella Striscia di Gaza

Gli Usa hanno avviato il lancio di aiuti aerei nella Striscia di GazaRoma, 2 mar. (askanews) – Gli Stati Uniti hanno effettuato il primo lancio di aiuti aerei nella Striscia di Gaza servendosi di tre aerei C-130. Lo hanno dichiarato all’agenzia di stampa Reuters due funzionari di Washington. I tre aerei hanno sganciato 66 pacchi contenenti circa 38mila pasti a Gaza alle 14.30 ora italiana, secondo i due funzionari, che hanno parlato a condizione dell’anonimato prima di un annuncio pubblico.


Il lancio dovrebbe essere il primo di molti annunciati dal presidente statunitense Joe Biden ieri. Gli aiuti saranno coordinati con la Giordania, che ha a sua volta effettuato lanci aerei per consegnare cibo a Gaza.Il portavoce della Casa Bianca per la sicurezza nazionale, John Kirby, ha dichiarato ieri che i lanci aerei sono stati pianificati per fornire assistenza umanitaria d’emergenza in modo sicuro alle persone a terra. Il C-130 dell’aeronautica militare è stato utilizzato negli anni passati per effettuare aviolanci umanitari in Afghanistan, Iraq, Haiti e altre località.


 

La madre di Navalny al cimitero in visita alla tomba del figlio

La madre di Navalny al cimitero in visita alla tomba del figlioRoma, 2 mar. (askanews) – La madre di Alexsei Navalny, il principale oppositore di Vladimir Putin morto in carcere in circostanze poco chiare, ha visitato oggi la sua tomba, all’indomani del funerale al quale migliaia di russi hanno reso omaggio, rischiando l’arresto.


Navalny, il più inflessibile critico del presidente russo in oltre un decennio, è morto il 16 febbraio all’età di 47 anni in una colonia carceraria dell’Artico, dove stava scontando una condanna a 19 anni per “estremismo”. I molteplici processi intentati contro di lui sono stati ampiamente denunciati come un modo per punirlo per la sua opposizione a Putin. Già presente quando la bara è stata deposta ieri, la madre del leader dell’opposizione, Lyudmila Navalnaya, ha visitato nuovamente questa mattina presto la sua tomba, coperta di fiori e corone, nel cimitero di Borisovo, a sud di Mosca, secondo quanto riportato dai giornalisti della France Presse. Era accompagnata da Alla Abrossimova, madre della vedova di Alexsei Navalny, Yulia Navalnaya.Yulia Navalnaya, i due figli della coppia e il fratello di Alexsei Navalny vivono all’estero e non hanno partecipato al funerale, dove avrebbero potuto essere arrestati per essersi opposti al presidente russo. La vedova di Navalny si è impegnata a continuare il lavoro del marito e negli ultimi giorni ha ripetuto più volte che Putin ha “assassinato” suo marito.


Oggi i giornalisti della France hanno visto un piccolo numero di persone deporre fiori sulla sua tomba e una continua presenza della polizia nel cimitero, vicino alle rive della Moscova. Migliaia di sostenitori di Navalny hanno fatto ieri la fila per ore per rendergli omaggio. Mentre si riversavano da una chiesa vicina al cimitero, alcuni hanno scandito “No alla guerra!” e altri slogan a sostegno di Navalny, definendo Putin “assassino” e chiedendo il “rilascio dei prigionieri politici”. L’ong per i diritti umani OVD-Info ha dichiarato che ieri la polizia russa ha arrestato almeno 128 persone che partecipavano ai tributi a Navalny in 19 città.Le scene di migliaia di persone che marciano a sostegno di Alexei Navalny, chiedendo la fine dell’aggressione russa all’Ucraina e criticando il Cremlino, non si vedevano in Russia dai primi giorni dopo che Mosca aveva ordinato a centinaia di migliaia di truppe di attraversare il confine alla fine del febbraio 2022. Da allora, il Cremlino ha inferto un duro giro di vite al dissenso e ha usato nuove e severe leggi sulla censura militare per perseguire centinaia di persone che si sono espresse pubblicamente contro l’offensiva.

Con la Svezia la Nato è al centro del Baltico, davanti a Kaliningrad

Con la Svezia la Nato è al centro del Baltico, davanti a KaliningradKarlskrona (Svezia), 2 mar. (askanews) – Il luogo comune sulla Svezia è che sia un paradiso di imparzialità e non belligeranza. Ma arrivando a Karlskrona, nel sud del paese e al centro del mar Baltico, la vibrante fortezza, con i suoi secoli di storia, racconta qualcosa di diverso. La distanza aerea con la russa Kaliningrad e le testate nucleari dislocate da Mosca è di soli 348 chilometri. L’arcipelago antistante alla base navale spiega i motivi per i quali Carlo XI (1655-97) decise di fondarla: la marina era all’epoca lo strumento principale con cui la Svezia poteva esercitare un controllo effettivo sui suoi nuovi territori dall’altra parte del mar Baltico e a differenza di Stoccolma, questa base navale era libera dai ghiacci per gran parte dell’anno.


Oggi Karlskrona e la contea di Blekinge è sede anche di una base aerea e ha una posizione geostrategica che, una volta parte del sistema difensivo della Nato, potranno offrire una significativa centralità sul Baltico. “All’inizio nel Parlamento svedese c’erano pochissimi partiti che sostenevano l’adesione alla NATO, ma sono diventati sempre di più, e ora sono la maggioranza” afferma in una intervista ad askanews Annicka Engblom, presidente del Consiglio Atlantico svedese, già parlamentare per i Moderati del parlamento con un passato come analista presso la FRA, i servizi segreti della difesa svedese. “Abbiamo visto l’invasione illegale e totale della Russia in Ucraina due anni fa, l’opinione pubblica e l’opinione politica, nonché la percentuale dei partiti, sono cambiate da un giorno all’altro”, aggiunge. “E insieme a ciò, naturalmente, è arrivata anche la consapevolezza del popolo svedese su quale sia la posta in gioco”. L’antica città militare situata sulla terraferma e sulle isole più orientali dell’arcipelago di Blekinge conserva tutto il suo fascino ma anche una posizione avanzata. La Russia, spiega Engblom ha dimostrato con l’invasione dell’Ucraina che “non accetta accordi, non tiene conto dei diritti delle persone, delle leggi di guerra”. E la dimostrazione ha portato al “punto di svolta” per la Svezia. Proprio in queste ore un nuovo sondaggio ha mostrato un chiaro ed evidente sostegno da parte degli svedesi per l’adesione alla Nato, che nonostante le numerose difficoltà incontrate sul cammino – a differenza della Finlandia – il Paese vuole con sempre più convinzione. Secondo un’indagine demoscopica condotta dalla società di analisi Indikator per l’emittente svedese SR, il 55% degli svedesi ritiene che il Paese scandinavo “abbia fatto troppi sacrifici per aderire alla Nato” ma, il 77% ritiene che “la sicurezza della Svezia sarà rafforzata” dalla sua adesione. L’indagine ha intervistato 2.413 persone nel mese di febbraio. “Il sondaggio di stamattina vede che la quota ha superato il 70%” spiega Engblom. “Il Consiglio Atlantico svedese è stato fondato nel 1996 con uno dei suoi obiettivi principali: promuovere l’adesione della Svezia alla NATO, quindi in qualità di Presidente dell’organizzazione da 4 anni, sono ovviamente felice che l’obiettivo principale sia stato raggiunto e dell’alta percentuale pro-NATO, a favore dell’adesione del popolo svedese. Sono anche, a livello personale, ovviamente molto felice che ora siamo finalmente membri della NATO, dopo aver combattuto per questo durante tutti i miei 16 anni in Parlamento”.


Quanto è stato veloce e quanto è stato storico in un certo senso il cambio di opinione degli svedesi? “Ebbene, penso che per spiegarlo dobbiamo andare un po più indietro nella storia” risponde Engblom. “Come sapete, sin dalla fine della II guerra mondiale, la Svezia ha mantenuto una posizione neutrale e non allineata in materia di politica di sicurezza estera. Ma da quando siamo entrati come membri del Parlamento Europeo, non siamo più stati neutrali, da quando facciamo parte dell’Unione Europea (1994, 1995 in effetti)”. Ma negli anni “la neutralità ha portato la Svezia a costruire un’industria della difesa molto forte”. Si legge e si sente dire spesso che i russi cercano di influenzare l’opinione pubblica svedese: come lo fanno? come possono influenzare le persone dalla TV, dai media? “Come fanno in Italia, presumo, facendo disinformazione, facendo dei reportage che stravolgono le storie vere. E questo è una sfida molto importante non solo per la società e ovviamente per i governi e le autorità, ma anche per i media. Serve l’accertamento dei fatti. E penso che questo lo riconosciate anche in Italia. E c’è una disinformazione continua, non direi programmatica, ma quotidiana, e anche attacchi costanti quando si tratta di IT. Tenete conto che la Svezia è un Paese molto digitalizzato. Quindi siamo molto vulnerabili in questo senso”, aggiunge. Un altro aspetto che talora viene dimenticato, è che a queste latitudini la visione del mondo è allargata. “La politica estera è sempre stata una parte molto importante della discussione politica in Svezia” afferma l’ex parlamentare. “Ciò ha a che fare anche con la politica europea. Ora, insieme con l’adesione alla NATO, che in un certo senso si allarga, con lei si ampliano anche le nostre politiche, la politica di sicurezza dei paesi europei, ma anche il legame transatlantico con gli Stati Uniti, con il Canada e con tutti i Paesi membri”. Un segno distintivo per questa parte di Europa e di mondo: “se si guarda, ad esempio, alla campagna in corso negli Stati Uniti, i temi chiave non hanno molto a che fare con la politica estera. Questo è esattamente il contrario nei paesi nordici, come abbiamo potuto osservare anche nelle recenti presidenziali finlandesi”. (di Cristina Giuliano e Serena Sartini).

Con Svezia la Nato è al centro del Baltico, davanti a Kaliningrad

Con Svezia la Nato è al centro del Baltico, davanti a KaliningradKarlskrona (Svezia), 2 mar. (askanews) – (di Cristina Giuliano e Serena Sartini). Il luogo comune sulla Svezia è che sia un paradiso di imparzialità e non belligeranza. Ma arrivando a Karlskrona, nel sud del paese e al centro del mar Baltico, la vibrante fortezza, con i suoi secoli di storia, racconta qualcosa di diverso. La distanza aerea con la russa Kaliningrad e le testate nucleari dislocate da Mosca è di soli 348 chilometri. L’arcipelago antistante alla base navale spiega i motivi per i quali Carlo XI (1655-97) decise di fondarla: la marina era all’epoca lo strumento principale con cui la Svezia poteva esercitare un controllo effettivo sui suoi nuovi territori dall’altra parte del mar Baltico e a differenza di Stoccolma, questa base navale era libera dai ghiacci per gran parte dell’anno.


Oggi Karlskrona e la contea di Blekinge è sede anche di una base aerea e ha una posizione geostrategica che, una volta parte del sistema difensivo della Nato, potranno offrire una significativa centralità sul Baltico. “All’inizio nel Parlamento svedese c’erano pochissimi partiti che sostenevano l’adesione alla NATO, ma sono diventati sempre di più, e ora sono la maggioranza” afferma in una intervista ad askanews Annicka Engblom, presidente del Consiglio Atlantico svedese, già parlamentare per i Moderati del parlamento con un passato come analista presso la FRA, i servizi segreti della difesa svedese. “Abbiamo visto l’invasione illegale e totale della Russia in Ucraina due anni fa, l’opinione pubblica e l’opinione politica, nonché la percentuale dei partiti, sono cambiate da un giorno all’altro”, aggiunge. “E insieme a ciò, naturalmente, è arrivata anche la consapevolezza del popolo svedese su quale sia la posta in gioco”. L’antica città militare situata sulla terraferma e sulle isole più orientali dell’arcipelago di Blekinge conserva tutto il suo fascino e anche una posizione avanzata. La Russia, spiega Engblom, ha dimostrato con l’invasione dell’Ucraina che “non accetta accordi, non tiene conto dei diritti delle persone, delle leggi di guerra”. E la dimostrazione ha portato al “punto di svolta” per la Svezia.


Proprio in queste ore un nuovo sondaggio ha mostrato un chiaro ed evidente sostegno da parte degli svedesi per l’adesione alla Nato, che nonostante le numerose difficoltà incontrate sul cammino – a differenza della Finlandia – il Paese vuole con sempre più convinzione. Secondo un’indagine demoscopica condotta dalla società di analisi Indikator per l’emittente svedese SR, il 55% degli svedesi ritiene che il Paese scandinavo “abbia fatto troppi sacrifici per aderire alla Nato” ma, il 77% ritiene che “la sicurezza della Svezia sarà rafforzata” dalla sua adesione. L’indagine ha intervistato 2.413 persone nel mese di febbraio. “Il sondaggio di stamattina vede che la quota ha superato il 70%” spiega Engblom. “Il Consiglio Atlantico svedese è stato fondato nel 1996 con uno dei suoi obiettivi principali: promuovere l’adesione della Svezia alla NATO, quindi in qualità di Presidente dell’organizzazione da 4 anni, sono ovviamente felice che l’obiettivo principale sia stato raggiunto e dell’alta percentuale pro-NATO, a favore dell’adesione del popolo svedese. Sono anche, a livello personale, ovviamente molto felice che ora siamo finalmente membri della NATO, dopo aver combattuto per questo durante tutti i miei 16 anni in Parlamento”. Quanto è stato veloce e quanto è stato storico in un certo senso il cambio di opinione degli svedesi? “Ebbene, penso che per spiegarlo dobbiamo andare un po’ più indietro nella storia” risponde Engblom. “Come sapete, sin dalla fine della II guerra mondiale, la Svezia ha mantenuto una posizione neutrale e non allineata in materia di politica di sicurezza estera. Ma da quando siamo entrati come membri del Parlamento Europeo, non siamo più stati neutrali, da quando facciamo parte dell’Unione Europea (1994, 1995 in effetti)”. Ma negli anni “la neutralità ha portato la Svezia a costruire un’industria della difesa molto forte”.


Si legge e si sente dire spesso che i russi cercano di influenzare l’opinione pubblica svedese: come lo fanno? come possono influenzare le persone dalla TV, dai media? “Come fanno in Italia, presumo, facendo disinformazione, facendo dei reportage che stravolgono le storie vere. E questo è una sfida molto importante non solo per la società e ovviamente per i governi e le autorità, ma anche per i media. Serve l’accertamento dei fatti. E penso che questo lo riconosciate anche in Italia. E c’è una disinformazione continua, non direi programmatica, ma quotidiana, e anche attacchi costanti quando si tratta di IT. Tenete conto che la Svezia è un Paese molto digitalizzato. Quindi siamo molto vulnerabili in questo senso”, aggiunge. Un altro aspetto che talora viene dimenticato, è che a queste latitudini la visione del mondo è allargata. “La politica estera è sempre stata una parte molto importante della discussione politica in Svezia” afferma l’ex parlamentare. “Ciò ha a che fare anche con la politica europea. Ora, insieme con l’adesione alla NATO, che in un certo senso si allarga, con lei si ampliano anche le nostre politiche, la politica di sicurezza dei paesi europei, ma anche il legame transatlantico con gli Stati Uniti, con il Canada e con tutti i Paesi membri”. Un segno distintivo per questa parte di Europa e di mondo: “se si guarda, ad esempio, alla campagna in corso negli Stati Uniti, i temi chiave non hanno molto a che fare con la politica estera. Questo è esattamente il contrario nei paesi nordici, come abbiamo potuto osservare anche nelle recenti presidenziali finlandesi”.

Biden: nei prossimi giorni paracaduteremo aiuti a Gaza

Biden: nei prossimi giorni paracaduteremo aiuti a GazaRoma, 2 mar. (askanews) – “Nei prossimi giorni, gli Stati Uniti effettueranno lanci di aiuti a Gaza, raddoppieranno i nostri sforzi per aprire un corridoio marittimo ed espanderanno le consegne via terra”. Lo fa sapere il presidente americano Joe Biden, in un post su X.


“Gli aiuti che affluiscono a Gaza non sono affatto sufficienti. Dobbiamo tutti fare di più. E gli Stati Uniti faranno di più”. “Stiamo cercando di raggiungere un accordo tra Israele e Hamas sulla restituzione degli ostaggi e un cessate il fuoco immediato a Gaza per almeno le prossime sei settimane, per consentire il flusso di aiuti attraverso l’intera Striscia di Gaza, non solo per il sud ma l’intera Striscia di Gaza” ha detto il presidente Biden. Nell’incontro, si legge in una nota della Casa Bianca, Meloni e Biden “hanno discusso degli sviluppi in Medio Oriente, compresa l’importanza di prevenire un’escalation a livello regionale”. Entrambi “hanno riaffermato il loro impegno a favore del diritto di Israele all’autodifesa in linea con il diritto internazionale” e “hanno sottolineato l’urgente necessità di aumentare le consegne di assistenza umanitaria salvavita in tutta Gaza”.

Nuovo appello di Zelensky: abbiamo bisogno di più sistemi di difesa aerea

Nuovo appello di Zelensky: abbiamo bisogno di più sistemi di difesa aereaRoma, 2 mar. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato un nuovo appello per il sostegno militare a Kiev allo scopo di “proteggere efficacemente” il popolo “dal terrorismo russo”.


“La Russia continua a condurre la guerra contro i civili. Ha lanciato un attacco notturno utilizzando i droni Shahed su Kharkiv, Odessa e le città della regione di Sumy. Uno dei droni ha colpito un edificio residenziale a Odessa, distruggendo 18 appartamenti”, ha scritto Zelensky su X. “Attualmente sono stati confermati due morti e altri otto feriti, tra cui un bambino. Le mie condoglianze vanno alle famiglie e ai cari del defunto”, ha aggiunto il presidente ucraino. Zelensky ha spiegato che “le operazioni di ricerca e salvataggio continuano 24 ore su 24”. “Tutti i servizi sono in loco. Le persone ricevono tutta l’assistenza necessaria. Ringrazio tutti i soggetti coinvolti”, ha detto ancora il presidente.


“Abbiamo bisogno di maggiori capacità di difesa aerea da parte dei nostri partner. Lo scudo aereo ucraino deve essere rafforzato per proteggere efficacemente il nostro popolo dal terrorismo russo. Più sistemi di difesa aerea e missili di difesa aerea sono ciò che salva vite umane”, ha concluso Zelensky.

Nato, Protezione Civile Svezia: “Se attaccati, c’è difesa totale”

Nato, Protezione Civile Svezia: “Se attaccati, c’è difesa totale”Blekinge (Svezia), 2 mar. (askanews) – “Dobbiamo preparare la società all’eventualità di una guerra: noi tutti siamo coinvolti”: a parlare ad askanews è Peter Ryman, Direttore dell’ufficio regionale della Protezione Civile della Contea di Blekinge, sede di una storica base navale al centro del Baltico, a Karlskrona. “La Svezia possiede quella che chiamiamo ‘difesa totale’ – sottolinea Ryman ricevendoci nella sede dell’ufficio regionale della cittadina che affaccia sul Mar Baltico – e si basa su due pilastri: la protezione civile e la difesa militare. La parte civile della difesa riguarda tutte le azioni che dobbiamo intraprendere per proteggere la società. Tra queste, l’assistenza sanitaria, l’acqua, l’elettricità, la gestione di una situazione di emergenza. Dobbiamo prenderci cura dei bambini, degli anziani. Dobbiamo preparare la società all’eventualità di una guerra. In questo sono coinvolti tanti attori: le agenzie governative, le organizzazioni di volontariato, le organizzazioni sanitarie. Insieme formano la protezione civile”.


In occasione della conferenza annuale sulla sicurezza e la difesa che si è svolta a Salen, il ministro svedese della Difesa civile, Carl-Oskar Bohlin, ha esortato i suoi connazionali a prepararsi alla guerra. “Penso che con l’adesione della Svezia alla Nato – risponde Ryman – occorra cambiare mentalità nel pensare che la guerra possa arrivare. Non abbiamo mai avuto questo livello di sicurezza in Europa dalla seconda guerra mondiale. Credo che il nostro ministro intendesse dire che bisogna essere preparati alla guerra che è la peggiore delle situazioni. Se si è preparati per quel tipo di crisi – prosegue il Direttore della Difesa Civile – sarà certamente più semplice gestire altri tipi di emergenze, come un’alluvione, un incendio”. Come siete preparati all’eventualità peggiore di una guerra? “Come amministrazione di Blekinge dobbiamo coordinare la situazione, gestire tutti gli aspetti organizzativi e far sì che le forze armate possano eventualmente combattere, in caso di attacco”, dice.


Per Ryman, quella di Blekinge potrà diventare una base strategica importante per l’intera Alleanza Atlantica. “La cosa più importante sarà occuparsi del supporto della nazione ospitante – sottolinea -. Penso che la Nato impiegherà delle forze – fanteria, truppe, navi, aerei – a Blekinge e noi dovremo occuparci del sostegno. Ciò significa elettricità, assistenza sanitaria, acqua, trasporti, logistica”. “Blekinge è un luogo molto strategico nel Mar Baltico – prosegue – e credo che l’adesione alla Nato aumenterà la nostra sicurezza. Se guardate la mappa, siamo al centro del Mar Baltico. Abbiamo l’Europa molto vicina”.