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Francia verso domenica dei duelli: ben 405 decidono legislative

Francia verso domenica dei duelli: ben 405 decidono legislativeNizza (Francia), 3 lug. (askanews) – Ben 405 duelli e 94 triangolari: così la destra di Rassemblement national si gioca domenica la prima possibilità reale di andare al potere in Francia, anche se la tattica della “desistenza” o “fare muro”, affilata e usata da sinistra e macronisti, ha ridotto un po’ le certezze di Marine Le Pen e Jordan Bardella. E mentre domenica 30 giugno al primo turno sono stati eletti 76 deputati – tra cui 39 di Rn e dei suoi alleati – alcuni pesi massimi, persino ministri, hanno rimesso in gioco il loro posto nell’emiciclo il 7 luglio.


Quindi per il 7 luglio non è deciso nulla. Anzi: “Ritirarsi oggi per gli eletti di sinistra contro Rn non significa governare domani con la LFI”, ha dichiarato oggi Emmanuel Macron al Consiglio dei ministri (secondo quanto riferito a Franceinfo da diversi partecipanti). Una posizione già difesa in mattinata da Gabriel Attal su France Inter e anche da Gerard Darmanin, che complica ulteriormente il quadro. E nessuna previsione si può fare con precisione sull’esito delle elezioni. Molto dipende anche dai big in campo. Eccone alcuni, con tutte le insicurezze del caso:


FRANCOIS HOLLANDE – CORREZE Il secondo turno di Correze appare incerto per Francois Hollande. Arruolato dal Nuovo Fronte Popolare, è arrivato primo al primo turno con il 37,6%, davanti al candidato del Rassemblement National Maité Pouget (30,9%) e al deputato uscente dei Les Republicains Francis Dubois (28,6%). Ritiratosi dall’arena politica dalla fine del suo mandato nel 2017, questa candidatura alle elezioni legislative dell’ex presidente socialista ha segnato il suo ritorno sulla scena nazionale.


ERIC CIOTTI – ALPI MARITTIME (PROVENZA – COSTA AZZURRA) Nessuna suspense nel triangolare della prima circoscrizione delle Alpi Marittime. Il repubblicano ribelle Eric Ciotti è molto sicuro del suo territorio e dovrebbe essere rieletto deputato, questa volta con il sostegno di Rn. Il contestato presidente del partito conservatore, artefice dell’alleanza LR-RN, ha raccolto il 41% dei voti, ben davanti al ribelle Olivier Salerno (26,6%). Al 3° posto, Graig Monetti, candidato della maggioranza presidenziale (22,8%), ha rifiutato di ritirarsi, andando contro le istruzioni date da Gabriel Attal.


MARIE-CAROLINE LE PEN – SARTHE Nella quarta circoscrizione elettorale della Sarthe, Marie-Caroline Le Pen, sorella di Marine (e suocera di Bardella), paracadutata nella roccaforte di Francois Fillon, è arrivata prima sul podio al primo turno delle elezioni legislative. La candidata di Rn ha ottenuto il 39,26% dei voti e gode di un vantaggio favorevole. ELISABETH BORNE – CALVADOS L’ex premier Elisabeth Borne traballa parecchio. Candidata alla rielezione, l’ex Primo Ministro si è classificata seconda nella sesta circoscrizione di Calvados con il 28,93% dei voti alla fine del primo turno, dove il candidato del RN Nicolas Calbrix ha raccolto il 36,26% dei voti. Borne può comunque sperare di recuperare dopo il ritiro del suo ex avversario nel 2022, Noé Gauchard (23,16%), arrivato in terza posizione. GERALD DARMANIN – TOURCOING Gérald Darmanin, primo nella sua circoscrizione elettorale di Tourcoing (36%), ha solo 900 voti davanti al candidato della Rn Bastien Verbrugghe (34,3%). Il tutto non sorprende, visto che alle elezioni europee Jordan Bardella è finito in testa in questa circoscrizione elettorale con il 35,5% dei voti. Ma ora bisogna capire se la tattica della desistenza lo aiuterà: terza qualificata, il candidato del Nuovo Fronte Popolare (NFP) Leslie Mortreux (24,8%), si è ritirato per bloccare la destra. Ma niente è meno sicuro. Tanto più che Darmanin ha dichiarato che non “mai” si alleerà con “l’estrema sinistra”: quando si dice la gratitudine. GABRIEL ATTAL – HAUTS DE SEINE Nella decima circoscrizione elettorale di Hauts de Seine, gode di una situazione relativamente comoda ma è forse l’unico che non può usare la carta della deistenza: l’attuale primo ministro Gabriel Attal è arrivato primo al primo turno delle elezioni legislative di domenica 30 giugno con il 43,85% dei voti. Ma nonostante la percentuale ottima, non è a suo agio come nel 2022 per il secondo turno del 7 luglio. Solo otto punti lo separano dalla candidata socialista Cécile Soubelet (35,53%) mentre non è qualificato il candidato di Rn, al terzo posto con il 12,21% dei voti.

Usa, Cnn: “importanti” dem vogliono ritiro Biden questa settimana

Usa, Cnn: “importanti” dem vogliono ritiro Biden questa settimanaMilano, 3 lug. (askanews) – La testardaggine di Joe Biden è diventata negli anni la sua cifra stilistica ma ora “importanti” esponenti del partito Democratico americano vogliono il suo ritiro dalla corsa elettorale per la Casa Bianca, questa settimana. Lo riporta Cnn sul suo sito, in un articolo particolarmente esplicito, dopo che ieri sera la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre nel briefing usuale è stata sottoposta a una pesante raffica di domande sulla salute fisica e mentale di Biden, in seguito al dibattito con Donald Trump. Una serie interminabile – e per certi versi crudele – di domande, tutte molto simili, culminate con un giornalista che le ha chiesto se il presidente degli Stati Uniti fosse affetto da demenza senile. Lei, educatamente ha risposto, con un “no”, ripetendo più volte che Biden ha avuto semplicemente una serata nera e che era ancora raffreddato.


Alcuni media sono agguerriti: il comitato editoriale del New York Times – che non ha appoggiato Biden nelle primarie democratiche del 2020 – ha chiesto al presidente di abbandonare la corsa. Mentre il senatore del Delaware Chris Coons, il più stretto alleato politico di Biden, ha detto alla Cnn che vorrebbe vedere il presidente contrastare la narrazione di essere troppo vecchio e incompetente per il lavoro, facendo più eventi pubblici e interviste. Coons a Fox29 ha risposto: “Ciò di cui abbiamo bisogno è lo stesso Joe Biden che ha tenuto un discorso forte e incisivo sulle spiagge della Normandia”. E ovviamente un ritiro di Biden sarebbe nell’interesse di chi per vari motivi non condivide la sua posizione sull’Ucraina e la incomparabile capacità che ha avuto di costruire una grande coalizione, compatta e coesa su questo fronte, oppure il modo con il quale ha affrontato la devastante crisi in Medio Oriente, insieme con la sua squadra di alto profilo. Intanto sul suo social “Truth”, Trump si sfrega le mani e parla di un sondaggio proprio di Cnn che lo darebbe al 49% contro il 43% di Biden, che oggi dovrebbe incontrare i governatori democratici e i leader del Congresso, secondo quanto detto ieri dalla Casa Bianca. L’annuncio è arrivato dopo che la Cnn ha riferito che alcuni governatori hanno espresso preoccupazioni sulla performance del presidente nel dibattito. I governatori, ha detto una fonte, erano poco propensi a rendere pubbliche le loro preoccupazioni per paura che ciò avrebbe potuto abbattere Biden ulteriormente. “C’è un ampio e crescente gruppo di democratici della Camera preoccupati per la candidatura del presidente, che rappresentano un’ampia fascia del caucus”, ha detto un deputato democratico della Camera alla Cnn, a condizione di anonimato. “Siamo profondamente preoccupati per la sua traiettoria e la sua capacità di vincere. Vogliamo dargli spazio per prendere una decisione (di farsi da parte), ma saremo sempre più espliciti riguardo alle nostre preoccupazioni se non lo farà”.


L’incontro diretto con Biden, sperando che prendesse la decisione da solo, sarebbe stato più volte rimandato, ma la pazienza si sta esaurendo, avrebbero detto alla Cnn diversi democratici, tra segnali che Biden non ha preso alcuna iniziativa per considerare seriamente le crescenti preoccupazioni. Il tutto prima di eventi molto importanti la prossima settimana: martedì, ABC News ha annunciato che Biden si siederà con George Stephanopoulos per la sua prima intervista televisiva dopo il dibattito, con clip in onda già venerdì. E la prossima settimana è anche il momento del summit Nato di Washinton, dove secondo Karine Jean-Pierre, Biden terrà una conferenza stampa. Caparbio e risoluto, Biden ha fatto della sua testardaggine negli anni la sua cifra stilistica. Ma ora soltanto la famiglia del presidente e il suo staff sembrano sostenere la sua decisione di continuare la campagna, mentre il dibattito con Trump appare il miglior appiglio per chi lo vuole fuori. “Una parola che sai di Biden: testardo”, ha detto a Cnn un alto funzionario democratico che ha pubblicamente sostenuto Biden in passato ma che in privato pensa che debba farsi da parte. “Stanno cercando di dargli lo spazio per rendersi conto di che disastro si tratti”.


Il deputato democratico Lloyd Doggett del Texas è stato il primo a rompere le righe. Ma non è l’unico ormai. “Dobbiamo essere onesti con noi stessi, non è stata solo una notte orribile”, ha detto il deputato dell’Illinois Mike Quigley. “Deve chiaramente capire, credo, che quello a cui sta arrivando qui è che la sua decisione non solo ha un impatto su chi servirà alla Casa Bianca nei prossimi quattro anni, ma anche su chi servirà al Senato, chi servirà alla Camera e avrà implicazioni per i decenni a venire”. Durante un’intervista su MSNBC tenutasi martedì, l’ex presidente della Camera Nancy Pelosi e democratica della California, ha sottolineato che spetta a Biden decidere se farsi da parte o meno e ha affermato di aver sentito commenti “contrastanti” al dibattito, da parte dei donatori e di altri membri della sua rete democratica.


Nel frattempo, la first lady Jill Biden si è attenuta al concetto cardine della resilienza della famiglia Biden mentre presentava il marito. “La mamma di Joe diceva sempre che Dio non ci dà mai una croce troppo pesante da portare”, ha detto. “Joe non è solo la persona giusta per il lavoro; è l’unica persona adatta al lavoro. … La mamma di Joe aveva ragione, non c’è croce che non possa portare, che non si faccia carico per il nostro Paese e la nostra democrazia”. Phil Murphy, il governatore del New Jersey che ha definito Biden il “ragazzo del ritorno” ha spiegato che “la storia della sua vita, quasi ogni passo del cammino, compresa la tragedia, è la storia di un ragazzo che è stato escluso e che ha successo contro ogni aspettativa e ogni probabilità. Ed è in un altro di quei momenti”.

Come Biden ha cercato di spiegare la cattiva performance nel dibattito con Trump

Come Biden ha cercato di spiegare la cattiva performance nel dibattito con TrumpMilano, 3 lug. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden afferma che i lunghi viaggi internazionali nei giorni precedenti al dibattito, hanno contribuito alla sua scarsa performance contro l’ex presidente Donald Trump della scorsa settimana. “Non è una scusa, ma una spiegazione”, dice Biden.


Il presidente, 81 anni, ha aggiunto di essere “non molto furbo” e di aver viaggiato per il mondo, poco prima del dibattito. “Non ho ascoltato il mio staff… e poi mi sono quasi addormentato sul palco”, ha scherzato Biden intervenendo durante una raccolta fondi per la campagna elettorale. Non è stato subito chiaro fino a che punto Biden stesse scherzando sul fatto di essersi quasi addormentato. Le telecamere non sono ammesse alle sue raccolte fondi e i media si affidano a resoconti scritti. Biden ha una comprovata esperienza nel fare commenti schietti o inaspettati alle raccolte fondi.


Molti politici democratici sono preoccupati dopo la debole prestazione di Biden nel primo dibattito contro Trump la scorsa settimana, e diversi importanti media hanno messo in dubbio la tenuta di Biden e la capacità di battere Trump alle prossime elezioni presidenziali. Lo stesso Biden sostiene di essere l’uomo giusto per il lavoro. E la vicepresidente americana Kamala Harris ha affermato che Biden ha iniziato male il dibattito, ma che è orgogliosa di essere la sua co-candidata. Lei rifiuta che Biden si dimetta. “Joe Biden è il nostro candidato. Abbiamo battuto Trump una volta e lo batteremo ancora”, dice Harris a CBS News.

Gentiloni: l’Italia ha grandi prospettive se punta sul riscatto europeo

Gentiloni: l’Italia ha grandi prospettive se punta sul riscatto europeoRoma, 3 lug. (askanews) – L’attuale contesto politico europeo, con l’incertezza politica che regna in Francia, apre per l’Italia una prospettiva, se punterà sul “riscatto europeo”. Lo afferma in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera il commissario Ue per gli Affari economici Paolo Gentiloni.


“Il punto è se scegliere di contribuire al riscatto europeo, che non può più venire dal motore franco tedesco, e questo schiude un ruolo decisivo all’Italia, ovvero puntare su chi vuole indebolire l’Unione europea, a vantaggio di interessi nazionali gretti e nostalgici”, ha detto l’ex presidente del Consiglio. “Io – ha continuato – confido che questa sia la consapevolezza del governo. È una grande occasione per il nostro Paese e non dovremmo lasciarcela sfuggire”. Per quanto riguarda la situazione francese, Gentiloni afferma che “valuteremo i risultati della scommessa di Macron lunedì” ma “di sicuro la situazione è difficile, soprattutto in una prospettiva europea. L’importanza della Francia è innegabile e lo scenario di un Paese che ha un sistema presidenzialista, nel quale il presidente non ha una maggioranza in Parlamento o addirittura ne ha una ostile, non ci può lasciare indifferenti”.

Dagli Usa aiuti militari per altri 2,3 miliardi di dollari all’Ucraina

Dagli Usa aiuti militari per altri 2,3 miliardi di dollari all’UcrainaMilano, 2 lug. (askanews) – Il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin ha presentato oggi un’anteprima del nuovo pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina, incontrando il Ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov al Pentagono. Il pacchetto, dal valore di oltre 2,3 miliardi di dollari, comprende ulteriori intercettori per la difesa aerea e altre munizioni essenziali.


Le capacità di difesa aerea saranno fornite alle linee del fronte dell’Ucraina secondo tempi accelerati, resi possibili dal recente annuncio del Pentagono che avrebbe riprogrammato le consegne e alcune vendite militari all’estero ad altri alleati e partner per garantire all’Ucraina ciò di cui ha bisogno in un momento critico della guerra. “L’Ucraina è impegnata in una dura lotta e lo è stata fin dall’inizio della guerra sconsiderata scelta dal presidente russo Vladimir Putin”, ha detto Austin. “Il Cremlino continua a intensificare i bombardamenti delle vostre città e dei vostri civili. Ma continuo a essere impressionato dall’abilità delle vostre forze, e le vostre truppe continuano a respingere gli attacchi della Russia con grinta, ingegno e coraggio”. Il segretario ha sottolineato la determinazione degli Stati Uniti nell’aiutare l’Ucraina ad affrontare queste sfide. “Non fatevi illusioni, l’Ucraina non è sola”, ha detto Austin. “Gli Stati Uniti non vacilleranno mai e il nostro supporto, insieme a circa 50 alleati e partner, continuerà a fornire le capacità critiche di cui l’Ucraina ha bisogno per respingere l’aggressione russa oggi e per scoraggiare l’aggressione russa domani”.


I due si sono incontrati mentre gli alleati della NATO si preparano al vertice degli stati membri della prossima settimana a Washington. Austin ha detto che gli alleati prenderanno misure “per costruire un ponte per l’adesione alla NATO per l’Ucraina” durante il summit. L’alleanza celebra il suo 75esimo anniversario quest’anno. Si prevede inoltre che gli alleati formalizzino ulteriori misure per soddisfare i requisiti di difesa a lungo termine dell’Ucraina.


Il segretario generale della NATO uscente, Jens Stoltenberg, ha dichiarato il mese scorso che il gruppo ha concordato un piano su come la NATO guiderà il coordinamento della futura assistenza alla sicurezza e dell’addestramento delle forze armate ucraine.

Francia, 218 candidati alle elezioni politiche si ritirano dai ballottaggi

Francia, 218 candidati alle elezioni politiche si ritirano dai ballottaggiRoma, 2 lug. (askanews) – Sono 218 i candidati alle elezioni politiche francesi che si sono ritirati dai ballottaggi per facilitare l’accordo di desistenza fra il nuovo Fronte Popolare e i centristi del presidente Emmanuel Macron: è quanto riporta il quotidiano francese Le Monde e la tv francese.


Alla scadenza dei termini per il ritiro (le ore 18) 130 candidati della sinistra e 82 centristi arrivati terzi nelle rispettive circoscrizioni hanno annunciato di non voler correre al ballottaggio per concentrare il voto contro l’ultradestra del Rassemblement National. La legge elettorale francese infatti prevede che in mancanza di un vincitore con la maggioranza assoluta al secondo turno approdino non semplicemente i primi due classificati ma tutti i candidati che hanno superato il 12,5% delle preferenze: spesso quindi si tratta di una corsa a tre, specie quando l’affluenza è alta.


Il candidato premier dell’Rn, Jordan Bardella, ha definito l’accordo fra Macron e la sinistra “disonorevole e contro natura”; resta infatti da vedere se gli elettori seguiranno gli inviti alla desistenza, un fattore che sarà desumibile innanzitutto dall’affluenza: se dovesse calare, potrebbe indicare la volontà di sinistra e centristi di non votare per uno schieramento diverso da quello scelto al primo turno.

Francia, il rap anti-Rn scatena la polemica per violenza verbale

Francia, il rap anti-Rn scatena la polemica per violenza verbaleNizza (Francia), 2 lug. (askanews) – Scatena la polemica in Francia il rap anti-Rn per la violenza verbale in esso contenuta. Non si parla d’altro oggi nel paese: per strada, in tv (per ore) e sui social. Sono una ventina i rapper, provenienti da tutte le regioni della Francia, uniti in “No Pasaran” (“Non passeranno” in spagnolo), pubblicato online alle 23.45 di ieri: tra gli altri Akhenaton, Fianso, Zola, Soso Maness, Seth Gueko e Alkpote hanno preso il microfono sotto la guida di DJ Kore per urlare in rima contro Rassemblement National, all’indomani del primo turno delle elezioni legislative anticipate dove ha vinto a mani basse.


L’intento è di rivolgersi ai giovani, per incitarli ad andare a votare al secondo turno delle legislative anticipate francesi che si tiene il 7 luglio. Ovvero quella fetta di popolazione che a quanto pare è sempre più propensa a votare per Rn. Il titolo si riferisce allo slogan scandito dagli spagnoli contro la dittatura franchista negli anni ’30; il brano della durata di 9 minuti e 43 secondi è corale, condiviso con rapper di molteplici visioni politiche, e si ispira soprattutto al senso di collettivo ma anche alla “violenza artistica”, come indicato pure nel testo. I passaggi sono pesanti: “Jordan, t’es mort”, “Marine et Marion (Maréchal-LePen, ndr) les P*tes” e “Tous les jours fuck le Rn” non necessitano di traduzione. Altri esprimono una visione politica interpretata a destra come antisemita: “Il mio cuore è in Palestina”, “Palestina dalla Senna al Giordano”, “La Francia siamo noi, non questi bastardi”.


Un concentrato di violenza e odio che, talvolta, invita all’omicidio, come indica il pezzo cantato dal rapper Ashe 22: “Se passano i fascisti, esco con un grosso calibro (…) Meritano di morire (ndr)”. O ancora, le parole interpretate da Alkpote al quinto minuto: “Riricarico il Kalashnikov, in Louis Vuitton come Ramzan Kadyrov”, riferimento alla giacca con stampa mimetica firmata dalla casa di lusso francese che il capo della repubblica russa di Cecenia, avrebbe sfoggiato lo scorso anno. I rapper fanno riferimento anche all’immigrazione, tema chiave del partito di estrema destra, ma anche alla violenza della polizia e persino alla droga. “Si dimenticano che Deschamps ha vinto il Mondiale con i figli degli immigrati” canta Nahir.


L’atmosfera sta ribollendo. Le reazioni da destra sono giunte tutto il giorno: Marine Le Pen reagisce su X con una selezione dei testi più violenti della canzone e chiede ai tribunali di sequestrarli. “Il Nuovo Fronte Popolare. Invitante, vero?”, ironizza nei commenti. “Spero che l’accusa accetti questa abiezione”. Jordan Bardella, presidente di Rn, del quale nel testo si invoca la morte, ha denunciato gli “inviti all’omicidio, misoginismo violento, antisemitismo grossolano e cospirazione”. Poi ha aggiunto: “L’universo mentale dell’estrema sinistra è sempre più tossico”.


Marion Maréchal-Le Pen, ex esponente di Rn, ringrazia “questo collettivo di rapper banali per le migliaia di voti che la loro clip di odio porterà ai candidati di Rn”. Éric Zemmour risponde a No Pasarán con “No Restaran”. Infine, Eric Ciotti, presidente di Les Républicains, che la sua stessa famiglia politica ha cercato di escludere a causa del suo sostegno al Rassemblement National, ha scritto che “questi rapper insultano e incitano all’omicidio”. (di Cristina Giuliano)

”Sotto le stelle del cinema romeno”, a Roma dal 5 a 7 luglio

”Sotto le stelle del cinema romeno”, a Roma dal 5 a 7 luglioRoma, 2 lug. (askanews) – Nel periodo 5-7 luglio 2024, l’Ambasciata di Romania nella Repubblica Italiana, l’Associazione Dacin Sara di Bucarest, il Centro Nazionale della Cinematografia di Bucarest e l’Accademia di Romania in Roma, in partenariato con la Casa del Cinema – Roma, la Biblioteca Europea – Roma e Digital World Printing – Roma e con il patrocinio della Presidenza della Commissione Cultura della Camera dei Deputati e dell’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, organizzano Le Giornate del Cinema Romeno presso la Casa del Cinema di Roma.


La cerimonia d’apertura delle Giornate del Cinema Romeno di Roma avrà luogo venerdì, 5 luglio 2024, ore 21:00, presso il Teatro all’Aperto della Casa del Cinema di Roma (Largo Marcello Mastroianni 1) e sarà preceduta dalla presentazione del film Libertà nella presenza dell’attore romeno Iulian Postelnicu e della sceneggiatrice romena Cecilia Stefanescu. La cerimonia d’apertura sarà seguita dalla proiezione del film Libertà nella regia di Tudor Giurgiu (Romania 2023). Il programma delle Giornate del Cinema Romeno a Roma prevede 5 proiezioni, in romeno con sottotitoli in italiano, come segue: VENERDÌ, 5 LUGLIO 2024, TEATRO ALL’APERTO Ore 21.00 Cerimonia di apertura e presentazione del film LIBERTÀ nella presenza dell’attore romeno Iulian Postelnicu e della sceneggiatrice romena Cecilia ?tef?nescu


Ore 21:30 Proiezione del film ‘LIBERTÀ’ di Tudor Giurgiu (Romania 2023) La partecipazione alla cerimonia di apertura e alla proiezione del film è libera, fino ad esaurimento dei posti disponibili, previa conferma di registrazione all’indirizzo e-mail: roma.events@mae.ro Durante i giorni caotici della rivoluzione del dicembre 1989 che pose fine al regime comunista, la città transilvana di Sibiu diventa teatro di un violento attacco contro un’unità di polizia che degenera rapidamente in un sanguinoso scontro tra soldati, poliziotti, civili e rappresentanti della polizia segreta. Nel disperato tentativo di sfuggire all’assedio, il capitano della polizia Viorel viene catturato dall’esercito e gettato in una piscina vuota insieme a centinaia di prigionieri accusati di essere dei terroristi. Presentato in anteprima al Transilvania Film Festival 2023, Libertà è stato poi selezionato in molti festival internazionali tra cui Sarajevo, Cottbus, Salonicco e Trieste.


La cosiddetta rivoluzione del 1989 è, tra gli eventi della nostra storia recente, quello che più di tutti deve essere ancora compreso fino in fondo. Questa è una delle ragioni per cui ho voluto raccontare con accuratezza la confusione totale che regnava in quel periodo tra la popolazione. La verità all’epoca veniva volutamente nascosta e la manipolazione della realtà era diventata una consuetudine. La mia generazione ha sviluppato così una psicosi nei confronti dei cosiddetti terroristi: potevano essere arabi, spie russe oppure agenti della Securitate, i servizi segreti. I media convinsero la popolazione che questi ‘terroristi’ esistevano davvero ed erano diventati il nemico… Adesso, a distanza di 30 anni da quegli eventi, sappiamo che quei terroristi non esistevano… Vennero inventati nel tentativo di giustificare le inefficienze dell’esercito e le decisioni prese contro l’interesse collettivo. (T. Giurgiu) SABATO, 6 LUGLIO 2024, SALA CINECITTÀ Ore 16.30 Proiezione del film ‘GENTE PER BENE’ di Paul Negoescu (Romania 2022). Seguirà una sessione Q&A con l’attore romeno Iulian Postelnicu. La partecipazione alla proiezione del film è libera, fino ad esaurimento dei posti disponibili, previa conferma di registrazione all’indirizzo e-mail: roma.events@mae.ro


La sceneggiatura, scritta da Radu Romaniuc e Oana Tudor, con quest’ultima che interpreta anche l’ex moglie del protagonista, è incentrata su Ilie (Iulian Postelnicu), un poliziotto di mezza età di un piccolo villaggio rurale nel nord della Romania, le cui sfide professionali sembrano limitarsi a regolare conflitti tra ubriachi nella taverna locale e ignorare le discutibili azioni del sindaco che si compra la benevolenza degli abitanti del villaggio investendo denaro di provenienza misteriosa nel benessere della comunità. A differenza di tanti, Ilie non è interessato a trasferirsi in città, ma coltiva il sogno di acquistare un frutteto. La vita nel paese è improntata alla calma piatta finché non avviene un omicidio. Poiché Ilie e il suo nuovo collega Vali, appena diplomatosi all’accademia di polizia, hanno opinioni molto diverse su come dovrebbero procedere le indagini. Gente per bene tende la trappola al suo protagonista che presto prenderà la decisione sbagliata. O forse è quella giusta? Ore 19.00 Proiezione del film ‘A SNAGOV’ di Cristian Comeag? (Romania 2024). Seguirà una sessione Q&A con il regista romeno. La partecipazione alla proiezione del film è libera, fino ad esaurimento dei posti disponibili, previa conferma di registrazione all’indirizzo e-mail: roma.events@mae.ro Il mondo in cui viviamo è diviso in tutti i suoi aspetti: c’è un mondo di ricchi e un mondo di poveri; un mondo di svegli, che nuotano, e un altro di addormentati, che galleggiano intorpiditi fino a sprofondare; un mondo di manipolatori e un mondo di manipolati; un mondo che decide i destini e un mondo che subisce il proprio destino deciso da altri; un mondo di furbi e un mondo di babbei. Un manipolo di individui influenti, riuniti in un ‘paradiso’ riservato ai potenti, nascosto agli occhi dei molti, sta preparando l’elezione di un possibile futuro presidente del Paese, un presidente che molti attendono con un misto di speranza, sfiducia e rassegnazione. Il film raccoglie tutti questi elementi e li mette uno accanto all’altro in un quadro complessivo agghiacciante, perché, dai frammenti di un presente mutato, A SNAGOV articola una domanda semplice e seria: cosa verrà dopo? DOMENICA, 7 LUGLIO 2024, SALA CINECITTÀ Ore 16.00 Proiezione del film ‘WAR BOY’ di Marian CRI?AN (Romania 2023). Seguirà una sessione Q&A con il regista romeno. La partecipazione alla proiezione del film è libera, fino ad esaurimento dei posti disponibili, previa conferma di registrazione all’indirizzo e-mail: roma.events@mae.ro Autunno, 1944. La Seconda Guerra Mondiale volge al termine. Nicu, un adolescente, intraprende un viaggio attraverso la natura selvaggia dei Monti Apuseni, cercando di salvare i cavalli della sua famiglia. Il film Warboy parte dai ricordi di mio nonno Nicolae Popa, che nel periodo 1944-1945 era un adolescente ai servizi di un uomo ricco per il quale trasportava la legna dalla montagna con l’ausilio dei cavalli. C’erano giorni, persino settimane, in cui mio nonno doveva vivere da solo nella foresta, occupandosi di quei cavalli. In quegli anni assistette al passaggio di soldati romeni, tedeschi e poi russi attraverso le foreste e la zona del villaggio di montagna in cui viveva. Ho immaginato uno scenario che riunisse tutti questi elementi in un racconto di formazione sulla vita di un adolescente attraverso i cui occhi volevo decifrare i significati della fine della guerra. (M. Cri?an) Ore 18.30 Proiezione del film ‘IL SOGNO’ di C?t?lin Saizescu (România 2023). Seguirà una sessione Q&A con il regista romeno. La partecipazione alla proiezione del film è libera, fino ad esaurimento dei posti disponibili, previa conferma di registrazione all’indirizzo e-mail: roma.events@mae.ro Ispirato a fatti realmente accaduti, il film diretto da C?t?lin Saizescu, su sceneggiatura firmata da Gabriel Gheorghe, è una commedia in cui il sogno di un attore sembra sgretolarsi, mentre i sogni di chi lo circonda o dei detenuti con cui mette in scena uno spettacolo teatrale sembrano essere più vicino al compimento. Alex, un attore di provincia, infelice nella relazione di coppia e insoddisfatto della sua collaborazione con un famoso regista che predilige un altro attore, viene inviato dalla direttrice del teatro a dirigere uno spettacolo con alcuni detenuti del carcere, sotto la supervisione degli agenti della polizia penitenziaria. Oltre ai provini per lo spettacolo Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare (la commedia degli artigiani), i detenuti organizzano un piano di fuga. Da qui il titolo del film. Le vie della vita sono infinite e Alex ha un esaurimento nervoso che lo costringe ad abbandonare la realizzazione dello spettacolo teatrale. La commedia Il Sogno, diretta da C?t?lin Saizescu, è il primo lungometraggio romeno girato nel penitenziario di Rahova, con il sostegno dell’Amministrazione Penitenziaria Romena, e racconta, tra l’altro, il potere dell’arte di trasformare persone e destini. Organizzatori: Ambasciata di Romania nella Repubblica Italiana, Associazione Dacin Sara di Bucarest, Centro Nazionale della Cinematografia di Bucarest e l’Accademia di Romania in Roma Con il patrocinio di: Presidenza della Commissione Cultura della Camera dei Deputati e l’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale In partenariato con: Casa del Cinema – Roma, Biblioteca Europea – Roma e Digital World Printing – Roma Media Partner: AskaNews, Agenzia Cult, Agenzia Radicale, Agenzia Nova, Agerpres, Romeing, Gazzetta Diplomatica, Giornale Diplomatico, 2duerighe, Radio Roma, Radio Sapienza, Radio România Actualit??i, Radio România Cultural, Radio Romania Internazionale, Cinematografo, CineCorriere, CineMonitor, Film4life, Il Nuovo 7 colli, Il Pensiero dell’Arte, Abitare a Roma, Rome International e RoZoom Press.

Le Pen accusa Macron di “golpe amministrativo”. L’Eliseo: essere responsabili richiede freddezza

Le Pen accusa Macron di “golpe amministrativo”. L’Eliseo: essere responsabili richiede freddezzaNizza (Francia), 2 lug. (askanews) – La leader della estrema destra francese Marine Le Pen ha parlato a France Inter di “voci” secondo cui Emmanuel Macron prenderebbe in considerazione la nomina di nuovi direttori generali della polizia nazionale e della gendarmeria nel Consiglio dei ministri per un “colpo di stato amministrativo”. “Se ci assumeremo la responsabilità, saremo rispettosi delle istituzioni e della Costituzione. Spero che il Presidente della Repubblica accetti il verdetto delle urne e non impedisca a Jordan Bardella di governare come vuole” ha detto Le Pen.


“Essere responsabili richiede freddezza e moderazione”, afferma dal canto suo la presidenza in un comunicato stampa. Inoltre, l’Eliseo insiste a sottolineare un’altra prerogativa del capo dello Stato: “Secondo l’articolo 8 della Costituzione, l’unica persona capace di nominare un primo ministro e il suo governo è il presidente della Repubblica. Lo farà, come ha indicato, dopo le elezioni legislative, in base alla composizione dell’Assemblea nazionale che i francesi avranno eletto”.

Le Pen: se avremo la maggioranza assoluta il governo è “pronto”

Le Pen: se avremo la maggioranza assoluta il governo è “pronto”Roma, 2 lug. (askanews) – Parlando a France Inter, la leader del Rassemblement National Marine Le Pen ha detto che se la sua formazione avrà la “maggioranza assoluta” un governo è “già pronto”. Nel nuovo esecutivo, ha spiegato, potrebbero figurare personalità “della società civile”. Per quanto la riguarda, invece, la Le Pen ha detto che non ne farà parte.


Ma la questione chiave resta la “maggioranza assoluta”. “Non possiamo accettare di andare al governo se non possiamo agire”, ha detto Marine Le Pen a France Inter. Jordan Bardella aveva annunciato che avrebbe rifiutato Matignon se la RN non avesse ottenuto la maggioranza assoluta. Marine Le Pen, sulla stessa linea, afferma di non voler governare “se non si riesce a cambiare la politica perseguita” o se si tratta di “andare al governo solo per sedersi su una poltrona di ministro”. Ma “vogliamo andare lì, vogliamo governare”, ha insistito.