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Francia, dal passato da underdog al clan Le Pen: chi è Bardella

Francia, dal passato da underdog al clan Le Pen: chi è BardellaNizza (Francia), 1 lug. (askanews) – Sembra uscito dal nulla Jordan Bardella ma in realtà colui che si candida a premier di Francia e che intende combattere fino all’ultimo colpo per la maggiorana assoluta in Parlamento, ha una storia molto più lunga della sua età e una compagna di vita – secondo la stampa rosa – che lo rendono parte integrante del clan Le Pen. Oltre ad avere un 75% di sangue italiano, con madre e nonno paterno originari del Bel Paese e un passato da “underdog”.


Quello che tutti sanno è che Bardella è nato il 13 settembre 1995 a Drancy, nella Seine-Saint-Denis. Figlio di Olivier e Luisa (nata a Torino) che si separano quando lui ha un anno e mezzo. Bardella ha parlato delle sfide che sua madre ha dovuto affrontare come donna sola. Ha ricordato le continue lotte per sbarcare il lunario. “Conosco i finali difficili del mese perché ho visto mia madre lottare, tutta la sua vita, tutta la mia infanzia, l’ho vista così per vent’anni”, ha confidato a suo tempo. In certo senso anche lui un “underdog” in partenza, Bardella è emerso sulla scena politica come membro del partito politico di estrema destra in Francia Rassemblement Nationale (RN), precedentemente noto come Fronte Nazionale (FN) del quale Marine Le Pen era presidente. La sua carriera politica è iniziata quando era un adolescente. Nel 2012, all’età di 17 anni, si è unito al Fronte Nazionale, diventando rapidamente un membro attivo all’interno della famiglia politica.


Già nel 2018, Bardella ha assunto una presenza politica di dimensione nazionale candidandosi come capolista di Rn alle elezioni europee. A soli 23 anni è diventato eurodeputato, contribuendo significativamente all’ascesa del partito di estrema destra. Il 5 novembre 2022, all’età di 27 anni, è stato eletto presidente ad interim di Rn. Ha vinto le elezioni interne con una maggioranza dell’85% dei voti, segnando così la fine della lunga presidenza di Marine Le Pen. Discreto riguardo alla sua vita privata, Bardella è tuttavia apparso più volte accanto alla sua compagna Nolwenn Olivier. Sconosciuta al grande pubblico, è tuttavia la nipote di Marine Le Pen (zia), e nipotina dello stesso Jean-Marie Le Pen (nonno). “Una storia d’amore che suscita polemiche all’interno del partito di estrema destra, ma che la coppia protegge gelosamente dagli occhi del pubblico” scrive la stampa rosa francese.


Un ritratto di lei è apparso su “Femme actuelle”: “Nolwenn Olivier è la figlia di Marie-Caroline Le Pen, sorella di Marine Le Pen, e Philippe Olivier, eurodeputato e consigliere di sua cognata”. Secondo Gala, “è stato quando è diventata studentessa che ha sviluppato un’anima attivista. Nel 2020 ha distribuito volantini per la campagna elettorale della madre, in occasione delle elezioni comunali. Da allora, ha aiutato sua zia con la comunicazione. È stata lei dietro il suo cambio di guardaroba e all’apertura del suo account TikTok”. La bella fanciulla dai tratti un po’ slavi non porta il nome della sua famiglia materna, il che le impedisce di subire lo stigma del nome Le Pen, che suscita molte critiche secondo la zia. La giovane è discreta, preferisce rimanere nell’ombra e proteggere la sua storia con Bardella, iniziata circa quattro anni fa. In un’intervista rilasciata a “Paris Match” nell’agosto 2020, il presidente della RN ha dichiarato che oltre alla politica, condivide con la sua dolce metà un’altra passione: la cucina.


Nel giorno di San Valentino, il 14 febbraio 2022, la giovane coppia è apparsa a sorpresa nel programma “Ligne Rouge” su BfmTv. La squadra di Marine Le Pen era a Strasburgo per affrontare Emmanuel Macron al Parlamento europeo, ma il presidente del partito… aveva dimenticato la sua causa. Eppure la sua compagna Nolwenn Olivier è venuta in suo soccorso: la coppia fianco a fianco, dal vivo in tv è stata una buona giustificazione per l’assenza altrove. Bardella è noto anche per la sua partecipazione a dibattiti televisivi e per il suo impegno nei media. Nel novembre 2022 ha partecipato al grande dibattito di France 2 sul disegno di legge sulla “immigrazione”. Mentre giovedì 18 gennaio 2024, il programma “Complément d’investigation” su France 2 gli ha dedicato un numero speciale. France 2 menziona in particolare l’esistenza di un presunto account Twitter sotto lo pseudonimo di “RepNat du Gaito”. Secondo i giornalisti questo account sarebbe stato attivo tra il 2015 e il 2017, diffondendo messaggi razzisti, omofobi ed elogiando la figura di Jean-Marie Le Pen. Nonostante le smentite di Bardella, diverse fonti hanno affermato che fosse lui l’autore dei tweet, mettendo in dubbio la sua integrità e le sue convinzioni politiche. Bardella ha replicato, evocando una chiara strategia volta a screditarlo.

La situazione in Francia dopo i risultati del primo turno delle legislative

La situazione in Francia dopo i risultati del primo turno delle legislativeRoma, 1 lug. (askanews) – Il primo turno delle legislative in Francia ha confermato le previsioni dei sondaggi: Rassemblement national, il partito di estrema destra di Marine Le Pen e Jordan Bardella, ha vinto questa prima tornata elettorale, davanti al Nuovo Fronte Popolare – alleanza di sinistra – e alla coalizione presidenziale di Ensemble. Un successo schiacciante che però non assicura ancora la maggioranza assoluta ai sovranisti francesi, richiesta a gran voce dalla sua leader. Il ministero dell’Interno ha pubblicato i risultati definitivi: Rn e il suo alleato Eric Ciotti dei Repubblicani hanno ottenuto il 33,15% dei voti espressi e più di 10 milioni di voti. Al primo turno sono stati eletti 39 deputati sostenuti dal partito nazionalista, tra cui Marine Le Pen, Sébastien Chenu, ma anche Eddy Casterman, vicino a Marion Maréchal.


Il Nuovo Fronte Popolare, risultato dell’unione della sinistra e dell’estrema sinistra, ha ottenuto il 27,99% dei voti, ovvero quasi 9 milioni di voti. Al primo turno sono stati eletti 32 deputati, tra cui Olivier Faure, primo segretario del partito socialista, Emmanuel Grégoire, amico intimo di Anne Hidalgo, ma anche gli Insoumi Aymeric Caron, Danièle Obono o la compagna di Jean-Luc Mélenchon, Sophia Chikirou. La maggioranza presidenziale, Ensemble e il suo alleato Horizons, hanno ottenuto solo il 20,04% dei voti su quasi 7 milioni di voti. Al primo turno sono stati eletti solo 2 deputati: Pierre Cazeneuve a Hauts-de-Seine e Mikaele Seo, a Wallis-et-Futuna. Una sconfitta, quella del gruppo che fa capo al presidente Emmanuel Macron, sottolineata dall’intersa stampa internazionale: “la destra francese umilia Macron”, è la sintesi dei principali organi di stampa stranieri. L’affluenza al voto è stata del 66,71% degli iscritti, ovvero quasi 33 milioni di elettori. Gli astenuti sono stati circa 16 milioni. In vista del secondo turno, fissato per il prossimo 7 luglio. Macron riunirà il governo all’Eliseo, a mezzogiorno, ha appreso l’Afp da fonti governative. Attal e i membri del governo si incontreranno con il Capo dello Stato in particolare per discutere delle istruzioni di voto per evitare una maggioranza di estrema destra, con l’eventuale ritiro dei macroniani che non avrebbero chance di successo, a vantaggio di candidati capaci di contrastare gli esponenti di Rn. Macron non ha ancora deciso pubblicamente, ma sembrerebbe muoversi verso uno slogan “né RN né LFI”, una posizione castigata dalla sinistra e criticata anche nel suo stesso campo, secondo quanto si legge su Le Figaro. Sono 306 i casi di triangolazioni sotto osservazione e i candidati dovranno decidere entro martedì alle 18.


Intanto, Jordan Bardella, che ha promesso di essere il primo ministro di tutti, ha scritto una lettera ai francesi per invitarli ad accordare la maggioranza assoluta a Rn al secondo turno. “Questa domenica, 7 luglio, potrete scegliere un punto di rottura responsabile. Scegliendo candidati sostenuti da Rn in tutta la Francia, vi offrirete una maggioranza pronta ad agire, al servizio di tutti i francesi”, ha spiegato, secondo BFMTV. “Non possiamo affidare il destino della Francia a questi piromani che assumono una strategia di conflitto permanente”, ha detto Bardella a proposito dell’importante risultato dell’estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon. E Bruno Le Maire, da parte sua, ha condiviso la sua “tristezza” per l’esito del voto a France Inter. “È una sconfitta per la nostra maggioranza, per il nostro campo”, ha riconosciuto il ministro dell’Economia, che ha invitato a “lottare affinché RN non abbia la maggioranza assoluta domenica prossima”. Nelle circoscrizioni elettorali in cui gli elettori potranno scegliere tra i candidati del Nuovo Fronte Popolare e Rassemblement national, Le Maire ha invitato gli elettori “a votare per un candidato socialdemocratico”, cioè del “partito socialista”, dei “comunisti” o degli “ecologisti”. “Io combatto RN ma non voto LFI”, ha insistito Bruno Le Maire, prima di concludere: “non scegliamo un pericolo a vantaggio di un altro”.


La Borsa di Parigi, intanto, ha aperto in netto rialzo questa mattina. Il CAC 40 è balzato del 2,59% in apertura di sessione, iniziando così il mese di luglio in positivo dopo essere sceso del 6,42% a giugno, la peggiore performance mensile degli ultimi due anni.

La lettura del voto in Francia sui media esteri

La lettura del voto in Francia sui media esteriRoma, 1 lug. (askanews) – “La decisione di Emmanuel Macron di organizzare elezioni anticipate sembra essersi ritorta contro”. Così il New York Times riassume l’amaro fallimento della coalizione presidenziale Ensemble, arrivata terza al primo turno delle elezioni legislative di ieri in Francia, dopo lo scioglimento dell’Assemblea nazionale deciso dal presidente della Repubblica a seguito del fallimento del suo gruppo alle elezioni europee. Un primo turno delle legislative che “ha regalato alla RN una vittoria decisiva”, ha notato il quotidiano americano.


La stampa internazionale è unanime nel considerare queste elezioni come uno schiaffo in faccia a Emmanuel Macron. Una “umiliazione” da parte della “destra francese”, titola questa mattina il quotidiano britannico The Times. Il Washington Post ritiene che “la Francia stia punendo i centristi” e sta già progettando un potenziale governo di coabitazione guidato dal capo di RN Jordan Bardella, il cui programma “populista, euroscettico e anti-immigrazione” segnerebbe un cambiamento radicale con quel “pro-Europa e pro-impresa” di Emmanuel Macron. “Inizia la battaglia tra Bardella e Melenchon”, titola Le Figaro, che nell’editoriale in prima pagina parla di “tragedia francese”.


In Germania, Tagesspiegel ricorda l’obiettivo mostrato da sette anni dal presidente della Repubblica: “Emmanuel Macron voleva impedire che l’estrema destra guadagnasse terreno. Questo piano è fallito”. D’ora in poi, nota Le Temps, “RN è alle porte del potere”. Il quotidiano svizzero riporta le testimonianze degli elettori francesi riuniti domenica che “riflettono un profondo disincanto”. Il rischio, teme la stampa internazionale, è che il Paese si divida tra le due tornate elettorali. “Vince Le Pen, la Francia è divisa”, titola Repubblica in Italia. Per il quotidiano portoghese Público “l’estrema destra vince al primo turno e (quasi) tutti sono contrari”.


Con RN “così vicina al potere”, Le Soir prevede un periodo “burrascoso” e si chiede: “È possibile un fronte repubblicano per contrastare RN?”. Una certezza nell’editoriale in prima pagina del quotidiano belga: queste elezioni legislative si concludono con “una consacrazione popolare che crocifigge la classe politica”.

Francia al voto, dopo primo turno destra alle porte del potere

Francia al voto, dopo primo turno destra alle porte del potereNizza (Francia), 30 giu. (askanews) – L’estrema destra alle porte del potere. Questa domenica, 30 giugno, dopo il primo turno delle elezioni legislative, Marine Le Pen non è mai stata così vicina a portare il suo partito al governo. Dopo l’ingresso senza precedenti di un gruppo di 89 deputati nell’Assemblea nazionale del 2022 e una vittoria senza precedenti alle elezioni europee, questo voto per le legislative anticipate conferma al primo turno la tendenza: con il 33%, Rassemblement national diventa la principale forza politica del Paese, davanti alla sinistra di Nuovo Fronte Popolare (28,5%) e al macroniano Ensemble (22%).


Secondo le stime di Elabe, Rassemblement national, alleato di Eric Ciotti, ha ottenuto il miglior risultato con il 33% dei voti al primo turno. Altri exit poll parlano di 34%. Qualche punto di vantaggio sull’alleanza di sinistra del Nuovo Fronte Popolare che si piazza al secondo posto con il 28,5% dei voti. La coalizione presidenziale non è riuscita a convincere più del 22% degli elettori e si è classificata al terzo posto. Dopo una campagna frenetica e piena di colpi di scena, i francesi hanno preso la loro decisione. Una mobilitazione unica dal 1997 (68,5%), perché più del 65% degli elettori ha voluto esprimere il proprio voto questo 30 giugno, mentre il Paese è forse a una svolta decisiva per la sua storia. Più di un elettore su due si è recato alle urne. Particolarmente alta la partecipazione alle 17 nei dipartimenti della Provenza-Alpi Marittime (Costa Azzurra): 59,96%.


Il Rassemblement National di Jordan Bardella è arrivato primo in questo primo turno di elezioni legislative. L’estrema destra potrebbe ottenere dai 260 ai 310 seggi e quindi potenzialmente la maggioranza assoluta (289) alla quale mira. Alla sinistra vengono accreditati dai 115 ai 145 seggi, mentre alla maggioranza uscente potrebbero averne tra i 90 e i 120, sempre secondo le stime di Elabe. Bardella, ha accolto in serata un “verdetto chiaro” dopo la vittoria del suo partito al primo turno delle elezioni legislative. Intanto il leader di France Insoumise Jean-Luc Mélenchon invoca chiaramente una barriera contro Rn e annuncia che i candidati del Nuovo Fronte Popolare classificati terzi si ritireranno in caso di triangolare il prossimo 7 luglio. Mentre il presidente della Repubblica Emmanuel Macron deve ammettere la sua sconfitta pur affermando che “l’elevata partecipazione al primo turno di queste elezioni legislative testimonia l’importanza di questo voto”.


A fine serata è giunto anche l’appello del premier uscente Gabriel Attal a fare di tutto per evitare “il progetto funesto” di Rn di arrivare alla maggioranza assoluta. Intanto nella capitale francese, a Parigi, dopo i primi risultati delle elezioni è in corso una manifestazione a Place de la République contro il “fascismo”, a fronte della vittoria riportata in base ai risultati parziali delle elezioni legislative anticipate che vedono Rn in testa al primo turno. Corteo antifascista anche a Nantes: dopo lo shock per l’esito delle elezioni legislative, è passato pacificamente davanti alla prefettura. Gli attivisti cantano “tutti odiano la polizia” prima di dirigersi verso il centro della città, in Place Royale. “Quello che non lo otterremo attraverso le urne, lo otterremo per le strade”, avverte uno striscione. I gestori dei bar monitorano attentamente la situazione, scrive Le Figaro.

Francia, primi exit poll non danno maggoranza assoluta a RN

Francia, primi exit poll non danno maggoranza assoluta a RNNizza (Francia), 30 giu. (askanews) – Le prime proiezioni sui risultati delle elezioni legislative francesi – apparse sulla stampa belga e svizzera – mettono in testa l’estrema destra, ma non gli danno la maggioranza assoluta. Va notato che i risultati non sono usciti sui media francesi che non hanno il diritto di pubblicare o trasmettere sondaggi o risultati prima delle 20.


Il Rassemblement National otterrebbe tra il 33 e il 35% dei voti. Secondo le prime proiezioni, è in vantaggio rispetto al Nuovo Fronte Popolare e alla presidenziale Ensemble (fondata nel novembre 2021 col nome di Ensemble citoyens al fine di raggruppare i partiti della maggioranza presidenziale di Emmanuel Macron). “RN in testa, maggioranza assoluta non garantita” scrive lo svizzero Le Temps. “Un punteggio piuttosto basso per RN rispetto alle aspettative: gli ultimi sondaggi davano il partito al 36% (34+2 per gli alleati repubblicani), una sinistra al 29% e uno schieramento presidenziale intorno al 20%”. Secondo la stampa svizzera in francese (la Svizzera e il Liechtenstein, la più grande comunità francese all’estero, costituiscono un collegio elettorale, ndr) le prime proiezioni di diversi istituti di sondaggi danno il comando a Rn con il 34-35%, davanti al Nuovo Fronte Popolare (28-31%) e Ensamble (19-22%).


Secondo la belga “La Libre” Rn (di Jordan Bardella) avrà il 33-34%; il Nuovo Fronte Popolare (Francia Insoumise, Ecologista, Partito Socialista e Partito Comunista) 29-30%; Ensemble 22-23%; ai repubblicani e destra varia il 10%.

La Francia corre a votare, affluenza record a legislative odierne

La Francia corre a votare, affluenza record a legislative odierneNizza (Francia), 30 giu. (askanews) – I francesi sono chiamati alle urne dalle 8 di questa mattina per eleggere anticipatamente 577 deputati dell’Assemblea nazionale, che in base alla Costituzione dovrebbero restare in carica cinque anni e che esaminano, votano le leggi e controllano l’azione del governo. Alle 12, l’affluenza al primo turno di queste elezioni legislative nella Francia continentale è del 25,9% ed è già stata definita “storica”, “record in 43 anni” e “record dal 1981” dai diversi canali della tv francese. Sicuramente un dato in netta crescita rispetto al 2022. Durante le ultime elezioni legislative anticipate del 2007: il tasso di partecipazione era del 22,74%.


Nella capitale Parigi, l’affluenza oggi alle 12 era addirittura il 25,48%, vale a dire il doppio rispetto al 12,8% alla stessa ora del 2022. I tassi più bassi si registrano nella regione parigina con il 17,93% a Seine-Saint-Denis, il 18,29% a Val-de-Marne, il 18,47% a Hauts-de-Seine. A Seine-Saint-Denis, la percentuale è tuttavia molto più alta che nel 2022: era allora al 9,85%. E una brutta aggressione a Nizza dimostra quanto gli animi siano caldi. SCAZZOTTATA IN COSTA AZZURRA


Un episodio poco edificante si è tenuto questa mattina a Nizza, nel Sud della Francia, roccaforte dei Repubblicani. La polemica è evidentemente accesa tra Christian Estrosi ed Éric Ciotti. L’aggressione al presidente di un seggio elettorale da parte di un assessore scelto da Ciotti ha scaldato i commenti del sindaco di Nizza Estrosi. I rapporti tra i due uomini forti della politica nizzarda continuano quindi a deteriorarsi. Christian Estrosi ha lasciato i repubblicani nel 2021, in disaccordo con la linea assunta dal partito e in particolare da Eric Ciotti. Attualmente fa parte del partito di Édouard Philippe, Orizzonti, identificato con la destra e membro della maggioranza presidenziale durante la precedente legislatura. Ha tuttavia criticato la decisione di Ciotti di allearsi con LR con il Rassemblement National per queste elezioni legislative anticipate, paragonandolo addirittura a Pierre Laval, un collaborazionista. LA GAUCHE E LA PROVINCIA


In base a quanto spiegano gli esperti, queste elezioni potrebbero portare a risultati discordanti tra le grandi città e il resto del Paese. Il Nuovo Fronte Popolare (in francese Nouveau Front Populaire, NFP) “non ha lo slancio e non è in grado di ottenere la maggioranza assoluta di 289 seggi all’Assemblea nazionale”, ha detto in un’intervista ad askanews Aquilino Morelle, già consigliere di Lionel Jospin a Matignon (1997-2002), poi di François Hollande all’Eliseo (2012-2014) e autore del saggio “La parabole des aveugles: Marine Le Pen aux portes de l’Elysée” (Grasset, 286 pagine) dove con largo anticipo su tutti aveva delineato il quadro che oggi si osserva, con un rafforzamento mai visto della destra lepeniana di Rn. “Le principali forze – continua Morelle – che compongono il Nuovo Fronte Popolare non sono d’accordo su nulla delle questioni essenziali. Si tratta quindi di un’alleanza elettorale di circostanza creata per sbarrare la strada, come dice la sinistra, al Rassemblement National e per cercare di salvare un certo numero di seggi. Ma a parte il fatto che non sono d’accordo su nulla, non è il contesto attuale che li porterà a fare quello che ho cercato di fare nei miei libri: a pensare al perché un sacco di ex elettori di sinistra ora votano Rn. Non vogliono assolutamente sentir parlare di sinistra. Perché in realtà la sinistra che vota oggi è la sinistra delle grandi città, la sinistra della borghesia culturale, delle persone che stanno bene, che amano la loro vita, che non hanno problemi, quello che in Francia chiamiamo “bobo” (contrazione di “bourgeois” e “bohémien”, ndr). A Parigi, Bordeaux, Lione e così via”.


Situazione diversa nel resto del Paese: “Ovunque in Francia l’elettorato – conclude Morelle – della classe operaia o della classe media, che tradizionalmente, in larga misura, votava per la sinistra, ora si è allontanato da essa. E lo shock delle elezioni legislative, a mio avviso, è ben lungi dall’indurre la sinistra a riflettere sulle ragioni che hanno portato a questa situazione. Quello che non ha fatto per 20 anni, non vedo perché dovrebbe farlo ora. Forse dopo che il Rassemblement National sarà salito al potere, forse allora…. un’introspezione collettiva arriverà, ma per il momento non credo”. I PESI MASSIMI HANNO VOTATO I primi risultati saranno diffusi a partire dalle 20, quando chiudono gli ultimi seggi elettorali. Molte personalità politiche hanno già infilato la loro scheda elettorale nelle urne: Jordan Bardella (candidato a primo ministro da Rn) a Garches, Gabriel Attal (attuale premier), Francois Hollande (ex presidente attualmente in corsa per la sinistra) e il presidente francese Emmanuel Macron a Le Touquet (Pas-de-Calais), in maniche di camicia nel feudo di Marine Le Pen che ha votato nella sua roccaforte di Hénin-Beaumont (Pas-de-Calais). Anche il segretario nazionale del Partito comunista francese, Fabien Roussel e Jean-Luc Melenchon hanno votato. Melenchon è figura di spicco della France insoumise e ha espresso il suo voto nel X arrondissement di Parigi, quartiere popolare all’inizio del XX secolo, ma che ha perso la sua vocazione industriale e che ospita oggi molte comunità di origine straniera, oltre ad essere stato colpito dagli attentati del 13 novembre 2015. COME MAI SI VOTA OGGI In origine, i francesi non dovevano tornare alle urne prima del 2026, durante le elezioni comunali. E le prossime elezioni legislative non avrebbero dovuto svolgersi fino al 2027, dopo le prossime elezioni presidenziali. Ma domenica 9 giugno, subito dopo la grande vittoria della lista del Rassemblement National di Jordan Bardella alle elezioni europee, Emmanuel Macron ha deciso di sciogliere l’Assemblea nazionale. Questo scioglimento pone fine anticipatamente al mandato di tutti i 577 deputati. E provoca nuove elezioni legislative anticipate. I francesi sono quindi chiamati alle urne il 30 giugno e il 7 luglio per rinnovare l’Assemblea ed eleggere i propri rappresentanti. Senza scioglimento, i 577 deputati, eletti inizialmente nel 2022, avrebbero dovuto restare in carica fino al 2027. Quelli eletti il ??7 luglio resteranno in carica fino al 2029. Il loro mandato durerà altri 5 anni, a meno che non si verifichi prima un nuovo scioglimento. (Di Cristina Giuliano)

Francia, assessore legato a Ciotti picchia presidente seggio Nizza

Francia, assessore legato a Ciotti picchia presidente seggio NizzaNizza (Francia), 30 giu. (askanews) – In Francia, a Nizza, un assessore nominato da Éric Ciotti avrebbe tentato di impedire l’apertura di un seggio elettorale questa mattina, prima di prendere a pugni il presidente di seggio. Il sindaco Christian Estrosi ha reagito, chiamando il presidente dei repubblicani francesi, e ha annunciato l’arresto dell’aggressore. “Denuncio con la massima fermezza l’aggressione fisica subita dal presidente dei seggi elettorali della scuola Baumettes da parte di un assessore designato dal signor Ciotti che ha tentato di impedire l’apertura del seggio elettorale prima di prendere a pugni il suo presidente” ha scritto Estrosi su Twitter.


La polemica è dunque ancora accesa tra Estrosi e Ciotti. Quello di oggi – l’aggressione al presidente di un seggio elettorale questa domenica mattina a Nizza – è un nuovo episodio nel loro conflittuale rapporto politico. Scandalizzato, il sindaco della città ha immediatamente chiamato in causa Ciotti, che avrebbe nominato l’assessore colpevole di questo attacco.


I rapporti tra i due uomini forti della politica nizzarda continuano quindi a deteriorarsi. Christian Estrosi ha lasciato i repubblicani nel 2021, in disaccordo con la linea assunta dal partito e in particolare da Eric Ciotti. Attualmente fa parte del partito di Édouard Philippe, Orizzonti, identificato con la destra e membro della maggioranza presidenziale durante la precedente legislatura. Ha tuttavia criticato la decisione di Ciotti di allearsi con LR con il Rassemblement National per queste elezioni legislative anticipate, paragonandolo addirittura a Pierre Laval, un collaborazionista. Secondo Le Figaro che cita Bastien Nespoulous, direttore generale dei servizi urbani e metropolitani, l’uomo “rischia di essere sanzionato per ribellione oltre che per aggressione”. L’incidente non ha impedito a Christian Estrosi di andare a votare qualche istante dopo. Ha poi twittato il suo sostegno al presidente aggredito, dicendo che era tornato al suo posto “dopo aver presentato una denuncia”.

Svizzera, maltempo in Valmaggia: morti e dispersi. Crollato anche un ponte

Svizzera, maltempo in Valmaggia: morti e dispersi. Crollato anche un ponteRoma, 30 giu. (askanews) – Due morti a causa del maltempo che nella notte ha colpito l’alta Valmaggia, nel Canton Ticino, in Svizzera, zona rimasta isolata. La conferma ufficiale è arrivata dalla polizia cantonale, mentre una terza persona risulta ancora dispersa. Lo riferisce Rsi,la Radiotelevisione svizzera. Il maltempo ha portato il flusso della Maggia dai 25 metri cubi al secondo a ben 2’000, mentre a Cevio è crollato il ponte di Visletto. Si registrano inoltre, come comunicato dalla polizia, alcuni dispersi.


Le autorità – sottolinea Rsi – consigliano di non muoversi da e verso la Valmaggia e anche in certe aree del Locarnese. Per il coordinamento degli enti di primo intervento è operativo uno Stato maggiore di condotta. Nella notte era stata diramata, attraverso il portale Alertswiss, la disposizione di evacuare le case nella zona fiume a Prato Sornico. In Mesolcina, sempre alle prese con le conseguenze dell’alluvione dello scorso 21 giugno, evacuazioni a titolo preventivo sono stati disposte ieri nella frazione Piani di Verdabbio di Grono e a Lostallo, in località Arabella. Danni per il maltempo anche in Vallese, dove le intense piogge hanno causato un rapido aumento del livello del Rodano. Sono in atto sgomberi, l’autostrada A9 è parzialmente bloccata e sono bloccati i passi della Novena e del Sempione per smottamenti e frane di detriti.

Usa2024, Biden a Camp David con la famiglia per discutere del futuro della sua campagna elettorale

Usa2024, Biden a Camp David con la famiglia per discutere del futuro della sua campagna elettoraleMilano, 30 giu. (askanews) – Il presidente americano Joe Biden dovrebbe discutere il futuro della sua campagna di rielezione con la famiglia domenica a Camp David. Lo riporta la Nbc, citando come fonti cinque persone vicine al dossier. La riflessione arriva dopo il dibattito televisivo che giovedì ha suscitato dubbi e perplessità sulla capacità del presidente in carica di battere il suo predecessore, Donald Trump, nell’appuntamento elettorale di novembre.


L’emittente televisiva, tuttavia, specifica che era previsto già prima del dibattito di giovedì che Biden e la first lady, Jill Biden, raggiungessero i figli e nipoti nella serata di sabato.

Francia, Morelle: l’effetto Macron “non regge più”

Francia, Morelle: l’effetto Macron “non regge più”Nizza (Francia), 29 giu. (askanews) – Come aver avuto “Mario Draghi o Mario Monti” per anni e trovarsi di fronte – invece di conti risanati – a “una crisi delle finanze pubbliche che nessun governo ha mai visto”. L’effetto Macron oggi, nella Francia che va a votare in questo fine settimana, si è trasformato in rancore e rabbia in una fetta molto cospicua dell’elettorato. “Quindi l’argomento ‘siamo seri, responsabili, competenti, credibili ed efficaci’ non regge più”. Lo dice ad askanews Aquilino Morelle, già consigliere di Lionel Jospin a Matignon (1997-2002), poi di François Hollande all’Eliseo (2012-2014) e autore del saggio “La parabole des aveugles: Marine Le Pen aux portes de l’Elysée” (Grasset, 286 pagine) dove con largo anticipo su tutti aveva delineato il quadro che oggi si osserva.


Morelle, che definisce “decisione shock” l’annuncio delle elezioni parlamentari, dopo “lo schiaffo in faccia” per Emmanuel Macron delle europee, racconta un panorama complesso dove la personalità sicuramente molto forte del Presidente della Repubblica francese ha dominato anche queste fasi. Ma per quanto tempo ancora dominerà? Morelle non esclude in futuro le dimissioni di Macron. “Non poteva, ha confermato in seguito, non voleva dimettersi subito, anche se credo che sia una delle prospettive a breve e medio termine, quindi gli è rimasto lo scioglimento del Parlamento”, afferma. “La sera del 9 giugno – continua – quando il risultato è stato reso pubblico, c’è stata una sorta di shock nella classe politica e in particolare nel Presidente. Perché bisogna capire il risultato delle europee: non è solo che il Rassemblement National è molto avanti con il 31,37% dei voti, che è notevole. Ma è stato più del doppio del risultato della lista di Macron: 14,8%. Ma soprattutto, è una specie di libera uscita in tutto il Paese. Vi fornirò alcune cifre per aiutarvi a capirlo: in Francia ci sono 577 circoscrizioni legislative. In 457 circoscrizioni, l’RN è in testa, ossia l’80% delle 577. In Francia ci sono 35.000 comuni: nel 93% di questi comuni, RN è risultato in testa. In Francia ci sono 101 dipartimenti: RN è risultato primo in 96 dipartimenti. In Francia ci sono 18 regioni: RN è risultato primo in 17 regioni. Questa è la mappa elettorale della sera del 9 giugno. È completamente omogenea. Non ho mai visto una mappa elettorale come questa. Quindi c’è stata una sorta di grande ondata in tutti i dipartimenti, in tutte le città, in tutte le regioni. E ora, con un voto che non riguarda più solo le classi lavoratrici, ma le classi medie, tutti, la funzione pubblica, tutti in ogni professione e ad ogni età, la gente ha votato per RN. È la forza del voto che ha creato uno shock nell’opinione pubblica, nella classe politica e nel Presidente”. E il Presidente “è un uomo che non prende bene le frustrazioni” dice Morelle. “Per questo ha ricevuto questo schiaffo in faccia alle elezioni europee. Ha voluto dimostrare di essere capace di reagire immediatamente, di rimettersi, a suo avviso, al centro del gioco politico e di prendere un’iniziativa che fosse un’iniziativa shock, in risposta allo shock che aveva ricevuto”.


La Francia dove la destra di Rassemblement National è cresciuta in maniera così potente, non è lo stesso Paese dove il giovane Macron si è affermato. E’ un Paese dove le speranze si sono affievolite e la rabbia è cresciuta. Morelle dice apertamente come diverse persone ora siano “molto arrabbiate con il governo e detestano Emmanuel Macron. Tutto questo si traduce in un cocktail che spiega la situazione attuale, ma Macron non lo vuole capire. Ancora oggi si chiede perché la gente non voglia votare per il suo partito”. E anche nella reazione immediata alla sconfitta, si rivela la natura del capo di stato francese. “Un’ora dopo il risultato delle elezioni europee, ha annunciato l’applicazione dell’articolo 12 della Costituzione e lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale”. Insomma con le elezioni indette a pochi minuti dal voto per le europee, si è verificato uno “shock così forte e il tempo tra lo scioglimento e le elezioni è stato così breve” che non ha dato il tempo alla gauche nemmeno di pensare. “La sinistra cosa ha fatto? Ha trovato una soluzione veloce, veloce: ci mettiamo insieme per salvare il maggior numero possibile di parlamentari. Si tratta quindi di un’alleanza elettorale il Nuovo Fronte Popolare”, spiega Morelle. Ma questo non vuol dire una rinascita della gauche, anzi: “Troppo debole, nonostante il tentativo di unità, il Nuovo Fronte Popolare. La sinistra si è attestata intorno al 28-29% nella prima tornata legislativa” e più o meno resta su quei numeri anche nelle stime di Morelle e nei sondaggi. Il Nuovo Fronte Popolare (in francese Nouveau Front Populaire, NFP) “non ha lo slancio e non è in grado di ottenere la maggioranza assoluta di 289 seggi all’Assemblea nazionale”, dice Morelle. “Le principali forze che lo compongono non sono d’accordo su nulla delle questioni essenziali. Si tratta quindi di un’alleanza elettorale di circostanza creata per sbarrare la strada, come dice la sinistra, al Rassemblement National e per cercare di salvare un certo numero di seggi. Ma a parte il fatto che non sono d’accordo su nulla, non è il contesto attuale che li porterà a fare quello che ho cercato di fare nei miei libri: a pensare al perché un sacco di ex elettori di sinistra ora votano RN. Non vogliono assolutamente sentir parlare di sinistra. Perché in realtà la sinistra che vota oggi è la sinistra delle grandi città, la sinistra della borghesia culturale, delle persone che stanno bene, che amano la loro vita, che non hanno problemi, quello che in Francia chiamiamo “bobo” (contrazione di “bourgeois” e “bohémien”, ndr). A Parigi, Bordeaux, Lione e così via. Ma ovunque in Francia l’elettorato della classe operaia o della classe media, che tradizionalmente, in larga misura, votava per la sinistra, ora si è allontanato da essa. E lo shock delle elezioni legislative, a mio avviso, è ben lungi dall’indurre la sinistra a riflettere sulle ragioni che hanno portato a questa situazione. Quello che non ha fatto per 20 anni, non vedo perché dovrebbe farlo ora. Forse dopo che il Rassemblement National sarà salito al potere, forse allora…. un’introspezione collettiva arriverà, ma per il momento non credo”.


In sostanza secondo Morelle per queste elezioni generali francesi si delineano cinque ipotetici finali, di cui solo tre l’esperto considera davvero possibili: RN in testa, con maggioranza assoluta o relativa o una situazione di caos politico e difficile governabilità. Esclude invece la possibilità che si possa ricostituire l’attuale maggioranza o che la sinistra ottenga la maggioranza assoluta. “Jordan Bardella, il presidente di RN, ha detto che se non avrà la maggioranza assoluta, non andrà a Matignon. Penso che questo sia un modo per invitare gli elettori a votare per lui, per dargli forza e per avere la maggioranza assoluta. Ma penso che più ci avviciniamo alla maggioranza assoluta, se il RN avesse 260, 270 deputati, penso che sarebbe molto difficile per loro dire: siamo molto vicini, ma non governeremo. Penso che governerebbero. In ogni caso, questa ipotesi di maggioranza relativa oggi ha una forte probabilità”.