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Milei desecreta i file sui nazisti che si rifugiarono in Argentina

Milei desecreta i file sui nazisti che si rifugiarono in ArgentinaRoma, 26 mar. (askanews) – L’Argentina declassificherà i documenti ufficiali contenenti informazioni sui nazisti che cercarono rifugio nel suo territorio dopo la Seconda guerra mondiale, ha annunciato lunedì Guillermo Francos, capo dello staff del presidente Javier Milei.


Renderemo pubblici i documenti sui “nazisti che si rifugiarono in Argentina e furono protetti per molti anni”, ha detto Francos in un’intervista al canale televisivo DNews. Il Capo dello staff ha aggiunto che “il Presidente Milei ha dato istruzioni di divulgare tutta la documentazione detenuta da qualsiasi agenzia statale, perché non c’è motivo di continuare a nascondere tali informazioni”.


Secondo l’agenzia di stampa NA, questa iniziativa includerà i registri delle transazioni bancarie e finanziarie, nonché i fascicoli conservati dal Ministero della Difesa. Verso la fine della seconda guerra mondiale l’organizzazione O.D.E.SS.A ( O.D.E.SS.A è l’acronimo di Organisation Der Ehemaligen SS-Angehörigen (Organizzazione degli ex-membri delle SS) mise in piedi una rete che con la collaborazione e l’aiuto di altri soggetti, facilitarono e finanziarono la fuga di gerarchi e criminali nazisti soprattutto in Sudamerica. Tra i vari gerarchi nazisti che trovarono rifugio in Argentina si segnalano Adolf Eichmann, il colonnello delle SS che ideò la cosiddetta “soluzione finale”, Josef Mengele, responsabile del programma di eugenetica del regime di Adolf Hitler, Erich Priebke, ex comandante delle SS e responsabile del massacro delle Fosse Ardeatine, Non è possibile avere dei dati sul numero di nazisti fuggiti dalla Germania in altri paesi d’Europa o in altri continenti. Le notizie più dettagliate sono quelle del Centro Simon Wiesenthal di Gerusalemme.


Dal 2005 il Centro Simon Wiesenthal ha individuato i nomi di circa mille presunti criminali di guerra ancora vivi in Europa, molti dei quali provenienti dalla Germania, e ha lanciato diverse campagne intitolate “Operation last chance” per rintracciarli.

Milei desecreta file su nazisti che si rifugiarono in Argentina

Milei desecreta file su nazisti che si rifugiarono in ArgentinaRoma, 26 mar. (askanews) – L’Argentina declassificherà i documenti ufficiali contenenti informazioni sui nazisti che cercarono rifugio nel suo territorio dopo la Seconda guerra mondiale, ha annunciato lunedì Guillermo Francos, capo dello staff del presidente Javier Milei.


Rrenderemo pubblici i documenti sui “Nazisti che si rifugiarono in Argentina e furono protetti per molti anni”, ha detto Francos in un’intervista esclusiva al canale televisivo DNews. Il Capo dello staff ha aggiunto che “il Presidente Milei ha dato istruzioni di divulgare tutta la documentazione detenuta da qualsiasi agenzia statale, perché non c’è motivo di continuare a nascondere tali informazioni”.


Secondo l’agenzia di stampa NA, questa iniziativa includerà i registri delle transazioni bancarie e finanziarie, nonché i fascicoli conservati dal Ministero della Difesa. Verso la fine della seconda guerra mondiale l’organizzazione O.D.E.SS.A ( O.D.E.SS.A è l’acronimo di Organisation Der Ehemaligen SS-Angehörigen (Organizzazione degli ex-membri delle SS) mise in piedi una rete che con la collaborazione e l’aiuto di altri soggetti, facilitarono e finanziarono la fuga di gerarchi e criminali nazisti soprattutto in Sudamerica.


Tra i vari gerarchi nazisti che trovarono rifugio in Argentina si segnalano Adolf Eichmann, il colonnello delle SS che ideò la cosiddetta “soluzione finale”, Josef Mengele, responsabile del programma di eugenetica del regime di Adolf Hitler, Erich Priebke, ex comandante delle SS e responsabile del massacro delle Fosse Ardeatine, Non è possibile avere dei dati sul numero di nazisti fuggiti dalla Germania in altri paesi d’Europa o in altri continenti. Le notizie più dettagliate sono quelle del Centro Simon Wiesenthal di Gerusalemme.


Dal 2005 il Centro Simon Wiesenthal ha individuato i nomi di circa mille presunti criminali di guerra ancora vivi in Europa, molti dei quali provenienti dalla Germania, e ha lanciato diverse campagne intitolate “Operation last chance” per rintracciarli.

Il Cremlino esprime le condoglianze per la morte della giornalista di Channel One

Il Cremlino esprime le condoglianze per la morte della giornalista di Channel OneRoma, 26 mar. (askanews) – Il Cremlino ha espresso oggi le sue condoglianze per la morte della corrispondente di Channel One, Anna Prokofieva, morta in servizio nella regione di Belgorod.


“Un’altra perdita tra i giornalisti. Channel One, Anna Prokofieva… Le nostre condoglianze vanno principalmente alla famiglia di Anna e all’intero staff di Channel One”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalle agenzie russe. L’auto che trasportava Prokofieva è esplosa a causa di una mina lasciata dall’esercito ucraino, ha aggiunto Peskov.

Zelensky: spero non si valutino ipotesi di un accordo di pace “umiliante”

Zelensky: spero non si valutino ipotesi di un accordo di pace “umiliante”Roma, 26 mar. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy non ha escluso del tutto la possibilità teorica di un accordo di pace “umiliante” sul conflitto in Ucraina, ma ha avvertito che il paese “cadrebbe in depressione” in caso di tale scenario.


“Ma se la fase successiva sarà una pace forzata, umiliante, se l’Ucraina, Dio non voglia, verrà lasciata sola e se i nostri partner, per qualsiasi motivo, non saranno nostri partner, allora l’Ucraina cadrà in depressione… Non credo che sarà così. Sarebbe un tradimento da parte dei nostri partner. E penso che le possibilità che ciò accada siano praticamente pari a zero”, ha detto Zelenskyy in un’intervista con Time Magazine martedì sera. Martedì, un altro round di negoziati tra Stati Uniti e Ucraina ha avuto luogo a Riyadh. Parlando dopo i colloqui, il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov ha affermato che le parti hanno concordato di vietare qualsiasi attacco alle infrastrutture energetiche russe e ucraine. Ha anche confermato un accordo per garantire la sicurezza della navigazione nel Mar Nero. La Casa Bianca ha affermato che le parti hanno concordato a Riyadh di escludere l’uso della forza contro le navi commerciali nel Mar Nero.


Lo stesso giorno, il Cremlino ha pubblicato una dichiarazione sui risultati di un incontro tra le delegazioni russa e statunitense a Riyadh. Il presidente russo Vladimir Putin e il presidente statunitense Donald Trump hanno concordato di fornire l’attuazione dell’iniziativa del Mar Nero. Questa iniziativa include la fornitura di sicurezza della navigazione nel Mar Nero, l’esclusione dell’uso della forza contro le navi commerciali e il divieto di utilizzo di tali navi per scopi militari. Il controllo sull’esecuzione di tali misure è pianificato per essere condotto tramite l’ispezione delle navi. Tuttavia, l’accordo entrerà in vigore solo quando saranno soddisfatte determinate condizioni. Una di queste condizioni è la revoca delle sanzioni alla Banca agricola russa (Rosselkhozbank).

Nato, oggi Rutte a Varsavia, atteso discorso a Warsaw School of Economics

Nato, oggi Rutte a Varsavia, atteso discorso a Warsaw School of EconomicsMilano, 26 mar. (askanews) – Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, visiterà Varsavia, la capitale della Polonia oggi. Il segretario generale incontrerà il presidente della Polonia, Andrzej Duda, il primo ministro, Donald Tusk, il vice primo ministro e ministro della Difesa, Wladyslaw Kosiniak-Kamysz, oltre al Ministro degli Esteri, Radoslaw Sikorski.


Rutte terrà anche un discorso, molto atteso e seguito da dibattito, alla Warsaw School of Economics nel pomeriggio. In precedenza Rutte ha espresso il suo apprezzamento per gli investimenti polacchi nella difesa, presentando il paese come un membro modello della NATO in questo senso.

M.O., appello card. Pizzaballa ai pellegrini: tornate in Terra Santa

M.O., appello card. Pizzaballa ai pellegrini: tornate in Terra SantaRoma, 25 mar. (askanews) – “È molto difficile oggi parlare di speranza e ed è ancor più difficile parlare di speranza qui, in Terra Santa perché tutto parla di distruzione, di paura che sono il contrario della speranza. Però, se alziamo lo sguardo come Maria ci indica, possiamo vedere tantissime persone che ancora danno la vita anche qui, e non si arrendono a questa situazione così barbarica”. Sono le parole che il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, ha affidato a un videomessaggio inviato ai partecipanti alla terza edizione della “Cattedra dell’accoglienza” ideata per promuovere la cultura della solidarietà e l’arte dell’incontro e del dialogo.


La manifestazione, ospitata negli spazi di Fraterna Domus di Sacrofano vicino Roma, è dedicata alla “Speranza e accoglienza, per un futuro planetario fraterno” di cui si discute fino al prossimo 28 marzo. Per il Patriarca chi non si arrende alle barbarie “rende concreta la speranza che abita già nel nostro cuore e che è Gesù Cristo”. Il videomessaggio del Cardinale arriva nel giorno di avvio dei lavori della Cattedra che coincide con “la festa dell’Annunciazione, la festa l’accoglienza per eccellenza”, spiega Pizzaballa sottolineando che “attraverso quel ‘sì eccomi di Maria’ Dio entro nella storia la cambia”. “Il mio augurio è che quella Parola accolta da Maria e poi donata al mondo diventi vita concreta per tutti e continui a essere nel mondo una parola diversa, di vita, di accoglienza, di amore e di dono sé che è lo stile cristiano”, auspica Pizzaballa che invita tutti a “tornare in Terra Santa” perché “la comunità cristiana ha bisogno della vostra presenza, della presenza dei pellegrini”.


Nonostante la ripresa delle ostilità, il porporato evidenzia che “non siamo tornati alla situazione precedente: dal punto di vista dei pellegrinaggi, degli spostamenti la situazione è più tranquilla”. Per il Patriarca serve “darsi coraggio, avere fiducia ed esprimere solidarietà”, senza dimenticare che “la speranza si fonda sull’incontro con Gesù”.

Usa: Russia e Ucraina hanno un accordo per un cessate il fuoco parziale nel Mar Nero

Usa: Russia e Ucraina hanno un accordo per un cessate il fuoco parziale nel Mar NeroRoma, 25 mar. (askanews) – Gli Stati Uniti hanno annunciato che la Russia e l’Ucraina hanno raggiunto un accordo per garantire un parziale cessate il fuoco navale fra Mosca e Kiev, e sviluppare delle misure per far cessare i bombardamenti sulle infrastrutture energetiche: lo ha reso noto la Casa Bianca, che ha diffuso un comunicato sui colloqui svoltisi ieri a Riad.


Il comunicato sottolinea l’accordo raggiunto per “garantire una navigazione sicura, eliminare l’uso della forza e impedire l’uso di navi commerciali per scopi militari nel Mar Nero”; le due delegazioni si sono inoltre impegnate a “sviluppare delle misure per l’applicazione” dell’intesa precedente sui bombardamenti delle infrastrutture energetiche. Per quel che riguarda l’Ucraina, la Casa Bianca conferma l’impegno degli Stati Uniti “ad aiutare a raggiungere lo scambio di prigionieri di guerra, il rilascio dei prigionieri civili e il ritorno dei bambini ucraini trasferiti forzatamente”.


Washington inoltre intende “ripristinare l’accesso della Russia al mercato mondiale per le esportazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti, ridurre i costi delle assicurazioni marittime e migliorare l’accesso ai porti e ai sistemi di pagamento per tali transazioni”. “Gli Stati Uniti ribadiscono l’imperativo del presidente Donald J. Trump che le morti da entrambe le parti del conflitto Russia-Ucraina devono cessare, un passo necessario per raggiungere un accordo di pace duraturo: a tal fine, gli Stati Uniti continueranno a facilitare i negoziati tra entrambe le parti per raggiungere una risoluzione pacifica, in linea con gli accordi presi a Riad”, conclude il comunicato.

Usa, Trump difende Waltz e minimizza la fuga di notizie sui raid in Yemen: “Niente di serio”

Usa, Trump difende Waltz e minimizza la fuga di notizie sui raid in Yemen: “Niente di serio”New York, 25 mar. (askanews) – Il presidente Usa Donald Trump ha minimizzato la fuga di informazioni legata alla chat segreta su Signal, in cui Jeffrey Goldberg, direttore di The Atlantic, è stato inserito per errore mentre alti funzionari discutevano operazioni militari anti-Houthi in Yemen. Trump ha definito la vicenda “un non-problema”, affermando che la presenza del giornalista “non ha avuto alcun impatto”.


Trump ha difeso in particolare il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz: “Michael Waltz ha imparato la lezione ed è una brava persona. La presenza del giornalista non ha avuto alcun impatto sull’operazione militare”. In un’intervista telefonica a NBC News, Trump ha liquidato l’incidente, definendolo “l’unica svista in due mesi, niente di serio”.


Secondo il presidente, il numero di Goldberg sarebbe stato aggiunto per errore da un collaboratore di Waltz. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha scritto un post su X dove ha definito Goldberg un personaggio “noto per il suo sensazionalismo”, e ha assicurato che nella chat “non sono stati discussi piani di guerra né inviato materiale classificato”. Ammettendo entrambi quindi indirettamente la presenza del giornalista nella chat. Intanto, democratici della Camera e del Senato hanno inviato lettere ai funzionari coinvolti, chiedendo chiarimenti immediati sulla vicenda.

Libero il regista palestinese Ballal, “ammanettato tutta la notte e pestato” in una base militare israeliana

Libero il regista palestinese Ballal, “ammanettato tutta la notte e pestato” in una base militare israelianaRoma, 25 mar. (askanews) – Hamdan Ballal, regista palestinese vincitore dell’Oscar con “No other land”, è stato rilasciato dalle forze armate israeliane che lo avevano arrestato ieri dopo essere aggredito da un gruppo di coloni ebraici nella località palestinese di Susya: lo ha reso noto il co-regista israeliano del documentario, Yuval Abraham, in un messaggio su X.


“Dopo essere rimasto ammanettato tutta la notte e pestato in una base militare, Hamdan Ballal è libero e potrà tornare a casa dalla sua famiglia”, ha concluso Abraham.

In Sudcorea gli incendi distruggono un importante santuario del VII secolo

In Sudcorea gli incendi distruggono un importante santuario del VII secoloRoma, 25 mar. (askanews) – Gli incendi che stanno devastando la regione sudorientale della Corea del Sud stanno distruggendo alcuni importanti tesori culturali coreani, tra cui un importante santuario del VII secolo, e mettendo a rischio un sito UNESCO. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.


I roghi, iniziati venerdì nella contea di Sancheong, si sono estesi alle vicine Uiseong e stanno avanzando verso Andong, Cheongsong, Yeongyang e Yeongdeok, nell’area centrale della provincia di North Gyeongsang, hanno riferito i vigili del fuoco. Le fiamme hanno distrutto il tempio Gounsa (“Nuvola solitaria”) a Uiseong, un antico santuario risalente al 681 d.C., durante la dinastia Silla (57 a.C.-935 d.C.). I tesori nazionali custoditi nel tempio erano stati trasferiti in luoghi più sicuri.


Le autorità hanno avvertito che il villaggio tradizionale di Hahoe, sito UNESCO ad Andong, rischia di essere avvolto dalle fiamme e stanno mobilitando tutte le risorse disponibili per proteggerlo dalla distruzione. Il ministero della Giustizia ha reso noto di aver avviato il trasferimento via autobus di circa 2.600 detenuti dal carcere di Gyeongbuk Northern Prison a Cheongsong verso strutture carcerarie vicine, data la rapida diffusione degli incendi nell’area. È allo studio anche lo spostamento di circa 800 prigionieri dal penitenziario di Andong.


Il presidente ad interim Han Duck-soo ha ordinato ai governi regionali di mobilitare “tutte le risorse amministrative disponibili” per evacuare i residenti delle zone colpite verso luoghi sicuri, e ha disposto il dispiegamento immediato di tutto il personale e le attrezzature necessarie per contenere gli incendi nel più breve tempo possibile. Fin da venerdì, l’esercito ha inviato circa 5.000 militari e 146 elicotteri a supporto delle operazioni antincendio nel sud-est del Paese.


Sei persone, tra cui quattro vigili del fuoco, hanno perso la vita nell’incendio di Sancheong, mentre una dozzina sono rimaste ferite.