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Ucraina, Zelensky: il vertice globale in Svizzera è “il primo passo verso una pace giusta”

Ucraina, Zelensky: il vertice globale in Svizzera è “il primo passo verso una pace giusta”Roma, 15 giu. (askanews) – Il vertice globale al via oggi in Svizzera rappresenta “il primo passo verso una pace giusta”. E’ quanto ha scritto sui propri account social il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sottolineando che al summit partecipano “100 Stati e organizzazioni internazionali provenienti da tutti i continenti e da tutte le parti del mondo”.


“America Latina, Medio Oriente e Asia, Africa, Europa, Pacifico, Australia, Nord America: tutti sono presenti. Il summit per la pace offre a ogni paese l’opportunità di essere ascoltato e di dimostrare una leadership globale – ha scritto – insieme, stiamo facendo il primo passo verso una pace giusta basata sulla Carta delle Nazioni Unite e sui principi fondamentali del diritto internazionale”.

Gb, la prima apparizione pubblica di Kate (dopo la diagnosi di cancro)

Gb, la prima apparizione pubblica di Kate (dopo la diagnosi di cancro)Roma, 15 giu. (askanews) – Prima apparizione pubblica oggi per la Principessa del Galles dopo la diagnosi di cancro: Catherine ha sfilato in carrozza, insieme ai tre figli, il principe George, la principessa Charlotte e il principe Louis, alla cerimonia Trooping the Colour. Ieri, dopo l’annuncio della sua partecipazione all’evento, Kate ha scritto un messaggio sui social, in cui ha affermato che sta facendo “buoni progressi”, ma che “non è ancora fuori pericolo”.


“Sto facendo buoni progressi, ma come saprà chiunque si sia sottoposto alla chemioterapia, ci sono giorni buoni e giorni brutti”, ha scritto, quindi ha aggiunto: “Non vedo l’ora di partecipare alla parata per il compleanno del re questo fine settimana con la mia famiglia e spero di partecipare ad alcuni impegni pubblici durante l’estate, ma so anche che non sono ancora fuori pericolo”. Stando a quanto riportato dalla Bbc, la principessa apparirà più tardi sul balcone di Buckingham Palace.

Giornata Universale dell’IE 2024 celebrata nella Città Eterna

Giornata Universale dell’IE 2024 celebrata nella Città EternaRoma, 15 giu. (askanews) – La Giornata Universale dell’IE, Camicia tradizionale romena, sarà celebrata quest’anno a Roma attraverso una serie di eventi organizzati dall’Ambasciata di Romania presso la Repubblica Italiana, insieme alla Presidenza della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati del Parlamento italiano, al Museo Nazionale del Villaggio “Dimitrie Gusti” di Bucarest, al Museo delle Civiltà di Roma e all’Accademia di Romania in Roma. Per celebrare questa importante festa dedicata alle tradizioni popolari romene iscritte nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO, il Museo delle Civiltà di Roma (Piazza Guglielmo Marconi 8) ospiterà per un mese la mostra “ROMANIA-ITALIA: l’arte del ricamo e della ceramica, patrimonio dell’umanità” (18 giugno – 14 luglio), nonché un convegno scientifico e laboratori artigianali dedicati ai bambini.


Gli eventi si svolgeranno con il seguente programma: 18 giugno – 14 luglio 2024, Salone d’Onore presso il Museo delle Civiltà di Roma La mostra “ROMANIA-ITALIA: L’arte del ricamo e della ceramica, patrimonio dell’umanità” presenta una selezione di costumi tradizionali e oggetti in ceramica provenienti dalle collezioni del Museo Nazionale del Villaggio “Dimitrie Gusti? di Bucarest, da varie regioni della Romania (Banato, Bucovina, Maramures, Muntenia, Moldavia, Oltenia e Transilvania), e i costumi tradizionali e le ceramiche dalle collezioni del Museo delle Civiltà di Roma, provenienti da diverse regioni italiane (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto), in un dialogo tra le tradizioni popolari dei due Paesi.


In occasione dell’inaugurazione della mostra, Romfilatelia emetterà un prodotto filatelico dedicato all’IE e alle ceramiche romene e italiane, simboli del patrimonio dell’umanità. Verrà, inoltre, allestita una mostra di francobolli che evidenziano le tradizioni e le usanze romene. 19 giugno 2024, ore 15:00, Sala Conferenze del Museo delle Civiltà Il convegno “ROMANIA-ITALIA: L’arte del ricamo e della ceramica, patrimonio dell’umanità” dedicato al dialogo italo-romeno sul restauro, la conservazione e la promozione dei costumi e delle ceramiche tradizionali dei due Paesi. Al convegno parteciperanno: l’On. Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati del Parlamento italiano, il dott. Andrea Villani, Direttore del Museo delle Civiltà di Roma, la prof.ssa Paulina Popoiu, Direttore Generale del Museo Nazionale del Villaggio “Dimitrie Gusti” di Bucarest, Leandro Ventura, Direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale di Roma, il dott. Francesco Aquilanti, coordinatore delle collezioni di etnografia italiana presso il Museo delle Civiltà di Roma, la dott.ssa Georgiana Onoiu, responsabile del Dipartimento Tesoreria dei Beni Culturali, Registri Scientifici e Banche Dati presso il Museo Nazionale del Villaggio “Dimitrie Gusti” e il dott. Mihai Stan, responsabile di progetti culturali presso l’Ambasciata di Romania in Italia.


29 giugno 2024, dalle ore 11:00, Sala Laboratori del Museo delle Civiltà Il Museo delle Civiltà di Roma e il Museo Nazionale del Villaggio “Dimitrie Gusti” di Bucarest propongono, nell’ambito della mostra “ROMANIA-ITALIA: L’arte del ricamo e della ceramica, patrimonio dell’umanità”, una serie di laboratori di ricamo per bambini, intitolati ric-AMIAMO (insieme), laboratori pensati per far conoscere ai giovani l’arte del ricamo nei due Paesi. Tutti gli eventi sono organizzati in collaborazione con Romfilatelia, l’Istituto Culturale Romeno e la Biblioteca Europea di Roma, con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e del Comune di Roma.

Ucraina, 100 delegazioni in Svizzera per la conferenza di pace

Ucraina, 100 delegazioni in Svizzera per la conferenza di paceRoma, 15 giu. (askanews) – Cento delegazioni, tra cui 57 capi di Stato e di governo, convergono oggi e domani alla conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina che la Svizzera organizza per “ispirare un futuro processo di pace e sviluppare elementi pratici e passi verso tale processo”: questo il dichiarato obiettivo sintetizzato dal ministero degli Esteri svizzero dopo molto lavoro diplomatico per massimizzare la partecipazione, malgrado l’assenza della Federazione Russa e della Cina, e dopo non poche polemiche, anche interne alla Confederazione elvetica.


Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato ieri, direttamente dal G7 in Puglia, dove ieri ha incontrato Papa Francesco, con cui ha discusso – ha detto il presidente ucraino – cosa significa per Kiev “pace giusta”. Ieri Vladimir Putin ha fatto irruzione sulla scena mondiale rilanciando le sue condizioni per un cessate il fuoco, che Zelensky ha bollato come “ultimatum” inaccettabile e segnale di un rinascente “nazismo”. La proposta-monito russa non a caso è arrivata alla vigilia dell’incontro in Svizzera, definito dal presidente russo “un trucco per distogliere l’attenzione” generale. Per il capo del Cremlino l’Ucraina deve ritirare le sue truppe dai territori ucraini dichiarati annessi (Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhya) e deve ufficializzare la rinuncia ad aderire alla Nato: a quel punto sarebbe cessate il fuoco immediato. Proposta immediatamente respinta, e non poteva essere altrimenti. La due giorni nel nome di una pace che a 28 mesi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina appare dunque lontana si terrà nell’hotel Burgenstock, lussuoso complesso sul crinale di una montagna affacciata sul lago di Lucerna, frequentato in passato e anche oggi da celebrità e pesi massimi della politica. La Svizzera ha invitato 160 delegazioni e ieri ha riferito che saranno 100 quelle che parteciperanno ai lavori. Oltre agli Stati, sono stati invitati anche l’Unione Europea, le Nazioni Unite, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce), il Consiglio d’Europa, il Vaticano e il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli.


Metà delle adesioni provengono dall’Europa, compresi il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron, freschi di batoste elettorali che non rafforzano le loro posizioni e neppure quelle di Zelensky. L’Italia sarà rappresentata dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Per gli Stati Uniti ci sarà la vicepresidente Kamala Harris: il presidente Joe Biden è volato a casa dal vertice in Puglia. Cina e Brasile hanno rifiutato di partecipare. Senza la Russia, un incontro del genere non ha senso, sostengono. Altri Paesi, soprattutto del Sud globale, non si sono iscritti per lo stesso motivo o non saranno rappresentati ai massimi livelli. L’India sarà presente con una “delegazione di alto livello”, secondo quanto riferito da Zelensky dopo aver incontrato il premier Narendra Modi a margine del G7.


Nell’idea iniziale, al centro della riunione doveva esserci il piano di pace in 10 punti del presidente ucraino. Tuttavia, il quadro sul terreno e le posizioni non monolitiche degli invitati a partecipare hanno consigliato di limitare il programma, incardinato su quattro punti: la sicurezza alimentare (l’esportazione di prodotti agricoli dall’Ucraina), la sicurezza nucleare (in particolare le centrali nucleari ucraine, Zaporizhzhia in primis) e lo scambio di prigionieri di guerra e deportati. Zelensky ha proposto l’anno scorso di convocare una conferenza con la partecipazione del maggior numero possibile di Paesi, al fine di aumentare la pressione diplomatica sulla Russia. La richiesta principale del presidente ucraino è il ritiro delle truppe russe dall’intero territorio del suo Paese, compresa la Crimea – una posizione a cui non rinuncia, ma che non dovrebbe figurare nel documento finale e in sostanza neppure nei colloqui oggi e domani. La Svizzera dopo l’invasione russa dell’Ucraina si è trovata sotto pressione per agire e forzare le sue storiche posizioni di neutralità. Ha accettato di aderire alle sanzioni internazionali e fornisce aiuti umanitari con priorità allo sminamento umanitario, tuttavia non sono mancate le critiche e neppure le polemiche interne.


La Federazione russa, che comunque Zelensky non voleva alla Conferenza, ha da subito messo in chiaro l’ostilità per l’iniziativa. Il governo svizzero ha discusso se inviare comunque un invito, ma alla fine si è astenuto, temendo che venisse percepito come una provocazione dopo il chiaro rifiuto di Mosca. D’altronde, se il Cremlino continua a segnalare una teorica disponibilità a trattare, la situazione al fronte e le posizioni russe – irricevibili per le autorità ucraine e per quasi tutti i Paesi alleati anche sull’aspetto territoriale – svuotano le avances russe, a cui si aggiungono indirette minacce di arrivare all’uso dell’arma nucleare se i Paesi Nato saranno più attivamente coinvolti. Secondo le previsioni degli organizzatori, la conferenza potrebbe concludersi con un documento finale che incorpori il maggior numero possibile di punti dell’Ucraina. Un passo intermedio nell’agenda diplomatica internazionale che ispiri una futura conferenza, alla quale sarebbero invitati altri Stati e anche la Russia.

Sudafrica, Cyril Ramaphosa rieletto presidente

Sudafrica, Cyril Ramaphosa rieletto presidenteRoma, 14 giu. (askanews) – Cyril Ramaphosa è stato rieletto presidente del Sudafrica con i voti di Alleanza democratica (Da) e Inkatha Freedom Party (Ifp).


Ramaphosa è stato eletto con 283 voti favorevoli, per lo sfidante Malema 44 voti, 12 le schede nulle. Per Ramaphosa è il secondo mandato alla guida del Paese più industrializzato dell’Africa, malgrado il suo partito African National Congress (Anc) alla guida del Paese dal 1994, abbia perso la maggioranza alle elezioni del mese scorso.

Il G7 sfida i mercanti di morte: coalizione contro la tratta dei migranti

Il G7 sfida i mercanti di morte: coalizione contro la tratta dei migrantiBari, 14 giu. (askanews) – Una coalizione del G7 per prevenire e contrastare il traffico di migranti. Dal vertice di Borgo Egnazia, a presidenza italiana, emerge con forza la necessità di un impegno collettivo ad affrontare la migrazione come fenomeno globale. Il tema spicca nel giorno della storica partecipazione di Papa Francesco e occupa un lungo paragrafo della dichiarazione finale: “rafforzeremo le nostre azioni per prevenire, contrastare e smantellare le reti criminali organizzate che traggono profitto dal traffico di migranti e dalla tratta di persone”, confermano i leader in un passaggio del testo.


L’accordo è chiaramente solo politico. Il G7 non è sede adatta ad assumere decisioni operative e saranno i tecnici a decidere cosa fare e come intervenire. L’idea di fondo, però, sarebbe quella di promuovere una maggiore cooperazione sulle capacità investigative, coinvolgendo le autorità competenti nei paesi di origine, transito e destinazione. In particolare, per “azioni di contrasto congiunte basate su prove, contro le reti di contrabbando e tratta”, sarà essenziale migliorare lo scambio di dati tra i Paesi della ‘coalizione’. Fondamentale sarà inoltre seguire l’approccio “follow the money” per identificare, indagare e contrastare efficacemente la criminalità organizzata, affrontando gli aspetti finanziari, compresa la confisca dei beni”. Giorgia Meloni, che ai lavori di oggi ha invitato alcuni rappresentanti del continente africano, può dirsi soddisfatta. I leader hanno fatto propri alcuni dei principi più cari alla presidente del Consiglio, riconoscendo la necessità di fronteggiare le sfide “attraverso un approccio integrato, globale ed equilibrato”, in linea con il diritto internazionale. “Azioni collettive svolte in uno spirito di impegno e responsabilità congiunta” sono state ritenute essenziali per lo sviluppo di soluzioni sostenibili e inclusive per gestire efficacemente la migrazione a beneficio di tutti, “compresi i paesi a basso e medio reddito che affrontano significative pressioni migratorie”.


L’impegno del G7, però, sembra andare oltre. I capi di Stato e di governo, infatti, intendono garantire una governance della migrazione che sia sempre più sostenibile, capace di “garantire il pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali per tutti, indipendentemente dal loro status migratorio”. Nessuna possibilità di equivocare a questo proposito; la dichiarazione finale contiene un passaggio chiaro: “ricordiamo il diritto di ognuno di chiedere asilo dalle persecuzioni come previsto dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani e di chiedere la protezione internazionale tutelata dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati”. In questo contesto, l’intenzione è quella di incrementare gli sforzi per affrontare le cause profonde della migrazione irregolare e degli sfollamenti forzati, quali conflitti, instabilità politica, povertà, criminalità, corruzione e violazioni dei diritti umani. L’obiettivo è promuovere partenariati globali ed equi tra i paesi di origine, transito e destinazione per aprire la strada a “soluzioni strutturali a lungo termine che contribuiscano allo sviluppo sostenibile, alla resilienza e alla stabilità”. Contemporaneamente saranno aumentati gli sforzi per prevenire e affrontare la migrazione irregolare, contrastare le attività illegali che la facilitano e affrontare le sfide che pone agli individui e alle società.


In questo ambito, saranno messe a punto strategie volte a dissuadere le persone dall’intraprendere “viaggi migratori irregolari e pericolosi”, e “saranno rafforzati i processi di gestione delle frontiere e dei visti”, anche al fine di limitare le attività delle reti di traffico e tratta di migranti. Inoltre, sarà sostenuto “il ritorno sicuro e dignitoso delle persone non idonee a rimanere” nel Paese raggiunto, nonché per sostenere gli sforzi di reintegrazione sostenibili nei paesi di origine. Allo studio c’è infine anche la possibilità di mettere a punto “percorsi sicuri e regolari per migranti e rifugiati”, che possono rappresentare alternative realistiche, avere il potenziale per ridurre la migrazione irregolare e l’uso delle reti di contrabbando e tratta, e contribuire a prevenire le conseguenze umanitarie negative derivanti dall’imbarcarsi su rotte pericolose. I percorsi regolari dovranno rispondere ai requisiti nazionali, aderire alle legislazioni dei Paesi G7 e alle loro decisioni sovrane. In questo contesto, i programmi regionali volti a garantire i talenti e la mobilità professionale e a stabilire percorsi efficaci per il reinsediamento – nelle intenzioni del G7 – potranno fornire percorsi sicuri e legali per i migranti, affrontando al tempo stesso le lacune lavorative nei paesi di destinazione. (di Corrado Accaputo)

Ucraina, Zelensky: da Putin un altro ultimatum. C’è una nuova ondata di nazismo, quello russo

Ucraina, Zelensky: da Putin un altro ultimatum. C’è una nuova ondata di nazismo, quello russoRoma, 14 giu. (askanews) – “Cosa posso dire, questi messaggi sono messaggi di ultimatum, non hanno nulla di diverso dagli ultimatum che ha fatto prima. Noi vediamo attualmente una rinascita del nazismo. È una nuova ondata di nazismo, perché è un nazismo russo. Quello che dichiara Putin è che noi dovremmo ridare una parte dei nostri territori occupati, ma anche quelli non occupati. Lui dice che si fermerà e non ci sarà un conflitto congelato. Sono gli stessi messaggi che mandava Hitler, non sono neanche passati 100 anni da quando chiedeva solo una parte della Cecoslovacchia dicendo che si sarebbe poi fermato. Sono bugie storiche. Poi c’è stata la Polonia e poi l’occupazione di tutta Europa. Voi sapete che questa ondata di nazismo non si ferma mai perché Putin è arrivato anche in Africa, è arrivato in diversi punti della terra”, ha dichiarato a Sky TG24 il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rispondendo sulla proposta di pace presentata da Putin.


“Ecco perché non dobbiamo fidarci di questi messaggi, perché Putin oggi parla di quattro regioni, prima parlava di Crimea e Donbass. Voglio ricordare che nel 2014 quando è iniziata l’occupazione della Crimea si parlava solo di Crimea e Donbass. Oggi si parla di quattro regioni ucraine che lui considera russe. Non gli importa nulla di ciò che accade alle persone e ai suoi militari, questa è la nuova faccia del nazismo e io sono assolutamente sicuro di questo, perché ci sono alcuni scettici nel mondo che dicono ‘non è proprio nazismo’ perché ancora quell’ondata non è iniziata. Io ritengo che non dobbiamo aspettare la nuova ondata, perché il nazismo è già arrivato e adesso ha il volto di Putin”.

I leader del G7: fermo sostegno all’Ucraina, la Russia deve porre fine alla guerra e pagare i danni

I leader del G7: fermo sostegno all’Ucraina, la Russia deve porre fine alla guerra e pagare i danniBari, 14 giu. (askanews) – Il leader del G7 riuniti a Borgo Egnazia riaffermano il loro “fermo sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario”. “Insieme ai partner internazionali, siamo determinati a continuare a fornire sostegno militare, di bilancio, umanitario e per la ricostruzione all’Ucraina e al suo popolo”, si legge nella dichiarazione finale del vertice. “Rimaniamo fortemente impegnati ad aiutare l’Ucraina a soddisfare le sue urgenti esigenze di finanziamento a breve termine, nonché a sostenere le sue priorità di ripresa e ricostruzione a lungo termine”, si aggiunge. “La Russia deve porre fine alla sua guerra illegale di aggressione e pagare per i danni che ha causato all’Ucraina”, si legge nella dichiarazione finale del vertice del G7 a Borgo Egnazia. “Secondo la Banca Mondiale questi danni superano ormai i 486 miliardi di dollari”, sostengono i leader, secondo i quali “non è giusto che la Russia decida se e quando pagherà per i danni causati in Ucraina”.


“Gli obblighi della Russia, ai sensi del diritto internazionale, di pagare per i danni che sta causando sono chiari, e quindi continuiamo a considerare tutte le possibili vie legali attraverso le quali la Russia è costretta a rispettare tali obblighi”, affermano i capi di Stato e di governo del G7.

Nella dichiarazione del G7 non si cita l’aborto ma la “salute sessuale” (ci sono i diritti lgbtqia+)

Nella dichiarazione del G7 non si cita l’aborto ma la “salute sessuale” (ci sono i diritti lgbtqia+)Bari, 14 giu. (askanews) – Nella dichiarazione finale del G7 non c’è il riferimento all’”aborto” ma alla “salute sessuale e riproduttiva”.


“Ribadiamo – si legge nel documento visionato da Askanews – i nostri impegni nel comunicato dei leader di Hiroshima per l’accesso universale a servizi sanitari adeguati, convenienti e di qualità per le donne, compresi la salute sessuale e riproduttiva e i diritti per tutti”. Ci sono i diritti lgbtqia+: “Riaffermiamo il nostro impegno per raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne e delle ragazze in tutta la loro diversità, attraverso una partecipazione piena, equa e significativa in tutte le sfere della società. Esprimiamo la nostra forte preoccupazione per la riduzione dei diritti delle donne, delle ragazze e delle persone LGBTQIA+ in tutto il mondo, in particolare in tempi di crisi, e condanniamo fermamente tutte le violazioni e gli abusi dei loro diritti umani e delle libertà fondamentali”. E’ quanto si legge nella dichiarazione finale del G7.


“Continueremo – aggiungono – a promuovere e proteggere i loro diritti in tutte le sfere della società e a integrare costantemente l’uguaglianza di genere in tutti gli ambiti politici. Lavoreremo con partner globali per promuovere l’uguaglianza di genere nei forum multilaterali”.

I Paesi del G7: accogliamo con favore il Piano Mattei per l’Africa lanicato dall’Italia

I Paesi del G7: accogliamo con favore il Piano Mattei per l’Africa lanicato dall’ItaliaBari, 14 giu. (askanews) – I Paesi del G7 “accolgono con favore il Piano Mattei per l’Africa lanciato dall’Italia”. E’ quanto si legge nelle dichiarazioni finali del Vertice G7 di Borgo Egnazia.


I Paesi del G7, si legge in un passaggio, rafforzeranno “la cooperazione reciprocamente vantaggiosa ed equa con i paesi africani e le organizzazioni regionali. Mentre assicuriamo ai paesi africani il nostro continuo sostegno finanziario, miglioreremo il coordinamento e l’efficacia delle risorse di cooperazione del G7”. L’impegno è rivolto a “sostenere una migliore mobilitazione e gestione delle risorse interne locali e promuovere maggiori investimenti privati. Sosteniamo” inoltre, “la richiesta dei paesi africani di avere più voce in capitolo negli organismi internazionali e accogliamo con favore la partecipazione dell’Unione Africana al G20 come membro permanente e la creazione di un terzo presidente per l’Africa sub-sahariana presso il comitato esecutivo del Fondo monetario internazionale a novembre”. “Ribadiamo – si legge ancora nelle dichiarazioni finali – il nostro sostegno al patto del G20 con l’Africa come strumento per aumentare gli investimenti del settore privato, promuovere le riforme strutturali e il sostegno all’imprenditorialità locale e rafforzare la cooperazione, anche nel settore energetico. Il Partenariato del G7 per le infrastrutture e gli investimenti globali (PGII), e iniziative come l’EU Global Gateway, offrono un quadro che utilizzeremo per promuovere la nostra visione di infrastrutture sostenibili, resilienti ed economicamente sostenibili in Africa, sostenute da una selezione trasparente dei progetti. In questo senso, accogliamo con favore il Piano Mattei per l’Africa lanciato dall’Italia”.