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Von der Leyen al G7: lavorare sulle cause profonde della migrazione

Von der Leyen al G7: lavorare sulle cause profonde della migrazioneBari, 14 giu. (askanews) – “È positivo che il G7 affronti il tema chiave della migrazione. Dobbiamo lavorare come partner per affrontare le cause profonde, combattere i trafficanti di esseri umani e lavorare su percorsi legali”. E’ quanto ha scritto oggi su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a margine della seconda giornata del vertice G7 a Borgo Egnazia.


“Il patto dell’Ue su migrazione e asilo rappresenta un importante passo avanti, integrato da forti partenariati con paesi terzi”, ha aggiunto von der Leyen.

Francia, Le Pen promette un “governo di unità nazionale”

Francia, Le Pen promette un “governo di unità nazionale”Roma, 14 giu. (askanews) – La leader del Rassemblement national (Rn), Marine Le Pen, ha promesso oggi, nel corso di una trasferta elettorale, “un governo di unità nazionale” parlando di “una grande speranza per decine di milioni di francesi”. Le Pen ha aggiunto che il “vero oggetto” di queste elezioni legislative è la lotta contro “un’estrema sinistra radicale e violenta che attacca le libertà individuali e pubbliche” con “tutte le idee folli e gli eccessi che la caratterizzano”. “Questo è il vero argomento di queste elezioni”, ha detto ancora Le Pen in campagna elettorale nel Pas-de-Calais.

Star comics celebrail Pride Month con le opere della sua collana queer

Star comics celebrail Pride Month con le opere della sua collana queerRoma, 14 giu. (askanews) – Il mese del Pride è una celebrazione di vitale importanza per riflettere e agire sui diritti e sulla rappresentazione della comunità LGBTIAQ+. Star Comics, leader nell’editoria manga, abbraccia queste tematiche con passione grazie alla sua collana Queer, la sola in Italia totalmente dedicata nella narrazione di storie che trascendono i binarismi di genere e si immergono nelle sfumature dell’amore e dell’identità, superando la prospettiva eteronormativa e offrendo a tutti gli appassionati racconti che celebrano e riflettono la diversità dell’esperienza umana.


Tra le numerosissime opere della collana Queer, informa una nota, spicca Here U Are di Djun, il primo webcomic cinese pubblicato da Star Comics e uno dei manhua più amati e richiesti dai lettori. La serie segue Yu Yang, uno studente carismatico e sicuro di sé e di Li Huan, un nuovo studente riservato e apparentemente schivo. La loro storia si sviluppa all’interno del contesto universitario esplorando i temi della scoperta di sé, mostrando anche diversi episodi di omofobia e riflettendo così sulla discriminazione ancora presente nella società. L’edizione curata da Star Comics è la prima edizione cartacea dell’opera in Occidente, sviluppata in collaborazione con l’editore cinese e per cui è stato costruito un layout innovativo, adottato anche nell’edizione francese. Per tutti gli amanti dello yuri, imperdibile A White Rose in Bloom di Asumiko Nakamura: l’opera, che offre un’intima narrazione Girls’ Love, narra la storia di Ruby, una studentessa costretta a rimanere nel suo collegio durante le vacanze di Natale e che sviluppa un legame speciale con Steph, un’enigmatica compagna di classe. La serie, celebrata per la sua delicatezza e profondità emotiva, continua a esplorare il tema della scoperta personale e del primo amore tra donne, arricchendo il panorama culturale con una raffigurazione delicata e intimista dell’amore giovanile.


Immancabili anche i grandi classici della collana, come Until I Meet My Husband, la storia autobiografica di Ryosuke Nanasaki, attivista gay giapponese che da diversi anni si batte in prima linea per i diritti della comunità LGBTIAQ+. Boys Run The Riot, invece, esplora l’interiorità di un ragazzo transgender e lo sviluppo di un marchio d’abbigliamento inclusivo che scatenerà una vera rivoluzione. Amatissimo anche I Want To Be The Wall, la serie che approfondisce il curioso matrimonio di convenienza fra un ragazzo gay, innamorato del suo migliore amico, e una ragazza asessuale e aromantica, offrendo una prospettiva unica sulla concezione di “famiglia”, complicità e supporto umano. Attraverso queste storie, la collana di Queer di Star Comics vuole offrire visibilità e rappresentazione a realtà spesso marginalizzate, contribuendo a una maggiore comprensione e accettazione delle diverse identità e orientamenti sessuali nella società. Per approfondire ulteriormente queste tematiche, in occasione del Pride Month la casa editrice esplorerà alcuni titoli della collana nell’incontro Let it queer! Tematiche lgbtiaq+ nei manga e nei webcomic, che si terrà il 14 giugno alle ore 18 presso la Feltrinelli di Viale Marconi a Roma. L’incontro sarà un momento di dialogo e approfondimento sulle diverse rappresentazioni della comunità LGBTIAQ+ nella nona arte in Cina, in Giappone e in Italia, e vedrà come protagoniste Claudia Calzuola, editor e curatrice della collana Queer per Star Comics, Lin Lin, traduttrice ed esperta di cultura cinese, e Valerie Notari (aka imrelcosplay), cosplayer e scrittrice che per l’occasione vestirà i panni di moderatrice. Durante la discussione verranno esplorate le opere Here U Are, A White Rose in Bloom, e la mini-serie Pinik Heart Jam di Shikke, che tratta il tema dell’accettazione attraverso la storia di Yuki Haiga, un giovane universitario dal carattere solare che incontra il musicista Ryo Kanae in un contesto inaspettato dopo un periodo di confusione sulla sua sessualità.


Durante la discussione non mancheranno le sorprese: ci saranno infatti anticipazioni esclusive su La persona che mi piace non è un ragazzo di Sumiko Arai, il prossimo grande titolo della collana Queer sugli scaffala dal 9 luglio e uno dei titoli più rivelatori e premiati recentemente in Giappone. La serie segue la storia di Aya Osawa, una gyaru che scopre che la persona per cui ha una cotta, che pensa essere un ragazzo appassionato di rock, è in realtà Mitsuki, una sua compagna di classe.

G7, Zelensky fa il pieno: 50 mld da fondi russi e accordo con Usa

G7, Zelensky fa il pieno: 50 mld da fondi russi e accordo con UsaBari, 13 giu. (askanews) – Sorride, Volodymyr Zelensky, al suo arrivo a Borgo Egnazia. Da tempo sa che il G7 lavora per l’Ucraina. E i capi di Stato e di governo, riuniti in Puglia sotto la presidenza italiana, non tradiscono le sue attese. Le parole ascoltate da Emmanuel Macron, ieri sera, lo avevano già anticipato. Oggi il presidente ucraino ne ha ricevuto conferma: c’è “l’accordo politico” per un mega prestito di circa 50 miliardi di dollari garantito dagli utili generati dai fondi russi congelati dopo l’invasione russa del febbraio 2022. Tutti i Paesi del Gruppo contribuiranno al prestito. Ma non è tutto. Un aiuto concreto arriverà anche in via bilaterale da Giappone e Stati Uniti, con cui Zelensky ha firmato un accordo di sicurezza simile a quello stipulato con alcuni Paesi europei. “Documenti storici”, li definisce il leader ucraino che, prima di lasciare la Puglia, ringrazia Giorgia Meloni “per l’incontro produttivo” e “il sostegno militare, finanziario e umanitario all’Ucraina”.


Zelensky, d’altra parte, è arrivato in Italia con l’intenzione ferma di porre sul tavolo poche ma precise questioni: “Lo sviluppo di una coalizione di aerei da combattimento, l’accelerazione nell’addestramento dei piloti ucraini e una stretta sui tempi di consegna degli aerei”. Per Kiev, la priorità assoluta è infatti lo sviluppo di un sistema di difesa aerea ucraino basato sui più potenti sistemi occidentali, con il contemporaneo aumento della capacità a lungo raggio. La sede odierna non è adatta a decisioni operative. Ma il consenso politico è unanime. Dal vertice di Borgo Egnazia, evento cruciale della presidenza italiana, emerge così “un messaggio molto forte” di unità, rivolto alla Russia e al suo presidente, Vladimir Putin: “Saremo al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”, conferma Ursula von der Leyen. E “non saranno i contribuenti europei a pagare per i danni causati da Mosca, ma i russi”. L’obiettivo è che i beni della Federazione russa “restino congelati per tutto il periodo del prestito” e ora che le linee principali sono state tracciate, i tecnici proseguiranno il lavoro per trovare le necessarie soluzioni normative “il prima possibile”. Da parte sua, il primo ministro britannico Rishi Sunak ha annunciato nuovi aiuti bilaterali “fino a 242 milioni di sterline” per sostenere l’Ucraina. Gli aiuti saranno destinati a “soddisfare i bisogni immediati” del Paese “in termini umanitari, energetici e di stabilizzazione” e “a porre le basi per la ripresa economica e sociale a lungo termine e la ricostruzione”. In particolare, l’obiettivo sarebbe quello di riparare “le infrastrutture energetiche critiche”, che hanno “sofferto dei missili e dei bombardamenti russi negli ultimi mesi”. Secondo il capo del governo di Londra, sarà necessario mostrare “determinazione e creatività” negli sforzi per sostenere l’Ucraina e porre fine alla “guerra illegale di Putin” in questo “momento critico”. E a questo proposito, il Regno Unito resterà in prima linea nella risposta internazionale, “come lo è stato fin dall’inizio”.


Ma Zelensky, che poco prima del suo arrivo al vertice aveva auspicato “decisioni importanti”, può dirsi soddisfatto anche per gli accordi stipulati a margine dei colloqui con il primo ministro giapponese Fumio Kishida e il presidente americano Joe Biden. L’intesa con Tokyo prevede che nel 2024 il Giappone fornisca all’Ucraina 4,5 miliardi di dollari e prosegua il suo sostegno per tutta la durata decennale dell’intesa. I fondi non saranno utilizzati per l’acquisto di armi – lo impedisce la Costituzione giapponese – ma saranno inseriti nel bilancio di Kiev. Dunque, assistenza alla sicurezza e alla difesa, aiuti umanitari, cooperazione tecnica e finanziaria, nonché sforzi congiunti sulla formula della pace. Inoltre, l’accordo implica sanzioni contro Mosca e sforzi atti a ritenere l’aggressore russo responsabile dei suoi crimini. L’intesa con Biden, firmata in serata e confermata in una conferenza stampa congiunta, punta a tranquillizzare Kiev dopo alcune frizioni sull’assistenza militare americana. Prevede la consegna di aerei F-16 americani, ma non di altri sistemi Patriot. Gli Usa ne hanno già inviato uno all’Ucraina, e un altro sarà fornito prossimamente. Zelensky ne ha chiesti di più. “Abbiamo bisogno di sette Patriot”, ha evidenziato, rivolgendosi al suo interlocutore. In ogni caso, l’accordo siglato da Usa e Ucraina rappresenta il più significativo tra quelli che Kiev ha sottoscritto finora con i Paesi membri della Nato, con un impegno a lungo termine su “addestramento militare, condivisione di informazioni di intelligence e assistenza economica”. L’accordo renderà l’Ucraina “forte, sostenibile e resiliente”, ha spiegato Biden. Putin “non può dividerci, e staremo con l’Ucraina finché non prevarrà in questa guerra”, ha aggiunto.


Intanto, gli sherpa continuano a lavorare alla definizione del comunicato finale del vertice anche sugli altri temi in discussione. Secondo una bozza visionata da askanews, i leader confermeranno il loro “pieno sostegno all’accordo globale delineato dal presidente Biden” per la Striscia di Gaza, “che porterebbe a un cessate il fuoco immediato e al rilascio di tutti gli ostaggi” in mano ad Hamas. Rivolgendo un invito al gruppo estremista palestinese ad accettare l’intesa, i capi di Stato e di governo ribadiranno il loro fermo impegno per “la visione della soluzione a due Stati in cui due Stati democratici, Israele e Palestina, convivono fianco a fianco in pace all’interno di confini sicuri e riconosciuti, in linea con il diritto internazionale e le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite”. (di Corrado Accaputo)

Swatch, rinnovato lo store in Corso Vittorio Emanuele a Milano

Swatch, rinnovato lo store in Corso Vittorio Emanuele a MilanoMilano, 13 giu. (askanews) – Ha riaperto con un look completamente rinnovato lo Swatch Store di Corso Vittorio Emanuele II a Milano e per la celebre azienda svizzera di orologi si tratta di “una piccola rivoluzione nel linguaggio architettonico del marchio”. Sulla sinistra, la parete principale riprende uno dei motivi cari all’iconografia pontiana, con le sue geometrie tridimensionali, eleganti, razionali e giocose al tempo stesso. Le colonne, tendenti all’infinito grazie al gioco di specchi del soffitto, riempiono il negozio con volumi irregolari e colorati – quasi dei totem astratti, citazioni ironiche di alcuni codici del design “milanese” degli Anni ottanta, rivisti in stile contemporaneo.


Il layout del negozio invita a circolare alla scoperta delle nuove collezioni e i prodotti, restano esposti in modo tale da potere essere toccati e provati al polso, come è da sempre tradizione per Swatch. Nelle ore serali, la struttura si anima grazie a giochi di luce.

G7: pieno sostegno alla proposta Biden di accordo per Gaza

G7: pieno sostegno alla proposta Biden di accordo per GazaBari, 13 giu. (askanews) – “Appoggiamo pienamente e sosterremo l’accordo globale delineato dal presidente Biden che porterebbe a un cessate il fuoco immediato a Gaza, al rilascio di tutti gli ostaggi, a un aumento significativo e duraturo del flusso di assistenza umanitaria in tutta Gaza e alla fine duratura del crisi, garantendo gli interessi di sicurezza di Israele e la sicurezza dei civili palestinesi a Gaza”. E’ quanto si legge nella bozza di comunicato che dovrà essere approvata dai leader del G7 riuniti a Borgo Egnazia, e visionata da askanews.”Ribadiamo il nostro appello ad Hamas affinché accetti la proposta di cessate il fuoco che Israele è pronto a portare avanti, ed esortiamo i paesi che hanno influenza su Hamas a contribuire a garantire che lo faccia”.  “A questo proposito, accogliamo con favore la risoluzione S/RES/2735 (2024) del
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”, aggiungono i capi di Stato e di governo riuniti a Borgo Egnazia.
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Il leader del G7 sono preoccupati per la situazione in Israele e Libano

Il leader del G7 sono preoccupati per la situazione in Israele e LibanoBari, 13 giu. (askanews) – I leader del G7 sono molto preoccupati per la situazione nel nord di Israele e nel sud del Libano e sostengono gli sforzi degli Stati Uniti per garantire un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, secondo una bozza del comunicato finale che sarà rilasciata dopo il vertice del G7 a Borgo Egnazia, in Puglia.


Secondo quanto riferisce l’agenzia Reuters, la dichiarazione dovrebbe aggiungere che i leader occidentali ribadiscono il loro impegno per una soluzione a due Stati affinché israeliani e palestinesi possano vivere in pace, fianco a fianco. Inoltre, i leader del G7 dovrebbero invitare Israele ad astenersi da un’offensiva su vasta scala a Rafah, “in linea con i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale”.

Ucraina, sabato e domenica la Conferenza di pace in Svizzera

Ucraina, sabato e domenica la Conferenza di pace in SvizzeraRoma, 13 giu. (askanews) – Decine di leader internazionali e delegazioni da almeno un’ottantina di Paesi arrivano il 15 e 16 giugno alla conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina che la Svizzera organizza per “ispirare un futuro processo di pace e sviluppare elementi pratici e passi verso tale processo”: questo il dichiarato obiettivo sintetizzato dal ministero degli Esteri svizzero dopo molto lavoro diplomatico per massimizzare la partecipazione, malgrado l’assenza della Federazione Russa e della Cina, e dopo non poche polemiche, anche interne alla Confederazione elvetica. Gli Stati partecipanti dovrebbero “contribuire con le loro idee e visioni per una pace giusta e duratura in Ucraina”, aggiunge il dicastero.


La due giorni nel nome di una pace che a 28 mesi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina appare ancora lontana si terrà nell’hotel Burgenstock, lussuoso complesso sul crinale di una montagna affacciata sul lago di Lucerna, frequentato in passato e anche oggi da celebrità e pesi massimi della politica. Nell’idea iniziale, e negli auspici ucraini in particolare, al centro della riunione doveva esserci il piano di pace in 10 punti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Tuttavia, i distinguo su molti aspetti del piano ucraino e l’infattibilità di alcune richieste hanno consigliato di limitare il programma, incardinato su a quattro punti: la sicurezza alimentare (l’esportazione di prodotti agricoli dall’Ucraina), la sicurezza nucleare (in particolare le centrali nucleari ucraina, Zaporizhzhia in primes) e lo scambio di prigionieri di guerra e deportati. Zelensky ha proposto l’anno scorso di convocare una conferenza con la partecipazione del maggior numero possibile di Paesi, al fine di aumentare la pressione diplomatica sulla Russia. La richiesta principale del presidente ucraino è il ritiro delle truppe russe dall’intero territorio del suo Paese, compresa la Crimea – una posizione a cui non rinuncia, ma che non dovrebbe figurare nel documento finale e in sostanza neppure nei colloqui di sabato e domenica.


La Svizzera dopo l’invasione russa dell’Ucraina si è trovata sotto pressione per agire e forzare le sue storiche posizioni di neutralità. Ha accettato di aderire alle sanzioni internazionali e fornisce aiuti umanitari con priorità allo sminamento umanitario, tuttavia non sono mancate le critiche e neppure le polemiche interne. La Svizzera ha invitato 160 delegazioni e il ministero degli Esteri parla di oltre 80 registrazioni ufficiali, mentre l’Ucraina dice di avere più di 100 conferme. L’elenco definitivo dei partecipanti sarà pubblicato poco prima dell’inizio della conferenza, quando sarà chiaro quali Paesi saranno rappresentati e a quale livello diplomatico. Oltre agli Stati, sono stati invitati anche l’Unione Europea, le Nazioni Unite, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), il Consiglio d’Europa, il Vaticano e il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. Metà delle adesioni provengono dall’Europa. L’Italia sarà rappresentata il primo giorno dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, domenica arriverà la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, reduce dal G7 incentrato a sua volta su come aiutare l’Ucraina. Per gli Stati Uniti ci sarà la vicepresidente Kamala Harris: il presidente Joe Biden volerà a casa dalla Puglia al termine del G7.Cina e Brasile hanno rifiutato di partecipare. Senza la Russia, un incontro del genere non ha senso, sostengono. Altri Paesi, soprattutto del Sud globale, non si sono iscritti per lo stesso motivo o non saranno rappresentati ai massimi livelli. L’India ha annunciato qualche giorno fa invece che sarà presente e “adeguatamente rappresentata”.


La Federazione russa ha da subito messo in chiaro l’ostilità per l’iniziativa. A margine di un dibattito al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha informato personalmente il ministro degli Esteri svizzero Ignazio Cassis. Il governo svizzero ha discusso se inviare comunque un invito, ma alla fine si è astenuto, temendo che venisse percepito come una provocazione dopo il chiaro rifiuto di Mosca. D’altronde, se il Cremlino continua a segnalare una teorica disponibilità a trattare, la situazione al fronte e le posizioni russe – irricevibili per le autorità ucraine e per quasi tutti i Paesi alleati anche sull’aspetto territoriale – svuotano le avances russe, a cui si aggiungono indirette minacce di arrivare all’uso dell’arma nucleare se i Paesi Nato saranno più attivamente coinvolti. Nelle ultime settimane, la Russia ha criticato fortemente la conferenza e ha fatto pressione sugli Stati affinché non vi partecipassero. Il Cremlino ha da tempo smesso di considerare la Svizzera neutrale e l’ha etichettata come “Paese apertamente ostile”. Secondo le previsioni degli organizzatori, la conferenza potrebbe concludersi con un documento finale che incorpori il maggior numero possibile di punti dell’Ucraina. Un passo intermedio nell’agenda diplomatica internazionale che ispiri una futura conferenza, alla quale sarebbero invitati altri Stati e anche la Russia.

Ucraina, la Conferenza in Svizzera per “futuro processo di pace”

Ucraina, la Conferenza in Svizzera per “futuro processo di pace”Roma, 13 giu. (askanews) – Decine di leader internazionali e delegazioni da almeno un’ottantina di Paesi arrivano il 15 e 16 giugno alla conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina che la Svizzera organizza per “ispirare un futuro processo di pace e sviluppare elementi pratici e passi verso tale processo”: questo il dichiarato obiettivo sintetizzato dal ministero degli Esteri svizzero dopo molto lavoro diplomatico per massimizzare la partecipazione, malgrado l’assenza della Federazione Russa e della Cina, e dopo non poche polemiche, anche interne alla Confederazione elvetica. Gli Stati partecipanti dovrebbero “contribuire con le loro idee e visioni per una pace giusta e duratura in Ucraina”, aggiunge il dicastero.


La due giorni nel nome di una pace che a 28 mesi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina appare ancora lontana si terrà nell’hotel Burgenstock, lussuoso complesso sul crinale di una montagna affacciata sul lago di Lucerna, frequentato in passato e anche oggi da celebrità e pesi massimi della politica. Nell’idea iniziale, e negli auspici ucraini in particolare, al centro della riunione doveva esserci il piano di pace in 10 punti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Tuttavia, i distinguo su molti aspetti del piano ucraino e l’infattibilità di alcune richieste hanno consigliato di limitare il programma, incardinato su a quattro punti: la sicurezza alimentare (l’esportazione di prodotti agricoli dall’Ucraina), la sicurezza nucleare (in particolare le centrali nucleari ucraina, Zaporizhzhia in primes) e lo scambio di prigionieri di guerra e deportati. Zelensky ha proposto l’anno scorso di convocare una conferenza con la partecipazione del maggior numero possibile di Paesi, al fine di aumentare la pressione diplomatica sulla Russia. La richiesta principale del presidente ucraino è il ritiro delle truppe russe dall’intero territorio del suo Paese, compresa la Crimea – una posizione a cui non rinuncia, ma che non dovrebbe figurare nel documento finale e in sostanza neppure nei colloqui di sabato e domenica.


La Svizzera dopo l’invasione russa dell’Ucraina si è trovata sotto pressione per agire e forzare le sue storiche posizioni di neutralità. Ha accettato di aderire alle sanzioni internazionali e fornisce aiuti umanitari con priorità allo sminamento umanitario, tuttavia non sono mancate le critiche e neppure le polemiche interne. La Svizzera ha invitato 160 delegazioni e il ministero degli Esteri parla di oltre 80 registrazioni ufficiali, mentre l’Ucraina dice di avere più di 100 conferme. L’elenco definitivo dei partecipanti sarà pubblicato poco prima dell’inizio della conferenza, quando sarà chiaro quali Paesi saranno rappresentati e a quale livello diplomatico. Oltre agli Stati, sono stati invitati anche l’Unione Europea, le Nazioni Unite, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), il Consiglio d’Europa, il Vaticano e il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. Metà delle adesioni provengono dall’Europa. L’Italia sarà rappresentata il primo giorno dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, domenica arriverà la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, reduce dal G7 incentrato a sua volta su come aiutare l’Ucraina.


Per gli Stati Uniti ci sarà la vicepresidente Kamala Harris: il presidente Joe Biden volerà a casa dalla Puglia al termine del G7. Cina e Brasile hanno rifiutato di partecipare. Senza la Russia, un incontro del genere non ha senso, sostengono. Altri Paesi, soprattutto del Sud globale, non si sono iscritti per lo stesso motivo o non saranno rappresentati ai massimi livelli. L’India ha annunciato qualche giorno fa invece che sarà presente e “adeguatamente rappresentata”.


La Federazione russa ha da subito messo in chiaro l’ostilità per l’iniziativa. A margine di un dibattito al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha informato personalmente il ministro degli Esteri svizzero Ignazio Cassis. Il governo svizzero ha discusso se inviare comunque un invito, ma alla fine si è astenuto, temendo che venisse percepito come una provocazione dopo il chiaro rifiuto di Mosca. D’altronde, se il Cremlino continua a segnalare una teorica disponibilità a trattare, la situazione al fronte e le posizioni russe – irricevibili per le autorità ucraine e per quasi tutti i Paesi alleati anche sull’aspetto territoriale – svuotano le avances russe, a cui si aggiungono indirette minacce di arrivare all’uso dell’arma nucleare se i Paesi Nato saranno più attivamente coinvolti. Nelle ultime settimane, la Russia ha criticato fortemente la conferenza e ha fatto pressione sugli Stati affinché non vi partecipassero. Il Cremlino ha da tempo smesso di considerare la Svizzera neutrale e l’ha etichettata come “Paese apertamente ostile”. Secondo le previsioni degli organizzatori, la conferenza potrebbe concludersi con un documento finale che incorpori il maggior numero possibile di punti dell’Ucraina. Un passo intermedio nell’agenda diplomatica internazionale che ispiri una futura conferenza, alla quale sarebbero invitati altri Stati e anche la Russia.

L’Ungheria pensa di chiedere all’Europarlamento la revoca dell’immunità per Salis

L’Ungheria pensa di chiedere all’Europarlamento la revoca dell’immunità per SalisRoma, 13 giu. (askanews) – “L’immunità è composta da due parti, immunità, inviolabilità. Inviolabilità significa che il procedimento può continuare quando e se la persona non gode dell’immunità o la ha revocata. Quindi l’autorità ungherese competente dovrebbe chiedere al Parlamento europeo la revoca dell’immunità, e se un’ampia maggioranza del Parlamento europeo non ritiene accettabili gli abusi fisici e non vuole lasciare impuniti questo tipo di crimini gravi, allora lo farà revocare l’immunità e il procedimento penale potrà proseguire durante il mandato dell’eurodeputata. In caso contrario, potranno continuare allo scadere del mandato”, ha dichiarato Gergely Gulyßs, funzionario dell’ufficio del primo ministro ungherese Viktor Orban sul caso Ilaria Salis dopo l’elezione ad eurodeputata. Lo riporta su X il portavoce del governo Zoltan Kovacs.