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Tajani: sono favorevole alla nomina di un Commissario alla Difesa Ue

Tajani: sono favorevole alla nomina di un Commissario alla Difesa UeMonaco di Baviera, 17 feb. (askanews) – “Ho ascoltato la dichiarazione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sulla proposta di un Commissario Ue alla Difesa: è una proposta che mi vede assolutamente favorevole, perché senza difesa europea non possiamo essere protagonisti nell’Alleanza atlantica in maniera paritaria e non possiamo svolgere una politica estera efficace”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani in conferenza stampa a Monaco. In un documento al termine della ministeriale Esteri del G7, tenutasi stamattina a Monaco sotto la presidenza italiana, “abbiamo anche dedicato un messaggio chiaro affinché non si superino alcuni limiti nello spazio dopo le notizie di possibili iniziative nucleari spaziali da parte della Russia” ha detto Tajani. “La posizione del G7” sul Medio Oriente “punta a garantire la sicurezza dello Stato d’Israele: chiediamo l’immediata liberazione degli ostaggi, lavoriamo per una de-escalation e chiediamo la sospensione dei combattimenti”, ha detto. “Puntiamo alla protezione di tutti i cittadini, soprattutto donne e bambini. Noi sosteniamo il lavoro dell’Anp e chiediamo che ci sia anche una riforma dell’Autorità perché possa essere sempre più protagonista a Gaza e in Cisgiordania al termine della guerra”, ha aggiunto il ministro.

Mosca, gettati in sacchi spazzatura fiori depositati per Navalny

Mosca, gettati in sacchi spazzatura fiori depositati per NavalnyMilano, 17 feb. (askanews) – Video su alcuni canali di opposizione russa su Telegram mostrano come i fiori deposti in memoria di Aleksey Navalny, a Mosca, sono stati raccolti sotto gli occhi della polizia russa e gettati in sacchi neri della spazzatura. Da ieri continuano gli arresti in tutto il Paese, la gran parte a San Pietroburgo, dopo la notizia della morte dell’oppositore di Vladimir Putin.


I segnali in memoria del dissidente si sono comunque materializzati un po’ ovunque: a Novosibirsk e Perm è stato scelto il monumento alle vittime della repressione politica per deporre i fiori, come mostrano le immagini postate sui social. In base ai post degli utenti a Perm persone sconosciute rimuovono costantemente fiori e candele dal memoriale. E a Novosibirsk sono cominciati oggi i fermi. Nella capitale persone in borghese, sotto la protezione della polizia, hanno tolto fiori, candele e ritratti dell’oppositore vicino alla Lubjanka (la sede dei servizi russi), scrive Sota.


Una situazione simile si è verificata al Muro del Dolore all’incrocio tra Sadovaya-Spasskaya e viale Sakharov. Al mattino sono arrivati gli agenti della polizia antisommossa, che hanno dichiarato l’intenzione di arrestare coloro che erano venuti con manifesti e persone in abiti civili con videocamere. Sarebbe già avvenuto un fermo nella mattina. Inoltre, sconosciuti hanno messo fiori e candele spente in sacchi neri sul ponte Bolshoi Moskvoretsky, dove si era già formato un memoriale da tempo, perché là venne ucciso il politico Boris Nemtsov e per questo la gente lo ha scelto come luogo anche per onorare la memoria di Navalny.


Memoriali spontanei sono ‘scomparsi’ anche a Vladivostok , Voronezh , Ekaterinburg, Krasnodar, Tomsk, Ulyanovsk , Khabarovsk.

Mistero sul corpo di Navalny, l’obitorio di Salekhard dice di non averlo

Mistero sul corpo di Navalny, l’obitorio di Salekhard dice di non averloMilano, 17 feb. (askanews) – Un dipendente dell’unico obitorio di Salekhard afferma di non aver ricevuto il corpo di Aleksey Navalny. Anche la portavoce di Navalny, Kira Yarmysh, ha detto che il suo corpo non è all’obitorio. L’avvocato di Navalny ha visitato l’obitorio , che era chiuso, scrive la portavoce su X. “L’avvocato e la madre di Aleskei sono arrivati all’obitorio di Salekhard. È chiuso, nonostante le assicurazioni della colonia penale” ha scritto. “L’avvocato ha chiamato il numero di telefono indicato sulla porta. Gli è stato detto che era la settima persona a chiamare oggi. Non hanno il corpo all’obitorio” ha aggiunto. Yarmysh ha detto di aver ricevuto informazioni da un impiegato della prigione che il corpo si trovava a Salekhard dove hanno “condotto indagini” sul decesso. Allo stesso tempo ha detto che chiedono che il corpo venga consegnato immediatamente alla famiglia.

In Russia fiori, cortei e proteste per la morte di Navalny

In Russia fiori, cortei e proteste per la morte di NavalnyMilano, 17 feb. (askanews) – Dopo la notizia della morte di Navalny non si fermano le deposizioni di fiori nelle principali città russe, compresa la capitale. Più di 100 persone sono state arrestate il 16 febbraio in 10 città russe durante le manifestazioni in memoria di Alexei Navalny, secondo i dati dell’organizzazione per i diritti umani OVD-Info la mattina del 17 febbraio.


La maggior parte dei fermi si trovava a San Pietroburgo, dove 64 persone sono state portate ai dipartimenti di polizia, così come a Nizhny Novgorod (15 persone) e Mosca (11 persone). Secondo OVD-Info, i detenuti a Mosca, San Pietroburgo, Taganrog e Krasnodar sono stati lasciati durante la notte nei dipartimenti di polizia. Sono accusati di disobbedienza alla polizia o di violazione delle regole relative allo svolgimento di un evento pubblico.

La portavoce di Navalny: “E’ stato assassinato”

La portavoce di Navalny: “E’ stato assassinato”Milano, 17 feb. (askanews) – “Aleksei Navalny è stato assassinato”. Lo scrive la portavoce Kira Jarmysh su X. Oggi la madre di Navalny è in viaggio verso la colonia penale dove suo figlio era stato imprigionato e alla fine è morto. “Un dipendente della colonia penale ha detto che il corpo di Aleksei Navalny si trova ora a Salekhard”, città sul circolo polare artico, nell’estremo nord della Russia, scrive la portavoce. “Chiediamo che il corpo di Alexey Navalny venga consegnato immediatamente alla sua famiglia”.


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La madre di Navalny in viaggio verso la prigione dove è morto il figlio

La madre di Navalny in viaggio verso la prigione dove è morto il figlioMilano, 17 feb. (askanews) – La madre di Navalny, Lyudmila Navalnaya, sta andando alla prigione dove era detenuto suo figlio Aleksey, ieri deceduto, con l’avvocato di Navalny, scrive il quotidiano indipendente russo Novaya Gazeta.


La prigione russa ha annunciato ieri la morte di Navalny. Il suo avvocato non ha né confermato né smentito la morte. L’avvocato di Navalny dovrebbe arrivare alla colonia penale di Kharp questa mattina, ha detto la portavoce Kira Jarmysh.

Tajani apre il G7 Esteri a Monaco con minuto di silenzio per Navalny

Tajani apre il G7 Esteri a Monaco con minuto di silenzio per NavalnyMonaco di Baviera, 17 feb. (askanews) – Il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani ha appena aperto la riunione dei ministri del G7 a Monaco di Baviera chiedendo ai suoi colleghi un minuto di silenzio per onorare Alexei Navalny. “Per le sue idee e per la sua battaglia per la libertà e contro la corruzione in Russia Navalny di fatto è stato portato alla morte. La Russia deve fare chiarezza sulla sua morte e interrompere la repressione inaccettabile del dissensoápolitico”, ha detto Tajani.

Zelensky: agire adesso o Putin renderà il futuro catastrofico

Zelensky: agire adesso o Putin renderà il futuro catastroficoMonaco di Baviera, 17 feb. (askanews) – “Se non agiamo adesso, Putin riuscirà a rendere i prossimi anni catastrofici – catastrofici anche per altre nazioni”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.


“Non dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo fare tutto il necessario. Perché questa è la guerra della Russia contro tutte le regole”, ha detto il presidente ucraino. “Non c’è nessuno in Europa per cui questa guerra non sia una minaccia. Dobbiamo fare della sicurezza una realtà. Altrimenti vivremo in un mondo in cui le guerre locali non rimarranno tali, ma diverranno catastrofi”, ha insistito. “Questa è la guerra della Russia contro ogni regola”, ha sottolineato Zelensky. “Ma per quanto tempo il mondo lascerà che la Russia sia così? Questa è la domanda principale oggi”. Zelensky ha spiegato che “forse le persone dovranno vivere in un mondo in cui le guerre locali non rimarranno locali”. “Qualsiasi scoppio di una guerra rischia di trasformarsi in una catastrofe globale. Forse l’uso del cibo o delle migrazioni come armi romperà gli equilibri regionali esistenti e minerà molti sistemi politici, non solo in Europa ma anche in Medio Oriente, in Africa, nelle Americhe”, ha insistito.


“Forse l’Europa si trova ad affrontare tempi in cui la questione di invocare l’articolo 5 del trattato Nato non sarà affatto una questione di Washington, ma piuttosto delle capitali europee. Ci sono centinaia di questi ‘forse’. Il 23 febbraio 2022 non esisteva nessuno di loro. Ora fanno parte della realtà”, ha commentato, aggiungendo che “ciò che ci manca in questa realtà” è “la sicurezza”. “Dobbiamo rendere di nuovo la sicurezza una realtà”, ha precisato.

Ambasciatore Durante Mangoni: con Romania rapporti speciali, rafforzata la partnership

Ambasciatore Durante Mangoni: con Romania rapporti speciali, rafforzata la partnershipRoma, 17 feb. (askanews) – ‘Era un appuntamento politico atteso da molto tempo, da 13 anni non vi era stato un vertice intergovernativo di tale ampiezza, i Capi di governo e molti ministri. Da parte italiana è stata la conferma del carattere strategico del partenariato con la Romania, Paese dell’Europa orientale cui ci legano rapporti specialissimi sul piano economico, sociale, umano e culturale’, un Partenariato ‘del quale vogliamo cogliere tutte le implicazioni perché costituisce per noi un ‘informal privilege’, una relazione naturalmente e spontaneamente preferenziale’. Così l’Ambasciatore d’Italia in Romania, Alfredo Durante Mangoni commenta l’esito del Vertice intergovernativo Italia-Romania del 15 febbraio, nella cornice di Villa Pamphilj, che ha segnato una svolta e ha scritto una nuova pagina dei rapporti tra i due Paesi, partner UE e Nato.


‘Un Vertice che si svolge nel momento in cui l’Italia detiene la Presidenza di turno del G7, un investimento politico su un partner cruciale – spiega ancora il Capo della missione italiana a Bucarest, che negli ultimi anni ha lavorato all’aggiornamento dei documenti alla base di questa relazione così speciale – . Lo dimostrano i risultati di questo Vertice: il rinnovo del Partenariato strategico consolidato a 26 anni dal suo lancio con una nuova Dichiarazione politica congiunta adottata dai Primi Ministri e la sottoscrizione di una serie di accordi, intese tecniche, memorandum di collaborazione e lettere di intenti in vari settori di attività: consultazioni rafforzate in materia di Affari Esteri ed europei, collaborazione operativa nel contrasto alla criminalità, scambio di buone pratiche nel sostegno alle PMI, cybersecurity, protezione civile, formazione nella Pubblica amministrazione, turismo. C’è molto materiale su cui lavorare nei prossimi anni affinché i Governi possano rafforzare sempre più la loro partnership’. Nel corso del Vertice, infatti, sono stati firmati molti documenti: la Dichiarazione congiunta, che equivale ad un vero e proprio Piano d’azione, e sette accordi settoriali. Nella Dichiarazione i due Paesi ribadiscono l’impegno ad approfondire il dialogo politico tra due alleati responsabili e affidabili della Nato e dell’UE, uniti nel sostegno all’Ucraina; in materia di sicurezza e giustizia saranno attivati ‘meccanismi’ di prevenzione e lotta al terrorismo, all’estremismo violento, all’immigrazione irregolare, alle minacce nel campo della cyber-sicurezza. Si prevede inoltre l’impegno di favorire l’esecuzione della pena nel Paese di origine dei detenuti.


Tra Italia e Romania, spiega ancora Durante Mangoni in un’intervista ad Askanews nelle sale dell’Hilton Rome Cavalieri di Roma, c’è ‘una fortissima convergenza di valori e di interessi che viene ribadita ai massimi livelli istituzionali dei due Paesi e che continua a sostanziare il Partenariato strategico. Per noi è importante che il Partenariato si espanda e si manifesti non soltanto su questioni bilaterali di cooperazione economica, sociale o di dialogo politico, ma che si rifletta anche su importanti temi e questioni che discutiamo a livello europeo, nel Consiglio dei ministri, al Parlamento europeo, sui temi della doppia transizione, degli imballaggi, sul tema dell’etichettatura nutrizionale, sugli aspetti di politica industriale europea. Su questi temi vogliamo costruire una relazione ancora più forte con la Romania partendo proprio dalla stretta integrazione delle filiere produttive’. Roma e Bucarest sono partner che collaborano attivamente anche a livello europeo e l’Italia ha da sempre sostenuto il percorso romeno verso l’adesione, una storia molto positiva: ‘La Romania rappresenta un modello di successo per l’integrazione europea e l’Italia l’ha sempre sostenuta – racconta l’Ambasciatore – . Nel 2007, per ammissione dello stesso premier di Romania, lo ha detto sia a Roma sia agli ambasciatori dei Paesi UE a Bucarest qualche giorno fa, la stessa Romania non era pronta sotto tutti gli aspetti per entrare nell’UE, ma è stata presa una decisione strategica, si è trattato di un investimento geopolitico, ed oggi la Romania rappresenta un modello vincente di riferimento per i Paesi candidati all’adesione, i Balcani occidentali ma anche per l’Ucraina e la Moldova. Per i Paesi che intendono avvicinarsi all’Europa, la Romania rappresenta un esempio positivo e voglio dire – aggiunge – che dobbiamo guardare alla Romania con occhi un po’ diversi perché i livelli di progresso osservabili soprattutto a Bucarest e nelle grandi città vanificano alcuni stereotipi spesso indotti da percezioni legate a talune esperienze ormai superate che hanno riguardato la diaspora romena di 15, 20 anni fa. Non è più il caso. Il Paese sta vivendo una trasformazione rapida e profonda, nell’economia, la società, una grande capacità di innovazione, livelli di reddito e di sviluppo che vanno ampiamente riconosciuti. I romeni vanno gratificati anche per questo’.


Grande rilevanza nel corso del Vertice intergovernativo, del Business Forum e della Dichiarazione congiunta è stata data alla cooperazione economica: i due Paesi sono legati da solidi rapporti, con l’Italia che è il secondo cliente ed il secondo fornitore della Romania e il primo investitore per numero di aziende registrate, ma le relazioni possono crescere ulteriormente in vari settori. ‘Siamo due Paesi che hanno deciso di investire su una stretta relazione economica e di investimenti. Abbiamo tanti investimenti italiani in Romania, si tratta di differenziarli sul piano territoriale, sul piano dei settori di attività, andando verso filiere più innovative e a maggior valore aggiunto. Lato romeno si tratta di far crescere, di elevare il livello degli investimenti romeni in Italia che non è ancora comparabile con i nostri in Romania’. ‘La diaspora romena è un punto di forza delle relazioni bilaterali, un asset fondamentale – spiega l’Ambasciatore Durante Mangoni – un milione di persone, si stima che diano un contributo di un paio di punti al PIL italiano, secondo uno studio Istat di qualche anno fa’.


Per quanto riguarda ‘le imprese italiane in Romania, nel tempo esse hanno dato vita a un modello di internazionalizzazione di successo’, ricorda l’Ambasciatore a Bucarest: ‘Ci sono state diverse fasi, la prima di delocalizzazione bi-regionale tra Triveneto e Timisoara, una seconda fase di importanti investimenti manifatturieri iniziata oltre 15 anni fa, con una forte integrazione di filiere produttive, ma adesso è il momento di passare a una fase nuova: in questo senso il Business Forum che si è tenuto in Farnesina lo stesso giorno del Vertice intergovernativo rappresenta un segnale forte della volontà delle parti di rivitalizzare questa relazione economica. In quali direzioni? Dobbiamo puntare ai settori dell’energia, della transizione climatica, tutte le declinazioni della decarbonizzazione, dove imprese italiane e romene possono collaborare. Rinnovabili, centrali a gas a cogenerazione, sviluppo dell’energia nucleare dove la Romania rappresenta un terreno di sperimentazione molto interessante, le grandi infrastrutture dove siamo già molto presenti, il settore dell’acciaio, il digitale, l’agroindustria, il settore sanitario’. ‘Credo – aggiunge l’Ambasciatore Durante Mangoni – che la relazione economica e gli investimenti italiani in Romania debbano puntare sempre di più su settori innovativi, sulle tecnologie emergenti, cercando di collegare il vibrante mondo delle start-up romene, che sta crescendo negli ecosistemi innovativi di Bucarest e delle principali città come Cluj Napoca e Iasi, con la creatività italiana, con una certa dose di capitale di rischio, di venture capital italiano, che abbia voglia di investire su queste start-up romene, partendo anche dalla forte connettività che il Paese è in grado di offrire, dal fatto che c’è un eccellente formazione in campo digitale. E’ merito dei politecnici romeni che formano programmatori e sviluppatori di eccellente livello che danno prova di sé anche nella Silicon valley in California: l’obiettivo è connettere queste energie verso settori, prodotti, servizi innovativi, verso nuovi brevetti e nuove tecnologie. Il digitale, la doppia transizione sono settori fondamentali per il futuro della relazione bilaterale’. (di Daniela Mogavero)

Alla Conferenza di Monaco Kamala Harris rassicura l’Ue: “Gli Usa non vi abbandonano”

Alla Conferenza di Monaco Kamala Harris rassicura l’Ue: “Gli Usa non vi abbandonano”Monaco di Baviera, 16 feb. (askanews) – La notizia che cambia umori e agenda della Conferenza sulla sicurezza di Monaco arriva quando manca circa un’ora al via ufficiale dei lavori. Aleksei Navalny, irriducibile oppositore del Cremlino, sarebbe morto in carcere, in Russia. Tutti cercano conferme indipendenti, che non siano riconducibili alle autorità russe. In Baviera c’è anche la moglie, Yulia Navalnaya. Sarebbe dovuta intervenire a uno dei panel previsti, per parlare del suo Paese. E invece prende la parola per una breve dichiarazione, subito dopo la vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris. L’ha ascoltata, seduta in prima fila, mentre puntava il dito sulla Piazza Rossa, denunciando un ulteriore segno della “brutalità di Putin”. “Qualunque sia la storia che raccontano, sia chiaro: la Russia è responsabile e su questo avremo altro da dire in futuro”, spiega Harris con voce ferma, convinta, in accordo con il segretario Antony Blinken. Yulia Navalnaya concorda. Vorrebbe non credere a questa “notizia orribile”. Sceglie di restare in Baviera, di non partire per raggiungere i figli, “perché così avrebbe fatto Aleksei”. Ha le idee chiare su cosa dire e chi accusare: “Vorrei invitare tutta la comunità internazionale, tutte le persone nel mondo, a riunirsi e a combattere contro questo male. Dovremmo combattere questo orribile regime in Russia oggi. Questo regime e Vladimir Putin dovrebbero essere ritenuti personalmente responsabili di tutte le atrocità commesse nel nostro Paese negli ultimi anni”.


Di Russia, e di Ucraina, si era già discusso ampiamente al mattino, durante alcuni eventi accessori. Ma la notizia della morte di Navalny pare aver compattato i ranghi. Nette le parole della vice di Biden, che conferma l’impegno Usa a sostegno delle regole e delle norme internazionali, “a difesa dei valori democratici in patria e all’estero”. Gli Stati Uniti continueranno a esercitare un “ruolo guida” sulla scena mondiale, perché in questi tempi d’incertezza “l’America non può ritirarsi”, ma “deve stare al fianco degli Alleati”. Sembra un richiamo alle ultime dichiarazioni di Donald Trump sulla Nato e la Russia. Una replica secca, e neppure tanto implicita. Negli Stati Uniti c’è chi rifiuta questo approccio – dice – preferendo isolare il Paese, “abbracciare i dittatori” e “abbandonare gli impegni con i nostri alleati a favore di un’azione unilaterale”. Una “visione del mondo pericolosa, destabilizzante e davvero miope”. Una visione che l’amministrazione Biden rifiuta, scegliendo la totale adesione all’Alleanza atlantica. “Un attacco a uno è un attacco a tutti”, conferma la vicepresidente americana, evocando il principio del mutuo impegno alla Difesa dei Paesi della Nato, sancito dall’articolo 5 del Trattato atlantico. Nato che, da parte sua, non può permettersi “errori di calcolo” e deve essere pronta a proteggere tutti gli alleati “con più forze, maggiore prontezza e maggiori spese per la difesa”, secondo il segretario generale Jens Stoltenberg. Seppur in assenza di minacce imminenti, l’Alleanza deve continuare a investire sulla propria Difesa, in coordinamento con l’Unione europea. “Una Nato forte è positiva per l’Europa e per il Nord America”, insiste Stoltenberg, auspicando al contempo che gli Stati uniti sblocchino i fondi aggiuntivi per l’Ucraina attualmente fermati al Congresso dal Partito Repubblicano. Lo stallo sulle risorse Usa non è stato senza conseguenze. “Il nostro compito è garantire sostegno a Kiev, perché farlo è nel nostro interesse in termini di sicurezza. La situazione è difficile. Il fatto che gli Stati Uniti non abbiano preso una decisione ha influito sulla situazione sul campo di battaglia. Allo stesso tempo, continuo ad aspettarmi che gli Usa prendano la decisione di continuare a fornire sostegno”, precisa Stoltenberg già in mattinata, sottolineando: “se si vuole una pace duratura, occorre continuare a fornire all’Ucraina armi e munizioni”. E non si tratta solo di Ucraina, ovviamente. E’ l’ordine globale che “non funziona per tutti”, avverte il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. “Anzi, non funziona per nessuno”. Il mondo si trova ad affrontare “sfide esistenziali” e la comunità globale è più frammentata e divisa che in qualsiasi momento degli ultimi 75 anni. “Anche l’era della Guerra Fredda fu per certi versi meno pericolosa” per il leader dell’Onu, che nel suo discorso non dimentica di citare le tensioni attuali in Medio Oriente. Un accordo per il cessate il fuoco sembra ancora lontano. E Guterres non può fare a meno di ricordare i rischi di un’eventuale offensiva militare israeliana a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Sarebbe “devastante”, conferma. E’ anche la posizione del direttore dell’Agenzia Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, secondo il quale la fuoriuscita di rifugiati dall’enclave palestinese in direzione del Sinai egiziano sarebbe “un disastro per i palestinesi, per l’Egitto e per il futuro della pace”.


Della guerra a Gaza, così come di Ucraina, si discuterà ancora domani, quando i colloqui su questi due conflitti entreranno nel vivo. Ci sarà anche il ministro Antonio Tajani, in arrivo stasera per una serie di riunioni a margine della Conferenza. Il vicepremier in mattinata presiederà un vertice dei ministri degli Esteri del G7, il primo della presidenza italiana del 2024. (di Corrado Accaputo)