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Francia, al via le manovre per fermare Le Pen alle legislative

Francia, al via le manovre per fermare Le Pen alle legislativeRoma, 10 giu. (askanews) – Tre settimane per tentare di arginare l’avanzata travolgente dell’estrema destra di Rassemblement National: il presidente francese Emmanuel Macron ha deciso di giocarsi il tutto per tutto e all’indomani della vittoria di Rn in Francia sono iniziate le grandi manovre, sulla cui riuscita i principali quotidiani – Le Monde in testa – già avanzano dubbi. I dati dalle urne per le europee minacciano una svolta senza appello: il partito di Marine Le Pen guidato da Jordan Bardella ha ottenuto il 31,47% dei voti, più del doppio dei macronisti con la capolista Valerie Hayer (14,56%), il Partito Socialista (PS) con Raphaal Glucksmann si è fermato al 13,8%. Ma il capo dello Stato sembra scommettere che sia stato innanzitutto un voto di protesta, che può essere re-indirizzato.


Oggi Olivier Faure leader del Partito Socialista e Fabien Roussel dei Comunisti Francesi (PCF) invitano la sinistra a formare “un fronte popolare” contro l’estrema destra per le elezioni legislative anticipate che si terranno il 30 giugno e il 7 luglio. Già ieri sera François Ruffin di France Insoumise (LFI) ha affermato che “uniti, possiamo vincere”. Il leader di LFI ha esortato a lanciare un messaggio da sinistra “urgente, forte, chiaro” ma già fioccano i distinguo: “Non mi allineerò a ciò che dice oggi Jean-Luc Mélenchon”, ha avvertito il primo segretario del Partito socialista. “Ho fiducia nella capacità del popolo francese di fare la scelta più giusta per sé e per le generazioni future. La mia unica ambizione è essere utile al nostro Paese che amo tanto”, ha detto Macron per spiegare la sua scommessa sul voto anticipato, che secondo le indiscrezioni di stampa è stata presa e annunciata dal presidente durante una riunione molto ristretta e maltrado i dubbi di alcuni stretti collaboratori. Una “piccola cellula” stava lavorando all’Eliseo sulla possibilità di scioglimento del parlamento in caso di risultati come quelli poi usciti dalle urne, “una decina di persone che hanno mantenuto il segreto fino alla fine”, scrive Le Monde.


Il ministro degli Esteri Stephane Sejourné, leader del partito Rinascita del campo macronista – e che non sarebbe stato coinvolto nel piano elezioni anticipate – ha esortato a una “mobilitazione di tutte le forze repubblicane” contro l’estrema destra. “Il problema è anche che le spiegazioni iniziali che filtrano dall’Eliseo per giustificare questo scioglimento, un misto di bluff e auto-persuasione, sono così simili alle recenti trovate comunicative – dibattiti o discorsi che mettono in ombra il capo della lista Rinascimento, l’uso della guerra in Ucraina o la storia degli sbarchi alleati – che si sono rivelate tutte controproducenti”, commenta un editoriale di Le Monde. Il rischio è che in meno di un mese la Francia si ritrovi con un primo ministro di estrema destra. Sulla prospettiva di elezioni anticipate getta un’ombra un sondaggio condotto lo scorso dicembre, quindi da prendere comunque con cautela, ma che oggi viene rilanciato alla luce del verdetto delle europee. Il rilevamento commissionato dai Repubblicani (Lr, centro-destra) all’istituto Ipsos prometteva a Le Pen 243 e 305 seggi dell’Assemblea nazionale, e quindi la maggioranza relativa o addirittura assoluta (fissata a 289 seggi).

Francia, al via manovre per fermare Le Pen alle legislative

Francia, al via manovre per fermare Le Pen alle legislativeRoma, 10 giu. (askanews) – Tre settimane per tentare di arginare l’avanzata travolgente dell’estrema destra di Rassemblement National: il presidente francese Emmanuel Macron ha deciso di giocarsi il tutto per tutto e all’indomani della vittoria di Rn in Francia sono iniziate le grandi manovre, sulla cui riuscita i principali quotidiani – Le Monde in testa – già avanzano dubbi. I dati dalle urne per le europee minacciano una svolta senza appello: il partito di Marine Le Pen guidato da Jordan Bardella ha ottenuto il 31,47% dei voti, più del doppio dei macronisti con la capolista Valerie Hayer (14,56%), il Partito Socialista (PS) con Raphaal Glucksmann si è fermato al 13,8%. Ma il capo dello Stato sembra scommettere che sia stato innanzitutto un voto di protesta, che può essere re-indirizzato.


Oggi Olivier Faure leader del Partito Socialista e Fabien Roussel dei Comunisti Francesi (PCF) invitano la sinistra a formare “un fronte popolare” contro l’estrema destra per le elezioni legislative anticipate che si terranno il 30 giugno e il 7 luglio. Già ieri sera François Ruffin di France Insoumise (LFI) ha affermato che “uniti, possiamo vincere”. Il leader di LFI ha esortato a lanciare un messaggio da sinistra “urgente, forte, chiaro” ma già fioccano i distinguo: “Non mi allineerò a ciò che dice oggi Jean-Luc Mélenchon”, ha avvertito il primo segretario del Partito socialista. “Ho fiducia nella capacità del popolo francese di fare la scelta più giusta per sé e per le generazioni future. La mia unica ambizione è essere utile al nostro Paese che amo tanto”, ha detto Macron per spiegare la sua scommessa sul voto anticipato, che secondo le indiscrezioni di stampa è stata presa e annunciata dal presidente durante una riunione molto ristretta e maltrado i dubbi di alcuni stretti collaboratori. Una “piccola cellula” stava lavorando all’Eliseo sulla possibilità di scioglimento del parlamento in caso di risultati come quelli poi usciti dalle urne, “una decina di persone che hanno mantenuto il segreto fino alla fine”, scrive Le Monde.


Il ministro degli Esteri Stephane Sejourné, leader del partito Rinascita del campo macronista – e che non sarebbe stato coinvolto nel piano elezioni anticipate – ha esortato a una “mobilitazione di tutte le forze repubblicane” contro l’estrema destra. “Il problema è anche che le spiegazioni iniziali che filtrano dall’Eliseo per giustificare questo scioglimento, un misto di bluff e auto-persuasione, sono così simili alle recenti trovate comunicative – dibattiti o discorsi che mettono in ombra il capo della lista Rinascimento, l’uso della guerra in Ucraina o la storia degli sbarchi alleati – che si sono rivelate tutte controproducenti”, commenta un editoriale di Le Monde. Il rischio è che in meno di un mese la Francia si ritrovi con un primo ministro di estrema destra.


Sulla prospettiva di elezioni anticipate getta un’ombra un sondaggio condotto lo scorso dicembre, quindi da prendere comunque con cautela, ma che oggi viene rilanciato alla luce del verdetto delle europee. Il rilevamento commissionato dai Repubblicani (Lr, centro-destra) all’istituto Ipsos prometteva a Le Pen 243 e 305 seggi dell’Assemblea nazionale, e quindi la maggioranza relativa o addirittura assoluta (fissata a 289 seggi).

Germania, il successo dell’ultradestra di Afd: decisivo il voto dei giovani

Germania, il successo dell’ultradestra di Afd: decisivo il voto dei giovaniRoma, 10 giu. (askanews) – L’ultradestra di AfD è il secondo partito in Germania, davanti ai socialdemocratici della Spd. Secondo gli analisti della Frankfurter Allgemaine nel successo dell’estrema destra dell’Afd alle elezioni europee sono stati determinati gli elettori giovani (su cui puntavano, sbagliando, i verdi) e il voto dell’ex Germania Est, zona dove l’Afd si afferma come primo partito raggiungendo quasi il 30%.


I Verdi – scrive la Faz – non sono mai stati un partito popolare; hanno avuto solo una maggioranza relativamente ampia tra i giovani elettori. Ciò è stato dimostrato nelle elezioni europee del 2019, quando ha votato per loro una persona su tre sotto i 25 anni, e nelle elezioni federali del 2021 una persona su quattro. Poiché ai partiti piace dare per scontati i propri punti di forza, i Verdi contavano che questa tendenza si sarebbe prolungata e così non è stato. Domenica i Verdi hanno subito una drammatica sconfitta alle elezioni europee. I giovani si allontanano in gran parte dal partito (meno 23%), il che porta la loro prestazione a quasi il 12%. E anche se il leader del Partito dei Verdi Omid Nouripour ha affermato la notte delle elezioni che la protezione del clima non è una questione riservata solo ai Verdi e si tratta di una preoccupazione per tutti i partiti: i sondaggi post-elettorali mostrano che, dal punto di vista degli elettori, i Verdi sono innanzitutto un partito per la tutela del clima e anche tra i ragazzi la questione ha perso importanza. A ciò si aggiunge la disillusione nei confronti del lavoro del governo federale. L’AfD invece si è rilevato particolarmente forte tra i giovani elettori. Se il 17% di elettori ha votato per l’Unione, subito dietro si afferma l’AfD con il 16%. Mentre prima erano soprattutto gli elettori di mezza età a contribuire al successo del partito estremista di destra, ora l’Afd sembra far fatica soltanto ad ottenere il voto dei pensionati che prevalemente votano Unione o Spd.


Infine, nel successo dell’Afd c’è un fattore ‘regionale’. Nella Germania dell’Est l’AfD diventa la forza più forte con circa il 29% dei voti. Segue la CDU con circa il 20%, la BSW con quasi il 14% e molto indietro la SPD . Il sostegno all’AfD è ancora più evidente in Turingia con quasi il 31% e in Sassonia con oltre il 34%.

Europee, Schmit (S&D) plaude all’alleanza con von der Leyen e Ppe

Europee, Schmit (S&D) plaude all’alleanza con von der Leyen e Ppe

Bruxelles, 10 giu. (askanews) – Il commissario europeo agli Affari sociali e “candidato guida” dei Socialdemocratici per la presidenza della Commissione europea, Nicolas Schmit, commentando i risultati delle elezioni europee nella notte a Bruxelles, ha spalancato la porta al progetto di ricostituire la cosiddetta “maggioranza Ursula”. Ovvero un’alleanza fra i tre gruppi maggiori del Parlamento europeo, Ppe, S&D e Liberali di Renew, così come hanno già proposto, appena conosciuto il risultato delle elezioni, il presidente del Ppe, Manfred Weber e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, candidata dallo stesso Ppe per un secondo mandato.


Questo voto, ha detto Schmit parlando nell’aula della plenaria dell’Europarlamento di Bruxelles, trasformata in sala stampa per la notte elettorale “è stato ancora una volta un momento democratico molto forte per l’Europa, un momento unico. Ormai i risultati elettorali sono più o meno noti, e voglio iniziare congratulandomi con il Ppe e con la sua ‘candidata guida’ Ursula von der Leyen”. “E’ chiaro – ha continuato Schmit – che per noi siamo aperti ad una forte collaborazione con tutte le forze democratiche presenti in questo Parlamento; lo abbiamo detto all’inizio e continuiamo a dirlo. Rimaniamo – ha rilevato – il secondo gruppo più numeroso e manteniamo più o meno il nostro numero di eurodeputati. Siamo pronti a negoziare un accordo per i prossimi anni per rendere l’Europa più forte, per rendere l’Europa più democratica, più forte socialmente ed economicamente, ma anche per renderla più sicura”.


“Sono anche molto felice – ha aggiunto il candidato guida dei Socialdemocratici europei – di sapere che le forze democratiche sembrano trovare il modo di lavorare insieme”. Ma, ha precisato “non c’è posto, nessuna possibilità per i nostri socialdemocratici di collaborare con coloro che vogliono smantellare, che vogliono indebolire questa Europa che stiamo costruendo da diversi decenni”. “Adesso tocca a noi – ha indicato Schmit – dare ai cittadini un messaggio chiaro, un messaggio forte, di speranza. Abbiamo detto chiaramente che questo messaggio riguarda l’Europa sociale, riguarda l’Europa che è consapevole, mette in atto e detta politiche che prevengono le catastrofi che stiamo vedendo quasi costantemente in Europa e in tutto il mondo. Ed è anche un’Europa che ha un’economia forte, competitiva a livello internazionale, ma anche un’economia che lavora per le persone e che le paga in modo giusto; che assicura buone condizioni di lavoro, ma anche che è orientata all’innovazione. E poi anche un’Europa della sicurezza. Viviamo in un ambiente geopolitico difficile. Abbiamo una guerra in Europa. L’Ue deve rafforzare la propria sicurezza, non solo esterna ma anche interna. Dobbiamo quindi affrontare molte sfide, e dobbiamo farlo ora in modo democratico, in modo che i partiti democratici dimostrino la loro capacità di affrontare queste sfide”.


A un giornalista che chiedeva se sia dunque disponibile a sostenere Ursula von der Leyen per un secondo mandato alla guida della Commissione, nonostante le polemiche pre-elettorali e la marcia indietro del Ppe sul Green Deal, Schmit ha replicato: “Ho ascoltato molto chiaramente i messaggi provenienti da Ursula von der Leyen, e quindi sono assolutamente consapevole e fiducioso che ci sia la disponibilità a lavorare insieme e a lottare per trovare i giusti compromessi, la giusta soluzione. E poi tutti hanno recepito il messaggio di queste elezioni: è importante ora che ci sediamo insieme e lavoriamo su un programma solido e forte, un programma che risponda alle aspettative delle persone”. ‘ “Quindi – ha continuato il “candidato guida” dei Socialdemocratici – non ho intenzione ora di speculare su eventuali risultati negativi, sono fiducioso che saremo in grado di riunirci per trovare un modo per governare l’Europa in un momento difficile. E anche in un momento in cui le aspettative nei confronti di questo Parlamento e della futura Commissione sono molto alte”. Quanto alla possibilità di allargare la maggioranza ai Verdi, oppure, come aveva indicato durante la campagna elettorale von der Leyen, a una parte dei Conservatori del gruppo Ecr, “la posizione dei socialdemocratici è molto chiara: noi – ha sottolineato Schmit – siamo aperti a tutte le forze democratiche, così come siamo vicini a tutti coloro che vogliono smantellare l’Europa, siano essi Ecr o ID. Ma con tutte le forze democratiche, coloro che condividono i valori dell’Europa, coloro che vogliono costruire un’Europa più forte, siamo pronti a lavorare con loro”, ha concluso.

Europee, in Francia stravince Le Pen, terremoto politico

Europee, in Francia stravince Le Pen, terremoto politicoRoma, 10 giu. (askanews) – Ultradestra primo partito, partiti proeuropei per la prima volta in minoranza nel Paese ed elezioni politiche anticipate: il risultato delle europee è un terremoto politico per la Francia e per l’Europa, con Macron principale vittima. Con il 99% del voto scrutinato l’estrema destra di Rassemblement national (RN) di Marine Le Pen e il capolista Jordan Bardella ha ottenuto infatti il 31,57% dei voti – il doppio della Renaissance del presidente Macron con la candidata Valérie Hayer (14,57%) e del piccolo movimento Place Publique, di Raphaël Glucksmann, sostenuto dai socialisti (13,78%), mentre la sinistra di Insoumis si è fermata al 9,74%. I partiti europeisti (LR, Renaissance, EELV, PS-Place publique) rappresentano quindi una minoranza di elettori (41,5%), per la prima volta dal 1979, anno delle prime elezioni europee a suffragio universale diretto.


Macron ha immediatamente tratto le conclusioni e convocato delle elezioni politiche anticipate al 30 giugno (con ballottaggio al 7 luglio) che lo trasformeranno verosimilmente in un’anatra zoppa, costringendolo ad una difficile convivenza con Marine le Pen; una decisione criticata dalla sinistra, secondo la quale l’Eliseo ha agito con eccessiva fretta. Una vittoria di Le Pen alle politiche rischia infatti di complicare anche i negoziati per la formazione di una nuova Commissione: sarebbe difficile infatti tenere fuori le leader di Francia e Italia, Paesi fondatori creando una frattura fra Commissione e Consiglio europeo. Ma allo stesso tempo i socialisti (senza i quali non è possibile alcuna maggioranza a Starsburgo) hanno ribadito il loro no a qualsiasi collaboarazione con la destra euroscettica e sovranista; i giochi si apriranno quindi con la proposta di una riedizione della “coalizione Ursula”, vale a dire Ppe, socialisti e quei liberali il cui principale pilastro era proprio il partito di Macron.

Europee, von der Leyen: pronti subito ad una alleanza con S&D e Renew

Europee, von der Leyen: pronti subito ad una alleanza con S&D e Renew

Bruxelles, 10 giu. (askanews) – “Rimane una maggioranza nel centro” dell’Europarlamento “per un’Europa forte, per la stabilità. In altre parole, il centro tiene”. Lo ha detto Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea e “candidata guida” del Ppe per un secondo mandato, commentando i risultati delle elezioni europee nella notte a Bruxelles.


“Da domani – ha annunciato von der Leyen, parlando nella plenaria di Bruxelles trasformata in sala stampa per la notte elettorale – contatteremo i gruppi politici dei Socialisti e Democratici e di Renew. Abbiamo lavorato bene insieme negli ultimi cinque anni. Possiamo basarci su una relazione costruttiva”, possiamo mostrare “che cosa può conseguire una Europa forte”. E insieme “da domani ricominceremo”. I tre gruppi maggiori del Parlamento, che formavano insieme la vecchia alleanza “Ursula”, sono rimasti il primo (Ppe), secondo (S&D) e terzo (Renew) dell’Aula, smentendo alcune previsioni che prospettavano un sorpasso di Renew da parte di uno o addirittura di entrambi i gruppi della destra sovranista, conservatrice (Ecr) ed estrema (ID). Insieme, i tre gruppi politici hanno insieme forte maggioranza europeista (circa 400 seggi), ben al di là della soglia della maggioranza assoluta di 361 seggi. Von der Leyen ha ricordato che queste elezioni “non si sono svolte in vacuum”, che ci sono minacce “interne ed esterne” per l’Europa, e ha denunciato “le forze estreme di destra e di sinistra che vogliono indebolire l’Ue”. Ma con l’ampia alleanza dei tre gruppi maggiori “non lasceremo che questo accada”, ha assicurato. “I risultati delle elezioni mostrano che la maggioranza dei cittadini vuole una Europa forte”, ha rilevato.


“Da domani non c’è tempo da perdere, dobbiamo costruire ponti con coloro che sono pro Europa e che la pensano in modo simile (‘like minded’, ndr)”, ha insistito von der Leyen, dicendosi poi “assolutamente fiduciosa di poter ottenere il secondo mandato” come presidente della Commissione, e di nutrire la stessa fiducia anche riguardo alla sua designazione da parte dei capi di Stato e di governo nel Consiglio europeo, in cui gode già, ha ricordato, di “un ampio sostegno”. Rispondendo a una domanda della stampa sulla possibilità di aggregare nell’alleanza europeista anche i Verdi, von der Leyen ha poi spiegato: “Nel Parlamento europeo cominceremo subito a lavorare con le forze che sappiamo sono affidabili, costruttive, efficaci, e innanzitutto i gruppi S&D e Renew, come primo passo; poi vedremo in un secondo tempo”, se allargare l’alleanza ad altri.

In Francia in centinaia manifestano a Parigi contro la vittoria di RN

In Francia in centinaia manifestano a Parigi contro la vittoria di RNRoma, 10 giu. (askanews) – Diverse centinaia di persone si sono radunate in Place de la République a Parigi per manifestare contro la grande vittoria alle elezioni europee dell’estrema destra del Rassemblement national.


Sventolando le bandiere dei giovani ambientalisti, del sindacato studentesco dell’Unef, del PS, della France insoumise o anche con i colori della Palestina, i manifestanti hanno cominciato a occupare la piazza intorno alle 22.30 con slogan anti-fascisti, dopo la decisione di Emmanuel Macron di sciogliere l’Assemblea nazionale e indire elezioni anticipate.

Europee, la nuova proiezione dell’Europarlamento sui seggi dopo il voto

Europee, la nuova proiezione dell’Europarlamento sui seggi dopo il votoBruxelles, 10 giu. (askanews) – Il Parlamento europeo ha pubblicato la seconda proiezione dei seggi dell’Assemblea dopo le elezioni europee, basato sui risultati provvisori risultati di 17 paesi e su exit poll o stile degli altri 10 Stati membri (Cipro, Francia, Italia, Malta, Polonia, Ungheria, Irlanda, Belgio, Slovacchia e Slovenia).


Le proiezioni danno i seggi che verranno assegnati ai gruppi di appartenenza dei partiti nel nuovo emiciclo. I gruppi sono: Ppe (centrodestra), gruppo S&D (Centrosinistra), gruppo liberale Renew Europe, gruppo Ecr (Conservatori e Riformisti, destra), gruppo ID (Identità e Democrazia, estrema destra), Verdi/ALE, Sinistra, Non Iscritti (non affiliati a nessun gruppo ma presenti nell’ultima legislatura), Altri (partiti non affiliati e non presenti nell’ultima legislatura) Ecco le stime dei seggi per ciascun gruppo, seguite (tra parentesi) dal numero di seggi del 2019 e da quelli del parlamento uscente, dopo la Brexit. I seggi dell’emiciclo erano in totale 751 nel 2019, ma erano poi diminuiti a 705 nel dopo l’uscita dei 73 eurodeputati britannici, mentre i seggi della nuova Assemblea saranno 720. Totale 720 seggi: Ppe 189 (182 nel 219, poi 176), S&D 135 (154 nel 2019, poi 139), Renew 80 (108 nel 2019, poi 102), Verdi 52 (74 nel 2019, poi 71), Ecr 72 (62 nel 2019, poi 69), ID 58 (73 nel 2019, poi 49), Sinistra 36 (41 nel 2019, poi 37), Non Iscritti 50 (57 nel 2019, poi 62), Altri 50 seggi (non erano presenti nel Parlamento uscente).


Da notare che il partito tedesco Afd di estrema destra (che aveva 11 seggi) era nel gruppo ID nel Parlamento uscente, ma è ora tra i Non iscritti. Da notare anche che tengono i tre gruppi maggiori, che formavano insieme la vecchia alleanza “Ursula”. I tre gruppi, Ppe, S&D e Renew, hanno insieme una forte maggioranza europeista (404 seggi), ben al di là della soglia della maggioranza assoluta di 361 seggi.

Europee, avanza l’estrema destra in Europa: anche Francia e Germania

Europee, avanza l’estrema destra in Europa: anche Francia e GermaniaRoma, 9 giu. (askanews) – Mentre in Europa i seggi elettorali chiudono a poco a poco e si attendono i risultati di diversi Paesi, i primi sondaggi mostrano l’avanzata inesorabile dei partiti di estrema destra in mezza Europa: risultati clamorosi in Francia e in Germania.


Secondo gli exit poll Ifop-Fiducial per TF1, LCI e Le Figaro l’estrema destra di Rassemblement national (RN) di Marine Le Pen e del capolista Jordan Bardella ottiene il 32,4% dei voti, il doppio rispetto a Renaissance del presidente Macron, con la candidata Valérie Hayer, che raccoglie soltanto il 15,2%. Avanzata della destra confermata dal dato del piccolo partito della destra nazionalista di Marion Maréchal Reconquest!, che supera la soglia del 5, al 5,1%, rafforzando le fila della destra europee. E Le Pen e Bardella non hanno aspettato neanche un secondo per chiedere a Macron di farsi da parte e convocare elezioni anticipate. In Germania i Socialdemocratici del cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno subito una battuta d’arresto, classificandosi dietro ai conservatori e alla destra nazionalista, secondo i sondaggi della televisione pubblica ARD e ZDF: l’SPD di Scholz ha ottenuto il 14% dei voti, mentre i Conservatori (CDU e CSU) sono primi con il 29,5-30% e l’estrema destra AfD, al secondo posto, con 16,5-16 %.


In Spagna gli exit poll segnalano un testa a testa fra la destra tradizionale del Pp (che beneficiano della sparizione di Ciudadanos) e socialisti, ma anche qui l’ultradestra sale grazie a Vox (che arriverebbe a 6-7 seggi contro i 4 del 2019) e ai populisti di Se acabó la fiesta, con tre deputati. Destra in testa anche in Grecia: secondo gli exit poll pubblicati dal canale ERT, il partito di destra del primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis è arrivato primo alle elezioni europee con il 28-32% dei voti. Segue il partito di sinistra Syriza, guidato da Stefanos Kasselakis con il 15,2%.


Destra nazionalista avanti anche in Austria dove il FPO è accreditato al 27% dei voti, diventando per la prima volta nella sua storia la forza politica più importante del Paese. Secondo gli exit poll seguono i conservatori (ÖVP) che con poco più del 23% sono alla pari con i socialdemocratici della SPÖ. I Verdi hanno il 10,5%.

Benny Gantz lascia il governo Netanyahu: ci impedisce una vera vittoria

Benny Gantz lascia il governo Netanyahu: ci impedisce una vera vittoriaRoma, 9 giu. (askanews) – Il presidente del partito di Unità Nazionale, Benny Gantz, si è dimesso. Gantz, che è stato fino ad oggi, uno dei tre membri del gabinetto di guerra di Netanyahu, esce di fatto dal governo. Lo ha annunciato lui stesso in una conferenza stampa questa sera. “Netanyahu ci impedisce di progredire verso una vera vittoria”, ha affermato, “per questo motivo oggi lasciamo il governo di emergenza, con il cuore pesante, ma con tutto il cuore”. Lo riporta Haaretz Le dimissioni dell’esponente politico israeliano erano attese già ieri, ma la conferenza stampa è stata rinviata in seguito all’operazione dell’Idf nella striscia di Gaza che ha portato al salvataggio di 4 ostaggi.