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Mosca: armi nucleari russe nello spazio? Uno stratagemma della Casa Bianca per far votare gli aiuti all’Ucraina

Mosca: armi nucleari russe nello spazio? Uno stratagemma della Casa Bianca per far votare gli aiuti all’UcrainaRoma, 15 feb. (askanews) – Secondo le agenzie ufficiali russe Tass e Ria Novosti, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito la notizia secondo cui la Russia intende collocare armi nucleari nello spazio un nuovo stratagemma della Casa Bianca per incoraggiare il Congresso a votare a favore di un disegno di legge che stanzia fondi per l’Ucraina. “Non posso commentarlo in alcun modo. Aspettiamo questo briefing di Jake Sullivan (il consigliere per la Sicurezza nazionale Ndr) per vedere se ci sono informazioni. Ma è ovvio che la Casa Bianca cerchi, con mezzi veri o falsi, di indurre il Congresso a votare il disegno di legge sui finanziamenti, questo è ovvio. Vedremo quali trucchi utilizzerà la Casa Bianca”, ha detto.


Il presidente della commissione intelligence della Camera dei rappresentanti Usa, Mike Turner, ieri ha denunciato una “grave minaccia alla sicurezza nazionale”, senza fornire maggiori dettagli. Stando a quanto riportato dalla Cnn, Turner ha inviato ai colleghi del Congresso una lettera in cui afferma che si tratterebbe “una capacità militare straniera destabilizzante”, chiedendo quindi al presidente americano Joe Biden di declassificare “tutte le informazioni relative a questa minaccia”. Una delle fonti sentite in merito dalla Cnn ha successivamente dichiarato che si tratterebbe, in effetti, di una capacità russa “altamente preoccupante e destabilizzante di cui siamo stati recentemente informati”. L’emittente americana Abc citando due fonti, ha poi reso noto che la “minaccia alla sicurezza nazionale” denunciata dal presidente della commissione intelligence della Camera dei rappresentanti Usa, Mike Turner, avrebbe a che fare con la presunta volontà della Russia di lanciare nello spazio un’arma nucleare contro i satelliti.

Patto Migranti, ampie maggioranze in Europarlamento per accordo

Patto Migranti, ampie maggioranze in Europarlamento per accordoBruxelles, 14 feb. (askanews) – La commissione sulle Libertà pubbliche del Parlamento europeo (“Libe”) ha confermato, oggi a Bruxelles, con ampie maggioranze, tutti i testi legislativi del “Patto” sulla politica di immigrazione e asilo che erano stati oggetto in dicembre dell’accordo provvisorio (accordo in “trilogo”) con il Consiglio Ue. I testi dovranno ora essere approvati dalla plenaria del Parlamento nella sua prossima sessione, per essere poi formalmente e definitivamente adottati dal Consiglio Ue.


Il pacchetto introduce innanzitutto nuove disposizioni per l’assegnazione di quote (“ricollocamento”) negli altri paesi dell’Ue di un certo numero di migranti irregolari giunti negli Stati membri più esposti ai flussi o, a scelta, una contribuzione finanziaria da parte dei paesi che si rifiuteranno di accogliere i migranti loro assegnati. Inoltre, vi saranno disposizioni per migliorare le procedure di frontiera con l’identificazione dei migranti all’arrivo attraverso impronte digitali e dati biometrici (anche per i minori sopra i cinque anni), con lo scambio di documenti e informazioni anche giudiziarie tra gli Stati membri e controlli obbligatori di sicurezza e sanitari; saranno inoltre rese più rapide le procedure di esame delle richieste d’asilo, e migliorate le “vie legali” per l’accoglimento di rifigiati dai paesi terzi. Il Patto, che era stato proposto dalla Commissione europea il 23 settembre 2020, consiste in un pacchetto di diverse misure e regolamenti procedurali e di gestione e controllo (“Screening” degli arrivi, base dati Eurodac, procedure per la concessione dell’asilo, gestione dei flussi migratori e dell’ asilo, gestione delle crisi e situazioni di forza maggiore).


L’accordo sul regolamento per la gestione dell’asilo e dell’immigrazione (relatore lo svedese Tomas Tobé, Ppe), è stato sostenuto con 41 voti a favore, 24 contrari e 2 astensioni. Prevede la cosiddetta “solidarietà obbligatoria” per i paesi Ue per i quali si riconosce che sono sottoposti a pressione migratoria. Gli Stati membri possono scegliere tra ricollocare una parte di richiedenti asilo nel proprio territorio, erogare contributi finanziari (20.000 euro per migrante non accolto) o fornire supporto operativo e tecnico, quando necessario. Il testo determina inoltre nuovi criteri in base ai quali uno Stato membro è competente per l’esame delle domande di protezione internazionale (ex norme di Dublino). Altro regolamento chiave è quello sulla gestione delle situazioni di crisi e “forza maggiore” (relatore il Socialista spagnolo Juan Fernando López Aguilar). Qui l’accordo provvisorio è stato confermato con 37 voti favorevoli, 26 contrari e 4 astensioni. Il regolamento istituisce un meccanismo per garantire solidarietà e sostegno agli Stati membri che si trovano ad affrontare un afflusso eccezionale di migranti irregolari.


Le nuove norme riguardano anche il fenomeno della “strumentalizzazione” dei migranti, vale a dire la loro manipolazione e utilizzazione da parte di paesi terzi o attori non statali ostili, al fine di destabilizzare l’Ue (come successe ad esempio qualche anno fa alle frontiere della Polonia con la Bielorussia). Sulla base di una valutazione della Commissione, il Consiglio potrà decidere in questi casi delle misure obbligatorie di solidarietà (compresi ricollocamenti obbligatori) e delle deroghe alle procedure normali di screening e asilo. L’accordo sul regolamento sullo “screening”, (relatrice la socialdemocratica tedesca Birgit Sippel) e quello sul sistema centralizzato per le informazioni sulle condanne giudiziarie hanno ottenuto 48 voti favorevoli, 16 contrari e 2 astensioni. I migranti irregolari saranno soggetti a una procedura di screening pre-ingresso, comprendente l’identificazione, la raccolta di dati biometrici e controlli sanitari e di sicurezza, per un massimo di sette giorni. Verranno prese in considerazione le esigenze specifiche dei bambini, e ogni Stato membro avrà un meccanismo di monitoraggio indipendente per garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti.


L’accordo provvisorio sul regolamento della procedura di asilo (relatrice la francese Fabienne Keller del gruppo liberale Renew), è stato confermato con 40 voti favorevoli, 23 contrari e 4 astensioni. Il regolamento armonizza in un sistema comune in tutta l’Ue le diverse procedure nazionali per concedere e revocare la protezione internazionale. Per il trattamento delle richieste di asilo si prevede una dovrebbe essere più rapido, con limiti più brevi per le richieste manifestamente infondate o inammissibili e alle frontiere dell’UE. Comprende una procedura di rimpatrio alla frontiera. L’accordo provvisorio sulla banca dati Eurodac, (relatore lo spagnolo Jorge Buxadé Villalba (gruppo conservatore, Ecr), è stato confermato con 48 voti favorevoli, 17 contrari e 2 astensioni. La banca dati riformata servirà a identificare in modo più efficace dei migranti irregolari alle frontiere, aggiungendo le immagini facciali alle impronte digitali, e questo anche per i bambini a partire dai sei anni. Le autorità potranno anche registrare eventuali minacce per la sicurezza. L’accordo sulla direttiva modificata sulle condizioni di accoglienza (relatrice l’olandese Sophia In’t Veld, Renew), è stato confermato con 47 voti favorevoli, 14 contrari e 6 astensioni. In questo caso l’obiettivo è una armonizzazione delle norme sull’accoglienza in tutti gli Stati membri, per quanto riguarda le condizioni materiali, tra cui l’alloggio, l’assistenza sanitaria e uno standard di vita adeguato per i richiedenti asilo. I richiedenti asilo registrati potranno iniziare a lavorare prima di quanto non sia permesso oggi, e le loro prospettive di integrazione miglioreranno. Le nuove norme intendono inoltre scoraggiare gli spostamenti dei richiedenti asilo in altri paesi Ue dopo la loro registrazione iniziale. Il Patto contiene anche un nuovo regolamento per un programma di reinsediamenti nell’Ue di rifugiati dai paesi terzi attraverso delle vie legali (relatore lo svedese Malin Bjork, della Sinistra), che è stato confermato con 53 voti a favore, 14 contrari e nessuna astensione. Gli Stati membri parteciperanno al programma offrendo il reinsediamento su base volontaria a rifugiati particolarmente vulnerabili che soggiornano in paesi extra Ue. Le persone candidate per il reinsediamento, identificate nella maggior parte dei casi dall’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) e accettate da un particolare Stato membro, potranno raggiungere il territorio dell’Ue in modo legale, organizzato e sicuro. Verrà loro offerto uno status legale con soluzioni durature e a lungo termine per il loro sfollamento, con una riduzione delle divergenze di trattamento negli approcci nazionali adottati dai diversi Stati membri. Nonostante le nette maggioranze, una parte degli eurodeputati (soprattutto da Sinistra, Verdi, M5s, e, tra i Socialisti e Democratici, l’italiano Pietro Bartolo, medico di Lampedusa), ha votato contro quasi tutte queste nuove normative e criticato fortemente i cedimenti del Parlamento europeo rispetto alle posizioni del Consiglio Ue. Bartolo, che ha incontrato la stampa dopo il voto, ha denunciato in particolare la presenza nel pacchetto di “deroghe a norme internazionali come la creazione di centri di detenzione alle frontiere, destinati a rinchiudere famiglie con minori”.

L’ambasciata d’Israele presso la Santa Sede attacca il cardinale Parolin: da lui parole deplorevoli

L’ambasciata d’Israele presso la Santa Sede attacca il cardinale Parolin: da lui parole deplorevoliRoma, 14 feb. (askanews) – Quanto affermato dal Segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin ieri in occasione dell’anniversario dei Patti Lateranensi è una “dichiarazione deplorevole” perché “giudicare la legittimità di una guerra senza tenere conto di tutte le circostanze e i dati rilevati porta inevitabilmente a conclusioni errate”. E’ quanto afferma, in una nota ufficiale diffusa oggi, l’Ambasciata d’Israele presso la Santa Sede.


Una dichiarazione nella quale, si conclude, “non è sufficiente condannare il massacro genocida del 7 ottobre e poi puntare il dito contro Israele riferendosi al suo diritto all’esistenza e all’autodifesa solo come un semplice atto dovuto e non considerare il quadro generale”. Nella nota, da parte israeliana, si fanno alcune considerazioni. La prima è che “Gaza è stata trasformata da Hamas nella più grande base terroristica mai vista” e che “non c’è quasi nessuna infrastruttura civile che non sia stata utilizzata da Hamas per i suoi piani criminali, inclusi ospedali, scuole, luoghi di culto e molti altri”. Gran parte del progetto di Hamas, secondo Israele, “è stato attivamente sostenuto dalla popolazione civile locale” ed “i civili di Gaza hanno anche partecipato attivamente all’invasione non provocata del 7 ottobre nel territorio israeliano, violentando e prendendo civili in ostaggio”. Questo mentre l’operazione dell’IDF si sta svolgendo “nel pieno rispetto del diritto internazionale”.


Ieri il segretario di Stato Vaticano, ha definito “sproporzionata” la risposta di Israele all’attacco del 7 ottobre di Hamas, pur ribadendone la “condanna netta”. “La Santa Sede l’ha detto fin dall’inizio: da una parte, una condanna netta e senza riserve di quanto avvenuto il 7 ottobre, e qui lo ribadisco; e una condanna netta e senza riserve di ogni tipo di antisemitismo. Ma allo stesso tempo anche una richiesta, perché il diritto alla difesa di Israele sia proporzionato. E certamente con 30mila morti non lo è”, ha detto ieri Parolin a margine del bilaterale Italia-Vaticano per i 95 anni della firma dei Patti Lateranensi.

Gran Cancelliere dell’Ordine Malta riceve premier Romania Ciolacu

Gran Cancelliere dell’Ordine Malta riceve premier Romania CiolacuRoma, 14 feb. (askanews) – Il Gran Cancelliere del Sovrano Militare Ordine di Malta, Riccardo Paternò di Montecupo, ha ricevuto oggi al Palazzo Magistrale il Primo Ministro della Romania, Marcel Ciolacu in visita a Roma.


Nel corso dell’incontro, durato 40 minuti, le due delegazioni hanno discusso dell’eccellente stato delle relazioni bilaterali, della cooperazione dell’Ordine di Malta con le istituzioni romene di primo soccorso, dell’aggiornamento degli accordi di cooperazione, del lavoro svolto a sostegno di diverse comunità svantaggiate in Romania e del ruolo che il Corpo di soccorso romeno dell’Ordine (Serviciu de Ajutor Maltez din Romania) sta svolgendo a favore dell’Ucraina, in prima linea nell’offrire assistenza agli sfollati. Il Gran Cancelliere e il Primo Ministro romeno hanno inoltre discusso i diversi modi per ottimizzare e rafforzare la collaborazione, anche a livello regionale, alla luce dei due Accordi di Cooperazione siglati rispettivamente nel 2002 e nel 2018. “Siamo lieti di confermare le eccellenti relazioni e i legami amichevoli tra la Romania e il Sovrano Ordine di Malta e confidiamo che una più forte collaborazione operativa con le autorità centrali e locali romene possa aumentare il sostegno ai nostri Signori Malati e poveri”, ha detto Riccardo Paternò di Montecupo, al quale il premier romeno ha rinnovato parole di “sentito ringraziamento per l’impareggiabile impegno proferito dai volontari e dalle diverse entità” dell’Ordine di Malta nel suo Paese.


L’incontro si è concluso con l’auspicio condiviso di rafforzare ulteriormente le relazioni diplomatiche tra Ordine di Malta e Romania. Il Primo Ministro ha invitato il Gran Cancelliere ad effettuare presto una visita nel suo Paese. Stabilite nel 1991, in questi trent’anni di relazioni diplomatiche sono state numerose le visite effettuate e ricevute dalle due delegazioni, a testimonianza degli ottimi rapporti in corso. L’ultima visita di un Primo Ministro romeno al Sovrano Ordine di Malta risale al 2018. Oltre al Corpo di soccorso romeno dell’Ordine di Malta, nel Paese opera l’Associazione dell’Ordine di Malta la quale gestisce oltre cento progetti, molti in collaborazione con le autorità locali, dalla Protezione Civile alla Croce Rossa romena. Creata nel 1962, l’Associazione opera in diverse località del Paese con una rete di oltre 1.200 volontari. Tra le sue attività principali programmi di assistenza per anziani e disabili, progetti di integrazione per la comunità Rom, formazione nella preparazione all’emergenza, e da due anni assistenza per i profughi ucraini sia alla frontiera con l’Ucraina che in Ucraina stessa in collaborazione con le altre entità dell’Ordine di Malta impegnate nel Paese.


All’incontro hanno partecipato anche il Vicepremier della Romania Marian Neacsu, la Ministra degli Affari Esteri Luminita Odobescu, e altri membri del governo romeno. Presente anche l’Ambasciatore dell’Ordine di Malta in Romania, Roberto Musneci.

Tajani: abbiamo chiesto un processo equo e rapido per Salis, messaggio recepito

Tajani: abbiamo chiesto un processo equo e rapido per Salis, messaggio recepitoRoma, 14 feb. (askanews) – Il governo italiano ha chiesto “un processo equo e rapido per la nostra connazionale” Ilaria Salis detenuta in Ungheria, “il Tribunale di Budapest ha anticipato al 28 marzo l’udienza che era prevista per il 24 maggio, è uno sviluppo molto positivo che indica la volontà di accelerare i tempi del procedimento come richiesto fortemente dall’Italia”, quindi i “messaggi inviati da Roma sono stati recepiti”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Question time alla Camera.


“Sabato scorso ho chiesto al nostro ambasciatore in Ungheria di verificare i fatti relativi alla comparsa di un murales che raffigura Ilaria Salis impiccata, l’ambasciatore ha confermato alle autorità ungheresi che la priorità della tutela della sicurezza di Salis riveste per il governo”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Question Time aggiungendo che Ilaria Salis ha “confermato all’ambasciatore un netto miglioramento delle condizioni detentive”, risultati ottenuti “lavorando con discrezione e gradualità, evitando polemiche e forzature”. Ilaria Salis “è in detenzione in Ungheria, tutti auspichiamo che possa essere trasferita in Italia ai domiciliari, ma l’unica via è che vengano prima concessi in Ungheria”, sull’opzione che la connazionale possa essere destinata ai domiciliari nei locali dell’ambasciata italiana a Budapest “ho già detto che ove i ministeri di Giustizia e dell’interno l’avallassero non mi opporrei, va però notato che offrire l’ambasciata non accresce di per sè la probabilità che l’istanza dei domiciliari venga accolta, perché equivarrebbe de facto alla concessione diretta dei domiciliari in Italia”, ha detto al Question time il ministro degli Esteri Antonio Tajani.


“Vista qual è la situazione prevista da tutti gli accordi internazionali, che prevede l’inviolabilità delle ambasciate”, “l’ambasciata non appare un luogo idoneo all’esecuzione di misure coercitive”, e quindi “l’inviolabilità di tali locali si pone in contrasto con i poteri delle autorità ungheresi di far rispettare eventuali provvedimenti giudiziari o di polizia, le autorità ungheresi non potrebbero entrare senza permesso e non potrebbero avere il potere di sorveglianza”, ha aggiunto, e per “conformarsi integralmente ai provvedimenti del giudice ungherese, potrebbe essere chiesto all’Italia di rinunciare all’inviolavilità, la questione si pone quindi oltre che sul piano del diritto internazionale anche su quello dell’opportunità, sempre nell’interesse della signora Salis che abbiamo sempre perseguito”. Tajani, prima del question time, in una conferenza stampa aveva sottolineato: “Mi pare che la decisione della signora Salis di chiedere gli arresti domiciliari in Ungheria facilita i domiciliari in Italia”, rivendicando che l’anticipo della prossima udienza è “un risultato – ha aggiunto – che ha ottenuto questo governo grazie alla serietà, grazie anche al lavoro che ha fatto la nostra ambasciata. Evidentemente i magistrati ungheresi hanno recepito le sollecitazioni che venivano dall’Italia”.


Stamani il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in un’intervista a SkyTg24 ha detto che i familiari di Ilaria Salis “purtroppo hanno perso un anno. Se avessero chiesto subito hli arresti domiciliari in Ungheria, tutto questo non sarebbe successo”. Lo ha detto puntualizzato: “E’ un grande risultato che familiari di Ilasia Salis si siano convinti di chiedere arresti domiciliari in Ungheria”. Secondo il Guardasigilli, “il passaggio agli domiciliari in Ungheria è un passaggio necessario. Chiedere gli arresti domiciliari in Italia a un giudice ungherese è passo giuridicamente sbagliato, perché la legge non lo consente. Invece, una volta ottenuti gli arresti domiciliari in Ungheria, può scattare la norma che ci permette di chiedere di far scontare gli arresti domiciliari in Italia”, ha concluso.

L’esercito israeliano: compiuti “estesi raid sul Libano”

L’esercito israeliano: compiuti “estesi raid sul Libano”Roma, 14 feb. (askanews) – L’esercito israeliano ha annunciato che suoi aerei da combattimento hanno compiuto “estesi raid sul Libano”, secondo quanto si legge sul quotidiano Haaretz. L’attacco ha accresciuto il timore di un’escalation dle conflitto con il movimento sciita libanese Hazbollah.


Gli attacchi israeliani sono giunti in risposta al lancio di razzi contro il nord dello Stato ebraico, che stamattina ha provocato la morte di una donna e il ferimento di altre sette persone a Safed.

L’Oms: l’attacco di Israele a Rafah sarebbe una “catastrofe insondabile”

L’Oms: l’attacco di Israele a Rafah sarebbe una “catastrofe insondabile”Roma, 14 feb. (askanews) – L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avvertito che un’offensiva militare israeliana contro Rafah nel sud di Gaza causerebbe una “catastrofe insondabile” e spingerebbe il sistema sanitario dell’enclave sull’orlo del collasso.


“Le attività militari in quest’area, questa zona densamente popolata, sarebbero, ovviamente, una catastrofe insondabile… e amplierebbero ulteriormente il disastro umanitario oltre ogni immaginazione”, ha affermato Richard Peeperkorn, rappresentante dell’Oms per Gaza e Cisgiordania. “Aumenterà anche il peso su un sistema sanitario completamente sovraccarico… in ginocchio e aumenterà il carico dei traumi, e spingerebbe il sistema sanitario più vicino all’orlo del collasso”, ha detto Peeperkorn. Peeperkorn ha affermato che la capacità dell’Oms di distribuire aiuti medici a Gaza è limitata perché molte delle sue richieste di consegna di rifornimenti sono state respinte.


Il funzionario dell’Oms ha aggiunto che solo il 40% delle missioni dell’Organizzazione nel nord di Gaza sono state autorizzate da novembre e che questa cifra è diminuita significativamente da gennaio. “Tutte queste missioni sono state negate, impedite o rinviate”, ha detto, aggiungendo che è “assurdo che solo il 45% delle richieste di missione dell’Oms per il sud di Gaza siano state concesse”.

L’Ucraina rivendica di aver affondato la nave da sbarco russa Caesar Kunikov, cruciale nella guerra (ecco perché)

L’Ucraina rivendica di aver affondato la nave da sbarco russa Caesar Kunikov, cruciale nella guerra (ecco perché)Milano, 14 feb. (askanews) – Kiev sostiene di aver affondato “Caesar Kunikov”, una grande nave da sbarco, cruciale nel conflitto in corso e frutto del Progetto militare russo 775. La nave era stata costruita a Danzica, in Polonia, in epoca sovietica (varo nel 1986) e rappresenta un componente non trascurabile della Flotta del Mar Nero.


Dell’attacco ucraino riferiscono sia fonti filo-russe che ucraine. Si tratta già del quinto grande mezzo da sbarco del gruppo russo nel Mar Nero, colpito dalle forze armate ucraine. C’erano 13 navi di questo tipo in mare. L’attacco alla nave è stato riferito dal canale Rybar vicino al Ministero della Difesa russo: si sostiene che l’attacco è stato portato da navi senza equipaggio. Un altro canale scrive che l’equipaggio è sopravvissuto. La natura e l’entità del danno alla nave non sono note. Al momento nessuna conferma ufficiale di Mosca. Il Ministero della Difesa russo ha affermato che le sue forze di difesa aerea avevano abbattuto sei droni nel Mar Nero nella notte tra il 13 e il 14 febbraio. Allo stesso tempo, i canali Telegram hanno riferito che qualcosa stava bruciando nel mare vicino ad Alupka-Katsiveli. Secondo quanto riferito, anche due elicotteri russi Mi-8 volteggiavano bassi sull’acqua nella zona.


Il canale Telegram Krymsky Veter (Vento di Crimea) ha riferito che i droni avrebbero presumibilmente colpito una nave da sbarco. Successivamente, nell’area dell’insediamento di Foros (Crimea occupata dai russi) è stato avvistato anche un elicottero di ricerca e salvataggio Ka-27. In base alle informazioni a disposizione la nave è lunga 112,5 metri, larga 15 metri ed è dotata di artiglieria AK-725 da 57 mm, lanciatori di sistemi di difesa aerea e lanciarazzi multipli A-215 Grad-M da 122 mm. Conta 87 membri dell’equipaggio.


Sinora la nave e il suo equipaggio si erano distente dal punto di vista di Mosca, nel conflitto. All’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il vascello era attraccato nella città portuale di Berdiansk, occupata dai russi, e ha subito danni quando le forze ucraine affondarono la nave da sbarco Saratov nel marzo 2022. Ad aprile 2022 si è saputo che il comandante della grande nave, Alexander Chirva è morto durante “un’operazione speciale in Ucraina”, secondo quanto annunciato il 18 aprile 2022 dal governatore di Sebastopoli Mikhail Razvozhaev sul suo canale Telegram. Nel 2008, la nave ha preso parte ai combattimenti della flotta del Mar Nero durante la guerra di Georgia. Il 10 agosto 2008 era l’ammiraglia di un gruppo di navi russe che hanno preso parte a una battaglia navale con un gruppo di navi georgiane.


Secondo quanto riferito, la nave può essere utilizzata per creare campi minati. La nave da sbarco può essere utilizzata con varie opzioni di carico come ad esempio 150 soldati e 10 carri armati T-55 con un equipaggio di 40 persone; è inoltre in grado di trasportare 650 tonnellate di carico su una distanza di 4.700 miglia. Cgi

Ucraina rivendica affondamento nave russa, sarebbe la quinta

Ucraina rivendica affondamento nave russa, sarebbe la quintaMilano, 14 feb. (askanews) – Kiev sostiene di aver affondato “Caesar Kunikov”, una grande nave da sbarco, cruciale nel conflitto in corso e frutto del Progetto militare russo 775. La nave era stata costruita a Danzica, in Polonia, in epoca sovietica (varo nel 1986) e rappresenta un componente non trascurabile della Flotta del Mar Nero.


Dell’attacco ucraino riferiscono sia fonti filo-russe che ucraine. Si tratta già del quinto grande mezzo da sbarco del gruppo russo nel Mar Nero, colpito dalle forze armate ucraine. C’erano 13 navi di questo tipo in mare. L’attacco alla nave è stato riferito dal canale Rybar vicino al Ministero della Difesa russo: si sostiene che l’attacco è stato portato da navi senza equipaggio. Un altro canale scrive che l’equipaggio è sopravvissuto. La natura e l’entità del danno alla nave non sono note. Al momento nessuna conferma ufficiale di Mosca. Il Ministero della Difesa russo ha affermato che le sue forze di difesa aerea avevano abbattuto sei droni nel Mar Nero nella notte tra il 13 e il 14 febbraio. Allo stesso tempo, i canali Telegram hanno riferito che qualcosa stava bruciando nel mare vicino ad Alupka-Katsiveli. Secondo quanto riferito, anche due elicotteri russi Mi-8 volteggiavano bassi sull’acqua nella zona.


Il canale Telegram Krymsky Veter (Vento di Crimea) ha riferito che i droni avrebbero presumibilmente colpito una nave da sbarco. Successivamente, nell’area dell’insediamento di Foros (Crimea occupata dai russi) è stato avvistato anche un elicottero di ricerca e salvataggio Ka-27. In base alle informazioni a disposizione la nave è lunga 112,5 metri, larga 15 metri ed è dotata di artiglieria AK-725 da 57 mm, lanciatori di sistemi di difesa aerea e lanciarazzi multipli A-215 Grad-M da 122 mm. Conta 87 membri dell’equipaggio.


Sinora la nave e il suo equipaggio si erano distente dal punto di vista di Mosca, nel conflitto. All’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il vascello era attraccato nella città portuale di Berdiansk, occupata dai russi, e ha subito danni quando le forze ucraine affondarono la nave da sbarco Saratov nel marzo 2022. Ad aprile 2022 si è saputo che il comandante della grande nave, Alexander Chirva è morto durante “un’operazione speciale in Ucraina”, secondo quanto annunciato il 18 aprile 2022 dal governatore di Sebastopoli Mikhail Razvozhaev sul suo canale Telegram. Nel 2008, la nave ha preso parte ai combattimenti della flotta del Mar Nero durante la guerra di Georgia. Il 10 agosto 2008 era l’ammiraglia di un gruppo di navi russe che hanno preso parte a una battaglia navale con un gruppo di navi georgiane.


Secondo quanto riferito, la nave può essere utilizzata per creare campi minati. La nave da sbarco può essere utilizzata con varie opzioni di carico come ad esempio 150 soldati e 10 carri armati T-55 con un equipaggio di 40 persone; è inoltre in grado di trasportare 650 tonnellate di carico su una distanza di 4.700 miglia.

Medio Oriente, fonti egiziane: la riunione a quattro sulla tregua a Gaza è stata “positiva”

Medio Oriente, fonti egiziane: la riunione a quattro sulla tregua a Gaza è stata “positiva”Roma, 13 feb. (askanews) – La riunione a quattro che si è svolta in Egitto sulla tregua di Gaza è stata “positiva”, le consultazioni continueranno nei prossimi tre giorni, secondo il canale Al Qahera News, che cita una fonte egiziana attendibile.


L’incontro al Cairo si è svolto tra il direttore della CIA William Burns, il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, funzionari egiziani e una delegazione israeliana guidata dal capo del Mossad David Barnea e dal direttore dello Shin Bet Ronen Bar per discutere un accordo di tregua. Intanto il vice del leader di Hamas Yahya Sinwar, Khalil al-Hayya, è arrivato al Cairo per un round di colloqui con l’Egitto. Hamas ritiene che questa fase dei colloqui durerà diversi giorni, scrive Haaretz.