Il leader Hamas Haniyeh oggi al Cairo per il negoziato sugli ostaggiRoma, 8 feb. (askanews) – Il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, sarà oggi al Cairo per avviare un nuovo round negoziale con i mediatori egiziani riguardo allo scambio di ostaggi con Israele: è quanto pubblica il quotidiano palestinese al-Quds.
In particolare la delegazione di Hamas dovrebbe presentare delle nuove proposte relative alla fase dell’accordo successiva alla “sospensione” delle ostilità – in altre parole richiedere delle garanzie per un cessate il fuoco permanente che Israele ha per il momento respinto.
Tajani: non è possibile la detenzione in ambasciata per Ilaria SalisRoma, 8 feb. (askanews) – Nell’incontro avuto con il padre di Ilaria Salis, il 5 febbraio, Roberto Salis ha avanzato ai ministri degli Esteri e della Giustizia, Antonio Tajani e Carlo Nordio, “due richieste: una missiva del Governo italiano alla Magistratura ungherese per favorire la concessione di una misura cautelare alternativa alla detenzione e l’ipotesi che tale misura possa essere eseguita presso l’Ambasciata”. “Avevo detto al Signor Salis che qualora il Ministero dell’Interno e della Giustizia avessero autorizzato una tale ipotesi non mi sarei opposto”, ha precisato Tajani in un’informativa urgente alla Camera. “Il Ministro Nordio ha illustrato le ragioni di diritto e di fatto per cui la richiesta di sostituzione della misura cautelare presso l’Ambasciata italiana non è possibile”.
“L’Ambasciata non è luogo idoneo all’esecuzione di misure coercitive”, ha ricordato Tajani, precisando che “servirebbero lavori per crerare un’apposita area di detenzione e un incremento del numero dei carabinieri”. “Ci sono documenti riservati, c’è un ufficio cifra, non è una casa riservata, deve essere preservata la sicurezza e qualsiasi detenuto deve preservare la sicurezza dello Stato”, ha avvertito. “E’ una questione di sicurezza nazionale”. “La situazione dei Marò, citata come termine di paragone dal Signor Salis, non è in realtà equiparabile”, ha argomentato Tajani. In quel caso, “l’Italia riteneva che l’esercizio da parte indiana della propria giurisdizione violasse gli obblighi internazionali di rispettare l’immunità dei pubblici ufficiali di Stati stranieri”, ha proseguito Tajani, ricordando che “un Tribunale internazionale ha poi dato ragione all’Italia proprio sulla base del principio per cui gli Stati non hanno giurisdizione su altri Stati”. “Diverso appare il caso della Signora Salis, in cui l’Italia non contesta né può contestare la giurisdizione ungherese; ogni Stato ha diritto di esercitare la giurisdizione penale per reati commessi sul proprio territorio”, ha argomentato il ministro. “Il Ministro Nordio ha inoltre rilevato che un’interlocuzione epistolare tra un Dicastero italiano e un organo giurisdizionale straniero sarebbe irrituale e irricevibile. La decisione sullo stato di libertà dell’indagato compete solo al giudice ungherese”, ha chiarito Tajani.
“Se il documento richiesto fosse una semplice spiegazione”, ha proseguito, “il magistrato ungherese potrebbe rispondere che già conosce la nostra legge. Se invece fosse una surrettizia richiesta di convertire la custodia cautelare in carcere in arresti domiciliari, allora sarebbe un’interferenza”. “Il collega Nordio ha quindi nuovamente prospettato al Signor Salis l’opportunità che il difensore ungherese presenti un’istanza per la concessione degli arresti domiciliari in Ungheria, unico mezzo per consentirne l’esecuzione in Italia”, ha aggiunto Tajani.
Argentina, ritiro “legge omnibus”, prima grande sconfitta per MileiRoma, 8 feb. (askanews) – Il ritiro della “legge omnibus” dal Parlamento segna la prima grande sconfitta del nuovo governo argentino: il progetto neoliberista del presidente Javier Milei ha progressivamente perso i pezzi in corso di dibattito fino a che lo stesso esecutivo ha deciso che non valeva più la pena portarlo avanti.
In particolare, i deputati hanno bocciato quello che era in realtà il punto principale dell’intero progetto: il trasferimento al Presidente del potere legislativo a partire da una dichiarazione dello stato di emergenza della durata massima di un anno e prorogabile per un secondo. La legge omnibus presentata da Milei si presentava in realtà in una forma già ridotta rispetto al testo originario che contava 664 articoli, via via tagliati nel corso dei negoziati in commissione e già orfano di alcune parti come quella fiscale, stralciata per evitare polemiche e difficoltà nella una applicazione.
n sede di commissione poi il governo aveva già dovuto accettare di escludere dal piano di privatizzazioni l’ente petrolifero, l’Ypf, e altre aziende pubbliche nei settori dell’elettricità e delle telecomunicazioni, dove in nessun modo lo Stato potrà scendere sotto il 51%; nel successivo dibattito il portafoglio delle possibili cessioni è stato ulteriormente limitato. A questo punto l’esecutivo dovrà valutare come procedere, se cioè stralciare le varie parti della legge per farle approvare separatamente per via ordinaria, anche se fonti governative parlano di un possibile ricorso ad un meccanismo plebiscitario (la cui legalità rimane da vedere); a decidere sarà lo stesso Milei, attualmente in visita in Israele.
La reazione del Presidente, affidata ad un comunicato, è stata prevedibilmente durissima: “La casta politica – come chiamiamo quella banda di delinquenti che vogliono un’Argentina peggiore perché non hanno intenzione di rinunciare ai propri privilegi – ha iniziato a squartare la nostra legge fondamentale per poter sostenere i diversi meccanismi con cui rubano agli argentini”.
Sanremo, Fiorello: con Travolta e Amadeus una gag terrificanteRoma, 8 feb. (askanews) – Fiorello scherza sulla sua gag con John Travolta e Amadeus a “VivaRai2!… VivaSanremo!”, dopo la seconda serata del Festival, con Fiorello, Alessia Marcuzzi, Fabrizio Biggio, Mauro Casciari, e tutta la banda – in diretta dall’Aristonello, il glass allestito all’esterno dell’Ariston.
“Abbiamo fatto una delle gag più terrificanti della storia della televisione italiana. Amadeus fa codice 01 e io mi prendo gli insulti. Io mentre la facevo già avevo previsto tutto. Travolta non vorrà tornare più in Italia”, ironizza Fiorello e, mentre legge la notizia che c’è stato il secondo allarme bomba al Festival, propone di “metterci d’accordo per il terzo… E, comunque, se l’allarme ci fosse stato poco prima del ballo del qua qua sarebbe stata una cosa buona e utile” conclude.
Turchia farà offerta a Putin di organizzare incontro con ZelenskyRoma, 8 feb. (askanews) – La Turchia ribadirà la sua offerta di organizzare un incontro tra i leader di Russia e Ucraina, Vladimir Putin e Vladimir Zelensky, per contribuire alla cessazione delle ostilità, lo ha una fonte diplomatica di Ankara alla’agenzia Ria Novisti.
In precedenza è emerso che la Turchia attende la visita del presidente russo alla fine di aprile o all’inizio di maggio. “Durante la visita verrà sottolineata la disponibilità di Ankara ad organizzare un incontro tra i leader (di Russia e Ucraina) per garantire che cessino gli scontri e le vittime umane”, ha detto la fonte.
L’unica cosa che la Turchia cerca, ha aggiunto, è “fermare il bagno di sangue”. “Con il consenso di entrambe le parti, la Turchia è disposta a fornire tutta la mediazione necessaria”, ha sottolineato.
L’ultimo ciclo di colloqui tra Mosca e Kiev per raggiungere un accordo sulla fine delle ostilità si è svolto il 29 marzo 2022 nella città turca di Istanbul, e da allora i paesi non li hanno più ripresi.
L’ambasciatore russo attacca l’Italia: con la guida del G7 siete nemiciRoma, 8 feb. (askanews) – Le relazioni tra Mosca e Roma oggi “non sono di molto” migliori rispetto al periodo dell’invasione nazifascista dell’Unione Sovietica nel 1941-1943, con l’Italia che “ha aderito pienamente alle misure di pressione esercitate dall’Occidente sulla Russia, tanto che in Italia si parla ormai apertamente di guerra ibrida contro il nostro Paese”. Così. Una una intervista alla Tass, ripresa da “La Repubblica”, l’ambasciatore Alexei Paramonov lancia un monito durissimo al governo Meloni: “”Con l’inizio della sua presidenza del G7, sta attivamente rivendicando il ruolo di “capo coordinatore” di questo quartier generale antirusso dell’Occidente”. E ha aggiunto: “La posizione delle autorità ufficiali nei confronti della Russia è prevalentemente sgarbata, di natura essenzialmente ostile”. Paramonov nell’estate scorsa ha sostituito a Roma Sergey Razov. “Sono già stati approvati otto pacchetti di aiuti militari, comprendenti un’ampia gamma di armi letali” ha detto l’ambasciatore elencando l’appoggio italiano all’Ucraina. “L’altro giorno il ministro della Difesa ha dichiarato che il Paese è tra i primi cinque fornitori di sistemi bellici al regime di Kiev. Eccoli i ‘bravi’ italiani”. Paramonov, comunque evidenzia che in Italia c’è un “numero crescente di associazioni e movimenti politici che spingono per normalizzare le relazioni con Mosca e fermare l’escalation tra l’Occidente e la Russia”. Sulla presidenza italiana del G7 l’ambasciatore dice che “Non è da escludere che, su pressione dell’ala anglosassone, l’enfasi sia posta sull’elaborazione di misure antirusse, tra cui l’inasprimento delle sanzioni e la ricerca di una formalizzazione giuridica del sequestro illegale di beni sovrani russi”. L’ambasciatore scaglia una frecciata al governo Meloni: “Se si considerano le principali sedi degli eventi del G7 – un resort in Puglia, l’isola di Capri, Venezia – è ovvio che la ‘destinazione turistica’, cioè accogliere e nutrire bene gli ospiti, non è oggetto di minore attenzione nelle attività della Presidenza italiana del G7 rispetto ad altre cosiddette priorità internazionali”.
Sanremo, Allevi mostra il volto umano della malattia: via il cappelloSanremo, 7 feb. (askanews) – Il volto umano della malattia: via il cappello per “liberarsi definitivamente dal peso del giudizio esterno”. Giovanni Allevi compie sul palco del Teatro Ariston il gesto simbolico di togliersi il cappello. Lui che ha sempre fatto dei suoi capelli ricci e scuri un tratto distintivo, mostra senza timore la chioma argentata.
Poi l’artista, affetto da un mieloma, torna ad esibirsi davanti al pubblico dopo uno stop di quasi due anni. Si dirige verso il pianoforte e suona “Tomorrow”, brano inedito composto durante la degenza in ospedale.
Sanremo, Allevi racconta la malattia: “Mi è crollato tutto”Sanremo, 7 feb. (askanews) – “All’improvviso mi è crollato tutto. Non suono più il pianoforte davanti ad un pubblico da quasi due anni. Nel mio ultimo concerto, alla Konzerthaus di Vienna, il dolore alla schiena era talmente forte che sull’applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. E non sapevo ancora di essere malato. Poi è arrivata la diagnosi, pesantissima”. E’ il messaggio commosso con cui questa sera Giovanni Allevi ha portato sul palco dell’Ariston il tema della malattia, raccontando la sua storia. Quasi due anni fa un mieloma diagnosticato all’artista.
Presidenziali Azerbaigian, Aliyev stravince: oltre il 92% dei consensiRoma, 7 feb. (askanews) – Anche se l’esito era scontato, con un quinto mandato dietro l’angolo e nessuna chance per i sei sfidanti, il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev non si è accontentato di vincere ma ha stravinto le elezioni presidenziali anticipate. Lo spoglio è appena iniziato, i dati preliminari comunicati dalla Commissione elettorale centrale e i tre exit poll presentati alla chiusura delle urne all’Hilton di Baku non lasciano spazio a dubbi: Aliyev ha registrato una vittoria assoluta, con un consenso del 92,01%. Al di sopra anche dell’86% che aveva ottenuto nelle precedenti presidenziali del 2018.
Sono passati appena sei anni dall’ultimo voto (ne mancava uno alla fine del mandato settennale), ma il presidente azerbaigiano ha deciso di indire il voto anticipato, a dicembre 2023 per segnare l’inizio di una nuova era dopo la liberazione dei territori del Karabakh, dove oggi, per la prima volta dall’indipendenza di Baku sono stati istituiti 26 seggi e gli elettori hanno potuto votare. Lo stesso presidente Aliyev ha votato con la first lady Mehriban Aliyeva e i membri della famiglia, nel seggio elettorale 14 del distretto elettorale 122 nella città di Khankendi, nel cuore del Karabakh. Armenia e Azerbaigian, dopo due guerre, hanno firmato un dichiarazione che punta a raggiungere un accordo di pace storico tra i due Paesi, che continuano gli incontri diplomatici per risolvere i punti ancora controversi e di distanza, dai confini alla Costituzione armena che contiene in sè elementi che richiamano all’area del Karabakh. Ma per molti a Baku questo potrebbe essere l’anno della svolta definitiva sul tema e per la creazione di un Caucaso stabile.
Intanto, Aliyev, al potere dal 2003, in seguito alla morte del padre Heydar, prolunga la sua permanenza al potere ormai ultraventennale, iniziando un nuovo mandato di sette anni, con un forte consenso popolare e il 76% di affluenza al voto, anche questo dato in aumento dal 74% del 2018. Le votazioni sono state seguite da un folto gruppo di osservatori, oltre 90mila, 790 internazionali, anche rappresentanti dell’Osce, tra cui una delegazione parlamentare italiana che ha dichiarato di aver assistito a “elezioni trasparenti, conformi agli standard internazionali” in cui si segnala la partecipazione dei “giovani con grande entusiasmo, un segno di democrazia”, ha detto il deputato Andrea Di Giuseppe.
Le congratulazioni di diversi leader internazionali non si sono fatte attendere subito dopo gli exit poll: il presidente turco Recep Tayyp Erdogan e il premier ungherese Viktor Orban tra gli altri. (di Daniela Mogavero)
Blinken dice a Israele che gli Usa sono preoccupati per l’operazione a RafahRoma, 7 feb. (askanews) – Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha espresso oggi al premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e al ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, la preoccupazione dell’amministrazione Biden per una possibile espansione dell’operazione militare delle forze israeliane nella città di Rafah, nel sud di Gaza. Lo ha riferito ad Axios un funzionario israeliano e una seconda fonte al corrente della questione.
Sono oltre un milione i palestinesi concentrati a Rafah e nelle aree circostanti, lungo il confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. Secondo Axios, gli Stati Uniti temono che un’operazione delle forze israeliane nell’area, senza possibilità di evacuare la popolazione civile in zone sicure, possa causare un gran numero di vittime e spingere decine di migliaia di palestinesi verso l’Egitto. Il Cairo ha già fatto sapere che lo sfollamento dei palestinesi in Egitto porterebbe a una rottura nei rapporti con Israele.