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L’Ucraina chiede all’Occidente di abbattere i missili russi sul suo territorio

L’Ucraina chiede all’Occidente di abbattere i missili russi sul suo territorioRoma, 21 mag. (askanews) – “Non c’è alcun argomento legale, di sicurezza o morale, che impedisca ai nostri partner di abbattere i missili russi sul territorio ucraino dal loro territorio”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino, Dmitro Kuleba, in una conferenza stampa con la sua omologa tedesca, Annalena Baerbock. All’inizio dell’invasione, l’Ucraina aveva già chiesto all’Occidente di aiutarla ad abbattere i missili russi sul proprio territorio. Richiesta respinta per il rischio di un’escalation del conflitto. Il capo della diplomazia di Kiev ha respinto questa argomentazione oggi, sottolineando che l’abbattimento dei missili non mette in pericolo né la Russia né i soldati russi. Si tratta di “pezzi di metallo che portano la morte dalla Russia all’Ucraina”, ha insistito, “Se non volete farlo, forniteci tutti i mezzi necessari. Li dispiegheremo sul territorio ucraino e intercetteremo noi stessi questi missili”.

La Ue approva formalmente l’uso dei rendimenti degli asset russi congelati

La Ue approva formalmente l’uso dei rendimenti degli asset russi congelatiBruxelles, 21 mag. (askanews) – Il Consiglio Ue ha approvato formalmente, oggi a Bruxelles, la proposta di utilizzare i rendimenti straordinari prodotti dagli dagli asset congelati alla Russia, per sostenere l’autodifesa e la ricostruzione dell’Ucraina, a seguito dell’invasione russa. La proposta prevede che i rendimenti straordinari siano destinati per il 90% circa all’assistenza militare all’Ucraina e per il 10% alla ricostruzione del Paese. Questa chiave di distribuzione sarà rivista ed eventualmente modificata annualmente, per la prima volta entro il primo gennaio 2025. Gli importi saranno versati dai Csd all’Ue su base semestrale. Il Consiglio riferisce in una nota di aver adottato una serie di atti giuridici che garantiscono che gli utili netti derivanti da entrate inattese e straordinarie maturate dai depositari centrali di titoli (Csd) nell’Ue, a seguito dell’attuazione delle misure restrittive da parte dell’unione contro gli asset russi, saranno utilizzati per fornire ulteriore sostegno militare all’Ucraina, attraverso lo “Strumento europeo per la pace” (il fondo “European Peace Facility”) nonché per le sue capacità nel settore della difesa e per la ricostruzione, attraverso programmi comunitari finanziati dal bilancio Ue. Ciò significa che i Csd che detengono attività e riserve sovrane russe superiori a 1 milione di euro forniranno un contributo finanziario dai loro utili netti corrispondenti, accumulati dal 15 febbraio 2024. In base a criteri prudenziali, in considerazione dell’impatto dovuto alla guerra in Ucraina sugli asset da loro detenuti, i Csd, potranno “trattenere provvisoriamente una quota pari a circa il 10% del contributo finanziario, per rispettare i requisiti legali in materia di capitale e gestione del rischio”, riferisce infine il Consiglio Ue.

Via libera al nuovo regolamento Ue sull’intelligenza artificiale

Via libera al nuovo regolamento Ue sull’intelligenza artificialeBruxelles, 21 mag. (askanews) – Il Consiglio Ue ha approvato formalmente, oggi a Bruxelles, il nuovo regolamento comunitario sull’intelligenza artificiale (IA), la prima legge al mondo di questo genere, che mira a razionalizzare ed armonizzare le norme, dopo la forte accelerazione degli sviluppi tecnologi in questo settore. Il regolamento Ue (“Artificial Intelligence Act”) segue un approccio basato sul rischio, con regole tanto più severe quanto più alto è il potenziale di danni alla società che possono essere causati dalle diverse applicazioni dell’IA società, più severe saranno le regole.


Accanto all’obiettivo di promuovere lo sviluppo e l’adozione di sistemi di IA sicuri e affidabili nel mercato unico da parte di attori sia pubblici che privati, e di stimolare gli investimenti e l’innovazione in quest’area, il regolamento mira a garantire che il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini dell’Ue non sia messo a rischio dall’uso di queste tecnologie. L’adozione del regolamento sull’IA rappresenta una pietra miliare significativa per l’Unione europea. Il Consiglio Ue, in una nota, la definisce “una legge storica, la prima del suo genere al mondo”, che “affronta una sfida tecnologica globale e crea anche opportunità per le nostre società ed economie”. L’ambizione dell’Ue è quella di stabilire con queste norme uno standard globale per la regolamentazione dell’IA..


Il regolamento classifica diversi tipi di intelligenza artificiale in base al rischio. I sistemi di IA che presentano solo un rischio limitato saranno soggetti a obblighi di trasparenza molto leggeri, mentre i sistemi di IA definiti “ad alto rischio” saranno autorizzati, ma soggetti a una serie di requisiti e obblighi per ottenere l’accesso al mercato Ue. Alcune applicazioni dell’IA come, ad esempio, la manipolazione cognitivo-comportamentale e il “punteggio sociale” (praticato ad esempio in Cina) saranno banditi dall’Ue perché il loro rischio è ritenuto inaccettabile. Il regolamento vieta inoltre l’uso dell’intelligenza artificiale per la “polizia predittiva”, basata sulla profilazione, così come i sistemi che utilizzano dati biometrici per classificare le persone in base a categorie specifiche come razza, religione od orientamento sessuale.


I modelli di intelligenza artificiale per scopi generali che non presentano rischi sistemici saranno soggetti ad alcuni requisiti limitati, ad esempio per quanto riguarda la trasparenza (con l’etichettatura obbligatoria, chiamata “water marking”, dei contenuti generati dall’IA), ma quelli con rischi sistemici dovranno rispettare regole più severe. Saranno istituiti diversi nuovi organismi per garantire una corretta applicazione del regolamento: un Ufficio per l’IA all’interno della Commissione europea; un panel scientifico di supporto composto da esperti indipendenti; un Comitato per l’IA con rappresentanti degli Stati membri per consigliare e assistere la Commissione e i diversi paesi nell’applicazione coerente ed efficace delle nuove norme; un Forum consultivo per i gruppi d’interesse (gli “stakeholder”), che fornirà competenze tecniche al Comitato per l’IA e alla Commissione.


Sono previste delle sanzioni per le violazioni del regolamento sull’IA nei confronti delle aziende, che verranno calcolate in termini di percentuale del fatturato annuo globale della società incriminata nell’anno finanziario precedente, oppure in base a un importo predeterminato, a seconda di quale sia maggiore. Le Pmi e le start-up responsabili di violazioni del regolamento saranno soggette a sanzioni amministrative proporzionali. Prima che un sistema di IA rispondente alla definizione “ad alto rischio” venga messo in atto da enti che forniscono servizi pubblici, sarà necessario valutarne l’impatto sui diritti fondamentali. I sistemi di IA ad alto rischio, così come gli enti pubblici utenti di un sistema di IA ad alto rischio, dovranno essere registrati in una specifica banca dati dell’Ue. Inoltre, le entità che applicano sistemi di riconoscimento delle emozioni dovranno informare le persone esposte a questi sistemi. Il regolamento, infine, contiene un quadro giuridico relativo ai processi di apprendimento dell’IA, e prevede la possibilità di sperimentare, sviluppare, testare e convalidare in un ambiente controllato i sistemi di IA innovativi. Il regolamento sarà pubblicato nei prossimi giorni sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue ed entrerà in vigore venti giorni dopo in tutti gli Stati membri. Le norme del regolamento avranno tempi di attuazione diversi a seconda delle diverse aree a cui si riferiscono: sei mesi per i divieti relativi alla protezione della privacy, dei dati personali e dei diritti delle persone; un anno per la parte relativa all’Intelligenza artificiale di tipo “fondativo” (come Chat Gpt); e due anni per tutto il resto. La Commissione europea dovrebbe cominciare a presentare le misure di esecuzione nove mesi dopo l’approvazione del regolamento.

In Israele 1.300 accademici chiedono la fine delle operazioni militari a Gaza

In Israele 1.300 accademici chiedono la fine delle operazioni militari a GazaRoma, 21 mag. (askanews) – Oltre 1.300 docenti e personale amministrativo delle istituzioni accademiche israeliane hanno firmato una petizione chiedendo al governo di porre fine alla guerra a Gaza e di riportare a casa gli ostaggi.


I firmatari hanno affermato che “i benefici derivanti dal proseguimento della guerra non sono chiari” e che essa “sta causando danni enormi ai civili di Gaza, fame e distruzione senza precedenti delle infrastrutture”, oltre a provocare “molte vittime israeliane, danni mentali a centinaia di migliaia di persone, enormi danni economici e un grave deterioramento dello stato di diritto”. “Il diritto all’autodifesa non garantisce il diritto di intraprendere una guerra senza un fine realistico o mirato alla sopravvivenza politica della leadership”, hanno concluso.

Casa, idealista: cresce il rendimento nel primo trimestre (+8,6%)

Casa, idealista: cresce il rendimento nel primo trimestre (+8,6%)Roma, 21 mag. (askanews) – La redditività lorda degli investimenti nell’immobiliare residenziale è aumentata nel primo trimestre, raggiungendo l’8,6%, rispetto all’8,2% registrato alla fine del 2023. Secondo lo studio di idealista, il portale leader per sviluppo tecnologico in Italia, questa redditività è più del doppio rispetto ai tassi offerti dai titoli di Stato a 10 anni, che si attestano al 3,2%.


Lo studio, che analizza i prezzi di vendita e affitto di vari immobili per calcolarne la redditività lorda, evidenzia che i locali commerciali (negozi) restano l’investimento immobiliare più redditizio. L’acquisto di un negozio in Italia per affittarlo offre una redditività lorda del 12%, stabile rispetto allo stesso periodo al precedente trimestre. Gli uffici offrono un rendimento del 9,8%, invariato rispetto a un trimestre fa, mentre i garage mostrano una redditività del 7,3%, leggermente superiore al 7,1% del quarto trimestre 2023. Tra i capoluoghi italiani, Ragusa è la città con la maggiore redditività, raggiungendo il 10,2%, seguita da Biella con il 9,7% e Trapani con il 9,2%. Altri capoluoghi che superano la media del periodo includono Siracusa (8,9%), Rovigo (8,8%) e Perugia (8,7%). Al contrario, Bolzano registra la redditività più bassa con il 4,1%, seguita da Trento (4,5%) e Venezia (4,8%). Nei principali mercati metropolitani, Roma presenta un rendimento del 6,4%, Napoli del 6,2% e Milano del 5,6%.


In generale, i box auto risultano essere l’investimento meno remunerativo per gli investitori. Tuttavia, questo assunto non sempre si applica se si analizzano i singoli capoluoghi monitorati, dove alcuni registrano rendimenti più interessanti rispetto ad altri investimenti immobiliari. A Modena, ad esempio, i ritorni per i proprietari raggiungono il 10,2%, mentre a Ferrara sono pari all’8,5%. Anche a Roma (8,3%), Bologna (6,7%), Milano (6,2%) e Monza (5,7%) la redditività dei box auto supera quella delle abitazioni. Al contrario, nel trimestre in esame, solo un capoluogo presenta un rendimento inferiore a quello dei BTP (3,8%): Padova, con un 3,2%. Il settore retail emerge come il più redditizio nella maggior parte dei capoluoghi. I negozi di Mantova presentano il ritorno più elevato, con una redditività lorda del 16,6%, seguita da Genova (16,2%). Seguono Roma (15,9%), quindi Taranto (15,6%), Varese (15,4%), Trieste (15,4%), Palermo (15,3%) e Milano (15,2%). La maggioranza dei mercati analizzati (45 su 81) presenta ritorni superiori alla media del 12%, come evidenziato dallo studio. Al contrario, solamente 10 mercati registrano una redditività inferiore al 10%, con valori compresi tra il 9,9% di Andria e l’8,4% di Ascoli Piceno.


Il settore degli uffici continua a offrire rendimenti particolarmente interessanti per gli investitori, con punte di redditività a Trieste (11,9%), seguita da Perugia (10,4%) e Siracusa (10,3%). Monza si attesta sul valore medio del periodo con il 9,8%, mentre gli altri centri vanno dal 9,6% di La Spezia al 5,7% di Pescara, che registra la redditività più bassa per gli uffici. Tra i principali centri, Roma presenta una redditività del 9,5%, mentre Napoli e Milano si attestano rispettivamente al 7,3% e al 6,9%. Nella parte inferiore della classifica, i rendimenti meno allettanti per i proprietari si riscontrano a Lecce (6%), Pescara (6,2%) e Lucca (6,3%).

Netanyahu sui mandati d’arresto Cpi: “Scandaloso”

Netanyahu sui mandati d’arresto Cpi: “Scandaloso”Roma, 20 mag. (askanews) – All’odierno incontro del Likud alla Knesset, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe definito “scandalosa” la decisione del procuratore capo della Cpi di chiedere mandati di arresto per lui e per il ministro della Difesa Yoav Gallant. “Questo non fermerà né me né noi”, ha detto al sito di notizie Ynet.


Il procuratore capo della Corte penale internazionale, Karim Khan, ha annunciato oggi di aver richiesto mandati di arresto da parte dei giudici della corte per Netanyahu e Gallant, insieme a tre massimi leader di Hamas.

Israele, Gantz: un “crimine” la decisione del procuratore Cpi

Israele, Gantz: un “crimine” la decisione del procuratore CpiRoma, 20 mag. (askanews) – Il ministro del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz, ha definito “un crimine di proporzioni storiche” la decisione del procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi), Karim Khan, di richiedere mandati di arresto per crimini di guerra e contro l’umanità per il premier e il ministro della Difesa israeliani, Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant, oltre che per i leader di Hamas.


“Lo Stato di Israele sta conducendo una guerra giusta dopo il massacro dei suoi cittadini commesso da un’organizzazione terroristica – ha scritto su X – Israele combatte con uno dei codici morali più severi della storia, nel rispetto del diritto internazionale, e ha un forte e indipendente sistema giudiziario. Mettere i leader di un paese che è andato in guerra per proteggere i suoi cittadini allo stesso livello di terroristi assetati di sangue è cecità morale e una violazione del suo dovere e della sua capacità di proteggere i suoi cittadini. Accettare la posizione del procuratore capo sarebbe un crimine di proporzioni storiche che non verrebbe dimenticato”.

Hamas contro il procuratore della Cpi: “Equipara vittima e carnefice”

Hamas contro il procuratore della Cpi: “Equipara vittima e carnefice”Roma, 20 mag. (askanews) – Hamas ha denunciato la decisione del procuratore capo della Corte penale internazionale dell’Aia (Cpi), Karim Khan, di richiedere mandati di arresto contro i suoi leader per crimini di guerra e contro l’umanità, affermando che “equipara la vittima al carnefice”. Nel comunicato riportato da Al Jazeera, il gruppo estremista palestinese ha quindi chiesto alla Cpi di annullare la richiesta, aggiungendo che quella presentata da Khan nei confronti del premier e del ministro della Difesa israeliani, Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant, “arriva sette mesi troppo tardi”.

Assange vince la causa, sì all’appello in Gb contro l’estradizione in Usa

Assange vince la causa, sì all’appello in Gb contro l’estradizione in UsaRoma, 20 mag. (askanews) – Julian Assange ha ottenuto una vittoria nella sua battaglia contro l’estradizione dal Regno Unito dopo che i giudici dell’Alta Corte di Londra gli hanno concesso il permesso di ricorrere in appello.


A marzo due giudici avevano rinviato la decisione sulla possibilità che Assange, che sta cercando di evitare di essere perseguito negli Stati Uniti con l’accusa di spionaggio relativa alla pubblicazione di migliaia di documenti riservati e diplomatici, potesse portare il suo caso ad un’altra udienza di appello. Ad Assange era stato concesso il permesso di ricorrere in appello solo se l’amministrazione Biden non fosse stata in grado di fornire alla corte adeguate garanzie “che al ricorrente

Cosa succede dopo la morte in elicottero del presidente iraniano Raisi

Cosa succede dopo la morte in elicottero del presidente iraniano Raisi

Roma, 20 mag. (askanews) – Il giorno dopo, in Iran, è quello delle conferme. Ieri lo schianto dell’elicottero in una zona impervia dell’Azerbaigian orientale. Oggi l’annuncio del governo: il presidente Ebrahim Raisi è morto. La Repubblica islamica piange il suo “martire in servizio”, e con lui tutte le vittime dell’incidente. Tra loro, anche il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian. La Guida suprema Ali Khamenei ha deciso di decretare cinque giorni di lutto nazionale e, secondo quanto previsto dalla Costituzione, ha già dato il via libera alle successioni ad interim: il primo vicepresidente Mohammad Mokhber assume la presidenza, con il compito di preparare nuove elezioni entro i prossimi 50 giorni, il viceministro Ali Bagheri Kani guiderà la diplomazia iraniana fino alla formazione del nuovo governo. Intanto le spoglie di Raisi, Amirabdollahian e delle altre vittime – almeno otto, secondo la stampa iraniana – sono in viaggio verso Tabriz, dove domani dovrebbe avere luogo una cerimonia funebre, secondo quanto annunciato dall’agenzia Tasnim. Tutte le attività culturali e artistiche in Iran saranno sospese per sette giorni.

“Seguiremo il percorso del presidente Raisi nell’adempiere ai compiti assegnati senza alcuna interruzione”, ha subito confermato Mokhber, che questa mattina ha partecipato a una riunione d’emergenza del governo e dei tre massimi esponenti del potere esecutivo, legislativo e giudiziario del Paese. “Il presidente del popolo iraniano, che ha servito il grande popolo iraniano solo sulla via del progresso del paese, ha mantenuto la sua promessa e ha sacrificato la sua vita per la nazione”, ha affermato il governo della Repubblica islamica. “Assicuriamo alla nostra nazione leale, grata e amata che il cammino dell’onore e del servizio continuerà (…) con l’aiuto di Dio Onnipotente e in compagnia di un popolo onorevole”, ha concluso il governo di Teheran, garantendo che “non ci sarà alcuna ripercussione nella gestione del Paese”. Intanto Khamenei, ufficializzando la sua nomina, ha ricordato a Mokhber cosa prevede la Costituzione, all’articolo 131: “E’ tenuto ad adottare misure affinché il nuovo Presidente della Repubblica sia eletto entro cinquanta giorni al più tardi”. Un impegno che il capo di Stato ad interim porterà a termine assieme al Consiglio dei Guardiani della rivoluzione – organo composto da 12 membri incaricati di supervisionare le elezioni e la legislazione in Iran.

Parallelamente procederanno le indagini sullo schianto dell’elicottero. La causa dell’incidente non è ancora nota. Nel momento in cui l’elicottero è precipitato al suolo, le condizioni meteo erano pessime. C’era una fitta nebbia e il velivolo potrebbe avere urtato la cima di una delle montagne presenti nell’area. Diversi osservatori, d’altra parte, hanno evidenziato le precarie condizioni degli aerei da trasporto in Iran, conseguenza di una scarsa manutenzione legata alle sanzioni americane. Il presidente e il primo ministro viaggiavano a bordo di un elicottero Bell 212, secondo le agenzie di stampa ufficiali. Questo modello, fabbricato negli Stati Uniti, non può essere stato venduto in Iran dopo la rivoluzione del 1979, riferisce la Bbc. E dopo le sanzioni del 2008, i pezzi di ricambio di questi aerei sono diventati troppo costosi e quindi meno sostituiti, ha spiegato un funzionario di Teheran a Le Figaro. Al momento, del tutto in secondo piano, sebbene non esclusa del tutto, resta la possibilità di un’azione ostile. A questo proposito però Israele – a cui tutti guardano con interesse anche a seguito dei trascorsi più recenti tra le due parti – ha fatto sapere, seppure non ufficialmente e tramite un funzionario anonimo, di non essere coinvolto in alcun modo nell’incidente.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che stamattina ha partecipato a una riunione convocata a Palazzo Chigi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, da questo punto di vista ha voluto “rassicurare tutti”. “I messaggi che arrivano da Teheran sono tranquillizzanti, tutto lascia pensare che si sia trattato di un incidente causato dal maltempo o di un incidente causato da un guasto all’elicottero. Noi abbiamo espresso le nostre condoglianze al popolo iraniano”, ha detto. “Ci auguriamo che la nuova classe dirigente che guiderà l’Iran possa lavorare per la pace, per la stabilità dell’intera area del Medio Oriente e che ci possa essere pace e dialogo”, ha aggiunto Tajani.

A poche ore dal ritrovamento del relitto, andato completamente a fuoco dopo lo schianto nei pressi del villaggio di Uzi, nelle foreste di Asbaran, Raisi è stato omaggiato in patria e all’estero, da paesi vicini e alleati dell’Iran. Khamenei ha pubblicato un omaggio al presidente dopo la sua morte in un post su X: il leader supremo ha pubblicato una foto sua e di Raisi con un breve messaggio che fa riferimento all’Imam Reza, ottavo imam dell’Islam sciita e figura venerata in Iran. Tra i leader internazionali, messaggi di cordoglio sono arrivati dal primo ministro indiano Narendra Modi, dal suo omologo iracheno Mohammed Shia Al Sudani e dal capo del goverbo pachistano Shehbaz Sharif. Ma anche dai presidenti di Turchia e Cina, Recep Tayyip Erdogan e Xi Jinping.

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro si è detto “scioccato dalla terribile notizia” di “dover dire addio a un persona esemplare, un leader mondiale eccezionale… protettore della sovranità del suo popolo”. Il presidente del Consiglio dell’Unione europea, Charles Michel, ha espresso le sue “sincere condoglianze”, mentre il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha sottolineato il ruolo avuto da Raisi e Amirabdollahian per la cooperazione tra Mosca e Teheran. “Erano conosciuti in Russia come veri e affidabili amici del nostro Paese, il loro ruolo nel rafforzare la cooperazione reciprocamente vantaggiosa e un partenariato basato sulla fiducia tra Russia e Iran è inestimabile”, ha affermato Lavrov.

Messaggi di cordoglio sono arrivati anche dal movimento estremista palestinese Hamas e dai gruppi Houthi dello Yemen ed Hezbollah del Libano. Hamas ha espresso il proprio dolore al leader supremo iraniano Ali Khamenei, al governo e al popolo iraniano “per l’enorme perdita” e ha sottolineato che Raisi ha sempre sostenuto la causa palestinese e si è opposto a Israele. Il gruppo ha anche condiviso la fiducia che le “istituzioni profonde” dell’Iran supereranno le “conseguenze della pesante perdita”.

“Le nostre più sentite condoglianze vanno al popolo iraniano e alla leadership iraniana”, ha detto da parte sua l’alto funzionario del movimento Houthi nello Yemen, Mohamed Ali Al-Houthi. “Il popolo iraniano continuerà ad avere leader fedeli al proprio popolo. Il presidente del governo guidato dagli Houthi dello Yemen, Mahdi Al-Mashat, ha inviato un messaggio di cordoglio e condoglianze” all’Iran dopo la morte di Raisi, ha aggiunto.

Il movimento sciita libanese Hezbollah ha paragonato Raisi a un “fratello maggiore”. “Hezbollah in Libano esprime le sue più sentite condoglianze e sentimenti di simpatia per la perdita”, si legge in una dichiarazione del gruppo. “Conosciamo da vicino Sua Eminenza il presidente martire da molto tempo. Per noi è stato un fratello maggiore, un forte sostenitore e un convinto difensore dei nostri problemi e di quelli della nazione, in particolare Gerusalemme e la Palestina, e un protettore dei movimenti di resistenza”.

Di “colpo strategico monumentale e irreparabile” per il regime di Teheran ha parlato infine l’opposizione iraniana in esilio, rappresentata dalla presidente del Consiglio nazionale della resistenza iraniana (CNRI), Maryam Rajavi. “Innescherà una serie di ripercussioni e crisi all’interno della tirannia teocratica”, ha precisato Rajavi, auspicando che l’evento “inciti i giovani ribelli ad agire”. (di Corrado Accaputo).