Tajani: impossibile una Nato senza gli Stati UnitiRoma, 21 mar. (askanews) – “È impossibile” avere una Nato senza gli Stati Uniti. “La Nato è l’alleanza tra Stati Uniti e Europa, quindi mi pare che sia impensabile una Nato senza Stati Uniti”, ha detto oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un punto stampa in occasione della presentazione del Piano d’azione per l’expo italiano nei mercati extra Ue ad alto potenziale.
“La Nato è l’alleanza tra Stati Uniti e Europa, quindi mi pare che sia impossibile una Nato senza Stati Uniti”, ha ribadito Tajani.
Zelensky: raffica di attacchi con droni dalla RussiaRoma, 21 mar. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato oggi un’ondata di attacchi con droni e bombe guidate da parte russa su molte regioni dell’Ucraina e ha chiesto un’azione di massima pressione sulla Russia per impedirle di prolungare la guerra.
“A partire dalla serata, la Russia ha attaccato diverse regioni dell’Ucraina con oltre duecento droni d’attacco e droni esca. Sono state impiegate anche bombe aeree guidate. Le regioni di Odessa, Zaporizhzhia, Sumy, Kiev, Khmelnytskyi e Chernihiv sono state messe sotto tiro”, ha scritto su X Zelensky. “In seguito ai massicci raid sulla regione di Odessa, si sono sviluppati incendi in un centro commerciale e in diversi negozi, e un edificio residenziale è stato danneggiato. Tre bambini sono rimasti feriti. Nella regione di Zaporizhzhia sei persone – tra cui un bambino di quattro anni – sono state ferite dalle bombe aeree russe; sono state danneggiate abitazioni private e veicoli. In tutte le regioni colpite sono in corso operazioni di soccorso per assistere le vittime, con i servizi di emergenza già sul posto al lavoro”, ha continuato il leader ucraino.
“Solo un’azione congiunta di pressione sulla Russia – attraverso sanzioni più severe e un rafforzamento del sostegno alla difesa dell’Ucraina – può porre fine a questo terrorismo e impedire a Mosca di prolungare la guerra. Ci aspettiamo un’effettiva pressione da parte degli Stati uniti, dell’Europa e di tutti i nostri partner: è questa la condizione perché la diplomazia possa funzionare”, ha detto ancora Zelensky. “Ringrazio – ha concluso – tutti i nostri partner che comprendono l’importanza di questo impegno e continuano a sostenere l’Ucraina, ogni uomo e ogni donna delle nostre Forze di Difesa per la costante protezione del nostro popolo, e tutti coloro che difendono e salvano gli ucraini da questo terrore”.
Israele, migliaia di manifestanti in piazza chiedono cessate il fuoco a Gaza: guerra per ragioni politicheRoma, 20 mar. (askanews) – Migliaia di israeliani sono scesi oggi in piazza per chiedere un nuovo cessate il fuoco a Gaza e per protestare contro quello che ritengono un attacco alla democrazia da parte della coalizione di governo di destra guidata da Benjamin Netanyahu. Lo hanno riferito i media israeliani.
Molti si sono riuniti nelle vicinanze della residenza di Netanyahu, nonostante la fitta pioggia. Il leader democratico d’opposizione Yair Golan – che è stato spinto a terra dalla polizia durante una precedente manifestazione – ha dichiarato nel suo discorso che Israele sarà o una democrazia liberale oppure cesserà di esserlo. Il fattore scatenante immediato dell’indignazione è stato il tentativo di Netanyahu di licenziare Ronen Bar, il capo dell’agenzia per la sicurezza interna Shin Bet, e la decisione del primo ministro di interrompere un cessate il fuoco durato due mesi a Gaza, ricorrendo a ondate di attacchi aerei letali.
I manifestanti accusano il governo di proseguire la guerra per ragioni politiche e di ignorare la situazione dei 59 ostaggi – di cui si ritiene che circa 24 siano ancora vivi – tenuti da Hamas nel territorio palestinese devastato. “Questo governo ha avviato un’altra guerra, ancora una volta, per proteggersi, per distogliere l’attenzione dai problemi che turbano il popolo in Israele. Il governo ha perso ogni legittimità a tutti i livelli possibili”, ha dichiarato Eitan Herzel, capo del movimento di protesta Brothers in Arms, secondo il Guardian Ieri, migliaia di persone avevano invaso le strade nei pressi della residenza ufficiale di Netanyahu nel centro di Gerusalemme. Molti portavano bandiere israeliane e cartelli con slogan a sostegno degli ostaggi ancora detenuti a Gaza. Altri battevano i tamburi e intonavano cori come “accordo per gli ostaggi ora”.
”Donne e diplomazia”, organizzato Rappresentanza italiana Onu-rpt—Ripetizione con testo corretto— Roma, 20 mar. (askanews) – In occasione 70mo anniversario ammissione Italia alle Nazioni unite e della 69ma Commissione sullo Status delle Donne (CSW69 – in corso a New York fino al 21 marzo), la Rappresentanza Permanente d’Italia a New York ha promosso in collaborazione con il gruppo delle donne Ambasciatrici all’Onu l’evento “Donne in Diplomazia, tra sfide globali e opportunità”.
I lavori, aperti dall’Ambasciatore Massari, sono stati moderati dalla Rappresentante Permanente di Danimarca all’Onu, Ambasciatrice Christina Markus-Lassen (attuale Presidente del Consiglio di Sicurezza Onu) e hanno visto protagoniste tre Ambasciatrici alle Nazioni unite, rispettivamente del Qatar, El Salvador e dell’Albania. Il dibattito ha toccato temi quali le barriere, storiche e attuali, che hanno impedito o che ancora oggi limitano l’ingresso delle donne in diplomazia e la loro partecipazione ai processi di mediazione e di pace, e ha confrontato diverse proposte sulle politiche da promuovere per rimuovere tali barriere. “73 Paesi del mondo non hanno mai nominato un’Ambasciatrice donna alle Nazioni Unite, e quelle attualmente in servizio a New York rappresentano solo il 25% del totale. Il bilanciamento di genere nella diplomazia non e’ solo un imperativo morale, ma un fattore per una governance efficace a livello nazionale e internazionale. Difficile anche parlare di multilateralismo efficace senza un pieno coinvolgimento delle donne nei processi di formazione delle decisioni e nella loro implementazione”, ha commentato l’Ambasciatore Massari.
Nei loro 80 anni di vita, le Nazioni Unite non sono mai state guidate da una donna, mentre l’Assemblea Generale dell’Onu e’ stata storicamente guidata solo da quattro donne. In Italia le donne hanno potuto accedere alla carriera diplomatica solo dal 1967.
La Casa Bianca: Trump “sostiene pienamente Israele” e gli attacchi a GazaRoma, 20 mar. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, “sostiene pienamente” Israele, il suo esercito e le azioni intraprese a Gaza negli ultimi giorni. L’ha affermato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, secondo Haaretz.
“Il presidente ha reso molto chiaro ad Hamas che se non avessero rilasciato tutti gli ostaggi, ci sarebbero state conseguenze gravi. E purtroppo, Hamas ha scelto di giocare con i media a spese di vite umane”, ha affermato. “Non dimentichiamo – ha aggiunto – che questa situazione è interamente colpa di Hamas, che ha lanciato quell’attacco brutale contro Israele il 7 ottobre, e il presidente ha chiarito il suo intento di far tornare a casa tutti quegli ostaggi”.
Il Consiglio Ue “deplora la rottura del cessate il fuoco a Gaza”Bruxelles, 20 mar. (askanews) – Il Consiglio europeo “deplora la rottura del cessate il fuoco a Gaza, che ha causato un gran numero di vittime civili nei recenti attacchi aerei” e “deplora il rifiuto di Hamas di consegnare gli ostaggi rimasti”. E’ quanto si legge nelle conclusioni sul Medio Oriente adottate dai leader.
“Il Consiglio europeo – si legge ancora – chiede un immediato ritorno alla piena attuazione dell’accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi. Sottolinea la necessità di progredire verso la sua seconda fase, in vista della sua piena attuazione che porti al rilascio di tutti gli ostaggi e alla fine definitiva delle ostilità. Il Consiglio europeo ricorda l’importanza di un accesso senza ostacoli e di una distribuzione sostenuta di assistenza umanitaria su larga scala all’interno e in tutta Gaza. Tale accesso e distribuzione, nonché la fornitura di elettricità a Gaza, anche per gli impianti di desalinizzazione dell’acqua, devono essere ripresi immediatamente”.
Donne in diplomazia, dibattito organizzato Rappresentanza italiana OnuRoma, 20 mar. (askanews) – e della 69ma Commissione sullo Status delle Donne (CSW69 – in corso a New York fino al 21 marzo), la Rappresentanza Permanente d’Italia a New York ha promosso in collaborazione con il gruppo delle donne Ambasciatrici all’Onu l’evento “Donne in Diplomazia, tra sfide globali e opportunità”.
I lavori, aperti dall’Ambasciatore Massari, sono stati moderati dalla Rappresentante Permanente di Danimarca all’Onu, Ambasciatrice Christina Markus-Lassen (attuale Presidente del Consiglio di Sicurezza Onu) e hanno visto protagoniste tre Ambasciatrici alle Nazioni unite, rispettivamente del Qatar, El Salvador e dell’Albania. Il dibattito ha toccato temi quali le barriere, storiche e attuali, che hanno impedito o che ancora oggi limitano l’ingresso delle donne in diplomazia e la loro partecipazione ai processi di mediazione e di pace, e ha confrontato diverse proposte sulle politiche da promuovere per rimuovere tali barriere. “73 Paesi del mondo non hanno mai nominato un’Ambasciatrice donna alle Nazioni Unite, e quelle attualmente in servizio a New York rappresentano solo il 25% del totale. Il bilanciamento di genere nella diplomazia non e’ solo un imperativo morale, ma un fattore per una governance efficace a livello nazionale e internazionale. Difficile anche parlare di multilateralismo efficace senza un pieno coinvolgimento delle donne nei processi di formazione delle decisioni e nella loro implementazione”, ha commentato l’Ambasciatore Massari.
Nei loro 80 anni di vita, le Nazioni Unite non sono mai state guidate da una donna, mentre l’Assemblea Generale dell’Onu e’ stata storicamente guidata solo da quattro donne. In Italia le donne hanno potuto accedere alla carriera diplomatica solo dal 1967.
Zelensky spiega di cosa ha parlato con Trump riguardo alla centrale nucleare di ZaporizhzhiaRoma, 20 mar. (askanews) – Non vi è stata alcuna discussione con la Casa Bianca in merito alla proprietà della centrale nucleare di Zaporizhzhia o di altre risorse energetiche: lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in visita ad Oslo dove ha incontrato il premier norvegese Jonas Gahr Stoere.
“Tutti gli impianti per l’energia nucleare appartengono al popolo ucraino”, sono di proprietà dello Stato e vengono pagati dall’Ucraina, anche se “temporaneamente occupati” dalle forze russe, ha sottolineato Zelensky. Il Presidente ucraino ha smentito poi la possibilità di un trasferimento di proprietà, spiegando di aver ripetutamente discusso con la Casa Bianca “il modo per trovare una soluzione alla situazione e riprendere la centrale dai russi”.
Sono state trattate anche le opzioni di coinvolgere gli Stati Uniti nella modernizzazione o nello sviluppo ulteriore del settore, ma non “la questione della proprietà”.
Ucraina, il Cremlino: prossimi negoziati Usa-Russia a Riad il 24 marzoRoma, 20 mar. (askanews) – I prossimi negoziati tra le delegazioni di Russia e Stati Uniti, concordati durante la conversazione telefonica tra Vladimir Putin e Donald Trump di martedì scorso, avranno luogo a Riad, in Arabia Saudita, il 24 marzo. Lo ha riferito un consigliere del Cremlino, citato dalle agenzie russe.
Grigory Karasin, capo del Comitato per gli Affari internazionali della Camera alta russa, e Sergey Beseda, consigliere del direttore del Servizio di sicurezza federale (FSB) Alexander Bortnikov, guideranno la delegazione di esperti russi ai colloqui sull’Ucraina con gli Stati Uniti, che avranno luogo a Riad, in Arabia Saudita, il 24 marzo prossimo, ha affermato oggi l’assistente del Cremlino Yury Ushakov, citato dalle agenzie russe. “Queste consultazioni” tra Russia e Stati Uniti a livello di esperti “si terranno lunedì 24 marzo a Riad. Da parte russa, saranno presenti il presidente del Comitato per gli affari internazionali del Consiglio della Federazione Grigory Karasin e il consigliere del direttore del Servizio di sicurezza federale Sergey Beseda”, ha detto Ushakov ai giornalisti.