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Marcello Vandelli a Bologna in Spazio 212: apre il critico Daniele Radini Tedeschi

Marcello Vandelli a Bologna in Spazio 212: apre il critico Daniele Radini TedeschiRoma, 3 feb. (askanews) – Marcello Vandelli torna a Bologna con una mostra dal titolo “Nuovo Immaginario” e presenta quaranta nuove opere che ripercorrono il suo percorso artistico, in un sintesi cromatica che si preannuncia non solo impegnativa ma anche molto emozionante. La mostra, informa una nota, sarà inserita nell’ambito di ART CITY Bologna 2024 in occasione di ARTEFIERA dal 27 gennaio al 18 febbraio. Annoverato dalla critica come uno dei maggiori esponenti della Pop Art Italiana, Marcello Vandelli da tempo sta lavorando per far conoscere i suoi lavori oltre confine. A Bologna, città che lui ama, Vandelli regala dipinti legati ad una visione della vita molto singolare ma che, tra gioie e delusioni, lo ha visto sempre assoluto protagonista. Il 3 febbraio sarà il critico e storico d’arte Daniele Radini Tedeschi ad intervenire presso lo Spazio 212 di via Galliera.


“E’ stato per me un sincero piacere accettare l’invito di Marcello Vandelli a presenziare l’inaugurazione della sua mostra bolognese. Sono tempi particolari per l’arte contemporanea italiana e credo sia giusto ripartire dal capoluogo felsineo per gettare le basi alla creazione di un nuovo fermento, come lo fu nel dopoguerra quando a Bologna transitavano personalità del calibro di Morandi, Arcangeli, Volpe, Emiliani, Mahon e molti altri ingegni tutti raccolti attorno alla riscoperta della grande pittura Emiliana. Guido Reni, i Carracci sino a Guercino erano simboli di un’epoca riscoperta. E ora sarebbe importante, con l’esposizione di Vandelli – pittore figlio del suo tempo – recuperare quel vibrante clima culturale, vivaio di talenti e ricerche originali” commenta Daniele Radini Tedeschi.

Hamas: la ritorsione Usa aggiunge “benzina sul fuoco” in Medio oriente

Hamas: la ritorsione Usa aggiunge “benzina sul fuoco” in Medio orienteRoma, 3 feb. (askanews) – Il movimento islamico palestinese Hamas ha condannato gli attacchi notturni americani in Siria e Iraq, affermando che gli Stati Uniti stanno “aggiungendo benzina sul fuoco” in Medio Oriente e sono “pienamente responsabili” delle possibili ripercussioni.


Gli Stati Uniti “sono responsabili delle conseguenze di questa brutale aggressione contro l’Iraq e la Siria, che aggiunge benzina sul fuoco”, ha affermato Hamas in una nota. “Confermiamo che la regione non troverà né stabilità né pace finché non cesseranno l’aggressione sionista, i crimini di genocidio e la pulizia etnica contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza”, ha proseguito la nota. Da metà ottobre, più di 165 attacchi di droni e razzi hanno preso di mira le forze americane schierate con la coalizione anti-jihadista in Iraq e Siria.Rivendicati per lo più da una nebulosa di combattenti di gruppi filo-iraniani che si autodefiniscono “Resistenza islamica in Iraq”, questi attacchi sono aumentati dopo l’inizio della guerra a Gaza il 7 ottobre tra Hamas e Israele.


L’Iran, che non riconosce l’esistenza di Israele, si considera insieme al potere in Siria, agli Hezbollah libanesi, al movimento palestinese Hamas, ai gruppi iracheni e ai ribelli Houthi yemeniti come parte dell’”asse della resistenza” contro Israele in Medio Oriente.

A Khan Younis 11 feriti nel quartier generale della Mezzaluna rossa

A Khan Younis 11 feriti nel quartier generale della Mezzaluna rossaRoma, 3 feb. (askanews) – Undici persone sono rimaste ferite nel quartier generale della Mezzaluna Rossa Palestinese a Khan Younis, a causa del lancio di fumogeni contro gli sfollati da parte delle forze israeliane. Lo ha denunciato l’organizzazione umanitaria.


In un altro post sull’account X della Mezzaluna rossa, l’organizzazione umanitaria ha chiesto aiuto per localizzare i suoi colleghi Yousef Zeino e Ahmed al Madhoun della squadra di ambulanze, che erano andati a salvare una bambina di sei anni, Hind, oltre quattro giorni fa.

Tajani: la Presidenza italiana del G7 affronterà un mondo pericoloso

Tajani: la Presidenza italiana del G7 affronterà un mondo pericolosoRoma, 3 feb. (askanews) – “La presidenza italiana del G7 affronterà un mondo pericoloso”. È il titolo di un editoriale scritto sul Daily Telegraph dal ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, in cui il vide presidente del Consiglio invita a “non lasciare indietro nessuno”.


“Viviamo in un’epoca di sfide straordinarie. Nuovi conflitti e minacce globali mettono in pericolo l’ordine internazionale basato su regole. La comunità internazionale ha il dovere di cooperare alla ricerca di soluzioni”, ha scritto in apertura il capo della diplomazia italiana, “È più importante che mai rafforzare il ruolo del G7 per sostenere il rispetto della Carta delle Nazioni Unite, contrastare gli attori malintenzionati e indirizzare la globalizzazione verso il bene comune”.“Dopo lo straordinario impegno della presidenza giapponese nel 2023 per promuovere la pace internazionale, la prosperità e lo sviluppo sostenibile”, ha aggiunto Tajani, “l’Italia, in qualità di presidente del gruppo per il 2024, nonché membro fondatore dell’Unione Europea e settimo maggior contributore al bilancio regolare delle Nazioni Unite e i bilanci per il mantenimento della pace, migliorerà ulteriormente questa preziosa piattaforma per garantire risposte coese e sostenibili alle sfide del nostro tempo”. “La situazione in Ucraina, Medio Oriente e Mediterraneo sarà una delle priorità della presidenza italiana del G7”, ha annunciato il ministro degli Esteri, “Il brutale attacco della Federazione Russa all’Ucraina rappresenta una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale. L’Europa è in prima linea, perché la Russia vorrebbe dividerla e renderla impotente. Tuttavia, il mondo intero è colpito da questa palese violazione del diritto internazionale e della Carta dell’Onu. Il G7 riaffermerà il suo fermo sostegno a Kiev, in termini politici, di sicurezza e finanziari. Ci concentreremo sulla ricostruzione, aprendo la strada alla conferenza per la ripresa dell’Ucraina che l’Italia ospiterà nel 2025”.


“Il terribile attacco terroristico commesso da Hamas contro Israele ha generato spirali di violenza, di cui i civili hanno pagato il prezzo più alto”, ha sottolineato il titolare della Farnesina, “Il G7 continuerà a lavorare con i partner internazionali per garantire la stabilità in Medio Oriente e creare le condizioni per una pace duratura e sostenibile basata sulla soluzione dei due stati”.“La regione del Mediterraneo è direttamente colpita da entrambe le crisi: durante la presidenza italiana, il G7 si impegnerà a promuovere la stabilità e a rafforzare la cooperazione nella regione”, ha assicurato Tajani, “La presidenza italiana si concentrerà sulle sfide globali più urgenti, vale a dire il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e la sicurezza alimentare, ma anche la migrazione irregolare, riconoscendo il nesso tra sviluppo e migrazione, soprattutto in Africa”. “Il continente africano presenta sfide e opportunità globali cruciali. Dobbiamo imprimere nuovo slancio al perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. È necessario un rinnovato partenariato con l’Africa, che promuova la cooperazione per la crescita verde, la sicurezza energetica e lo sviluppo sostenibile”, ha indicato il ministro degli Esteri italiano, “L’Italia ha lanciato il “piano Mattei” come piattaforma per iniziative che promuovano il partenariato con i paesi africani. L’Italia intende destinare una quota significativa del Fondo italiano per il clima – la cui dotazione complessiva è di 4 miliardi di euro – al continente africano”.


“Il “processo di Roma” affronterà le cause profonde dei flussi migratori, lavorando insieme per fermare la tratta di esseri umani e proteggere la dignità umana”, ha indicato il capo della diplomazia italiana, “Anche l’intelligenza artificiale sarà tra le priorità della presidenza italiana. Siamo di fronte a una “nuova rivoluzione industriale” che può offrire enormi opportunità e contribuire alla sicurezza e al benessere del pianeta, se adeguatamente gestita”.Tuttavia, “non possiamo ignorare i rischi della transizione digitale. Senza una regolamentazione adeguata, potrebbe mettere a repentaglio la stabilità dei sistemi democratici e della società stessa, attraverso minacce informatiche, disinformazione e perturbazioni economiche. Dobbiamo sviluppare strumenti per un uso responsabile ed etico dell’IA (intelligenza artificiale) e definire standard in linea con i nostri valori condivisi, basati sul principio di “algor-etica”, ha concluso Tajani, “Nel 2024, i partner del G7 hanno l’opportunità di contribuire in modo significativo al rafforzamento dei valori sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite – pace e sicurezza internazionali, diritti umani e sviluppo sostenibile, senza lasciare indietro nessuno. Rimangono un faro di speranza per il futuro e un’ispirazione per la nostra azione collettiva”.


 

A Parigi tre feriti in un attacco a Gare de Lyon: arrestato un maliano

A Parigi tre feriti in un attacco a Gare de Lyon: arrestato un malianoRoma, 3 feb. (askanews) – Sono stati momenti di panico e apprensione quelli vissuti stamattina alla stazione ferroviaria Gare de Lyon di Parigi, dove un uomo armato di coltello e martello ha aggredito alcune persone e provocato tre feriti, uno dei quali in condizioni gravi.


Il presunto responsabile, Kassogue S., un maliano di 32 anni in situazione regolare, proveniva dall’Italia. L’uomo si trovava “come regolare in Italia dal 2016, con un titolo rilasciato nel 2019 assolutamente valido” secondo i documenti in suo possesso, ha precisato il prefetto della polizia di Parigi. A quanto sembra aveva anche una patente di guida italiana. Secondo il racconto di un agente di polizia presente alla stazione Gare de Lyon, raccolto da Le Figaro, intorno alle 7.35, nella sala 3, ha dato fuoco al suo zainetto su una scala mobile, prima di tentare di aggredire una donna che in quel momento si stava allontanando da lui.


Poi avrebbe tirato fuori un coltello dai pantaloni, e avrebbe colpito all’addome un anziano intervenuto, per poi colpirlo alla testa con un martello. Questa persona ha riportato ferite gravi: in sala operatoria, è giudicato in pericolo di vita. Un’altra persona ha poi spinto a terra l’aggressore, in seguito altre tre persone sono intervenute per neutralizzarlo, tra cui un agente della stazione. Due di queste persone sono rimaste leggermente ferite, una al polso e alla mascella.


La Suge (brigata ferroviaria) e altri agenti di polizia sono poi prontamente intervenuti per arrestare l’aggressore, le cui azioni sono state riprese dalle telecamere di sicurezza della stazione. Kossogue S. è stato preso in custodia dalla polizia. A quanto trapelato, soffre di disturbi psichici ed è “sconosciuto alle forze dell’ordine in Francia e in Italia”.

Tre feriti in un attacco con il coltello a Parigi, arrestato l’aggressore

Tre feriti in un attacco con il coltello a Parigi, arrestato l’aggressoreRoma, 3 feb. (askanews) – Tre persone sono state ferite questa mattina nella stazione della metropolitana di Gare de Lyon, a Parigi, in un’aggressione con un coltello. Il responsabile è stato bloccato dagli agenti nella sala 3 della stazione e, riporta Le Figaro, avrebbe mostrato loro un documento italiano.


Due di loro sono in condizioni meno urgenti, mentre il terzo è stato gravemente ferito, ma si ignora se sia in pericolo di vita. Secondo una fonte della polizia, l’incidente è avvenuto intorno alle 8 di questa mattina. Il sospetto autore, che è stato arrestato, non ha gridato durante l’aggressione. Le sue motivazioni restano al momento sconosciute. Dopo l’arresto ha presentato alla polizia una patente di guida italiana.


“La polizia e i servizi di emergenza stanno attualmente lavorando nelle sale 1 e 3, rendendole temporaneamente inaccessibili”, ha dichiarato la Sncf su X, “Il traffico è stato rallentato tra Parigi Gare de Lyon e Montargis e tra Parigi Gare de Lyon e Montereau”, ha inoltre annunciato. Il presunto autore dell’aggressione alla stazione della metro Gare de Lyon, a Parigi, era di origine africana e “sicuramente di nazionalità maliana”, anche se dopo essere stato arrestato ha presentato una patente di guida italiana. L’uomo avrebbe aggredito le tre vittime, restando in silenzio tutto il tempo, e poi avrebbe dato fuoco al suo zaino prima di essere arrestato dalla squadra Rete ferroviaria della polizia. A quanto trapela, è affetto da disturbi psichiatrici e ha 32 anni. Su Twitter, il ministro degli Interni Gerald Darmanin si è congratulato con le persone che hanno sopraffatto l’aggressore alla Gare de Lyon.

Borrell invita tutte le parti ad evitare un’ulteriore escalation in Medio Oriente

Borrell invita tutte le parti ad evitare un’ulteriore escalation in Medio OrienteRoma, 3 feb. (askanews) – Il capo della politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha invitato tutte le parti a evitare un’ulteriore escalation in Medio Oriente dopo gli attacchi degli Stati Uniti ai gruppi legati all’Iran in Siria e in Iraq. Lo riporta l’agenzia di stampa France Presse.


“Tutti dovrebbero cercare di evitare che la situazione diventi esplosiva”, ha dichiarato Borrell durante una riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue a Bruxelles. Borrell non ha parlato direttamente degli attacchi statunitensi, ma ha ripetuto l’avvertimento che il Medio Oriente “è una caldaia che può esplodere”. Ha citato la guerra a Gaza, la violenza lungo il confine libanese, i bombardamenti in Iraq e Siria e gli attacchi alla navigazione nel Mar Rosso. “Per questo chiediamo a tutti di cercare di evitare un’escalation”, ha detto Borrell. L’Unione Europea intende lanciare una missione navale nel Mar Rosso a fine mese per aiutare a proteggere le navi internazionali dagli attacchi degli Houthi dello Yemen. Borrell ha dichiarato che la missione sarà “difensiva” e non condurrà alcun attacco a terra contro i ribelli yemeniti.

Raid degli americani contro obiettivi iraniani in Iraq e Siria

Raid degli americani contro obiettivi iraniani in Iraq e SiriaRoma, 3 feb. (askanews) – Gli Stati Uniti hanno effettuato attacchi contro forze d’elite iraniane e gruppi filo-iraniani in Iraq e Siria, come rappresaglia per l’attacco con un drone in Giordania che domenica ha ucciso tre militari americani.


La Casa Bianca ha dichiarato che gli aerei da guerra statunitensi hanno colpito un totale di 85 obiettivi in sette diverse località – tre in Iraq e quattro in Siria – e che l’operazione ha avuto “successo”. Le forze armate americane hanno preso di mira il Corpo dei Guardiani della rivoluzione islamica, l’esercito ideologico del regime di Teheran, la sua Forza Quds e gruppi armati filo-iraniani. Il Centcom (il comando militare statunitense per il Medio Oriente) ha dichiarato che gli 85 siti comprendevano centri di comando e di intelligence, oltre a strutture di stoccaggio di droni e missili appartenenti a milizie e forze iraniane “che hanno permesso gli attacchi contro le forze statunitensi e della coalizione”.


Almeno 18 combattenti filo-iraniani sono stati uccisi in questi attacchi nella Siria orientale, secondo l’Osdh (Osservatorio siriano per i diritti umani). Baghdad ha condannato gli attacchi come una “violazione della sovranità irachena”, mentre gli Stati Uniti hanno spiegato di aver “avvertito il governo iracheno prima degli attacchi”. Joe Biden non ha ordinato di colpire l’Iran, come chiedevano invece alcuni oppositori repubblicani. Né il leader democratico ha apparentemente preso di mira funzionari iraniani, come aveva fatto il suo predecessore Donald Trump nel gennaio 2020, quando aveva commissionato l’omicidio di Qassem Soleimani, l’ex “architetto” delle operazioni militari iraniane in Medio Oriente, in un attacco mirato a Baghdad. Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato ieri che “gli Stati Uniti non vogliono un conflitto in Medio Oriente o in qualsiasi altra parte del mondo”, e la Casa Bianca ha ripetuto dopo gli attacchi di non volere una “guerra” con l’Iran, con cui non intrattiene più relazioni diplomatiche dal 1980.


Biden, in campagna elettorale per un secondo mandato, si era impegnato a rispondere alla morte, avvenuta domenica, di tre militari statunitensi uccisi da un drone in Giordania, vicino al confine siriano, dove 350 soldati sono di stanza nell’ambito della lotta contro l’organizzazione dello Stato Islamico. I loro corpi sono stati rimpatriati proprio ieri. Gli Stati Uniti hanno puntato il dito contro i gruppi armati iracheni sostenuti dall’Iran. Secondo un funzionario, le forze statunitensi in Iraq e Siria hanno subito almeno 165 attacchi con droni o razzi da metà ottobre, ma domenica è stata la prima volta in cui dei soldati americani hanno perso la vita. Le tensioni regionali sono alle stelle dopo il sanguinoso attacco a Israele da parte di Hamas, organizzazione sostenuta dall’Iran, seguito dall’incessante bombardamento dello stato ebraico della Striscia di Gaza.


Attraverso la diplomazia e la presenza militare nella regione, gli Stati Uniti hanno cercato per quasi quattro mesi di evitare che il conflitto tra Israele e il movimento integralista islamico palestinese si estendesse al Libano e a un conflitto tra Israele e gli Hezbollah sostenuti dall’Iran. Dal 7 ottobre, tuttavia, Washington, con il sostegno di Londra, ha fatto ricorso ad azioni militari contro i ribelli Houthi filo-iraniani in Yemen, che hanno lanciato attacchi contro navi mercantili e militari nel Mar Rosso. Biden ha avvertito che la “risposta” degli Stati Uniti è “iniziata oggi” e che “continuerà nei tempi e nei luoghi” che Washington “stabilirà”. “Non vogliamo vedere un altro attacco alle posizioni americane o al personale militare nella regione”, ha avvertito il Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca. Molti esperti a Washington ritengono che l’Iran non rischierà un conflitto diretto con la prima potenza mondiale, ma che si sia rafforzato dopo la guerra a Gaza e il suo sostegno ad Hamas, raccogliendo più consensi nel mondo arabo.

Presidenziali anticipate in Azerbaigian 7 febbraio. Aliyev verso quinto mandato e “una nuova era”

Presidenziali anticipate in Azerbaigian 7 febbraio. Aliyev verso quinto mandato e “una nuova era”Roma, 3 feb. (askanews) – Il 7 febbraio, con oltre 85mila osservatori, 790 dei quali provenienti dall’estero (80 dell’Osce), si apriranno i seggi delle elezioni presidenziali anticipate dell’Azerbaigian, convocate dal presidente in carica Ilham Aliyev che punta al suo quinto mandato, obiettivo che sembra abbastanza scontato nonostante i sei rivali che gli contendono il posto.


Il voto della prossima settimana “segna la fine di un’era” e l’inizio di una nuova, secondo il capo di stato uscente e si presenta nel segno del numero 7 (convocate il 7 dicembre 2023, per il 7 febbraio 2024, per altri sette anni di mandato e con sette candidati), saranno infatti le prime a svolgersi dopo quella che Aliyev ha definito “il pieno ripristino della sovranità” territoriale del Paese, dopo la riconquista dei territori contesi del Nagorno Karabakh a settembre 2023. E mentre i dibattiti politici si consumano con poco interesse da parte della maggioranza dell’elettorato e senza la mancanza di una vera proposta alternativa ad Aliyev, che viene elogiato anche dagli altri candidati per i risultati raggiunti, in particolare per la riconquista del Karabakh, i due principali partiti d’opposizione, fuori dal Parlamento e dalla vita politica ufficiale del Paese perché da tempo boicottano le elezioni, non hanno presentato alcun candidato. Il Fronte popolare dell’Azerbaigian ha chiesto di non andare a votare alle presidenziali, definite una farsa, mentre il Musavat ha contestato la mancanza di elezioni libere e l’arresto di giornalisti e attivisti politici.


L’elezione del presidente dell’Azerbaigian avviene in forma diretta: 6 milioni 320.500 aventi diritto saranno chiamati al voto in 6.319 seggi a cui si aggiungono 49 seggi all’estero in 37 Paesi. La Commissione elettorale centrale ha annunciato che le urne si apriranno alle 8:00 di mercoledì prossimo per chiudere alle 19:00 (rispettivamente le 5:00 e le 16:00 in Italia). Oltre ad Aliyev, dato per assoluto favorito al primo turno per un quinto mandato di sette anni, hanno presentato la loro candidatura in 16 ma soltanto sei sono state approvate dalla Cec.


“A settembre abbiamo chiuso un’era, con un evento epocale. Credo che non ci sia stata una vittoria simile nei cento anni di storia dell’Azerbaigian – ha dichiarato Aliyev in un’intervista rilasciata dopo l’annuncio delle elezioni anticipate e della sua candidatura – Le elezioni presidenziali dovrebbero sancire l’inizio di questa nuova era”. L’autoproclamata repubblica separatista del Nagorno Karabakh ha annunciato il 28 settembre 2023 la sua dissoluzione a partire dal 1 gennaio 2024, dopo l’offensiva armata dell’Azerbaigian, tappa fondamentale della travagliata storia dell’area su cui ancora, però, non è stato firmato un accordo di pace definitivo, anche se le due parti parlano di progressi. La seconda ragione per la convocazione di un voto anticipato, ha spiegato il presidente azerbaigiano, è “che per la prima volta nella nostra vita di Paese indipendente, un’elezione si svolgerà in ogni angolo della nostra nazione” e “quindi ho pensato che le prime votazioni dovessero essere le più importanti, le presidenziali”. Infine, ha spiegato ancora Aliyev, “il mio ruolo da presidente ha superato i 20 anni” e quindi “un voto dopo 20 anni rappresenta la giustificazione di un tale periodo cronologico”.


Tra i “rivali” di Aliyev, candidato del Partito Nuovo Azerbaigian, non si annovera nessuna donna, come ha sottolineato la stessa Commissione elettorale centrale. I sei uomini che si sono presentati ma che non hanno chance di conquistare percentuali di riguardo nel voto del 7 febbraio, sono Fazil Mustafa, candidato dei liberali del Grande Ordine, Elsad Musayev, del partito Grande Azerbaigian, all’opposizione in Parlamento insieme al Fronte popolare, il cui presidente Gudrat Hasanguliyev ha deciso di candidarsi, il socialdemocratico del Fronte nazionale Razi Nurullaev e gli indipendenti Zahid Oruj e Fuad Aliyev. Al centro della campagna elettorale, che si chiuderà 24 ore prima dell’apertura dei seggi, la crescita economica del Paese, legata attualmente principalmente agli idrocarburi (il settore appresenta circa il 90% delle esportazioni del paese e il 30-50% del suo Pil), e il consolidamento dell’integrità territoriale con la ricostruzione dei territori liberati. La popolarità di Aliyev è aumentata vertiginosamente dopo il successo dell’operazione per riprendere il controllo del Nagorno Karabakh e circa il 75% della popolazione ha approvato la gestione del conflitto da parte di Aliyev, secondo i media azerbaigiani. Inoltre, la politica economica degli ultimi 20 anni, che ha puntato sia sugli idrocarburi sia sulla diversificazione, ha portato una ricchezza significativa e aumentato il tenore di vita della popolazione. Con un Pil a +3% e +2,6%, rispettivamente per il 2023 e 2024, l’Azerbaigian si presenta come un partner affidabile per l’Europa e per l’Italia e i rapporti con l’Occidente potranno spingere ulteriormente la crescita dell’economia. Il Memorandum of Understanding siglato con l’Unione Europea (che prevede di raddoppiare le esportazioni di gas dall’Azerbaigian verso l’Europa entro il 2027 e attraverso il Tap da 11 a 20 miliardi di metri cubi di gas all’anno), e la possibile azione riformatrice del governo a sostegno del settore non-oil, infatti, potrebbero essere un traino per l’ulteriore sviluppo del Paese caucasico. (di Daniela Mogavero)

Ghali svela il suo ritorno live il 29 ottobre al Forum di Assago

Ghali svela il suo ritorno live il 29 ottobre al Forum di AssagoMilano, 3 feb. (askanews) – In attesa di vederlo esibirsi sul palco del 74esimo Festival di Sanremo, in gara per la prima volta tra i big con il brano “Casa mia” (Warner Music Italy/Sto Records), Ghali svela oggi il suo grande ritorno live con un evento unico: un’imperdibile data in programma il 29 ottobre al Forum di Assago e prodotta da Vivo Concerti, con cui l’icona mondiale della musica italiana è pronta a conquistare per la seconda volta il palco di uno dei palasport più importanti d’Italia.


Dopo avere infiammato il Forum nel 2018, l’eclettico rapper di Baggio – inserito tra le 100 giovani personalità che stanno plasmando il futuro del mondo secondo il Time, con 50 dischi di Platino e 16 dischi d’oro nel palmarès – è pronto a portare tutto il suo mix di influenze musicali e a sparigliare ancora una volta i generi con un’esplosiva setlist dove confluiranno i brani che l’hanno proiettato nella stratosfera del pop, le hit che hanno dominato le classifiche italiane, passando per la trap più viscerale e pura del suo ultimo mixtape, Pizza Kebab Vol.1 per un incredibile ritorno a quella che è a tutti gli effetti casa sua. Biglietti disponibili online dalle ore 14.00 di venerdì 9 febbraio su www.vivoconcerti.com e dalle ore 10.00 di mercoledì 14 febbraio nei punti vendita autorizzati.