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Usa, studenti Columbia sfidano ultimatum, resta accampamento pro Palestina

Usa, studenti Columbia sfidano ultimatum, resta accampamento pro PalestinaRoma, 30 apr. (askanews) – La Columbia University, riferisce la Bbc, ha iniziato a sospendere gli studenti coinvolti in un accampamento filo-palestinese nel campus dopo questi non hanno rispettato l’ultimatum che li invitava a sgomberare.


I dirigenti universitari in precedenza avevano avvertito che coloro che non avessero lasciato la protesta, già in corso da due settimane entro le 14 ora locale di lunedì sarebbero stati sottoposti ad azioni disciplinari. Ma allo scadere del termine, decine di studenti si sono nuovamente radunati sul posto. Manifestazioni simili si sono verificate in tutti gli Stati Uniti da quando la polizia ha sgomberato un altro campo alla Columbia questo mese.


Mentre l’accampamento presso il college d’élite della Ivy League sembra destinato a estendersi alla terza settimana, la pressione sulla sua leadership affinché agisca o si faccia da parte sta aumentando. “Ciò che continua a succedere alla Columbia è una totale vergogna”, ha scritto su X, ex Twitter, il presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Mike Johnson. “Il campus è invaso da studenti e docenti antisemiti.”


“Ci devono essere delle conseguenze”, ha aggiunto il repubblicano della Louisiana, invitando il presidente dell’università Nemat Shafik a dimettersi. Lunedì scorso, un gruppo di democratici alla Camera ha esortato il consiglio di amministrazione della Columbia a dimettersi se non avesse “agito con decisione, sciolto l’accampamento e garantito la sicurezza e l’incolumità di tutti i suoi studenti”.


“Nell’ultima settimana, questo accampamento è stato terreno fertile per attacchi antisemiti contro gli studenti ebrei”, hanno scritto i 21 deputati. “Il tempo dei negoziati è finito; il momento dell’azione è adesso.” L’università di New York è diventata il punto focale del dibattito nazionale sulla guerra a Gaza e sul sostegno degli Stati Uniti a Israele, così come sui timori che l’antisemitismo stia mettendo in pericolo gli studenti ebrei. Il 18 aprile, la polizia ha fatto irruzione in un accampamento filo-palestinese nel centro del campus e ha arrestato più di 100 studenti. Ma gli attivisti hanno raddoppiato i loro sforzi, riorganizzandosi in un altro campo e spingendo la leadership universitaria a passare all’apprendimento ibrido. Durante il fine settimana, l’università ha smentito le voci di “un imminente blocco o sfratti nel campus” e ha detto agli studenti che non aveva intenzione di riportare nel campus la polizia “in questo momento”. Lunedì mattina, il dottor Shafik ha dichiarato in un comunicato che “da mercoledì, un piccolo gruppo di leader accademici ha avviato un dialogo costruttivo con gli organizzatori studenteschi per trovare un percorso che possa portare allo smantellamento dell’accampamento”. “Purtroppo non siamo riusciti a raggiungere un accordo”, ha detto. In una lettera inviata agli organizzatori del campo, il college avverte che “sarà necessario avviare procedure disciplinari a causa di una serie di violazioni delle politiche universitarie”. Agli studenti è stato detto che, se avessero lasciato volontariamente la protesta entro le 14:00 ora locale, avrebbero potuto completare i loro semestri. Coloro che non lo faranno non saranno in grado di terminare il trimestre e saranno temporaneamente esclusi dal campus, mentre coloro che dovrebbero laurearsi non saranno più idonei a farlo. Columbia Students for Justice in Palestine, uno dei principali gruppi coinvolti nell’accampamento, ha promesso di sfidare l’ordine in un post su X, ex Twitter, e ha invitato gli attivisti a “proteggere l’accampamento”. Mentre la scadenza del pomeriggio si avvicinava, l’accampamento – un gruppo di tende nel campus di Morningside – non è stato smantellato. I sostenitori degli studenti si sono riuniti e hanno marciato intorno al sito, alcuni suonando tamburi e cantando: “Rivoluzione!” Molti indossavano maschere per il viso, e hanno detto alla BBC che erano preoccupati di essere riconosciuti e di dover affrontare rappresaglie, anche se l’università ha scritto nella sua lettera di lunedì di aver già identificato diversi partecipanti. A proteggerli all’ingresso dell’accampamento c’era una catena umana di personale e docenti in giubbotti arancioni e gialli, che si tenevano a braccetto per impedire l’ingresso. Nel frattempo, la polizia è rimasta in attesa, apparentemente senza alcun ordine di effettuare arresti o tentare sfratti. In una conferenza stampa, il vicepresidente delle relazioni pubbliche dell’università ha confermato di aver iniziato a sospendere gli studenti, in parte per evitare qualsiasi interruzione delle prossime cerimonie di laurea. Mentre gli amministratori della Columbia sono alle prese con come rispondere, la protesta ha scatenato manifestazioni simili da parte degli studenti in tutto il paese.

Crosetto: l’Ucraina ha dimostrato che contano persone e numero di mezzi

Crosetto: l’Ucraina ha dimostrato che contano persone e numero di mezziRoma, 29 apr. (askanews) – “La guerra in Ucraina ha dimostrato che contano moltissimo le persone, ma conta moltissimo la tecnologia che hanno a disposizione le persone, conta il numero di mezzi che hanno a disposizione le persone. L’industria europea per anni non ha avuto l’importanza che ha oggi perchè noi pensavamo che la guerra non arrivasse più in Europa”. Lo ha sottolineato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, durante la conferenza stampa congiunta con l’omologo francee Sebastien Lecornu.


“Ce l’abbiamo alle porte, ce l’abbiamo nel Mar Rosso e distrugge i nostri porti o le nostre economie. E purtroppo non potremo tornare indietro a tre anni fa: il mondo è cambiato”, ha chiarito il ministro della Difesa, “Molti pensano che basti schioccare le dita e tutto possa tornare a due anni fa come se nulla fosse successo: purtroppo non sarà così. E noi dobbiamo prepararci a scenari che possono essere anche peggiori di questi”.

Cameron: la proposta sugli ostaggi prevede 40 giorni di tregua a Gaza

Cameron: la proposta sugli ostaggi prevede 40 giorni di tregua a GazaRoma, 29 apr. (askanews) – L’attuale proposta avanzata ad Hamas include un cessate-il-fuoco prolungato di 40 giorni e il rilascio di potenzialmente migliaia di prigionieri palestinesi in cambio del rilascio di ostaggi israeliani. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri britannico David Cameron. “Spero che Hamas accetti questo accordo e, francamente, tutta la pressione del mondo e tutti gli occhi del mondo dovrebbero essere puntati su (Hamas) dicendogli ‘Prendi quest’accordo”, ha aggiunto Cameron in una riunione speciale del World Economic Forum tenutasi a Riad, definendo la proposta “molto generosa”. Cameron ha anche affermato che la leadership di Hamas e i responsabili dell’attacco del 7 ottobre contro Israele devono lasciare Gaza per avere un orizzonte politico per una soluzione a due Stati.

Zuppi (Cei): ulteriore sofferenza senza il cessate il fuoco a Gaza

Zuppi (Cei): ulteriore sofferenza senza il cessate il fuoco a GazaGorizia, 29 apr. (askanews) – “Se non c’è il cessate il fuoco e l’appello non viene raccolto, è motivo di ulteriore sofferenza e il fuoco produce altro fuoco”. Così il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, oggi a Gorizia sui drammatici sviluppi della guerra in Medio Oriente. Parlando a margine di una lectio magistralis al Dipartimento di scienze diplomatiche, Zuppi ha fatto presente che “anche in tante altre parti del mondo non c’è pace”. “Alcune guerre ci preoccupano e riguardano ancora più direttamente. Ma dobbiamo pensare che ci riguardano tutte le guerre, anche quelle che sembrano più distanti e circoscritte. Sono sempre davvero dei pezzi della guerra mondiale. Ci preoccupano molto e dobbiamo davvero continuare a fare di tutto per arrivare alla pace. Ecco perché il Papa chiede il cessate il fuoco con tanta insistenza”. Parlando ai futuri diplomatici, il presidente della Cei ha insistito dicendo che bisogna “potenziare la diplomazia, credere nella diplomazia, che non è soltanto pasticcini e perdita di tempo, ma è ciò che può permettere l’identificazione degli strumenti tali da risolvere i conflitti che ci sono e ci saranno non con la logica del più forte o con quella delle armi, che è temibile, oltre che inaccettabile e non risolve mai i conflitti, ma li peggiora, ma con il diritto”. “C’è bisogno di tanta diplomazia e anche di diplomazia umanitaria: di quelli che si occupano di umanitario, che tendenzialmente dovrebbero essere tutti, perché non siamo isole, possano aiutare la diplomazia, cioè a intendersi, costruire ponti, imparare un linguaggio comune, a conoscersi”.

Blinken: Hamas accetti la proposta “molto generosa” di Israele

Blinken: Hamas accetti la proposta “molto generosa” di IsraeleNew York, 29 apr. (askanews) – Il segretario di Stato americano Antony Blinken intervenendo al World Economic Forum di Riad ha invitato Hamas ad accettare presto la proposta “molto generosa” presentata da Israele per un accordo sugli ostaggi che potrebbe portare a un cessate il fuoco a Gaza.


Blinken ha spiegato che porre fine alla guerra a Gaza e tracciare la strada per uno Stato palestinese è la “parte mancante” dello sforzo per raggiungere il mega accordo tra Israele e Arabia Saudita per la normalizzazione dei rapporti tra i due paesi. Il segretario di Stato ha spiegato che l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti concordano sulle linee generali della componente palestinese di un tale accordo, che si concentra su “un percorso credibile e irreversibile per uno Stato palestinese”, ma Israele non è ancora sullo stesso piano.


Una delegazione di Hamas deve discutere al Cairo i dettagli della proposta e fornire una risposta. “Speriamo che Hamas prenda la decisione giusta”, ha dichiarato Blinken. Israele minaccia di procedere con l’invasione di Rafah se Hamas respinge la proposta. Il segretario di stato ha ribadito che l’amministrazione Biden si oppone ancora a un’operazione delle forze di difesa israeliane a Rafah finché non esiste un piano credibile per proteggere i civili. “Non abbiamo ancora visto un piano del genere”, ha chiarito Blinken.

Caso Ariston, la Russia: l’Italia ha distrutto rapporti di mutuo beneficio

Caso Ariston, la Russia: l’Italia ha distrutto rapporti di mutuo beneficioRoma, 29 apr. (askanews) – L’ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Alexey Paramonov, convocato oggi alla Farnesina sulla vicenda dei Ariston Thermo Rus, “ha ricordato agli interlocutori che a Mosca è sempre stata data particolare importanza ai fruttuosi rapporti commerciali ed economici reciprocamente benefici con l’Italia” e ha sostenuto che “tutte le responsabilità delle conseguenze negative della distruzione spetta esclusivamente alle autorità italiane, che hanno sacrificato i veri interessi nazionali per partecipare a disperate e pericolose avventure geopolitiche antirusse”.


“Sono state fornite spiegazioni esaustive da parte russa sulla legalità e la giustificazione delle decisioni prese in merito al de jure della società olandese – scrive l’ambasciata russa a Roma su Facebook – È stato sottolineato che questi passi vengono compiuti nell’ambito del campo giuridico e vengono intrapresi in risposta a ostili e contrari al diritto internazionale degli Stati Uniti e dei suoi Stati stranieri affiliati finalizzati a privare illegalmente la Russia, i suoi legali e gli individui del diritto a proprietà situate nel territorio di quei paesi degli Stati”. “Non si può ignorare il tono sempre più aggressivo e irresponsabile, la retorica dei leader occidentali e delle loro associazioni, che non possono essere interpretate altrimenti come intenzione di creare ulteriori minacce alla sicurezza nazionale, economica, energetica e di altra natura della Federazione Russa” si legge nel commento pubblicato dopo il colloquio con il segretario generale Riccardo Guariglia. “L’ambasciatore russo – sostiene l’ambasciata – ha ricordato agli interlocutori che a Mosca è sempre stata data particolare importanza ai fruttuosi rapporti commerciali ed economici reciprocamente benefici con l’Italia”.

Il nuovo Patto stabilità è stato approvato definitivamente dal Consiglio Ue

Il nuovo Patto stabilità è stato approvato definitivamente dal Consiglio UeBruxelles, 29 apr. (askanews) – La riforma del Patto di Stabilità, che fissa le regole da rispettare per i bilanci pubblici degli Stati membri e i modi e tempi della “sorveglianza multilaterale” dei loro conti pubblici, è stato adottato formalmente, senza discussione, stamattina daláConsiglioáAgricoltura dell’Ue. Gli Stati membri hanno adottato i due regolamenti “gemelli” che modificano in profondità il Patto, uno sul “braccio preventivo” e l’altro sul “braccio correttivo”; il primo regolamento è stato adottato a maggioranza qualificata, con la sola astensione del Belgio, che esercita la presidenza semestrale di turno del Consiglio, e il secondo all’unanimità, che era necessaria per l’approvazione. Il regolamento sul “braccio preventivo” era stato approvato dalla plenaria del Parlamento europeo il 23 aprile scorso a Strasburgo, con 367 voti a favore, 161 contrari e 69 astensioni, comprese quelle degli eurodeputati appartenenti ai partiti della maggioranza di governo in Italia e di quelli del Pd. Sul “braccio correttivo”, il Parlamento europeo doveva essere solo consultato.

Spagna, Sanchez resta al governo: “Continuerò con più forza di prima”

Spagna, Sanchez resta al governo: “Continuerò con più forza di prima”Roma, 29 apr. (askanews) – “Ho deciso di continuare, se possibile, con ancora più forza”, ha dichiarato il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez sciogliendo la riserva sul suo futuro dopo cinque giorni di silenzio per riflettere dopo che un tribunale aveva accolto una denuncia contro sua moglie per un possibile caso di traffico di influenza spaccio.


Sánchez si è presentato alle ore 11 al Palazzo della Moncloa per una dichiarazione istituzionale, con la quale ha comunicato a tutti gli spagnoli la sua decisione di “continuare a guidare la Presidenza del governo spagnolo, se possibile, con ancora più forza”, ha dichiarato in diretta sottolineando che “si tratta di decidere che tipo di società vogliamo essere. Il nostro Paese ha bisogno di questa riflessione”, perché “abbiamo lasciato che il fango contaminasse la nostra vita pubblica per troppo tempo”. “Io e mia moglie sappiamo che questa campagna diffamatoria non si fermerà, ne soffriamo da 10 anni… Possiamo gestirla”, ha aggiunto spiegando che quello che ha deciso di fare è un “passo che faccio per un motivo personale ma in cui tutti si possono rivedere”, “non è una questione ideologica, ma di rispetto, di dignità che vanno al di là delle opinioni politiche”.


Il premier spagnolo ha ringraziato il sostegno della popolazione e del suo partito, il Psoe: “Grazie a questa mobilitazione, ho deciso di continuare a guidare la presidenza”. “Mostriamo al mondo come si difende la democrazia”, ha concluso.


(con fonte Servimedia)

Tajani oggi a Riad incontra Blinken e i ministri arabi ed europei

Tajani oggi a Riad incontra Blinken e i ministri arabi ed europeiRoma, 29 apr. (askanews) – Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, questo pomeriggio sarà a Riad, in Arabia Saudita, per una serie di incontri e riunioni sulla guerra a Gaza e in generale sulla crisi in Medio Oriente. A Riad ci sarà anche il segretario di Stato americano Antony Blinken, che poi proseguirà con un nuovo viaggio nella regione per scongiurare la possibilità di una nuova escalation militare nello scontro fra Israele e Hamas, si riferisce in una nota. Tajani condividerà con i ministri arabi ed europei i risultati della riunione G7 di Capri e avrà con i colleghi europei diversi momenti di confronto, così come con gli altri colleghi della regione, tra cui i ministri di Qatar, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Giordania. “L’emergenza” a Gaza “è insostenibile, va affrontata immediatamente”, ha precisato Tajani.

Il presidente cinese Xi Jinping andrà in Francia il 6 e 7 maggio

Il presidente cinese Xi Jinping andrà in Francia il 6 e 7 maggioRoma, 29 apr. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping è atteso in visita di Stato in Francia il 6 e 7 maggio, per discutere in particolare della guerra in Ucraina con Emmanuel Macron, che lo porterà anche negli Alti Pirenei per una tappa più personale della sua missione: lo ha annunciato oggi l’Eliseo.


“Questa visita avviene in occasione dei 60 anni di relazioni diplomatiche tra i due paesi e segue la visita del presidente della Repubblica a Pechino e Canton nell’aprile 2023”, ha reso noto la presidenza francese, a pochi giorni dall’inizio del primo tour europeo del presidente cinese in Europa dopo la pandemia di Covid-19. “Le discussioni si concentreranno sulle crisi internazionali, in primo luogo la guerra in Ucraina e la situazione in Medio Oriente, su questioni commerciali, cooperazione scientifica, culturale e sportiva, nonché sulle nostre azioni comuni di fronte alle questioni globali, in particolare l’emergenza climatica, la protezione della biodiversità e la situazione finanziaria dei paesi più vulnerabili”, ha dettagliato l’Eliseo in una nota. Un anno fa in Cina, Emmanuel Macron ha invitato Xi Jinping a “riportare la Russia alla ragione” nei confronti dell’Ucraina. Il presidente cinese si era detto pronto a chiamare anche il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky. La telefonata è avvenuta poco dopo, ma i progressi diplomatici attesi da Parigi sul fronte russo-ucraino si sono fermati a questo.