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Zelensky: 34 missili russi sull’Ucraina, intercettati in parte. Ci serve una difesa aerea

Zelensky: 34 missili russi sull’Ucraina, intercettati in parte. Ci serve una difesa aereaRoma, 27 apr. (askanews) – “Questa notte, 34 missili russi hanno preso di mira l’Ucraina. Siamo riusciti a intercettarne una parte”, ha scritto su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ricordando agli alleati che “il mondo ha tutte le risorse per aiutarci a intercettare ogni missile e drone lanciato dai terroristi russi. Questo è completamente fattibile. Tutto ciò che serve è che le decisioni politiche e gli accordi necessari vengano attuati”.


“Ciò di cui l’Ucraina ha bisogno sono sistemi di difesa aerea”, ha aggiunto ringraziando “gli Stati Uniti e tutti i nostri partner per le loro decisioni di sostenere il nostro Paese e il suo popolo. Dobbiamo fare ogni sforzo per garantire che la vita prevalga”.

Caso Ariston, Tajani: convocato l’ambasciatore della Russia

Caso Ariston, Tajani: convocato l’ambasciatore della RussiaRoma, 27 apr. (askanews) – “Ho dato mandato al Segretario generale della Farnesina di convocare l’ambasciatore della Federazione russa in Italia. Il governo chiede chiarimenti sulla vicenda della nazionalizzazione dell’Ariston Thermo Group. Al lavoro anche con Bruxelles,in raccordo con la Germania”, scrive il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X a proposito del passaggio di Ariston Thermo Rus a Gazprom Household Systems, controllata della società statale Gazprom.


Da quasi 20 anni Ariston Thermo Rus gestisce uno stabilimento produttivo nei pressi di San Pietroburgo, ora il 100% di questa società, per decreto presidenziale, è stato trasferito sotto la gestione temporanea della statale Gazprom Household Systems.

Ariston a Gazprom in Russia, Tajani: governo pronto a tutelare le imprese

Ariston a Gazprom in Russia, Tajani: governo pronto a tutelare le impreseRoma, 26 apr. (askanews) – “Dopo inattesa decisione Governo Russo su gestione di Ariston Thermo Group ho subito attivato la nostra Ambasciata @ItalyinRussia e parlato con i vertici dell’azienda italiana. Il Governo italiano è al fianco delle imprese, pronto a tutelarle in tutti i mercati internazionali”. Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani.


In precedenza l’agenzia russa Interfax aveva reso noto che le filiali russe della italiana Ariston e della tedesca Bosch sono state trasferite alla gestione temporanea di JSC Gazprom Household Systems del gruppo Gazprom, citando il decreto presidenziale pubblicato dal governo. Si tratta, spiega, del 100% di Ariston Thermo Rus, di proprietà di Ariston Holding, e di BSH Household Appliances, di proprietà di BSH Hausgerate GmbH.

Re Carlo sta meglio, riprenderà gli impegni pubblici martedì

Re Carlo sta meglio, riprenderà gli impegni pubblici martedìRoma, 26 apr. (askanews) – Re Carlo III, che è in cura per un cancro, tornerà presto ai suoi impegni pubblici, con i medici soddisfatti e “molto incoraggiati” dai suoi progressi. Lo ha annunciato Buckingham Palace smentendo di fatto quanto circolato su giornali britannici e americani che riportavano un pericoloso peggioramento delle condizioni del sovrano. Il primo impegno di Carlo III, ha dichiarato un portavoce, sarà martedì quando visiterà un centro per la cura del cancro accompagnato dalla Regina Camilla, anche se non si tratta di un centro direttamente coinvolto nelle sue cure mediche. A giugno ospiterà anche una visita di Stato dell’imperatore e dell’imperatrice del Giappone.


“Sua Maestà il Re tornerà presto ai compiti pubblici dopo un periodo di cure e recupero in seguito alla sua recente diagnosi di cancro. Per contribuire a celebrare questo traguardo, martedì prossimo il re e la regina effettueranno una visita congiunta a un centro per la cura del cancro, dove incontreranno medici specialisti e pazienti. Questa visita sarà la prima di una serie di impegni esterni che Sua Maestà intraprenderà nelle prossime settimane”, ha dichiarato un portavoce di Buckingham Palace. Il portavoce ha sottolineato che il programma di cure del re continuerà, “ma i medici sono sufficientemente soddisfatti dei progressi compiuti finora che il re è ora in grado di riprendere una serie di compiti rivolti al pubblico”.


Il portavoce ha aggiunto che è troppo presto per dire per quanto tempo durerà il trattamento del sovrano, ma il suo team medico “è molto incoraggiato dai progressi compiuti finora e rimane positivo riguardo alla continua guarigione del re”.

Israele rilancia il negoziato con Hamas per liberare i 33 ostaggi rimasti “in vita”

Israele rilancia il negoziato con Hamas per liberare i 33 ostaggi rimasti “in vita”Roma, 26 apr. (askanews) – Si sono conclusi i colloqui tra funzionari israeliani e una delegazione egiziana di alto livello inviata per discutere le iniziative per raggiungere un accordo sugli ostaggi con Hamas e dell’imminente offensiva di Israele a Rafah. Il negoziato vede un rilancio da parte di Israele, incentrato sulla liberazione di 33 ostaggi “vivi”, come ha precisato un alto funzionario dello Stato ebraico. Come fa notare il Jerusalem Post, i servizi israeliani sono convinti che solo 33 civili siano ancora in vita, mentre gli altri ostaggi riconducibili all’esercito, un centinaio, non sarebbero argomento della trattativa.


L’alto funzionario israeliano ha dichiarato che i colloqui sono stati “molto positivi, mirati, portati avanti con spirito costruttivo e sono progrediti in tutti i parametri”. Il funzionario ha spiegato a Ynet che gli egiziani sembrano disposti a fare pressione su Hamas per raggiungere un accordo e che “sullo sfondo, ci sono intenzioni molto serie da parte di Israele di andare avanti a Rafah”. La fonte ha inoltre sottolineato che Israele ha avvertito che non avrebbe accettato che Hamas “traccheggiasse” sull’accordo per gli ostaggi nel tentativo di evitare l’operazione delle Idf (Forze di difesa israeliane) e ha fatto notare che sono state richiamate le forze riserviste.


“Questa è l’ultima possibilità prima di entrare a Rafah”, ha dichiarato il funzionario all’emittente Channel 12, che ha ribadito la volontà di Israele di accettare solo 33 ostaggi in vita nella prima fase dell’accordo. Il funzionario ha sottolineato inoltre che lo stato ebraico è disposto a fare altre importanti concessioni, come permettere il ritorno dei residenti nel nord di Gaza e ritirare le forze da un corridoio chiave che divide Gaza, secondo quanto riportato da Channel 12.


L’alto funzionario dell’intelligence egiziana, Abbas Kamel, ha guidato la delegazione e il suo obiettivo è discutere con Israele una “nuova visione” per un cessate il fuoco prolungato a Gaza, ha dichiarato un funzionario egiziano prima dei colloqui, parlando a condizione di anonimato.

Cinema, a Roma, torna il festival del riuso creativo delle immagini

Cinema, a Roma, torna il festival del riuso creativo delle immaginiRoma, 26 apr. (askanews) – Dopo il successo dello scorso anno, torna per la sua seconda edizione UnArchive Found Footage Fest, a Roma dal 28 maggio al 2 giugno 2024. Ideato e prodotto dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e diretto da Alina Marazzi e Marco Bertozzi, il Festival racconta gli orizzonti cinematografici del riuso creativo delle immagini, con l’intento di intercettare nuove e diverse forme espressive, al confine tra cinema, videoarte, istallazioni e live performance.


Al Cinema Intrastevere le proiezioni offrono un’ampia selezione di opere filmiche, in concorso e fuori concorso, unitamente a retrospettive, focus, carte blanche e spazi dedicati agli allievi delle scuole di arte e di cinema. Nelle altre sedi del Festival, tra l’Accademia di Spagna e il Live Alcazar, prendono vita installazioni artistiche, loop audiovisivi, cineconcerti e live performance, oltre a panel tematici, talk e masterclass. Tra gli eventi speciali del Festival si anticipano due partecipazioni di grande pregio: Studio Azzurro propone per la prima volta uno sguardo ai propri archivi attraverso una installazione site specific nel Tempietto del Bramante realizzata appositamente per UnArchive; Teho Teardo esegue dal vivo, su immagini dell’Istituto Luce nell’anno del suo centenario, “Acqua, porta via tutto”, per la regia di Roland Sejko. Un cine-concerto che ripercorre un secolo di questa risorsa del nostro pianeta a rischio esaurimento, realizzato in collaborazione con Cinemazero e Cinecittà. La giuria internazionale è composta dall’artista statunitense Bill Morrison, dalla regista iraniana Firouzeh Khosrovani (entrambi premiati nella prima edizione del Festival) e dalla montatrice e regista italiana Sara Fgaier. La giuria degli studenti, provenienti da università, accademie di belle arti e scuole di cinema, sarà guidata dal regista Giovanni Piperno. “Fuori dalla corsa all’anteprima festivaliera, ma pienamente dentro un’onda internazionale – affermano i direttori artistici – siamo felici di poter riattivare l’interesse verso un Festival che ha l’ambizione di presentare opere ibride e stranianti, capaci di ribaltare convenzioni filmiche e dissotterrare inesplorate attitudini trasgressive. Una festa dell’immagine liberata, per forme cangianti, al confine tra memorie private e tracce pubbliche, tra micro e macrostoria, tra pensiero visivo e soundscape inattesi. Per disarchiviare il cinema che brucia, senza reti di protezione”.


La presentazione ufficiale del festival avrà luogo lunedì 6 maggio alle ore 11:30 nella splendida cornice dell’Accademia di Spagna a Roma, in piazza S. Pietro in Montorio 3. UnArchive Found Footage Fest è ideato e prodotto dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD), in collaborazione con Archivio Luce, con il sostegno del MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e di altre istituzioni pubbliche e private. Il Festival gode del patrocinio di Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e Accademia di Spagna a Roma.

Xi Jinping a Blinken: Cina e Stati Uniti dovrebbero essere “partner, non rivali”

Xi Jinping a Blinken: Cina e Stati Uniti dovrebbero essere “partner, non rivali”Roma, 26 apr. (askanews) – Cina e Stati Uniti dovrebbero essere “partner, non rivali”. Queste le parole del presidente cinese Xi Jinping al segretario di Stato Usa Antony Blinken, ricevuto nella Grande Sala del Popolo di Pechino nell’incontro di più alto livello delle due principali potenze economiche del mondo quest’anno. Il capo della diplomazia americana ha descritto i rapporti con la Cina come “la relazione più importante” al mondo.


Xi ha ricordato che quest’anno ricorre il 45esimo anniversario dell’apertura di relazioni diplomatiche tra Pechino e Washington e questi rapporti hanno “attraversato alti e bassi e ci hanno dato molti importanti insegnamenti: i due paesi dovrebbero essere partner, non rivali; dovrebbero raggiungere il successo reciproco, non danneggiarsi a vicenda; dovrebbero cercare un terreno comune pur mantenendo le differenze; invece di praticare una competizione feroce, dovrebbero essere fedeli alla loro parola, non dicendo una cosa e facendone un’altra”. Quest’ultimo passaggio è evidentemente un riferimento a Taiwan e al rispetto del principio dell’”Unica Cina”. Il leader cinese ha proposto “tre principi fondamentali” nel prosieguo delle relazioni sino-americane: “Rispetto reciproco, coesistenza pacifica e cooperazione vantaggiosa per entrambi”.


D’altronde, ha detto ancora il presidente, in un mondo che sta attraversando “profondi cambiamenti” e che vive una “situazione internazionale vieppiù complicata”, il rafforzamento del dialogo e la gestione delle differenze tra Cina e Stati uniti “non è solo l’aspirazione comune dei due popoli, ma anche l’aspettativa comune della comunità internazionale”. Inoltre, Xi ha ricordato di aver “detto molte volte che la Terra è abbastanza grande perché la Cina e gli Stati Uniti possano svilupparsi insieme e prosperare in modo indipendente: la Cina vorrebbe vedere Stati Uniti fiduciosi, aperti, prosperi e votati allo sviluppo; ci auguriamo che anche gli Stati Uniti possano avere una visione positiva dello sviluppo della Cina”. Solo quando – ha continuato – questo tema fondamentale sarà risolto e verrà dato il ‘la’ affinché le relazioni Cina-Usa potranno veramente stabilizzarsi, migliorare e andare avanti”. In questo senso, “ci sono ancora molti problemi da risolvere cè spazio per ulteriori sforzi”.


L’incontro con Xi segue i colloqui di Blinken con l’omologo cinese Wang Yi, che ha avvertito gli Stati Uniti di non oltrepassare alcuna linea rossa in materia di sovranità, sicurezza o sviluppo. “La richiesta della Cina è coerente, basata sempre sul rispetto degli interessi fondamentali di ciascuno; gli Stati Uniti non dovrebbero interferire negli affari interni della Cina, sopprimere lo sviluppo della Cina o calpestare le linee rosse della Cina quando si tratta di sovranità, sicurezza e interessi di sviluppo della Cina” ha detto il ministro cinese. In particolare i temi caldi su cui s’è concentrata la discussione sono state le tensioni su Taiwan, nel Mar cinese meridionale oltre al conflitto commerciale e tecnologico. I due capi delle reciproche diplomazie – secondo il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin – hanno concordato per una maggiore cooperazione sul capo della lotta ai narcotici, sul cambiamento climatico, sull’intelligenza artificiale. Hanno inoltre deciso un rafforzamento degli scambi tra funzionari dei due paesi.


È il secondo viaggio di Blinken in Cina in un anno è viene dopo l’incontro di novembre tra Xi e il presidente Usa Joe Biden a San Francisco e una più recente telefonata tra i due presidenti. Blinken, che è a Pechino per l’ultima tappa della visita iniziata il 24 aprile, ha risposto che è necessaria una “diplomazia faccia a faccia” per portare avanti l’agenda stabilita dai leader a novembre. “Andare avanti con l’agenda stabilita dai nostri presidenti richiede una diplomazia attiva, ma anche assicurarsi di essere il più chiari possibile sulle aree in cui abbiamo differenze, almeno per evitare malintesi, per evitare errori di calcolo” ha affermato Blinken, secondo il Dipartimento di Stato americano. L’intensificarsi delle tensioni commerciali ha influito sui colloqui dopo che Biden, la scorsa settimana, ha chiesto di triplicare l’aliquota tariffaria esistente sull’acciaio e sull’alluminio cinesi. L’ufficio del rappresentante commerciale degli Stati Uniti (USTR) ha anche annunciato l’avvio di un’altra indagine della Sezione 301 sui settori marittimo, logistico e della costruzione navale della Cina. Durante la sua permanenza nella potenza economica cinese di Shanghai, Blinken ha anche espresso preoccupazione per le “pratiche non di mercato”.

Nelle università Usa cresce l’ondata di proteste pro Palestina

Nelle università Usa cresce l’ondata di proteste pro PalestinaRoma, 26 apr. (askanews) – Un’ondata di proteste filo-palestinesi sta agitando i campus universitari degli Stati Uniti, con centinaia di persone arrestate nelle università, manifestazioni permanenti e negoziati in corso per tentare di far calare le tensioni.


Alla Columbia University di New York, epicentro delle manifestazioni, gli studenti in protesta hanno affermato che non si disperderanno finché la scuola saranno recisi i partenariati con le istituzioni accademiche israeliane. I manifestanti chiedono anche che vengano disinvestiti i fondi da entità collegate a Israele. La Columbia ha annunciato martedì scorso di aver dato ai manifestanti un ultimatum alla mezzanotte dello stesso giorno per concordare lo smantellamento dell’occupazione. Ma mercoledì l’università ha poi dichiarato di aver prolungato i colloqui per altre 48 ore. Se non verrà raggiunto un accordo, la scuola ha detto che prenderà in considerazione “opzioni alternative”, che molti manifestanti hanno interpretato come un appello alla polizia per sgomberare il campus.


Gli accampamenti nei campus universitari sparsi in tutti gli Stati Uniti vedono convergere studenti provenienti da contesti diversi – palestinesi, arabi, ebrei e musulmani – uniti nel denunciare la campagna militare israeliana a Gaza. La Cnn, il New York Times e altri media Usa riportano stamattina gli ultimi sviluppi dai diversi campus interessati dalle proteste. Columbia University: oggi il senato accademico voterà una risoluzione per ammonire la presidente della scuola, Minouche Shafik. Shafik, di origine egiziana, è stata criticata in particolare per aver autorizzato la polizia a reprimere le proteste studentesche nel campus.


University of Southern California: l’università ha annullato la principale cerimonia di apertura il mese prossimo, citando “nuove misure di sicurezza in atto”. Quasi 100 persone sono state arrestate nel campus. Emory University: 28 persone sono state arrestate, tra cui 20 membri della comunità di Emory, durante una protesta presso la scuola,secondo il vicepresidente per la pubblica sicurezza Cheryl Elliott. Un gruppo di legislatori democratici dello stato della Georgia ha condannato “l’utilizzo eccessivo della forza eccessiva da parte della Georgia State Patrol” durante gli arresti a Emory.


Brown University: l’università ha identificato circa 130 studenti che avrebbero violato il codice di condotta scolastica che vieta gli accampamenti nel campus. Gli studenti ritenuti responsabili saranno puniti con misure disciplinari, ha affermato l’università. Emerson College: più di 100 persone sono state arrestate e quattro agenti di polizia feriti durante uno sgombero di un accampamento presso il Boston Liberal Arts College, secondo il dipartimento di polizia di Boston. Università dell’Indiana: 33 persone sono state detenute nel campus in seguito alle proteste. George Washington University: Alla polizia metropolitana di Washington è stato chiesto aiuto per sloggiare un “accampamento di protesta non autorizzato” nel campus, ha detto il presidente dell’università Ellen M. Granberg. Università della California, Los Angeles: giovedì si è formata una “manifestazione con accampamenti” all’UCLA. Ci sono altre proteste in corso in diversi campus, tra cui il Massachusetts Institute of Technology, l’Università del Texas ad Austin, l’Università del Michigan, l’Università del New Mexico, l’Università della California, Berkeley, l’Università di Yale, l’Università di Harvard, Princeton University e il campus delle Twin Cities dell’Università del Minnesota.

L’esercito Usa ha iniziato a costruire il molo per gli aiuti umanitari al largo di Gaza

L’esercito Usa ha iniziato a costruire il molo per gli aiuti umanitari al largo di GazaRoma, 26 apr. (askanews) – Le truppe statunitensi hanno iniziato la costruzione di un molo al largo della costa di Gaza che mira ad accelerare il flusso di aiuti umanitari nel territorio, ha riferito il Pentagono.


“Posso confermare che le navi militari statunitensi, inclusa la USNS Benavidez, hanno iniziato a costruire le fasi iniziali del molo temporaneo e della strada sopraelevata in mare”, ha detto ai giornalisti un portavoce del Pentagono, il maggiore generale Patrick Ryder. Circa 1.000 soldati americani sosterranno lo sforzo, anche con cellule di coordinamento a Cipro e in Israele. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha ordinato alle forze armate di non mettere piede sulla costa di Gaza.


Le preoccupazioni circa il rischio che le truppe americane vengano coinvolte nel conflitto sono passate in primo piano ieri quando è emersa la notizia di un attacco con mortaio vicino all’area dove il molo toccherà terra. Non erano presenti forze americane, tuttavia una squadra delle Nazioni Unite che ispezionava il sito è stata costretta a rifugiarsi. In una dichiarazione, riferisce il Guardian, l’esercito israeliano ha affermato che fornirà supporto logistico e di sicurezza e che una brigata militare israeliana, insieme alle navi della marina e all’aeronautica israeliane, lavorerà per proteggere le truppe statunitensi che stanno allestendo il molo.


Un alto funzionario militare americano che gli Stati Uniti contano di iniziare a usare il nuovo porto e molo entro l’inizio di maggio, con un traffico iniziale di 90 autocarri da portare in tempi brevi a 150 camion.

Kiev accantona i carri armati: arrivano i missili a lungo raggio ATACMS

Kiev accantona i carri armati: arrivano i missili a lungo raggio ATACMSRoma, 26 apr. (askanews) – L’Ucraina accantona per ora i carri armati Abrams M1A1 forniti dagli Stati Uniti per contrastare l’esercito russo, in parte perché il massiccio utilizzo di droni da parte russa rende troppo difficile l’utilizzo di questi tanks senza che vengano scoperti e attaccati, hanno detto funzionari statunitensi citati dai media americani.


Gli Stati Uniti hanno accettato di inviare 31 Abrams in Ucraina nel gennaio 2023 dopo mesi di insistenti pressioni ucraine,, poiché i vertici militari a Kiev ritenevano che i carri armati, che costano circa 10 milioni di dollari ciascuno, sarebbero stati cruciali per sfondare le sfondare le linee russe. Ma da allora il campo di battaglia è cambiato sostanzialmente, in particolare a causa dell’uso incessante di droni di sorveglianza russi e droni cacciatori-kamikaze. E’ diventato quindi più difficile per l’Ucraina proteggere i carri armati quando vengono rapidamente rilevati e braccati da droni o proiettili russi. Cinque dei 31 carri armati sono già andati perduti a causa degli attacchi russi. La proliferazione di droni sul campo di battaglia ucraino significa che “non c’è terreno aperto che si possa attraversare senza timore di essere scoperti”, ha detto ieri ai giornalisti un alto funzionario della difesa americana che ha parlato in condizione di anonimato per aggiornare sul sostegno americano all’Ucraina prima della riunione del gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina oggi.


Per ora, i carri armati sono stati spostati dalla prima linea e gli Stati Uniti lavoreranno con gli ucraini per ripristinare le tattiche, hanno detto il vicepresidente dei capi di stato maggiore congiunti, ammiraglio Christopher Grady e un terzo funzionario della difesa, confermando lo spostamento. Gli Stati Uniti dovrebbero annunciare oggi che forniranno circa 6 miliardi di dollari in aiuti militari a lungo termine all’Ucraina, hanno detto i funzionari statunitensi, aggiungendo che questi includeranno le tanto attese munizioni per i sistemi di difesa aerea Patriot.


Gli Stati Uniti hanno anche confermato per la prima volta che stanno fornendo missili a lungo raggio conosciuti come ATACMS (Army Tactical Missile System), che consentiranno all’Ucraina di colpire in profondità le aree occupate dai russi in condizioni di minore esposizione al rilevamento dei droni o alle difese russe fortificate.