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Russia, scoppia il caso Ilyin-Dugin: imbarazzo del Cremlino

Russia, scoppia il caso Ilyin-Dugin: imbarazzo del CremlinoMilano, 18 apr. (askanews) – “Il Cremlino si rifiuta di discutere del filosofo Ivan Ilyin, che apprezzava Hitler e Mussolini: Vladimir Putin lo ha definito il pensatore a lui più vicino”. Lo scrive (unico in lingua russa) il sito di opposizione russa Meduza che registra il commento del portavoce del presidente della Federazione Russa Dmitry Peskov che ha parlato con un media legato a Ksenia Sobchak, “Ostorozhno Media”: “Non vogliamo essere parte di questa discussione. Il presidente, infatti, ha più volte citato Ilyin. E in ogni caso consideriamo inaccettabili gli insulti a Dugin”, avrebbe detto Peskov.


Ieri Vedomosti scriveva che l’Università statale russa di studi umanistici ha collegato gli attacchi al filosofo Ivan Ilyin con le attività dell’Occidente. Così, l’università ha risposto alla richiesta di della prestigiosa testata riguardo all’insoddisfazione degli studenti per la nomina del filosofo conservatore Alexander Dugin a direttore del centro educativo e scientifico dell’Università. Per capire perché Ilyn desti tanto scandalo, basta guardare la sua biografia. Ilyn era monarchico e non disdegnava il nazismo. Ed è citato e menzionato non solo dal presidente della Russia, ma anche da Medvedev, dal ministro degli Esteri Lavrov, da diversi governatori russi, dal patriarca Kirill, da diversi leader del Partito Russia Unita e molti altri, come Vladislav Surkov e Vyacheslav Volodin.


Nato a Mosca nel 1883, Ilyn venne imprigionato nel 1918 per presunta attività anticomunista e nel 1922 spedito sulla famosa “nave dei filosofi” all’estero, dove visse tra la Germania e la Svizzera sino al 1954. Tradizionalmente, i difensori di Ilyin affermano che la sua simpatia verso i nazisti era prima di tutto legata alla precedenza delle sue opinioni anticomuniste, alla convinzione che il comunismo dovesse essere fermato a tutti i costi: “Cosa ha fatto Hitler? Ha fermato il processo di bolshevizzazione facendo un enorme favore a tutta l’Europa (…) Mentre Mussolini guida l’Italia e Hitler guida la Germania, alla cultura europea viene data una tregua” ha scritto Ilyn in un articolo del 1933.


Ilyn è considerato filosofo di riferimento per Dugin, ma anche altri nomi noti Aleksandr Solzhenitsyn o Nikita Mikhalkov lo hanno usato come ispirazione, di varia natura. La Scuola politica superiore Ivan Ilyin è apparsa presso l’Università statale russa di scienze umane nel luglio 2023. Alla sua creazione si sono opposti gli studenti universitari, che nell’aprile 2024 hanno lanciato una petizione chiedendo che il centro educativo e di ricerca venisse ribattezzato.


Ad oggi la petizione è stata firmata da più di 17mila persone. La richiesta di rinominare la scuola è stata avanzata dal deputato della Duma di Stato del Partito Comunista della Federazione Russa Denis Parfenov, che ha scritto una lettera all’Università Statale Russa di Scienze Umane. Un altro deputato della Duma di Stato del Partito Comunista della Federazione Russa, Vladimir Isakov, ha chiesto al Ministero dell’Istruzione e alla Procura di verificare la legalità della creazione di una scuola intitolata a Ivan Ilyin presso l’Università statale russa di scienze umane. Il deputato ha sottolineato che le opinioni di Ivan Ilyin rientrano nell’articolo del codice penale “Riabilitazione del nazismo”

L’emittente Usa Abc: Israele non rilancerà contro l’Iran prima della fine della Pasqua ebraica (30 aprile)

L’emittente Usa Abc: Israele non rilancerà contro l’Iran prima della fine della Pasqua ebraica (30 aprile)Roma, 18 apr. (askanews) – Il governo israeliano non avrebbe intenzione di lanciare una rappresaglia contro l’Iran prima della Pasqua ebraica: il nuovo scenario che promette un allentamento delle tensioni e l’apertura di una finestra per l’azione diplomatica è stato lanciato oggi dall’emittente americana Abc, che da Tel Aviv cita fonti statunitensi e israeliane. Il periodo di celebrazione del Pesach, la Pasqua ebraica, termina quest’anno il 30 aprile.


Sempre secondo Abc, dopo l’attacco iraniano di sabato scorso per due volte, di notte, il governo Netanyahu è stato sul punto di dare la luce verde per una rappresaglia, “ma i piani sono stati bloccati”. Il ministro degli Esteri iraniano oggi a New York per una riunione del Consiglio di sicurezza ha affermato al suo arrivo negli Usa che Teheran ha inviato diversi “messaggi” agli Stati Uniti per rassicurarli che la repubblica islamica “non sta cercando di espandere le tensioni” in Medio Oriente con Israele.”Ciò che potrebbe aumentare le tensioni nella regione è il comportamento del regime sionista”, ha dichiarato Hossein Ami-Abdollahian.


A New York si incrociano diversi canali delle diplomazie al lavoro per tentare di disinnescare la crisi tra Israele e Iran. Il Consiglio di Sicurezza discute oggi della “situazione in Medio Oriente, compresa la questione palestinese”. La votazione sul progetto di risoluzione dell’Algeria che raccomanda l’ammissione dello Stato di Palestina all’ONU era inizialmente prevista già per oggi ma sarebbe stata rinviata a domani, 19 aprile. Al di là della tempistica del voto, appare improbabile che la risoluzione venga adottata.


Oggi tramite media del Qatar si è diffusa la voce che gli Stati Uniti hanno dato il via libera all’offensiva israeliana su Rafah in cambio di una rinuncia del governo israeliano ad una ritorsione contro l’Iran. Lo sostiene il quotidiano al Araby al Jadeed, citando fonti egiziane e rialnciato dai media israeliani. Secondo le fonti, l’esercito egiziano nel Nord del Sinai è stato messo in massima allerta, lungo il confine di Gaza, in preparazione all’operazione dell’esercito israeliano. Tuttavia proprio la catena di diffusione mediatica di questo scenario lascia adito a dubbi, in particolare la notizia iniziale era stata inserita in un pezzo senza richiamo nel titolo.

Arrestate in Germania due spie russe, accusate di spiare basi Usa per sabotare gli aiuti all’Ucraina

Arrestate in Germania due spie russe, accusate di spiare basi Usa per sabotare gli aiuti all’UcrainaMilano, 18 apr. (askanews) – Due cittadini con nazionalità russo-tedesca sono stati arrestati in Germania con l’accusa di aver pianificato un’azione di sabotaggio, volta a indebolire il sostegno militare all’Ucraina. Lo ha affermato la Procura federale tedesca secondo lo Spiegel.


Le accuse hanno dimensione internazionale. Il ministro della Giustizia federale Marco Buschmann (FDP) ha dichiarato all’agenzia di stampa tedesca Dpa: “Sappiamo che l’apparato di potere russo prende di mira anche il nostro Paese. La Germania deve rispondere a questa minaccia in modo difensivo e deciso”. Con l’arresto dei due uomini, il procuratore generale federale ha ottenuto “un altro significativo successo investigativo” nella lotta contro la rete di sabotaggio e spionaggio del presidente russo Vladimir Putin, ha detto Buschmann. I due avrebbero spiato le basi americane per conto della Russia e pianificato attacchi alle vie di trasporto militare. Il principale imputato è il 39enne Dieter S., bavarese. La Procura federale lo accusa, tra l’altro, di agire come agente dei servizi segreti, di agire come agente a scopo di sabotaggio e di “rappresentare” strutture militari in un modo che mette in pericolo la sicurezza.


Gli investigatori sono convinti che Dieter S. abbia scambiato idee con contatti dei servizi segreti russi sulle operazioni di sabotaggio in Germania dall’ottobre 2023 e che abbia accettato di effettuare attacchi incendiari ed esplosivi contro infrastrutture militari, fabbriche di armi e siti industriali. Lo scopo degli attacchi pianificati era in definitiva quello di minare il sostegno tedesco all’Ucraina. La presunta spia sarebbe stata aiutata dal 37enne tedesco-russo Alexander J., che ora la Procura federale accusa anche di essere un agente dei servizi segreti. Secondo le informazioni dello Spiegel tra gli oggetti militari spiati figuravano strutture militari americane a Grafenwohr in Baviera. C’è, tra l’altro, un’importante area di addestramento militare dove l’esercito americano addestra i soldati ucraini, ad esempio sui carri armati Abrams.


Il presunto principale responsabile Dieter S. non è uno sconosciuto per le autorità di sicurezza tedesche: tra il 2014 e il 2016 avrebbe fatto parte di una milizia della “Repubblica popolare di Donetsk” proclamata dai separatisti russi nell’Ucraina orientale. Secondo le informazioni dello Spiegel, l’unità è ora classificata dalla magistratura tedesca come organizzazione terroristica – motivo per cui Dieter S. è accusato anche di appartenenza a un’organizzazione terroristica all’estero. I due sono stati arrestati ieri, mercoledì, nella città di Bayreuth, in Baviera. Bayreuth, strettamente legata a Richard Wagner – famosa grazie al Festival di Bayreuth dedicato al compositore – negli anni 30 del XX secolo, divenne palcoscenico dell’ideologia nazista i cui esponenti frequentarono spesso il festival, cercando di trasformare la città in un modello per la loro ideologia.

G7, Tajani: sosteniamo Israele ma vogliamo de-escalation. Italia pronta a fare la sua parte per soluzione due Stati

G7, Tajani: sosteniamo Israele ma vogliamo de-escalation. Italia pronta a fare la sua parte per soluzione due StatiCapri, 18 apr. (askanews) – Di fronte al rischio di escalation nella regione mediorientale, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha auspicato che l’atto di aggressione iraniano – fortemente condannato dalla presidenza italiana G7 – non sia seguito da risposte o rappresaglie, poiché qualsiasi azione di questo genere rischierebbe di innescare una conflagrazione regionale. “Lavoriamo per favorire la pace e portiamo avanti la soluzione ‘due popoli due Stati’”, ha detto Tajani al suo omologo francese Sejourne, incontrato in una bilaterale a margine della ministeriale Esteri del G7 a Capri. “L’Italia è pronta a fare la sua parte così come stiamo facendo in Libano, dove è dispiegata la missione Unifil al confine con Israele”, ha aggiunto Tajani. Nel corso del colloquio è stata ribadita la necessità di un immediato cessate il fuoco a Gaza, indispensabile per consentire l’invio di aiuti nella Striscia. L’Italia, fin dall’inizio del conflitto, è stata in prima linea nell’agevolare l’accesso di aiuti alimentari, alleviare le sofferenze della popolazione e garantire la sicurezza alimentare a Gaza, come dimostra l’iniziativa “Food for Gaza” guidata dalla Farnesina insieme a FAO, PAM, FICROSS e Protezione Civile, ha ricordato la Farnesina in una nota.


“Siamo amici di Israele e sosteniamo Israele”, “ma vogliamo una de-escalation”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani aprendo la riunione odierna dei capi della diplomazia del G7, riuniti a Capri sotto la presidenza italiana. “Siamo tutti portatori di iniziativa di pace”, ha aggiunto il titolare della Farnesina, spiegando che durante i lavori nell’isola sul Golfo di Napoli bisogna “affrontare come sanzionare in qualche modo l’Iran per l’attacco con centinaia di missili e droni contro Israele”.

Ucraina, Mattarella: la missione Nato su fianco est “particolarmente rilevante” per la deterrenza

Ucraina, Mattarella: la missione Nato su fianco est “particolarmente rilevante” per la deterrenzaSofia, 18 apr. (askanews) – “Questa missione è importante per i nostri rapporti di amicizia intensa e di ampia collaborazione con la Bulgaria. Siamo sul fronte orientale dell’alleanza atlantica che è posto in tensione dalla inammissibile aggressione della Russia all’Ucraina, perciò questa missione ha un compito di deterrenza, per prevenire ed evitare che vi siano incidenti. Lo scopo è la pace nella sicurezza, perciò è particolarmente rilevante”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto al contingente italiano del Multinational Battlegroup Bulgaria che si trova a Novo Selo.

Gb, William torna al lavoro dopo la pausa per la malattia di Kate

Gb, William torna al lavoro dopo la pausa per la malattia di KateMilano, 18 apr. (askanews) – Il principe del Galles – e futuro re dell Regno Unito – William torna al lavoro dopo essersi preso una pausa dai suoi doveri per conto della casa reale britannica. Il principe ereditario si era allontanato momentaneamente dagli impegni pubblici quando era stata resa pubblica la notizia del tumore della principessa Kate a marzo: un altro duro colpo dopo che re Carlo aveva annunciato di aver il cancro. Per diverse settimane sui social media e sui media tradizionali si era parlato soltanto di Kate.


William, spesso in secondo piano rispetto alla moglie, in passato ha mostrato il suo stile di leadership reale con rari interventi. In particolare a febbraio con un appassionato appello sulla guerra tra Israele e Hamas per “porre fine ai combattimenti il più presto possibile”. Oggi, giovedì 18 aprile, sarà il primo giorno in cui il principe tornerà al lavoro, ma non era completamente sparito. Esattamente una settimana fa con il figlio George è stato avvistato mentre i due principi guardavano insieme la loro squadra di calcio, l’Aston Villa: il primo avvistamento dalla diagnosi di cancro alla principessa del Galles.


In un momento padre-figlio tipicamente britannico, l’erede al trono 41enne ha tifato la sua squadra insieme con il suo bambino di 10 anni, sfoggiando una sciarpa con il marchio Villa, allo stadio Villa Park di Birmingham. Gli eredi al trono dopo 90 minuti, si sono goduti la vittoria per 2-1 del club contro il francese Lille nell’andata dei quarti di finale di Conference League.


Molti hanno visto la presenza degli eredi sugli spalti come un messaggio positivo che la famiglia si sta adattando alla situazione in casa e gli osservatori reali ora sperano di vedere il Principe di Galles in giro per impegni.

Borrell al G7: diamo i Patriot a Kiev, non possiamo contare solo sugli Usa

Borrell al G7: diamo i Patriot a Kiev, non possiamo contare solo sugli UsaCapri, 18 apr. (askanews) – “Dobbiamo sostenere l’Ucraina più velocemente e meglio offrendo loro una copertura aerea”. Lo ha detto oggi l’alto rappresentante Ue per la Politica estera Josep Borrell a Capri, prima dell’inizio della ministeriale Esteri del G7 sotto presidenza italiana. “Dobbiamo fornire i Patriot” a Kiev, “abbiamo i sistemi antimissile”, “non possono rimanere nei depositi”, ha spiegato. “I combattimenti proseguono” e gli ucraini “continuano a difendersi, ma devono essere riforniti di armi”, ha insistito Borrell. “Non possiamo contare solo sugli Stati Uniti” e “anche l’Europa deve assumersi le sue responsabilità”.

Media: gli Usa hanno dato l’ok all’offensiva su Rafah per evitare che Israele attacchi l’Iran

Media: gli Usa hanno dato l’ok all’offensiva su Rafah per evitare che Israele attacchi l’IranRoma, 18 apr. (askanews) – Gli Stati Uniti hanno dato il via libera all’offensiva israeliana su Rafah, in cambio di una rinuncia del governo israeliano ad una ritorsione contro l’Iran: lo sostiene il quotidiano del Qatar al Araby al Jadeed, citando fonti egiziane. La notizia è rilanciata dai media israeliani. Secondo le fonti, l’esercito egiziano nel Nord del Sinai è stato messo in massima allerta, lungo il confine di Gaza, in preparazione all’operazione dell’esercito israeliano.

In India al via domani il voto da un miliardo di elettori

In India al via domani il voto da un miliardo di elettoriMilano, 18 apr. (askanews) – Dalle alte vette dell’Himalaya alle remote foreste degli stati centrali quasi un miliardo di indiani voteranno nelle prossime settimane alle elezioni generali, il cui vincitore è considerato già chiaro in anticipo: si prevede che il Primo Ministro Narendra Modi guiderà il Partito popolare indiano (BJP) al terzo trionfo consecutivo. Modi è molto popolare in India, molto più popolare del suo partito, e corre contro un’alleanza di partiti di opposizione che cercano di spodestarlo.


Gli indiani voteranno per 543 seggi nella camera bassa del parlamento da 545 seggi, chiamata Lok Sabha, con altri due seggi nominati dal presidente del paese. Il partito che ottiene la maggioranza nominerà uno dei suoi candidati vincenti come primo ministro e formerà un governo al potere. Le votazioni inizieranno domani venerdì 19 aprile e proseguiranno fino al primo giugno, con i risultati annunciati il 4 giugno. Alcuni stati hanno solo un giorno per votare, mentre lo stato più popoloso del nord, l’Uttar Pradesh, e gli stati orientali del Bihar e del Bengala occidentale, con una popolazione complessiva stimata di 475 milioni, voteranno nell’arco di sette giorni.


Con una popolazione di oltre 1,4 miliardi di persone, circa 969 milioni hanno diritto di voto alle prossime elezioni, più delle popolazioni del Nord America e dell’Unione Europea messe insieme. Una carta d’identità dell’elettore, nota anche come carta d’identità con foto degli elettori (EPIC), viene rilasciata dalla Commissione elettorale indiana a tutti gli individui aventi diritto al voto nella più grande democrazia del mondo. Lo scopo principale di questa carta è migliorare l’accuratezza delle liste e aiutare a prevenire casi di frode elettorale. Inoltre, serve come prova di identificazione quando le persone esprimono il loro voto.


Ciò significa che circa il 12% della popolazione mondiale si recherà alle urne, motivata da una serie di questioni, dalla disoccupazione e dai benefici sociali alle infrastrutture e al sostegno della democrazia. Secondo la commissione elettorale, il numero di donne registrate per votare è aumentato di 40 milioni rispetto alle precedenti elezioni del 2019, mentre all’elettorato si sono aggiunti più di 20 milioni di elettori di età compresa tra i 18 e i 29 anni. I voti saranno espressi elettronicamente in più di un milione di seggi elettorali nel paese: un aumento dell’1,2% nel numero di seggi rispetto alle precedenti elezioni del 2019.

G7 a Capri verso sanzioni a Iran e sistemi difesa aerea a Kiev

G7 a Capri verso sanzioni a Iran e sistemi difesa aerea a KievCapri, 17 apr. (askanews) – Sanzioni individuali all’Iran e sistemi di difesa aerea all’Ucraina. C’è piena convergenza tra i ministri degli Esteri del G7, riuniti da oggi a Capri, per rendere più concreta la strategia da seguire per disinnescare un’ulteriore escalation in Medio Oriente e nella guerra tra Mosca e Kiev. E mentre il vertice sotto presidenza italiana è appena iniziato, gli sherpa sono già impegnati a limare il documento finale, che dovrebbe certificare i passi avanti compiuti sui due dossier più caldi della diplomazia internazionale.


Sul fronte mediorientale, i Paesi membri del G7 hanno raggiunto un accordo di massima perché dalla riunione dei ministri degli Esteri a Capri sia inviato un messaggio politico alla comunità internazionale sull’imposizione di sanzioni individuali all’Iran. I Sette Grandi hanno dunque raccolto gli appelli lanciati nelle ultime ore da diverse cancellerie occidentali. Non ultimi, sono stati i ministri degli Esteri di Regno Unito e Germania, David Cameron e Annalena Baerbock, a chiedere di far “fronte unito” contro l’Iran, in occasione di una loro visita in Israele, che ne ha tardato l’arrivo sull’isola nel Golfo di Napoli. L’attacco iraniano “non può rimanere senza risposta”, ha detto da parte sua Tajani accogliendo gli omologhi alla Certosa di San Giacomo e ricordando la posizione già espressa in tal senso anche dall’Unione europea, sostanzialmente favorevole a misure punitive individuali. Nel mirino, secondo quanto riferito da fonti della Farnesina, ci sarebbero soprattutto individui che contribuiscono alla catena di rifornimento dei missili balistici, la stessa catena di comando che poi fornisce questo tipo di armamenti alla Russia e ai gruppi alleati dell’Iran, per il loro utilizzo contro Ucraina, Israele e le navi nel Mar Rosso. Sul dossier mediorientale si è registrata inoltre “ampia sintonia” tra Italia e Stati Uniti: le sanzioni a Teheran sono state al centro della bilaterale che Antonio Tajani ha avuto con il segretario di Stato Antony Blinken, prima di cena. I due capi della diplomazia hanno concordato sull’opportunità di inviare un segnale all’Iran, ma anche a Israele. La situazione tra lo Stato ebraico e la Repubblica islamica resta d’altra parte “tesissima”, ha sottolineato Tajani, che ha lanciato un nuovo appello alle parti affinché adottino la massima “prudenza”. I Sette Grandi si attendono una reazione di Israele all’attacco iraniano con missili e droni dello scorso fine settimana: “dobbiamo capire come sarà, continuiamo a lavorare per una de-escalation”, ha detto il titolare della Farnesina.


Ma per Tajani e Blinken qualsiasi ritorsione israeliana deve essere inserita in un processo politico che eviti di precipitare in una situazione fuori controllo. E mentre per i due capi della diplomazia resta fondamentale mantenere aperta la linea del dialogo con l’Iran, con l’Italia tra i possibili interlocutori, il passaggio per Israele sembra obbligato: il futuro dello Stato ebraico, secondo quanto emerso durante il colloquio, sarebbe nell’integrazione politica e di sicurezza con i Paesi della regione. Quanto alla guerra in Ucraina, il G7 intende accelerare sulla consegna di sistemi di difesa aerea a Kiev, rispondendo concretamente alle richieste avanzate da tempo dal presidente Volodymyr Zelensky e dai suoi principali consiglieri. Fonti qualificate hanno confermato che sono soprattutto Italia, Germania e Stati Uniti a dare impulso a questa eventualità tra i Sette Grandi. Di questo dossier si discuterà in particolare domani pomeriggio, durante una sessione dedicata all’aggressione russa dell’Ucraina, alla presenza del ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, e del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Il capo della diplomazia di Kiev giungerà a Capri con un obiettivo preciso: chiedere un concreto contributo alla difesa aerea del suo Paese, in vista di una possibile offensiva estiva delle forze di Mosca. E i Sette Grandi sembrano essere tutti concordi sulla necessità di dare maggiore concretezza alla chance di difesa dell’Ucraina. Per questo, sul tavolo, ci sarà anche la proposta Nato di un nuovo Fondo da 100 miliardi per la difesa ucraina, avanzata dallo stesso leader dell’Alleanza atlantica. Bisognerà verificarne un’eventuale base giuridica e bisognerà tecnicamente capire come si può fare”, ha comunque avvertito Tajani.


L’eventuale contributo dei singoli Paesi del G7 alla difesa aerea di Kiev dipenderà in ogni caso dalle disponibilità finanziare e dai mezzi a disposizione di ciascun contribuente. Il nostro Paese, ha evidenziato Tajani durante la bilaterale con Blinken, contribuisce già a numerose missioni multinazionali al mantenimento della pace nel mondo, con un budget che esula dalla spesa complessiva del 2% del Pil richiesto dalla Nato. Secondo quanto si è appreso, comunque, una delle possibilità che il nostro Paese potrebbe prendere in considerazione sarebbe l’eventuale finanziamento di una linea di credito per l’acquisto di F-16, aerei sui quali l’aviazione ucraina ha già ricevuto un apposito addestramento. (di Corrado Accaputo)