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TRovate le scatole nere dell’aereo aereo militare russo caduto a Belgorod

TRovate le scatole nere dell’aereo aereo militare russo caduto a BelgorodMilano, 25 gen. (askanews) – Sul luogo dello schianto dell’aereo da trasporto militare russo Il-76 nella regione di Belgorod sono state trovate entrambe le scatole nere. Le condizioni tecniche sono buone, ha detto all’agenzia statale russa Ria Novosti un rappresentante dei servizi di emergenza.

“Sono state scoperte entrambe le scatole nere: un dispositivo per la registrazione dei parametri di volo e un registratore vocale”, ha detto l’interlocutore dell’agenzia. Secondo Mosca il volo è stato abbattuto con la contraerea dall’Ucraina e a bordo ci sarebbero stati 65 prigionieri ucraini destinati a uno scambio.Per Kiev le circostanze sono ancora da chiarire, ma secondo i mass media ucraini, citando fonti, l’IL-76 trasportava missili per i complessi S-300. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annullato un viaggio di lavoro nelle regioni centrali previsto per il 25 gennaio finché non saranno chiarite tutte le circostanze relative all’abbattimento dell’aereo Il-76 nella regione russa di Belgorod.

 

Ministro israeliano accusa il Qatar di proteggere Hamas: sostiene e finanzia il terrorismo

Ministro israeliano accusa il Qatar di proteggere Hamas: sostiene e finanzia il terrorismoRoma, 25 gen. (askanews) – In risposta alla dichiarazione del portavoce del ministero degli Esteri del Qatar Majed Al Ansari, il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra, Bezalel Smotrich, ha accusato Doha di “sostenere e finanziare il terrorismo”.

Al Ansari ha detto che Doha è “sconvolta” dalle presunte osservazioni fatte dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il quale avrebbe affermato che gli sforzi di mediazione del Qatar tra Israele e Hamas – per liberare gli ostaggi israeliani detenuti a Gaza – erano “problematici”.n un post su X, Smotrich ha accusato il Qatar di essere “in gran parte responsabile” dell’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre e ha invitato i paesi occidentali a esercitare maggiori pressioni su di esso per ottenere l’immediato rilascio degli ostaggi. “Il Qatar è un paese che sostiene e finanzia il terrorismo. È il protettore di Hamas ed è in gran parte responsabile del massacro di cittadini israeliani compiuto da Hamas. L’atteggiamento dell’Occidente nei suoi confronti è ipocrita e basato su interessi economici impropri. L’Occidente può e deve esercitare su di esso delle leve molto più forti e ottenere immediatamente la liberazione dei rapiti”.

In Giappone è stato condannato a morte il responsabile dell’incendio negli studi Kyoto Animation

In Giappone è stato condannato a morte il responsabile dell’incendio negli studi Kyoto AnimationRoma, 25 gen. (askanews) – Giovedì un tribunale giapponese ha condannato a morte un uomo di 45 anni per aver appiccato il fuoco al rinomato studio di animazione Kyoto Animation nel 2019, provocando la morte di 36 persone nel peggior omicidio di massa del paese in quasi 20 anni, secondo l’emittente pubblica NHK.

L’imputato, Shinji Aoba, è stato accusato di omicidio e incendio doloso dopo aver detto alla polizia che il suo lavoro era stato plagiato e che aveva usato benzina per dare fuoco allo studio. Giovedì è stato dichiarato colpevole dal tribunale distrettuale di Kyoto. Decine di persone si trovavano all’interno dell’edificio a tre piani al momento dell’incendio, che si è diffuso così rapidamente che molti non hanno avuto il tempo di scappare, ha detto allora la polizia. Tutti i morti erano dipendenti, con almeno altri 32 feriti.

Nella sua sentenza, il giudice Keisuke Masuda che presiede la corte ha definito il crimine di Aoba “veramente atroce e disumano”. La morte delle vittime è stata “troppo seria e tragica”, ha detto Masuda, descrivendo come fiamme e fumo hanno inghiottito lo studio. “L’orrore e il dolore delle vittime che sono morte nello Studio 1, che si è trasformato in un inferno in un istante, o che sono morte in seguito, è indescrivibile”, ha detto il giudice.

In una conferenza stampa del 2019, la polizia ha affermato che Aoba aveva problemi di salute mentale non specificati.

La Corte dell’Aja si pronuncerà domani sulla campagna di Israele a Gaza

La Corte dell’Aja si pronuncerà domani sulla campagna di Israele a GazaRoma, 25 gen. (askanews) – La Corte internazionale di giustizia dell’Aja si pronuncerà venerdì sull’opportunità di adottare misure provvisorie per sospendere temporaneamente la campagna militare israeliana a Gaza, ha affermato la stessa Corte in un comunicato.

Il Sudafrica ha intentato una causa contro Israele presso il tribunale, sostenendo che sta con la sua operazione militare a Gaza si sarebbe reso responsabile dle reato di genocidio a danno dei palestinesi. Israele ha respinto le accuse, definendole “false” e “grossolanamente distorte”. Il Sudafrica ha chiesto alla Corte, che è il principale braccio legale delle Nazioni Unite, di applicare “misure provvisorie” per proteggere i diritti dei palestinesi a Gaza “da una perdita imminente e irreparabile”.

Le misure funzionerebbero come una sorta di ordine restrittivo per impedire che la guerra si intensifichi mentre l’intero caso avanza in tribunale, il che potrebbe richiedere anni. E sebbene le sentenze della Corte siano definitive e vincolanti, in pratica il tribunale non ha alcun modo di applicarle.

Le autorità russe rendono noti i nomi dei morti nello schianto dell’Il-76 a Belgorod

Le autorità russe rendono noti i nomi dei morti nello schianto dell’Il-76 a BelgorodRoma, 25 gen. (askanews) – L’ufficio del governatore e del governo della regione di Orenburg ha pubblicato sul canale Telegram i nomi di tutti i membri dell’equipaggio dell’Il-76 abbattuto dalle forze armate ucraine nella regione di Belgorod. L’elenco dei morti comprende: comandante della nave Bezzubkin; assistente comandante della nave Chmirev; navigatore Vysokin; l’ingegnere di volo Piluev; l’ingegnere di volo Zhitenev; operatore radio di volo Sablinsky. Mercoledì pomeriggio, le forze armate ucraine hanno abbattuto un aereo da trasporto militare Il-76 sopra la regione di Belgorod, che trasportava 65 prigionieri ucraini da scambiare. Oltre a loro a bordo c’erano sei membri dell’equipaggio e tre accompagnatori. Nessuno è sopravvissuto. Il Ministero della Difesa ha sottolineato che Kiev era a conoscenza del trasporto del personale militare ucraino per l’imminente scambio, che avrebbe avuto luogo più tardiámercoledì.In relazione all’incidente aereo, la Russia ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ma la presidenza francese ha accettato di organizzare un incontro solo due giorni dopo.

Biden o Trump, quale politica estera in Usa dopo il 2024

Biden o Trump, quale politica estera in Usa dopo il 2024Roma, 24 gen. (askanews) – Joe Biden e Donald Trump hanno idee opposte sulla politica estera e sulla proiezione americana sullo scenario globale, ma la situazione contingente imporrà anche alcuni elementi di continuità all’indomani del voto presidenziale del 2024.

È quanto è emerso dall’incontro organizzato dal Centro Studi Americani, dal titolo “L’America e la leadership mondiale dopo il voto”, con la giornalista e conduttrice Monica Maggioni, Alessandro Colombo, professore di Relazioni internazionali presso l’Università di Milano, e l’esperto di Medio Oriente dell’Atlantic Council Karim Mezran. Maggioni ha sottolineato come sia difficile prevedere il comportamento della futura Amministrazione “in un momento di altissima disruption globale”: e se le differenze fra i due candidati sono strutturali “non è ancora detto che a giocarsela siano proprio loro: Nikki Haley non ha ancora rinunciato e ci sono i problemi legali di Trump”.

Per Biden tuttavia la difficoltà principale potrebbe trovarsi nell’andare alle urne con i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente ancora aperti: una situazione da cui Trump potrebbe trarre vantaggio poiché “dà risposte semplici a un elettorato al quale non importa molto delle questioni di politica estera”. Colombo da parte sua sottolinea tre temi su cui tutte le ultime Amministrazioni hanno dovuto confrontarsi: “Un problema, e cioè che il ruolo egemonico degli Stati uniti non è più perseguibile e quindi trovare un equilibrio fra risorse e impegni; un dilemma, ovvero in che modo rendere sostenibili gli impegni senza perdere credibilità, come accaduto con i ritiri dall’Iraq e dall’Afghanistan; e una priorità, la Cina”.

E tuttavia, vi sono molte differenze fra i due candidati: una di linguaggio, con Biden che “è convinto della superiorità americana in termini di soft power mentre Trump è completamente disinteressato alla questione”; l’altra sul multilateralismo, di cui Biden è un convinto assertore mentre Trump vuole avere le mani libere. Per Mezran a decidere l’esito delle elezioni saranno soprattutto le questioni economiche; ma mentre Biden difende l’idea di una governance globale, Trump (ma non necessariamente tutto il partito Repubblicano) nega questa possibilità con il suo Make America Great Again.

Anche la politica estera tuttavia conterà qualcosa sullo scenario elettorale: la questione cinese preoccupa i colletti blu mentre il conflitto israelo-palestinese potrebbe aver alienato a Biden il voto di una parte dei giovani e delle minoranze – fattore non trascurabile in quello che si preannuncia un testa a testa. Infine, le conseguenze sull’Europa e in particolare la Difesa europea. Non è detto che con una vittoria di Trump un disimpegno parziale degli Stati Uniti porti a un aumento della coerenza e dell’impegno europei, nota Colombo: anzi, in passato è accaduto esattamente il contrario. L’Europa, alle prese con una maggiore unione politica e militare, deve infatti “decidere in anticipo chi comanda, e questa è una domanda sempre divisiva”; inoltre, i conflitti in corso in Ucraina e Medio Oriente aumenteranno le difficoltà di coesione all’interno dell’Ue: per l’Europa centrale e settentrionale la chiave della sicurezza ora è a Est, mentre per quella meridionale è a sud “ed è difficile avere una politica comune quando si hanno preoccupazioni diverse”. L’incontro fa parte di un ciclo denominato “Road to 2024: L’America si prepara al voto”. Il programma è frutto della collaborazione del Centro con il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Roma Tre, con la Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione di Sapienza Università di Roma, con l’Atlantic Council, con il Centro Studi Geopolitica.info, The Union e con American Chamber of Commerce in Italy.

Migranti, l’Europa dice basta ad elezioni ‘giocate’ sull’odio

Migranti, l’Europa dice basta ad elezioni ‘giocate’ sull’odioRoma, 24 gen. (askanews) – Basta linguaggio d’odio ed elezioni ‘giocate’ sulla strumentalizzazione del tema dei migranti e dell’asilo. Stop a ridurlo solo a questione di sicurezza, con una narrazione che arriva a manifestazioni di “intolleranza” verso difensori dei diritti, funzionari, giornalisti o verso università che sono favorevoli all’accoglienza e all’integrazione. E’ quanto chiede l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, in una risoluzione approvata a larga maggioranza.

I ‘sì’ sono stati 52, sette i ‘no’ e le astensioni nove. Tra i membri italiani, si sono astenuti Simone Billi, Graziano Pizzimenti e Marco Dreosto della Lega, Elisabetta Gardini e Fabio Pietrella di Fdi. A favore del testo si sono espressi Andrea Orlando e Francesco Verducci del Pd, Aurora Floridia e Alessandra Maiorino di M5S ed Elena Bonetti di Azione-Per. Voto di astensione anche di Sandra Zampa (Pd), la quale ha però tenuto a precisare che “intendeva votare a favore” e di aver commesso “purtroppo” un “errore formale”. Le elezioni, si afferma nella risoluzione, “costituiscono momenti strutturanti della democrazia” e “l’Assemblea è preoccupata per l’intensificarsi di un trattamento parziale e distorto dei temi della migrazione e dell’asilo durante le campagne elettorali che legittimano proposte politiche volte a ostacolare l’accesso ai diritti da parte dei migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo, in violazione delle norme” dell’organizzazione internazionale che gode dello status di osservatore Onu e che persegue lo scopo di promuovere la democrazia, i diritti umani, l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali nei Paesi membri.

L’Assemblea, prosegue la risoluzione, “riconosce l’importanza di garantire” opinioni “plurali e anche divergenti” durante le campagne elettorali ma “sottolinea con fermezza che l’incitamento all’odio e le misure discriminatorie non possono costituire un’agenda politica rispettoso dei principi e delle norme del Consiglio d’Europa”. Si invitano quindi i governi degli Stati membri ad attuare la Raccomandazione sulla lotta all’incitamento all’odio e si sottolinea “l’urgenza di un forte attivismo politico per porre fine alla strumentalizzazione del tema della migrazione e dell’asilo a fini elettorali”.

Il tema, per il Consiglio d’Europa, “non può essere ridotto a questioni sicurezza” i “politici e i media” dovrebbero “agire urgentemente” sulla “coesione sociale e sull’ordine pubblico”. “Profonda preoccupazione” viene espressa per “l’aumento della violenza verbale e fisica contro le persone straniere o percepite come tali”. La “banalizzazione è accompagnata da un aumento d’intolleranza verso individui (difensori dei diritti, funzionari eletti, giornalisti) e istituzioni (università, organi di stampa) favorevoli all’accoglienza e all’integrazione dei migranti, dei rifugiati e richiedenti asilo”. Si chiede infine di “sanzionare le manifestazioni di intolleranza che ostacoliano le libertà fondamentali, in particolare quelle di di riunione e associazione, di espressione e stampa, o addirittura attentati all’integrità fisica e morale delle persone”.

Per Mosca lo schianto dell’aereo militare russo è un atto terroristico

Per Mosca lo schianto dell’aereo militare russo è un atto terroristicoMilano, 24 gen. (askanews) – Il Ministero della Difesa russo ha definito lo schianto dell’Il-76 un attacco terroristico. E hanno dato la colpa all’Ucraina. Mosca sostiene che le forze armate ucraine hanno colpito un Il-76 dalla zona di Liptsy, nella regione di Kharkov, utilizzando due missili antiaerei e che a bordo, oltre ai membri dell’equipaggio, c’erano 65 militari ucraini addetti allo scambio e tre militari russi che li accompagnavano. L’equipaggio e tutti i passeggeri dell’aereo sono morti, ha confermato il ministero della Difesa russo.

Ma non è ancora chiara la vicenda, e ancora una volta le fonti non concordano dai rispettivi fronti. Il consigliere del capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina, Mikhail Podolyak, ha detto a Meduza che “i commenti dell’ufficio arriveranno più tardi, dopo che tutti i dati saranno stati chiariti ” Una fonte in Ucraina che ha familiarità con il processo di scambio ha confermato al media russo di opposizione Meduza che oggi era previsto uno scambio di prigionieri. “Sì, lo scambio era previsto oggi. Ma finora non ci sono informazioni che sull’aereo (Il-76 precipitato, ndr) ci fossero prigionieri di guerra. Aspettatevi informazioni dai funzionari ucraini che possano commentare la situazione”, ha detto la fonte. Intanto la direttrice del media russo RT Margarita Simonyan ha pubblicato un elenco di prigionieri di guerra ucraini che presumibilmente erano a bordo dell’Il-76 precipitato. Ma fonti ucraine su Telegram scrivono che alcuni dei prigionieri che compaiono sulla lista sono già stati scambiati in precedenza. Una fonte del media russo Insider, a conoscenza delle procedure di scambio di prigionieri, ha confermato che il personale di scambio è stato “trasportato più volte in aereo” e che quando l’Il-76 si è schiantato, a bordo c’erano soldati delle forze armate ucraine catturati.

“I russi non hanno messo in guardia sui metodi di trasporto. Di solito questo viene concordato in anticipo per consentire un cessate il fuoco”, ha detto la fonte a The Insider.

Mosca: nessuna proposta per dialogo con Kiev in Vaticano

Mosca: nessuna proposta per dialogo con Kiev in VaticanoRoma, 24 gen. (askanews) – Finora la parte russa non ha ricevuto alcuna proposta ufficiale per avviare trattative con Kiev in Vaticano, ha dichiarato mercoledì all’agenzia Ria Novosti l’ambasciatore russo presso la Santa Sede, Ivan Soltanovski.

“Siamo a conoscenza delle notizie periodiche su questo argomento nei media (…), ma la parte russa non ha ricevuto finora alcuna proposta ufficiale per lo svolgimento di tali negoziati. Allo stesso tempo non dubitiamo della sincera aspirazione del pontefice Francesco per raggiungere la pace in Ucraina”, ha detto, commentando la notizia che il Vaticano sta studiando la possibilità di organizzare negoziati russo-ucraini. La Russia mantiene tradizionalmente contatti regolari con il Vaticano, che non sono cessati con l’inizio dell’operazione speciale russa in Ucraina, ha aggiunto Soltanovski, dicendosi sicuro che la Santa Sede conosce molto bene la posizione di Mosca sul conflitto ucraino e la possibilità di risolverlo.

Il Cremlino ha precedentemente affermato che al momento non ci sono i presupposti perché la situazione in Ucraina ritorni su un piano pacifico, oltre a sottolineare che per la Russia una priorità assoluta è il raggiungimento degli obiettivi prefissati prima dell’operazione speciale, che può essere raggiunto attualmente solo con mezzi militari.

Governo argentino: nessun dialogo con promotori sciopero generale

Governo argentino: nessun dialogo con promotori sciopero generaleRoma, 24 gen. (askanews) – Il governo argentino del presidente Javier Milei non intende stabilire un canale negoziale con gli organizzatori del primo sciopero generale affrontato dall’attuale amministrazione, ha detto il portavoce presidenziale Manuel Adorni Mercoledì.

“Non si può dialogare con chi non vuole che il Paese vada avanti”, ha affermato Adorni nella sua consueta conferenza stampa alla Casa Rosada, sede dell’Esecutivo. Pur sostenendo che l’Esecutivo rispetta “il diritto di manifestare, astenersi dal lavoro e lamentarsi di ciò che ritiene opportuno”, ha escluso la possibilità di dialogare con coloro che “cercano di complicare la vita al resto degli argentini, che sono ancora un gruppo minoritario.”

“Che dire di coloro che cercano di fermare il paese e di andare contro ciò che è accaduto alle urne?”, ha detto riguardo alla vittoria del partito al governo nel secondo turno delle elezioni presidenziali del 13 novembre. Per il portavoce presidenziale, lo sciopero generale indetto questo mercoledì dalla Confederazione Generale del Lavoro (CGT) è promosso da “persone che mostrano un lato piuttosto antidemocratico e antirepubblicano quando parlano di” cambiare la situazione.

“In Argentina non si ribalta nulla, tanto meno quello che c’è nel processo parlamentare”, ha aggiunto riferendosi ad un progetto di “legge omnibus”, un’iniziativa di oltre 500 articoli che attribuisce poteri legislativi al presidente e che ha ricevuto parere positivo nelle prime ore del mattino da una seduta plenaria delle Commissioni della Camera dei Deputati. Il governo Milei è “sorpreso dalla rapidità con cui è stato annunciato uno sciopero record nella storia democratica argentina”, a meno di due mesi dall’ingresso in carica del nuovo esecutivo.

In questo senso, lo sciopero generale è “una grande sciocchezza, una complicazione e una perdita di denaro per molti argentini, e va contro ciò che vuole la maggioranza degli argentini”, ha ipotizzato Adorni. REAZIONI DEI MINISTRI Il portavoce ha ricordato nel suo intervento che è in vigore un protocollo antipicchettaggio del Ministero della Sicurezza, il cui capo, Patricia Bullrich, ha già avvertito “che sarà applicato come si dive, garantendo la libera circolazione, con i relativi controlli e impedendo che vengano bloccate le strade”. Il ministro ha sottolineato sui social network che i promotori dello sciopero sono “sindacalisti mafiosi, giudici complici e politici corrotti, tutti che difendono i loro privilegi, resistendo al cambiamento che la società ha deciso democraticamente e che il presidente Javier Milei guida con determinazione”. Allo stesso modo, il ministro degli Esteri, Diana Mondino, ha sottolineato che lo sciopero è stato indetto “dall’oligarchia dei milionari con autoblindo e autisti” e da “falsi rappresentanti dei lavoratori”. “Le cose si ottengono con fatica, non piangendo e scalciando; non ne abbiamo paura”, ha affermato. La CGT ha indetto lo sciopero nazionale respingendo le prime misure del governo, che comprendono il progetto “legge omnibus” e un decreto di necessità e urgenza (DNU) che modifica o abroga 366 leggi per deregolamentare diversi settori dell’economia.