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L’Onu: colpito il centro Unrwa a Khan Younis, ci sono tante vittime

L’Onu: colpito il centro Unrwa a Khan Younis, ci sono tante vittimeRoma, 24 gen. (askanews) – Il direttore dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) nella Striscia di Gaza, Thomas White, ha riferito su X che a Khan Younis, nel sud dell’enclave palestinese, “è stato appena colpito il centro di formazione Unrwa che ospita decine di migliaia di sfollati”.

“Edifici in fiamme e gran numero di vittime – ha aggiunto – l’accesso sicuro al/dal centro è stato negato per due giorni, le persone sono intrappolate”. “Un’ora fa sembra che tre colpi siano finiti all’interno del centro di formazione di Khan Younis che appartiene all’Unrwa”, ha detto ad Al Jazeera un portavoce dell’agenzia Onu, Adnan Abu Hasna, che si trova a Rafah, nell’estremo sud della Striscia di Gaza. Il portavoce ha detto di essere ora impegnato a inviare ambulanze sul posto, in coordinamento con l’esercito israeliano, confermando che l’agenzia Onu non è riuscita a “entrare e uscire dal complesso nelle ultime 48 ore per i carri armati israeliani molto vicini”.

“Abbiamo cercato di coordinare l’uscita degli sfollati, ma purtroppo non ci siamo riusciti nelle ultime 48 ore”, ha proseguito Abu Hasna, sottolineando che non è la prima volta che una struttura dell’Unrwa viene colpita a Gaza, ma “forse è la prima volta che vediamo un incendio così grande”. “La gente urla, piange, chiede aiuto. Speriamo di non trovare tante persone uccise e ferite”, ha concluso.

Tajani: favorevoli a distanziare maggiormente il confine tra Hezbollah e Israele

Tajani: favorevoli a distanziare maggiormente il confine tra Hezbollah e IsraeleRoma, 24 gen. (askanews) – “L’obiettivo” della visita in Medio Oriente “è provocare una de-escalation, la soluzione dei due popoli e due Stati, e sosteniamo con grande impegno la proposta di allargare la distanza tra Hezbollah e Israele, il confine, di 7-8 chilometri per evitare tensioni”. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani al suao arrivo in Libano. Dobbiamo cercare di ottenere una de-escalation “parlando con le autorità di Israele, con i palestinesi, cosa che farò domani, con le autorità libanesi, cercando di raggiungere un accordo terrestre così come è staro raggiunto in mare. E mi pare che sia stato un risultato molto positivo”, ha detto Tajani. “Ora bisogna lavorare in una situazione molto difficile”, però “non bisogna mai rinunciare alla via della diplomazia, mai alla via della pace”, ha aggiunto.

“L’Italia – ha poi detto – è disponibile eventualmente, se dovrà esserci dopo la fine del conflitto una presenza delle Nazioni Unite nella Striscia di Gaza, a inviare uomini e donne in uniforme sotto il comando arabo, che è quello più giusto lì”.

Festival Cristiano, a Sanremo la campagna Senzatomica per il disarmo

Festival Cristiano, a Sanremo la campagna Senzatomica per il disarmoRoma, 24 gen. (askanews) – La campagna Senzatomica per il disarmo, contro la minaccia delle armi nucleari, arriva alla terza edizione del Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2024. Ad annunciarlo è stato il cantautore Fabrizio Venturi, Direttore artistico del Festival, che si terrà a Sanremo dal 7 al 9 febbraio 2024, nel Teatro della Federazione Operaia Sanremese – Fos, in Via Corradi, 47, in concomitanza con il Festival della Canzone Italiana.

“La Pace nel mondo si realizza mediante il disarmo di tutti i popoli” sarà il leit motiv della prossima edizione del Festival, proprio in quanto sarà affrontato anche il tema del disarmo nucleare, che vedrà la presenza della campagna “Senzatomica”. La campagna, promossa dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, già diffusa in tutto il mondo, è rivolta alle persone comuni affinché rifiutino il paradosso della sicurezza fondata sulle armi nucleari e rivendichino il diritto ad un mondo libero da tali armi.

Durante le tre giornate del Festival della Canzone Cristiana, dal 7 al 9 febbraio, verrà allestita nella sua versione compact, la mostra “Senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero dalle armi nucleari” all’esterno del Teatro della Federazione Operaia Sanremese.

Mosca: l’incidente di Belgorod pone dubbi su eventuali accordi con Kiev

Mosca: l’incidente di Belgorod pone dubbi su eventuali accordi con KievRoma, 24 gen. (askanews) – L’incidente dell’Il-76 nella regione russa di Belgorod solleva dubbi sulla possibilità di eventuali accordi con Kiev, ha detto oggi l’inviato speciale del ministero degli Esteri russo Rodion Miroshnik, citato dalla Ria Novosti.

Un aereo da trasporto Il-76 dell’aeronautica russa con 65 prigionieri ucraini a bordo, trasportati per uno scambio, sei membri dell’equipaggio e tre assistenti di bordo, è precipitato nella regione di Belgorod. Tutte le persone a bordo dell’aereo sono morte. Le ragioni di quanto accaduto non sono ancora chiare. Il Ministero della Difesa russo ha solo dichiarato che una commissione delle forze aerospaziali si è recata sul luogo dell’incidente “per stabilire le cause del disastro” mentre dalla Duma russa sono giunte accuse all’Occidente, parlando di missili Usa e tedeschi coinvolti.“Questo sanguinoso incidente solleva una grande domanda sulle possibilità di eventuali accordi, e in qualsiasi formato. Quelle garanzie che (Kiev) dà, se non le ha ancora violate, le violerà sicuramente. E non ci sono dubbi al riguardo”, ha detto Miroshnik su Telegram.

Kiev ha commesso un atto di “folle barbarie”, dimostrando totale disprezzo per la vita umana, ha insistito il funzionario.“La dittatura ucraina li ha sacrificati per dimostrare la ‘sanguinosa essenza della Russia’, ma ha dimostrato la sua natura disumana nazista uccidendo con aria di sfida coloro che presumibilmente ‘combattevano’ per loro e aspettavano così a lungo”, ha osservato Miroshnik.

La responsabilità del crimine ricade su tutti i rappresentanti del regime di Kiev, ha concluso l’inviato del ministero degli Esteri di Mosca. 

Mosca: un aereo russo con 65 prigionieri ucraini si è schiantato a Belgorod

Mosca: un aereo russo con 65 prigionieri ucraini si è schiantato a BelgorodRoma, 24 gen. (askanews) – Un aereo da trasporto russo Il-76 con 65 prigionieri ucraini a bordo si è schiantato oggi nella regione russa di Belgorod, ha riferito il Ministero della Difesa russo citato dalla Ria Novosti.

“Intorno alle 11 un aereo da trasporto Il-76 si è schiantato nella provincia di Belgorod durante un volo di linea”, si legge nella nota. L’entità militare ha indicato che “a bordo c’erano 65 prigionieri delle forze armate ucraine che venivano trasportati nella regione di Belgorod per uno scambio, sei membri dell’equipaggio dell’aereo e tre assistenti”.

Una commissione dell’aeronautica russa si è recata sul luogo dell’incidente per stabilire le cause del disastro”, ha affermato il ministero.

Tajani oggi in Medio Oriente: la soluzione dei due Stati è l’unica strada

Tajani oggi in Medio Oriente: la soluzione dei due Stati è l’unica stradaRoma, 24 gen. (askanews) – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani sarà oggi e domani in missione in Medio Oriente per sostenere “un percorso che porti alla creazione di uno Stato israeliano libero e sicuro e di uno Stato palestinese”, che possano coesistere l’uno al fianco dell’altro in una situazione di pace duratura e sostenibile. “L’unica strada percorribile”, ha ribadito ancora ieri. Il capo della diplomazia italiana farà tappa a Beirut, Tel Aviv, Gerusalemme e Ramallah. “Cercherò di portare messaggi di pace, non è facile ma c’è la volontà del consesso internazionale, del G7 che l’Italia ha l’onore di presiedere, dell’Unione europea”, ha confermato in un intervento ad Avanti Popolo, su Rai 3.

L’Italia continua a lavorare per “scongiurare il rischio di un allargamento del conflitto” e “favorire una de-escalation”. L’obiettivo, secondo quanto si legge in una nota della Farnesina, è “ripristinare al più presto un orizzonte politico verso una soluzione a due Stati, che rappresenta la risposta più efficace alla violenza efferata di Hamas”. Secondo Tajani “si può passare anche per una fase di transizione con la presenza dell’Onu, anche con la presenza italiana” che già partecipa alla missione Unifil in Libano. In questo Paese, Tajani avrà incontri con esponenti di primo piano del Governo libanese e si recherà in visita alla Missione Militare Bilaterale Italiana in Libano (MIBIL), da cui avrà un videocollegamento con il contingente italiano presso la Missione delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL), dove il nostro Paese è presente attualmente con 1.062 soldati. La Missione MIBIL svolge dal 2015 attività di addestramento in favore delle Forze Armate libanesi per accrescerne la capacità di controllo del territorio. Tra gli impegni che il Vicepremier avrà nella giornata di giovedì 25 gennaio, si segnalano incontri al massimo livello con le Autorità israeliane e palestinesi, oltre a quelli con l’omologo israeliano Katz e quello palestinese al-Maliki. Il Ministro Tajani parteciperà inoltre, in qualità di ospite d’onore, alla cerimonia annuale presso lo Yad Vashem, il memoriale della Shoah, in occasione del Giorno della Memoria.

“Sarò allo Yad Vashem per testimoniare che l’Italia è in prima linea, a fianco di Israele, contro l’antisemitismo” ha sottolineato il Vicepremier. “Non possono essere in alcun modo tollerati questi vergognosi rigurgiti di antisemitismo che si stanno diffondendo come conseguenza del conflitto in corso: quest’anno, ancora di più, abbiamo il dovere di contrastarli ovunque, in ogni modo”.

Casa reale svedese scarica cioccolatini Marabou, sanzionati da Kiev

Casa reale svedese scarica cioccolatini Marabou, sanzionati da KievMilano, 24 gen. (askanews) – Un terremoto di ciccolato a Stoccolma: la casa reale svedese ha “scaricato” la marca Marabou come fornitore di corte. In una e-mail alla TT News Agency, la casa reale conferma che il contratto di forniture non è stato rinnovato.

I cioccolatini Marabou sono finiti alla ribalta l’anno scorso quando la società proprietaria, Mondelez International, è stata inserita nella lista nera dalle autorità ucraine, in seguito alla sua decisione di rimanere in Russia. I boicottaggi scandinavi al marchio storico svedese erano iniziati ben prima, a partire dalla compagnia aerea SAS, e sono proseguiti non soltanto in Svezia ma anche in Norvegia. La reazione negativa è scaturita dalla decisione dell’Agenzia nazionale ucraina per la prevenzione della corruzione di indicare Mondelez come “sponsor internazionale della guerra”.

Un certo numero di negozi e aziende hanno smesso di vendere il cioccolato Marabou e anche le forze di difesa svedesi hanno scelto di boicottare Mondelez. La società possiede anche Freia, altro marchio storico, ma di Olso, che è stata boicottata da diversi atleti in Norvegia.

Usa2024, Trump non stravince in New Hamsphire e Haley non molla

Usa2024, Trump non stravince in New Hamsphire e Haley non mollaRoma, 24 gen. (askanews) – Donald Trump ha vinto le primarie repubblicane in New Hampshire, in un duello con Nikki Haley che lo proietta verso una nuova nomination repubblicana per la Casa Bianca. La sfidante però non molla. L’ex governatrice del South Carolina guarda alle primarie nello Stato da lei guidato dal 2011 al 2017, in calendario il 24 febbraio, come una chance di rilancio. I media americani e diversi analisti fanno notare che sarà l’ultima occasione e che i candidati non in carica e vincenti in Iowa e New Hampshire, nella storia elettorale americana, hanno sempre vinto la nomination per la Casa Bianca. Come sintetizza Cnn: Nikki Haley sta combattendo contro la storia. Intanto il team elettorale di Joe Biden si mobilita per un nuovo duello con il tycoon, il prossimo novembre.

Nel New Hampshire Trump ha vinto ma avrebbe voluto vincere di più: è arrivato al 54,% dei voti secondo gli ultimi dati aggiornati dal New York Times – ma i commenti dopo i risultati hanno lasciato trasparire un certo disappunto. L’ex presidente ha definito Haley “un impostore” accusandola di avere rivendicato la vittoria malgrado sia andata “molto male”. In realtà l’ex governatrice ha ottenuto un risultato migliore rispetto a diverse previsioni, distaccata da Trump di ‘soli’ 11 punti percentuali (ha ottenuto il 43,1%). Nella notte ha parlato molto presto, quando i primi risultati erano per lei più favorevoli, come previsto, in quanto in arrivo dai principali centri urbani. Il messaggio implicito è: niente di inatteso stanotte, vediamo tra un mese in South Carolina. Trump è apparso molto irritato e ha invitato due ex aspiranti candidati alla presidenza – l’imprenditore Vivek Ramaswamy e il senatore della Carolina del Sud Tim Scott ad attaccare Haley dal palco post-primarie. “Stanotte abbiamo visto America first sconfiggere America last”, ha scandito il businessman, giocando sullo slogan trumpiano “Prima l’America”. Niente di nuovo.

Insomma Trump avrebbe voluto un risultato più netto, per considerare chiusa la questione del candidato repubblicano alle presidenziali di novembre. Come ha commentato Julie Chavez Rodriguez, manager della campagna di Biden, l’ex presidente repubblicano “non ha affatto chiuso” la nomination. “La corsa non è per niente finita, ci sono ancora decine di Stati”, ha affermato da parte sua Haley. Haley non parteciperà ai caucus del Nevada l’8 febbraio (parteciperà invece alle primarie dello stato, il che non le porterà a vincere alcun delegato). La sfida probabilmente decisiva sarà in Carolina del Sud, ma nei prossimi giorni, fa notare Cnn, probabilmente si ritroverà sotto grande pressione sull’opportunità di restare in gara. La sua campagna ha comunque annunciato la decisione di investire 4 milioni di dollari per spot tv nella Carolina del Sud.

Haley ha usato il suo discorso nella notte per martellare sui punti deboli di Trump, definendolo il candidato ideale dei democratici, “l’unico repubblicano del Paese che Joe Biden può sconfiggere”. Perché se l’ex presidente è in forte vantaggio nelle primarie Gop, i sondaggi indicano che la sfidante farebbe meglio in un ipotetico confronto elettorale con Biden. “Il primo partito a mandare in pensione il suo candidato ottantenne sarà il partito che vincerà queste elezioni”, ha detto ieri sera, senza dimenticare di sottolineare l’età dei due probabili sfidanti di novembre: Trump compirà 78 anni il giorno delle elezioni di novembre e Biden avrà 81 anni. Nel New Hampshire, riferiscono i media Usa, Haley ha ottenuto il voto del 29% dell’elettorato che si è identificato come moderato con un margine di 3 a 1. La campagna di Biden, nel frattempo, si sta preparando per un inizio anticipato delle elezioni generali, spostando due assistenti senior dalla Casa Bianca alla sua campagna. Jen O’Malley Dillon, che è stata responsabile della campagna di Biden del 2020, è pronta a passare al ruolo di presidente della campagna dell’inquilino della Casa Bianca, mentre Mike Donilon, guru di lunga data della messaggistica di Biden, sarà chief strategist.

Usa2024, Trump vince primarie New Hampshire. Haley: ‘Non è finita’

Usa2024, Trump vince primarie New Hampshire. Haley: ‘Non è finita’Roma, 24 gen. (askanews) – Donald Trump si aggiudica le primarie repubblicane in New Hampshire. Tutti i media Usa gli hanno attribuito la vittoria sulla base delle proiezioni quando lo spoglio era arrivato a poco meno del 20% dei voti e gli attribuiva il 54,7% contro il 43,8% ottenuto dalla ex governatrice del Sud Carolina Nikki Haley.

Secondo la Cnn questa vittoria, dopo quella in Iowa, spiana la strada a Trump per la terza candidatura consecutiva alla Casa Bianca. Non è d’accordo Haley che parlando ai suoi sostenitori ha prima concesso la tornata al suo avversario: “Volevo congratularmi con Donald Trump per la sua vittoria, se l’è guadagnata e ne voglio dare atto”. Ma poi ha precisato che quella di Trump “è una vittoria anche per Biden” e che “la corsa è lungi dall’essere finita. Ci sono ancora molti stati e il prossimo è la mia Sud Carolina. Io sono una combattente”.

Ma la situazione per la rivale di Trump può complicarsi in vista del prossimo appuntamento con le primarie di fine febbraio se alla fine si dovesse materializzate un distacco a doppia cifra. Sprezzante in commento di Trump sui social: “Haley ha detto che avrebbe vinto in New Hampshire. Non lo ha fatto!!! Delirante!!!”. Poi posta alcuni sondaggi che lo danno in vantaggio sia su Biden che su Haley. Mentre i suoi sostenitori già chiedono a Haley di tirarsi fuori dalla corsa per la candiatura repubblicana.

Da segnalare anche la vittoria “simbolica” di Joe Biden alle primarie democratiche in New Hampshire alle quali il presidente Usa in carica non ha formalmente partecipato. Biden è infatti risultato primo come candidato “write in” cioè votato come preferenza non prestampata sulla scheda elettorale. Le primarie dem in New Hampshire si sono infatti tenute fuori dal calendario del partito democratico e quindi Biden non avrà delegati.

M.O, attacchi aerei Usa contro milizie filoiraniane in Iraq

M.O, attacchi aerei Usa contro milizie filoiraniane in IraqRoma, 23 gen. (askanews) – Gli Stati Uniti hanno condotto una serie di attacchi aerei contro milizie filoiraniane in territorio iracheno in riposta a “ripetuti attacchi” contro le forze americane.

Gli attacchi hanno colpito tre infrastrutture utilizzate dai gruppi filoiraniani in Iraq per lo stoccaggio di razzi e missili e per l’addestramento dei miliziani. Si tratta, ha spiegato il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin di “una risposta diretta ad un’escalation di attacchi contro il personale statunitense e della coalizione in Iraq e Siria”.

“Il Presidente e io – ha aggiunto – non esiteremo a intraprendere le azioni necessarie per difendere i nostri interessi. Non vogliamo intensificare il conflitto nella regione. Ma siamo pienamente preparati ad adottare ulteriori misure per proteggere il nostro personale e le nostre strutture. Chiediamo a questi gruppi e ai loro sponsor iraniani di cessare immediatamente questi attacchi”.