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L’Iran: non allarghiamo la guerra, ma colpiremo più forte chi ci attacca

L’Iran: non allarghiamo la guerra, ma colpiremo più forte chi ci attaccaRoma, 16 apr. (askanews) – Il portavoce delle Forze armate iraniane ha scritto sulla piattaforma di social media X (ex Twitter) che la Repubblica islamica “non cerca di espandere la guerra, ma taglieremo ogni mano che attacca il nostro Paese”. Lo riporta il sito online del quotidiano israeliano Haaretz, secondo la traduzione del post originale in arabo.


Secondo il post tradotto da Haaretz, “qualsiasi aggressione da parte di Israele o dei suoi sostenitori sarà accolta con una risposta più forte di prima”.

Ue, la sconfitta di von der Leyen: salta la nomina di Pieper come inviato per le Pmi

Ue, la sconfitta di von der Leyen: salta la nomina di Pieper come inviato per le PmiRoma, 16 apr. (askanews) – Ha rinunciato all’incarico Markus Pieper, l’eurodeputato della Cdu tedesca (Ppe)che era stato oggetto di una controversa nomina come “inviato” dell’Ue per le piccole e medie imprese (Pmi) in seno alla Commissione europea, fortemente voluta dalla presidente Ursula von der Leyen (anche lei della Cdu).


Pieper, che aveva già firmato il suo contratto per quattro anni con la Commissione il 31 marzo scorso, il giorno di Pasqua, ha annunciato, con alcune dichiarazioni al quotidiano tedesco Handelsblatt, di aver cambiato idea, dopo le forti critiche registrate nel Parlamento europeo e all’interno della stessa Commissione contro la sua nomina. Secondo quanto riportato in una dichiarazione del suo portavoce capo, Eric Mamer, diffusa ieri in serata a Bruxelles, von der Leyen “si rammarica, ma rispetta la decisione di Markus Pieper di non assumere il suo incarico di inviato per le Pmi il 16 aprile, come previsto”.


La presidente della Commissione ha sottolineato che “Markus Pieper è un comprovato esperto di Pmi e aveva prevalso in un processo di selezione in più fasi” per ottenere la nomina. Von der Leyen ha puntualizzato poi che “l’autonomia di ciascuna istituzione dell’Ue nella nomina dei propri alti funzionari deve essere rispettata”. Infine, la presidente della Commissione, riferisce Mamer, “ha deciso di sospendere la riapertura delle procedure di selezione per il posto di Rappresentante per le Pmi fino a dopo le elezioni europee”. La vicenda della strana nomina di Pieper era stata denunciata per la prima volta il 22 febbraio dal “Mattinale europeo” del giornalista italiano David Carretta (corrispondente a Bruxelles di Radio Radicale), come un caso di conflitto d’interesse, favoritismo politico e abuso di potere in seno alla Commissione europea da parte di Ursula von der Leyen e del suo gabinetto. Nelle ultime settimane aveva ricevuto una forte attenzione dalla stampa europea, che aveva ribattezzato il caso “Piepergate”, visto anche come uno dei possibili ostacolo alla riconferma di von der Leyen.


La decisione della nomina era stata presa dal commissario al Bilancio, Johannes Hahn, in accordo con il gabinetto della presidente von der Leyen, ma con la semplice “consultazione” del gabinetto del commissario all’Industria e al Mercato Interno, Thierry Breton (che ha la responsabilità primaria per le Pmi), e senza che lui fosse presente il giorno della decisione. La scelta di Pieper da parte della Commissione era stata compiuta alla vigilia della decisione della Cdu di proporre Ursula von der Leyen come “candidata di punta” del Ppe per la sua conferma alla guida dell’Esecutivo comunitario dopo le elezioni europee di giugno (da qui il possibile conflitto d’interesse denunciato dalla stampa).


Inoltre, dopo che quattro commissari (Paolo Gentiloni, Thierry Breton, Nicolas Schmit e l’Alto Rappresentante Josep Borrell) avevano chiesto una discussione interna alla Commissione sul metodo usato per la selezione di Piper, la plenaria del Parlamento europeo aveva approvato a larga maggioranza, l’11 aprile a Bruxelles, un emendamento presentato dai Verdi alla risoluzione sul “discarico di bilancio” in cui invitava la Commissione a revocare la nomina. L’emendamento era stato approvato con 382 voti a favore, 144 contrari e 80 astensioni. Il Parlamento europeo, si legge nell’emendamento, “prende atto della creazione di un posto di rappresentante Ue per le Pmi” e “della successiva assunzione” di Markus Pieper in questa funzione, e “si rammarica che numerosi organi di informazione abbiano riferito che il candidato prescelto sia stato infine nominato sebbene, nelle valutazioni di assunzione, le sue qualifiche fossero risultate inferiori rispetto alle due restanti candidate provenienti da Stati membri sottorappresentati, il che – spiega il testo approvato – mette in dubbio l’effettiva considerazione dei principi del merito, del genere e dell’equilibrio geografico”. Il Parlamento europeo, continua l’emendamento “osserva con preoccupazione che il candidato prescelto è un deputato uscente del partito politico tedesco della Presidente von der Leyen”; e “invita la Commissione a porre rimedio alla situazione revocando la nomina e avviando un processo realmente trasparente e aperto per la selezione del rappresentante Ue per le Pmi”. Contro l’emendamento aveva votato compatto solo il gruppo del Ppe (copresi gli eurodeputati di Fi); a favore, altrettanto compatti, quasi tutti gli altri gruppi (compreso quello di estrema destra Id, di cui fa parte la Lega); spaccato il gruppo dei Conservatori (Ecr), in cui si è astenuta la grande maggioranza degli eurodeputati, compresi gli italiani di Fdi, mentre otto di essi hanno votato a favore e uno contro.

Ue, von der Leyen sconfitta su nomina Pieper come inviato per le Pmi

Ue, von der Leyen sconfitta su nomina Pieper come inviato per le PmiBruxelles, 16 apr. (askanews) – Rinuncia all’incarico Markus Pieper, l’eurodeputato della Cdu tedesca (Ppe)che era stato oggetto di una controversa nomina come “inviato” dell’Ue per le piccole e medie imprese (Pmi) in seno alla Commissione europea, fortemente voluta dalla presidente Ursula von der Leyen (anche lei della Cdu).


Pieper, che aveva già firmato il suo contratto per quattro anni con la Commissione il 31 marzo scorso, il giorno di Pasqua, ha annunciato oggi, con alcune dichiarazioni al quotidiano tedesco Handelsblatt, di aver cambiato idea, dopo le forti critiche registrate nel Parlamento europeo e all’interno della stessa Commissione contro la sua nomina. Secondo quanto riportato in una dichiarazione del suo portavoce capo, Eric Mamer, diffusa in serata a Bruxelles, von der Leyen “si rammarica, ma rispetta la decisione di Markus Pieper di non assumere il suo incarico di inviato per le Pmi il 16 aprile, come previsto”.


La presidente della Commissione sottolinea che “Markus Pieper è un comprovato esperto di Pmi e aveva prevalso in un processo di selezione in più fasi” per ottenere la nomina. Von der Leyen puntualizza poi che “l’autonomia di ciascuna istituzione dell’Ue nella nomina dei propri alti funzionari deve essere rispettata”. Infine, la presidente della Commissione, riferisce Mamer, “ha deciso di sospendere la riapertura delle procedure di selezione per il posto di Rappresentante per le Pmi fino a dopo le elezioni europee”.


La vicenda della strana nomina di Pieper era stata denunciata per la prima volta il 22 febbraio dal “Mattinale europeo” del giornalista italiano David Carretta (corrispondente a Bruxelles di Radio Radicale), come un caso di conflitto d’interesse, favoritismo politico e abuso di potere in seno alla Commissione europea da parte di Ursula von der Leyen e del suo gabinetto. Nelle ultime settimane aveva ricevuto una forte attenzione dalla stampa europea, che aveva ribattezzato il caso “Piepergate”, visto anche come uno dei possibili ostacoli alla riconferma di von der Leyen. La decisione della nomina era stata presa dal commissario al Bilancio, Johannes Hahn, in accordo con il gabinetto della presidente von der Leyen, ma con la semplice “consultazione” del gabinetto del commissario all’Industria e al Mercato Interno, Thierry Breton (che ha la responsabilità primaria per le Pmi), e senza che lui fosse presente il giorno della decisione.


La scelta di Pieper da parte della Commissione era stata compiuta alla vigilia della decisione della Cdu di proporre Ursula von der Leyen come “candidata di punta” del Ppe per la sua conferma alla guida dell’Esecutivo comunitario dopo le elezioni europee di giugno (da qui il possibile conflitto d’interesse denunciato dalla stampa). Inoltre, dopo che quattro commissari (Paolo Gentiloni, Thierry Breton, Nicolas Schmit e l’Alto Rappresentante Josep Borrell) avevano chiesto una discussione interna alla Commissione sul metodo usato per la selezione di Piper, la plenaria del Parlamento europeo aveva approvato a larga maggioranza, l’11 aprile a Bruxelles, un emendamento presentato dai Verdi alla risoluzione sul “discarico di bilancio” in cui invitava la Commissione a revocare la nomina. L’emendamento era stato approvato con 382 voti a favore, 144 contrari e 80 astensioni. Il Parlamento europeo, si legge nell’emendamento, “prende atto della creazione di un posto di rappresentante Ue per le Pmi” e “della successiva assunzione” di Markus Pieper in questa funzione, e “si rammarica che numerosi organi di informazione abbiano riferito che il candidato prescelto sia stato infine nominato sebbene, nelle valutazioni di assunzione, le sue qualifiche fossero risultate inferiori rispetto alle due restanti candidate provenienti da Stati membri sottorappresentati, il che – spiega il testo approvato – mette in dubbio l’effettiva considerazione dei principi del merito, del genere e dell’equilibrio geografico”. Il Parlamento europeo, continua l’emendamento “osserva con preoccupazione che il candidato prescelto è un deputato uscente del partito politico tedesco della Presidente von der Leyen”; e “invita la Commissione a porre rimedio alla situazione revocando la nomina e avviando un processo realmente trasparente e aperto per la selezione del rappresentante Ue per le Pmi”. Contro l’emendamento aveva votato compatto solo il gruppo del Ppe (compresi gli eurodeputati di Fi); a favore, altrettanto compatti, quasi tutti gli altri gruppi (compreso quello di estrema destra Id, di cui fa parte la Lega); spaccato il gruppo dei Conservatori (Ecr), in cui si è astenuta la grande maggioranza degli eurodeputati, compresi gli italiani di Fdi, mentre otto di essi hanno votato a favore e uno contro.

La Casa Bianca è “fiduciosa” che Netanyahu non voglia la guerra con l’Iran

La Casa Bianca è “fiduciosa” che Netanyahu non voglia la guerra con l’IranRoma, 15 apr. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiarito pubblicamente e privatamente, nel suo colloquio con il primo ministro Benjamin Netanyahu, che non vuole vedere un conflitto regionale: lo ha affermato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby. “Di certo non sta cercando una guerra con l’Iran e sono fiducioso che il primo ministro Netanyahu sia consapevole delle preoccupazioni del presidente”, ha detto Kirby durante un briefing con la stampa.

M.O., Tajani: esortiamo tutte le parti a dare prova di moderazione

M.O., Tajani: esortiamo tutte le parti a dare prova di moderazioneRoma, 15 apr. (askanews) – “E’ positivo che l’Iran consideri esaurita la propria risposta all’attacco israeliano contro la cancelleria consolare iraniana in Siria. Occorre ora evitare una ulteriore esclation e un’estensione del conflitto. Il governo italiano lavora per la pace. Esortiamo tutti a dare prova di moderazione”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nell’audizione le Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato.


“Servono dialogo e senso di responsabilità. Stiamo tenendo una fitta rete contatti con i paesi del G7, dell’Unione europea, della Nato e con i principali partner regionali proprio per favorire la de-escalation”, ha aggiunto il titolare della Farnesina. Nel corso dell’audizione il ministro ha sottolineato che “quello di sabato notte è il primo attacco che l’Iran sferra direttamente contro lo stato di Israele, un passaggio delicato che rischia di alimentare nuove reazioni, ma dobbiamo continuare a lavorare per fermare la spirale di violenza”.

Il capo Stato maggiore Idf: l’attacco dell’Iran “avrà risposta”

Il capo Stato maggiore Idf: l’attacco dell’Iran “avrà risposta”Roma, 15 apr. (askanews) – L’attacco iraniano contro Israele “avrà una risposta”. Lo ha detto il capo di Stato maggiore dell’Idf, generale Herzi Halevi, dalla base aerea di Nevatim.


“L’Iran voleva danneggiare le capacità strategiche dello Stato di Israele, cosa che non era mai successa prima. Eravamo preparati per l’operazione ‘Iron Shield’ – preparazione che ha portato l’Iran a dover fare i conti anche con la superiorità aerea”, ha detto. “Lunedì scorso abbiamo visto quello che era stato organizzato e pensiamo che lo Stato di Israele sia molto forte e sappia affrontarlo da solo, ma con una minaccia così lontana, siamo sempre felici di avere gli Stati Uniti con noi”, ha aggiunto Halevi.


“Stiamo guardando avanti, stiamo valutando i nostri passi, e questo lancio di così tanti missili, missili da crociera e Uav nel territorio dello Stato di Israele riceverà una risposta”, ha proseguito Halevi. La base di Nevatim è stata colpita dall’attacco iraniano e l’Idf ha segnalato lievi danni alle infrastrutture.


Il nome dell’operazione dell’Idf per contrastare l’attacco iraniano è stata denominata “Iron Shield”, hanno informato i militari.

Nethanyahu: colpire obiettivi iraniani significativi senza fare vittime

Nethanyahu: colpire obiettivi iraniani significativi senza fare vittimeRoma, 15 apr. (askanews) – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto alle Forze di difesa israeliane (IDF) di elencare possibili obiettivi in Iran per inviare un “messaggio” a Teheran senza causare vittime, ha riferito lunedì il Washington Post. Le potenziali opzioni includono un attacco informatico o un attacco a una struttura a Teheran, ha detto un funzionario al Washington Post a condizione di anonimato. Secondo il giornale, Israele vuole rispondere in un modo che non faccia arrabbiare i suoi alleati né mini le opportunità di costruire un’alleanza contro l’Iran. Sabato notte, il Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane ha lanciato oltre 300 droni e missili contro Israele nel suo primo attacco diretto in assoluto sul territorio israeliano, ha detto l’IDF. L’attacco è arrivato in risposta all’attacco aereo israeliano sul consolato iraniano nella capitale siriana all’inizio di aprile. Il portavoce dell’IDF Daniel Hagari ha detto che Israele ha intercettato il 99% degli obiettivi aerei lanciati dall’Iran, compresi tutti i droni.

Israele vuole rispondere all’attacco dell’Iran

Israele vuole rispondere all’attacco dell’IranRoma, 15 apr. (askanews) – Il gabinetto di guerra israeliano ha concluso la riunione prevista per discutere la risposta di Israele all’attacco dell’Iran. Channel 12 riporta che sono state discusse diverse opzioni, ognuna delle quali rappresenta una ritorsione “dolorosa” contro l’Iran, ma che non sono in misura da scatenare una guerra regionale. Il governo di guerra mira anche a scegliere una risposta che non venga bloccata dagli Stati Uniti, riferisce sempre l’emittente.


Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha detto ieri al capo del Pentagono, Lloyd Austin, che Israele non ha altra scelta se non quella di rispondere all’attacco senza precedenti lanciato dall’Iran durante il fine settimana. E’ quanto riporta oggi Axios citando un funzionario americano e un’altra fonte informata sul contenuto del colloquio telefonico. Secondo il resoconto delle fonti, Gallant ha detto ad Austin che Israele non può permettere che vengano lanciati missili balistici contro il proprio territorio senza che ci sia una risposta, mentre Austin ha ribadito quanto detto sabato scorso dal presidente Joe Biden al premier Benjamin Netanyahu sulla necessità di fare tutto il possibile per evitare un’ulteriore escalation. Biden ha anche affermato che gli Stati Uniti non sosterranno alcun contrattacco israeliano, ha ricordato Axios.

La Cnn: Israele ha rinviato l’operazione di terra a Rafah

La Cnn: Israele ha rinviato l’operazione di terra a RafahRoma, 15 apr. (askanews) – Israele avrebbe dovuto lanciare questa settimana le prime iniziative in vista di un’offensiva di terra a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, ma l’attacco iraniano lo ha spinto a rinviare ogni operazione. Lo hanno detto alla Cnn due fonti israeliane, precisando che per oggi era previsto il lancio di volantini in alcune zone della città.


Una fonte ha affermato che le autorità israeliane rimangono comunque determinate a lanciare l’offensiva di terra nell’area di Rafah, dove ha trovato rifugio oltre un milione di persone.

L’Iran ha fermato la nave mercantile “israeliana” Msc Aries

L’Iran ha fermato la nave mercantile “israeliana” Msc AriesRoma, 15 apr. (askanews) – L’Iran ha fermato e messo sotto sequestro la nave mercantile israeliana MSC Aries per aver violato il diritto marittimo, lo ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanaani.


“Questa nave appartiene a Israele. L’Iran è costantemente impegnato a creare un ambiente di navigazione sicuro nello Stretto di Hormuz e nel Golfo Persico, ma a causa della violazione del diritto marittimo da parte di questa nave (…) è stata portata nelle acque territoriali dell’Iran “, ha detto il portavoce, citato dall’agenzia Tasnim. Sabato mattina, i media iraniani hanno riferito che unità del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) hanno sequestrato una nave mercantile battente bandiera portoghese nelle acque dello Stretto di Hormuz.


Secondo l’agenzia di stampa IRNA, la nave portacontainer, denominata MSC Aries, è stata intercettata dalle forze speciali marittime dell’IRGC che hanno effettuato un’operazione ed evacuato il personale che si trovava sul ponte della nave. La portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson, ha dichiarato che l’equipaggio della nave era composto da cittadini di India, Filippine, Pakistan, Russia ed Estonia.