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La Russia replica a Israele: da voi nessuna condanna degli attacchi ucraini

La Russia replica a Israele: da voi nessuna condanna degli attacchi ucrainiRoma, 14 apr. (askanews) – Israele non ha mai condannato gli attacchi ucraini contro la Russia. Lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ricordandolo polemicamente all’ambasciatrice israeliana in Russia, Simona Halperin.


Oggi Halperin ha dichiarato a Ria Novosti che lo stato ebraico si aspettava che la Russia condannasse l’attacco massiccio dell’Iran contro Israele. “Simona, per favore mi ricordi quando Israele ha condannato almeno uno degli attacchi del regime di Kiev contro le regioni russe? Non te lo ricordi? Al contrario, ricordo dichiarazioni regolari di funzionari israeliani che sostengono le azioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky”, ha scritto Zakharova su Telegram.

La Francia raccomanda ai connazionali in Iran di lasciare Paese

La Francia raccomanda ai connazionali in Iran di lasciare PaeseRoma, 14 apr. (askanews) – “In considerazione della nuova fase raggiunta nella notte dall’Iran e del rischio di un’escalation militare, l’ambasciata di Francia raccomanda ai francesi residenti in Iran e in grado di farlo, in caso di ripresa del traffico aereo internazionale, di lasciare temporaneamente il Paese”. Lo ha dichiarato il Quai d’Orsay in un comunicato pubblicato sul suo sito web.


A tal fine è stata predisposta una linea telefonica diretta presso l’ambasciata di Francia in Iran (+98 21 6409 4900). “Si consiglia inoltre ai cittadini francesi di astenersi dal recarsi in Iran, Libano, Israele e Territori palestinesi”, ha aggiunto il ministero degli Esteri di Parigi. 

L’ambasciatrice israeliana a Mosca: ci aspettiamo che Mosca condanni l’attacco missilistico dell’Iran

L’ambasciatrice israeliana a Mosca: ci aspettiamo che Mosca condanni l’attacco missilistico dell’IranRoma, 14 apr. (askanews) – Israele si aspetta che la Russia condanni il massiccio attacco missilistico dell’Iran contro lo stato ebraico. Lo ha dichiarato a Ria Novosti l’ambasciatrice israeliana a Mosca, Simona Halperin.


“Ci aspettiamo che i nostri colleghi russi condannino l’attacco senza precedenti dell’Iran contro il territorio israeliano e che la Russia si opponga ai tentativi dell’Iran di destabilizzare la regione”, ha dichiarato.Halperin ha osservato che “i colleghi russi sono ben consapevoli della natura dell’attacco iraniano”, anche perché “grazie alle moderne tecnologie, tutti hanno potuto seguire ciò che stava accadendo online”. “I diplomatici israeliani sono in costante contatto con i loro colleghi russi, sia a Mosca sia a Gerusalemme. Manteniamo un dialogo costruttivo e ci scambiamo costantemente opinioni sulla situazione attuale”, ha risposto l’ambasciatore alla domanda se siano previsti contatti tra i due Paesi nel prossimo futuro dopo l’attacco iraniano.


In precedenza, il ministero degli Esteri russo ha espresso “estrema preoccupazione” per un’altra pericolosa escalation in Medio Oriente e ha esortato le parti a dar prova di moderazione dopo il massiccio attacco di droni e missili dell’Iran contro Israele.L’organo diplomatico ha inoltre ricordato che Mosca ha condannato con fermezza l’attacco israeliano al consolato iraniano a Damasco.


L’Iran ha lanciato ieri un massiccio attacco con droni e missili contro Israele come rappresaglia per il bombardamento del consolato iraniano a Damasco. 

L’Iran ha convocato gli ambasciatori di Francia, Gb e Germania

L’Iran ha convocato gli ambasciatori di Francia, Gb e GermaniaRoma, 14 apr. (askanews) – Il ministero degli Esteri iraniano ha convocato gli ambasciatori di Gran Bretagna, Francia e Germania a Teheran: lo riferisce la TV di stato iraniana, citata dall’agenzia Reuters. Questi Paesi sono accusati dalla Repubblica islamica di avere agito per aiutare Israele a respingere l’attacco iraniano di questa notte. Secondo quanto riferito, il ministero degli Esteri iraniano ha convocato gli ambasciatori di Regno Unito, Francia e Germania per mettere in discussione quella che ha definito la loro “posizione irresponsabile” riguardo agli attacchi di ritorsione di Teheran contro Israele.

Israele studia la risposta da dare all’Iran, la diplomazia lavora a una de-escalation

Israele studia la risposta da dare all’Iran, la diplomazia lavora a una de-escalationRoma, 14 apr. (askanews) – Israele deciderà oggi come rispondere all’attacco iraniano di questa notte, neutralizzato con grande efficaccia dal suo sistema di difesa aerea. Il gabinetto di guerra israeliano è stato convocato per le 15:30 locali, le 14:30 in Italia: in quella sede sarà decisa la strategia dello Stato ebraico. L’Iran da parte sua considera “conclusa” la questione: l’operazione “Vera Promessa”, con circa 300 tra droni e missili da crociera lanciati dall’Iran, dallo Yemen e dal Libano, è stata un attacco dimostrativo non tanto nelle proporzioni, quanto negli esiti. I rischi legati all’offensiva sono stati contenuti da Israele: “il 99% delle minacce” al territorio israeliano è stato neutralizzato, anche grazie al contributo di Stati Uniti, Regno Unito e Francia, con cui le autorità politiche e militari israeliane sono rimaste in “stretto contatto” per tutte queste ore. Una base militare a Nafatim ha riportato lievi danni, senza impedirne il normale funzionamento. Una bambina ha riportato ferite da schegge, mentre dormiva in casa.


“Abbiamo intercettato. Abbiamo bloccato. Insieme vinceremo”, ha scritto il premier Benjamin Netanyahu su X, nella sua prima reazione all’attacco. “Sono state una notte e una mattinata lunghe, ma una cosa è chiara. Siamo forti, risoluti e non ci arrenderemo mai al terrorismo. Coloro che danneggiano il popolo israeliano ne pagheranno il prezzo”, ha precisato invece il ministero degli Esteri israeliano in una nota, mentre l’ufficio del primo ministro e il Mossad hanno confermato l’intenzione di proseguire la guerra contro Hamas a Gaza, dopo il rifiuto del movimento estremista palestinese dell’ultima proposta di cessate il fuoco temporaneo e di scambio di prigionieri. Una posizione, secondo Israele, che dimostra il disinteresse del leader di Hamas Yahya Sinwar per “un accordo umanitario e il ritorno degli ostaggi”. Sinwar continuerebbe piuttosto ad “approfittare delle tensioni con l’Iran per cercare di unire i teatri e realizzare un’escalation generale nella regione”. Il movimento palestinese, d’altro canto, ha difeso l’attacco iraniano a Israele. “Noi di Hamas consideriamo l’operazione militare condotta dalla Repubblica islamica dell’Iran un diritto naturale e una meritata risposta al crimine di aver preso di mira il consolato iraniano a Damasco e all’assassinio di diversi leader delle Guardie rivoluzionarie”, ha affermato il gruppo in una nota. L’Iran, da parte sua, ha avvertito che risponderà con maggiore forza se Israele reagirà agli attacchi di questa notte, che secondo Teheran hanno rappresentato una risposta al raid israeliano di inizio aprile contro un edificio del consolato iraniano a Damasco, in Siria. “Se il regime israeliano dovesse compiere nuovamente un’aggressione militare, la risposta dell’Iran sarebbe sicuramente e decisamente più forte e risoluta”, ha dichiarato in una nota l’ambasciatore iraniano e rappresentante permanente presso le Nazioni Unite, Amir Saeid Iravani. Mentre il capo di Stato Maggiore iraniano Sardar Bagheri, che considera “conclusa” l’operazione dei pasdaran, ha confermato che l’Iran ha inviato un messaggio agli Stati Uniti attraverso l’ambasciata svizzera: se Washington collaborerà con Israele in possibili azioni future contro la Repubblica islamica, le basi statunitensi “non avranno alcuna sicurezza” e saranno “trattate” come obiettivo da colpire. Minacce analoghe sono state indirizzate da Teheran anche alla Giordania, sospettata di avere contribuito con Stati Uniti, Regno Unito e Francia alla difesa di Israele. Mentre la televisione di Stato iraniana ha dato notizia della convocazione al ministero degli Esteri di Teheran degli ambasciatori britannico, francese e tedesco, per rimostranze sul presunto ruolo nella difesa di Israele, l’agenzia semiufficiale Fars ha infatti riferito che Amman sarà “il prossimo obiettivo” dell’Iran se “coopererà” con lo Stato ebraico. Nessuna sorpresa per il governo giordano, che poco prima aveva confermato di avere intercettato alcuni “apparecchi volanti” entrati nel suo spazio aereo nella notte, mentre era in corso l’attacco dell’Iran a Israele. “Alcune schegge sono cadute in più punti”, “senza causare danni significativi o lesioni ai cittadini”, ha spiegato l’esecutivo, che si è detto pronto a intervenire in difesa dei propri cittadini e a tutela della sovranità del suo spazio aereo e del proprio territorio.


Al momento, comunque, la situazione sembra essere tornata in uno stato di calma apparente. La diplomazia internazionale è al lavoro per spingere Netanyahu a miti consigli, in attesa della riunione del gabinetto di guerra israeliano nel pomeriggio. Lo spazio aereo dello Stato ebraico e quello dei Paesi limitrofi, chiuso in coincidenza con l’attacco, è stato riaperto. La parola d’ordine è “de-escalation” e anche l’Italia, presidente di turno del G7, lavora per evitare un inasprimento delle tensioni. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha convocato per il primo pomeriggio di oggi una videoconferenza dei leader del G7 per discutere dell’attacco iraniano contro Israele. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani riunirà domani tutti gli ambasciatori dei Paesi arabi e musulmani “per affrontare la situazione”. Martedì avrà un colloquio con l’omologa canadese, mercoledì riceverà il segretario di Stato Antony Blinken, prima della ministeriale G7 a Capri. “L’obiettivo di tutti è lavorare per evitare un peggioramento del conflitto. Dobbiamo fare di tutto per scongiurare che si allarghi”, ha commentato Tajani, insistendo sul fatto che bisogna “lavorare per la pace”. “Fortunatamente la situazione sta miglirando”, ha comunque avvertito il ministro, che ritiene positiva la decisione di Teheran di considerare chiusa la vicenda. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il segretario di Stato Blinken, da parte loro, hanno ribadito l’impegno “ferreo” dell’America per la sicurezza di Israele. Entrambi hanno però confermato che Washington non parteciperà ad alcuna operazione contro l’Iran. Anche il primo ministro britannico Rishi Sunak e il premier canadese Justin Trudeau hanno precisato che i rispettivi paesi continueranno a “difendere la sicurezza di Israele”. Un portavoce del ministero degli Esteri cinese ha detto invece che “la Cina è profondamente preoccupata per l’attuale escalation” e invita tutte le “parti interessate” ad astenersi da un “ulteriore inasprimento della tensione”. Sentimenti analoghi sono stati espressi anche dal ministero degli Esteri russo. “Abbiamo ripetutamente avvertito che le molteplici crisi irrisolte in Medio Oriente, spesso alimentate da azioni provocatorie e irresponsabili, in primo luogo nell’area del conflitto israelo-palestinese, porteranno all’aumento della tensione”, si legge in una nota. “Ci auguriamo che gli Stati della regione risolvano i problemi esistenti attraverso mezzi politici e diplomatici. Crediamo che sia importante che attori internazionali costruttivi contribuiscano a questo”. Il presidente francese Emmanuel Macron ha condannato “con la massima fermezza l’attacco senza precedenti lanciato dall’Iran contro Israele, che minaccia di destabilizzare la regione”. In un post su X, l’inquilino dell’Eliseo ha espresso la sua “solidarietà al popolo israeliano” e “l’attaccamento della Francia alla sicurezza di Israele, ai partner e alla stabilità regionale”. “La Francia sta lavorando alla riduzione della tensione con i suoi partner e chiede moderazione”, ha aggiunto Macron sul social network. Appelli alla moderazione sono arrivati infine anche da alcuni Paesi della Regione: Giordania, Emirati Arabi uniti e Qatar.


(di Corrado Accaputo)

Dopo l’attacco su Israele la Russia esprime estrema preoccupazione: agire con moderazione

Dopo l’attacco su Israele la Russia esprime estrema preoccupazione: agire con moderazioneRoma, 14 apr. (askanews) – Il ministero degli Esteri russo ha espresso “estrema preoccupazione” per un’altra pericolosa escalation in Medio Oriente e ha esortato le parti in causa ad agire con moderazione a seguito del massiccio attacco con droni e missili che l’Iran ha lanciato nella notte contro Israele.


“Esprimiamo estrema preoccupazione per un’altra pericolosa escalation nella regione. Abbiamo ripetutamente avvertito che le molteplici crisi irrisolte in Medio Oriente, spesso alimentate da azioni provocatorie e irresponsabili, in primo luogo nell’area del conflitto israelo-palestinese, porteranno all’aumento della tensione”, ha dichiarato il ministero degli Esteri russo, citato dalla Ria Novosti. Il ministero ha quindi chiesto a tutte le parti coinvolte di “agire con moderazione”. “Ci auguriamo che gli Stati della regione risolvano i problemi esistenti attraverso mezzi politici e diplomatici. Crediamo che sia importante che attori internazionali costruttivi contribuiscano a questo”, ha affermato la diplomazia russa.

Hamas: l’attacco dell’Iran è un diritto naturale e una risposta meritata

Hamas: l’attacco dell’Iran è un diritto naturale e una risposta meritataRoma, 14 apr. (askanews) – Il movimento estremista palestinese Hamas ha difeso questa mattina l’attacco iraniano contro Israele della notte con circa 300 droni e missili da crociera. “Noi di Hamas consideriamo l’operazione militare condotta dalla Repubblica islamica dell’Iran un diritto naturale e una meritata risposta al crimine di aver preso di mira il consolato iraniano a Damasco e all’assassinio di diversi leader delle Guardie rivoluzionarie”, ha affermato Hamas in una nota.

Tajani: l’obiettivo del G7 è la de-escalation, lavorare per la pace

Tajani: l’obiettivo del G7 è la de-escalation, lavorare per la paceRoma, 14 apr. (askanews) – “Domani riunisco tutti gli ambasciatori dei Paesi arabi e musulmani per affrontare la situazione” in corso in Medio Oriente. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo a uno speciale del Tg2. “Martedì incontrerò il ministro canadese, mercoledì Blinken, poi ci sarà a Capri il G7. “L’obiettivo di tutti è lavorare de-escalation, evitare un peggioramento del conflitto. Dobbiamo fare di tutto per scongiurare che si allarghi, certamente non è facile”, ha commentato Tajani, insistendo sul fatto che bisogna “lavorare per la pace e al fine di risolvere un problema molto difficile”.”Stiamo lavorando per una de-escalation”, ha poi ribadito Tajani ad Agorà. Durante il vertice dei ministri degli Esteri del G7 a Capri, ha aggiunto il titolare la Farnesina, l’Italia si farà “promotrice di una serie
di proposte per far sì che si arrivi a una de-escaaltion nell’area”. “Speriamo che Israele non faccia alcuna azione che porti a nuova reazione iraniana”, ha aggiunto.
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Israele: proseguiremo con ogni forza la guerra ad Hamas

Israele: proseguiremo con ogni forza la guerra ad HamasRoma, 14 apr. (askanews) – Israele continuerà con tutte le sue forze la guerra contro il movimento palestinese Hamas, dopo che quest’ultimo ha rifiutato il piano di cessate il fuoco temporaneo presentato dai mediatori durante i colloqui al Cairo: lo ha precisato questa mattina l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.


“Israele continuerà a sforzarsi di realizzare gli obiettivi della guerra con Hamas con tutta la sua forza, e non lascerà nulla di intentato per riportare a casa immediatamente i 133 ostaggi da Gaza”, ha affermato l’ufficio del premier in una nota.

L’Iran attacca Israele, Usa cercano di evitare escalation

L’Iran attacca Israele, Usa cercano di evitare escalationRoma, 14 apr. (askanews) – Il temuto attacco iraniano a Israele è arrivato: un attacco essenzialmente dimostrativo, che non ha causato vittime immediate ma rischia di innescare una spirale di rappresaglie che porterebbe a una inevitabile escalation nella regione – l’incubo di un’Amministrazione Biden alle prese con il difficile periodo della campagna per la Casa Bianca e che trova sempre più difficile a contenere la crisi.


L’operazione “Vera Promessa” è stata un attacco dimostrativo non tanto nelle proporzioni, quanto negli esiti. Oltre 200 i missili e droni lanciati contro Israele, in un’esibizione di muscoli intesa a trasmettere il messaggio che Teheran è una potenza militare tutt’altro che trascurabile; allo stesso tempo, con la consapevolezza che ben pochi avrebbero potuto mai colpire il bersaglio dato il largo preavviso. Teheran – che contrariamente a quanto avevano riferito alcune fonti legate ai pasdaran – non ha infatti usato missili balistici in grado di coprire la distanza in pochi minuti, ma droni e missili da crociera che hanno tardato diverse ore ad arrivare a destinazione – destinazione specificata in anticipo dagli iraniani come bersagli di natura militare sul Golan e nel Negev.


Di fatto, il 99% dei proiettili lanciati stata intercettato dalle forze israeliane, statunitensi e giordane, la maggior parte ancora fuori dallo spazio areo dello Stato ebraico; i danni sono stati minimi, senza vittime dirette in quella che la missione iraniana all’Onu ha definito un ricorso alla legittima difesa dopo il bombardamento del consolato di Damasco, dichiarando la questione “conclusa”. Se così fosse, nessuno sarebbe più contento di Biden: il Presidente non è riuscito a dissuadere Teheran dalla rappresaglia, un compito che era certamente difficile; ma convincere Netanyahu a non reagire a sua volta non sembra meno complesso, se il Segretario alla Difesa Lloyd Austin ha chiesto pubblicamente a Israele di informare Washington prima di qualsiasi eventuale iniziativa militare.


Vale a dire che la Casa Bianca teme un altro errore di calcolo come il raid su Damasco, condotto senza riflettere sulle conseguenze per la regione: i 25 minuti di telefonata fra Biden e Netanyahu hanno probabilmente riguardato la necessità quanto meno di consultarsi con gli alleati prima di prendere ulteriori iniziative affrettate – richiesta a cui Israele avrebbe al momento acconsentito. Non a caso poi Biden ha insistito sul fatto che quella di stanotte è stata una vittoria israeliana, con tutti i missili e droni abbattuti e danni del tutto trascurabili, e che non parteciperà ad alcuna operazione offensiva diretta contro Teheran: insomma, basta così.


Fonti governative israeliane hanno invece già minacciato una “risposta decisiva” e anche in tempi brevissismi; al di là della retorica, rimane il fatto che Netanyahu per motivi di sopravvivenza politica difficilmente potrà permettersi di non fare nulla, anche alla luce degli scarsi risultati pratici dell’offensiva su Gaza per quanto riguarda il rilascio degli ostaggi. Il premier israeliano rischia infatti di uscirne con le ossa rotte: “Mr Sicurezza”, che ha già fallito il 7 ottobre, non è riuscito a evitare un attacco diretto iraniano – e poco importa che non abbia avuto conseguenze gravi – e la tentazione, alimentata dalla destra nazionalista e religiosa che sostiene il governo – è quella di alzare di nuovo la posta – uno scenario che la Casa Bianca intende evitare con ogni mezzo. Il secondo grande perdente infatti rischia di essere Biden: Donald Trump ha immancabilmente fatto notare che con lui alla Casa Bianca “non sarebbe successo”, e una crisi mediorentale – come se non bastasse quella ucraina – rischia di polarizzare un elettorato che per una volta potrebbe decidere di votare sulla base della politica estera. Viceversa, contenere e possibilmente riuscire a risolvere il conflitto prima delle elezioni consentirebbe a Biden di concentrarsi su quello che di solito è il fattore decisivo della corsa: gli ottimi risultati economici; ma il principale ostacolo sulla strada per la rielezione è un alleato riottoso, che non può permettersi di lasciare da solo ma che al momento non appare in grado di controllare. Al momento le prossime tappe della diplomazia, già nella giornata di oggi, saranno una riunione del G7 e una del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, con l’obbiettivo di ottenere una condanna unanime dell’attacco iraniano – e soprattutto guadagnare tempo prezioso per cercare di disinnescare l’escalation.