Grandi manifestazioni in Yemen contro gli attacchi Usa-GbRoma, 12 gen. (askanews) – Decine di migliaia di persone sono scese in piazza Sab’een, una delle piazze più grandi di San’a, per manifestare contro gli attacchi messi a segno la scorsa notte da Stati Uniti e Regno Unito contro postazioni del gruppo Houthi, che controlla la capitale yemenita dal 2015.
Stando a quanto riportato da al Jazeera, i manifestanti scesi in piazza a San’a hanno anche espresso sostegno agli attacchi lanciati nel Mar Rosso dagli Houthi per chiedere la fine della guerra nella Striscia di Gaza. Secondo l’agenzia di stampa yemenita Saba, grandi manifestazioni di piazza si stanno tenendo anche in altre zone del Paese controllate dagli Houthi, tra cui il governatorato di Saada, nel nord-ovest, al confine con l’Arabia saudita, e in quello di Hajjah, che si affaccia sul Mar Rosso.
Nella dichiarazione diffusa dopo gli attacchi Usa e britannici, il portavoce delle forze armate Houthi, Yahya Saree, ha denunciato “73 attacchi aerei contro la capitale San’a e le province di Hodeidah, Taiz, Hajjah e Saada”, riferendo di cinque morti e sei feriti. Quindi ha ammonito: “I nemici americani e britannici sono responsabili di un’aggressione criminale contro il popolo yemenita che non rimarrà senza risposta e impunita. Le forze armate yemenite non esiteranno a prendere di mira le fonti di minaccia e tutti gli obiettivi ostili su terra e mare, difendendo lo Yemen, la sua sovranità e indipendenza”. Saree ha quindi ribadito che gli Houthi continueranno ad agire per impedire a navi legate a Israele di navigare nel Mar Arabico e nel Mar Rosso.
Tesla sospende la produzione in una fabbrica tedesca per la crisi nel Mar RossoNew York, 12 gen. (askanews) – La casa automobilistica Tesla ha annunciato venerdì che chiuderà quasi tutta la produzione nella sua Gigafactory di Berlino-Brandeburgo dal 29 gennaio al 12 febbraio a causa della mancanza di componenti.
Il conflitto nel Mar Rosso con gli Houthi che prendono d’assalto le navi da trasporto di tutte le compagnie di navigazione per obbligare Israele a fermare i bombardamenti su Gaza, sta sollevando lo spettro di una nuova crisi della catena di approvvigionamento per i produttori europei dipendenti da componenti provenienti dalla Cina e da altri paesi asiatici. “I tempi di trasporto notevolmente più lunghi creano un divario nelle catene di approvvigionamento”, ha scritto Tesla nel comunicato che annunciava la chiusura di due settimane, spiegando che “a causa della mancanza di componenti siamo quindi costretti a sospendere la produzione di veicoli nella Gigafactory”.
Giornalisti, morto Franco CatucciRoma, 12 gen. (askanews) – Lutto nel mondo del giornalismo. E’ scomparso Franco Catucci, storico inviato Rai. Catucci ha raccontato per decenni eventi e protagonisti del XX secolo, con particolare attenzione al mondo sudamericano, dal golpe in Cile alla Cuba di Fidel Castro. E’ stato anche autore di diversi libri.
Tra i primi ad arrivare a Santiago del Cile dopo il golpe dell’11 settembre 1973, Catucci ha continuato a raccontare l’America Latina. La Rai aveva ancora una sede nel continente, a Montevideo, e Catucci per il Tg1 ha documentato oltre al golpe cileno, la dirty war argentina, la guerra delle Falkland-Malvinas, la battaglia in Nicaragua tra i contras e i sandisti, la guerra in Salvador (che avrebbe fatto da sfondo al suo romanzo “Il principiante”), il conflitto colombiano con le Farc (il presidente Pastrana, ha ricordato Livio Zanotti “aveva un’ammirazione sconfinata” per Catucci) e, naturalmente, l’evoluzione della rivoluzione Cubana. Proprio alla rivoluzione cubana e al suo percorso, Catucci dedicò il suo primo bellissimo libro “La solitudine di Fidel. Telecamera su Cuba” (edizioni Rai). Amico personale di Castro (pur da posizioni politiche abbastanza distanti) Catucci agli inizi degli anni Ottanta partendo dai suoi frequenti viaggi nell’isola e da una conoscenza diretta del luogo e dei protagonisti della rivoluzione tracciò l’affresco di un notevolissimo esperimento politico e sociale, tra luci e ombre.
Nella sua carriera Catucci ha vinto, tra gli altri, il Premio Saint Vincent per il Giornalismo e “Il premiolino”.
L’Ucraina e la Gran Bretagna hanno firmato un accordo sulla sicurezzaRoma, 12 gen. (askanews) – Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e il premier britannico, Rishi Sunak, hanno firmato oggi a Kiev un accordo di sicurezza tra i due Paesi. Lo riporta il quotidiano britannico Guardian, secondo cui Zelenzky ha lo definito “un accordo di sicurezza senza precedenti”. Secondo i media locali, il leader ucraino ha affermato che l’accordo rimarrà in vigore fino all’adesione dell’Ucraina alla Nato. L’intesa è stata sottoscritta in occasione della visita a Kiev di Sunak.
Francia, Morelle: Macron ha scelto Attal per disinnescare Le PenMilano, 12 gen. (askanews) – Il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha optato per Gabriel Attal e per il cambio di governo oggi sotto gli occhi di tutti, “perché per lui è un obiettivo decisivo impedire con tutte le forze che Marine Le Pen diventi Presidente della Repubblica e che due mandati quinquennali finiscano con l’immagine terribile che sarebbe quella di vederlo accogliere Marine Le Pen sul tappeto rosso dell’Eliseo il 9 maggio 2027”. Così in una videointervista ad askanews Aquilino Morelle, già consigliere di François Hollande, ‘plume’ di Lionel Jospin a Matignon, ma soprattutto anticipatore del tema del giorno con il libro “La parabole des aveugles: Marine Le Pen aux portes de l’Elysée” (Grasset, 286 pagine).
Morelle, figura di spicco della gauche storica, enumera diverse “dimensioni” della scelta di Macron per Attal che sono state annoverate come ragioni di tale scelta. C’è “l’operazione sopravvivenza” ovvero quella secondo la quale “dato l’indebolimento del potere esecutivo, a causa dell’assenza di maggioranza all’Assemblea nazionale lo scorso anno – situazione estremamente difficile per il presidente e per il governo che ha portato al cambio di primo ministro – è sembrato necessario che il presidente prendesse l’iniziativa politica”. C’è “l’operazione ringiovanimento che vede protagonista un uomo di soli 34 anni” e dove “Emmanuel Macron salta una generazione e sceglie un uomo a lui estremamente vicino, che parla allo stesso tempo di compagnia, di idee e di complicità politica, permettendo così di escludere tutta una serie di leader politici più anziani”. C’è poi un’altra dimensione, quella elettorale: le elezioni europee di giugno. “Una buona mossa politica nella misura in cui si debba affrontare un leader – per le prossime elezioni europee che si terranno tra 6 mesi, a giugno 2024 – come Jordan Bardella (classe 1995, presidente del Rassemblement National dal 5 novembre 2022, ndr) che ha solo 28 anni. Vale a dire sei anni di meno di Gabriel Attal: riteniamo che probabilmente guiderà la lista che otterrà il risultato più forte a giugno, attualmente gli viene accreditato circa il 30% dei voti cioè 10 a 12 punti di vantaggio sulla lista Renew del Presidente della Repubblica”.
Ma Morelle precisa: “Ritengo che in realtà la scelta di Gabriel Attal non corrisponda solo a queste tre dimensioni che ho appena richiamato”. Non ci sono insomma soltanto “‘l’operazione sopravvivenza’, il ‘golpe dei giovani’, il cercare di contrastare Bardella nelle elezioni europee. Penso che bisogna ascoltare con attenzione quello che ha detto il presidente della Repubblica nel suo ultimo intervento in Tv e quelle dichiarazioni che sono state molto criticate a sinistra sull’immigrazione. Aggiungiamo le prime azioni del premier Gabriel Attal, che si è recato al passo di Calais a fianco alle persone che vivono la situazione delle inondazioni catastrofiche, e poi subito dopo in un commissariato della banlieue parigina. E con questo quadro, allora penso che il Presidente della Repubblica abbia deciso, perché per lui è un obiettivo fondamentale impedire con tutte le forze che Marine Le Pen diventi Presidente della Repubblica e che due mandati quinquennali finiscano con l’immagine terribile che sarebbe quella di vederlo accogliere Marine Le Pen sul tappeto rosso dell’Eliseo il 9 maggio 2027. Questo credo sia il senso della nomina di Gabriel Attal che è scevro da ogni appartenenza in relazione, direi, al solito riflesso della sinistra, e che è pronto a servire la politica di Emmanuel Macron. Penso che sarà (una politica) abbastanza essenziale sull’immigrazione, con la fine della demonizzazione degli elettori di Marine Le Pen, smettendo di dare loro una lezione morale, per cercare di evitare che un elettore normale – voglio dire non fascista o razzista o xenofobo o antisemita – diriga il suo voto verso RN, verso Marine Le Pen”. L’intervista completa verrà pubblicata da askanews il 15 gennaio.
Israele oggi si difende al’Aja contro le accuse di genocidioRoma, 12 gen. (askanews) – “Se ci sono stati atti di genocidio, sono stati perpetrati contro Israele”. Lo ha dichiarato la difesa israeliana durante l’udienza della Corte internazionale di giustizia sul conflitto Hamas-Israele, dove oggi lo stato ebraico presenta i suoi argomenti contro la denuncia del Sudafrica. Un membro della squadra di difesa israeliana, Tal Becker, ha esordito affermando che il Sudafrica ha presentato “un quadro fattuale e giuridico profondamente distorto. L’intero caso si basa su una descrizione deliberatamente curata, decontestualizzata e manipolativa della realtà delle attuali ostilità”.
Le azioni militari di Israele a Gaza sono atti di autodifesa contro Hamas e “altre organizzazioni terroristiche”, ha affermato Becker. Il Sudafrica, secondo il membro del team difensivo israeliano, “cerca di contrastare il diritto intrinseco di Israele a difendersi. Per permettere ad Hamas non solo di farla franca con il suo omicidio, letteralmente, ma di rendere Israele indifeso”. Ha anche citato le “forti relazioni” tra Sudafrica e Hamas anche dopo il 7 ottobre.
“Siamo costretti a condividere con la corte una parte dell’orrore”, ha aggiunto introducendo un video sulle mattanze del 7 ottobre. “Lo facciamo perché è impossibile comprendere il conflitto armato a Gaza senza apprezzare la natura della minaccia che Israele sta affrontando e la brutalità delle forze armate che lo affrontano”.
Raid Usa-Gb contro gli Houti in Yemen, i ribelli filoiraniani minacciano ritorsioniRoma, 12 gen. (askanews) – I raid aerei condotti contro obiettivi Houthi in Yemen da Stati uniti e Regno unito sono stati “limitati, necessari e proporzionati nell’autodifesa”. E’ questa la posizione di Washington e Londra, espressa nelle parole del premier britannico Rishi Sunak e del presidente americano Joe Biden, dopo gli attacchi effettuati contro 16 siti collegati ai ribelli yemeniti e che hanno causato almeno cinque morti. Azioni condannatiìe da Iran, Hamas, Hezbollah e naturalmente Houthi, che hanno minacciato ritorsioni e hanno annunciato che non interromperanno gli attacchi contro le navi nel Mar Rosso.
Missili da crociera Tomahawk sono stati lanciati da navi da guerra statunitensi e jet americani su obiettivi in diverse aree dello Yemen, anche nella capitale, Sanaa e a Hudaydah, la roccaforte Hoithi del porto del Mar Rosso e quattro jet Eurofighter Typhoon della RAF hanno bombardato due obiettivi Houthi, volando dalla base di Akrotiri a Cipro. Il portavoce dei ribelli yemeniti Houthi ha condannato i raid anglo-americani sottolineando che non non c’è alcuna giustificazione per l’attacco e che il gruppo sostenuto dall’Iran continuerà a prendere di mira le navi dirette verso Israele. Lo ha scritto su X Mohammed Abdulsalam.
L’Iran “condanna fermamente” gli attacchi aerei statunitensi e britannici che sono “una chiara violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dello Yemen, nonché una violazione delle leggi, dei regolamenti e dei diritti internazionali”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani secondo Nournews. Altre parole di condanna dal capo del comitato rivoluzionario supremo del gruppo ribelle yemenita Mohammed Ali al-Houthi secondo cui gli attacchi condotti da Stati Uniti e Regno Unito nello Yemen sono stati “barbari, terroristici e rappresentano un’aggressione deliberata e ingiustificata che riflette una psicologia brutale”. Anche Hamas si è unita al coro di condanne dichiarando che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sono responsabili dell’impatto del loro attacco sulla sicurezza regionale.
Gli attacchi anglo-americani arrivano dopo che mercoledì il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che invita gli Houthi a “cessare i loro sfacciati” attacchi sulle rotte commercialmente vitali. Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha affermato che gli attacchi congiunti hanno avuto l’obiettivo di “interrompere e degradare le capacità degli Houthi di mettere in pericolo i marinai e minacciare il commercio globale”. Gli attacchi hanno preso di mira i droni Houthi, le navi di superficie senza equipaggio, i missili da crociera per attacchi terrestri e le capacità radar, ha affermato Austin in una nota. In un comunicato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha spiegato che gli attacchi sono stati effettuati dagli Stati Uniti e dal Regno Unito con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada e Paesi Bassi. Ferma condanna è arrivata dalla Russia che ha chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza Onu. Secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova “gli attacchi aerei statunitensi sullo Yemen sono un altro esempio della distorsione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu da parte degli anglosassoni e del completo disprezzo del diritto internazionale in nome dell’escalation della situazione nella regione per i propri scopi distruttivi”.
Sunak: raid in Yemen limitati, necessari e proporzionatiLondra, 12 gen. (askanews) – Il premier britannico Rishi Sunak, come riportato dai media britannici, ha dichiarato che i raid aerei condotti contro obiettivi Houthi in Yemen sono stati “limitati, necessari e proporzionati nell’autodifesa”.
Il presidente americano Joe Biden e Sunak hanno precisato che i raidsono stati una risposta ai ripetuti attacchi dei ribelli filoiraniani Houthi contro le navi nel Mar Rosso. Secondo quanto riportato sul sito web della Bbc, missili da crociera Tomahawk lanciati da navi da guerra statunitensi e jet statunitensi hanno attaccato più di 12 siti, tra cui alcuni obiettivi nella capitale, Sanaa e a Hudaydah, la roccaforte del porto del Mar Rosso Houthi mentre quattro jet Eurofighter Typhoon della RAF hanno bombardato due obiettivi Houthi, volando dalla base di Akrotiri a Cipro.
Biden: Condotte con successo operazioni contro obiettivi HouthiMilano, 12 gen. (askanews) – La Cnn conferma i raid anglo-americani in Yemen. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden – scrive il sito web dell’emittente tv statunitense – ha affermato di aver ordinato gli attacchi “in risposta diretta agli attacchi Houthi senza precedenti contro navi marittime internazionali nel Mar Rosso”.
“Oggi, sotto la mia direzione – ha spiegato Biden, in una dichiarazione rilasciata dalla Casa Bianca – le forze militari statunitensi, insieme al Regno Unito e con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada e Paesi Bassi, hanno condotto, con successo, attacchi contro una serie di obiettivi nello Yemen utilizzati dai ribelli Houthi per mettere in pericolo la libertà di navigazione in Yemen, una delle vie d’acqua più vitali del mondo”. Biden ha aggiunto che “non esiterà a prendere ulteriori misure per proteggere il popolo americano e il libero flusso del commercio internazionale, se necessario”.
Gli attacchi – secondo la Cnn – provenivano da aerei da combattimento e missili Tomahawk. Più di una dozzina di obiettivi Houthi sono stati colpiti da missili lanciati da piattaforme aeree, di superficie e secondarie e sono stati scelti per la loro capacità di indebolire i continui attacchi degli Houthi contro le navi nel Mar Rosso. Includevano sistemi radar, siti di deposito e lancio di droni, siti di deposito e lancio di missili balistici e siti di deposito e lancio di missili da crociera.
Coni: Malagò a Tirana, siglato protocollo cooperazione con KokshRoma, 11 gen. (askanews) – Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e il presidente del Comitato Olimpico Albanese (Koksh), Fidel Ylli, hanno siglato oggi a Tirana un protocollo di cooperazione tecnico-sportiva. Alla firma, avvenuta nella sede del Comitato, al Parku Olimpik, Rr. “Liman Kaba”, hanno preso parte – si legge in una nota – il segretario generale del Comitato Olimpico Albanese, Gerti Shima, e il direttore della Comunicazione del Coni, Danilo Di Tommaso.
L’accordo prevede una condivisione di esperienze che accomunerà atleti, le strutture tecniche e quelle medico-sportive, per una sinergia all’insegna dello sviluppo e della risoluzione di problemi di comune interesse. Successivamente – conclude la nota – il presidente Malagò ha incontrato la Ministra dell’Istruzione e dello Sport, Ogerta Manastirliu.