Borsa, Tokyo chiude in rally: Nikkey sopra 35mila, nuovo record dal 1990Milano, 11 gen. (askanews) – La borsa di Tokyo ha chiuso in rally la seduta, in attesa dei dai sull’inflazione americana, in arrivo nel pomeriggio italiano. L’indice Nikkei ha concluso le contrattazioni in rialzo dell’1,88% a 35.049 punti, mettendo a segno un nuovo record dal 1990. Si tratta della quarta seduta consecutiva positiva per la piazza di Tokyo questa settimana. A spingere il mercato le prospettive positive dell’economia giapponese a fronte di un indebolimento dello yen.
Il presidente dell’Ecuador Noboa è sicuro che “il Paese uscirà vittorioso da questo conflitto”Roma, 11 gen. (askanews) – Il presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa, ha affermato che il paese uscirà vittorioso nel conflitto armato interno che sta vivendo negli ultimi giorni, in occasione di un messaggio alla nazione trasmesso nella notte. “Siamo convinti che usciremo vittoriosi da questo conflitto”, ha affermato dopo aver riferito di esplosioni, incendi di automobili, rapimenti di guardie carcerarie e la morte di 14 persone, tra cui almeno due poliziotti.
Noboa ha accolto con favore l’approvazione della cosiddetta “Legge No More Blackouts”, il suo secondo progetto urgente in materia economica, con il sostegno di 131 dei 137 membri dell’Assemblea nazionale, che ha definito “un voto storico”. Ha affermato che il sostegno dei cittadini e dei partiti politici è essenziale per uscire dall’oscurità e generare giorni migliori per tutti. “Arrendetevi al male, mai, lottate instancabilmente, sempre”, ha concluso nel suo messaggio. Questa settimana, il governo ha istituito lo stato di emergenza per 60 giorni e il coprifuoco nazionale per controllare la situazione, dopo aver appreso della fuga di un leader della banda criminale Los Choneros, Adolfo Macías, alias Fito, che stava scontando 34 anni di carcere. Macías è accusato di reati quali omicidio e traffico di droga ed è considerato alleato del cartello di Sinaloa in Messico. A ciò si è aggiunta la fuga da un altro carcere di Fabricio Colón Pico, noto tra i leader della banda Los Lobos, anche lui con un numero significativo di anni da scontare per diversi reati.
In un altro decreto, il presidente ha ammesso l’esistenza di un conflitto armato interno e ha elencato alcuni gruppi criminali classificati come terroristi che saranno perseguiti dalle forze di sicurezza. Nell’ultima notte, intanto, sono stati segnalati atti di violenza in diverse zone del Paese, come a Quito (nord), la capitale, dove sono stati collocati esplosivi in depositi di rifiuti ed è stato registrato un attacco a un’unità di polizia. La radio La Calle Habla ha registrato una presunta sparatoria nel carcere della provincia di Esmeraldas (nord), mentre diversi media digitali hanno riferito dell’ingresso di un convoglio militare nel cantone di Durßn, uno dei più colpiti dalle violenze.
Gli Houthi contro la risoluzione dell’Onu: solo “un gioco politico”Roma, 11 gen. (askanews) – Un portavoce dei ribelli Houthi dello Yemen ha affermato oggi che la risoluzione delle Nazioni Unite sulla navigazione nel Mar Rosso è un “gioco politico” e che sono gli Stati Uniti a violare il diritto internazionale. Il Consiglio di Sicurezza ha chiesto al gruppo sostenuto dall’Iran di porre immediatamente fine agli attacchi alle navi ed ha messo in guardia contro l’escalation delle tensioni, appoggiando implicitamente una task force guidata dagli Stati Uniti a difesa del diritto alla navigazione nell’area.
Secondo gli Usa sono ‘infondate’ le accuse a Israele di genocidioRoma, 11 gen. (askanews) – “Le accuse secondo cui Israele sta commettendo un genocidio sono infondate. In effetti, sono coloro che attaccano violentemente Israele che continuano a chiedere apertamente l’annientamento di Israele e lo sterminio di massa degli ebrei”, afferma in una nota il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matt Miller, ripreso dal Times of Israel.
L’amministrazione Biden, dunque, ribadisce la sua opposizione all’udienza della Corte internazionale di giustizia nella quale Israele è accusato di genocidio, alla vigilia del procedimento dell’Aia richiesto dal Sudafrica. “Il genocidio – prosegue Miller – è uno degli atti più atroci che qualsiasi entità o individuo possa commettere, e tali accuse dovrebbero essere formulate solo con la massima cautela”,áaggiunge. “Israele ha il diritto di difendersi dagli atti terroristici di Hamas – atti che Hamas ha promesso di ripetere ancora e ancora finché Israele non sarà completamente distrutto. Israele sta operando in un ambiente eccezionalmente difficile a Gaza, uno spazio di battaglia urbano in cui Hamas si inserisce e si nasconde intenzionalmente dietro i civili”, continua.
Pur ribadendo la sua condanna dell’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre, Miller afferma che gli Stati Uniti si aspettano ancora che Israele “rispetti il diritto internazionale umanitario nelle sue operazioni contro Hamas”. Sottolinea inoltre la sensazione diffusa a Washington secondo cui l’IDF non ha fatto abbastanza finora per proteggere i civili, invitando Israele a “cercare più modi per prevenire danni ai civili e a indagare su accuse credibili di violazioni del diritto internazionale umanitario quando si presentano”.
Miller sembra anche fare riferimento al dispiacere degli Stati Uniti per le richieste dei legislatori israeliani alla punizione collettiva e allo sfollamento di massa dei palestinesi, che hanno contribuito a costruire la causa del Sud Africa contro Israele. “Continuiamo a condannare la retorica disumanizzante da tutte le parti”, afferma il portavoce del Dipartimento di Stato.
M.O., Blinken: Usa lavorano con altri Paesi per questione ostaggiRoma, 10 gen. (askanews) – Gli Stati Uniti stanno lavorando con Israele e altri Paesi del Medio Oriente per risolvere la questione degli ostaggi nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il segretario di Stato americano Antony Blinken.
“Stiamo facendo tutto il possibile, lavorando ovviamente con gli israeliani, con il Qatar, con l’Egitto, con i Paesi che hanno rapporti di un tipo o di un altro con Hamas, per rimettere la questione in carreggiata e continuare a riportare a casa gli ostaggi”, ha dichiarato Blinken a Msnbc in un’intervista. L’intervista è stata registrata durante il viaggio di Blinken in Israele all’inizio della settimana ed è stata trasmessa oggi. Blinken ha espresso ottimismo sul fatto che il movimento integralista palestinese Hamas negozierà il rilascio degli ostaggi che trattiene. “Siamo riusciti in passato, nel bel mezzo di questo conflitto, a liberare più di un centinaio di ostaggi, e sono convinto che possano e vogliano impegnarsi in questo senso, e questo è un aspetto su cui siamo intensamente concentrati con il Qatar e con l’Egitto”, ha detto Blinken.
Il 7 ottobre, Hamas ha attaccato Israele dalla Striscia di Gaza uccidendo circa 1.200 militari e civili e rapendone circa 240. Israele ha lanciato attacchi massicci su Gaza, ha stabilito un blocco totale e poi ha lanciato un’invasione di terra nell’enclave palestinese con l’obiettivo dichiarato di eliminare Hamas e salvare gli ostaggi. Secondo le autorità locali, finora a Gaza sono stati uccisi più di 23mila palestinesi e feriti circa 58mila a causa degli attacchi israeliani.
Giovedì la prima udienza davanti alla Corte internazionale con l’accusa ad Israele di genocidioRoma, 10 gen. (askanews) – La Corte internazionale di giustizia (Cig) terrà domani la prima udienza del caso presentato dal Sudafrica contro Israele per presunte violazioni della Convenzione sul genocidio nel conflitto in corso nella Striscia di Gaza. Stando a quanto reso noto dalla Cig, l’udienza si terrà dalle 10 alle 13 e vedrà l’intervento del Sudafrica, seguito il giorno dopo, nello stesso orario, da quello di Israele.
La Cig è un tribunale con sede all’Aia incaricato di risolvere le controversie legali tra Stati, da non confondere con la Corte penale internazionale (Cpi, che ha sempre sede all’Aia) che può occuparsi della responsabilità individuale per crimini di guerra, contro l’umanità e genocidio. Nelle 84 pagine di denuncia presentate dal Sudafrica lo scorso mese si afferma che Israele avrebbe violato la “Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio” del 1948, un trattato internazionale sottoscritto da Israele, Sudafrica e dalla maggior parte degli altri paesi. Il trattato descrive il genocidio come “atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale”. Nella sua denuncia, rilanciata da Human Rights Watch (Hrw), il Sudafrica afferma che Israele ha violato la Convenzione commettendo genocidio contro i palestinesi di Gaza e fallendo nel prevenirlo, anche non chiamando a rispondere alti funzionari israeliani delle loro dichiarazioni di incitamento diretto e pubblico al genocidio.
Il Sudafrica sostiene inoltre che gli “atti di genocidio” dovrebbero essere collocati “nel contesto più ampio della condotta di Israele nei confronti dei palestinesi durante i suoi 75 anni di apartheid, i suoi 56 anni di occupazione belligerante del territorio palestinese e i suoi 16 anni di blocco a Gaza”. Come sottolinea Hrw, il caso potrebbe richiedere anni per arrivare a una sentenza definitiva. Tuttavia, il Sudafrica ha chiesto alla corte di ordinare quelle che vengono definite “misure provvisorie” e “come questione di estrema urgenza” di proteggere il popolo palestinese a Gaza da ulteriori danni e garantire il rispetto da parte di Israele della Convenzione sul genocidio. Il Sudafrica afferma che i palestinesi di Gaza hanno “urgente e forte bisogno della protezione della Corte”.
Quindi al centro delle due udienze in programma domani e venerdì ci sarà proprio la richiesta di queste misure provvisorie, su cui la Corte potrebbe pronunciarci nell’arco di una settimana o un mese. Tra le misure chieste dal Sudafrica figurano una sospensione immediata delle operazioni militari israeliane a Gaza e provvedimenti volti a scongiurare la distruzione e a garantire la conservazione delle prove relative al caso, come il via libera all’accesso a Gaza di missioni conoscitive, mandati internazionali e altri organismi.
Tedros (Oms): a dicembre morte oltre 10mila persone per Covid-19Roma, 10 gen. (askanews) – Più di 10mila persone sono morte a dicembre a causa del Covid-19 in circa 50 nazioni e il numero di ricoveri e di casi gravi è aumentato rispettivamente del 42 e del 62 per cento rispetto a novembre. Lo ha dichiarato il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Nel mese di dicembre, l’Oms ha riportato quasi 10mila decessi a causa del Covid-19, e i ricoveri sono aumentati del 42 per cento rispetto a novembre, oltre a un aumento del 62 per cento dei ricoveri nei reparti di terapia intensiva”, ha dichiarato.
Ghebreyesus ha aggiunto che questi dati provengono da meno di 50 Paesi e che il resto degli stati non li comunica più all’organizzazione. “Malgrado il Covid-19 non sia più un’emergenza sanitaria globale, il virus continua a circolare, a mutare e a uccidere. I dati provenienti da varie fonti riflettono un aumento della trasmissione della malattia nel mese di dicembre, a causa dei raduni di massa durante il periodo festivo, nonché della variante JN.1, che ora è l’opzione più comunemente segnalata in tutto il mondo”, ha dichiarato il responsabile dell’organizzazione. La scorsa settimana, il funzionario ha esortato tutte le persone a indossare le mascherine e a vaccinarsi contro il Covid-19 a causa dell’aumento dei casi in molti Paesi nel giro di poche settimane. Al 17 dicembre 2023, si erano registrati più di 772 milioni di casi confermati di coronavirus e più di 7 milioni di morti in tutto il mondo. A maggio Tedros Adhanom Ghebreyesus ha indicato che il numero effettivo di decessi dovuti al Covid-19 era di almeno 2 milioni.
Amazon e Twitch tagliano centinaia di posti di lavoroNew York, 10 gen. (askanews) – Il gigante dell’e-commerce Amazon ha annunciato il licenziamento di centinaia di dipendenti nelle sue divisioni Prime Video e MGM Studios.
Mike Hopkins, che supervisiona quelle divisioni, ha inviato una nota ai membri dello staff informandoli dei tagli dell’organico, secondo una copia del documento visionato dalla CNBC. Hopkins ha dichiarato che la società ha deciso i tagli per “dare priorità ai nostri investimenti per il successo a lungo termine della nostra attività”. I licenziamenti arrivano lo stesso giorno in cui l’unità di live streaming Twitch di Amazon ha annunciato che taglierà 500 posti di lavoro. A partire dalla fine del 2022 e proseguendo fino al 2023, la società di Jeff Bezos ha avviato i più grandi licenziamenti della sua storia, tagliando più di 27.000 posti di lavoro in quasi ogni area dell’azienda.
Tajani: lavoriamo per rafforzare la presenza Ue nel Mar RossoRoma, 10 gen. (askanews) – L’Italia sta lavorando per “rafforzare la presenza dell’Unione europea” nel Mar Rosso dove si trova “un’ennesima minaccia” a causa degli attacchi dei ribelli yemeniti Houthi alle navi civili e commerciali che seguono la rotta. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani nel corso del Question Time sottolineando come queste minacce rafforzino la necessità di un’”autentica difesa comune europea”.
L’Italia sta lavorando per “un’azione diplomatica a tutto campo” con i colleghi del G7 per intervenire nel Mar Rosso dove gli attacchi dei ribelli filo-Iran “destano gande preoccupazione”. “Magari l’Italia potesse da sola risolvere la crisi in Medio Oriente. Temo che sia un potere che nessuno al mondo ha. Ma dall’inizio della crisi innescata dalle barbarie di Hamas, siamo in costante contatto con i principali partner della regione e alleati di Ue, G7 e Nato”, ha detto Tajani annunciando che, sarà “presto in una nuova missione nell’area” per lavorare “sulla diplomazia” ed “evitare l’estensione del conflitto”, ottenere “la liberazione di tutti gli ostaggi”.Come G7 c’è accordo per una “pressione congiunta sulle parti in conflitto per limitare le vittime civili ed evitare che situazione umanitaria si aggravi ancora”.
G7, Tajani: presidenza Italia pone al centro di agenda l’AfricaRoma, 10 gen. (askanews) – Il G7 a presidenza italiana “ci offre l’occasione per porre anche l’Africa al centro dell’agenda” per proporre un “cambio di paradigma con i partner africani” e portare avanti la “visione del Piano Mattei che dovrà integrarsi nel Piano Marshall europeo per l’Africa”, ha detto al Question Time il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando che i partner del G7 concordando sulla necessità di affrontare e contrastare le “cause dei flussi migratori”, “consapevoli del nesso tra sviluppo e migrazioni”.