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Sindaca di Parigi: a luglio farò il bagno nella Senna

Sindaca di Parigi: a luglio farò il bagno nella SennaRoma, 10 gen. (askanews) – La sindaca di Parigi ha annunciato che a luglio nuoterà nel fiume dove si svolgeranno le gare di triathlon. Sarebbe la dimostrazione che l’inquinamento della Senna è stato messo sotto controllo. Nel 1990, Jacques Chirac disse praticamente la stessa cosa senza mai mantenere la sua promessa. Anne Hidalgo potrebbe quindi tuffarsi nella Senna poco prima dei Giochi Olimpici (26 luglio – 11 agosto) e un anno prima dell’apertura di tre aree balneari nel fiume a Parigi, ha annunciato mercoledì.

A luglio “faremo il bagno nella Senna”, ha detto durante i suoi saluti al Municipio, invitando il prefetto regionale Marc Guillaume ad accompagnarla in questo “tuffo storico”, “a più di 30 anni dalla promessa di Jacques Chirac. Nel 1990, Jacques Chirac, allora sindaco di Parigi, promise di “fare il bagno nella Senna davanti a testimoni” entro il 1993, ma l’ex presidente non mantenne mai il suo impegno.

“Tutti dicevano che era impossibile, ce l’abbiamo fatta”, ha detto Anne Hidalgo, che ha annunciato, nel luglio 2023, l’apertura per l’estate 2025 di tre stabilimenti balneari pubblici nella capitale, a Bercy, a Grenelle tra l’Île Saint-Louis e il Marais. L’annuncio è stato dato da quest’ultimo luogo, durante un’immersione degli assossori all’urbanistica Emmanuel Grégoire e allo sport Pierre Rabadan. La sindaco socialista non ha fatto il grande passo.

Il nuoto nella Senna, già praticato sotto l’Ancien Régime, fu vietato a Parigi un secolo fa (1923) da un decreto prefettizio, e una brigata fluviale vigila costantemente per impedire le immersioni. I Giochi Olimpici devono inaugurare la riunione del nuoto con la Senna: le gare di triathlon e di nuoto in acque libere partiranno dal ponte Alexandre-III che collega il Grand Palais a Les Invalides.

Ma gli organizzatori delle Olimpiadi di Parigi hanno dovuto affrontare gravi delusioni l’estate scorsa durante alcuni eventi di prova. Prima dell’annullamento delle due gare di triathlon (paralimpico e misto), erano state le gare di nuoto in acque libere a dover essere annullate a causa dell’inquinamento causato da un insolito episodio di pioggia estiva. Dal 2016, lo Stato e gli enti locali dell’Ile-de-France hanno investito circa 1,4 miliardi di euro per rendere balneabili la Senna e la Marna, i suoi principali affluenti.

Blinken: gli Usa per “passi tangibili” verso uno Stato palestinese

Blinken: gli Usa per “passi tangibili” verso uno Stato palestineseRoma, 10 gen. (askanews) – Gli Stati uniti sostengono “passi tangibili” verso la creazione di uno Stato palestinese, ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken nell’incontro con il presidente dell’Autorità palestinese Abi Mazen a Ramallah, ribadendo la posizione di Washington secondo cui uno Stato palestinese deve convivere con Israele, “vivendo in pace e sicurezza”. Lo ha riferito in una nota il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller.

Blinken ha chiesto a Israele di consegnare le entrate fiscali dovute ai palestinesi: Stati Uniti ritengono che “tutte le entrate fiscali palestinesi riscosse da Israele dovrebbero essere costantemente trasferite all’Autorità palestinese in conformità con gli accordi precedenti”.

Ucraina, Crosetto: sarà un inverno di guerra. La proroga degli aiuti è una scelta di coerenza

Ucraina, Crosetto: sarà un inverno di guerra. La proroga degli aiuti è una scelta di coerenzaRoma, 10 gen. (askanews) – “Purtroppo la controffensiva estiva ucraina non ha dato i risultati sperati” e quello che si prospetta è un “inverno di guerra”, con la “prevedibile” offensiva russa, che potrebbe essere “particolarmente dura, con attacchi massicci, con missili e droni, contro obiettivi militari e civili. Lo ha detto oggi alla Camera il ministro della Difesa Guido Crosetto, precisando che la controffensiva ucraina ha avuto “un andamento generoso ma irregolare, non riuscendo a liberare aree significative” in mano alle forze russe. La proroga annuale degli aiuti italiani all’Ucraina è “una scelta di coerenza e sostegno”, in linea con gli impegni presi a livello internazionale, ha spiegato il ministro della Difesa Guido Crosetto, durante le comunicazioni alla Camera, precisando che gli aiuti serviranno a “rafforzare solo e soltanto le capacità difensive delle forze armate ucraine”. “Il sostegno deve continuare finché non cessaranno gli attacchi russi”, ha aggiunto Crosetto.

Francia, Attal “Macron Boy” potrebbe mettere in ombra il presidente

Francia, Attal “Macron Boy” potrebbe mettere in ombra il presidenteMilano, 10 gen. (askanews) – “Completato il trasferimento dei poteri da Élisabeth Borne, Gabriel Attal si è recato nel Pas-de-Calais, colpito dalle inondazioni, per il suo primo viaggio come Primo Ministro”. Così la tv e la radio francese hanno registrato il primo passo del loro popolarissimo neopremier, descritto oggi dalla stampa parigina come il “clone” di Emmanuel Macron che però secondo qualcuno potrebbe rischiare di metterlo “in ombra”.

Attal è partito sicuramente con il piede giusto: il suo primo passo è comunque un chiaro segnale di forte contatto con la popolazione. Molti abitanti di Clairmarais aspettavano ieri sera al freddo il primo ministro. “Nessuno vi dimenticherà”, ha promesso Attal ai cittadini di Clairmarais, esprimendo loro la “solidarietà” della nazione, dopo che negli ultimi giorni le inondazioni hanno reso la vita difficile agli abitanti della zona. Visita popolare quindi, ma la carta stampata si scatena su di lui, descritto come un “Macron boy” alla carica di primo ministro, per una “scommessa audace” che pone “il sosia politico del presidente” a capo del governo.

“Gabriel Attal, l’uomo del presidente”, titola La Depeche du Midi, “Sulla scia del presidente”, afferma La Croix. Liberation va oltre, descrivendolo nel titolo come un “Macron Primo Ministro”, accompagnato da un testo che descrive il più giovane capo del governo della Quinta Repubblica come un “sosia politico al governo”. Se per Paul Quinio, su Libé, questa nomina “riconosce il fatto che nulla cambia nella ‘Macronia’”, Vincent Trémolet de Villers, su Le Figaro, accoglie con favore “una scommessa coraggiosa” da parte del capo dello Stato. Un sentimento condiviso da Jean-Christophe Ploquin su La Croix che, titolando “Il richiamo della giovinezza”, la vede come “una nuova importante assunzione di rischio per il Presidente della Repubblica”.

Eppure secondo altri analisti il più giovane capo del governo della Quinta Repubblica – il primo apertamente gay – gode di una popolarità alle stelle che alla fine potrebbe mettere in “ombra” il capo dello Stato. La tv Bfm sottolinea che il capo del governo più giovane dal 1958 gode di una popolarità alle stelle. “Un profilo che non si vedeva dal 2017. Proponendo Attal alla guida del governo questo martedì, Emmanuel Macron sta facendo la sua parte per rilanciare un secondo mandato quinquennale in difficoltà” spiega la tv. Ma aggiunge: “diversi pezzi grossi del governo non apprezzano la promozione”.

Scontri, saccheggi e violenza: caos in Ecuador. Dichiarato lo stato di “conflitto armato interno”

Scontri, saccheggi e violenza: caos in Ecuador. Dichiarato lo stato di “conflitto armato interno”Roma, 10 gen. (askanews) – Uomini pesantemente armati hanno preso d’assalto lo studio di un’importante emittente televisiva dell’Ecuador durante una trasmissione in diretta, spingendo il presidente del paese a dichiarare lo stato di “conflitto armato interno” nel mezzo di una serie di attacchi apparentemente coordinati in tutto il paese sudamericano. Le forze speciali della polizia hanno successivamente arrestato tutti gli uomini armati mascherati che hanno invaso la sede della rete TC Televisión nella più grande città dell’Ecuador, Guayaquil, intorno alle 14, ora locale, di ieri.

Armati di pistole, fucili, mitragliatrici, granate e candelotti di dinamite, alcuni uomini hanno invaso lo studio durante il telegiornale El Noticiero. Con le telecamere che trasmettevano in diretta, gli assalitori sono stati mostrati dalle telecamere, mentre alcuni dipendenti si sdraiavano sul pavimento e si sentiva qualcuno gridare “Non sparare!”, prima che il segnale venisse finalmente interrotto. Il quotidiano El Universo ha riferito che giornalisti e operatori, in preda al panico, al panico hanno inondato i gruppi di messaggistica con richieste di aiuto. “Vogliono ucciderci tutti. Aiutateci”, si legge in un messaggio. Alina Manrique, responsabile delle notizie per TC Television, ha detto che si trovava nella sala di controllo, di fronte allo studio, quando un gruppo di uomini mascherati è entrato nell’edificio. Uno degli uomini le ha puntato una pistola alla testa e le ha detto di sdraiarsi sul pavimento, ha spiegato all’Associated Press. “Sono ancora sotto shock”, ha detto Manrique in un’intervista telefonica. “Tutto è crollato. Tutto quello che so è che è ora di lasciare questo Paese e andare molto lontano”.

Il comandante della polizia César Zapata ha poi riferito al canale televisivo Teleamazonas che gli agenti hanno sequestrato le armi e gli esplosivi che gli uomini armati avevano con sé e che 13 persone sono state arrestate, dicendo: “Questa è un’azione che dovrebbe essere considerata un atto terroristico”. Le scene scioccanti trasmesse in diretta televisiva sono arrivate mentre i gruppi criminali lanciavano un’ondata di terrore in tutto l’Ecuador, in mezzo a nuovi scoppi di violenza nelle carceri del paese. Ci sono state segnalazioni non confermate di uomini armati entrati in un’università di Guayaquil e di saccheggi nel centro di Quito, così come video sui social media hanno mostrato apparentemente il linciaggio di alcune guardie carcerarie tenute in ostaggio da detenuti. Poco dopo l’assalto alla stazione televisiva, nel frattempo il presidente dell’Ecuador Daniel Noboa ha emesso un decreto che designava 20 bande di trafficanti di droga come gruppi terroristici e autorizzava l’esercito ecuadoriano a “neutralizzare” le fazioni criminali “entro i limiti del diritto umanitario internazionale”. La decisione è arrivata solo un giorno dopo che Noboa ha dichiarato lo stato di emergenza in seguito alla fuga dal carcere del leader della banda più pericolosa del paese.

Mentre migliaia di soldati e poliziotti cercavano Adolfo Macías, alias Fito – il leader condannato della potente banda di narcotrafficanti Los Choneros – il caos è esploso dentro e fuori le carceri in un’apparente dimostrazione di forza da parte delle bande della criminalità organizzata. Il capo di Stato Maggiore della Difesa, Jaime Vela Eraso martedì, a seguito di una riunione del consiglio di sicurezza, ha dichiarato 22 gruppi criminali che operano nel paese come “obiettivo militare” e ha detto che non ci sarebbero stati negoziati con loro. “Daniel Noboa, il presidente della Repubblica, ci ha fissato una missione molto chiara nel suo decreto n. 111. D’ora in poi, ogni gruppo terroristico identificato nel suddetto decreto diventerà un obiettivo militare. Il presente e il futuro del nostro paese è in gioco e nessun atto di terrorismo ci farà arrendere. Non ci ritireremo né negozieremo”, ha detto in un discorso video pubblicato dalla presidenza ecuadoriana su X. Il Perù, intanto, ha dichiarato lo stato di emergenza lungo il confine settentrionale con l’Ecuador. Il primo ministro Alberto Otarola ha sottolineato che la dichiarazione di emergenza prevede lo schieramento di un numero imprecisato di truppe dell’esercito per sostenere le forze di polizia e che anche i ministri della Difesa e degli Interni si recheranno alla frontiera.

Medio Oriente, forze Usa e e britanniche abbattono 21 droni e missili lanciati dagli Houthi sul Mar Rosso

Medio Oriente, forze Usa e e britanniche abbattono 21 droni e missili lanciati dagli Houthi sul Mar RossoRoma, 10 gen. (askanews) – Le forze statunitensi e britanniche hanno abbattuto 21 droni e missili lanciati dagli Houthi nel Mar Rosso meridionale verso rotte marittime internazionali, ha affermato il comando centrale dell’esercito americano, spiegando che non sono stati segnalati feriti o danni. Secondo la stessa fonte, si è trattato del 26esimo attacco degli Houthi alle rotte commerciali nel Mar Rosso dal 19 novembre. Il Centcom ha dichiarato che sono stati neutralizzati 18 droni, due missili da crociera antinave e un missile balistico antinave.

I militanti Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, hanno intensificato gli attacchi contro le navi commerciali nel Mar Rosso per protestare contro la guerra di Israele a Gaza. Diverse compagnie di navigazione hanno sospeso le operazioni, intraprendendo invece il viaggio più lungo intorno all’Africa. Gli Houthi hanno promesso di continuare gli attacchi fino a quando Israele non fermerà il conflitto a Gaza, e hanno avvertito che attaccheranno le navi da guerra statunitensi se lo stesso gruppo di miliziani fosse preso di mira.

Scontri, saccheggi e violenza: l’Ecuador è nel caos. Il presidente Noboa: stato di emergenza

Scontri, saccheggi e violenza: l’Ecuador è nel caos. Il presidente Noboa: stato di emergenzaRoma, 10 gen. (askanews) – L’Ecuador è nel caos: scontri, saccheggi, auto date alle fiamme, agenti di polizia presi in ostaggio in diverse località, e l’irruzione di uomini armati nello studio di un canale televisivo pubblico a Guayaquil. Un’ondata di violenza scoppiata dopo l’evasione dal carcere di massima sicurezza di Guayaquil del boss del narcotraffico Adolfo Macias, il nemico pubblico n. 1, leader dei “Choneros”, una banda che ha monopolizzato il fiorente traffico di droga in Ecuador. Il presidente dell’Ecuador Daniel Noboa ha emesso un decreto in cui si dichiara che il Paese è entrato un “conflitto armato interno”. Noboa ha annunciato che dichiarerà lo stato di emergenza nazionale.

Intanto, gli uomini che, con il volto coperto, hanno fatto irruzione nello studio di un canale televisivo pubblico in Ecuador con armi ed esplosivi, sono stati arrestati. Lo ha annunciato il capo della polizia, Cesar Zapata, che ha parlato di 13 persone arrestate e di sequestro di armi, esplosivi e altre prove. Gli ostaggi, giornalisti e tecnici, sono stati portati in salvo. Il governo del Perù ha disposto l’invio immediato della Polizia al confine con l’Ecuador “per rafforzare la sicurezza alla frontiera” con il Paese vicino, attraversato da un’ondata di violenza e scontri. Il ministro della Difesa peruviano e quello degli Interni viaggeranno lungo il confine per coordinare le operazioni.

Guerra in Medio Oriente, Blinken insiste con Netanyahu: “Risparmiare i civili a Gaza”

Guerra in Medio Oriente, Blinken insiste con Netanyahu: “Risparmiare i civili a Gaza”Roma, 9 gen. (askanews) – Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha ribadito oggi al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu “l’importanza” di risparmiare i civili palestinesi nella sua guerra contro Hamas nella Striscia di Gaza. Lo ha reso noto il Dipartimento di Stato in un comunicato.

Durante un incontro tra i due a Tel Aviv, Blinken “ha riaffermato il nostro sostegno al diritto di Israele di prevenire il ripetersi degli attacchi terroristici del 7 ottobre, e ha sottolineato l’importanza di evitare ulteriori danni ai civili e di proteggere le infrastrutture civili a Gaza”, si legge ancora nella nota. Blinken e Netanyahu hanno anche discusso degli “sforzi in corso per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti e dell’importanza di aumentare il livello di assistenza umanitaria fornita ai civili a Gaza”, ha affermato il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller. “Il segretario di Stato ha ribadito la necessità di garantire una pace duratura per Israele e la regione, in particolare attraverso la creazione di uno Stato palestinese”, ha aggiunto.

La Banca mondiale: la crescita globale è in rallentamento (il dato più basso degli ultimi 30 anni)

La Banca mondiale: la crescita globale è in rallentamento (il dato più basso degli ultimi 30 anni)Roma, 9 gen. (askanews) – Mentre il mondo si avvicina al punto medio di quello che doveva essere un decennio di trasformazione per lo sviluppo, l’economia globale è destinata a raggiungere un triste record entro la fine del 2024: il quinquennio di crescita del Pil più lento degli ultimi 30 anni. Lo stima l’ultimo rapporto “Global Economic Prospects” della Banca mondiale.

In un certo senso, l’economia globale è in una situazione migliore rispetto a un anno fa: il rischio di una recessione globale è diminuito, in gran parte grazie alla forza dell’economia statunitense. Ma le crescenti tensioni geopolitiche potrebbero creare nuovi rischi a breve termine per l’economia mondiale. Nel frattempo, le prospettive a medio termine si sono oscurate per molte economie in via di sviluppo a causa del rallentamento della crescita nella maggior parte delle principali economie, della stagnazione del commercio globale e delle condizioni finanziarie più restrittive degli ultimi decenni. Si prevede che la crescita del commercio globale nel 2024 sarà solo la metà della media del decennio precedente la pandemia. Inoltre i costi di finanziamento per le economie in via di sviluppo – soprattutto quelle con scarsi rating creditizi – probabilmente rimarranno elevati con i tassi di interesse globali bloccati ai massimi di quattro decenni in termini adeguati all’inflazione. Si prevede che la crescita globale rallenterà per il terzo anno consecutivo: dal 2,6% dello scorso anno al 2,4% nel 2024, quasi tre quarti di punto percentuale al di sotto della media degli anni 2010. Si prevede che le economie in via di sviluppo cresceranno solo del 3,9%, più di un punto percentuale al di sotto della media del decennio precedente. Dopo una performance deludente lo scorso anno, i paesi a basso reddito dovrebbero crescere del 5,5%, più debole del previsto. Entro la fine del 2024, le persone in circa un paese in via di sviluppo su quattro e in circa il 40% dei paesi a basso reddito saranno ancora più povere di quanto lo fossero alla vigilia della pandemia di COVID nel 2019. Nelle economie avanzate, nel frattempo, la crescita è destinata a rallentare all’1,2% quest’anno dall’1,5% del 2023.

“Senza un’importante correzione di rotta, gli anni 2020 passeranno alla storia come un decennio di opportunità sprecate”, ha affermato Indermit Gill, capo economista e vicepresidente senior del Gruppo della Banca Mondiale. “La crescita a breve termine rimarrà debole, lasciando molti paesi in via di sviluppo – soprattutto i più poveri – bloccati in una trappola: con livelli di debito paralizzanti e un debole accesso al cibo per quasi una persona su tre. Ciò ostacolerebbe il progresso su molte priorità globali. Esistono ancora opportunità per invertire la tendenza. Questo rapporto offre una chiara via da seguire: illustra la trasformazione che può essere raggiunta se i governi agiscono ora per accelerare gli investimenti e rafforzare i quadri di politica fiscale”. Per affrontare il cambiamento climatico e raggiungere altri obiettivi chiave di sviluppo globale entro il 2030, i paesi in via di sviluppo dovranno realizzare un formidabile aumento degli investimenti, pari a circa 2.400 miliardi di dollari all’anno. Senza un pacchetto politico globale, le prospettive di un tale aumento non sono brillanti. Si prevede che la crescita degli investimenti pro capite nelle economie in via di sviluppo tra il 2023 e il 2024 sarà in media solo del 3,7%, poco più della metà del tasso dei due decenni precedenti.

Il rapporto offre la prima analisi globale di ciò che sarà necessario per generare un boom sostenuto degli investimenti, attingendo all’esperienza di 35 economie avanzate e 69 economie in via di sviluppo negli ultimi 70 anni. Si scopre che le economie in via di sviluppo spesso raccolgono una ricaduta economica quando accelerano la crescita degli investimenti pro capite almeno al 4% e la sostengono per sei anni o più: il ritmo di convergenza con i livelli di reddito delle economie avanzate accelera, il tasso di povertà diminuisce più rapidamente e la crescita della produttività quadruplica. Durante questi boom si materializzano anche altri benefici: tra le altre cose, l’inflazione diminuisce, le posizioni fiscali ed esterne migliorano e l’accesso delle persone a Internet si espande rapidamente. “I boom degli investimenti hanno il potenziale per trasformare le economie in via di sviluppo e aiutarle ad accelerare la transizione energetica e a raggiungere un’ampia varietà di obiettivi di sviluppo”, ha affermato Ayhan Kose, vice capo economista della Banca mondiale e direttore del gruppo Prospects. “Per innescare tali boom, le economie in via di sviluppo devono attuare pacchetti politici completi per migliorare i quadri fiscali e monetari, espandere il commercio transfrontaliero e i flussi finanziari, migliorare il clima degli investimenti e rafforzare la qualità delle istituzioni. Si tratta di un lavoro duro, ma molte economie in via di sviluppo sono già state in grado di farlo. Farlo di nuovo aiuterà a mitigare il previsto rallentamento della crescita potenziale nel resto di questo decennio”.

L’ultimo Global Economic Prospects identifica anche ciò che due terzi dei paesi in via di sviluppo – nello specifico gli esportatori di materie prime – possono fare per evitare cicli di espansione e contrazione. Il rapporto rileva che i governi di questi paesi spesso adottano politiche fiscali che intensificano le fasi di espansione e di recessione. Quando, ad esempio, gli aumenti dei prezzi delle materie prime stimolano la crescita di 1 punto percentuale, i governi aumentano la spesa in modo da stimolare la crescita di un ulteriore 0,2 punto percentuale. In generale, nei periodi favorevoli, la politica fiscale tende a surriscaldare l’economia. Nei momenti difficili aggrava la crisi. Questa “prociclicità” è più forte del 30% nelle economie in via di sviluppo esportatrici di materie prime rispetto ad altri paesi sviluppati. Inoltre, in queste economie le politiche fiscali tendono ad essere più volatili del 40% rispetto ad altre economie in via di sviluppo. L’instabilità associata alla maggiore prociclicità e volatilità della politica fiscale produce un freno cronico sulle prospettive di crescita delle economie in via di sviluppo esportatrici di materie prime. Questo ostacolo può essere ridotto mettendo in atto un quadro fiscale che aiuti a disciplinare la spesa pubblica, adottando regimi di cambio flessibili ed evitando restrizioni sulla circolazione dei capitali internazionali. In media, queste misure politiche potrebbero aiutare gli esportatori di materie prime nelle economie in via di sviluppo ad aumentare la crescita del Pil pro capite fino a 1 punto percentuale ogni quattro o cinque anni. I paesi possono anche trarre vantaggio dalla creazione di fondi sovrani e altri fondi di emergenza che possono essere utilizzati rapidamente in caso di emergenza.

Commissione Ue accende un faro su investimento Microsoft in OpenAI

Commissione Ue accende un faro su investimento Microsoft in OpenAIRoma, 9 gen. (askanews) – La Commissione europea sta effettuando degli approfondimenti sull’investimento da 13 miliardi di dollari di Microsoft in OpenAI, la società che ha lanciato ChatGPT, per verificare se sia in linea con il regolamento Ue sulle concentrazioni. L’ha reso noto lo stesso esecutivo europeo in un comunicato dedciato al tema dell’intelligenza artificiale generativa.

“La Commissione europea ha lanciato oggi due inviti a presentare contributi sulla concorrenza nei mondi virtuali e sull’intelligenza artificiale generativa e ha inviato richieste di informazioni a diversi grandi attori digitali”, si legge nel comunicato di Bruxelles. “Tutte le parti interessate sono invitate a condividere la loro esperienza e fornire un feedback sul livello di concorrenza nel contesto dei mondi virtuali e dell’IA generativa, e le loro intuizioni su come la legge sulla concorrenza può aiutare a garantire che questi nuovi mercati rimangano competitivi. La Commissione europea esaminerà attentamente tutti i contributi ricevuti attraverso gli inviti a presentare contributi. A seguito di tale riesame, la Commissione può organizzare un seminario nel secondo trimestre del 2024 per riunire tutte le diverse prospettive che emergono dai contributi e proseguire questa riflessione”, continua il comunicato.

“Inoltre, la Commissione europea sta esaminando alcuni degli accordi che sono stati conclusi tra i grandi attori del mercato digitale e gli sviluppatori e i fornitori di intelligenza artificiale generativa. La Commissione europea sta studiando l’impatto di questi partenariati sulle dinamiche di mercato”, precisa ancora il comunicato Ue. “Infine, la Commissione europea sta controllando se l’investimento di Microsoft in OpenAI potrebbe essere riesaminabile ai sensi del regolamento Ue sulle concentrazioni”. Anche gli Stati uniti e il Regno unito stanno effettuando valutazioni simili rispetto all’investimento.