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Crosetto: tra Putin e Trump si gioca una partita a poker

Crosetto: tra Putin e Trump si gioca una partita a pokerMilano, 18 mar. (askanews) – “Putin è un grande giocatore di scacchi, si rende conto che l’Occidente non ha la stessa capacità di produzione militare della Russia e sa che l’Ucraina si è indebolita. D’altra parte però sa anche che Trump è imprevedibile e può passare da un giorno all’altro da persona amichevole a persona ostile. L’importante è la tregua, ma in questo momento si sta giocando una partita di poker”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenuto su RTL 102.5.

Israele ha chiuso il valico di Rafah (e ha informato la missione Ue)

Israele ha chiuso il valico di Rafah (e ha informato la missione Ue)Roma, 18 mar. (askanews) – Israele ha informato questa mattina la missione dell’Unione europea della chiusura del valico di Rafah per le operazioni militari in corso contro Hamas. Lo ha detto un diplomatico europeo al Times of Israel.


Il valico tra la Striscia di Gaza e l’Egitto era stato riaperto a inizio febbraio, dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Hamas e Israele. Il personale dell’Ue, tra cui carabinieri italiani, opera al valico per coordinare e facilitare il transito di feriti e malati.

Le famiglie degli ostaggi condannano il raid a Gaza: tornare al cessate il fuoco

Le famiglie degli ostaggi condannano il raid a Gaza: tornare al cessate il fuocoRoma, 18 mar. (askanews) – Il Forum dei familiari degli ostaggi israeliani ha condannato la ripresa degli attacchi nella Striscia di Gaza, accusando il governo di “aver scelto di rinunciare agli ostaggi” e chiedendo di riprendere i negoziati sull’accordo di cessate il fuoco.


“La più grande paura delle famiglie, degli ostaggi e dei cittadini israeliani si è concretizzata: il governo israeliano ha scelto di rinunciare agli ostaggi – si legge nella dichiarazione riportata da Haaretz – siamo scioccati, arrabbiati e terrorizzati dallo smantellamento deliberato del processo per liberare i nostri cari dalla terribile prigionia di Hamas”. Sono 59 gli ostaggi ancora in mano Hamas nella Striscia di Gaza, di cui si stima solo 24 siano ancora vivi. “L’affermazione secondo cui è stata ripresa la guerra per ottenere il rilascio degli ostaggi è un totale inganno: la pressione militare mette in pericolo gli ostaggi e i soldati – continua la nota – dobbiamo tornare al cessate il fuoco”. Rivolgendosi al governo israeliano, il Forum ha quindi aggiunto: “Perché non state combattendo nella sala delle trattative? Perché vi siete ritirati dall’accordo che avrebbe potuto riportare tutti a casa?”. Quindi le famiglie hanno lanciato un appello al presidente americano Donald Trump perchè ottenga “il rilascio di tutti gli ostaggi”.

Gli Houthi rivendicano un nuovo attacco a una portaerei Usa nel Mar Rosso

Gli Houthi rivendicano un nuovo attacco a una portaerei Usa nel Mar RossoRoma, 18 mar. (askanews) – Il gruppo yemenita Houthi ha dichirato di aver lanciato un nuovo attacco contro la portaerei americana Harry Truman nel Mar Rosso.


“Nelle ultime ore, le forze armate yemenite hanno preso di mira con successo la portaerei statunitense USS Harry Truman nel nord del Mar Rosso con due missili da crociera e due droni, e hanno preso di mira un cacciatorpediniere statunitense con un missile da crociera e quattro droni”, ha dichiarato il portavoce delle forze armate Houthi, Yahya Saree, sottolineando in un comunicato che si tratta del “terzo attacco contro la portaerei nelle ultime 48 ore”.

Prima di sferrare l’attacco su Gaza Israele ha consultato l’amministrazione Trump

Prima di sferrare l’attacco su Gaza Israele ha consultato l’amministrazione TrumpRoma, 18 mar. (askanews) – Israele ha consultato l’amministrazione Trump prima di lanciare gli attacchi aerei nella Striscia di Gaza. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, all’emittente Fox.


“L’amministrazione Trump e la Casa Bianca sono state consultate dagli israeliani sui loro attacchi a Gaza e, come ha chiarito il presidente Trump, Hamas, gli Houthi, tutti quelli che cercano di terrorizzare non solo Israele ma anche gli Stati Uniti d’America, vedranno il prezzo da pagare. Si scatenerà l’inferno”, ha detto Leavitt. “Tutti i terroristi in Medio Oriente, i terroristi per procura sostenuti dall’Iran e lo stesso Iran dovrebbero prendere sul serio il presidente Trump quando dice di non avere paura di schierarsi dalla parte delle persone che rispettano la legge”, ha aggiunto.

M.O, Hamas: i raid israeliani a Gaza sono una “condanna a morte” per gli ostaggi

M.O, Hamas: i raid israeliani a Gaza sono una “condanna a morte” per gli ostaggiRoma, 18 mar. (askanews) – Gli attacchi aerei lanciati da Israele nella Striscia di Gaza sono una “condanna a morte” per gli ostaggi israeliani detenuti nell’enclave. Lo ha dichiarato un membro dell’ufficio politico di Hamas, Ezzat al-Rishq, citato dalla Cnn.


“La decisione di Netanyahu di riprendere la guerra è una decisione di sacrificare i prigionieri dell’occupazione e la loro condanna a morte”, ha detto al-Rishq, aggiungendo: “Il nemico non otterrà con la guerra e la distruzione quello che non è riuscito a ottenere attraverso i negoziati”.

M.O., attacchi israeliani nella Striscia di Gaza: oltre 300 morti

M.O., attacchi israeliani nella Striscia di Gaza: oltre 300 mortiRoma, 18 mar. (askanews) – Almeno 308 persone sono rimaste uccise negli attacchi aerei lanciati la scorsa notte dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza. Lo hanno riferito fonti sanitarie ad Al Jazeera, precisando che almeno 154 sono morte nel nord dell’enclave palestinese.


L’esercito israealiano ha fatto sapere di aver messo a segno “attacchi su vasta scala contro obiettivi terroristici di Hamas nella Striscia di Gaza”, dopo aver ricevuto ordini dal premier Benjamin Netanyahu e dal ministro della Difesa Israel Katz di “agire con forza” contro Hamas. “Questo segue il ripetuto rifiuto di Hamas di rilasciare i nostri ostaggi e il suo rifiuto di tutte le proposte ricevute dall’inviato del Presidente degli Stati Uniti, Steve Witkoff, e dai mediatori”, ha fatto sapere l’ufficio del premier israeliano, affermando in una nota di voler “raggiungere gli obiettivi di guerra come stabilito dalla leadership politica, incluso il rilascio di tutti i nostri ostaggi, sia i vivi che i morti”.

Ucraina, Trump valuta il riconoscimento della Crimea come territorio russo

Ucraina, Trump valuta il riconoscimento della Crimea come territorio russoRoma, 17 mar. (askanews) – L’amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo nell’ambito di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev. E’ quanto riporta il sito Usa Semafor citando due persone a conoscenza della questione. Secondo le due fonti, l’amministrazione ha anche discusso la possibilità che gli Stati Uniti sollecitino le Nazioni Unite a fare lo stesso. Tale richiesta allineerebbe l’amministrazione Trump alla posizione del presidente russo Vladimir Putin, che da tempo considera la Crimea suo territorio.


L’amministrazione Trump ha parlato apertamente della necessità che l’Ucraina faccia delle concessioni territoriali alla Russia per porre fine alla guerra che dura da tre anni, e lo stesso presidente in passato ha dichiarato di essere disposto a considerare la Crimea parte della Russia. Ma da quando Trump è in carica, i suoi consiglieri non si sono pronunciati pubblicamente su cosa avrebbero potuto offrire a Putin.Trump ha lanciato per la prima volta la prospettiva di riconoscere la Crimea come territorio russo anni prima che la Russia lanciasse l’invasione dell’Ucraina. Mentre si candidava alla presidenza nel 2016, e successivamente durante il suo primo mandato, il presidente ha ripetutamente affermato che avrebbe “valutato” se gli Stati Uniti si sarebbero mossi per riconoscerla.

Ue-Ucraina, Tajani: non fidarsi di Putin? Io sono pragmatico

Ue-Ucraina, Tajani: non fidarsi di Putin? Io sono pragmatico

Bruxelles, 17 mar. (askanews) – “Io sono molto pragmatico. Fidarsi o non fidarsi, non è questo il tema; il tema è si fa un accordo oppure no: se si fa un accordo, quell’accordo poi deve essere rispettato, non è una questione di simpatia o antipatia, fiducia o non fiducia; bisogna fare degli accordi, dobbiamo arrivare alla pace, una pace che deve essere giusta, e l’Italia sta lavorando per questo”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, oggi a Bruxelles, dopo la riunione del Consiglio Esteri dell’Ue, che ha avuto al centro la questione ucraina. Il ministro rispondeva a un giornalista che aveva ricordato il giudizio dell’Alta Rappresentante per la Politica estera Ue, Kaja Kallas, secondo cui “di Putin non ci si può fidare”, per negoziare un pace giusta per l’Ucraina.

Come Italia, ha continuato Tajani, “sosteniamo, l’abbiamo detto e scritto anche nel documento del G7, le iniziative che devono portare alla pace. L’Europa dovrà sedersi al tavolo delle trattative, noi lavoriamo per l’unità dell’Occidente. Quando sarà finita la guerra – ha aggiunto -, io mi auguro che si possa costruire un rapporto positivo con tutti”.

“Noi – ha ricordato il ministro – non siamo mai stati in guerra con la Russia. L’Italia non ha mai autorizzato l’uso di armi italiane fuori dai confini ucraini, proprio perché un conto è difendere il diritto all’indipendenza ucraina, un conto è essere in guerra con la Russia: sono due cose completamente differenti. Noi – ha insistito – non siamo mai stati e non siamo in guerra con la Federazione russa”.

“Detto questo – ha continuato Tajani -, sappiamo bene che la Federazione russa ha aggredito l’Ucraina, e che l’Ucraina è stata aggredita dalla Federazione russa. Questo non cambia. Per quello noi abbiamo sempre difeso l’Ucraina, continuiamo a difenderla, l’abbiamo ribadito tutti quanti insieme al G7, continuiamo a dirlo: noi stiamo dalla parte dell’Ucraina”.

“Ma una volta finita la guerra, io mi auguro che anche nel mondo possano esserci rapporti differenti. La pace – ha sottolineato il ministro – significa pace. Non è che continua la guerra quando finisce la guerra. Lavoriamo per quello. Quindi avremo, mi auguro, rapporti positivi con tutti, una volta finita la guerra”. (Quanto al nuovo piano di sostegno militare all’Ucraina da 20-40 miliardi di euro per il 2025, proposto dell’Alta Rappresentante, durante il Consiglio Esteri “é emerso che c’è chi è contrario, e noi vogliamo avere approfondimenti. E soprattutto – ha avvertito Tajani – non bisogna prendere decisioni prima che si sappia cosa accadrà. 50 miliardi non sono pochi, noi siamo già chiamati a investire per la Nato, dove dobbiamo raggiungere il livello del 2% del Pil”.

“Poi – ha proseguito il ministro – c’è il piano per la sicurezza della Commissione europea, altri 50 miliardi: sono una cifra consistente, dobbiamo valutare attentamente come spendere questi fondi. Per quello ho detto che serve un approfondimento, una valutazione e serve aspettare che ci sia una novità per quanto riguarda le trattative. C’è questo colloquio tra Trump e Putin, bisogna capire cosa accadrà; perché se si arriva al cessate il fuoco e poi ad una tregua, le cose cambiano”.

“Quindi aspettiamo, abbiamo ascoltato, abbiamo valutato, però, ripeto le spese sono tante: abbiamo già inviato diversi strumenti militari all’Ucraina, abbiamo aiutato in tutti i modi, anche da un punto di vista finanziario, abbiamo fatto interventi importanti. Di questi 50 miliardi l’Italia dovrebbe spendere 5 miliardi, che non sono pochi. Io sono sempre molto prudente. Occorre vedere cosa bisogna fare. Per questo è bene sempre approfondire. Prima di dare una risposta bisogna vedere cosa accadrà e studiare attentamente come vengono spesi i soldi europei”.

Alla domanda se si tratterà allora di 40 miliardi di euro, come ha annunciato Kallas, o di 50 miliardi, Tajani ha replicato: “Non è ben chiaro, ma 40 o 50, cambia poco: sono sempre 4 o 5 miliardi che l’Italia deve mettere. Quindi occorre capire bene per fare cosa, per utilizzarli come. Siamo chiamati a fare tante cose per la sicurezza, sia dell’Ucraina che dell’Europa”.

E poi “l’Ucraina è un paese candidato a diventare parte dell’Unione europea, quindi saranno anche investimenti che faremo per garantire la sicurezza complessiva, ivi compresa dell’Ucraina stessa. Quindi, vediamo, bisogna coordinare le iniziative. C’è quella della presidente della Commissione europea che noi abbiamo approvato, adesso c’è questa proposta dell’Alta Rappresentante, la valutiamo, la valuteremo. Ma prima di dire sì, ripeto, bisogna approfondire molto”, ha concluso il ministro.

Ucraina, la Casa Bianca: mai stati più vicini ad un accordo di pace

Ucraina, la Casa Bianca: mai stati più vicini ad un accordo di paceRoma, 17 mar. (askanews) – “Non siamo mai stati più vicini a un accordo di pace di quanto lo siamo in questo momento”. Lo ha ribadito oggi il portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, nel briefing con la stampa, confermando che il presidente americano Donald Trump avrà domani un colloquio telefonico con l’omologo russo, Vladimir Putin, sui negoziati in corso per arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina.


Levitt ha rimarcato che il presidente “è determinato a ottenere” l’accordo e non esiterà a imporre ulteriori sanzioni alla Russia in caso contrario.