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Netanyahu ha approvato il piano dell’esercito per l’operazione a Rafah

Netanyahu ha approvato il piano dell’esercito per l’operazione a RafahRoma, 15 mar. (askanews) – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto l’ultima proposta avanzata da Hamas per un accordo di tregua e rilascio degli ostaggi, perchè le richieste “sono ancora assurde”, e ha approvato il piano messo a punto dalle Forze di difesa israeliane (Idf) per l’operazione a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. E’ quanto riferisce il Times of Israel, riportando una dichiarazione diffusa dall’ufficio del premier al termine di una riunione del gabinetto di guerra.

Tajani: mandando truppe in Ucraina si rischierebbe la terza guerra mondiale

Tajani: mandando truppe in Ucraina si rischierebbe la terza guerra mondialeRoma, 15 mar. (askanews) – “Credo che la Nato non debba entrare in Ucraina. Mi auguro anche che nessun singolo Paese ci stia pensando. Non c’è nessun accordo, nessuna idea in tal senso”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo a LetExpo organizzato da Alis in collaborazione con Veronafiere.


“Sarebbe un errore entrare in Ucraina. Noi dobbiamo aiutare l’Ucraina a difendersi. Ma entrare noi a fare la guerra alla Russia, significa rischiare la terza guerra mondiale. Completamente diverso dire ‘difendiamo il diritto internazionale, difendiamo la libertà dell’Ucraina diamo all’Ucraina strumenti militari economici tecnici ma andare a fare la guerra mi sembra un errore. Credo che tutte le persone di buon senso non vorrebbero questo”, ha insistito il capo della diplomazia italiana.

La Francia contro la fast fashion

La Francia contro la fast fashionRoma, 15 mar. (askanews) – L’Assemblea nazionale francese ha approvato una norma che prevede multe nei confronti dei rivenditori di fast fashion, a partire dal gruppo di Singapore (ma fondato in Cina) Shein. Lo riferisce Nikkei Asia. Shein e altri rivenditori, per lo più asiatici, si trovano ad affrontare una sanzione fino a 10 euro per ogni articolo venduto in Francia entro il 2030 e un limite alla pubblicità nel paese.


Il disegno di legge, ampiamente sostenuto e che deve ancora essere approvato dalla camera alta del Parlamento, propone anche di vietare la pubblicità delle aziende di moda “effimere”. Prima del voto della Francia, il Parlamento europeo ha adottato mercoledì una proposta che richiederà ai produttori che vendono prodotti tessili nel blocco di coprire i costi di raccolta, smistamento e riciclaggio degli stessi, in un passo verso un’industria tessile più sostenibile. Durante la sessione parlamentare di giovedì a Parigi, il ministro della Transizione ecologica Christophe Bechu ha dichiarato che il governo vuole vietare le esportazioni di rifiuti tessili, che finiscono principalmente nei paesi africani.


Ma a dimostrazione del fatto che i legislatori francesi mirano anche a proteggere l’industria tessile nazionale e la vendita al dettaglio con questo disegno di legge, ha affermato: “Il sacrificio della nostra industria tessile è finito”. Un portavoce di Shein ha dichiarato a Nikkei Asia dopo il dibattito parlamentare che il disegno di legge “penalizzerà in modo sproporzionato i consumatori più attenti ai costi”. I legislatori francesi calcolano che Shein lancia circa 7.200 nuovi prodotti ogni giorno. L’imposizione della sanzione aiuterà anche a ridurre il divario tra i rivenditori di moda tradizionali e aziende del calibro di Shein.

Russia: urne aperte per la ‘rielezione’ di Putin

Russia: urne aperte per la ‘rielezione’ di PutinRoma, 15 mar. (askanews) – Urne aperte nella Federazione russa per elezioni presidenziali spalmate su tre giorni, dall’esito scontato ma che potrebbero riservare sorprese e problemi anche per Vladimir Putin, pur certo della vittoria. Il leader russo ha lanciato un appello a recarsi alle urne, indiretta conferma dei timori di una scarsa partecipazione, data la mancanza di vere alternative alla sua candidatura. E la Procura moscovita ha messo in guardia da azioni di protesta, a riprova che almeno nella capitale sono attese iniziative sul modello proposto da Yulia Navalnaya: l’invito è a recarsi alle urne domenica alle ore 12 come silenzioso atto anti-Putin, come già proposto da Aleksey Navalny, morto in carcere a metà febbraio e salutato ai suoi funerali e nei giorni successivi da migliaia e migliaia di moscoviti.


Intervenuto in tarda serata mercoledì alla tv, Putin ha invitato i connazionali a “venire alle urne ed esprimere la propria posizione civica e patriottica, votare per il candidato prescelto, per il futuro di successo della nostra amata Russia”. “Oggi è di fondamentale importanza non deviare da questa strada. Realizzare gli obiettivi prefissati, raggiungere grandi obiettivi”, ha affermato, e votare è “un modo per partecipare direttamente all’ulteriore sviluppo dello Stato”.


Putin vuole un plebiscito e in termini di voti lo avrà (obiettivo 80% o qualcosa in più), ma vuole anche che vi sia una forte partecipazione per il voto che sarà tradotto anche in un nuovo mandato come comandante in capo. Sotto il 70% sarebbe una sconfitta. L’affluenza dunque conta, molto, e per garantirla sono stati mobilitati autorità locali, associazioni, capi delle imprese. In molte regioni verranno organizzate lotterie con viaggi e automobili in palio, in alcuni casi anche appartamenti. Le elezioni si tengono anche nei cosiddetti ‘Nuovi Territori’, ovvero nelle parti di Ucraina controllate dalla Russia e dichiarate annesse al settembre del 2022, dove il voto è iniziato in anticipo di alcuni giorni. Per la prima volta in un’elezione presidenziale 23 soggetti della Federazione e la Crimea possono votare via internet a distanza, cosa che alimenta timori di più facili brogli rispetto a risultati ed affluenza. Si vota anche all’estero, compresi i ‘Paesi ostili’ (l’Italia è nella lista, come tutti i Paesi dell’Ue) anche se in un primo momento era stato ipotizzato il contrario.


Oltra a Vladimir Putin, i nomi sulla scheda elettorale sono quindi quelli di Nikolay Karitonov, 75 anni, presentato dal senescente Partito Comunista (Kprf) ma membro iscritto solo dal 2007; Leonid Slutsky, 56 anni, candidato del partito Liberal-democratico (Ldpr, destra nazionalista) orfano dello storico leader Vladimir Zhrinovsky morto l’anno scorso; Il partito Nuova Gente candida Vladislav Davankov: 39 anni, in politica dal 2020 e prima uomo d’affari, è vicino al campo ‘liberal’ ma da intendere come visione economica. Inserito a pieno titolo nel sistema politico ufficiale – è deputato e vicepresidente della Duma – Davnkov è comunque la figura più vicina al concetto di alternativa. E potrebbe rappresentare la sorpresa in termini di risultati, se dovesse sorpassare Karitonov e ottenere il secondo posto dopo Putin, come alcuni sondaggi prospettano. I tre ‘sfidanti’ siedono in parlamento e fanno parte della cosiddetta opposizione sistemica che contrasta il partito governativo Russia Unita e quindi il Cremlino su pochi, singoli argomenti e non pone particolari problemi al potere. Dei candidati persi strada facendo, l’unico degno di nota è Boris Nadezhdin, 60 anni, apertamente critico nei confronti di Putin e opposto alla guerra in Ucraina: inizialmente il Cremlino sembrava tentato dal lasciarlo partecipare per veicolare un voto di protesta ritenuto comunque marginale, ma l’interesse che ha suscitato ha fatto cambiare idea ai vertici, con conseguente prevedibile bocciatura della sua candidatura per ragioni tecniche.


L’opposizione extraparlamentare è stata ridotta a un ruolo di totale marginalità con anni di progressive interdizioni, intralci, minacce, processi. La guerra in Ucraina ha determinato una svolta in tal senso: chi si oppone alla guerra, e chi contesta in generale le politiche del Cremlino – e quindi la campagna militare in Ucraina – è iscritto nelle liste degli ‘agenti stranieri’ o degli ‘elementi estremisti’, con conseguenze amministrative e anche penali, in alcuni casi molto pesanti. Oltre a Navalny, che al momento della morte stava scontando una condanna a 19 anni per estremismo in una colonia penale dell’estremo Nord artico, molti attivisti anti-sistema sono finiti in carcere. I più noti, e più insidiosi in termini politici, sono Vladimir Kara Murza, cittadino russo-britannico condannato a 25 anni di carcere per tradimento e fake news sull’esercito russo, e Ilya Yashin, otto anni di prigione per discredito delle forze armate. Preoccupano il Cremlino anche la pioggia di droni e le recenti incursioni di gruppi paramilitari di ‘patrioti’ russi anti-Putin dall’Ucraina : della guerra i vertici russi parlano continuamente, ma non della guerra ‘in casa’, delle minacce per il territorio russo. I sondaggi registrano tassi di approvazione per Putin sempre molto alti, attorno all’80%, ma anche una crescente richiesta di porre fine alla guerra.

A Tel Aviv centinaia di manifestanti chiedono il rilascio degli ostaggi

A Tel Aviv centinaia di manifestanti chiedono il rilascio degli ostaggiRoma, 14 mar. (askanews) – Centinaia di manifestanti hanno sfilato da piazza Dizengoff a Tel Aviv verso il quartier generale della Difesa chiedendo il rilascio degli ostaggi trattenuti da Hamas a Gaza, con fiaccole e poster delle persone sequestrate. L’organizzazione Women’s Protest for the Hostages (La protesta delle donne per gli ostaggi), che ha guidato la manifestazione, ha dichiarato che “le donne e i parenti degli ostaggi marceranno verso il quartier generale della difesa di Kirya, per ricordare al gabinetto israeliano e a tutti gli altri che la missione più importante e urgente è salvare vite umane”. (Foto di repertorio).

Pupo a Mosca per cantare. Ha detto: sono contrario all’embargo

Pupo a Mosca per cantare. Ha detto: sono contrario all’embargoRoma, 14 mar. (askanews) – “Sono sempre contrario all’embargo di qualsiasi popolo, è sbagliato e quindi non ho paura, perché sono convinto di comportarmi in maniera coerente con la mia idea ma anche in maniera giusta con l’idea della cultura che deve essere libera”: lo ha dichiarato Pupo in una conferenza stampa tenuta a Mosca presso l’agenzia Tass. Il cantautore ha in precedenza reso noto del suo viaggio in Russia, dove domani si esibirà in un concerto di beneficenza al Gran Palazzo del Cremlino.


“In questo momento è naturale, l’ispirazione viene dal momento che stiamo vivendo e dalle tensioni che ci sono, vorrei dedicare una canzone d’amore perché ritorni l’amore tra i popoli, soprattutto tra i due popoli che vivono questo momento difficile, serve una canzone d’amore ma per i popoli”, ha affermato Pupo, dicendo di sapere che sarà criticato, soprattutto in patria e di rispettare anche quanti lo criticheranno. Per poi intonare la canzone “Un amore grande”.

Crosetto: dopo il 7 ottobre l’Italia ha sospeso l’export di armi a Israele

Crosetto: dopo il 7 ottobre l’Italia ha sospeso l’export di armi a IsraeleRoma, 14 mar. (askanews) – “Dopo il 7 ottobre non sono state concesse nuove autorizzazioni per l’export di armi a Israele”. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenuto al question time del Senato.


“L’Italia, insieme a Belgio e Spagna, è stata menzionata positivamente come il Paese che ha adottato una politica di sospensione incisiva e tempestiva”, ha ricordato Crosetto: “Le licenze autorizzate prima del 7 ottobre erano state già in gran parte utilizzate, per la parte restante la valutazione è stata caso per caso” senza che vi sia stato un utilizzo contro la popolazione civile della Striscia di Gaza.

L’Europarlamento chiede a Israele di aprire i valichi per Gaza

L’Europarlamento chiede a Israele di aprire i valichi per GazaBruxelles, 14 mar. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato, oggi a Strasburgo, con 327 voti favorevoli, 44 contrari e 120 astensioni, una risoluzione non vincolante in cui chiede a Israele di aprire i valichi di frontiera verso Gaza a Rafah, Kerem Shalom, Karmi e Erez, per consentire gli aiuti umanitari alla popolazione civile, che sta vivendo, ricordano gli eurodeputati, una situazione di disperata insicurezza alimentare e carestia imminente.


La risoluzione chiede anche un’indagine internazionale indipendente sugli attacchi verificatisi contro convogli umanitari e civili in cerca di aiuto, attacchi che, affermano gli eurodeputati “tutte le parti devono immediatamente cessare”. Gli europarlamentari, dicendosi “profondamente preoccupati per la catastrofica situazione umanitaria a Gaza”, anche alla luce della diffusione di malattie e dei decessi che sono stati confermati di diversi bambini, a causa di malnutrizione e disidratazione, esortano le autorità israeliane a consentire e facilitare immediatamente la fornitura completa di aiuti in tutta Gaza attraverso tutti i valichi esistenti, e sottolineano l’urgente necessità di un accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli.


Ribadiscono, inoltre, la loro richiesta di un cessate il fuoco immediato e permanente, per affrontare il rischio incombente di una carestia di massa a Gaza e per liberare immediatamente e incondizionatamente tutti gli ostaggi. La risoluzione chiede che il Comitato Internazionale della Croce Rossa abbia accesso immediato a tutti gli ostaggi israeliani detenuti a Gaza, per fornire loro assistenza medica. Il Parlamento europeo accoglie con favore l’apertura di corridoi di aiuti marittimi per Gaza, ma sottolinea che la distribuzione via terra deve essere la priorità, e riconosce il ruolo indispensabile dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso ai profughi palestinesi (Unrwa) in tutta la regione.


Gli eurodeputati condannano fermamente il blocco degli aiuti umanitari e gli attacchi contro i convogli umanitari, inclusi il dirottamento e il saccheggio di convogli di aiuti da parte di Hamas, nonché i ripetuti attacchi contro i civili in cerca di aiuto, strutture umanitarie e mediche e lavoratori, e deplorano il loro impatto catastrofico sui civili di Gaza, in particolare sui bambini. Il Parlamento europeo condanna fermamente l’aumento della violenza dei coloni estremisti, gli attacchi delle forze armate israeliane nei confronti dei palestinesi in Cisgiordania e la colonizzazione illegale incalzante del territorio palestinese, che costituisce una violazione del diritto internazionale.


Gli eurodeputati, infine, esprimono profonda preoccupazione per il rischio di escalation del conflitto, in particolare in Libano, e avvertono che non ci possono essere prospettive di pace, sicurezza, stabilità e prosperità per Gaza o per la riconciliazione israelo-palestinese, finché Hamas e altri gruppi terroristici avranno un qualsiasi ruolo a Gaza.

Spagna, Camera approva amnistia per gli indipendentisti catalani

Spagna, Camera approva amnistia per gli indipendentisti catalaniRoma, 14 mar. (askanews) – La Sessione plenaria del Congresso dei Deputati ha approvato il disegno di legge di amnistia per gli indipendentisti catalani e lo trasmette ora al Senato per proseguire la sua elaborazione, dove potrebbe durare altri due mesi.


I deputati hanno votato per primo il parere sulla legge di amnistia, che ha ottenuto 178 voti favorevoli, 172 contrari e nessuna astensione. La votazione congiunta sull’iniziativa legale, effettuata a voce su richiesta dell’opposizione, ha ottenuto lo stesso risultato. Il testo del PSOE è stato sostenuto da Sumar, Junts, ERC, PNV, EH Bildu, BNG, Podemos e dall’ex ministro José Luis Ábalos, ora nel Gruppo Misto. PP, Vox, UPN e la Coalizione delle Canarie si sono espressi contro. (Segue) vgp Spagna/ Spagna, parlamento approva aministia… -3- Roma, 14 mar. (askanews) – Al Senato l’elaborazione della legge potrebbe richiedere circa due mesi, poiché il PP, che in questa sede parlamentare ha la maggioranza, ha modificato il Regolamento e ha stabilito che questa iniziativa non sarebbe stata trattata con la procedura d’urgenza.


Nel dibattito odierno, il PSOE ha difeso l’utilità della misura di grazia per ripristinare la coesistenza in Catalogna, mentre Junts e ERC hanno indicato di considerarla un “punto di partenza” per altri scenari, come un referendum sull’indipendenza. vgp

In Spagna dal parlamento ok all’amnistia per gli indipendendisti catalani

In Spagna dal parlamento ok all’amnistia per gli indipendendisti catalaniRoma, 14 mar. (askanews) – Il parlamento spagnolo ha approvato la legge di amnistia per gli indipendentisti catalani.


La Sessione plenaria del Congresso dei Deputati ha approvato giovedì il disegno di legge di amnistia per gli indipendentisti catalani e lo trasmette ora al Senato per proseguire la sua elaborazione, dove potrebbe durare altri due mesi. I deputati hanno votato per primo il parere sulla legge di amnistia, che ha ottenuto 178 voti favorevoli, 172 contrari e nessuna astensione. La votazione congiunta sull’iniziativa legale, effettuata a voce su richiesta dell’opposizione, ha ottenuto lo stesso risultato. l testo del PSOE è stato sostenuto da Sumar, Junts, ERC, PNV, EH Bildu, BNG, Podemos e dall`ex ministro José Luis Ábalos, ora nel Gruppo Misto. PP, Vox, UPN e la Coalizione delle Canarie si sono espressi contro.Al Senato l’elaborazione della legge potrebbe richiedere circa due mesi, poiché il PP, che in questa sede parlamentare ha la maggioranza, ha modificato il Regolamento e ha stabilito che questa iniziativa non sarebbe stata trattata con la procedura d’urgenza. Nel dibattito odierno, il PSOE ha difeso l’utilità della misura di grazia per ripristinare la coesistenza in Catalogna, mentre Junts e ERC hanno indicato di considerarla un “punto di partenza” per altri scenari, come un referendum sull’indipendenza.