Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Attacco ucraino in Crimea: distrutta nave della flotta russa. Kiev: trasportava munizioni

Attacco ucraino in Crimea: distrutta nave della flotta russa. Kiev: trasportava munizioniMilano, 26 dic. (askanews) – Il Ministero della Difesa russo conferma che una nave è stata attaccata da jet provenienti dall’Ucraina. L’attacco ha riguardato l’incrociatore da sbarco Novocherkassk. I sistemi di difesa aerea russi hanno distrutto due Su-24 dell’aeronautica ucraina che tentavano di attaccare la grande nave da sbarco Novocherkassk a Feodosia. Lo ha riferito il Ministero della Difesa russo. Mosca ha confermato i “danni” alla grande nave da sbarco Novocherkassk colpita a Feodosia “mentre respingeva un attacco delle forze armate ucraine”, ha riferito il Ministero.

Ieri sera l’aeronautica ucraina ha dichiarato di essere responsabile dell’attacco notturno contro la città di Feodosia, nella penisola di Crimea, dove sarebbe stata distrutta la nave Novocherkassk della flotta russa del Mar Nero. Secondo il governatore della Crimea nominato dalla Russia, una persona rimasta uccisa e due ferite. La zona del porto è stata transennata ieri sera. A bordo della grande nave da sbarco russa “Novocherkask”, che le forze di difesa ucraina hanno “distrutto” vicino a Feodosia in Crimea, c’erano munizioni: ecco perché si è verificata un’esplosione così grande. Lo ha detto il portavoce dell’Aeronautica delle Forze Armate dell’Ucraina, Yuriy Ignat, a Radio Svoboda. “Vediamo quanto è stata potente l’esplosione, che tipo di detonazione: è estremamente difficile per la nave uscirne indenne. Ma non si tratta di un missile, piuttosto di munizioni esplose. Scopriremo cosa c’era esattamente a bordo, se si trattava di (droni rianiani) “Shahed” o di munizioni, più tardi, forse i nostri servizi speciali ce lo diranno”, ha detto Ignat.

La Russia ha annesso la penisola ucraina di Crimea nel 2014. Durante la guerra in corso, l’Ucraina ha condotto una serie di azioni contro obiettivi russi nella penisola di Crimea.

Russia, Navalny conferma trasferimento in prigione artica

Russia, Navalny conferma trasferimento in prigione articaMilano, 26 dic. (askanews) – “Ora vivo sopra il circolo polare artico”. Il politico dell’opposizione russa in carcere Alexei Navalny conferma l’arrivo in una colonia penale artica sui social media, e secondo il suo entourage, nonostante l’ulteriore irrigidirsi delle misure detentive, sarebbe di buon umore:

“Bene, ora ho un cappotto di pelle di pecora, un colbacco di pelliccia con paraorecchie e presto avrò i valenki (tradizionale calzatura invernale russa). Mi sono fatto crescere la barba per i 20 giorni del mio trasporto” ha scritto su X dove dice che sono state giornate piuttosto faticose. “Non dico ‘Ho-ho-ho’, ma dico ‘Oh-oh-oh’ quando guardo fuori dalla finestra, dove posso vedere una notte, poi la sera e poi la notte ancora” ha aggiunto, con evidente riferimento a Babbo Natale e alla notte artica. Ci sono voluti 20 giorni per completare il trasferimento dal carcere dove si trovava prima alla colonia penale. Il tutto a meno di tre mesi dalle elezioni presidenziali in Russia. “Sfortunatamente non ci sono renne, ma ci sono enormi cani da pastore soffici e molto belli” ha scritto. “E la cosa più importante: ora vivo sopra il circolo polare artico. Nel villaggio di Kharp sul Yamal. La città più vicina ha il bellissimo nome di Labytnangi”.

era scomparso all’inizio di dicembre, ma era stato ritrovato in una colonia penale il 25 dicembre, giorno del Natale cattolico.

Russia: 30 “candidati” al Cremlino sfidano Putin in presidenziali

Russia: 30 “candidati” al Cremlino sfidano Putin in presidenzialiMilano, 26 dic. (askanews) – Oltre 30 persone si sono iscritte per essere nominate candidati alle elezioni presidenziali in Russia. “Ovviamente sarà una corsa competitiva – ritiene Ella Pamfilova, capo della commissione elettorale russa – poiché è ovvio che si candiderà più di un candidato: già più di 30 si sono candidati”, ha detto.

Le elezioni presidenziali in Russia si terranno dal 15 al 17 marzo 2024 e con buona pace di Pamfilova, del Cremlino Vladimir Putin al potere. Per ora andato oltre un ventennio. Il principale esponente dell’opposizione russa è in carcere e Putin si prepara per un’altra vittoria elettorale che lo porterà salvo improbabili sorprese a governare sino al 2030 e in base alla Costituzione anche fino al 2036.

Tra i tanti candidati (di belle ma poce speranze), anche una giornalista – e donna – Yekaterina Duntsova: scende in campo contro Putin. Ha 40 anni, madre di tre figli ed è anche un’ex rappresentante all’assemblea comunale di Rzhev. Si dice contro la guerra in Ucraina. Un altro apparente outsider solitario dice di voler sfidare il suo potere: Boris Nadezhdin. Anche l’ex parlamentare si dichiara contro la guerra: la sua sconfitta rappresenterebbe l’ennesima e ulteriore legittimazione del conflitto in Ucraina agli occhi degli elettori.

Urbi et Orbi, eco in tutto il mondo per messaggio del Papa su M.O.

Urbi et Orbi, eco in tutto il mondo per messaggio del Papa su M.O.Milano, 26 dic. (askanews) – Ha avuto eco in tutto il mondo la benedizione “Urbi et Orbi” del Papa. A fronte di un Natale sullo sfondo di sanguinosi conflitti, con la guerra in Terra Santa che divampa e quella in Ucraina che sta per entrare nel suo terzo anno, Francesco ha nuovamente invocato la pace, chiedendo di fermare il commercio di armi che “muove i fili”. E il messaggio ha fatto breccia nei media americani, con Ap che ha sottolineato come il Santo padre “denuncia l’industria delle armi nel suo appello del giorno di Natale”.

“Papa Francesco afferma che ‘il messaggio di pace di Gesù’ è stato soffocato dalla ‘futile logica della guerra’”, riporta la versione britannica di Sky News. “‘I nostri cuori sono a Betlemme’, ha detto, senza menzionare Israele o Gaza per nome”, secondo ‘CBS Evening News with Norah O’Donnell’. Un messaggio natalizio e benedizione “Urbi et Orbi” il cui contenuto prevedeva anche un appello per la liberazione degli ostaggi nella mani di Hamas: “Vi abbraccio tutti, in particolare le comunità cristiane di Gaza, e dell’intera Terra Santa. Porto nel cuore il dolore per le vittime dell’esecrabile attacco del 7 ottobre scorso. Rinnovo un pesante appello per la liberazione di quanti sono ancora tenuti in ostaggio”, ha dichiarato.

Il pontefice ha raccolto l’appello di Sara Netanyahu, moglie del premier israeliano e chiede la tregua, una soluzione basata sul dialogo e ovviamente l’ingresso degli aiuti tanto necessari per la popolazione di Gaza. “Supplico che cessino le operazioni militari con il loro spaventoso seguito di vittime civili innocenti. Che si ponga rimedio alla disperata situazione umanitaria aprendo all’arrivo degli aiuti. Non si continui ad alimentare violenze e odio. Ma si avvii a soluzione la questione palestinese, attraverso un dialogo sincero, un dialogo perseverante tra le parti, sostenuto da una forte volontà politia e l’appoggio della comunità internazionale”, ha detto il Papa e nelle sue parole si sente ovviamente l’eco delle difficoltà sperimentata dall’ultima risoluzione Onu. Il Santo Padre ha chiesto di pregare “per la pace in Palestina e in Israele”.

Crimea, Ucraina: dopo il Moskva, distrutta altra grande nave russa

Crimea, Ucraina: dopo il Moskva, distrutta altra grande nave russaMilano, 26 dic. (askanews) – L’aeronautica ucraina rivendica un attacco notturno contro la città di Feodosia, nella penisola di Crimea, dove sarebbe stata distrutta la nave d’assalto anfibia Novocherkassk della flotta russa del Mar Nero. “La flotta russa è sempre più ridotta”, esulta il capo dell’aeronautica ucraina Mykola Oleshchuk. “Questa volta, dopo l’ammiraglia della flotta russa del Mar Nero, l’incrociatore Moskva, tocca a una grande nave da sbarco, il Novocherkassk”, ha scritto.

Intanto Sergey Aksenov, governatore della Crimea voluto dalla Russia, afferma che l’area portuale è transennata. Al momento le esplosioni si sono fermate e l’incendio è sotto controllo. Mosca ha annesso la penisola ucraina di Crimea nel 2014. Durante la guerra in corso, Kiev ha condotto una serie di azioni contro obiettivi russi nella regione. Nell’appello a mantenere la calma agli abitanti, Aksenov ha anche detto: “Tutti i servizi necessari sono in loco. I residenti di diverse case verranno sfollati”. Più di 350 persone sono state evacuate dalle case più vicine al porto di Feodosia. Nella notte ci sono state segnalazioni di potenti esplosioni in Crimea. I media russi su Telegram hanno riferito che, nelle prime ore che hanno seguito il giorno del Natale cattolico (che si festeggia secondo il calendario occidentale che ormai segue Kiev, ma non Mosca), questa notte, sono state udite potenti esplosioni nel porto di Feodosia. Il filmato che diversi media russi hanno pubblicato sui loro account Telegram mostra potenti esplosioni e incendi nell’area portuale di Feodosia, sulla costa del Mar Nero.

Cresce l’allerta terrorismo per le festività, i Paesi Ue rafforzano le misure di sicurezza

Cresce l’allerta terrorismo per le festività, i Paesi Ue rafforzano le misure di sicurezzaRoma, 24 dic. (askanews) – Francia, Germania, Spagna e Austria sono tra i Paesi europei che hanno deciso di aumentare i controlli di sicurezza e la protezione delle chiese e dei luoghi di culto in vista delle celebrazioni natalizie, mentre cresce la preoccupazione per eventuali minacce terroristiche durante le festività di fine anno. Nei giorni scorsi c’è stato anche in Italia un vertice al Viminale ed è stata inviata una circolare ai prefetti affinché prevedessero idonei dispositivi di sicurezza.

Il ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin ha incaricato la polizia e i gendarmi locali di aumentare la loro presenza nelle chiese di tutto il paese “per proteggere i fedeli cristiani che si riuniranno per le festività natalizie questa sera e domani mattina”, ha scritto oggi lo stesso esponente del governo di Parigi su X. Anche nella vicina Germania le autorità hanno intensificato gli sforzi in materia di sicurezza. La polizia “farà tutto il possibile per garantire la sicurezza dei visitatori della cattedrale” di Colonia “alla vigilia di Natale”, ha detto il capo della sicurezza di questa città tedesca, Michael Esser, aggiungendo che tutti i visitatori della famosa cattedrale saranno soggetti a controlli all’ingresso. Ieri sera la polizia ha perquisito la cattedrale con cani antidroga dopo le indiscrezioni secondo cui gruppi islamici avrebbero pianificato un attacco alla chiesa per la vigilia di Natale o per Capodanno. La polizia ha sconsigliato ai visitatori di portare con sé borse per evitare ritardi ai controlli di sicurezza.

Da parte sua, gli agenti della capitale austriaca Vienna hanno aumentato la loro presenza nei luoghi in cui sono previste celebrazioni cristiane per Natale, a causa di “un aumento del rischio in Austria durante le vacanze”, si legge in una nota. “Poiché gli attori terroristici di tutta Europa chiedono attacchi contro eventi cristiani in questo contesto – soprattutto intorno al 24 dicembre – le autorità di sicurezza hanno aumentato le corrispondenti misure di protezione negli spazi pubblici a Vienna e nei Länder federali”, è stato spiegato. Intanto, la Direzione per la Sicurezza dello Stato e l’Intelligence del Ministero degli Interni austriaco ha annunciato l’arresto di 4 persone questa mattina e che gli interrogatori dei sospettati sono in corso. Nei giorni scorsi anche il Dipartimento della pubblica sicurezza, dopo il vertice al Viminale, ha emanato una circolare invitando i prefetti a disporre idonei dispositivi di sicurezza in occasione del Natale e delle festività di Capodanno, specie in occasione degli eventi pubblici e di piazza e in generale nei luoghi di maggiore assembramento. Un’allerta che riguarda in primis il rischio di un attentato terroristico, a causa della situazione mediorientale e del conflitto Israele-Hamas, ma anche per prevenire disordini e violenze come quelle di gruppo avvenute nel 2022 a piazza Duomo a Milano.

Crosetto con i militari italiani in Polonia e Lettonia: siamo qui per garantire deterrenza

Crosetto con i militari italiani in Polonia e Lettonia: siamo qui per garantire deterrenzaAdazi (Lettonia), 24 dic. (askanews) – Non solo ai 7.000 militari italiani all’estero, ma a tutti coloro che – in servizio – passeranno il Natale lontano dalla loro famiglia. La vicinanza dello Stato Italiano, della Repubblica, è testimoniato dal ministro della Difesa Guido Crosetto presso la base di Adazi, in Lettonia, dove ha deciso di essere presente il giorno della vigilia di Natale. “Sono settemila che trascorreranno il Natale all’estero e ce ne sono migliaia che lo trascorreranno fuori casa in Italia”, ha ricordato il ministro, che ieri era in un’altra base nell’Est Europa: quella di Malbork, in Polonia. Anche là, uomini e donne della Difesa impegnati in missioni che garantiscono la sicurezza e la libertà del Paesi Nato.

“Qui visitiamo contingenti lontani migliaia di chilometri ma in Italia ci saranno quelli che lo trascorreranno nelle stazioni, per le strade per garantire la sicurezza, così come gli infermieri, i medici, così come molti altri che operano per tutti noi”, ha detto il ministro. “Io sono venuto oggi per testimoniare la vicinanza dello Stato e della Repubblica a coloro che la servono e per farlo sacrificano la loro famiglia anche nei momenti più belli come il Natale”. Come ha detto Crosetto ieri, da Malbork, “il lavoro che fate voi qua consente al nostro Paese di avere riconoscenza da altre nazioni”. In Polonia i militari italiani sono impegnati in missione di “Enhanced Air Policing” che assicura l’integrità e la sicurezza dello spazio aereo del Paese, contribuendo così al rafforzamento della postura di deterrenza sul fianco nord-orientale della Nato. Secondo Crosetto “noi siamo qua per garantire un assetto di deterrenza e di difesa a qualcosa che è più grande dell’Italia. È la Nato. Lo stiamo garantendo a una nazione che lo sente e lo percepisce con molta più forza forse di come voi stessi vi rendete conto. Per Paesi come la Polonia, la Lettonia, tutti i Paesi della parte Est dell’Europa, in questo momento la storia è a un punto di svolta: loro sono spaventati. Noi non riusciamo neanche a cogliere l’atteggiamento che loro hanno dopo quello che è successo in Ucraina”.

Oggi in Lettonia il ministro ha prima incontrato a Riga il collega lettone Andris Spruds, e poi alla base di Adazi ha reso omaggio ai Caduti delle Forze Armate lettoni, con la tradizionale deposizione della Candela, e ha incontrato le donne e gli uomini del Task Group Baltic, il contingente militare italiano impegnato nell’operazione Baltic Guardian, missione di Enhanced Forward Presence sul fianco est dei Paesi Nato. Un fianco che con la guerra in Ucraina è inevitabilmente sotto i riflettori, oltre a quello mediorientale sempre più complesso. E a proposito di Kiev e delle indiscrezioni più recenti sulle intenzioni del Cremlino, uscite sul New York Times, oggi Crosetto nel punto stampa con i giornalisti italiani, ha dichiarato: “Penso che i messaggi arrivati dalla Russia in questi due anni sono stati spesso contraddittori”, ha detto il ministro. “Fin quando non sento (Vladimir) Putin dire che vuole una tregua, che vuole cessare il fuoco, non ci credo. Poi più che annunciarlo, vorrei che prima ci fossero 24 ore, o 48 o 72 ore senza che i missili cadano sulla testa dei civili e dei militari ucraini”. Per poi aggiungere: “Come direbbe (Vujadin) Boskov credo in una tregua quando non cadranno le bombe”.

(di Cristina Giuliano)

Ucraina, Borrell: Putin non si accontenterà di una vittoria limitata

Ucraina, Borrell: Putin non si accontenterà di una vittoria limitataRoma, 24 dic. (askanews) – L’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, ha avvertito oggi che il presidente russo Vladimir Putin non si “accontenterà di una vittoria territoriale limitata” in Ucraina. L’esistenza dell’Unione Europea è in gioco in Ucraina, secondo Borrell, che ritiene che il futuro del blocco sia minacciato sia da questo conflitto che dalla guerra in corso a Gaza.

“Forse è questo il momento in cui dobbiamo guardare al pericolo proveniente da una grande potenza che minaccia la nostra democrazia, che minaccia l’Europa stessa, non solo l’Ucraina”, ha detto in un’intervista al Guardian. “E se non cambiamo rotta rapidamente, se non mobilitiamo tutte le nostre capacità, ciò permetterà a Putin di vincere la guerra in Ucraina”, ha insistito Borrell. “Allo stesso modo, se non saremo in grado di fermare la tragedia che sta accadendo a Gaza, penso che il nostro progetto sarà gravemente danneggiato”, ha proseguito l’alto rappresentante Ue per la politica estera.

Secondo Borrell, “Putin non può accontentarsi di un pezzo dell’Ucraina e di lasciare che il resto dell’Ucraina appartenga all’Unione Europea”, “non può accontentarsi di una vittoria territoriale limitata”. “Non rinuncerà alla guerra, soprattutto non prima delle elezioni americane, che potrebbero presentargli uno scenario molto più favorevole. Dobbiamo quindi prepararci a lungo per un conflitto ad alta intensità”, ha commentato il diplomatico europeo.

Vigilia per Crosetto con militari ad Adazi: “Vicinanza dello Stato”

Vigilia per Crosetto con militari ad Adazi: “Vicinanza dello Stato”Adazi (Lettonia), 24 dic. (askanews) – Non solo ai 7.000 militari italiani all’estero, ma a tutti coloro che – in servizio – passeranno il Natale lontano dalla loro famiglia. La vicinanza dello Stato Italiano, della Repubblica, è testimoniato dal ministro della Difesa Guido Crosetto presso la base di Adazi, in Lettonia, dove ha deciso di essere presente il giorno della vigilia di Natale. “Sono settemila che trascorreranno il Natale all’estero e ce ne sono migliaia che lo trascorreranno fuori casa in Italia”, ha ricordato il ministro, che ieri era in un’altra base nell’Est Europa: quella di Malbork, in Polonia. Anche là, uomini e donne della Difesa impegnati in missioni che garantiscono la sicurezza e la libertà dei Paesi Nato.

“Qui visitiamo contingenti lontani migliaia di chilometri ma in Italia ci saranno quelli che lo trascorreranno nelle stazioni, per le strade per garantire la sicurezza, così come gli infermieri, i medici, così come molti altri che operano per tutti noi”, ha detto il ministro. “Io sono venuto oggi per testimoniare la vicinanza dello Stato e della Repubblica a coloro che la servono e per farlo sacrificano la loro famiglia anche nei momenti più belli come il Natale”. Come ha detto Crosetto ieri, da Malbork, “il lavoro che fate voi qua consente al nostro Paese di avere riconoscenza da altre nazioni”. In Polonia i militari italiani sono impegnati in missione di “Enhanced Air Policing” che assicura l’integrità e la sicurezza dello spazio aereo del Paese, contribuendo così al rafforzamento della postura di deterrenza sul fianco nord-orientale della Nato.

Secondo Crosetto “noi siamo qua per garantire un assetto di deterrenza e di difesa a qualcosa che è più grande dell’Italia. È la Nato. Lo stiamo garantendo a una nazione che lo sente e lo percepisce con molta più forza forse di come voi stessi vi rendete conto. Per Paesi come la Polonia, la Lettonia, tutti i Paesi della parte Est dell’Europa, in questo momento la storia è a un punto di svolta: loro sono spaventati. Noi non riusciamo neanche a cogliere l’atteggiamento che loro hanno dopo quello che è successo in Ucraina”. Oggi in Lettonia il ministro ha prima incontrato a Riga il collega lettone Andris Spruds, e poi alla base di Adazi ha reso omaggio ai Caduti delle Forze Armate lettoni, con la tradizionale deposizione della Candela, e ha incontrato le donne e gli uomini del Task Group Baltic, il contingente militare italiano impegnato nell’operazione Baltic Guardian, missione di Enhanced Forward Presence sul fianco est dei Paesi Nato. Un fianco che con la guerra in Ucraina è inevitabilmente sotto i riflettori, oltre a quello mediorientale sempre più complesso.

E a proposito di Kiev e delle indiscrezioni più recenti sulle intenzioni del Cremlino, uscite sul New York Times, oggi Crosetto nel punto stampa con i giornalisti italiani, ha dichiarato: “Penso che i messaggi arrivati dalla Russia in questi due anni sono stati spesso contraddittori”, ha detto il ministro. “Fin quando non sento (Vladimir) Putin dire che vuole una tregua, che vuole cessare il fuoco, non ci credo. Poi più che annunciarlo, vorrei che prima ci fossero 24 ore, o 48 o 72 ore senza che i missili cadano sulla testa dei civili e dei militari ucraini”. Per poi aggiungere: “Come direbbe (Vujadin) Boskov “credo in una tregua quando non cadranno le bombe”. (di Cristina Giuliano)

Medio Oriente, Crosetto: nel Mar Rosso una situazione che va affrontata

Medio Oriente, Crosetto: nel Mar Rosso una situazione che va affrontataAdazi (Lettonia), 24 dic. (askanews) – La situazione nel Mar Rosso “va affrontata” ma “bisogna prima capire quale sia la minaccia”, lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto dalla base di Adazi, in Lettonia.

“È una situazione che va affrontata, se non vogliamo riprendere quella china che porta all’aumento dei prezzi che ha reso più difficile la vita degli italiani e degli europei e di tutto il mondo negli ultimi due anni”, ha detto il ministro a una domanda della stampa italiana dopo che missili balistici antinave Houthi sono stati lanciati sulle rotte marittime internazionali nel Mar Rosso. “Dobbiamo pertanto intervenire perché non possiamo permetterci una nuova crisi economica. Abbiamo una nave all’interno di una missione alla quale l’Italia partecipa. Molti hanno titolato che noi partecipiamo all’interno di una operazione americana. Hanno detto una cosa sbagliata, falsa, perché per partecipare a una nuova operazione avremmo bisogno dell’autorizzazione del Parlamento. In Italia molto spesso si semplificano i concetti” ha aggiunto. Poi ha spiegato: “C’è una nave all’interno di un dispositivo già operante: sta andando a vedere, a capire cosa sta succedendo e come potremmo muoverci nei prossimi mesi. C’è lo Stato Maggiore della Difesa che da due settimane sta cercando di capire se si può fare a livello multilaterale, con molte altre nazioni, un presidio di quella zona per consentire alle navi di passare, quali sono le opportunità e i pericoli che ci sono in quella zona. Non si parla di operazioni facili: bisogna prima capire quale sia la minaccia, capire come si può fermare e poi vedere se si può dare il via libera per il passaggio delle navi civili”. Sulla situazione nel Mar Rosso “io ho lanciato l’allarme e espresso le mie preoccupazioni già due settimane fa e purtroppo su stanno rivelando esatte perché le navi non passano più nel Mar Rosso, quindi aumentano i costi perché devono fare il giro dell’Africa, aumentano i costi delle assicurazioni e poi tutto arriva, purtroppo, sulle tavole di ognuno di noi, nella borsa della spesa, nel conto energetico”.