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Ucraina, secondo il Cremlino l’Europa creerà cause di conflitto con l’invio di truppe

Ucraina, secondo il Cremlino l’Europa creerà cause di conflitto con l’invio di truppeRoma, 17 mar. (askanews) – L’Europa “creerà ulteriori cause di conflitto” discutendo del dispiegamento di truppe in Ucraina. Lo ha detto oggi alla stampa il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.


“Di cosa stanno parlando gli europei? Dell’impiego di truppe Nato sul territorio dell’Ucraina. Quello che noi diciamo è che una soluzione fattibile è possibile solo tenendo conto e risolvendo le cause profonde dei problemi legati all’Ucraina”, ha detto Peskov, aggiungendo che “l’Europa creerà ulteriori cause profonde di conflitto discutendo dell’impiego di un contingente Nato in Ucraina”. Riguardo alle dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, secondo cui l’Unione Europea “non ha bisogno” del consenso della Russia per inviare militari in Ucraina, Peskov ha dichiarato: “Questo non è assolutamente vero. Perché sia le forze di peacekeeping che un contingente con uno scopo diverso vengono impiegati solo con l’accordo delle parti”.

Il Cremlino: al momento non sono previsti incontri tra Putin e Trump

Il Cremlino: al momento non sono previsti incontri tra Putin e TrumpRoma, 17 mar. (askanews) – Al momento non sono previsti incontri tra il presidente russo, Vladimir Putin, e il suo omologo americano, Donald Trump. Lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, interpellato dal giornalista russo Pavel Zarubin sul colloquio telefonico in programma domani tra i due leader.


Un colloquio incentrato “principalmente, come è ovvio, sulla questione della soluzione ucraina”, ha detto Peskov, rimarcando che questa “nuova conversazione tra Putin e Trump è un passo importante per la ripresa delle relazioni” tra i due Paesi.

M.O., Trump: ogni colpo sparato dagli Houthi “sarà considerato sparato dall’Iran”

M.O., Trump: ogni colpo sparato dagli Houthi “sarà considerato sparato dall’Iran”Roma, 17 mar. (askanews) – “Ogni colpo sparato dagli Houthi sarà considerato, da questo momento in poi, come un colpo sparato dalle armi e dalla leadership dell’IRAN, e l’IRAN sarà ritenuto responsabile e ne subirà le conseguenze, e quelle conseguenze saranno terribili!”: lo ha scritto oggi sul proprio profilo Truth il presidente americano Donald Trump.


“Nessuno si faccia ingannare!”, ha ammonito il presidente americano, secondo cui “le centinaia di attacchi compiuti dagli Houthi, i minacciosi gangster e criminali con base nello Yemen, odiati dal popolo yemenita, provengono tutti e sono creati dall’IRAN”. “Ogni ulteriore attacco o rappresaglia da parte degli ‘Houthi’ verrà affrontato con grande forza e non c’è garanzia che quella forza si fermerà lì – ha aggiunto Trump – l’Iran ha giocato la parte della ‘vittima innocente’ di terroristi canaglia di cui ha perso il controllo, ma non ha perso il controllo. Stanno dettando ogni mossa, stanno dando loro le armi, stanno fornendo denaro ed equipaggiamento militare altamente sofisticato e persino la cosiddetta ‘Intelligence’”.

Crosetto: von der Leyen sbaglia, parliamo di difesa non di riarmo

Crosetto: von der Leyen sbaglia, parliamo di difesa non di riarmoRoma, 17 mar. (askanews) – Il riarmo europeo? Von der Leyen “ha sbagliato. Noi parliamo di difesa, non parliamo di riarmo”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a margine del convegno sul tema “Strade Sicure, infrastrutture, tecnologie, educazione per una mobilità sostenibile” alla Camera dei Deputati.


“Penso che le spese militari rispondono alle esigenze di difesa che un Paese ha. Il tema è molto semplice – ha aggiunto Crosetto -. Riteniamo che ci sia bisogno che un Paese abbia una difesa? Finora tutte le democrazie del mondo hanno ritenuto che la difesa fosse uno dei cardini proprio a difesa delle democrazie. Parlare di riarmo e non di difesa è un modo per cercare di trasformare il concetto in qualcosa di profondamente diverso”. Ma Von der Leyen ne ha parlato? “Sì, e ha sbagliato. Cosa che io ho detto esplicitamente con gli altri ministri della difesa europea. Noi – ha risposto Crosetto – parliamo di difesa, non parliamo di riamo. L’Europa non può parlare di difesa perché non rientra nei trattati la difesa, e parla di industria di difesa. Noi invece non parliamo di industria di difesa, parliamo di costruzione della difesa, vuol dire un piano strategico nazionale di difesa sia militare che civile, vuol dire prepararsi a qualunque evenienza. Io devo purtroppo preparare il Paese anche all’evenienza peggiore. Dobbiamo farlo costruendo una difesa che sia in grado di dissuadere attori ostili”.


“Faccio un esempio – conclude il ministro – lei vorrebbe che la sua casa possa essere difesa se subissimo un attacco come quello che ha subito Israele per tre ore? Vorrebbe che quei missili cadessero sugli obiettivi o che fossero fermati in aria? Io vorrei, quando me ne andrò via, che questo paese avesse la possibilità di difendersi da tre ore di attacco. A oggi non ce l’ho”.

Stop di Trump alla grazia data da Biden alla commissione su Capitol Hill

Stop di Trump alla grazia data da Biden alla commissione su Capitol HillNew York, 17 mar. (askanews) – Donald Trump ha dichiarato nulle la grazia concessa dall’ex presidente Joe Biden ai membri della commissione d’inchiesta sugli attacchi al Campidoglio del 6 gennaio 2021, sostenendo che non siano state firmate con una vera penna.


“Le grazia che Sleepy Joe Biden ha dato alla commissione faziosa e a molti altri sono dichiarate nulle, vacanti e prive di ogni effetto perché fatte con autopen”, ha scritto Trump su Truth Social. Ha poi sostenuto che Biden non fosse a conoscenza delle decisioni e non le avesse approvate, aggiungendo che i membri della commissione sarebbero ora “soggetti a indagine ai massimi livelli”.


L’autopen, un dispositivo usato per replicare firme autografe, è stato impiegato anche da altri presidenti. La sua validità legale è stata spesso oggetto di dibattito. Biden aveva concesso le grazia a gennaio, poco prima di lasciare l’incarico, spiegando di voler evitare azioni ritorsive contro chi aveva indagato su Trump.

NYTimes: gli Usa si ritirano dal team che indaga sull’aggresione all’Ucraina

NYTimes: gli Usa si ritirano dal team che indaga sull’aggresione all’UcrainaRoma, 17 mar. (askanews) – Gli Stati Uniti hanno notificato silenziosamente ai loro partner europei il loro ritiro dal Centro internazionale per l’azione penale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina (ICPA), ha riportato il New York Times (NYT). “Secondo fonti vicine alla questione, la decisione dovrebbe essere annunciata lunedì tramite un’e-mail inviata al personale e ai membri dell’organizzazione madre del gruppo, l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale, meglio nota come Eurojust”, ha riportato il quotidiano. Le fonti attribuiscono questa decisione al desiderio di “ridistribuire le risorse”.


Secondo il quotidiano, gli Stati Uniti sono stati l’unico paese al di fuori dell’Europa a collaborare con il gruppo, inviando un procuratore di alto rango del Dipartimento di Giustizia all’Aia per collaborare con gli investigatori provenienti dall’Ucraina, dagli Stati baltici e dalla Romania. Il gruppo è stato creato nel 2023 per perseguire i leader della Russia, insieme ai suoi alleati Bielorussia, Corea del Nord e Iran, per il presunto crimine di aggressione, che il diritto e i trattati internazionali definiscono come una violazione della sovranità di un altro Paese non avviata per legittima difesa. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti non ha ancora commentato il rapporto del New York Times.

Trump ha detto che martedì parlerà con Putin

Trump ha detto che martedì parlerà con PutinRoma, 17 mar. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato nella notte tra domenica e lunedì che domani avrà un colloquio con il suo omologo russo Vladimir Putin, nell’ambito del riavvicinamento tra Washington e Mosca per porre fine al conflitto in Ucraina.


“Parlerò con il presidente Putin martedì”, ha detto Trump ai giornalisti a bordo dell’aereo presidenziale, sottolineando che “è stato fatto molto lavoro”. “Molte cose sono già state discusse con entrambe le parti, Ucraina e Russia. Stiamo parlando di questo, della condivisione di alcuni beni”, ha precisato, riferendosi a “territori” e “centrali elettriche”.


“Vogliamo vedere se possiamo mettere fine a questa guerra. Forse ci riusciremo, forse no, ma credo che abbiamo ottime possibilità”, ha dichiarato Trump ai cronisti a bordo dell’Air Force One.

Domani il colloquio Trump-Putin, Kiev in difficoltà nel Kursk

Domani il colloquio Trump-Putin, Kiev in difficoltà nel KurskRoma, 17 mar. (askanews) – Nella notte tra domenica e lunedì 17 marzo 2025, Donald Trump ha dichiarato che avrebbe parlato con il suo omologo russo, Vladimir Putin, martedì nell’ambito del riavvicinamento tra Stati Uniti e Russia per porre fine alla guerra in Ucraina, riferendosi alla “condivisione” tra Mosca e Kiev.


Segui le notizie sulla guerra in Ucraina con l’app Figaro “Parlerò con il presidente Putin martedì”, ha detto ai giornalisti a bordo dell’aereo presidenziale, aggiungendo che “molte cose sono già state discusse con entrambe le parti, Ucraina e Russia”. Riferendosi a “terreni” e “impianti di produzione energetica”, ha sottolineato: “Stiamo parlando di questo, di condividere alcuni asset”. L’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff, il cui paese sta facendo pressioni sulla Russia affinché accetti un cessate il fuoco con l’Ucraina, ha affermato domenica che Donald Trump e Vladimir Putin avrebbero avuto “una discussione davvero proficua e positiva questa settimana”. Mosca, Kiev e Washington “vogliono che tutto questo finisca”, ha detto il diplomatico alla CNN. Venerdì scorso il Cremlino ha affermato che Vladimir Putin aveva consegnato un messaggio all’inviato degli Stati Uniti a Donald Trump in merito alla sua proposta di una tregua di 30 giorni, approvata dall’Ucraina ma non dalla Russia.


Finora Vladimir Putin ha posto condizioni massimaliste per porre fine al conflitto, come la cessione da parte dell’Ucraina di cinque regioni annesse da Mosca, l’abbandono delle sue ambizioni di adesione alla NATO e lo smantellamento del governo ucraino. Sabato, durante un vertice virtuale organizzato da Londra, una trentina di leader di stati e organizzazioni che sostengono l’Ucraina hanno deciso di esercitare una “pressione collettiva” sulla Russia, che sospettano voglia continuare la guerra, per spingerla ad accettare una sospensione delle ostilità. “La palla è nel campo della Russia”, che “prima o poi dovrà impegnarsi in discussioni serie”, ha affermato il primo ministro britannico Keir Starmer, secondo cui è Putin “quello che sta cercando di ritardare” le cose.


Da due settimane, Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron cercano di formare una “coalizione di volenterosi” che invierebbe truppe in Ucraina se i combattimenti cessassero, per dissuadere la Russia da un nuovo attacco in seguito. Un dispiegamento di cui Mosca non vuole sentir parlare. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha sempre difeso l’integrità territoriale dell’Ucraina, ha assicurato domenica a Donald Trump il suo “sostegno” agli sforzi americani “diretti e decisivi” volti a porre fine a questa guerra. Per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha appena nominato una squadra di negoziatori per possibili colloqui di pace, la Russia sta attualmente cercando di stabilire una “posizione più solida” sul campo di battaglia. “Putin mente anche sul fatto che un cessate il fuoco sarebbe presumibilmente troppo complicato. “In realtà, tutto può essere controllato e ne abbiamo discusso con gli americani”, ha aggiunto.


Mentre l’esercito ucraino lotta in prima linea, l’attuale capo di stato maggiore, Anatoly Barguylevych, è stato licenziato e il suo incarico è stato affidato al generale Andriy Gnatov, secondo un decreto di Volodymyr Zelensky reso pubblico domenica. La situazione è particolarmente delicata per i soldati ucraini nella regione russa di Kursk, occupata in parte da agosto e dove le unità russe stanno avanzando rapidamente. Questo fine settimana, il quartier generale militare ucraino ha diffuso delle mappe che mostrano come la città di Sudja, la loro principale roccaforte in questo settore di confine, non sia più nelle loro mani.

Ucraina, Trump annuncia: domani avrà un colloquio con Putin

Ucraina, Trump annuncia: domani avrà un colloquio con PutinRoma, 17 mar. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato nella notte tra domenica e lunedì che domani avrà un colloquio con il suo omologo russo Vladimir Putin, nell’ambito del riavvicinamento tra Washington e Mosca per porre fine al conflitto in Ucraina.


“Parlerò con il presidente Putin martedì”, ha detto Trump ai giornalisti a bordo dell’aereo presidenziale, sottolineando che “è stato fatto molto lavoro”. “Molte cose sono già state discusse con entrambe le parti, Ucraina e Russia. Stiamo parlando di questo, della condivisione di alcuni beni”, ha precisato, riferendosi a “territori” e “centrali elettriche”.

Ungheria, Orban: niente più tasse per madri con due o più figli

Ungheria, Orban: niente più tasse per madri con due o più figliMilano, 16 mar. (askanews) – L’Ungheria “sta scrivendo la storia con il più grande taglio delle tasse in Europa e nell’intero mondo occidentale”. Lo ha annunciato il premier ungherese Viktor Orban. “Stiamo costruendo la prima economia al mondo incentrata sulla famiglia”, ha spiegato su X. “Le madri con un solo figlio sono esenti dall’imposta sul reddito fino al compimento dei 30 anni. Due o più figli? Niente tasse sul reddito per tutta la vita!”.


Obiettivo: “garantire il futuro delle famiglie ungheresi per i decenni a venire”, ha concluso Orban.