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Regolamento sugli imballaggi, c’è l’accordo tra le istituzioni Ue

Regolamento sugli imballaggi, c’è l’accordo tra le istituzioni UeBruxelles, 4 mar. (askanews) – E’ stato chiuso con un accordo, a Bruxelles, il negoziato che era iniziato stamattina tra i rappresentanti del Parlamento europeo, della presidenza di turno belga del Consiglio Ue e della Commissione sul nuovo regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggi, un soggetto particolarmente sensibile per il governo e diversi gruppi d’interesse italiani. “Abbiamo l’intesa. Accordo storico e insperato a fine giornata a Bruxelles per mettere in sicurezza il settore degli imballaggi europei sui binari dell’economia circolare”, ha scritto la relatrice del Parlamento europeo, la liberale belga Frédérique Ries sul suo account X (ex Twitter).


Non si conoscono ancora nei dettagli i termini dell’accordo. Il governo italiano sperava di riuscire a ottenere alcune modifiche rispetto alla posizione negoziale (“approccio generale”) del Consiglio Ue, con uno spostamento dell’equilibrio a favore delle posizioni del Parlamento europeo, in particolare riguardo alla soppressione di diversi divieti di imballaggi in plastica monouso e di alcuni obiettivi più stringenti sul riuso degli imballaggi.

Francia, il parlamento approva l’inserimento dell’aborto nella Costituzione: una “libertà garantita”

Francia, il parlamento approva l’inserimento dell’aborto nella Costituzione: una “libertà garantita”Roma, 4 mar. (askanews) – Per la Francia, e non solo, è una data storica oggi, 4 marzo: è diventando il primo paese a includere l’interruzione volontaria della gravidanza (aborto) nella sua Costituzione. A Versailles, questo pomeriggio, un’ampia maggioranza di parlamentari francesi ha approvato l’inserimento nella Costituzione del diritto all’aborto, voluto dal governo.


La “libertà garantita” delle donne con diritto all’interruzione volontaria della gravidanza entrerà ufficialmente nella Costituzione. Dopo il voto dell’Assemblea dello scorso gennaio, poi del Senato la settimana scorsa, i parlamentari riuniti lunedì al Congresso di Versailles hanno votato a larga maggioranza a favore del progetto di legge del governo: 780 voti favorevoli e 72 contrari. L’esito della votazione, riferiscono i media francesi, è stato accolto dagli applausi.

Metà italiani insoddisfatti della vita in casa, preoccupa quadro economico

Metà italiani insoddisfatti della vita in casa, preoccupa quadro economicoMilano, 4 mar. (askanews) – Metà degli italiani non sono soddisfatti della propria vita in casa. E le due preoccupazioni principali sono il riflesso degli ultimi quattro anni di vita: la salute dei propri cari (46%) e la situazione economica familiare (45%). A raccontarlo è Ikea Italia nella decima edizione del Life at home report, uno dei maggiori progetti di ricerca internazionali sull’abitare che oltre a raccogliere i risultati del 2023 quest’anno analizza i grandi cambiamenti che hanno segnato la vita in casa dal 2014 al 2022, basandosi sulle esperienze abitative di oltre 250.000 persone in 40 paesi, tra cui l’Italia.


La fotografia del presente mostra un rapporto con la casa che non segue una lineare evoluzione. Se solo il 50% degli italiani ne è soddisfatto (contro il 60% della media globale), appena il 32% ha fiducia nei prossimi due anni rispetto alla media totale del 47%. A preoccupare, come detto, sono principalmente la salute delle persone care per il 46%, la situazione economica famigliare per il 45%, ma anche lo stato dell’economia del Paese per il 31% e poi c’è un 24% (contro il 19% globale) che teme eventi metereologici avversi che potrebbero interessare la propria casa. “E’ come se negli ultimi anni gli italiani avessero soddisfatto i loro bisogni primari lasciando un po’ indietro quelli emozionali, la realizzazione personale, il divertimento – ha spiegato Beatrice Costa, home furnishing direction leader Ikea Italia – Tutto quello che riguarda sogni e aspirazioni è stato lasciato da parte”. A ostacolare il compimento di una migliore vita domestica nel corso dello scorso anno sono intervenute tre pulsioni contrastanti. Innanzitutto il fare di più versus il fare meno: il 43% degli italiani ritiene che la possibilità di rilassarsi sia una priorità assoluta nella casa ideale; il 41% invece concorda sul fatto che avere una casa ordinata e organizzata aiuti a sentirsi soddisfatti. Il punto di equilibrio tra questi estremi coincide con la nostra personale idea di comfort. C’è poi la tensione alla condivisione che confligge col bisogno di privacy. La casa è il luogo dove accogliamo gli amici, ma anche il nostro porto sicuro: il 37% degli italiani afferma che gli abbracci di una persona cara sono una delle cose che porta più gioia in casa, così come ridere con gli amici sia il principale fattore di divertimento, per il 32% sono le persone con cui viviamo a farci sentire più sicuri a casa. Il 26% degli italiani ritiene al contempo che avere la giusta privacy sia importante per sentirsi soddisfatti e a proprio agio. Infine c’è il vivere bene che si scontra con il vivere secondo le proprie possibilità. Negli ultimi dieci anni la definizione di “vivere bene” si è ampliata fino a includere salute, benessere e sostenibilità. Ma vivere secondo le proprie possibilità significa optare per le soluzioni più economiche perché molte persone si trovano ad affrontare una crescente pressione per quanto riguarda la propria condizione finanziaria e l’aumento del costo della vita spesso viene avvertito come nemico delle scelte orientate a salute e sostenibilità. Il 25% delle persone ha dichiarato che la propria casa ideale deve aiutarli a essere fisicamente o mentalmente più forti (rispetto al 30% della media globale); il 45% degli italiani è preoccupato per le finanze domestiche e per il reddito disponibile e il 27% sente di non avere il controllo quando non ha abbastanza risorse per prendersi cura della propria casa.


Se consideriamo l’oggi una tappa nell’evoluzione del concetto di casa, questa tappa è il frutto di una serie di direttrici che nell’ultimo decennio abbiamo percorso e che oggi fanno parte della nostra vita domestica. La prima è sicuramente la tecnologia passata da “terzo incomodo” ad alleata “spesso discreta e silenziosa” per rendere la casa più efficiente. Fino al 2019 la tecnologia è sempre stata giudicata come intrusiva nelle relazioni, ma durante la pandemia si è trasformata in una preziosa alleata. Oggi solo il 17% degli italiani pensa di passare troppo tempo davanti a uno schermo mentre il 22% ritiene che avere accesso a internet fa sentire più sicuri in casa, dato maggiore rispetto all’avere un sistema di allarme, che si attesta al 15%. C’è poi la ricerca del benessere: 10 anni fa contavamo sulle attività fuori casa per migliorare il nostro benessere ma negli ultimi due anni è stata proprio la casa a rispondere a questa domanda, riprendendo la sua centralità. Anche la sostenibilità ha varcato la porta di casa o per dirla con le parole del professore di progettazione architettonica dell’Università della Campani, Luca Molinari, “L’agenda 2030 dell’Onu passa dalla casa”: se in passato, infatti, le questioni ambientali erano considerate appannaggio di imprese e istituzioni ora sono considerate un responsabilità personale. Tuttavia, nonostante questa aspirazione verso uno stile di vita più in armonia con natura, il percorso è ancora lungo: solo il 24% degli italiani afferma che la casa è in grado di rispondere a questo desiderio. Infine c’è la multifunzionalità della casa con spazi ibridi che facilitano molte attività, come ci ha insegnato a fare la pandemia. E per il futuro? Qui l’aiuto a disegnare gli scenari possibili al 2030 arriva dall’intelligenza artificiale. Una serie di immagini generate dall’AI dà vita a tre possibili futuri. Nel primo dominano le tecnologie finalizzate al progresso individuale, alla privacy e alla ricerca di nuove esperienze; nel secondo la tecnologia è guardata con diffidenza e le persone si affidano al supporto del gruppo e all’appartenenza comunitaria per trovare un senso di stabilità. In questo mondo, la natura è partecipe della vita quotidiana, ma non ha un ruolo cardine; nel terzo, orientato al controllo individuale, le persone sono libere di esplorare nuove esperienze, vivendo in maggiore sintonia con la natura grazie alla tecnologia.

Usa 2024, la Corte Suprema boccia il Colorado: Trump è eleggibile (e correrà le primarie)

Usa 2024, la Corte Suprema boccia il Colorado: Trump è eleggibile (e correrà le primarie)Roma, 4 mar. (askanews) – La Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato la decisione dello stato del Colorado di escludere Donald Trump dal voto alle primarie dei Repubblicani per le presidenziali.


La Corte Suprema degli Stati Uniti ha dunque annullato la sentenza della Corte Suprema del Colorado, secondo la quale l’ex presidente Donald Trump non era idoneo a candidarsi per le elezioni presidenziali 2024a causa del ruolo svolto nel provocare l’attacco del 6 gennaio al Campidoglio, mentre il Congresso notificava la vittoria di Joe Biden. La decisione arriva appena un giorno prima delle primarie del Colorado, dove ora Trump potrà correre, sfidando Nikki Haley. Quanto deciso dai giudici supremi avrà un impatto anche su altri due stati, il Maine e l’Illinois, che avevano seguito il Colorado nella scelta di escludere Trump dalle schede delle primarie.


La corte del Colorado aveva basato la sua sentenza, emessa lo scorso 19 dicembre, sulla sezione 3 del 14° emendamento della Costituzione, che vieta a coloro che in precedenza hanno ricoperto incarichi governativi ma in seguito “si sono impegnati in un’insurrezione” di candidarsi a vari incarichi federali. La causa statale è stata intentata da sei elettori appartenenti all’associazione Citizens for Responsibility. Secondo i ricorrenti, Trump “ha intenzionalmente organizzato e incitato una folla violenta ad attaccare il Campidoglio degli Stati Uniti nel disperato tentativo di impedire il conteggio dei voti elettorali espressi contro di lui”.

Hamas: “Non sappiamo quanti ostaggi siano ancora vivi”

Hamas: “Non sappiamo quanti ostaggi siano ancora vivi”Roma, 4 mar. (askanews) – In un’intervista pubblicata oggi, un alto esponente di Hamas ha dichiarato alla Bbc che l’organizzazione non può fornire a Israele un elenco degli ostaggi viventi perché essa stessa non sa chi sia vivo e dove si trovino tutti gli ostaggi.


“Fino ad ora non abbiamo presentato alcuna lista”, ha detto all’emittente britannica Basim Naim, membro del Politburo, in una conversazione da Istanbul. “Ma prima di tutto, tecnicamente e praticamente, è ora impossibile sapere esattamente chi è ancora vivo e chi è stato ucciso dai bombardamenti israeliani o dalla fame a causa del blocco israeliano”, ha aggiunto. Basim Naim ha inoltre spiegato che gli ostaggi “si trovano in zone diverse con gruppi diversi e quindi abbiamo chiesto un cessate-il-fuoco per poter raccogliere i dati”.


Naim ha infine ribadito la richiesta di Hamas di non accettare un accordo senza la fine della guerra e il ritiro completo dell’Idf da Gaza.

Hamas: “Non sappiamo quanti ostaggi siano ancora vivi”

Hamas: “Non sappiamo quanti ostaggi siano ancora vivi”Roma, 4 mar. (askanews) – In un’intervista pubblicata oggi, un alto esponente di Hamas ha dichiarato alla Bbc che l’organizzazione non può fornire a Israele un elenco degli ostaggi viventi perché essa stessa non sa chi sia vivo e dove si trovino tutti gli ostaggi.


“Fino ad ora non abbiamo presentato alcuna lista”, ha detto all’emittente britannica Basim Naim, membro del Politburo, in una conversazione da Istanbul. “Ma prima di tutto, tecnicamente e praticamente, è ora impossibile sapere esattamente chi è ancora vivo e chi è stato ucciso dai bombardamenti israeliani o dalla fame a causa del blocco israeliano”, ha aggiunto. Basim Naim ha inoltre spiegato che gli ostaggi “si trovano in zone diverse con gruppi diversi e quindi abbiamo chiesto un cessate-il-fuoco per poter raccogliere i dati”.


Naim ha infine ribadito la richiesta di Hamas di non accettare un accordo senza la fine della guerra e il ritiro completo dell’Idf da Gaza.

I parlamentari italiani in missione a Rafah: senza cessate fuoco rischio 85mila morti per infezioni o malattie

I parlamentari italiani in missione a Rafah: senza cessate fuoco rischio 85mila morti per infezioni o malattieRoma, 4 mar. (askanews) – “UNRWA è la spina dorsale dell’assistenza sanitaria nella Striscia: sospendere fondi è una decisione miope”. È ciò che è emerso nel corso della seconda mattinata di incontri della delegazione dei parlamentari italiani, impegnati nella missione a Rafah, con le agenzie delle Nazioni Unite.


“Il 15,6% dei bambini a Gaza è sotto il livello minimo di nutrizione. Prima era dell’1%. La stima è che a Rafah ora ci sia un bagno ogni 600 persone, le epidemie sono in aumento e senza un cessate il fuoco le proiezioni parlano di ulteriori 85mila morti in 6 mesi per infezioni o malattie. E 1500 camion di aiuti umanitari sono bloccati al valico” ha riferito Richard Brennan, responsabile regionale a Gaza per l’OMS. “Questo perché – conferma la Mezzaluna Rossa egiziana – “i camion di aiuti umanitari subiscono quattro tipo di controlli che durano complessivamente 30 giorni e se anche un solo articolo non viene accettato dalle forze israeliane, tutto il carico è rifiutato e resta inutilizzato nei magazzini”.


“Il capo di UNRWA in Egitto, Sahar Al-Jobury ha sottolineato che UNRWA lavora sulla base di un mandato internazionale e sta cercando di eseguire il proprio incarico, ma con i fondi sospesi il personale non riesce a lavorare e subisce anche restrizioni nei movimenti. Bisogna confermare i fondi a UNRWA, aprire tutti i valichi, togliere l’assedio alla striscia e cessare il fuoco. Come ribadito da Amani Salah, responsabile Affari umanitari di OCHA, Gaza è la chiave della stabilità della regione. È necessario fermare il massacro e lavorare al domani di questa area. La violenza rischia di generare nuove ondate di estremismo. La pace si costruisce solo con la pace”. Così i parlamentari della delegazione Stefania Ascari, Carmela Auriemma, Angelo Bonelli, Ouidad Bakkali Laura Boldrini, Dario Carotenuto, Sara Ferrari, Nicola Fratoianni, Valentina Ghio, Francesco Mari, Andrea Orlando, Rachele Scarpa, Arturo Scotto, Alessandro Zan. La delegazione farà oggi tappa ad Al Arish per poi raggiungere il valico di Rafah domani.

A Roma il mondo del cinema dà l’ultimo saluto a Paolo Taviani

A Roma il mondo del cinema dà l’ultimo saluto a Paolo TavianiRoma, 4 mar. (askanews) – A Roma l’ultimo saluto a Paolo Taviani. Il mondo del cinema e dello spettacolo insieme con familiari e amici oggi rende omaggio al regista scomparso a 92 anni, con una cerimonia laica nella sala della Protomoteca in Campidoglio. Fra i primi ad arrivare la moglie Lina Nerli Taviani e i due figli Ermanno e Valentina con i nipoti; poco dopo i colleghi e amici di una vita, Pupi Avati, Paolo Virzì, Laura Morante. Alla cerimonia partecipa anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.


Una piccola folla ha riempito rapidamente la sala dove si svolge la cerimonia, durante la quale vengono proiettate foto che ricordano la carriera del regista insieme con il fratello Vittorio, con cui tutta la vita ha collaborato realizzando capolavori del cinema italiano come “La notte di San Lorenzo” e “Padre padrone”.

Mosca dice che la Nato con l’esercitazione Nordic Response crea “ulteriori rischi”

Mosca dice che la Nato con l’esercitazione Nordic Response crea “ulteriori rischi”Milano, 4 mar. (askanews) – La Nato secondo Mosca con l’esercitazione Nordic Response 2024 – parte della serie di esercitazioni Steadfast Defender 2024, in Norvegia, Finlandia e Svezia – starebbe creando “ulteriori rischi nel nord dell’Europa”. La Federazione Russa dice che monitora le esercitazioni Nato iniziate lunedì vicino ai suoi confini e starebbe adottando tutte le misure necessarie per garantire la propria capacità di difesa, ha affermato il viceministro degli Esteri russo russo Alexander Grushko secondo Ria Novosti. La Russia segue da vicino le esercitazioni della Nato vicino ai suoi confini, ha dichiarato Grushko, citato dalla Ria Novosti.


“L’esercito sta monitorando” le manovre militari, “abbiamo tutti i mezzi necessari”, ha detto Grushko ai giornalisti, aggiungendo che “tutte le esercitazioni, soprattutto in prossimità geografica della linea di contatto, aumentano il rischio di incidenti militari”. In questo contesto, il viceministro ha sottolineato che la Russia ha adottato “tutte le misure necessarie” per garantire la sua capacità difensiva di fronte alle esercitazioni dell’Alleanza Atlantica.

Il bilancio aggiornato dei morti palestinesi secondo il ministero della Sanità di Gaza

Il bilancio aggiornato dei morti palestinesi secondo il ministero della Sanità di GazaRoma, 4 mar. (askanews) – Almeno 30.534 palestinesi sono stati uccisi e 71.920 sono rimasti feriti nell’offensiva militare israeliana su Gaza dal 7 ottobre scorso, secondo gli ultimi dati forniti oggi dal ministero della Sanità guidato da Hamas nell’enclave palestinese.


Nello stesso periodo, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli Affari umanitari ha osservato che almeno 409 palestinesi sono stati uccisi, tra cui 103 bambini, e 4.611 sono stati feriti, tra cui 709 bambini, in Cisgiordania.