Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Al Gore: la Cop28 è sull’orlo del fallimento

Al Gore: la Cop28 è sull’orlo del fallimentoRoma, 11 dic. (askanews) – La conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in corso a Dubai è “sull’orlo di un completo fallimento”: lo ha dichiarato l’ex vicepresidente statunitense Al Gore, commentando la bozza di accordo diffusa dalla presidenza della Cop28. “Questa ossequiosa bozza sembra dettata dall’Opec parola per parola, è profondamente offensiva nei confronti di tutti coloro che hanno preso questo processo sul serio” ha scritto Gore sul suo profilo di X.

Tajani: sì alla ratifica del Mes ma con il completamento dell’Unione bancaria

Tajani: sì alla ratifica del Mes ma con il completamento dell’Unione bancariaBruxelles, 11 dic. (askanews) – Per l’Italia “non c’è grande fretta” per la ratifica della riforma del Mes, il trattato sul Fondo salva-Stati dell’Eurozona, che fornirà una rete di salvataggio (“backstop”) finanziaria al Fondo unico di risoluzione europeo per le crisi bancarie. Lo ha affermato il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, parlando con la stampa a margine del Consiglio Esteri oggi a Bruxelles. Il ministro ha sottolineato che la vera urgenza, ora, è quella di approvare la riforma del Patto di stabilità e di crescita, con un testo che metta l’accento soprattutto sulla crescita e “non penalizzi il nostro paese”. Ma poi, soprattutto, la ratifica del Mes va fatta in “un discorso complessivo”, insieme al completamento dell’Unione bancaria (in cui manca tuttora, a causa dell’opposizione tedesca, il sistema di assicurazione dei depositi) e a un’iniziativa di “armonizzazione fiscale” contro l’esistenza di paradisi fiscali all’interno dell’Ue, e, ha avvertito, queste “due questioni di fondamentale importanza e che non possono essere messe in un cassetto, dimenticate una volta approvato il Mes”.

“Come segretario di Forza Italia – ha ricordato Tajani – io non posso che ribadire la posizione che è sempre stata la nostra: siamo a favore del Mes; non ci piace il regolamento, perché non è sufficientemente europeista, perché la guida del Mes non è sottoposta a controlli come capita con la Banca Centrale europea, dove è il Parlamento europeo che verifica periodicamente l’azione della Banca, con la presidente che deve andare a riferire, e vorremmo che fosse così anche per il vertice del Mes. Detto questo, la politica macroeconomica deve essere vista nel suo insieme: c’è il Patto di stabilità e crescita, e insisto crescita, e c’è il Mes. Ma c’è anche l’Unione bancaria e l’armonizzazione fiscale. Noi poniamo sul tavolo della discussione tutti questi temi, perché se si vuole avere un’Europa che abbia un’unica politica macroeconomica bisogna affrontare la questione nel suo complesso”. “Adesso – ha rilevato Tajani – la prima cosa da fare certamente è trovare un accordo sul Patto di crescita e stabilità. Noi vogliamo raggiungere l’accordo, ma deve essere un patto che non penalizza il nostro paese. C’è grande sintonia su questo con la Francia, e io mi auguro che grazie al lavoro del ministro Giorgetti si possa arrivare a raggiungere l’obiettivo di avere un nuovo Patto prima della fine di quest’anno, cioè prima che ritorni in vigore il vecchio Patto”, che per ora è sospeso.

“Poi – ha continuato il ministro – passiamo a discutere gli altri argomenti; però ripeto sempre: in alcuni paesi il Mes è di grande importanza, mentre noi che abbiamo un sistema bancario solido, direi anche consolidato, grazie all’azione di Forza Italia che ha fatto scrivere meglio le regole sugli extra profitti che hanno portato a un rafforzamento del sistema bancario, noi abbiamo interesse invece a che si accelerino i tempi per l’Unione bancaria, per l’armonizzazione fiscale”. “Bisogna discutere e lavorare insieme a fare una scelta veramente europeista, che è quella che vuole Forza Italia e che vuole il Ppe. L’ho detto – ha ricordato Tajani – in occasione della vertice Germania-Italia a Berlino al ministro delle finanze tedesco”, Christian Lindner. “Quindi, una volta approvato il Patto di stabilità, si potrà discutere del Mes, ma anche delle altre due questioni che noi riteniamo di fondamentale importanza e che non possono essere messe in un cassetto, dimenticate una volta approvato il Mes. Il tema va discusso nel suo complesso”.

Per ratificare la riforma del Mes, ha insistito il ministro, “non c’è una grande fretta, ne parleremo, il Parlamento deciderà. Ripeto, io sono favorevole alla ratifica, ma non dobbiamo neppure essere condizionati dalla fretta degli altri. Perché noi abbiamo fretta, per esempio, sulla questione dell’Unione bancaria: il Mes ne fa parte ma non è tutta l’Unione bancaria, bisogna fare un discorso complessivo. Lo stesso vale per l’armonizzazione fiscale, perché dobbiamo impedire che all’interno dell’Unione europea ci siano dei paradisi fiscali che fanno concorrenza sleale; e questo, soprattutto per un paese che è ad economia reale e che è la seconda manifattura d’Europa, significa un grave danno”. “Quindi – ha proseguito Tajani – lavoriamo per questo, e se devo parlare da segretario di Forza Italia dico sì, sono favorevole alla ratifica del Mes, però voglio che si discuta tutto il pacchetto: si può anche ratificare il Mes prima dell’intero pacchetto dell’Unione bancaria e dell’armonizzazione fiscale, ma il dibattito deve essere aperto anche su questi due temi. Perché se vogliamo davvero avere un’Europa solida da un punto di vista macroeconomico non si possono fare cose che interessano a qualcuno e non interessano ad altri. L’Europa è composta da tutti i paesi dell’Unione, noi siamo un paese fondatore e abbiamo il diritto di far valere le nostre idee, senza mortificare gli interessi degli altri, ma non possono neanche essere mortificati gli interessi dell’Italia”.

A un giornalista che chiedeva se la ratifica del Mes sarà possibile prima delle elezioni europee, il ministro degli Esteri ha risposto: “Vedremo: non dobbiamo perdere troppo tempo, ma fare ciò che è giusto. Vedremo cosa deciderà il Parlamento: per me si può ratificare prime delle europee. Ma ripeto, non ci dobbiamo fossilizzare sul Mes, perché è un fondo che in questo momento a noi non serve, non c’è grande interesse da parte dell’Italia”. “Io ero favorevole all’utilizzo del Mes sanitario, ma adesso non abbiamo grande interesse a utilizzare il Mes, perché il nostro sistema bancario è solido e non ne abbiamo bisogno; però c’è bisogno dell’armonizzazione fiscale e c’è bisogno di completare tutta l’Unione bancaria, e questo sì è nell’interesse generale”, ha concluso Tajani, chiedendo che “che si apra in Europa un dibattito per accelerare i tempi” su questi due temi.

Gaza, il personale Onu si sente “abbandonato dalla comunità internazionale”

Gaza, il personale Onu si sente “abbandonato dalla comunità internazionale”Roma, 11 dic. (askanews) – Il personale dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) nella Striscia di Gaza si sente “abbandonato dalla comunità internazionale” dopo il veto posto dagli Stati Uniti alla risoluzione Onu che chiedeva un immediato cessate il fuoco del conflitto in corso dal 7 ottobre scorso. Lo ha detto il direttore dell’Unrwa, Philippe Lazzarini, alla Cnn.

“Va oltre la delusione. Si sentono abbandonati dalla comunità internazionale – ha detto Lazzarini ad Arish, in Egitto – non riescono ancora a capire perché, dopo che 17.000 persone sono state uccise, dopo che quasi tutta la popolazione è stata sfollata, non riusciamo ancora a trovare un accordo per un cessate il fuoco”.

Tajani: sanzioni per Hamas, non per i coloni in Cisgiordania

Tajani: sanzioni per Hamas, non per i coloni in CisgiordaniaBruxelles, 11 dic. (askanews) – Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha confermato oggi, incontrando la stampa a Bruxelles, che Italia, Francia e Germania hanno indirizzato all’Alto Rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell, una lettera per esprimere il loro forte sostegno all’iniziativa del Servizio europeo di azione esterna di istituire un regime sanzionatorio contro Hamas, i gruppi affiliati e ai suoi sostenitori, al fine di stigmatizzare politicamente gli attacchi del 7 ottobre scorso, isolare Hamas a livello internazionale e privarlo del sostegno finanziario e logistico da parte di terzi.

Tajani, invece, pur condannando le violenze dei coloni israeliani contro i palestinesi in Cisgiordania, ha detto di non sostenere l’iniziativa della ministra degli Esteri belga Hadja Lahbib, che stamattina, arrivando al Consiglio Ue, aveva annunciato di voler chiedere ai colleghi dei Ventisette di segnalare e proibire l’accesso all’area Schengen dei “coloni violenti”, dopo che il Belgio ha già deciso di vietare il loro ingresso sul suo territorio. Secondo l’Onu, ha riferito Lahbib, gli atti di violenza dei coloni “estremisti e violenti” sono passati oggi da tre a sette al giorno. “Noi – ha detto Tajani ai giornalisti – abbiamo espresso sempre la condanna per queste azioni, e abbiamo sempre chiesto a Israele di bloccare le violenze dei coloni che rischiavano di far peggiorare la situazione in Cisgiordania”. Ma secondo il ministro queste violenze non sono comparabili ai “crimini immondi” compiuti durante l’attacco terroristico di Hamas il 7 ottobre.

Alle domande dei giornalisti sulla proposta belga, il ministro ha risposto che “la scelta che si deve fare è ben diversa”, e che “non c’entra bandire dall’area Schengen” i coloni. “Io condanno le violenze e le altre intemperanze, ma non è un’organizzazione terroristica quella dei coloni. E’ una scelta che non condivido, quella di usare violenza o di aggredire la popolazione palestinese che vive là, ma non possiamo equiparare Hamas ai coloni di Israele che vivono là”. “Insomma, le due cose sono ben diverse. Perché Hamas si è macchiato di crimini immondi: andare a cercare la gente casa per casa, uccidere i bambini di tre mesi, violentare donne e poi ucciderle e giocare a pallone con i seni delle donne, mi pare sia una cosa che grida vendetta e non può essere veramente accettata da nessuno. Quindi è giusta la reazione di Israele contro Hamas, non è giusto quello che stanno facendo i coloni ebrei contro la popolazione civile, come ho detto fin dall’inizio, ma – ha ribadito Tajani – non si può mettere sullo stesso piano il colono con il terrorista di Hamas”.

“Io credo – ha osservato poi il ministro – che la soluzione debba essere quella di uno Stato palestinese che comprenda Cisgiordania e Striscia di Gaza. Ci può essere una soluzione temporanea con la presenza delle Nazioni Unite; però l’obiettivo finale deve essere quello di dare concretezza alla speranza che vogliamo dare al popolo palestinese: cioè di avere uno Stato che riconosce Israele, e riconosciuto da Israele, in modo che” i due Stati “possano vivere in futuro in pace”. “Quindi – ha aggiunto Tajani – non siamo favorevoli al riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese, ma vogliamo che si trovi una soluzione per arrivare alla pace in Medio Oriente, avendo un dialogo forte anche con tutto il mondo arabo e con i paesi musulmani. Non si deve far nessuna guerra di religione, come vuole Hamas; si tratta di vivere in pace e contemperare gli interessi del popolo israeliano che ha il diritto ad avere, dopo quello che è accaduto durante la Seconda guerra mondiale, un suo Stato in una terra dove vivere in pace, e il diritto del popolo palestinese di avere una sua terra dove vivere in pace”.

M.O., Tajani: sanzioni per Hamas, non per i coloni in Cisgiordania

M.O., Tajani: sanzioni per Hamas, non per i coloni in CisgiordaniaBruxelles, 11 dic. (askanews) – Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha confermato oggi, incontrando la stampa a Bruxelles, che Italia, Francia e Germania hanno indirizzato all’Alto Rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell, una lettera per esprimere il loro forte sostegno all’iniziativa del Servizio europeo di azione esterna di istituire un regime sanzionatorio contro Hamas, i gruppi affiliati e ai suoi sostenitori, al fine di stigmatizzare politicamente gli attacchi del 7 ottobre scorso, isolare Hamas a livello internazionale e privarlo del sostegno finanziario e logistico da parte di terzi.

Tajani, invece, pur condannando le violenze dei coloni israeliani contro i palestinesi in Cisgiordania, ha detto di non sostenere l’iniziativa della ministra degli Esteri belga Hadja Lahbib, che stamattina, arrivando al Consiglio Ue, aveva annunciato di voler chiedere ai colleghi dei Ventisette di segnalare e proibire l’accesso all’area Schengen dei “coloni violenti”, dopo che il Belgio ha già deciso di vietare il loro ingresso sul suo territorio. Secondo l’Onu, ha riferito Lahbib, gli atti di violenza dei coloni “estremisti e violenti” sono passati oggi da tre a sette al giorno. “Noi – ha detto Tajani ai giornalisti – abbiamo espresso sempre la condanna per queste azioni, e abbiamo sempre chiesto a Israele di bloccare le violenze dei coloni che rischiavano di far peggiorare la situazione in Cisgiordania”. Ma secondo il ministro queste violenze non sono comparabili ai “crimini immondi” compiuti durante l’attacco terroristico di Hamas il 7 ottobre.

Alle domande dei giornalisti sulla proposta belga, il ministro ha risposto che “la scelta che si deve fare è ben diversa”, e che “non c’entra bandire dall’area Schengen” i coloni. “Io condanno le violenze e le altre intemperanze, ma non è un’organizzazione terroristica quella dei coloni. E’ una scelta che non condivido, quella di usare violenza o di aggredire la popolazione palestinese che vive là, ma non possiamo equiparare Hamas ai coloni di Israele che vivono là”. “Insomma, le due cose sono ben diverse. Perché Hamas si è macchiato di crimini immondi: andare a cercare la gente casa per casa, uccidere i bambini di tre mesi, violentare donne e poi ucciderle e giocare a pallone con i seni delle donne, mi pare sia una cosa che grida vendetta e non può essere veramente accettata da nessuno. Quindi è giusta la reazione di Israele contro Hamas, non è giusto quello che stanno facendo i coloni ebrei contro la popolazione civile, come ho detto fin dall’inizio, ma – ha ribadito Tajani – non si può mettere sullo stesso piano il colono con il terrorista di Hamas”.

“Io credo – ha osservato poi il ministro – che la soluzione debba essere quella di uno Stato palestinese che comprenda Cisgiordania e Striscia di Gaza. Ci può essere una soluzione temporanea con la presenza delle Nazioni Unite; però l’obiettivo finale deve essere quello di dare concretezza alla speranza che vogliamo dare al popolo palestinese: cioè di avere uno Stato che riconosce Israele, e riconosciuto da Israele, in modo che” i due Stati “possano vivere in futuro in pace”. “Quindi – ha aggiunto Tajani – non siamo favorevoli al riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese, ma vogliamo che si trovi una soluzione per arrivare alla pace in Medio Oriente, avendo un dialogo forte anche con tutto il mondo arabo e con i paesi musulmani. Non si deve far nessuna guerra di religione, come vuole Hamas; si tratta di vivere in pace e contemperare gli interessi del popolo israeliano che ha il diritto ad avere, dopo quello che è accaduto durante la Seconda guerra mondiale, un suo Stato in una terra dove vivere in pace, e il diritto del popolo palestinese di avere una sua terra dove vivere in pace”.

Italia, Francia, Germania a Ue: imporre sanzioni ad hoc contro Hamas

Italia, Francia, Germania a Ue: imporre sanzioni ad hoc contro HamasRoma, 11 dic. (askanews) – Italia, Francia e Germania hanno chiesto all’Unione europea di imporre sanzioni ad hoc contro Hamas e i suoi sostenitori, hanno scritto i ministri degli Esteri dei tre paesi in una lettera congiunta al capo della politica estera dell’Ue Josep Borrell.

“Esprimiamo il nostro pieno sostegno alla… proposta di creare un regime di sanzioni ad hoc contro Hamas e i suoi sostenitori”, si legge nella lettera. “La rapida adozione di questo regime di sanzioni ci consentirà di inviare un forte messaggio politico sull’impegno dell’Ue contro Hamas e sulla nostra solidarietà con Israele”, si prosegue.

“Il Consiglio europeo ha condannato Hamas nei termini più forti possibili per i suoi atroci e indiscriminati attacchi terroristici contro Israele del 7 otobre. In risposta a questi attacchi senza precedenti, è importante che l’Unione europea prenda tutte le misure necessarie contro il gruppo terroristico Hamas e i suoi sostenitori, attraverso atti concreti, per impedire che questi atti si ripetano ancora”, si legge nella lettera firmata da Antonio Tajani, Catherine Colonna e Annalena Baerbock. “Questo implica un impegno europeo più risoluto contro le infrastrutture e il supporto finanziario ad Hamas, l’isolamento e la delegittimazione internazionale di Hamas, che in nessun modo rappresenta i palestinesi e le loro legittime aspirazioni”, sottolineano i ministri nella loro lettera a Borrell.

M.O., Borrell: non c’è più alcun rifugio per popolazione di Gaza

M.O., Borrell: non c’è più alcun rifugio per popolazione di GazaBruxelles, 11 dic. (askanews) – “Io ho presentato un ‘position paper’ su cosa fare una volta che gli attacchi saranno finiti, che cosa fare con la popolazione di Gaza. Si continua a dire che non devono essere espulsi dalla loro terra”, ma “le persone stanno continuando a fuggire dalle bombe e cercare rifugio”, perché “non c’è più rifugio a Gaza, non ci sono posti sicuri a Gaza. Questo è ciò che dicono le Nazioni Unite”. Lo ha affermato l’Alto Rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell, parlando alla stampa stamattina a Bruxelles al suo arrivo al Consiglio esteri.

“I membri europei del Consiglio di sicurezza – ha detto Borrell – hanno votato a favore della proposta del Segretario generale” per il cessate il fuoco a Gaza ed “era una buona idea, molti di loro hanno co-sponsorizzato la proposta degli Emirati Arabi Uniti. Purtroppo, gli Stati Uniti hanno posto il veto a questa proposta; quindi non c’è un appello al cessate il fuoco da parte del Consiglio di sicurezza. Tutti si aspettano ora che alle Nazioni unite questo punto sia portato all’Assemblea generale. Ma nel frattempo i bombardamenti continuano con una intensità straordinaria”. “Avevamo detto fin dagli incontri del G7 – ha ricordato l’Alto Rappresentante – che Israele non avrebbe dovuto usare nel Sud di Gaza le stesse tattiche che aveva usato nel Nord, ma invece sta facendo lo stesso, se non addirittura peggio. Il numero di vittime civili innocenti continua a crescere”, come rilevano le Nazioni Unite, “e noi dobbiamo, con gli Stati membri, concordare delle richieste. Il cessate il fuoco non è possibile perché non è stato approvato dal Consiglio di sicurezza”, ma sarebbero necessarie “una serie di pause per rendere la situazione Umanitaria meno orrenda: migliaia di persone sono state spinte contro la frontiera dell’Egitto e tutte le prospettive a Gaza – ha concluso Borrell – sono davvero tetre”.

Ue, Borrell: non c’è più alcun rifugio per la popolazione di Gaza

Ue, Borrell: non c’è più alcun rifugio per la popolazione di GazaBruxelles, 11 dic. (askanews) – “Io ho presentato un ‘position paper’ su cosa fare una volta che gli attacchi saranno finiti, che cosa fare con la popolazione di Gaza. Si continua a dire che non devono essere espulsi dalla loro terra”, ma “le persone stanno continuando a fuggire dalle bombe e cercare rifugio”, perché “non c’è più rifugio a Gaza, non ci sono posti sicuri a Gaza. Questo è ciò che dicono le Nazioni Unite”. Lo ha affermato l’Alto Rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell, parlando alla stampa stamattina a Bruxelles al suo arrivo al Consiglio esteri.

“I membri europei del Consiglio di sicurezza – ha detto Borrell – hanno votato a favore della proposta del Segretario generale”, ed “era una buona idea, molti di loro hanno co-sponsorizzato la proposta degli Emirati Arabi Uniti. Purtroppo, gli Stati Uniti hanno posto il veto a questa proposta; quindi non c’è un appello al cessate il fuoco da parte del Consiglio di sicurezza. Tutti si aspettano ora che alle Nazioni unite questo punto sia portato all’Assemblea generale. Ma nel frattempo i bombardamenti continuano con una intensità straordinaria”. “Avevamo detto fin dagli incontri del G7 – ha ricordato l’Alto Rappresentante – che Israele non avrebbe dovuto usare nel Sud di Gaza le stesse tattiche che aveva usato nel Nord, ma invece sta facendo lo stesso, se non addirittura peggio. Il numero di vittime civili innocenti continua a crescere”, come rilevano le Nazioni Unite, “e noi dobbiamo, con gli Stati membri, concordare delle richieste. Il cessate il fuoco non è possibile perché non è stato approvato dal Consiglio di sicurezza”, ma sarebbero necessarie “una serie di pause per rendere la situazione Umanitaria meno orrenda: migliaia di persone sono state spinte contro la frontiera dell’Egitto e tutte le prospettive a Gaza – ha concluso Borrell – sono davvero tetre”.

Italia, Francia, Germania chiedono all’ Ue di imporre sanzioni ad hoc contro Hamas

Italia, Francia, Germania chiedono all’ Ue di imporre sanzioni ad hoc contro HamasRoma, 11 dic. (askanews) – Italia, Francia e Germania hanno chiesto all’Unione europea di imporre sanzioni ad hoc contro Hamas e i suoi sostenitori, hanno scritto i ministri degli Esteri dei tre paesi in una lettera congiunta al capo della politica estera dell’Ue Josep Borrell.

“Esprimiamo il nostro pieno sostegno alla… proposta di creare un regime di sanzioni ad hoc contro Hamas e i suoi sostenitori”, si legge nella lettera, visionata dall’agenzia Reuters e rilanciata dal Guardian. “La rapida adozione di questo regime di sanzioni ci consentirà di inviare un forte messaggio politico sull’impegno dell’Ue contro Hamas e sulla nostra solidarietà con Israele”, si legge nella lettera.

Guterres alla Cop28: siamo sull’orlo del disastro climatico, serve una svolta

Guterres alla Cop28: siamo sull’orlo del disastro climatico, serve una svoltaRoma, 11 dic. (askanews) – “Mentre ci avviciniamo alla conclusione della COP28, il mio principale messaggio è chiaro: abbiamo bisogno di un risultato ambizioso”, ha dichiarato il segretario generale Onu Antonio Guterres intervenendo alla conferenza Onu per il clima entrata nella fase negoziale conclusiva a Dubai. Questo risultato deve dare prova di “un’azione per il clima decisiva e un piano credibile per mantenere vivo il limite di riscaldamento di 1,5°C e per proteggere chi è in prima linea nella crisi climatica”, ha sottolineato il segretario generale.

Guterres ha detto di essere tornato alla Cop28 “perché siamo sull’orlo del disastro climatico e questa conferenza deve segnare un punto di svolta”. Gli obiettivi salienti indicati dal segretario Onu sono riassunti sul suo account X, l’ex Twitter: Ritornare al limite di riscaldamento di 1,5°C. Porre fine all’era dei combustibili fossili. Fornire giustizia climatica.