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G7, tra Usa e alleati nessun vincitore: accordo di compromesso

G7, tra Usa e alleati nessun vincitore: accordo di compromessoLa Malbaie (Canada), 14 mar. (askanews) – Accordo di compromesso, in Canada, tra i ministri degli Esteri del G7. Dopo due giorni di lavoro e un confronto serale tra gli sherpa a poche ore dalla chiusura, i capi della diplomazia dei Paesi membri sono riusciti a evitare il rischio di una spaccatura, ipotesi avanzata ieri da fonti presenti a La Malbaie, sede della ministeriale, e rilanciata da alcuni organi di stampa. La dichiarazione finale concordata al termine della riunione è la sintesi di una mediazione diplomatica che, nella partita giocata al tavolo dei colloqui dagli Stati Uniti e gli alleati del Gruppo, non ha sortito né vincitori né vinti. Il testo, rivisto nella tarda serata di ieri, cede alle pressioni europee e canadesi da una parte, a quelle di Washington dall’altra rispettivamente su Ucraina e Medio Oriente. Un risultato accolto comunque con soddisfazione dalla presidente di turno, la ministra Melanie Joly, che al termine dei lavori ha sottolineato la “forte unità” del Gruppo sui temi affrontati.


Nella sezione dedicata alla guerra in Ucraina, Washington ha dovuto cedere alle pressioni degli alleati sul linguaggio da adottare a proposito di un chiaro sostegno “all’integrità territoriale” del Paese, un passaggio che la nuova amministrazione di Donald Trump, rappresentata dal segretario di Stato Marco Rubio, avrebbe voluto evitare. La dichiarazione finale ha così riportato “l’incrollabile sostegno” a Kiev, “nella difesa della sua integrità territoriale e del suo diritto a esistere, nonché della sua libertà, sovranità e indipendenza”. Il documento “invia un chiaro messaggio a favore di una pace giusta”, in linea con la carta dell’Onu, ha sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine dell’incontro, ricordando che il testo chiede anche la liberazione dei prigionieri politici e la restituzione a Kiev dei bambini ucraini attualmente in Russia. I ministri degli Esteri hanno accolto con favore gli sforzi in corso per raggiungere una tregua, in particolare l’incontro dell’11 marzo tra Stati Uniti e Ucraina a Gedda, ma hanno chiesto alla Russia “di ricambiare accettando un cessate il fuoco a parità di condizioni e attuandolo pienamente”. Una formulazione su cui si è lavorato fino all’ultimo. In una bozza preliminare del testo, rilanciata dai media, infatti si chiedeva a Mosca di accettare il cessate il fuoco “senza condizioni”. “Mi pare una richiesta politicamente saggia, non c’è nessun arretramento su chi è l’aggressore e su chi è l’aggredito, ma se vogliamo porre fine alla guerra dobbiamo fare in modo che la Russia accetti il cessate fuoco”, ha commentato Tajani. Mentre Rubio – con cui il ministro italiano ha avuto un incontro bilaterale durato poco meno di un’ora durante il quale l’Italia ha chiesto un dialogo sui dazi – ha espresso “cauto ottimismo” sulla tregua.


Ma se Washington ha dovuto cedere sull’integrità territoriale ucraina, gli alleati hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco sulle posizioni dell’amministrazione Trump sul Medio Oriente. Nessun riferimento alla soluzione dei due popoli e due Stati figura infatti nella dichiarazione finale, così come fortemente preteso da Rubio. Il passaggio era invece previsto in una bozza preliminare, prima di essere eliminato nella versione approvata dai ministri. Nel testo definitivo si sottolinea invece “l’imperativo di un orizzonte politico per il popolo palestinese, raggiunto attraverso una soluzione negoziata al conflitto israelo-palestinese che soddisfi le legittime esigenze e aspirazioni di entrambi i popoli e promuova pace, stabilità e prosperità globali in Medio Oriente”. Il mancato riferimento non modifica però la posizione italiana che, ha sottolineato Tajani, “non cambia assolutamente”. Frutto di un tenace lavoro di mediazione è anche il risultato raggiunto sulla Cina e sul contrasto alle cosiddette “flotte ombra”, a cui è stata dedicata una dichiarazione a parte. Adottando un linguaggio fermo, come richiesto dagli americani, i ministri si sono detti preoccupati dall’accumulo di materiale militare da parte di Pechino e dal “continuo e rapido aumento dell’arsenale nucleare cinese”. I capi della diplomazia hanno così chiesto alla Cina di impegnarsi in “discussioni strategiche sulla riduzione del rischio” e di “promuovere la stabilità tramite la trasparenza”.


Superando le resistenze degli Stati Uniti, invece, i ministri hanno infine invitato gli 8 Paesi nordici e baltici (Danimarca, Estonia, Finlandia, Islanda, Lettonia, Lituania, Norvegia, Svezia), “e possibilmente altri”, a unirsi ai membri del G7 in “una Shadow Fleet Task Force per migliorare il monitoraggio e il rilevamento e per limitare in altro modo l’uso di flotte ombra impegnate in attività illegali, pericolose o pericolose per l’ambiente, basandosi sul lavoro di altri attivi in questo settore”. La Task Force costituirà una risposta degli Stati partecipanti all’appello dell’Organizzazione marittima internazionale per “promuovere azioni volte a prevenire operazioni illegali nel settore marittimo da parte di flotte ombra e dei loro stati di bandiera, comprese operazioni illegali allo scopo di eludere le sanzioni”. (di Corrado Accaputo)

Wonderwoods Vertical Forest di Stefano Boeri vince MIPIM Award 2025

Wonderwoods Vertical Forest di Stefano Boeri vince MIPIM Award 2025Milano, 14 mar. (askanews) – La “Wonderwoods Vertical Forest”, progettata da Stefano Boeri Architetti e realizzata dal developer G&S& nella città di Utrecht nei Paesi Bassi ieri sera a Cannes si è aggiudicata il MIPIM Award 2025 nella categoria Best Mixed-Use Project.


Per lo Studio Stefano Boeri Architetti alla cerimonia a Cannes hanno ritirato il premio l’arch. Stefano Boeri e l’arch. Francesca Cesa Bianchi partner di Stefano Boeri Architetti, che hanno dichiarato: “Wonderwoods Vertical Forest accoglie al suo interno funzioni diverse – zone commerciali, servizi, residenze di varie tipologie e taglio , uffici, atelier, aree verdi e spazi per attività sportive e culturali – sia pubbliche che private, destinate un’utenza eterogenea. Inoltre, al settimo piano, una piazza pubblica e una strada pedonale collegano la torre all’edificio di MVSA. Tra le sue facciate verdi e alberate, il nostro bosco verticale di Utrecht ospita dunque una vera e propria città. Il riconoscimento del MIPIM Award come migliore edificio “Mixed Use” del mondo, ha colto il carattere profondamente urbano di Wonderwoods: un’architettura polivalente e ad alta biodiversità, aperta alla vita quotidiana dei cittadini, delle piante e dei volatili di Utrecht”. Il MIPIM Award è il premio internazionale che celebra i progetti più utili, sostenibili e visionari del settore che cercano di migliorare le prospettive dell’ambiente costruito, in linea con gli obiettivi ESG. All’edizione 2025 del premio, creato nel 1991 dal MIPIM (il più grande evento mondiale dedicato all’immobiliare e la principale piattaforma di contatto tra i capitali globali e le soluzioni più innovative in ambito real estate e sviluppo urbano, aperto quest’anno da Mario Draghi e dal Sindaco di Londra Sadiq Khan), hanno partecipato oltre 200 progetti provenienti da 36 paesi: di questi, 39 progetti provenienti da 22 paesi sono giunti in finale nelle 10 categorie. Nella categoria Best Mixed-Use Project sono giunti in finale insieme a Wonderwoods Vertical Forest, One Dojima Project di Tokyo in Giappone, Praça Henrique Monteiro a San Paolo in Brasile e True Digital Park West a Bangkok in Thailandia. Lo studio Stefano Boeri Architetti è l’unico italiano tra i vincitori di questa edizione.


La Wonderwoods Vertical Forest fa parte del più ampio progetto Wonderwoods, che comprende anche un secondo edificio progettato da MVSA. Le due torri unite da un ponte compongono complessivamente un’oasi verde nell’area di Beurskwartier, la nuova zona pedonale vicina alla stazione centrale di Utrecht (centro città) mei Paesi Bassi. L’edificio Wonderwoods Vertical Forest ospita circa 200 appartamenti di varie tipologie pensati per un’utenza eterogenea, insieme ad attività commerciali, aree per lo sport e il tempo libero e spazi per la ristorazione. A livello di mix funzionale il basamento ospita, al piano terra, parcheggi per le biciclette e spazi pubblici, mentre ai piani superiori, si trovano uffici, ambienti per il fitness, insieme ad un articolato sistema di residenze duplex in grado di combinare spazi residenziali e atelier. Al settimo piano, spazi per la ristorazione, sia indoor che outdoor, animano il ponte di raccordo tra i due edifici, caratterizzato da giardini pensili e da un’ampia vista sulla città.


Con i 360 alberi e le 50.000 piante di 30 specie autoctone differenti, equivalenti alla vegetazione di un ettaro di bosco, la Wonderwoods Vertical Forest è un’architettura viva con facciate cangianti nella composizione cromatica e nelle dimensioni delle chiome. L’aspetto delle facciate infatti varia secondo le stagioni, l’incidenza della luce solare e la crescita delle piante. Si tratta di un vero e proprio ecosistema urbano, presidio per la biodiversità delle specie viventi e in particolare dei volatili che popolano i cieli olandesi e che trovano riparo nei fori circolari realizzati appositamente nelle facciate di Wonderwoods Vertical Forest per ospitare i nidi.


Gli appartamenti della Wonderwoods Vertical Forest sono caratterizzati da una forte presenza del verde sui terrazzi e i balconi e godono di un’elevata illuminazione naturale e della vista aperta sul paesaggio urbano circostante; la manutenzione del verde è gestita mediante una stazione centralizzata condominiale che grazie a un sistema di sensori rende possibile controllare il sistema di irrigazione e programmare gli interventi di potatura. Nello specifico, il progetto dell’edificio, realizzato attraverso la tecnica della prefabbricazione per le facciate e il sistema di balconi, si distingue per un’attenta articolazione dei volumi calibrata, sui diversi livelli, con le specifiche condizioni del sito. L’edificio è infatti scandito da “ordini” sovrapposti, che definiscono lungo l’asse verticale una rotazione del corpo di fabbrica: un movimento che lo distacca progressivamente dall’allineamento con il tracciato di via Croeselaan, consentendogli di disporsi secondo un orientamento est-ovest. Se sull’angolo nord la torre costituisce la “prua” di un sistema di isolati che si dispongono sull’asse viario, sul lato sud è orientato per consentire un collegamento in quota al settimo piano con l’edificio contiguo, progettato da MVSA. Tra gli elementi di sostenibilità del progetto Wonderwoods, l’area è stata resa interamente pedonale e, sotto gli edifici, un sistema di accumulo idrico consente di raccogliere, recuperare e smaltire l’acqua piovana. Dopo il progetto di edilizia sociale Trudo Vertical Forest a Eindhoven (realizzato da Stefano Boeri Architetti nel 2021), Wonderwoods Vertical Forest è il primo Bosco Verticale nei Paesi Bassi che accoglie funzioni pubbliche e aperte a tutti i cittadini, con l’obiettivo di rendere questa nuova tipologia architettonica sempre più integrata con il tessuto urbano e accessibile a tutti.

Ucraina, Trump: “Buoni colloqui” con Putin, ho chiesto di risparmiare i soldati accerchiati

Ucraina, Trump: “Buoni colloqui” con Putin, ho chiesto di risparmiare i soldati accerchiatiNew York, 14 mar. (askanews) – Donald Trump ha riferito di colloqui “molto buoni e proficui” con il presidente russo Vladimir Putin sulla fine della guerra in Ucraina, aggiungendo che “migliaia di soldati ucraini sono completamente circondati dall’esercito russo e in una posizione molto vulnerabile”.


In un post su Truth, Trump ha detto di aver chiesto a Putin di “risparmiarli”, definendo l’eventuale attacco “un massacro orribile, come non se ne vedevano dalla Seconda guerra mondiale”. Ha poi concluso: “Dio li benedica tutti!”.

I ministri del G7 Canada: la Russia accetti la tregua a parità di condizioni (o rischia “ulteriori sanzioni”)

I ministri del G7 Canada: la Russia accetti la tregua a parità di condizioni (o rischia “ulteriori sanzioni”)La Malbaie (Canada), 14 mar. (askanews) – I ministri degli Esteri del G7 “hanno accolto con favore gli sforzi in corso per raggiungere un cessate il fuoco” in Ucraina, “e in particolare l’incontro dell’11 marzo tra Stati Uniti e Ucraina nel Regno dell’Arabia Saudita”. E’ quanto si legge nella dichiarazione finale della ministeriale a La Malbaie, in Canada. Rivolgendo un plauso all’impegno dell’Ucraina “per un cessate il fuoco immediato”, che è “un passo essenziale verso una pace globale, giusta e duratura”, i ministri “hanno chiesto alla Russia di ricambiare accettando un cessate il fuoco a parità di condizioni e attuandolo pienamente”. Una bozza preliminare del testo, rilanciata dai media, chiedeva a Mosca di accettare il cessate il fuoco “senza condizioni”.


I ministri degli Esteri del G7 hanno ribadito il loro “incrollabile sostegno all’Ucraina nella difesa della sua integrità territoriale e del suo diritto a esistere, nonché della sua libertà, sovranità e indipendenza”. E’ quanto si legge nella dichiarazione finale della ministeriale in corso a La Malbaie, in Canada. I ministri degli Esteri del G7 hanno, inoltre, discusso “l’imposizione di ulteriori costi alla Russia nel caso in cui il cessate il fuoco non venga concordato, anche attraverso ulteriori sanzioni, limiti ai prezzi del petrolio, nonché ulteriore sostegno all’Ucraina e altri mezzi”, secondo quanto si legge nella dichiarazione finale della ministeriale G7 in Canada. “Ciò include l’uso di entrate straordinarie derivanti da beni sovrani russi immobilizzati”.


I ministri degli Esteri del G7 hanno anche sottolineato che “qualsiasi cessate il fuoco” in Ucraina “deve essere rispettato e hanno sottolineato la necessità di accordi di sicurezza solidi e credibili per garantire che l’Ucraina possa scoraggiare e difendersi da qualsiasi nuovo atto di aggressione”.

G7 Canada, la bozza della dichiarazione finale: la Russia accetti la tregua a parità di condizioni

G7 Canada, la bozza della dichiarazione finale: la Russia accetti la tregua a parità di condizioni

La Malbaie (Canada), 14 mar. (askanews) – I ministri degli Esteri del G7 “hanno accolto con favore gli sforzi in corso per raggiungere un cessate il fuoco” in Ucraina, “e in particolare l’incontro dell’11 marzo tra Stati Uniti e Ucraina nel Regno dell’Arabia Saudita”. E’ quanto si legge nella bozza della dichiarazione finale della ministeriale in corso a La Malbaie, in Canada. Rivolgendo un plauso all’impegno dell’Ucraina “per un cessate il fuoco immediato”, che è “un passo essenziale verso una pace globale, giusta e duratura”, i ministri “hanno chiesto alla Russia di ricambiare accettando un cessate il fuoco a parità di condizioni e attuandolo pienamente”. Una bozza preliminare del testo, rilanciata dai media, chiedeva a Mosca di accettare il cessate il fuoco “senza condizioni”.

Russia, Zacharova ancora contro Mattarella e l’Italia: “Non hanno nulla con cui difendersi”

Russia, Zacharova ancora contro Mattarella e l’Italia: “Non hanno nulla con cui difendersi”Roma, 14 mar. (askanews) – L’Italia “attacca” perché “non ha nulla per difendersi”. L’ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, reagendo alla convocazione dell’ambasciatore russo a Roma da parte del ministero degli Esteri in seguito alle critiche della stessa Zakharova al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.


In un’intervista alle Izvestija, Zalharova ha detto che la convocazione attirerebbe ancor di più l’attenzione sui problemi interni italiani. “Non hanno nulla con cui difendersi. E così hanno deciso di attaccare”, ha affermato Zakharova. “Ma – ha aggiunto – l’hanno fatto invano. (…) Hanno solo attirato maggiore attenzione sui loro stessi problemi”.

Ucraina, l’inviato speciale Usa lascia Mosca con “il messaggio di Putin a Trump”. C’è “cauto ottimismo”

Ucraina, l’inviato speciale Usa lascia Mosca con “il messaggio di Putin a Trump”. C’è “cauto ottimismo”Roma, 14 mar. (askanews) – L’inviato speciale Usa, Steve Witkoff, ha lasciato Mosca. Witkoff era arrivato ieri a Mosca e il presidente russo Vladimir Putin lo ha ricevuto nella tarda serata. Lo ha confermato oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel briefing con la stampa.


“Non è ancora stato concordato” quando ci sarà il colloquio telefonico tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo americano Donald Trump. Lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, precisando che la tempistica verrà decisa dopo che l’inviato speciale Usa, Steve Witkoff, avrà consegnato “il messaggio di Putin a Trump”. “Entrambe le parti concordano sul fatto che questa conversazione sia necessaria”, ha rimarcato Peskov nel briefing con la stampa all’indomani dell’incontro di Putin con Witkoff. Nel corso del suo incontro con Putin, l’inviato Usa ha fornito “ulteriori informazioni” sui colloqui avuti dagli Stati Uniti con l’Ucraina per mettere fine al conflitto. Da parte sua, Putin ha trasmesso informazioni e inviato altri segnali a Trump tramite Witkoff, ha aggiunto Peskov, secondo cui “ci sono motivi per un cauto ottimismo riguardo all’accordo in Ucraina”.


Secondo Flightradar, dopo aver lasciato Mosca l’aereo di Witkoff è atterrato a Baku, in Azerbaigian. Il presidente russo Vladimir Putin, intanto, ha avuto una conversazione telefonica con il principe ereditario e primo ministro saudita Mohammed bin Salman, nella quale è stata evidenziata l’importanza di una soluzione per la questione ucraina. Il leader saudita ha inoltre espresso la disponibilità ad aiutare a normalizzare le relazioni tra Russia e Stati Uniti. Lo ha reso noto oggi il Cremlino in una nota.


Putin ha “fortemente apprezzato gli sforzi di mediazione dell’Arabia saudita, ringraziandolo in particolare per aver creato le condizioni favorevoli per l’organizzazione dei colloqui tra rappresentanti di Russia e Stati uniti a Riyad il 18 febbraio”, ha spiegato il Cremlino. Mohammed bin Salman, dal canto suo, “ha evidenziato l’importanza di risolvere la crisi ucraina ed ha anche manifestato la volontà di continuare a contribuire in ogni modo possibile alla normalizzazione delle relazioni russo-americane”.

Gli Usa di Trump agitano il G7, in Canada si lavora a un fronte comune

Gli Usa di Trump agitano il G7, in Canada si lavora a un fronte comuneLa Malbaie (Canada), 13 mar. (askanews) – Il momento è “complicato”, le posizioni hanno sfumature diverse: al G7 di Charlevoix, il primo sotto la presidenza di Ottawa, c’è ancora bisogno di lavorare per trovare unità di intenti e un approccio condiviso sulle sfide comuni. Ma alla fine il comunicato finale della ministeriale Esteri in corso in Canada “ci sarà”, riferiscono fonti diplomatiche italiane, precisando che il testo è in fase di negoziazione e che stanotte proseguirà il lavoro degli sherpa sul documento.


Tra le sale dell’hotel Fairmont Le Manoir Richelieu di La Malbaie, dove i ministri degli Esteri del Gruppo sono riuniti sotto la guida di Melanie Joly (riconfermata nel nuovo governo canadese che giurerà domani), per buona parte del giorno si rincorrono voci di disaccordi ampi. Da una parte gli Stati Uniti, dall’altra il resto dell’Occidente. C’è chi avanza l’ipotesi di un gelo tra le parti pari almeno a quello delle rigide temperature esterne, ampiamente sotto zero. C’è chi professa maggiore ottimismo: ci sono delle differenze, è vero, ma saranno superate con il negoziato, secondo fonti diplomatiche italiane. Mentre Antonio Tajani, che in Canada porta “la voce dell’Italia per la pace”, si dice convinto che da La Malbaie “uscirà certamente un messaggio forte di sostegno all’Ucraina” e “di apprezzamento per i lavori svolti in Arabia Saudita grazie anche alla meditazione americana”. Secondo quanto riportato da Bloomberg, però, i capi della diplomazia dei paesi membri potrebbero addirittura trovarsi nella condizione di non riuscire a concordare una dichiarazione congiunta. Le obiezioni principali sarebbero dell’amministrazione Usa, rappresentata al tavolo dei negoziati dal segretario di Stato Marco Rubio. Il governo Trump si oppone a un linguaggio “antagonistico” nei confronti della Russia, chiamata a decidere sulla proposta di tregua di 30 giorni concordata a Gedda da Stati Uniti e Ucraina. E le politiche commerciali ed estere del presidente Donald Trump non hanno certo contribuito alla distensione, aprendo piuttosto qualche crepa nella tradizionale unità del G7.


La bozza della dichiarazione finale sarà discussa ancora questa sera dagli sherpa dei Sette Grandi. L’ultima versione, che fonti di Bloomberg hanno definito “annacquata”, mostra che i ministri starebbero valutando di accogliere l’accordo tra Ucraina e Stati Uniti, invitando la Russia a ricambiare “incondizionatamente”. Il Gruppo starebbe anche valutando di chiedere “misure di rafforzamento della fiducia”, come il rilascio di prigionieri di guerra, detenuti civili e militari, nonché il ritorno dei bambini ucraini. I riferimenti all’aggressione russa non sarebbero invece presenti. Allo stesso modo, anche il linguaggio sul Medio Oriente sarebbe stato ammorbidito, con la richiesta di un “percorso che porterà a una soluzione a due stati” in Israele e nei territori palestinesi occupati. Quanto all’Indo-Pacifico, i ministri starebbero valutando di invitare la Cina a “impegnarsi in modo sostanziale nel controllo delle armi nucleari” e ricorderanno le tensioni nel Mar Cinese Orientale e Meridionale. Sulla sicurezza marittima, invece, i capi della diplomazia emetteranno un comunicato a parte. “Tutta la stabilità del Medio Oriente per noi è fondamentale e nel documento finale” della ministeriale “abbiamo chiesto ci sia anche un messaggio molto chiaro per la sicurezza dei trasporti nel Mar Rosso, dov’è presente la nostra Marina militare, la missione europea Aspides, a protezione dei mercantili italiani che portano i nostri prodotti verso i mercati orientali”, ha spiegato Antonio Tajani, che ha portato all’attenzione dei colleghi riuniti nella regione canadese di Charlevoix anche la questione di Alberto Trentini, “detenuto ingiustamente” in Venezuela.


Alla fine, dunque, si troverà un accordo, secondo fonti italiane, che riferiscono di un clima più disteso, in particolare dopo i risultati dei colloqui di Gedda tra le delegazioni americana e ucraina. Ed è chiaro che tutti guardano con interesse alle prossime mosse del Cremlino. Vladimir Putin ha spiegato oggi che la Russia è “d’accordo con la proposta di cessate il fuoco in Ucraina”, precisando però che un eventuale accordo di pace “dovrebbe rimuovere le cause profonde di questa crisi”. “Ci sono questioni di cui dobbiamo discutere e penso che dovremmo negoziare con i nostri colleghi e partner americani, magari con una telefonata al Presidente Trump”, ha precisato, mentre dalla Casa Bianca hanno giudicato “molto promettente” la dichiarazione odierna del leader russo. Domani, intanto, Tajani vedrà a Rubio a margine del G7. Il tema dei dazi non è argomento della ministeriale, ma i due ministri potrebbero discuterne in bilaterale. Al segretario di Stato americano, Marco Rubio, “dirò soltanto che una guerra commerciale non conviene a nessuno”, ha spiegato il titolare della Farnesina, secondo il quale “l’Italia può importare di più dagli Stati Uniti e può investire di più in Usa”. Il nostro Paese sta comunque lavorando a un piano di contrasto ad eventuali dazi americani: “pensiamo a mercati dove possiamo esportare di più, per mantenere il livello di export che abbiamo”. Messico, Turchia, Paesi del Golfo, Giappone, India potrebbero essere le nuove frontiere del nostro export, ha sottolineato il ministro, confermando comunque che gli Stati Uniti restano comunque un mercato per le nostre esportazioni. (di Corrado Accaputo)

Gran Cancelliere Ordine Malta in Libano per sostegno impegno umanitario

Gran Cancelliere Ordine Malta in Libano per sostegno impegno umanitarioRoma, 13 mar. (askanews) – Il Gran Cancelliere del Sovrano Ordine di Malta, Riccardo Paternò di Montecupo, ha iniziato oggi una visita di tre giorni in Libano, ribadendo l’impegno e il sostegno di lunga data dell’Ordine al popolo libanese, durante la fase critica di ripresa del Paese.


Una missione diplomatica di alto livello che sottolinea i 70 anni di impegno continuo dell’Ordine di Malta in Libano, in particolare nei settori della sanità, del welfare e dell’agricoltura, incarnando lo spirito unico di coesistenza e resilienza del Paese. Nel primo giorno di visita, il Gran Cancelliere ha partecipato a una serie di incontri chiave. Ha incontrato il Presidente del Libano Joseph Khalil Aoun, alla presenza del Ministro degli Esteri Joe Rajji, e poi ha incontrato il Primo Ministro Nawaf Salam, e il Presidente dell’Assemblea Nazionale Nabih Berri. Le conversazioni hanno posto l’accento sul rafforzamento dell’accordo di cooperazione tra il Libano e il Sovrano Ordine di Malta, con l’obiettivo di diversificare ed espandere le iniziative di collaborazione in ambito umanitario e sanitario. Le istituzioni libanesi hanno espresso apprezzamento per il lavoro dell’Ordine di Malta a sostegno del popolo libanese.


Il Gran Cancelliere si è congratulato calorosamente con il Presidente Aoun per la sua elezione e con il Primo ministro Salam per la recente nomina. Ha espresso i migliori auguri dell’Ordine per il successo nel compimento del suo mandato, accogliendo con favore la nuova fase della politica interna e gli sforzi di stabilizzazione in corso. “La comunità internazionale e i principali attori regionali dovrebbero sostenere appieno il processo di stabilizzazione e ricostruzione”, ha dichiarato il Gran Cancelliere. “Il Sovrano Ordine di Malta non risparmierà i propri sforzi per partecipare a tale sostegno internazionale al Libano. I nostri legami storici con questa regione sono profondi e affondano le proprie radici a Gerusalemme da quasi mille anni: così il nostro impegno a servire il suo popolo continua senza sosta”.


Nel corso della tre giorni, il Gran Cancelliere visiterà i principali progetti umanitari e di sviluppo gestiti dall’Associazione Libanese dell’Ordine di Malta, sottolineando il profondo impegno dell’Ordine e la sua attiva collaborazione con i partner locali e internazionali al servizio delle comunità più vulnerabili del Libano.

Putin: tregua solo se rimuove le cause profonde della crisi

Putin: tregua solo se rimuove le cause profonde della crisiRoma, 13 mar. (askanews) – La Russia è d’accordo con la proposta di cessate il fuoco in Ucraina, ma questa deve anche affrontare e rimuovere le radici della crisi: lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin, le cui dichiarazioni sono state riportate dalle agenzie di stampa russe.


“Siamo d’accordo con la proposta di un cessate il fuoco per porre fine alle ostilità, ma partiamo dal presupposto che questo cessate il fuoco dovrebbe portare a una pace duratura e dovrebbe rimuovere le cause profonde di questa crisi”, ha concluso.