Secondo Biden la Cina di Xi ha problemi realiRoma, 15 nov. (askanews) – La Cina di Xi Jinping ha “problemi reali”. Lo ha detto il presidente Usa Joe Biden a poche ore dal suo incontro con l’omologo cinese a margine di un vertice a San Francisco per ristabilire le relazioni sino-americane.
“Il presidente Xi è un altro esempio di come il ripristino della leadership americana nel mondo si stia imponendo. Hanno problemi reali”, ha affermato il numero uno della Casa Bianca durante una raccolta fondi, alla vigilia del suo incontro programmato con il leader cinese al vertice dell’Apec, la Cooperazione economica per l’Asia-Pacifico a San Francisco.
Hamas: Biden responsabile dell’attacco di Israele all’ospedale Al ShifaMilano, 15 nov. (askanews) – “Riteniamo il presidente Biden pienamente responsabile dell’attacco nazista dell’esercito di occupazione al complesso medico di Shifa”. Lo scrive in un comunicato, il primo dall’inizio del conflitto, Hamas.
“Per questo crimine brutale contro una struttura sanitaria protetta dalla Quarta Convenzione di Ginevra, i leader dell’occupazione e tutti coloro che hanno collaborato con lui all’uccisione di bambini, pazienti e civili indifesi saranno ritenuti responsabili – prosegue il comunicato – L’adozione da parte della Casa Bianca e del Pentagono di una falsa narrativa secondo cui la resistenza sta utilizzando il Complesso medico Al Shifa per scopi militari è stato il via libera all’occupazione per commettere ulteriori massacri contro i civili e costringerli a migrare forzatamente da nord a Sud”.
Idf: operazione precisa e mirata nell’ospedale Al Shifa di GazaMilano, 15 nov. (askanews) – Le forze di difesa israeliane hanno affermato che stanno effettuando una “operazione precisa e mirata” contro Hamas in un’area specifica dell’ospedale Al Shifa, sulla base di informazioni di intelligence e della necessità operativa.
“Nelle ultime settimane, l’Idf – ricorda in una dichiarazione sui social – ha pubblicamente avvertito più e più volte che l’uso militare dell’ospedale di Al Shifa da parte di Hamas mette a repentaglio il suo status protetto dal diritto internazionale, e ha concesso tutto il tempo necessario per fermare questo abuso illegale dell’ospedale. Ieri l’Idf ha comunicato ancora una volta alle autorità competenti di Gaza che tutte le attività militari all’interno dell’ospedale sarebbero dovute cessare entro 12 ore. Sfortunatamente, non è accaduto”. L’Idf “ha facilitato evacuazioni su larga scala dell’ospedale e ha mantenuto un dialogo regolare con le autorità ospedaliere. Invitiamo tutti i terroristi di Hamas presenti nell’ospedale ad arrendersi”, concludono.
Guerra in Medio Oriente, l’Oms: 22 dei 36 ospedali della Striscia di Gaza non funzionano piùRoma, 14 nov. (askanews) – L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato che 22 dei 36 ospedali della Striscia di Gaza non funzionano più.
“La situazione sta peggiorando di minuto in minuto”, ha dichiarato alla Bbc Juliette Touma, responsabile della comunicazione dell’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa). All’ospedale di al Shifa, dove almeno 2.300 persone sono intrappolate dai combattimenti, secondo una stima dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (Ocha), sono morti sette neonati prematuri, secondo il direttore dell’ospedale.
Svezia: bene avvio iter Nato da parte parlamento turcoMilano, 14 nov. (askanews) – La Svezia ha accolto con favore la decisione della commissione esteri del parlamento turco di discutere giovedì un disegno di legge che approva l’adesione di Stoccolma alla Nato. Lo riportano i media internazionali. L’Ungheria è ora l’unico membro dell’alleanza dove la ratifica parlamentare non è ancora iniziata.
La richiesta della Svezia è quindi più vicina alla ratifica da parte dell’intera assemblea turca, necessaria prima che il presidente Recep Tayyip Erdogan possa trasformarla in legge. La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina nel 2022 ha spinto la Svezia a richiedere l’adesione alla Nato nel maggio 2022. Finora 29 paesi della Nato hanno approvato la richiesta, ma si attende ancora il via libera dai parlamenti di Turchia e Ungheria.
La Finlandia, che ha presentato domanda di adesione contemporaneamente alla Svezia, è diventata membro della Nato in aprile. Il fatto che il comandante supremo della Nato per l’Europa, Christopher Cavoli, stia ora effettuando una visita ufficiale in Svezia è una chiara indicazione che l’alleanza vuole vedere la Svezia come il suo 32esimo membro, secondo la stampa di Stoccolma. Noto è che quella della quale la Svezia entrerà a far parte è una Nato rinata. Durante la Guerra Fredda, la Nato disponeva di piani globali per la difesa dei territori degli Stati membri, piani che venivano rivisti ogni cinque anni. Dopo l’attacco della Russia all’Ucraina nel 2022, la Nato ha adottato una nuova strategia di deterrenza e difesa dell’area euro-atlantica. La Russia è considerata la più grande minaccia per la Nato, seguita dal terrorismo. Il generale Cavoli è colui che ha guidato la preparazione dei nuovi piani di difesa adottati dal vertice Nato di Vilnius la scorsa estate.
Guerra in Medio Oriente, Biden: sono ottimista sul rilascio degli ostaggi in mano ad HamasNew York, 14 nov. (askanews) – Il presidente americano Joe Biden, a margine di una conferenza stampa sul clima, ha dichiarato ai giornalisti presenti che crede possibile un accordo per il rilascio degli ostaggi catturati da Hamas, dopo l’assalto del 7 ottobre in territorio israeliano.
“Parlo ogni giorno con le persone coinvolte. Credo che accadrà. Ma non voglio entrare nei dettagli”, ha detto Biden e in risposta ad un’altra domanda sul messaggio da dare alle famiglia in attesa del rilascio, il presidente ha risposto: “Resistete, stiamo arrivando”.
Guerra in Medio Oriente, Israele: Hamas non ha dato nessuna prova che gli ostaggi siano ancora in vitaRoma, 14 nov. (askanews) – Attraverso uno dei suoi ministri, il governo israeliano ha chiarito di non aver avuto alcuna “prova di vita” dagli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza dai terroristi di Hamas. Anche la Croce Rossa non ha incontrato gli ostaggi, secondo la stessa fonte. E’ stato il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, dopo un incontro con il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa a Ginevra, a dare queste informazioni.
“Sono qui con il ministro della Sanità e le famiglie, e abbiamo avuto un incontro con il presidente del Cicr. Ad oggi, nessuno ha incontrato gli ostaggi. Non abbiamo prove di esistenza in vita”, ha dichiarato Cohen durante una conferenza stampa, “fino ad oggi, nessuno dei nostri ostaggi ha incontrato la Croce Rossa”.
La Nato: la situazione sul campo di battaglia in Ucraina è difficile. Non possiamo permettere che Putin vincaMilano, 14 nov. (askanews) – In Ucraina “gli intensi combattimenti continuano. La situazione sul campo di battaglia è difficile. E questo rende ancora più importante sostenere e intensificare il nostro sostegno all’Ucraina perché non possiamo permettere che il presidente Putin vinca”. Lo ha dichiarato il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg in vista dell’incontro del Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea con i Ministri della Difesa. “L’Ucraina deve prevalere come nazione sovrana e indipendente in Europa ed è nel nostro interesse sostenere l’Ucraina”, ha aggiunto.
M.O., storie dell’esilio palestinese, due testimonianzeRoma, 14 nov. (askanews) – La tragedia di Gaza è anche quella dei palestinesi e dei cooperanti che, all’estero, si trovano tagliati fuori da ogni contatto con amici e parenti. L’audiodocumentarista e scrittrice Marzia Coronati ha sentito due di loro, R., un medico ortopedico che ha lasciato Gaza due anni fa e Simone Scotta volontario che lavora in Cisgiordania.
R è un medico ortopedico, è andato via da Gaza due anni e mezzo fa, in cerca di un posto più sicuro e sereno dove potere vivere, l’obiettivo è aprire la strada anche ai suoi quattro figli e la moglie e portarli al di là del mare e del conflitto. In un umido pomeriggio romano di inizio novembre parliamo di fronte a una tazzina di caffè. Le comunicazioni sono tagliate e R non sa nulla della sua famiglia da due settimane. Fuma e guarda dritto davanti. Non se ne fa una ragione, è qui da quasi tre anni e ancora non è riuscito a fare trasferire la famiglia, manca sempre un dannato pezzo di carta e ora la guerra sta demolendo tutto. La sua casa, quello lo ha saputo, non c’è più, il sogno di una vita senza minacce, in una democrazia, per quel che il sostantivo può volere dire, anche questo, sotto le macerie. Ha parenti fuori i confini Gaza che possono aiutare la famiglia? Amici? Sostegno? Sì, ce li ha, ma la situazione non è migliore nel resto della Palestina, e poi da Gaza ora non esce nessuno. Telefono a Simone Scotta, un coetaneo conosciuto in Libano, vive a Gerusalemme da un paio d’anni. Simone coordina cinque squadre di volontari per lo più palestinesi che lavorano in altrettante regioni della Cisgiordania: in due territori vicino a Hebron, a Gerusalemme, a Betlemme e nella Valle del Giordano. Il progetto è del Consiglio ecumenico delle chiese e l’obiettivo è l’accompagnamento delle persone civili palestinesi: una scorta umanitaria nei quotidiani spostamenti dei giovani e meno giovani, per evitare ferimenti o violenze nella strada per andare a scuola o per tornare a casa. Sono servizi di volontariato che esistono da anni, perché doverosi e essenziali.
Chiamo e scopro che Simone è in Italia, lui e sua moglie sono stati evacuati una settimana dopo l’inizio della guerra. Quel 7 ottobre era a Gerusalemme, a casa, faceva colazione con la moglie quando ha sentito una sirena suonare “come quando ci sono razzi che arrivano, e probabilmente stavano arrivando… erano le otto e non sapevamo cosa stava succedendo, non avevamo ancora aperto le notizie… l’intervento di Hamas era del tutto inaspettato”. A differenza di R, Simone riesce ad avere contatti regolari con i suoi amici e colleghi in Cisgiordania. “La situazione è abbastanza pessima: centocinquanta scuole sono chiuse: ci sono i soldati israeliani che bloccano l’ingresso e gli studenti non possono accedere. A Hebron, dove ci sono ottocento coloni e centosessantamila cittadini palestinesi che abitano in città, c’è un coprifuoco, le persone dopo le venti devono rimanere a casa, se qualcuno prova a uscire viene subito arrestato. Via whatsapp Simone condivide una mappa: ci sono nove pallini viola, nove villaggi scomparsi in queste settimane, dissolti nel nulla, nove comunità che a causa di violenze e minacce hanno lasciato in modo definitivo le loro abitazioni, case di famiglia da decenni.
“Molti miei colleghi mi dicono che non è possibile per loro andare in ufficio, sanno che sulla strada potrebbero incontrare con molta probabilità delle dogane informali, check-point in cui vengono attuate perquisizioni fisiche violente, che terminano con ore di trattenimento in questura. Nei mesi scorsi ho ricevuto un bollettino redatto da Simone e i suoi colleghi:
1 giugno 2022, Khirbet Al Fakheit. Quattro strutture residenziali, che ospitavano 19 persone, sono state demolite Questa è stata la terza demolizione avvenuta nella comunità nel 2022
Netanyahu: se non sconfiggiamo oggi Hamas i prossimi saranno Europa e UsaRoma, 14 nov. (askanews) – “Dobbiamo vincere” contro Hamas “non solo per il nostro bene, ma per il bene dell’intero Medio Oriente, per il bene dei nostri vicini arabi”, perché “se non vinciamo adesso, la prossima sarà l’Europa” e poi gli americani saranno “i prossimi nella fila”, ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in un’intervista televisiva su Fox News.
“Non c’è nulla che possa sostituire la vittoria”, ha detto il il premier: “Dobbiamo far sì che le forze della civiltà sconfiggano questi barbari, perché altrimenti questa barbarie si diffonderà e metterà in pericolo il mondo intero. Ogni americano, ogni paese civilizzato, sarà in pericolo. Dobbiamo vincere”. Secondo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu una vittoria nel sud, contro Hamas, è necessaria anche per scoraggiare Hezbollah nel nord di Israele: “Penso che sia un messaggio necessario, potrebbe non essere sufficiente, ma è sicuramente necessario” e senza di esso “non ci sarà sicuramente alcun deterrente nel nord”. Parlando a Fox News ha aggiunto che “Hamas pagherà per questo”.